Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1336 del 15 luglio 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1336/XIV - Dibattito sulla nuova situazione politica. Discussione generale sulla comunicazione e presa d'atto delle dimissioni rassegnate dal Signor Pierluigi Marquis dalla carica di Assessore alle attività produttive, energia e politiche del lavoro e elezione del nuovo Assessore. (Reiezione di un ordine del giorno)

Presidente - Passiamo, colleghi, al punto 6.01 all'ordine del giorno.

È pervenuto alla Presidenza un ordine del giorno, che stiamo per distribuire.

Aspettiamo la distribuzione. Ricordo che gli ordini del giorno si votano prima della votazione del punto in oggetto.

La parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Presidente Marco Viérin, grazie per la parola.

Le chiediamo, in questa occasione, di dimostrare ciò che ha appena enunciato qualche minuto fa, cioè di essere super partes. Lo diciamo, perché questo è un ordine del giorno che pone una pregiudiziale e che noi chiediamo sia discusso e votato prima della discussione del punto e vi spiegheremo perché.

Ci troviamo per la seconda volta e a distanza di un anno a dover discutere di un nuovo governo. Qualcuno parla di un Rollandin ter, noi crediamo piuttosto che si possa parlare di un Rollandin sexies o septies, dal 1984 ad oggi. Ma al di là dei numeri, dopo la crisi del 2013, iniziata e poi formalizzata con la vacanza di una presidenza, a seguito delle dimissioni degli assessori, una crisi di più di sessanta giorni, con il gruppo dei sei firmatari che avevano aderito ad un progetto di rottura e di cambiamento, si riuscì ad un anno di distanza, nel 2014, a ricomporre un governo che fu un rimpasto. Ci furono delle modifiche di assetti, quindi di poltrone - per capirci - e ci fu, a seguito della sfiducia arrivata qualche mese prima e di un periodo di crisi istituzionale, un riaddomesticamento di qualcuno, un premiare qualcun altro. Insomma, la maggioranza da diciotto rimase a diciotto e si tornò a ricomporre un assetto con un programma di legislatura leggermente rivisto, anche in base a qualche modifica sulle deleghe: cambiò il Presidente del Consiglio, si declassò un assessore al ruolo di consigliere e qualche altra modifica nelle deleghe fece ripartire il governo cosiddetto Rollandin bis.

La differenza rispetto a ciò che avviene ora, è che allora effettivamente ci fu una stessa maggioranza che fece qualche piccolo o grande cambiamento, mentre oggi non siamo qui a parlare di un rimpasto, ma di una nuova maggioranza. Non vogliamo anticipare quello che il Presidente dirà, ma non crediamo che le dimissioni del collega Marquis siano arrivate per altri motivi: lo abbiamo letto anche sugli organi di informazione. Qualche cittadino ci ha chiesto: ma ha combinato qualcosa Marquis, che ha dovuto dare le dimissioni? No, qualcuno gli ha detto di dare le dimissioni e lui ha dovuto farlo, seguendo gli ordini di scuderia; non perché aveva lavorato male o per altri motivi: per ordini di scuderia! "Aggiungi un posto a tavola che c'è un amico in più!"

Perché noi poniamo, attraverso questo ordine del giorno, una questione pregiudiziale? Perché in Valle d'Aosta si vota in base ad una legge regionale, la quale prevede l'eventualità di alleanze preventive che vengono codificate attraverso un modulo di presentazione di programma elettorale, sottoscritto dai segretari e presidenti di movimento, che viene depositato in tribunale, che viene firmato davanti ad un notaio e che si pone davanti agli elettori! Oggi davanti a che cosa siamo? Le eventuali coalizioni del 2013, il programma comune, il notaio, il tribunale, hanno visto diverse alleanze: Union Valdôtaine, Stella Alpina e l'allora Fédération Autonomiste, che poi non è stata eletta non avendo raggiunto il quorum; il Movimento Cinque Stelle; altri movimenti che non sono stati rappresentati qui in Consiglio; una coalizione ALPE, UVP e PD-Sinistra VdA. Quindi, il programma che noi oggi abbiamo qui, con le firme in calce dell'allora segretario dell'ALPE Chantal Certan, di Raimondo Donzel che era segretario del PD e di Favre Alessia presidente del movimento UVP, viene sottoscritto, depositato e posto davanti gli elettori che votano. Una coalizione vince, per 229 voti non si riesce ad ottenere il risultato sperato e ci si ritrova qui con delle coalizioni: quindici, due e diciotto consiglieri.

Oggi viviamo un assurdo paradosso che non può essere paragonato al rimpastino dell'anno scorso! Chi ha messo la faccia davanti agli elettori, ma soprattutto chi ha sottoscritto davanti ad un notaio e depositato in tribunale un certo programma elettorale, oggi aderisce al programma di governo che è conseguenza di un'altra coalizione. È conseguenza di un'altra coalizione! Non solo abbandonano la coalizione, nella quale probabilmente non si trovavano più bene, perché non c'era lo spazio e il posto al sole sperato, ma aderiscono al programma di governo di qualcun altro, che tra l'altro è stato votato, questo governo, due anni fa e un anno fa. Quindi il collega Donzel vuole entrare in un governo che non ha votato. Cioè, lei collega Donzel sarà un innesto, visto che a volte si occupa di agricoltura: no greffen [traduzione letterale dal patois: noi innestiamo]; è un innesto! Questo governo un anno fa non è stato votato neppure dal PD! Oggi questo governo vede le dimissioni di un assessore e ne innesta un altro che fa parte della forza politica che un anno fa non ha votato il governo. Beh, ci pare abbastanza assurda questa situazione, soprattutto in base alla legge elettorale, alle norme e alla disposizioni vigenti, al di là degli aspetti politici di cui parleremo eventualmente dopo!

Non ci pare corretto nei confronti degli elettori, nei confronti del rispetto delle regole, nei confronti del rispetto della legge elettorale. I voti che sono stati ottenuti in base a quell'atto depositato da un notaio in tribunale hanno espresso una certa maggioranza. Oggi, la questione pregiudiziale ci fa richiedere una cosa molto semplice: se voi oggi tradite il patto con gli elettori e, soprattutto, se da un punto di vista tecnico-normativo voi non rispettate quello che è avvenuto con il voto in quest'aula due anni fa e specialmente un anno fa, in base ad un programma di governo, beh, voi intanto vi dimettete tutti e poi fate una nuova maggioranza; se avete i numeri vi rivotate, perché questo è qualcosa di completamente assurdo!

Ecco la questione pregiudiziale: noi crediamo che, nel rispetto della legge, sia dovuto l'azzeramento dell'intero esecutivo, per procedere, qualora ne sussistano le condizioni, alla nomina di un nuovo governo, perché questa è veramente una situazione che non si era mai verificata. Nessuno probabilmente aveva...

Il Presidente scuote la testa, riferendosi probabilmente al Popolo delle Libertà nel 2011. Sarebbe interessante leggere quello che disse Donzel quando entrò il PDL, ma quello oggi ve lo risparmiamo. Ci fu già all'epoca la contestazione della questione, con la differenza che il PDL - per fortuna o sfortuna loro - non entrò nel governo e nemmeno nel nono assessorato, cioè la Presidenza del Consiglio, che oggi è andato a Marco Viérin. Il PDL - nei verbali, la spiegazione del Presidente è stata molto esplicita - argomentò dicendo: c'è un programma che viene rivisto e c'è una forza politica che aveva un altro programma che aderisce a questi nuovi punti, ma non entra in modo organico nel governo. Ecco la differenza rispetto al 2011 e a quel fatidico accordo che oggi si trasforma nel giro di qualche anno: dalla destra alla sinistra senza nessun problema, come abbiamo ricordato in certi momenti, "Francia o Spagna, purché se magna"!

La questione pregiudiziale che richiediamo anche da un punto di vista tecnico agli uffici, al di là degli aspetti che noi ci riserviamo di fare rilevare nelle sedi opportune, è un problema di rispetto della legge regionale che è stata votata da questo Consiglio: da questo Consiglio regionale e da alcuni consiglieri che ancora sono seduti su questi banchi. Noi chiediamo che semplicemente ci sia un azzeramento, attraverso le dimissioni. Lo abbiamo chiesto tante volte e lo so che è difficile: alcune dimissioni degli assessori sono arrivate, altre, malgrado il voto in aula, non sono mai arrivate. È sempre difficile, perché poi, quando si muove qualcosa, diventa magari un po' più improbabile che si ritrovi la posizione che si aveva e si apre la cosiddetta crisi, o meglio, una nuova fase politica tanto sperata, che tra l'altro era un punto irrinunciabile nei famosi dialoghi degli ultimi mesi e anche dell'anno scorso; si dialoga, però se si deve fare qualche cosa di diverso: dimissioni, nuovi governi, nuove maggioranze.

Oggi si riesce a fare una nuova maggioranza tradendo il patto con gli elettori, ma soprattutto andando contro le disposizioni della legge regionale e cercando di innestarsi sulle dimissioni di un assessore, imposte a livello politico per fare spazio a qualcun altro. Figuriamoci se andavate a diminuire il numero degli assessorati, riduzione tanto sbandierata - anche di questo parleremo - perché già lo spazio era stretto e la coperta era molto corta in questo caso; figuriamoci se ancora si andava a parlare di riduzione del numero degli assessorati! Eravamo anche disponibili a scommettere su questa cosa, ma eravamo certi che non sarebbe arrivata.

Ecco la questione pregiudiziale, ecco perché noi chiediamo che ci sia prima il dibattito sull'ordine del giorno. Come nella prima elezione avevamo proposto un ordine del giorno per la riduzione degli assessorati, che chiaramente fu discusso prima della nomina del governo, altrimenti non avrebbe avuto nessun senso, così chiediamo, Presidente, che la questione venga discussa adesso, perché si è in presenza di una palese violazione di una norma di legge e, soprattutto, si sta violando qualsiasi tipo di regola democratica, che sono alla base di certe battaglie che qualcuno ha fatto credere di voler portare avanti in questi anni.

Presidente - Grazie collega Laurent Viérin.

Per chiarezza, in base all'articolo 61 del Regolamento interno voi avete presentato quest'ordine del giorno ponendo una questione pregiudiziale, quindi va discusso prima di procedere alla trattazione del punto 6.01. Ricordo che, per la tempistica della discussione, bisogna fare riferimento all'articolo 64 sugli ordini del giorno, quindi possono intervenire tutti i proponenti e, a seguire, la Giunta e un consigliere per ogni gruppo. Questo è per dovuta informazione al Consiglio.

La parola al Presidente della Regione.

Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.

L'ordine del giorno anticipa il dibattito sulla situazione politica che noi oggi presentiamo. Se vogliamo guardare, c'è un aspetto politico e un aspetto tecnico. L'aspetto politico è legato alla conclusione di una fase che - voglio ricordare - è stata sollecitata un po' da tutti in quest'aula: avevano detto e richiesto che ci fosse una discussione e un dibattito che portasse, poi, alla conclusione di avere una maggioranza in grado di governare con quella capacità di cammino, che in alcuni momenti non era stata propria di quella attuale; questo lo avevamo accettato. Adesso verrà presentata quell'integrazione dell'accordo di programma, che in qualche modo dà una giustificazione del perché noi oggi siamo qui a presentare questo progetto che modifica in parte le progettualità presentate all'inizio della legislatura.

Vorrei ricordare il tema del rispetto dell'articolo 4 bis della legge elettorale: è tutto vero e la presentazione degli accordi deve essere fatta nel modo che è stato prima detto e suggerito. Questo è stato rispettato allora, ma l'assemblea consiliare, dal momento in cui si costituisce, è sovrana e ciascun consigliere, come abbiamo già visto, è anch'egli sovrano e può agire secondo quello che ritiene più opportuno per l'interesse generale e del movimento che rappresenta.

Se è vero che ci sono dei cambiamenti positivi - qualcuno ha deciso, dopo una discussione alla quale, voglio ricordare, all'inizio non partecipava solo il PD ma anche l'UVP, mentre poi, ad un certo punto, prima delle elezioni per il Comune di Aosta, si è deciso di soprassedere e di non continuare questa confronto - vorrei anche ricordare che, come è vero che qualcuno entra in maggioranza, è altrettanto vero che qualcuno la lascia. Ci sono casi in cui si lascia la maggioranza e si abbandona il vincolo di mandato che uno avrebbe sottoscritto. Alcuni lasciano la propria posizione e il mandato ricevuto con l'elezione ottenuta in quel gruppo, tradendo l'elettorato e il mandato ricevuto, eppure questo viene tranquillamente fatto, perché uno ritiene che sia in quel momento importante svolgere una funzione diversa. Nessuno si è scandalizzato per questo, ma si è preso atto che c'erano queste indicazioni diverse.

Cosa voglio dire con questo? Nella situazione politica che noi oggi qui rappresentiamo, l'accordo di programma dà una giustificazione e, soprattutto, spiega le motivazioni per le quali noi riteniamo che questo aspetto sia indicativo di una volontà di modificare alcune parti e di rafforzarne altre nell'interesse generale, com'è stato fatto e con il solo scopo di migliorare la governabilità e la possibilità di incidere in un momento così delicato. Sotto il profilo della legittimità, questo è legittimo - non lo dico io, ma lo diranno gli uffici competenti - quindi non si tratta di dover dare le dimissioni, ma si tratta di sostituire, come è stato fatto, il collega che ha lasciato il posto con un altro che prima non faceva parte della maggioranza e che ora ne farà parte. Questo in termini tecnici è quello che viene fatto.

Voglio ricordare che l'aspetto più volte sottolineato e auspicato andava proprio in questa direzione. Credo che quello che succede in tutte le assemblee - non dico nella Camera e in Senato, ma in tutti i Consigli regionali - va in questa direzione e non c'è mai stato nessun tipo di atteggiamento preclusivo nei confronti di chi, per diverse ragioni, può decidere di intervenire in modo diverso nell'assemblea, giustificando chiaramente le prese di posizione e il perché ci sono stati e ci sono dei cambiamenti che giustificano una maggioranza che in qualche modo si allarga, che ha la possibilità di avere una forza e che può portare questo contributo importante, per quanto ci riguarda. Questa è la ragione per cui respingiamo l'ordine del giorno da un punto di vista politico e anche da un punto di vista tecnico credo che non ci siano problemi.

Presidente - Altre richieste di intervento? Ricordo che possono intervenire tutti i proponenti, un consigliere per gruppo e in più, uno contro e uno a favore alla fine, prima della votazione. La parola al collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.

Respingiamo dal punto di vista politico e dal punto di vista tecnico la sintesi che il Presidente della Regione ha sostenuto nel rifiutare l'ordine del giorno che abbiamo presentato.

Lasciamo da parte almeno per un momento la questione tecnica e proviamo a girare la barra sulla questione più politica, presidente Rollandin. Noi, legittimamente, chiediamo a questa assemblea un passaggio chiaro. Ci sarà un allargamento della maggioranza tra qualche minuto o tra qualche ora, visto e considerato che, non dal punto di vista tecnico, ma dal punto di vista politico, due sono state le coalizioni che hanno avuto diciotto e quindici rappresentanti all'interno di quest'aula, oltre ai colleghi del Movimento Cinque Stelle. Noi volevamo, vista la volontà che è stata messa sul tavolo da parte vostra in queste settimane e in questi mesi - ripeto: nulla di tecnico, tutto politico - che ci sia il rispetto della legge e degli elettori. Come lei ha ben citato, ogni consigliere è sovrano all'interno di quest'aula, quindi avremmo non gradito, ma ci sembrava corretto nei confronti di questa assemblea l'azzeramento dell'intero esecutivo e una sua elezione compatta e forte. Non abbiamo ancora avuto modo di studiare, leggere, sapere e conoscere le modifiche al programma elettorale, i metodi di lavoro diversi rispetto ai mesi e agli anni passati, non le cariche, ma i modus operandi di questa assemblea, di questo governo, delle commissioni consiliari, le soluzioni da mettere in campo, le criticità che ci sono e le difficoltà che comunque la comunità valdostana sta vivendo in questo momento. Questo, Presidente Rollandin, avremmo aspettato da lei, sapendo che - ha detto bene - avevamo bisogno di qualche numero in più in maggioranza, come più volte è stato detto in quest'aula. Benissimo: avrete qualche numero in più tra qualche oretta, ma allora cerchiamo - cercate! - di rispettare il mandato e la legge e di azzerare l'esecutivo. Lei dice di no, ma noi comunque ribadiamo il nostro concetto: la sua parola contro la nostra, la nostra proposta contro la sua. Sarebbe stato un gesto importante nei confronti della popolazione tutta, legittimo da parte vostra. Volete allargare? Ci sono dei colleghi che porteranno il loro contributo all'interno di questa nuova maggioranza? Tutto legittimo - poi discuteremo nel merito, tra un momento - ma la pregiudiziale, dal nostro punto di vista, è che si azzeri tutto!

Poc'anzi abbiamo eletto il nuovo Presidente del Consiglio. Noi non l'abbiamo sostenuto per un discorso di contenuti e per una parte di metodologia, ma stiamo adesso parlando non di un rimpasto di giunta, come è avvenuto nel giugno 2014, ma di un nuovo governo regionale, di una nuova maggioranza allargata e, comunque, di modifiche di quelle che sono state le elezioni nel maggio 2013. Quindi lasciamo perdere i tecnici e i funzionari: la questione è tutta politica, Presidente Rollandin. Provate per una volta! Mi sembra che il termine condivisione più volte sia stato evocato in quest'aula in questi mesi. Noi non abbiamo fatto parte di nessun tavolo - non ci interessa - ma la questione dal nostro punto di vista è tutta puramente politica. Avete deciso un percorso in queste settimane, a seguito delle elezioni comunali del Comune di Aosta? Bene: rispettiamo, rispettate la legge, azzerate l'intero esecutivo e che si parta subito con uno nuovo, con un nuovo governo; che ci siano le condizioni di procedere - tutto il blocco operativo, tutto il governo - in modo che ci sia chiarezza, trasparenza e soprattutto un nuovo percorso.

Dal punto vista dei contenuti non abbiamo ancora avuto l'opportunità di visionare, leggere e studiare le modifiche del programma, del metodo di lavoro, delle soluzioni e delle risoluzioni da mettere in campo. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Ci sono altre richieste di intervento? La parola al collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.

Come al solito si tende a normalizzare la situazione e a cercare di rendere a tutti una fotografia diversa da quella che viene presentata. Per quello che ci riguarda valuteremo in seguito, insieme al movimento, quali azioni intraprendere, perché è evidente che ci siamo presentati mettendo la faccia insieme a forze politiche che con noi hanno sostenuto idee e programmi, presentati per ottenere un consenso e venire qua responsabilmente a portare avanti l'iniziativa.

State entrando in un governo che è stato eletto anche sulla spinta di un'onda politica legata alla destra, perché si usciva da una maggioranza che aveva avuto un appoggio forte di movimenti che avevano aderito a un programma in corso di legislatura. Predisporre un programma e riuscire a fare un'inversione di tendenza come quella che stiamo facendo oggi, perlomeno vorrebbe sotto il profilo politico una legittimazione nuova, che probabilmente servirebbe anche a chi politicamente entra in un percorso differente e, soprattutto sul piano delle motivazioni, estremamente difficile da sostenere. Quello che noi vogliamo dire è che i 29 mila voti sono stati ottenuti in maniera differente tra i tre movimenti, ma servivano un programma che è chiaro, che sottoscritto, che è firmato e che dice delle cose diverse da quelle del programma di Union Valdôtaine e Stella Alpina. Voi vi siete poi presentati qui con un programma di governo che ha aggiornato il programma elettorale, ma che nella sua fase di presentazione avete detto essere il programma di Union Valdôtaine e Stella alpina: chiediamo il voto, votiamo un presidente e votiamo un governo. Quei voti erano dell'Union Valdôtaine e della Stella Alpina: oggi non avrebbe assolutamente senso, per quello che ci riguarda, passare così d'emblée su una situazione politica che è completamente nuova.

Alla luce della distribuzione di questo primo programma di aggiornamento, io spero veramente che non si voglia partire con un'alleanza politica nuova, che ha visto un suo percorso alle recenti elezioni comunali, con una fase che è stata organizzata partendo da zero, con un programma e con un progetto che è stato presentato agli elettori e con la trasparenza che necessitava. Spero che non si voglia fare un'operazione politica di questo tipo e che non si voglia aggiornare il programma dell'Union Valdôtaine e della Stella alpina con questo foglietto che ci viene presentato! Se questo è portare il voto della coalizione progressista nel campo dell'Union Valdôtaine e della Stella alpina, noi non ritroviamo tante delle battaglie politiche che abbiamo fatto in campagna elettorale e in quest'aula!

L'operazione politica ha bisogno di una legittimazione diversa, mentre invece l'operazione tecnica ha bisogno, a nostro avviso, di un supporto legale chiaro, perché qui si tratta, esattamente come è stato descritto, di un furto elettorale. Noi siamo stati insieme a chiedere il voto ai valdostani e i 29 mila voti servivano per portare avanti una coalizione. Diverso sarebbe se ognuno di noi si fosse presentato da solo nelle scorse elezioni, ma noi ci siamo posti insieme a dei movimenti politici che con noi hanno sostenuto il bisogno di un voto per un programma di un certo tipo. Almeno la parvenza di ripartire con un progetto nuovo che sotto il profilo politico legittimi quello che sotto il profilo tecnico-legislativo non può essere legittimato! Sostenere che il programma elettorale può essere modificato, vista la libertà di mandato politico dal programma di governo, è sostenibile, ma non è assolutamente legittimo! Altrimenti, perché la legge avrebbe dovuto fare quelle previsioni? Perché avrebbe dovuto collegarci attraverso degli atti per portare avanti una coalizione? Che senso ha quella legge, in funzione di quello che si fa oggi?

Chiedo di verificare la presenza del numero legale; ce ne usciamo e poi vediamo quanti siamo? Dispiace che voi abbiate lavorato prima per trovare l'accordo, ma poi non vi interessi più la discussione!

Presidente - Colleghi, un po' di silenzio, per cortesia.

Bertschy (UVP) - Concludo questo primo intervento ricordando che il Presidente ha un po' l'abitudine di mettere tutti sullo stesso piano. Averne di persone che abbandonano i posti di governo, che abbandonano politiche per le quali si è tradito il mandato del movimento ideologico e dell'ideologia che ci ha sostenuto, perché si sono andare a fare nuove alleanze con partiti che non erano mai stati alleati con noi, come è successo nel nostro vecchio movimento! Quindi non mettete tutti sullo stesso piano: non ci caschiamo in questo tranello, non abbiamo proprio nessuna paura di difenderci sotto questo aspetto. Noi non siamo scappati per salire su un altro governo, siamo scappati per difendere le nostre idee, il nostro sistema di fare politica e ci siamo messi in discussione; e questa è una cosa assolutamente diversa.

Alla fine di questa discussione noi chiederemo almeno un parere di legittimità, rispetto a quello che sta succedendo.

Presidente - Altri colleghi? La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Rimaniamo sempre un po' interdetti a vedere una politica che non solo non rispetta le promesse verbali, ma a questo punto non rispetta neanche gli accordi e le sottoscrizioni che sono state fatte ufficialmente sotto i documenti. Lavare tutto questo con un bicchiere d'acqua, come state facendo, ci pare effettivamente esagerato. Se effettivamente c'è questa nuova maggioranza e se è coesa, seguiamo quello che è il Regolamento, seguiamo le regole e le prescrizioni, che poi avete fatto voi in passato, seguiamole anche in questa occasione. Si ripresenti ex novo una nuova maggioranza e non la versione ampliata di quella precedente. Si abbia il coraggio di adottare una via chiara e limpida, in maniera tale che siano altrettanto chiare le responsabilità che si prendono le persone che adesso vanno a formare questa nuova maggioranza.

Non ci pare di chiedere nulla di particolare, se non chiarezza e il rispetto delle regole. Presidente, il ruolo di garanzia che noi richiedevamo prima della sua elezione, andava anche in questo senso. È un ruolo di garanzia che deve sovraintendere ai lavori dell'aula. Nel momento in cui lei adesso si è reinsediato e sta seduto lì, certo lei fa parte della maggioranza regionale, ma lei è il garante dei trentacinque consiglieri. E allora iniziamo da subito a vedere come si comporta. Ci dia subito un segnale, perché se no promesse da una parte, garanzie dall'altra e sottoscrizioni, ma poi qui non rimane nulla. Noi vorremmo avere da lei, anche in questo caso e da subito, un gesto concreto che consenta il rispetto delle regole che sono state scritte. Non chiediamo niente altro di più che il rispetto delle regole. Grazie.

Presidente - Altri colleghi? La parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Président.

Io sono sempre sorpresa dalla capacità del Presidente Rollandin di riuscire a banalizzare anche questioni che sono, in realtà, molto importanti e significative. Non mi pare che sia comparabile l'uscita di un assessore da una giunta, per andare a ricoprire l'incarico di consigliere, con l'ingresso di un consigliere di una coalizione opposta, all'interno della giunta. Non mi pare proprio che sia possibile paragonare queste due situazioni. Poi, credo che in un momento come quello che sta vivendo la politica, in cui i cittadini non riescono a capire e c'è una disaffezione totale, credo che i nostri passaggi dovrebbero essere spiegati e resi comprensibili a tutti, quindi passaggi di questo tipo non possono essere réglés così comme une lettre à la poste. Bisogna rendere chiaro ai cittadini che cosa sta succedendo. È evidente che politicamente, per voi e per chi si accinge ad entrare in maggioranza, più la situazione è opaca e meglio è, ma questo non è corretto nei confronti dei cittadini. Come possiamo poi andare a chiedere ai cittadini di dare credito alle istituzioni, se all'interno delle stesse noi facciamo di tutto per rendere le cose poco comprensibili e poco chiare?

Questo è il lato politico, ma io credo che anche riguardo all'aspetto tecnico vi siano obiezioni e noi chiediamo veramente che ci sia un parere di legittimità del percorso che vi state accingendo a intraprendere in tale modo, perché né dal punto di vista politico e neanche dal punto di vista della legittimità, a nostro avviso, questo è corretto.

Presidente - La parola al collega Fabbri.

Fabbri (UVP) - Grazie Signor Presidente.

Vorrei anch'io esprimere la mia opinione quale firmatario di questo ordine del giorno e porre l'attenzione su come si tenda a banalizzare questo atto, facendolo scivolare come se fosse una cosa normalissima. In realtà è un fatto sostanziale! È un fatto che oltre a essere formale ha una vera e propria sostanza, come diceva la collega Morelli, anche nei confronti di chi ci ascolta e ci segue, proprio per puntualizzare quello che stiamo vivendo in questo momento, che è tutt'altro che una banalità!

A questo proposito vorrei anche intervenire sui nostri colleghi di maggioranza e pregarli di non lasciarsi scivolare sopra una giustificazione fatta dal Presidente, senza meditarla profondamente, perché è una questione, come ripeto, che non è solo di forma, ma di profonda sostanza. La profonda sostanza è nel rispetto della legge e soprattutto nel rispetto dei nostri elettori, per cui chiederei a tutti di esprimere un voto di coscienza e di accettare questo nostro ordine del giorno, proprio nel rispetto di tutte le cose che ho detto finora.

Presidente - Altre richieste di intervento? Ricordo che possono intervenire i proponenti, uno per gruppo e in conclusione uno a favore e uno contro. La parola al collega Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

Parto da alcune considerazioni che forse fanno male a quest'aula, ma anche a chi in questo momento cerca di portare a conoscenza un concetto di rispetto dell'aula e delle istituzioni. Noi ultimamente abbiamo visto più volte in questa assemblea una mancanza di rispetto verso l'aula stessa, nel senso che impegni presi qui non venivano rispettati, non ultimo quello che riguarda il voto del Senatore in merito alla "buona scuola".

Vede Presidente, noi per la prima volta sentiamo da un massimo rappresentante del governo, colui che dovrebbe dare l'esempio rispetto a un modello di gestione e di amministrazione, dire che in Valle non si rispettano neanche le leggi. È grave questo, è molto grave! Il principio che il collega Viérin ha illustrato e che è alla base di questa nostra richiesta, nasce dal fatto che noi abbiamo dato ai valdostani la possibilità di scegliere chi li avrebbe rappresentati in questo Consiglio regionale, mediante un sistema di voto che è chiarissimo, basato su una legge maggioritaria, che già al primo turno premia una coalizione, la quale può addirittura prendere un premio di maggioranza. Non è un vecchio sistema proporzionale dei partiti che fanno i programmi e dopo si alleano e cambiano.

Queste parole, che io ho provato a sintetizzare, le ha dette il 6 aprile 2011 il collega Donzel, all'atto dell'allargamento della maggioranza. Sono parole che condivido, perché il senso della legge è questo. È significativo il fatto che, presentandosi con una coalizione e siglando un programma, si prende un impegno coi cittadini. Poi ci può essere la libertà di espressione: per la carità, ci mancherebbe!

Presidente, lei ha cercato di semplificare il tutto, dicendo che l'assemblea è sovrana e che ogni consigliere è libero e senza vincolo di mandato. Ha anche trovato il modo per differenziare: chi lascia tradisce l'elettorato, chi entra no! È una sintesi del tutto sua, che chiaramente non condividiamo e su questo non c'è ombra di dubbio. Lei fa differenza tra chi lascia e tradisce l'elettorato e chi entra, siglando un programma alternativo e entrando in un esecutivo: questo va bene!

Torno alle considerazioni che ha fatto il collega Donzel il 6 aprile 2011, quando diceva: "c'è libertà di mandato, si possono fare nomadismi, transumanze politiche, 'scilipotismi', razzismi". Beh, adesso c'è anche il "donzelismo"? È la nuova realtà: adesso c'è anche il donzelismo, così come c'è il "verdinismo" e "l'alfanismo" a livello nazionale. Questa è l'immagine che diamo della Valle d'Aosta. Lei collega Donzel disse anche che si può fare quello che si vuole, ma se invece si vuol fare un percorso corretto e lineare, si presenta la nuova maggioranza alle urne e si vota. Schiacci il pulsante e lo dica in aula! Lo ribadisca questo concetto, perché questo è il percorso più lineare, questo è il percorso più corretto! È il percorso che chi si presenta in una coalizione dovrebbe avere il coraggio di fare, perché se no veramente siamo ridotti a quelle che qualcuno chiamava una mera suddivisione di potere e poltrone.

Al Presidente Rollandin voglio solo ricordare - perché ho fatto parte di quel tavolo - che l'UVP si è seduta esclusivamente per parlare delle elezioni comunali di Aosta. Ci tengo a ribadirlo, perché l'UVP si è alzata da quel tavolo quando qualcuno ha voluto mettere le questioni del Presidente del Consiglio e dell'allargamento della maggioranza quali oggetti da discutere globalmente. Questa è la differenza, per cui io le chiedo, per correttezza, che lo ripeta pubblicamente, perché lei non può lanciare delle accuse e dire che l'UVP ha trattato anche sulla maggioranza e sulla presidenza, perché si è alzata quando ha riconosciuto che non c'era un margine. C'è una grande differenza, ribadendo il concetto del collega Donzel, perché si poteva avere una visione diversa per il Comune di Aosta, ma ad una condizione: ci si presentava con un programma e questo doveva essere avallato dagli elettori. È questa la grande differenza: ci possono essere delle maggioranze variabili, ma devono passare al vaglio degli elettori! Questa è la grande differenza, questo vuol dire rispettare o non rispettare le leggi, questo vuol dire avere delle visioni diverse, questo vuol dire interpretare come meglio a uno conviene. Poi, per la carità, io ci credo alle ambizioni personali e penso anche che le capacità personali di ognuno possano emergere: viva se emergono, viva se sono nell'interesse dei valdostani! Però non si possono travalicare i contenuti delle leggi: questo è il principio. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Altri che intendono intervenire? Altre richieste? Il collega Chatrian, era già intervenuto a favore? Possono intervenire i proponenti, uno per ogni gruppo consiliare e poi uno a favore e uno contro.

Per mozione d'ordine, prego collega Bertschy.

Bertschy (UVP) - Grazie Presidente.

Come ho anticipato nell'intervento, le chiediamo quantomeno una verifica di legittimità di quanto si sta facendo, da parte dei dirigenti. Chiediamo una sospensione, oppure una dichiarazione qua in aula, quello che volete, però noi vogliamo sapere come si procede, prima di fare la dichiarazione a favore e contro.

Presidente - I funzionari hanno provveduto a sentire la dirigenza dell'Ufficio legislativo, che ad ora ha confermato che non ci sono problemi, comunque è stato richiesto alla stessa dirigente di formulare un parere. È chiaro che il parere non può arrivare in dieci minuti, comunque verbalmente è stato comunicato ai funzionari in aula che la procedura è comunque corretta.

Chiederei di intervenire uno contro e uno a favore, poi appena arriva il parere scritto lo distribuiamo. D'accordo?

Colleghi, se lo chiedete, sospendiamo cinque minuti e vediamo. Prego, collega Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente Viérin.

Gradiremmo avere il parere scritto, Presidente Viérin.

Presidente - Ci vuole, come si suole dire, il suo tempo, perché un parere scritto va definito. Noi abbiamo sentito verbalmente la dirigente, la quale ci ha già detto che questa impostazione è legittima, altrimenti non avrebbero formulato l'iscrizione dell'ordine del giorno in questa maniera. Io mi riprometto di consegnarvi il parere appena sarà definito dal funzionario e quindi vi chiedo se potete fare un intervento a favore e uno contro, in merito a questo ordine del giorno. Collega Laurent Viérin?

Viérin L. (UVP) - Per mozione d'ordine. Solo per dire che aspettiamo dal resto della maggioranza che ci sia appunto questo intervento contro!

Presidente - Si, certo: ho già sollecitato in questo senso. Lo può fare chiunque: possono intervenire il Presidente o tutti i capigruppo e un intervento contro.

La parola al Presidente della Regione per l'intervento contro.

Rollandin (UV) - Credevo di essere già stato chiaro nel primo intervento. Riconfermo la posizione che noi abbiamo nei confronti di questo ordine del giorno. Credo che avremo modo anche in altre occasioni di specificare che noi riteniamo che questo allargamento della maggioranza sia fatto nelle regole e soprattutto tenendo conto di specifiche, le quali saranno oggetto del dibattito successivo. In più, abbiamo distribuito anche un documento, con cui abbiamo cercato di enunciare le motivazioni alla base di queste scelte e quindi noi siamo contrari all'ordine del giorno.

Presidente - Per l'intervento a favore, la parola al collega Laurent Viérin.

Viérin L. (UVP) - Avevamo capito che il Presidente sollecitava un intervento a favore e uno contro, quindi cercherò di sintetizzare qual è la nostra posizione, non avendo udito dai banchi della vecchia e futura maggioranza altri interventi. Sicuramente siamo consapevoli che questa nuova fase politica sarà, come la vecchia, all'insegna di uno parla e gli altri seguono!

Abbiamo ascoltato con attenzione l'intervento del Presidente, fatto a nome di tutti i soldatini, che ha cercato di difendere da un punto di vista tecnico e politico ciò che, a nostro avviso, è una violazione palese sia politica che tecnica di una disposizione normativa della legge regionale votata all'interno di quest'aula. Certi colleghi, che hanno partecipato alla stesura di questa legge, sanno benissimo che, tra le altre cose, l'atto dal notaio era stato previsto proprio per tutelare, anche a livello di cause civili, eventuali passaggi, salti della quaglia e cambiamenti repentini per andare a cercare un posto al sole. La Stella Alpina piuttosto che altre forze politiche sono state alla base di questa idea delle alleanze preventive, con una scheda che prevedeva i simboli aggregati, con un programma comune e con l'atto depositato dal notaio, per evitare ciò che avviene spesso a Roma, cioè questi cambi di casacca e soprattutto il fatto di avere, dal punto di vista dei programmi elettorali, dei cambiamenti su progetti che sono diametralmente opposti.

Abbiamo anche rilevato un pelo di arroganza e di supponenza nelle parole del Presidente: questo atteggiamento ci dispiace, perché ci fa capire che certi metodi non cambiano, anche se erano un po' più pacati negli ultimi periodi di crisi. Questi atteggiamenti di oggi ci fanno riconoscere in lei ciò che è stato in certi momenti, quindi facciamo gli auguri ai colleghi che entrano in questa maggioranza, perché uno dei motivi che ci hanno visti abbandonare un certo sistema sono proprio i metodi. Vorrei anche ricordare che certi passaggi politici, che hanno visto dei colleghi abbandonare una maggioranza, sono arrivati anche in conseguenza di modifiche politiche e geopolitiche arrivate nell'altra legislatura e che oggi si rimanifestano, prendendo lo scacchiere politico opposto, ma sempre modificando una situazione che invece era stata ratificata e soprattutto voluta dagli elettori. Il primo tradimento della scorsa legislatura fu proprio quello di imbarcare, da un punto di vista ideologico, forze politiche che nulla avevano a che vedere con l'ideologia nella quale si credeva e soprattutto con un programma di legislatura che stava procedendo. Altro è l'atteggiamento in questa legislatura: un taccone, un tampone per mantenere una posizione di potere, che non si aveva più per i numeri risicati e che oggi si ottiene, grazie all'ingresso di un'altra forza politica o comunque di diverse sensibilità politiche di sinistra.

In attesa del parere legale, noi ci riserviamo gli approfondimenti, perché al di là dell'aspetto politico c'è una profonda violazione della norma e crediamo che oggi si scriva un'altra pagina non molto edificante per le istituzioni valdostane. Sicuramente sarebbe stato meglio - ma ancora una volta qui è la testardaggine che viene portata avanti, prima delle idee - semplicemente presentarvi dimissionari: che problema c'era? Magari ci viene il dubbio che c'è qualche problema! Ci si presentava dimissionari, ma noi capiamo che è difficile per qualcuno dare le dimissioni: lo scorso anno, la sola idea di vedere un cambio politico aveva creato tensioni molto, molto forti. Noi pensiamo che sarebbe stato molto corretto e onesto nei confronti della comunità valdostana, soprattutto da parte della componente di questa nuova maggioranza che ha fatto delle battaglie sulla coerenza, sui metodi, sul controllo del voto e su tutte queste grandi e belle parole di cui ci si è riempita la bocca in questi anni - anni! -, sarebbe stato molto più onesto venire qui in aula con una giunta e un Presidente dimissionari, visto che l'Ufficio di Presidenza lo era già e visto che c'era una evoluzione politica. Come all'inizio di una legislatura, si presentava un nuovo programma e non quelle due paginette; poi ne parleremo, così magari andiamo a rispolverare anche in questo caso i dibattiti dello scorso anno, sull'integrazione di programma, e anche quelli del 2013. Due paginette sono il cambiamento politico della Valle d'Aosta che qualcuno oggi vuol far credere di portare all'interno delle istituzioni! Due paginette neanche grammaticalmente connesse in certe parti, che vogliono far credere che ci sarà un cambiamento.

Secondo noi, la questione è molto più semplice: c'è stato un accordo - non c'è nessun problema nel venirlo a dire - si è sistemato qualcuno e si obbliga qualcun altro a rinunciare. Se a chi rinuncia questo va bene...! Sulla questione di non arrivare con delle dimissioni, al di là di chiederlo all'Union Valdôtaine e a chi crede di portare il cambiamento, domandiamo anche al movimento della Stella Alpina se ritenete che forse non sarebbe stato più corretto presentarvi in quest'aula dimissionari e ricomporre gli equilibri che avevate ipotizzato a livello non di segreteria, ma di colleghi qui in Consiglio. Era tutto più semplice: le stesse persone che partecipavano alle riunioni sono poi quelle che dovevano venire qui in aula a votare; vi sareste riposizionati sulle poltrone che avevate ottenuto o che avevate scelto e questo sarebbe stato una grande... - una grande?! - sarebbe stato un momento almeno, se non altro, di rispetto per quest'aula. Ancora una volta, non è una novità, quindi noi forse non ci scandalizziamo neppure, ma crediamo sia la delusione del vedere che nulla è cambiato, malgrado il voler far finta di cambiare. C'è una doppia presa in giro da parte di chi fa finta di portare il cambiamento e soprattutto da chi fa finta di subirlo senza subire nulla e codificando in due paginette quello che sarà il prosieguo tranquillo di questa legislatura. Tutto come prima, salvo che con tre pedine in più, le quali andranno a sostenere una maggioranza che oggi trova una possibilità di vivacchiare ancora per un po'.

Presidente - Grazie collega.

Possiamo procedere alla votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Esito della votazione:

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 14

Contrari: 21

Il Consiglio non approva.

Proseguiamo adesso la discussione del punto 6.01. È stato distribuito il documento consegnato dal Presidente della Regione su questo tavolo in merito al programma. Il Presidente della Regione vuole illustrare? Chi prende la parola? La parola al collega Farcoz.

Farcoz (UV) - Merci Président.

In merito alla nuova forza di governo, crediamo che i contenuti siano stati alla base di questo accordo. Si tratta di contenuti che sono stati sviscerati in questi anni di dibattito in aula consiliare, di contenuti sui quali ci sarà da lavorare ed è per questo che oggi ci presentiamo con un accordo politico che mette al centro del programma tutta una serie di questioni, in particolare quella dell'occupazione. Chi ha avuto modo di seguire in questi mesi tutti gli andamenti economici e la conferenza di Bankitalia, ha sentito che c'è dell'ottimismo sul futuro valdostano e c'è una timida ripresa; è una ripresa timida ma c'è. Quello che ci chiedono le organizzazioni sindacali, l'imprenditoria e il settore socio-produttivo della nostra Valle è di capitalizzare questa timida ripresa, attraverso delle riforme strutturali che possano in qualche modo dare un nuovo e più ricco tessuto sociale ed economico a questa regione, che purtroppo sta ancora vivendo un periodo di crisi.

Credo che non sia questo il momento di affrontare l'assestamento di bilancio, ma sappiamo i sacrifici che la Valle d'Aosta sta tuttora facendo nei confronti dello Stato italiano, con più di 200 milioni di euro che vengono accantonati, con il patto di stabilità che non permette, soprattutto ai Comuni, di investire sul nostro territorio. Crediamo altrettanto che in questo momento preciso vada capitalizzata politicamente, attraverso delle riforme strutturali, questa timida ripresa che gli indicatori ci stanno dando.

È per questo che le riforme non possono essere lasciate da parte e non possono restare in balia di franchi tiratori in votazione segreta. Avevamo due opzioni e quella migliore, secondo noi, è stata di trovare una solidità in questa maggioranza, per portare a termine la legislatura. È evidente che dei passaggi delicati esistono, ma sicuramente potranno portare - per una volta, forse - ad un migliore dibattito politico in quest'aula, parlando di contenuti e aspetti concreti della nostra società.

In particolare mi permetto di sfogliare velocemente le questioni principali di questo programma e poi il dibattito sicuramente sarà più approfondito. Sul Casinò aspettiamo il bilancio, quindi avremo modo di parlarne. Il lavoro: come ho detto precedentemente, più sostegno allo sviluppo e all'innovazione; incentivare l'autoimpiego e l'imprenditoria giovanile; - a questo proposito ricordo che l'associazione dei giovani imprenditori ha appena stilato un documento, del quale sicuramente la politica valdostana dovrà prendere atto - soprattutto per favorire l'inserimento dei giovani nel mondo lavoro. Molti giovani purtroppo in questo momento stanno andando nella vicina Svizzera a trovare dell'occupazione. Credo che dobbiamo mettere in piedi un sistema sufficientemente efficiente per permettere a tutte queste professioni, che sono molte volte di tipo tecnico, di sfruttare degnamente anche il mondo del lavoro qui in Valle d'Aosta. La "salva precari" credo che sia stata oggetto di diverse discussioni sia nel campo degli operai forestali sia in quello scolastico. L'ospedale: la valorizzazione piena del centro archeologico di Saint Martin, in concomitanza con la recente scoperta del guerriero celtico e, di conseguenza, la rivisitazione del progetto dell'ospedale. La riorganizzazione amministrativa come sburocratizzazione attraverso degli sportelli per il cittadino, definiti, precisi, che possano dare risposte immediate e ridurre, come è già stato fatto poco fa con un disegno di legge, i tempi di risposta dell'amministrazione pubblica; prepensionamenti, riduzione dei dirigenti, come è stato portato avanti nella finanziaria del 2014.

E poi un'università che sia legata maggiormente al tessuto territoriale, economico, turistico e agricolo. A questo proposito vediamo di buon occhio quello che è già stato deliberato lo scorso anno, con una specialistica nel settore turistico, economico e linguistico, e nello stesso tempo quello che il Politecnico di Verrès in questi giorni sta mettendo in piedi: un progetto relativo allo sviluppo di economie alpine, attraverso i suoi migliori studenti dei primi anni. Questo crediamo che sia un percorso per i giovani, in modo tale da dare anche delle risposte precise verso lo sviluppo ecosostenibile: da una parte cercare di sviluppare il più possibile, attraverso una Valle d'Aosta 2.0, le fonti rinnovabili - a questo proposito voglio citare il nuovo distributore Tesla, che ha aperto due settimane fa: su questo dobbiamo obiettivamente avere una nota di merito, perché è il più grosso distributore Tesla in Europa -, dall'altra parte Telcha con il teleriscaldamento e, inoltre, la banda larga che sta irrorando tutte le nostre vallate laterali con l'ADSL e di conseguenza la connessione veloce.

Crediamo a un rapporto più stretto tra tutte le iniziative culturali, turistiche e agricole, in modo tale da definire un sistema che sia il più efficiente possibile, attraverso il mondo degli albergatori, l'ADAVA, dell'agricoltura e del turismo.

Ai trasporti abbiamo dedicato un Consiglio monotematico. Bisognerà ancora definire un accordo stretto per la Aosta-Torino con i treni bimodali, in modo tale che possano arrivare in stazione. Allo stesso tempo, attraverso un business plan altrettanto efficiente, riconvertire l'aeroporto da commerciale a turistico. Nondimeno riteniamo più che fondamentale una riorganizzazione della sanità sul territorio, in modo tale da investire più sul loco e meno internalizzare a livello regionale dal punto di vista ospedaliero.

Queste sono le principali linee guida che poi ognuno di voi ha modo di verificare sul documento che è stato consegnato. Un documento che necessiterà di approfondimenti sui quali tutte le forze, spero, troveranno la sintesi anche attraverso dei tavoli di lavoro, così come è stato fatto dagli Enti locali. Pertanto crediamo fortemente in un progetto che possa rilanciare questa Valle d'Aosta, che deve assolutamente uscire dai tempi di crisi nel più breve tempo possibile. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 12,23 assume la presidenza il Vicepresidente Follien.

Follien (Presidente) - Grazie Consigliere Farcoz. Colleghi, se volete intervenire, vi invito a prenotarvi.

La parola al Consigliere Bertschy.

Bertschy (UVP) - Presidente, il dossier di aggiornamento del programma ci obbliga a fare un approfondimento che durerà probabilmente qualche ora. Le chiediamo una sospensione, come gruppi di minoranza, per una prima valutazione su quello che ci è stato presentato e per fare una discussione fra di noi.

Presidente - Sospensione accordata. Vista l'ora, i lavori riprenderanno alle 15,30. Colleghi, se siete d'accordo, visto che abbiamo anticipato di mezzora la chiusura dei lavori del mattino, potremmo riprendere mezzora prima, quindi riconvocare per le 15. La parola al Vicepresidente Rosset.

Rosset (UVP) - Grazie Presidente.

Visto che vogliamo valutarla con attenzione e per gli impegni già presi precedentemente, manteniamo l'orario delle 15,30.

Presidente - Va bene, il Consiglio è riconvocato per le 15,30.

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La seduta termina alle ore 12,30.