Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1442 del 24 settembre 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1442/XIV - Interpellanza: "Predisposizione di un nuovo piano di formazione per la valorizzazione dell'offerta formativa delle scuole valdostane".

Presidente - Per l'illustrazione, chiede la parola la Consigliera Certan; ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Merci Monsieur le Président.

Come possiamo fare noi, come pubblico, per contrastare la disoccupazione? Questa è una delle domande che nel corso di questo Consiglio forse ci siamo anche posti di più, sia come Consiglieri di minoranza, che - e lo spero anche - come Governo. Questa nostra interpellanza nasce proprio dal dibattito avviato a livello europeo sull'éducation duale e sulle scuole professionali, a cui abbiamo anche partecipato come membres de l'APF e come membres du Comité mixte della Cooperazione interparlamentare tra la Valle d'Aosta, il Cantone del Jura e della Belgique, dibattito a cui lei, Assessore, ha partecipato, quando faceva parte del Comité mixte. Mi sembrava che lei fosse molto interessato a questo aspetto sulle écoles professionnelles, e mi pare che il punto sul quale era intervenuto anche lei, in Consiglio, fosse proprio che anche in Valle d'Aosta si potesse far funzionare, meglio, questo sistema di formazione e che nelle nostre scuole potesse funzionare, meglio ancora, l'alternanza scuola-lavoro. Ora lasciamo perdere le piroette estive, è cambiato tutto.

Noi non siamo più sicuri, Assessore, di aver mai capito bene che cosa lei intendesse per "alternativa", che cosa lei intendesse per "programmazione", per "competitività", per "collaborazione", però vogliamo chiederle oggi, attraverso questa interpellanza, quali sono le sue intenzioni riguardo alle scuole professionali dal punto di vista della programmazione futura. Sappiamo, per quanto riguarda le scuole professionali, che questo è un settore in cui lei ha la delega, divide la delega insieme all'Assessore all'istruzione, e riteniamo che l'offerta formativa valdostana delle scuole professionali valdostane, di quelle paritarie, ma anche di quelle pubbliche, sia già medio-alta. Crediamo che quello che offrono sia comunque un'offerta formativa di tutto rispetto, però le riteniamo completamente abbandonate a loro stesse. Non ne conosciamo le motivazioni, ma nel settore per il quale la Valle d'Aosta, noi, come Consiglio regionale, abbiamo competenza primaria, nel quale potremmo legiferare, negli ultimi anni non è stato fatto nulla, nulla! Mi permetto di dire: nulla in progettualità e in prospettiva, soprattutto da parte delle istituzioni. Ripeto: ritengo che ogni Collegio docenti di queste scuole ha fatto e stabilito, soprattutto da un punto di vista pedagogico e didattico, quanto credeva il meglio e il più giusto, però senza indicazioni, obiettivi precisi e chiari, anzitutto per quanto riguardava il futuro, gli obiettivi a lungo termine...ecco, mi pare che in questo settore si agisca sempre con degli obiettivi a breve, brevissimo termine.

Noi oggi vogliamo capire quali sono gli obiettivi che lei, come Assessore, che detiene appunto le deleghe alla formazione professionale - lo abbiamo visto anche alla firma dell'accordo con il Ministro Giannini, questo accordo riguardante una concertazione per quanto riguarda l'adattamento della legge sulla "buona scuola" - ha posto per il prossimo anno scolastico, che ormai è iniziato, e per i futuri anni scolastici. Porto al dibattito alcuni passaggi che il Presidente del Consiglio, che credo sia il suo leader politico in questo momento di riferimento, ha proprio enunciato e ripetutamente sottolineato nei principi della legge sulla "buona scuola". In Italia abbiamo 700 mila disoccupati tra i 15 e i 24 anni e 4 milioni di ragazzi che non studiano, non lavorano, non sono in formazione, in grossa parte alimentati da una dispersione scolastica tra le più alte d'Europa. Questi sono dati che prendo e lui dice: "Dobbiamo rendere la scuola la più efficace politica strutturale a nostra disposizione contro la disoccupazione, rispondendo all'urgenza e dando prospettiva al tempo stesso. La scuola deve essere al lavoro"... e dice anche: "La scuola deve formare buoni cittadini che abbiano i mezzi, le conoscenze e le competenze per vivere da protagonisti il mondo del lavoro, per fare in modo che la nostra educazione renda giustizia al primo articolo della Costituzione italiana che è fondata sul lavoro, ma per davvero"; infine dice: "I giovani sono disaffezionati da una scuola che non riesce a tenerli a sé e non riesce a motivarli". Chiediamo ad esempio quali sono gli obiettivi e che cosa state facendo come Assessorati per l'alternanza obbligatoria, per l'impresa didattica, per la bottega scuola, per l'apprendistato sperimentale, tutti passaggi che sono citati nella "buona scuola", principi enunciati.

E poi, come non sottolineare e mettere in evidenza il fatto che in Italia il numero di laureati in materie scientifiche, che quindi possono avere più sbocco nel settore imprenditoriale, è al di sotto della media europea...come facciamo, quindi? E poi l'ultimo punto: saper fare. C'è un luogo dove la formazione e la progettualità si incontrano in maniera naturale, dove la lotta alla dispersione scolastica è la più efficace, dove si costruisce il futuro lavorativo dei nostri ragazzi e quello produttivo della nostra economia: sono i laboratori che caratterizzano in particolare i nostri istituti tecnici professionali. Ecco, io ripeto: sappiamo che in Valle d'Aosta le scuole professionali paritarie - parlo soprattutto dell'Institut agricole, alberghiero, ma anche il Don Bosco - si stanno veramente impegnando tantissimo, con degli enormi problemi, molto diversi fra loro, perché per quanto riguarda le scuole paritarie è leggermente diverso il discorso, ma per quanto riguarda l'IPR, sappiamo di un corpo docente che si sta veramente impegnando tanto per cercare proprio di evitare la dispersione scolastica, per evitare problemi sociali, eccetera. Siamo quindi sicuramente riconoscenti a queste scuole del lavoro, ma chiediamo veramente che adesso questo di più che noi potremmo fare, noi come legislatori, venga fatto.

La disoccupazione giovanile in Valle d'Aosta è la più alta del resto d'Italia, l'abbandono scolastico è il più alto d'Italia e d'Europa, la collaborazione con il tessuto imprenditoriale è pressoché inesistente, non solo dovuto al fatto che abbiamo una micro-imprenditoria, però è anche dovuto al fatto che non ci sono ponti, ci sono pochi ponti, una rete labilissima. Non voglio fare paragoni con la vicina Svizzera, che ormai è da 30 anni e più che veramente si occupa, diciamo in modo quasi primario, dell'éducation duale, è leader europea realmente nel concreto in questo settore, però lei sarà a conoscenza che nella Confederazione elvetica l'alternanza scuola/lavoro è stata sostenuta inizialmente tantissimo dal pubblico e ora è anche sostenuta dall'imprenditoria privata, che investe, perché ha avuto un grandissimo ritorno e il ritorno si vede da pochissimi dati (basta incrociare alcuni dati). "Quelles sont les caractéristiques du système suisse et les points forts? Il propose 250 formations différentes avec des débauchés importants, il permet un accès à la formation professionnelle supérieure, inclus un maximum de jeunes, assure la relève professionnelle et réduit fortement le taux de chômage des jeunes". Questi sono quattro obiettivi che si sono posti e che hanno già raggiunto. La Svizzera, nel combattere i tassi di disoccupazione, è la seconda, ha una disoccupazione solo superiore ai Paesi Bassi, comunque è una dei primi veramente nella lotta al chômage (noi siamo 31esimi su 36 Paesi, per darle un'idea di dove siamo). Pertanto come Valle d'Aosta possiamo fare di più e chiediamo quali sono questi obiettivi che lei pensa di poter porre. Grazie.

Presidente - Per la risposta ha chiesto la parola l'Assessore Donzel; ne ha facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente. Ringrazio davvero la Consigliera Certan che, riprendendo una sua interpellanza di qualche mese fa, del 6 maggio, riporta in aula il tema dell'alternanza scuola/lavoro e, in generale, dei rapporti tra scuola e formazione professionale. La ringrazio perché in qualche modo ci consente di restituire a lei, visto che parliamo tra insegnanti, i "compiti dell'estate".

Per quanto mi riguarda, mi fa piacere che lei riconfermi questo suo atteggiamento favorevole allo sforzo che si fa di connettere il sistema scuola col sistema della formazione, col sistema lavoro, che poi è attraverso la "buona scuola" nazionale che per la prima volta, con forza, si cerca di costruire e realizzare nel nostro sistema italiano. Quindi, al di là del fatto che il suo movimento chiede di firmare per i referendum, anche quelli contro la "buona scuola", mi fa piacere che lei, almeno su questo pezzo, convenga dell'importanza dell'azione che si sta facendo a livello nazionale e regionale su questo punto; punto sul quale, come lei bene e correttamente ha ricordato, è stato siglato un accordo tra l'Assessore Rini e il Ministro che consentirà, al di là dell'impostazione generale della "buona scuola", di applicare al nostro territorio - rivendicando le nostre specificità - queste norme nazionali.

Siccome lei ha chiesto anche concretezza rispetto a quello che si sta facendo, il gruppo di lavoro che era stato costituito pre-riforma, sulla base delle ipotesi di una riforma, oggi si sta riorganizzando per lavorare sul testo vero e proprio della riforma e sugli adattamenti da porre a livello regionale, che noi sappiamo potrebbero arrivare anche attraverso norma di attuazione. Per quanto riguarda questo gruppo di lavoro, coordinato dal Sovraintendente agli studi e dal Coordinatore del Dipartimento delle politiche del lavoro, tengo a precisare che io non ho la delega sulle scuole professionali, ho la delega sulla formazione professionale, però c'è una stretta collaborazione, e devo riconoscere all'Assessore Rini la piena disponibilità dell'Assessorato all'istruzione di coinvolgere i nostri esperti nel settore della formazione e di farli appunto lavorare all'interno di questo gruppo. Nel pratico, intanto vorrei ricordare che il 24 luglio scorso abbiamo aderito, firmando una lettera d'intenti, all'avvio sperimentale del sistema duale. Questo ci ha consentito di incontrare come gruppo di lavoro il Sottosegretario Bobba, che ha la delega proprio a questa sperimentazione, siamo saliti fino a Cogne, abbiamo potuto confrontarci e partecipare direttamente alla stesura dell'accordo su questo progetto sperimentale. Stiamo incontrando non poche difficoltà, perché la nostra struttura regionale, per la rigidità che presenta, ci rende molto difficile agganciare questo tipo di riforma e, benché i tempi siano stretti, le fornirò il materiale e lo sforzo emendativo che stanno facendo i nostri uffici per riuscire a far entrare anche la Valle d'Aosta, da subito, in questo sistema sperimentale, altrimenti dovremo per forza seguire un percorso nostro, che non escluda l'esperienza anche dell'apprendistato.

Per quanto riguarda, invece, l'alternanza, quella a cui fa riferimento come primo punto della sua domanda di chiarimento, proprio all'interno...lei spesso ha ribadito che "ci vorrebbe un obbligo", lo diceva a maggio...bene, adesso quest'obbligo c'è, è previsto formalmente dalla legge, quindi nell'ambito anche del lavoro che sta facendo la Sovraintendenza agli studi di ridisegnare attraverso un riesame delle adaptations nel sistema secondario gli spazi, i tempi e i modi...ebbene, lì è la sede dove inserire a pieno titolo questo tipo di attività, perché oggi è prevista.

Altro passaggio fondamentale che lei ha chiamato in causa è quello del rapporto con le imprese. Allora, intanto il rapporto con le imprese, che è il cardine...lei ha citato il modello svizzero, che è un po' un modello esemplare in questo momento, a livello europeo, a cui tanti stanno guardando dopo averlo bistrattato magari per anni...allora, in questo momento si guarda per i risultati che sta dando, ma è un sistema che, partendo da una formazione di base, arriva fino a un livello universitario, è un sistema. Noi, invece, da questo punto di vista abbiamo delle roccaforti che stanno funzionando molto bene e lo dicevo oggi senza creare però troppa enfasi rispetto ai giovani, perché ci sono delle roccaforti; faccio un esempio: la Scuola alberghiera continua a fornire dei giovani che trovano collocazioni di lavoro, tant'è che noi, a giorni, riproporremo il Tourism jobs day, la Journée des métiers du tourisme, come preferirei chiamarla io, e in questa Journée des métiers du tourisme noi metteremo a contatto i giovani con le imprese. Si parla della possibilità anche di 50 posti di lavoro a disposizione, però le imprese ci dicono: "Fateci arrivare ragazzi che hanno dei titoli, fateci arrivare ragazzi che hanno esperienza, non portateci lì dei ragazzi che siano impreparati". Quindi da questo punto di vista noi abbiamo già dei nuclei che sono in grado di formare questi ragazzi, si è visto il successo che avuto per esempio il corso da manutentore, in cui adesso ovviamente il soggetto formatore dovrà addirittura fare una selezione perché non tutti avranno lo spazio di accedere a questo corso. Pertanto, come lei in qualche modo richiamava, il momento è quello giusto per fare queste esperienze diversificate di "sistema", ma ci vuole il datore di lavoro. Per esempio nel corso da manutentore abbiamo trovato il riscontro della Cogne, abbiamo ritrovato il riscontro per esempio delle società impianti a fune; per esempio nel mondo delle imprese dell'ADAVA c'è un forte interesse per quello che stiamo facendo. È cambiato quindi il clima delle nostre imprese. E anche le norme nazionali - faccio un esempio: il Jobs Act, che consente ad esempio per il 2025 la defiscalizzazione e quindi consente un risparmio fino a 8 mila euro - avvicinano di nuovo le imprese al mondo dell'istruzione e della formazione. È il momento di fare più rete e di strutturare questo sistema. Le imprese però non possono essere obbligate. Stiamo lavorando a un tavolo di concertazione con i soggetti imprenditoriali, gli artigiani, per vedere, insieme a loro, come affrontare queste criticità. Quindi da questo punto di vista ci sono le possibilità, ci sono le condizioni, però bisogna dire che c'è anche una norma, c'è la norma della "buona scuola", che apre una strada che noi siamo impegnati a costruire attraverso gli atti che le dicevo. Ripeto: questi passaggi siamo ben lieti di concertarli e di condividerli con altri soggetti, che dimostrino in questi anni, come dimostra lei, di avere dell'interesse, di concertarli e di condividerli per avere suggerimenti e iniziative a sostegno di queste attività.

Vorrei concludere per ribadire, rispetto all'alternanza scuola/lavoro, come questo concetto sia un po' più complesso e non semplicemente il "io vado nella scuola tradizionale, poi a un certo momento mi fermo ed entro in un posto di lavoro". Si tratta di cambiare le metodologie didattiche già all'interno della scuola, costruire dei processi che avvicinino e costruiscano anche nei rapporti ciò che si studia a scuola con il mondo del lavoro, e dall'altra parte - cosa da non improvvisare - ci vuole un mondo del lavoro che abbia, a sua volta, un rapporto di riconoscimento del lavoro fatto nelle scuole, del lavoro di docenza. Quindi l'imprenditore, quando riceve in stage l'alunno, non deve dire: "adesso qui non si sta più a scherzare come sui banchi di scuola", per farle un esempio, ma deve riconoscere il lavoro, l'importanza della base scientifica; è quello che, per esempio nella presentazione del corso di manutentore, ha fatto molto bene l'azienda Cogne, rappresentando ai giovani come sia invece necessario avere un bagaglio di conoscenze scientifiche perché poi si possa tradurle nella pratica. A questo stiamo lavorando alacremente.

Presidente - Per la replica ha chiesto la parola la Consigliera Certan; ne ha facoltà.

Certan (ALPE) - Sì, grazie Assessore per le risposte.

Guardi, un piccolo passaggio, visto che lei ha citato il referendum. Da un punto di vista personale, le dirò cosa ho scelto di fare io, perché credo che siamo responsabili innanzitutto anche come persone. Ho firmato solo il referendum contro la "buona scuola", perché ritengo questa legge di riforma nella scuola italiana come una delle peggiori, in questi anni. Poi, conoscendo bene questo documento, anche approfonditamente, è chiaro che riconosco che è una legge e vado a cercare quali sono gli aspetti che almeno possono essere positivi e utilizzati. Ritengo che l'alternanza della "buona scuola" sia una delle poche novità che presenta questa legge. Il resto l'abbiamo già visto con le assunzioni, è molta demagogia, molta fuffa e tantissimi numeri buttati lì che vengono smentiti immediatamente il giorno dopo...comunque questo era solo per spiegarle.

Riportiamo volentieri questo argomento in aula, noi, come ALPE, ma credo anche gli altri gruppi di minoranza, perché riteniamo che sia uno di quelli che potrà dare veramente un futuro alla nostra società e alla nostra comunità, ma non perché non ci sia mai stato...spesso cerchiamo di dire che il progresso sia un qualcosa di nuovo, ma io credo che a volte il progresso è anche saper riconoscere quello che in passato è stato fatto e che si faceva bene. Nella scuola, spesso si è andati verso una teorizzazione che ha completamente sradicato la scuola dal territorio. Ecco, credo che in questo l'alternanza scuola/lavoro debba essere...non, come dice lei, un qualcosa che, finita la scuola teorica, inizia poi una palestra di vita da un'altra parte...no! L'alternanza scuola/lavoro è alternanza, ma vuol dire "cammino in parallelo", tant'è che la "buona scuola" dice di un aumento considerevole di ore di lavoro concreto nelle imprese.

Ha parlato di questo progetto...bene, chiediamo che venga magari anche presentato in commissione e, perché no? anche a noi Consiglieri di minoranza, così sappiamo anche dire cosa viene fatto. Credo che ci voglia un qualcuno che dia un input, e questa responsabilità ce l'ha chi legifera, pertanto credo che debba partire da noi. Credo anche che la Valle d'Aosta, proprio per la micro-imprenditoria che a volte è magari un limite, abbia in questo una facilitazione, perché è molto più facile avere un contatto diretto, e credo che il connubio fra studio ed esperienza, oltre a favorire e a portare a conoscenze professionali, sia anche un canale di crescita e di formazione personale di cittadini come gli adolescenti e anche della comunità. Ecco, credo che un Amministratore - e soprattutto chi Governa - abbia questa responsabilità enorme. È necessario che ci sia veramente un grande impegno nella formazione delle competenze professionali e di crescita culturale dei cittadini. L'éducation duale, in Svizzera, tiene proprio presente come obiettivo principale questo: formare dei cittadini europei che sappiano chiaramente lavorare, ma sappiano anche porsi come persone. Crediamo sia questo uno degli obiettivi principali che deve avere un Governo regionale: formare dei giovani che sappiano adeguarsi, ma sappiano essere anche propositivi per il futuro.

Gliel'ho già detto quando ho presentato la nostra interpellanza: credo che ci siano delle scuole che stanno facendo questo percorso di aumento della concretezza nelle ore scolastiche, perché comunque l'Institut agricole, l'alberghiero e il Don Bosco questo lo stanno facendo. C'è anche un problema di partenariato con scuole magari internazionali. Le porterò un esempio: quando siamo stati alla riunione dell'APF, l'Assemblée générale, e abbiamo presentato "L'éducation professionnelle en Vallée d'Aoste", ci è stato chiesto di avere dei contatti con queste scuole, però non c'è una rete, non si sa a chi chiedere, se non dire: andate a prendere, andate a fare, andate sul link...

Presidente - Voglia concludere, collega Certan. Grazie.

...sì, concludo...andate sul link o sul sito delle varie scuole e informatevi...ecco, credo che questo sia compito dell'Amministrazione regionale. Grazie.

Presidente - Grazie. Considerata l'ora, possiamo concludere i lavori del mattino. I lavori riprenderanno alle 15,30. Buon appetito.

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La seduta termina alle ore 13,03.