Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1315 del 24 giugno 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1315/XIV - Interpellanza: "Revisione dell'organizzazione interna della centrale operativa del 118".

Presidente - Per l'illustrazione, chiede la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha la facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Abbiamo già parlato nel corso di questa legislatura del sistema sanitario dell'emergenza-urgenza. Ricorderanno i colleghi l'interrogazione che facemmo nel mese di marzo dell'anno scorso per avere delucidazioni circa la fruibilità del corso per autisti e soccorritori organizzato dalla Regione attraverso l'USL. Si ricorderanno anche delle numerose iniziative sul sistema dell'emergenza-urgenza, con particolare riferimento alla Federazione dei volontari del soccorso. Ci siamo occupati varie volte di questo tema, perché pensiamo che un efficace sistema dell'emergenza-urgenza sia fondamentale per il buon funzionamento del nostro sistema sanitario regionale.

Per quanto riguarda l'ambito di quest'interpellanza, cioè la centrale unica del 118, per capirci il luogo fisico in cui vengono processate le chiamate d'emergenza, quindi indirizzati i soccorsi secondo ordini di priorità, codici di priorità, noi crediamo che un corretto filtro delle chiamate da parte del personale della centrale possa aiutare a risolvere molti problemi dei cittadini e nel contempo possa favorire la rapidità di intervento e di cura e - perché no? - anche l'appropriatezza delle prestazioni. Se una chiamata è ben processata, cioè ben valutata, la conseguente prestazione sarà appropriata ed efficace, con vantaggi per gli utenti, ma anche per l'USL che utilizzerà in modo consono le proprie risorse. Per essere più chiari: un'analisi attenta e oggettiva delle cause e dei sintomi, anche dello stato d'animo e del livello di preoccupazione di un utente o dei suoi familiari può far risparmiare interventi inappropriati, dirigendo in tal modo le energie e le risorse verso coloro che effettivamente necessitano di cure rapide ed efficaci. Ora, chi deve processare una chiamata, cioè chi deve ascoltare, interrogare, interloquire con un utente e con i suoi familiari, con le altre persone che in quel momento sono sulla scena dell'accadimento? Logica vorrebbe che fossero persone che hanno competenze sanitarie solide e che siano in grado di assumere decisioni che non scordiamo che in alcuni casi possono anche salvare vite o ridurre danni importanti a carico dei cittadini utenti.

Con quest'interpellanza poniamo questo problema attraverso una serie di domande circa le competenze e le funzioni svolte dal personale che lavora nella centrale, in quanto ci è stato segnalato che all'interno della centrale unica il personale che processa la chiamata è sia sanitario sia tecnico, cioè l'infermiere e l'operatore tecnico di centrale. La legge istitutiva del sistema di emergenza e urgenza sanitaria: la n. 4 del 13 marzo 2008, prevede espressamente che all'interno della centrale 118 operi personale tecnico sotto la responsabilità del personale sanitario, fatte salve le responsabilità dirette derivanti dalle attività che adesso andrò ad elencarvi, c'è la legge regionale. Quali sono queste attività che la legge attribuisce all'operatore tecnico di centrale? "Cooperare con il personale sanitario nella gestione delle chiamate di soccorso e, se del caso, raccogliere e valutare la domanda di soccorso - questo è personale tecnico, eh, continuo a ribadire - decidere e disporre l'invio della risorsa più adeguata secondo il protocollo Dispatch in uso presso la centrale operativa; mantenere sotto controllo tutta la fase di missione, impartendo le necessarie istruzioni agli equipaggi; filtrare e fornire tutte le informazioni richieste dall'utente che siano disponibili nella banca dati della centrale operativa", queste sono le funzioni di un operatore tecnico di categoria B/Bs. In sintesi l'operatore di centrale, pur essendo inquadrato in livelli contrattuali relativamente bassi, dicevo B/Bs e in alcuni casi nella categoria C, ma diciamo per questioni di meccanismi contrattuali di promozione...dovrebbe svolgere in base alla legge regionale funzioni che, pur essendo sotto la diretta responsabilità del personale infermieristico e sanitario, hanno ricadute in termini di responsabilità sugli operatori stessi, è un po' una cosa paradossale.

Senza mettere in discussione la formulazione di una legge complessivamente malfatta, tant'è che è stata impugnata, non so se si ricorda, dal Governo, successivamente corretta dalla Regione, voglio evidenziare l'incongruenza di fondo del provvedimento, cioè se l'operatore tecnico di centrale opera sotto la responsabilità del personale sanitario, come fa anche ad avere la responsabilità di tutte quelle funzioni di carattere sanitario demandategli dalla legge regionale? Quali sarebbero quindi le responsabilità del personale sanitario, infermieristico e medico se al tecnico viene addirittura affidato l'onere di processare la chiamata e quindi di dare indicazioni su tutti gli accorgimenti che le persone presenti accanto al malato devono adottare: le cosiddette "indicazioni prearrivi", consigli che si danno ai parenti, in alcuni casi anche in panico e alle persone che sono magari presenti nella zona di un incidente. È una cosa che già mi permisi di rilevare da sindacalista, che oggi ripropongo come problema irrisolto. Come può un operatore tecnico, per il quale non sono richiesti titoli di studio particolari, decidere procedure e modalità esecutive quando di mezzo ci sono delle valutazioni di carattere eminentemente sanitario. Lei potrà dire, Assessore, che i tecnici se la cavano benissimo, che sono molto più bravi di tanti operatori sanitari che non fanno quel mestiere, perché poi all'interno della centrale ci sono anche infermieri che sono bravissimi, che sono in linea di principio anche d'accordo rispetto a queste obiezioni che lei potrebbe fare, conoscendo le qualità, le capacità e le competenze professionali di molti di questi operatori, ma non posso però sottacere che nel campo delle responsabilità amministrative e penali la bravura e la capacità non sono tenute in debita considerazione dal giudice e non sono tanto meno considerate attenuanti nel caso di errori sanitari. Se una chiamata viene processata non correttamente da un operatore sanitario e non c'è dolo e colpa grave, Assessore, può darsi che non vi siano particolari conseguenze sull'operatore sanitario stesso, e comunque intervengono le assicurazioni sotto il profilo risarcitorio, interviene la tutela legale da parte delle aziende, margini di tolleranza anche giuridica dell'errore medico e sanitario sono oramai materia giurisprudenziale. Nel caso in cui, invece, a processare non correttamente una chiamata sia un operatore tecnico vale lo stesso principio? Valgono le stesse tutele garantite agli operatori sanitari? Io non lo so, le pongo queste questioni proprio nell'ottica di aprire una riflessione sul tema, senza peraltro proporre delle soluzioni risolutive. In più, Assessore, le segnalo che questi operatori, pur adempiendo alle stesse identiche funzioni dell'infermiere, perché le chiamate vengono processate secondo il loro ordine di arrivo dall'infermiere, dal tecnico, con le medesime modalità, seguendo gli stessi protocolli, questi Medical Dispatch di cui ho accennato. Dicevo, che questi operatori che prendono in successione le chiamate: una l'infermiere, l'altra il tecnico, poi eventualmente l'altro tecnico in perfetta autonomia percepiscono retribuzioni decisamente inferiori rispetto agli infermieri. Non è previsto quindi neppure un ristoro economico che compensi in minima parte la responsabilità, a nostro modesto parere, eccessiva in capo a questi operatori.

Per concludere, Assessore, pensiamo che il preannunciato testo di riforma del sistema dell'emergenza, di cui qualche volta lei ha accennato, debba tener conto di questo problema della responsabilità in capo ai tecnici e debba trovare una rapida ed efficace soluzione. Grazie.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Fosson, ne ha facoltà.

Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.

Come lei diceva, proprio per continuare una discussione che va avanti dal 2001, che lei conosce molto bene, è un problema che da molti anni è al centro di una contrattazione sindacale e il problema centrale è la responsabilità di fronte ad una chiamata di emergenza, che ha sicuramente un'importanza fondamentale e centrale nel sistema dell'emergenza gestita da un operatore tecnico. Rispetto a una normativa nazionale che non ci aiuta molto, la nostra legge fu impugnata solo per la parte riguardante gli autisti ambulanzieri, di cui abbiamo parlato. Tra l'altro, ci sono degli sviluppi su questo, nel senso, come lei sa, che in Toscana è stato processato un autista che non ha partecipato alla procedura di soccorso, per cui c'è la possibilità che il gruppo degli Assessori alla sanità riaffronti finalmente quest'argomento, di cui abbiamo tante volte parlato, di dare una normativa e dei ruoli a questa figura dell'autista ambulanziere che non è riconosciuta a livello nazionale. Questo dell'organizzazione interna della sala operativa è un altro discorso, anche se è molto simile per alcune cose, pur non essendo stato impugnato in questa legge che avevamo cercato di fare nel migliore dei modi. Non è stato impugnato, per cui rimane la normativa regionale che lei ha citato correttamente. Dicevo, è un problema che da molti anni è al centro di una contrattazione sindacale, perché è un problema di responsabilità non da poco. Il Collegio degli infermieri, già nel 2001, il 19 dicembre, segnalava come un infermiere e due operatori tecnici nella centrale non rappresentassero correttamente queste preoccupazioni, ma poi le organizzazioni sindacali più volte segnalarono anche il fatto che il personale tecnico aveva un'altissima capacità organizzativa, lavorando al pari del personale infermieristico con funzioni superiori riconosciute per l'altissima professionalità acquisita. Il discorso, cioè, si è sempre spostato anche sul riconoscimento al personale tecnico che il sistema ha sempre funzionato e che lo stesso personale tecnico svolge delle funzioni sicuramente superiori, tant'è vero - lei si ricorderà benissimo - che in un incontro sindacale del 10 maggio del 2007 fu chiesto e ottenuto dall'azienda un accordo specifico per l'operatore, introducendo quella che era l'indennità di disagio riconoscendo la responsabilità maggiore. Certo è che allora le risorse erano anche diverse.

Il presupposto normativo che definisce quindi le funzioni del tecnico nell'ambito del sistema dell'emergenza è proprio dato dalla legge del 13 marzo 2008 che prevede appunto che le attività del personale tecnico rientrino in talune competenze che, come lei ha detto, "fermo restando che la responsabilità della centrale resta in carico al personale sanitario, fatte salve le responsabilità dirette derivanti, eccetera". e per "Responsabilità dirette" io le interpreto nello stesso senso che diceva anche lei, cioè aver fatto le cose con dolo, eccetera, nel senso che ancora adesso nell'ambito della centrale c'è un infermiere e ci sono due tecnici che affrontano le chiamate secondo l'urgenza e secondo il criterio di chiamata. È quindi un fatto che ci riporta alle competenze e alle responsabilità e quindi non si può parlare comunque di assimilazione operativa fra le due figure professionali, perché l'infermiere ha il compito di supervisionare l'intero processo e questo è ripetuto poi altre volte nei reparti di degenza, dove la responsabilità è del medico rispetto a quello che fa fare all'infermiera.

L'organizzazione della centrale di soccorso - questa è la storia recente che andrà probabilmente ad essere considerata nella stesura del nuovo testo di legge - è sempre più in mano ai tecnici, cioè in America e negli altri Stati come quello francese, i protocolli sono precisi, obiettivi e tutti gestiti da tecnici, che devono essere - ma questo è un altro discorso - sicuramente formati in modo adeguato e a cui deve essere riconosciuta una responsabilità particolare. Dall'altra parte abbiamo ottenuto noi risultati che stiamo definendo sicuramente positivi, con l'infermiere di area critica, che correttamente formato va sulle ambulanze al posto del vecchio MET. Il numero di chiamate processate nell'anno 2014 è stato di 39 mila, pari a circa 107 chiamate al giorno, che equivalgono a quattro-cinque chiamate all'ora per gli operatori deputati alla gestione, quindi un numero di chiamate importanti.

Due parole sul Medical Priority System: questo è un sistema certificato e autorizzato impiegato ad esempio in tutto il Piemonte. È un sistema sicuramente non semplice ma sicuramente oggettivo e obiettivo: di fronte a tutte le chiamate e di fronte anche all'operatore che cambia, dà un'obiettività. Questo sistema è un sistema accreditato e autorizzato non solo in America e nei Paesi anglosassoni, ma anche in Italia come sistema valido di affronto della chiamata. Cambiarlo, oltre alle difficoltà informatiche, comporterebbe poi delle altre difficoltà, perché se non è più certificato essendo variato, potrebbero esserci delle ripercussioni dal punto di vista legale. È un sistema che si quantifica in una spesa di 5.266 euro all'anno.

Tutto questo non chiude sicuramente la discussione, anzi, anche qui se la normativa nazionale fosse più precisa, saremmo tutti più tranquilli. Io ho annunciato diverse volte il nuovo testo sulle emergenze sanitarie, anche soprattutto per riaffrontare il discorso dell'autista ambulanziere. Come ho detto l'altro giorno in commissione, stiamo verificando gli ultimi dati dal punto di vista legislativo e li presenterò presto in commissione, anche perché sia un'occasione di discussione e condivisione dei problemi di responsabilità, che sicuramente esistono e che non rendono a volte sereno il lavoro, soprattutto in momenti come questi di grande difficoltà. Grazie.

Presidente - Per la replica, chiede la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Assessore.

L'iter del ricorso della legge, se lo si guarda bene, contestava in qualche maniera l'attribuzione di funzioni sanitarie ai cosiddetti "autisti soccorritori", per i quali autisti soccorritori è vero che non venivano indicate nelle funzioni anche quelle di centrale, ma siccome la legge, consequenzialmente all'individuazione di quest'operatore, dava la possibilità che quest'operatore potesse essere impiegato, previa opportuna formazione, all'interno della centrale unica, ne deriva che la contestazione della sanitarizzazione di quest'operatore di conseguenza andava ad influenzare anche coloro che lavorano nella centrale operativa. Al di là poi di com'è stata corretta la legge, questo significava che il personale tecnico non avrebbe dovuto adempiere a funzioni di carattere sanitario, perché, come sappiamo, le figure sanitarie, i ruoli professionali e le qualifiche sono competenza esclusiva dello Stato...adesso non ricordo, mi sembra la 231, chissà se è quella...

Io mi sono un po' guardato i protocolli delle altre Regioni, per esempio, la Regione Puglia dice che, per svolgere le sue funzioni, la centrale operativa si avvale di infermieri. Il Ministero della salute in una delle sue valutazioni circa l'errata attribuzione del codice Triage anche nelle centrali cosa dice sostanzialmente? Che la responsabilità operativa, come previsto dalle vigenti normative, è affidata al personale infermieristico nell'ambito di protocolli definiti e condivisi dal medico responsabile della centrale operativa, e qua lei mi potrà dire...credo che lo stia dicendo: "ah ma la responsabilità...", eccetera. La responsabilità penale è individuale, è personale, è stabilito dalle norme, è stabilito dalla Costituzione, noi possiamo scrivere in legge tutte le formule di deresponsabilizzazione del personale, ma nel momento in cui con dolo, colpa grave...in questo caso anche con colpa, perché, come le riferivo prima, mentre l'infermiere, il medico, nell'ambito della propria attività se agisce con colpa, potrebbe in qualche maniera smarcarsela, perché se non ha agito con negligenza, inappropriatezza, eccetera, alla fine...l'operatore tecnico, non avendo competenze di carattere sanitario, rischia addirittura di essere accusato di un abuso di professione o di altre cose. Qua cioè lo mettiamo in un imbuto che, al di là dell'indennizzo, che adesso non viene più dato, delle promozioni, che non sono state più fatte, perché i meccanismi contrattuali hanno bloccato gli operatori in categoria B...la categoria B è la categoria dei coadiutori amministrativi, che sono quelli che scrivono sotto dettatura o poco ci manca, quindi questi processano delle chiamate, e lo descrivevo prima, in successione con l'infermiera. L'infermiera mentre è lì che fa l'intervista prevista da questo protocollo ad un incidentato, ad una persona che magari non sta bene, cosa fa? Controlla l'operatore tecnico che nel frattempo ne fa un'altra? E che dice ai parenti magari di un infartuato: "appoggialo lì, mettilo...". È vero poi che esiste il Medical Dispatch, esistono le procedure, le interviste, ma lei sa benissimo che in caso di emergenza si chiede a tutti gli operatori...quando ci sono di là i parenti che urlano, che sbraitano e che sono allarmati, vanno e saltano tutte queste procedure previste dalle interviste e queste che sono persone che hanno anche delle capacità, voglio dire, di interlocuzione, poi alla fine...prima le calmano, poi le tranquillizzano, poi cercano di parlare ad una certa...abbiamo avuto tutti, credo, esperienza, chi in un caso o nell'altro, di rapporti con la centrale unica.

Qua quindi noi parliamo di tutela di questi operatori, di riconoscimento delle funzioni, se possibile, cioè di funzioni che in questo caso sono eminentemente sanitarie, tenendo conto che paradossalmente questi che sono pure bravi, così come sono brave le infermiere, poi, nel caso di un errore o di una sottovalutazione, così com'è descritto appunto dai protocolli anche del Ministero, quando si parla di sottovalutazione nel Triage, misura...eccetera, a quel punto rischiano davvero di essere penalizzati ulteriormente rispetto ad un'infermiera o rispetto ad un medico, questa quindi è una questione che va...

Rispetto poi al protocollo Medical Dispatch, eccetera, lei ha detto che costa 5 mila euro...e ci è costato molto di più: è costato, mi sembra, 15 mila euro a licenza, il mantenimento della licenza costa, tutte le altre Regioni oramai si sono adottate un proprio protocollo, se lo sono adeguato alla propria realtà e non pagano una lira. Allora, nell'ambito anche di un'ottimizzazione dei costi, io penso che l'USL della Valle d'Aosta possa fare sua una procedura e si risparmia in questo modo il pagamento di licenze o di manutenzioni di software, siccome abbiamo anche le competenze in termini informatici, io penso che quindi potremmo adeguarci anche allo standard delle altre Regioni. Grazie.

Presidente - Grazie. Punto 17 all'ordine del giorno.