Oggetto del Consiglio n. 1308 del 24 giugno 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1308/XIV - Interrogazione: "Situazione dei tempi di attesa per l'effettuazione di esami diagnostici".
Presidente - La parola all'Assessore Fosson.
Fosson (UV) - Sì, grazie.
I tempi di attesa, come ho già detto in un'altra interpellanza, sono un indicatore sicuramente dell'efficienza del nostro sistema e quindi è giusto monitorarli e seguirli attentamente. Io spero di riuscire a fare una sintesi e non lasciarmi trasportare su questo discorso che è molto ampio. Mi permetto di sottoporre agli interpellanti una premessa che va con la sostenibilità di questo sistema che, come abbiamo visto l'altro giorno in commissione, in seguito al decreto n. 70 recentemente approvato, dà degli standard molto più ampi di quello che dovrebbe essere il suo bacino di utenza. La premessa è questa: che quest'anno abbiamo avuto una riduzione di fondi dei LPA da 800.000 a 300.000 e quindi il sistema delle liste ne è stato condizionato negativamente rispetto al passato in cui c'era un finanziamento per un'offerta maggiore. I dati sono citati correttamente e sono sul sito internet aggiornato al mese di maggio. La regola è quella che le visite stiano nei 30 giorni, mentre la diagnostica strumentale nei 60, quando non siano urgenti. Abbiamo 12 prestazioni su un centinaio che sono fuori da queste indicazioni previste. Devo dire che pensavo che le difficoltà sulle liste di attesa per questa diminuzione di risorse significative fossero molto maggiori; ma il fatto che alcune non rispettino i parametri di attesa previsti non significa, ovviamente, che non ce ne dobbiamo occupare e su ciò sono solo d'accordo. Sono soprattutto la risonanza e la TAC a sforare le tempistiche previste di 20 giorni circa perché sono esami complessi che obbligano anche ad una refertazione accurata e a una attenta valutazione. Siamo in una condizione per cui dobbiamo affrontare questo sistema con nuove regole di appropriatezza. L'ecografia invece è un esame semplice e fuori da questi numeri, ha delle attese maggiori, ma per un'esigenza e una realtà interna, che è poi la stessa della Dermatologia citata, nel senso che, essendo in gravidanza una delle operatrici che faceva l'ecografia, non potendola sostituire subito, abbiamo registrato dei ritardi. Stessa cosa è accaduta sul territorio in cui uno specialista convenzionato che faceva ecografie, e ne faceva molte, è andato in pensione. Quando ci sono numeri piccoli come i nostri bisogna riconoscere che ci possono essere queste situazioni. In Dermatologia il primario è andato in pensione e in questo caso non si è potuta fare una procedura di sostituzione prima perché poteva spostare i termini del suo pensionamento e il secondo dermatologo, in grado di sostituirlo, non ha voluto assumere questa responsabilità perché avrebbe dovuto rinunciare all'attività libero-professionale; è in arrivo comunque - e il bando è a conclusione - un nuovo dermatologo che sia anche un dermatologo chirurgo, perché adesso c'è questa distinzione.
Della prenotazione del primo accesso mammografico al di fuori dello screening mi sembra che ne abbiamo già parlato. Io vorrei anche citare in modo obiettivo, e sicuramente i propositori lo sanno, che quest'anno sono rientrati, quasi completamente, direi, i tempi dello screening mammario che è ormai a regime così come era previsto e a fine anno andremo verso un nuovo sistema di screening di cui ho già accennato. Nel 2013 erano state fatte 6.480 mammografie, mentre nel 2014 sono state 7.020 le mammografie che hanno determinato una risposta molto positiva delle donne. Ora, anche con l'istituzione di questa Breast Unit io penso che sarà ancora più facilitato e sintetizzato il percorso. Per gli accessi delle donne che sono fuori dallo screening, voi sapete che, quando si reperisce un nodo mammario, nel giro di sette giorni c'è tutto un protocollo che affronta la paziente che è fuori dallo screening, quindi con ritardi contenuti però vi pregherei anche di sottolineare, oltre alle premesse, che rimane l'indicazione di urgenza: se il medico curante scrive sulla prestazione rossa: "urgente", questa viene eseguita entro 72 ore, da quello che mi risulta, sempre. Le prenotazioni vengono fatte con impegnativa, che con la dematerializzazione dovrebbe essere semplificata su cui il medico può scrivere: "urgente", "differibile", "programmabile" e le possono fare telefonicamente; in tal senso la telefonata purtroppo costa, ma la telefonia è anche un costo aziendale e abbiamo anche cercato di avere delle riduzioni sui costi a carico del chiamante. Alcuni esami non sono prenotabili telefonicamente, ma devono essere prenotati allo sportello: luogo in cui al paziente vengono fornite una serie di informazioni sull'esame questo perché sono esami che prevedono una preparazione abbastanza complessa e si è visto che spesso il paziente arriva in una condizione tale per cui l'esame non può essere effettuato. Per le prestazioni più urgenti si va presso le strutture erogatrici, cioè la prestazione urgente è gestita direttamente nel reparto in cui questa deve essere fatta. Aggiungo che nel laboratorio di Aosta gli esami ematochimici e urinari sono effettuati anche senza prenotazione: uno arriva al mattino, presenta la ricetta, aspetta il suo turno, mentre quelli fatti fuori Aosta devono essere prenotati. Certo che è un sistema complesso questo delle prenotazioni, ma perché sono molto differenti gli esami gli uni dagli altri, come ho detto prima alcuni di essi comportano informazioni preparatorie. C'è da migliorare sicuramente, anche da parte degli operatori del CUP affinché entrino di più in relazione con il personale dei reparti, perché delle volte ci sono delle informazioni non corrette date al paziente. Su questo abbiamo iniziato a lavorare, anche perché una parte del CUP è formato dai lavoratori esternalizzati e quindi siamo ripartiti verso una formazione maggiore.
Un'altra grande scommessa sui tempi di attesa è quella di avere un rapporto diverso tra medici ospedalieri e medici del territorio. Io spero che abbiate potuto osservare come con la nuova organizzazione territoriale si stiano muovendo molte cose, ci siano riunioni, si sia riallacciato un rapporto ospedale-territorio. L'Osservatorio che avevamo messo in piedi continua la sua attività, anche se c'è stato un momento di difficoltà, nel senso che l'Osservatorio doveva sostituire gli attori e dopo il primo anno di attività nessuna associazione ha voluto sostituire quelli che erano già lì presenti e allora continuiamo con questo.
In tema di mobilità richiamata al terzo punto, ribadisco che, come ho già detto in commissione, è globalmente in diminuzione. C'è questo paradosso che è segnalato molto intelligentemente e correttamente dall'interpellante, nel senso che, mentre la mobilità passiva è in diminuzione è in aumento quella attiva. Le visite e gli esami radiologici effettuati verso il Piemonte sono in aumento. Perché un paradosso? Perché sta nel fatto che il Piemonte ha per l'esame della risonanza magnetica, come diceva lei, 201 giorni di attesa mentre noi siamo a 80. Mi sembra corretto darle questa indicazione con tutta la documentazione. Il Piemonte nel suo privato convenzionato mette un tetto, un budget, mentre noi finora non lo abbiamo mai messo, nel senso che il nostro malato che con il ticket va a fare un esame di risonanza all'Eporediese di Ivrea noi la rimborsiamo, mentre mettevamo un blocco, per esempio, per il privato convenzionato che abbiamo noi: studio Muraro, eccetera e questo non è che non lo abbiamo considerato. Questo lo stiamo considerando attivamente perché stiamo valutando tutto il rapporto di mobilità con il Piemonte e il Piemonte sta facendo una contrattazione durissima con il privato convenzionato che si deve chiudere il 30 di giugno e noi pensiamo che o c'è un accordo globale sulla mobilità, sennò questo è sicuramente un paradosso. Daremo un budget maggiore al nostro privato accreditato, per dire, ma dobbiamo mettere un muro al Piemonte sui nostri che vanno a fare gli esami fuori che prevedono il nostro rimborso, perché il privato convenzionato del Piemonte ai nostri fa gli esami subito e ai suoi no, capisce? E questa è comunque una cosa da vedere.
Concludo perché i tempi sono brevi. La mobilità cambierà quando ci sarà un accordo con il Piemonte e le assicuro che, come abbiamo detto, ci stiamo lavorando moltissimo e poi cambierà quando pur dando una minore offerta, dovremo riuscire ad aumentare tutto il percorso sull'appropriatezza. Le posso dire che 15 giorni fa dopo tanto lavoro sono stati presentati a tutti i medici di famiglia - in ospedale erano più di 60 con gli specialisti - sette percorsi di appropriatezza su alcuni sintomi nell'ambito del rapporto nuovo che si sta costruendo tra territorio e medici di famiglia e se volete posso produrvi copia di tali indirizzi e nuove linee guida. È quello che aveva cercato di introdurre il professor Balduzzi non riuscendovi e noi ci stiamo provando non senza difficoltà. Confermo concludendo che l'incongruenza su alcuni esami diagnostici svolti nel privato accreditato e convenzionato piemontese, sarà da risolvere con un accordo completo con la mobilità col Piemonte, sennò le soluzioni saranno diverse. Grazie.
Presidente - Grazie Assessore. La parola alla collega Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci Monsieur le Président.
Assessore, noi apprezziamo il fatto che lei riconosca che c'è ancora da migliorare, che c'è ancora da fare perché le liste di attesa è vero che sono un indicatore molto significativo dello stato della risposta del nostro sistema sanitario, ma sono prima di tutto rappresentative di una risposta che il nostro sistema sanitario deve dare al cittadino, sono una priorità assoluta, certo concordiamo che va garantita l'appropriatezza degli esami e su questo sappiamo che si sta lavorando non senza difficoltà con i medici di medicina generale, però, quando il paziente è in attesa di fare un esame diagnostico, ha necessità di avere risposta nel più breve tempo possibile.
Il secondo aspetto che abbiamo voluto mettere in evidenza proprio citando un esempio reale è che, se i valdostani non ottengono risposte soddisfacenti nel nostro sistema pubblico, si rivolgono al Piemonte paradossalmente pagando semplicemente il ticket...è evidente che questo è un problema da affrontare! È un vero paradosso come giustamente ha detto lei, unicamente previo pagamento del ticket i nostri cittadini possono andare in Piemonte, ottenere degli esami diagnostici nell'arco di pochissimi giorni, ottenere i referti nell'arco di due-tre giorni e con un versamento di 20 euro aggiuntivi addirittura nell'arco di poche ore. È quindi è evidente che questo è un problema da affrontare, noi naturalmente rimaniamo come sempre a disposizione se la cosa verrà affrontata anche in V Commissione, ma evidentemente deve essere una risposta tecnica di maggior efficientamento del nostro sistema ed è naturalmente conseguenza di una volontà politica che deve andare in quel senso.
Riguardo alla semplificazione delle procedure, anche questo è un tema estremamente sensibile, perché, ahimè, ancora tanti cittadini ci riferiscono che non sono semplici le procedure, per niente e, quando si è malati e ci si deve anche sottoporre ad una serie di obblighi burocratico-amministrativi che logorano ulteriormente e aumentano il disagio, credo che si debbano veramente fare tutti gli sforzi possibili per andare nel senso della semplificazione. Lei diceva che alcuni esami vanno assolutamente prenotati di persona, ma io credo che, come lei giustamente ha detto, se gli operatori che rispondono al telefono sono adeguatamente formati, possono spiegare anche telefonicamente puntualmente quali sono gli obblighi. Cerchiamo veramente di facilitare queste procedure per i cittadini. Grazie.
Presidente - La parola al collega Fabbri.
Fabbri (UVP) - Grazie Presidente.
Io, a completamento di quello che ha già detto molto bene la collega Morelli e altrettanto l'Assessore, volevo un attimo puntualizzare la situazione della mobilità passiva, che abbiamo anche sviscerato in commissione pochi giorni fa, cioè chiaramente questa mobilità passiva deriva anche da queste difficoltà, difficoltà che sono...come possiamo dire? di tipo sia tecnico che organizzativo, quindi una delle vie per ridurre questa mobilità passiva è proprio quella di risolvere questi problemi della difficoltà di espletare certi esami qui in regione, che sono dovuti a numerosi fattori. Lei ha precisato che l'appropriatezza sicuramente è uno dei fattori maggiori, però più di una volta anche qui abbiamo detto che l'appropriatezza va studiata, vanno dati degli indici ai medici che la applicano, ma soprattutto ai medici va data anche la possibilità di incidere sul paziente, l'abbiamo detto, proprio perché se poi il paziente...come possiamo dire? sollecita oltremodo il medico a prescrivere un determinato esame, al medico devono essere dati gli strumenti per potergli dire: "no", perché sennò c'è un'impasse a cui non arriviamo...
Un'altra cosa: non so...adesso mi sembra di capire - termino immediatamente - di rivedere un attimo quella che avevamo sospeso mi sembra l'anno scorso: LPA e vedere se i nostri medici possono risolvere in parte questi problemi del ritardo nella diagnostica soprattutto strumentale, ricorrendo ad una LPA che sia appunto accettabile, che non sia LPA in cui eravamo appunto "scaduti" l'ultima volta e una cosa che sia accettabile per l'economia...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
...sì, ho capito, ma voglio dire ci sono degli strumenti per riuscire a risolvere questi tempi di attesa soprattutto in questi settori. Grazie.
Si dà atto che dalle ore 10,36 assume la presidenza il Vicepresidente Follien.
Follien (Président) - Point 10 à l'ordre du jour.