Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1455 del 7 ottobre 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1455/XIV - Interrogazione: "Controlli effettuati dall'Amministrazione regionale in merito alle attività di pet therapy realizzate nel centro faunistico 'La Chevrère' di Champdepraz".

Presidente - Punto 6 all'ordine del giorno. La parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.

È conosciuta, penso ormai ampiamente, la validità della pet therapy come intervento a valenza terapeutica per la cura di patologie fisiche, psichiche e sensoriali. La Valle d'Aosta ha disciplinato la materia della pet therapy introducendo la legge regionale 37 del 2010, "Nuove disposizioni per la tutela e per il corretto trattamento degli animali d'affezione", nella quale all'articolo 15 viene espressamente vietato il ricorso ad animali selvatici e prevede che la programmazione e l'attuazione di attività e terapie assistite da animali devono avvenire sotto il controllo dell'Amministrazione regionale, che ha emanato delle linee guida. Nello specifico, l'apertura del Parco faunistico Chevrère è stata autorizzata con decreto dell'Assessorato all'agricoltura nel 2014, previo un parere favorevole del servizio sanitario dell'USL che ha verificato l'idoneità dei ricoveri degli animali.

In seguito alle notizie apparse sui giornali, riguardo a iniziative di sviluppo della pet therapy all'interno del parco, sono state assunte ulteriori informazioni da parte dei tecnici dello stesso Assessorato all'agricoltura. Si è venuti a conoscenza che in realtà il parco ha intenzione di realizzare un'area in una zona adiacente all'entrata principale, che permette l'accesso e la fruizione di una parte dello stesso ai portatori di handicap, ma al momento non risulta essere pervenuta alla struttura competente alcuna richiesta formale. Ugualmente, ad oggi non sono state presentate istanze di autorizzazione volte allo svolgimento di attività di pet therapy, né presso la struttura competente dell'Assessorato alla sanità, salute e politiche sociali, né presso il Servizio veterinario dell'USL. Si precisa inoltre che è stato fatto un sopralluogo ispettivo da parte dello stesso servizio veterinario, in data successiva all'articolo, nel quale si è riscontrato che la struttura in oggetto detiene le specie animali autorizzate conformemente alle disposizioni e svolge l'attività prevista dalla normativa, ma non sono presenti strutture dedicate alle attività di pet therapy e nella cartellonistica del parco non è pubblicizzato tale tipo di attività.

Presidente - Grazie collega. La parola al collega Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Abbiamo saputo di questa attività dai giornali - come a quanto pare anche voi -, in particolare da un articolo della pagina locale de La Stampa dal titolo un po' emblematico: "Parco del Mont Avic, la pet therapy con daini e caprioli". Già di per sé il Parco del Mont Avic non c'entra niente, perché riguarderebbe al limite il centro faunistico, ma non il parco. Al di là di questo, nell'articolo - che è piuttosto uno spot pubblicitario - veniva riportato il fatto che si stava appunto realizzando questa struttura e che in pochissimo tempo si sarebbero utilizzati i caprioli, i daini e i cervi per attività di pet therapy.

A parte il fatto che questo articolo aveva molti connotati pubblicitari, una pubblicità un po' ingannevole, perché com'è evidente - lo riportava anche lei - questo vìola il buonsenso e la legge che abbiamo votato nel 2010 in questo Consiglio, la quale prevede esplicitamente il divieto di utilizzo di animali selvatici per le attività di pet therapy. Di per sé - come diceva lei - sono provati gli effetti benefici e sono comunque aspetti positivi che vanno sostenuti, ma nel caso specifico si vìola palesemente una legge. E questo articolo, da questo punto di vista, lo esplicitava in modo preciso, perché parlava di animali selvatici. Come prevede la legge e come tra l'altro veniva poi sottolineato dall'Ordine dei veterinari, si vìola la legge e, secondo aspetto, le linee guida sia regionali che nazionali non prevedono l'utilizzo di animali selvatici. È una questione di buonsenso, anche perché è un pericolo sia per gli utenti sia per gli stessi animali, che non sono adatti a questa attività.

Mi pare che poi ci sia stato un intervento della Regione non particolarmente zelante. Adesso sappiamo che non c'è niente, ma non si può fare della pubblicità su attività contrarie alla normativa. Da questo punto di vista, bisogna far rispettare le leggi e non soltanto promulgarle. Invito a stare molto attenti su queste cose, perché di per sé la pet therapy può avere degli effetti positivi e va sostenuta, ma deve essere fatta evidentemente nel rispetto della legge. Da questo punto di vista bisogna forse, una volta tanto, essere un po' più zelanti e fare rispettare le leggi votate da questo Consiglio, impedendo che poi si creino anche queste confusioni rispetto a tali attività, che invece dovrebbero essere fatte in modo serio. Da questi articoli quello che traspare certamente non è un'impostazione corretta. Grazie.