Oggetto del Consiglio n. 1468 del 7 ottobre 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1468/XIV - Interpellanza: "Mancato coinvolgimento della Commissione consiliare competente nella fase di predisposizione della deliberazione relativa alle modalità di contribuzione degli utenti dei servizi alle persone anziane e inabili".
Presidente - Punto 20 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione chiede la parola la Consigliera Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Affrontiamo con questa interpellanza, che ALPE e UVP sottoscrivono congiuntamente, una questione molto delicata, venuta alla ribalta recentemente e relativa ai servizi per gli anziani, in particolare a una deliberazione che va a ridefinire le rette. Ricordiamo tutti che il 15 settembre scorso l'Assemblea dei Sindaci si è pronunciata favorevolmente - noi riteniamo in modo assolutamente affrettato, ma tant'è - su tre delibere importanti: due relative ai servizi per la prima infanzia e una sui servizi per le persone anziane, che prevedono anche le microcomunità.
Sulle due delibere per la prima infanzia già nello scorso Consiglio regionale il dibattito è stato molto animato, anche alla presenza di una folta delegazione di operatori e di genitori estremamente preoccupati del destino di questo servizio. Nonostante la risoluzione proposta dall'opposizione, in cui si chiedeva il ritiro del provvedimento, non sia stata votata dalla maggioranza, sappiamo tuttavia che è in corso un'opera di revisione dei contenuti di quella deliberazione che, lo ricordo, dovrà ancora passare in V Commissione. Da parte nostra non c'era condivisione nel merito di quella delibera, perché tutto il dibattito precedente che si era svolto in Commissione verteva su un altro testo, diverso da quello che poi è stato votato dai Sindaci, quindi assolutamente noi non abbiamo approvato il merito, ma non abbiamo condiviso neanche il metodo.
Questo metodo di lanciare dei ballon d'essai che in qualche modo creano un grande allarmismo e poi ritornare sui propri passi, ci pare assolutamente poco credibile e non all'altezza di un Governo regionale che deve affrontare con altra serietà questi problemi. Quindi non abbiamo assolutamente condiviso quel metodo e non lo condividiamo neanche per quanto riguarda questa delibera per i servizi agli anziani, perché si è proceduto esattamente nello stesso modo. Si è adottata una deliberazione con una proposta di revisione delle contribuzioni, votata dal CELVA e presentata al CELVA come qualcosa di assolutamente inderogabile e necessario; una delibera che va ad innalzare a dismisura le rette delle microcomunità, facendo passare la contribuzione massima da 2400 euro a 3450, quindi un aumento per la fascia di contribuzione più alta che è di più del 40 percento. Una somma spropositata e insostenibile per la gran parte delle famiglie, che naturalmente non ha mancato di suscitare reazioni, che noi abbiamo raccolto, ma che immaginiamo anche la maggioranza abbia potuto cogliere.
La delibera votata lo scorso anno aveva già suscitato un ampio dibattito in V Commissione, perché già l'anno scorso c'erano state reazioni forti da parte dei famigliari degli utenti. C'era stato un dibattito e un confronto in V Commissione e quella delibera aveva prodotto delle quote di contribuzione che, per quanto riguarda la fascia di IRSEE - l'anno scorso si ragionava con l'IRSEE - arrivava ad una quota di contribuzione giornaliera, in proporzione alla situazione economica, fino ad un massimo di 80 euro.
Si è poi fatto un lavoro di definizione del costo giornaliero per i servizi agli anziani nelle microcomunità, che è stato definito di 115 euro giornalieri, e la bozza di deliberazione o quantomeno il testo votato dal CELVA, nella fascia più alta prevede che, con un ISEE che è abbastanza simile all'IRSEE dell'anno scorso, si passi ad un contributo massimo di 115 euro che, moltiplicato per il numero di giorni del mese, va a superare i 3400 euro. È un aumento enorme, di più del 40 percento, che ci fa pensare che ci sia un piano scriteriato di smantellamento di quella rete di servizi agli anziani, che un tempo era un vanto per la nostra regione, un vanto di cui tutti eravamo e siamo tutt'ora orgogliosi.
Un piano scriteriato a cui come opposizione ci opponiamo con tutte le nostre forze, un piano e una delibera di cui in V Commissione non si è mai parlato. Si è scelto di non parlare, perché è vero che questa delibera non ha l'obbligo di passare al vaglio della V Commissione, ma è anche vero che in quella sede l'hanno scorso si è fatto un grande dibattito sui servizi agli anziani e da parte dell'Assessore e del Governo regionale si è parlato di condivisione - si è ribadito più volte il concetto di condivisione - ma poi quest'anno si procede in questo modo, calando dall'alto una delibera inaccettabile. È evidentemente una condivisione a intermittenza, che ci ha visti completamente esclusi dalle valutazioni che sono state fatte per arrivare ai dati di questa delibera, e noi oggi chiediamo conto di quali siano queste valutazioni che hanno portato ad aumenti, dal nostro punto di vista e da quello dei cittadini, spropositati, che se applicati temiamo avranno come effetto l'abbandono, da parte di tanti utenti e di tante famiglie, delle microcomunità e delle strutture che oggi accolgono i nostri anziani.
Oggi, con questa interpellanza, vi chiediamo conto di quali siano le valutazioni che hanno portato a definire le quote nella misura riportata nella delibera. Chiediamo anche quali sono le motivazioni per le quali si è ritenuto di non coinvolgere la Commissione competente nella fase di predisposizione della delibera, nonostante una volontà di confronto più volte espressa dall'Assessore. Grazie.
Presidente - Per la risposta ha chiesto la parola l'Assessore Fosson, ne ha facoltà.
Fosson (UV) - Grazie.
Le deliberazioni su anziani e prima infanzia prevedono, per legge regionale, un percorso specifico. I testi vengono prima esaminati dalla Giunta, non numerati, e trasmessi per parere ad Enti locali e sindacati (questo solo per le delibere sugli anziani) e poi presentate alle Commissioni competenti per il parere. Dopo questo percorso sono riproposte in Giunta per l'approvazione definitiva. Quindi nell'iter è sempre prevista la possibilità di un confronto dell'atto iniziale e, come avverrà sulla prima infanzia, anche di accettare delle osservazioni. Certo, se l'informazione presenta la prima delibera come definitiva, questo può creare degli allarmismi e forse su questo dovremmo tutti ragionare; su quello che lei ha chiamato dei ballon d'essai, senza che da parte nostra vi fosse tale intenzione.
Il nostro welfare, per la sua sopravvivenza, deve oggi garantirsi una sostenibilità attraverso la compartecipazione di chi ne ha le possibilità, di chi ha un ISEE più alto. Creda, non è una impresa facile, in questo periodo, cercare di ricalibrare un welfare che era sicuramente grandioso e munifico. Per gli anziani, però - ecco perché non siamo passati in V Commissione con la delibera, almeno per un confronto - dopo le modifiche introdotte finalmente l'anno scorso, dopo tanti anni di discussioni, sui costi ottimali e i requisiti standard, si è creata un'emergenza per l'applicazione del nuovo sistema ISEE, che dalle prime proiezioni arrivate a maggio/giugno faceva pensare a minori entrate, quindi alla necessità di porvi rimedio d'urgenza.
La proposta di delibera discussa in Giunta l'11 settembre voleva elevare le quote di partecipazione soprattutto per i redditi più alti, per quelli al di sopra di 50 mila euro di ISEE, e ha incontrato nel suo percorso diverse osservazioni. C'è stato il passaggio nella sede del CELVA, che è stato definito come automatico, ma poi ci sono stati una serie di altri incontri, e sono state presentate diverse osservazioni. Inoltre (è questo il fatto importante che ha fatto sì che questa delibera non fosse discussa, ma fosse proposto un altro iter), gli ultimi dati giunti dalle Unités des Communes, dove tra l'altro si sono riorganizzate le risorse amministrative attraverso un maggior numero di proiezioni del nuovo ISEE, hanno fatto sì che venissero modificate le stime precedenti. Non solo in Valle, ma anche in altre Regioni, dove alcuni hanno addirittura inserito dei contributi una tantum, vi sono state oggettive difficoltà con il nuovo ISEE, il motivo è proprio quello di non avere dei dati precisi in breve tempo che ci ha creato problemi, anche se il bacino d'utenza è molto piccolo. È un ISEE per il quale è cambiata tutta una forma di contribuzione. Ci sono anche delle difficoltà interpretative e molte Regioni hanno dato un'interpretazione più precisa, ma soprattutto l'ha data l'INPS, sulle modalità di calcolo dei redditi dell'utente, considerando anche l'assegno di accompagnamento, che era sempre legato a dove si trovava il paziente, come ricchezza patrimoniale da calcolare. Questo era previsto nel nostro IRSEE, ma non più nel nuovo ISEE, che però pur non calcolandolo prevede in questi casi una franchigia molto elevata, di settemila euro e più.
Il Governo regionale, per queste osservazioni e per questi nuovi dati, ha deciso di interrompere il percorso della precedente delibera - infatti è stato bloccato l'incontro con i sindacati - costruendone un'altra, con le integrazioni suggerite dalle osservazioni e dai nuovi dati. Si pensa di parametrare le partecipazioni più alte, di chi ha più possibilità economiche, su valori più bassi di quelli precedentemente previsti, perché c'era un rischio oggettivo e reale. Pensavamo che fossero di meno le persone che, pur potendo sobbarcarsi una presenza in microcomunità del parente, con un costo elevato lo portasse in un'altra struttura. Soprattutto pensiamo di lavorare di più sui costi di gestione delle microcomunità, che sono ancora molto alti rispetto ad altre strutture simili. Si ricordi che oltre ai 3500 euro, tutti i costi delle infermiere sono a carico dell'ASL, quindi sono delle spese ancora maggiori. Appena sarà discussa in Giunta questa nuova delibera, si effettuerà di nuovo il percorso di confronto previsto, e sarà fatto anche in V Commissione.
Presidente - Chiede la parola la Consigliera Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Non vogliamo attribuirci dei meriti, tuttavia ci pare che le obiezioni sollevate dall'opposizione, per quanto riguarda questa delibera, ma anche per le precedenti, forse hanno sortito un qualche effetto. Francamente, però, politicamente ci pare che questa maggioranza stia reagendo in modo scomposto e scoordinato ad una situazione che è oggettivamente difficile. Non capiamo se i provvedimenti vengono presi sull'onda delle emozioni, se si testano i ballon d'essai, come dicevo prima, o se si reagisce in base a chi alza di più i toni in Giunta. Questo è terribile e inaccettabile in un momento come questo, che richiede invece calma, coesione e lucidità. Quando si tratta di welfare, noi non ci siamo mai sottratti al confronto. Il fatto, invece, di adottare questo metodo di decisioni unilaterali e incomprensibili, sulle quali poi, però, si ritorna, ci sembra che faccia perdere credibilità, non solo alla maggioranza, ma all'Amministrazione regionale in generale.
Per quanto riguarda l'ISEE, è chiaro che è un problema. Io ho avuto modo di partecipare ad alcune riunioni del gruppo ISEE e da subito è parso chiaro - questo lo avevano sollevato colleghi esperti e i sindacati - che i più penalizzati in questa situazione sarebbero stati i valdostani, per effetto di quel patrimonio rurale molto spesso senza reddito, che non produce reddito, ma che anzi è un costo (come giustamente mi suggerisce il collega), ma che rientra nel conteggio dell'ISEE. Quindi a pagare di più saranno i valdostani, quelli stessi che voi dite di voler tutelare. Quali simulazioni sono state fatte, ce lo chiediamo? Io ieri, in audizione del Presidente e dell'Assessore Perron, ho chiesto se si stanno facendo delle simulazioni per andare a capire qual è il punto di equilibrio su quanto si può effettivamente chiedere come contributo ai valdostani, senza far sì che vengano abbandonati i servizi pubblici, perché diventano troppo costosi.
Riteniamo che questi siano argomenti estremamente seri e importanti, che vanno a pesare sulle spalle dei valdostani e che andrebbero affrontati in modo completamente diverso. In ogni caso, la ringraziamo, Assessore, per le sue puntualizzazioni. Lascio tempo anche per il collega Nello Fabbri.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Fabbri, in qualità di cofirmatario. Ne ha facoltà.
Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.
La collega Morelli ha già detto molto bene e ha sviscerato tutto l'argomento. Io vorrei solo aggiungere alcune piccole considerazioni. Bisogna dare atto che l'anno scorso la Commissione e tutto il Consiglio sono sempre stati coinvolti nelle decisioni: cose importanti che riguardavano un aspetto fondamentale della vita della nostra società. Abbiamo a lungo discusso in V Commissione, addivenendo a delle conclusioni che hanno cercato di tamponare quello che poteva essere un effetto disastroso sulla società valdostana.
Detto questo, però, anch'io vorrei ribadire un aspetto: che questioni così sensibili come questa vengano buttate in pasto al pubblico, per poi repentinamente modificarle, lasciano quel senso di inadeguatezza a livello dei nostri concittadini. Oltretutto, questo suscita un po' il dubbio che siano cose fatte ad hoc che scivolano anche sulla sua persona, Signor Assessore, che siano un po' eterodirette.
Detto questo, vorrei fare una considerazione. Bisogna fare un'estrema attenzione alle compartecipazioni nella spesa pubblica da parte dei nostri concittadini e della nostra società, in quanto questa necessità di fare cassa può diventare un boomerang sotto due aspetti: primo, che i cittadini abbandonino queste nostre strutture, quindi depauperandole sempre di più; inoltre possono anche impoverire la nostra società, ricordando, come diceva ieri l'Assessore Perron, che sarà l'imponibile che noi riusciremo a creare e a mantenere in Regione che farà vivere nei prossimi anni! Attenzione a non depauperare troppo la società!
Vorrei annunciare una risoluzione che faremo sull'argomento, proprio per potere sviscerarlo meglio e proporre delle nostre controdeduzioni. Grazie.