Oggetto del Consiglio n. 1267 del 10 giugno 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1267/XIV - Interpellanza: "Sospensione dell'indennità giornaliera per ricovero ospedaliero a favore dei coltivatori diretti, artigiani e commercianti".
Presidente - Per l'illustrazione, chiede la parola la Consigliera Morelli, ne ha la facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Quest'interpellanza che condivido con il collega Fabbri riguarda la sospensione della legge regionale n. 20 del 1981, sospensione a cui è stato dato ampio risalto sugli organi di informazione: "addio all'indennità per i ricoveri, stop all'aiuto destinato ad agricoltori, artigiani e commercianti, costa troppo". Abbiamo quindi reperito la deliberazione che sospende quest'indennità; indennità che, tra l'altro, nella scorsa legislatura era stata oggetto di una revisione, poiché la legge del 1981 proprio nella scorsa legislatura era stata modificata e addirittura incrementata. Ricordo il dibattito che c'era stato in commissione e poi in Consiglio regionale, sul quale tutte le forze politiche, ad esclusione del PdL, si erano pronunciate a favore. Ricordo i toni convinti del relatore, che in quest'aula aveva sottolineato che "questo disegno di legge nasce da un'attenta analisi delle domande di indennità di ricovero ospedaliero presentate negli ultimi anni, che ha fatto emergere un aumento dei giorni di ricovero ospedaliero che presuppongono situazioni sanitarie complesse e, di conseguenza, è emersa la necessità di pensare ad un'ulteriore indennità che andasse a coprire il periodo post ricovero durante il quale il soggetto non può certamente riprendere l'attività lavorativa". Il relatore, il collega Cretaz, aveva concluso dicendo: "vorrei sottolineare che con questo provvedimento saremo gli unici in Italia a concedere tale indennità a favore di artigiani, commercianti e coltivatori diretti. Ciò significa che la nostra Regione può essere considerata un modello di riferimento in questo settore. Il nostro è un messaggio politico chiaro e forte".
Il messaggio politico che viene dato ora non ci pare ugualmente chiaro e forte, anche perché con la delibera di Giunta si è sospesa la ricezione delle domande per la concessione delle indennità giornaliere a favore di esercenti attività commerciali, agricole e artigiane, si dice: "in attesa dell'approvazione da parte del Consiglio regionale di disegno di legge di abrogazione della norma stessa". Ora, la nostra questione è cercare di capire quali sono state le valutazioni che hanno portato alla sospensione di un'indennità...che solo cinque anni fa, in un momento in cui, tra l'altro, la crisi economica era agli inizi e non era così conclamata e così pesante e non aveva gli effetti gravi che ha attualmente su artigiani, commercianti e agricoltori...vogliamo quindi capire perché si è scelto questo percorso della delibera che sospende in attesa di abrogare la legge e non si è invece avviato un confronto nel merito della legge all'interno della commissione interpellando tutte le associazioni di categoria coinvolte. Si è in qualche modo messo il carro davanti ai buoi, si è cominciato con il sospendere e poi si vedrà quando e come abrogare la legge, si parla comunque chiaramente di abrogazione. Bisogna riconoscere che quest'indennità giornaliera era un'indennità che andava a sostenere le situazioni più precarie e più gravi. Andava a sostenerle in modo assolutamente insufficiente e marginale, perché l'indennità giornaliera era di poco più di 20 euro, però in un momento di crisi come quello attuale, in cui il commercio, l'artigianato e l'agricoltura pagano pesantemente gli effetti della crisi, probabilmente anche quella piccola indennità contava. La nostra interpellanza quindi va nel senso di capire: "quali sono le motivazioni di tale sospensione, considerato che il Consiglio regionale soltanto cinque anni fa aveva ritenuto addirittura di incrementare le indennità; a quanto ammonta la spesa annua sostenuta per far fronte agli obblighi di tale legge; per quali ragioni si è deliberata la sospensione della ricezione delle istanze senza aver provveduto a monte all'abrogazione della legge vigente; se sono allo studio azioni alternative di sostegno delle categorie interessate, tenuto conto del grave momento congiunturale e se le stesse categorie sono state consultate" prima di procedere con la delibera di Giunta. Ascoltiamo l'Assessore alla sanità con molto interesse.
Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Fosson, ne ha la facoltà.
Fosson (UV) - Grazie Presidente.
La ringrazio per quest'interesse, anche se lei ha ben illustrato la situazione, ma soprattutto ne ha messo in risalto le contraddizioni politiche, che sono vere. Su ciò, però farei una premessa. Il quadro economico regionale è cambiato in modo determinante rispetto soprattutto agli anni passati; la legge è addirittura del 1981 e l'anno di riferimento che lei adduce rispetto al finanziamento maggiore era il 2009, anno che - bisogna anche essere oggettivi - rispetto al bilancio che abbiamo noi nel 2015 rappresenta un altro mondo. Oggi nascono nel welfare oggettivamente delle nuove esigenze: contrastare la povertà assoluta. Ne abbiamo parlato in II Commissione, valutando anche la proposta di legge presentata dalla Consigliera Fontana, ma ci sono anche delle altre esigenze, per esempio, i pazienti in attesa di trapianto. Oppure la legge che prevede un aiuto ai padri separati, o i problemi con gli autistici e i disabili per i quali non ci sono più i periodi di vacanza d'estate per alleviare le loro famiglie. Abbiamo tante necessità nuove di modificare il welfare regionale, ma renderlo anche più equo, perché lei l'ha citato correttamente, eravamo l'unica Regione che ancora aveva delle provvidenze di questo tipo e ovviamente possiamo essere orgogliosi di questo, ma qualche ripensamento su questo tipo di aiuto c'era anche prima. Tra l'altro, io le faccio anche notare che su queste provvidenze non c'era l'ISEE, rispetto a tutte le altre in cui c'è. Vi è quindi la necessità di riformare questo quadro. Devo ammettere - e creda, non è facile, ma io penso che si debba essere oggettivi e obiettivi - che noi ci troviamo veramente in una difficoltà di programmazione di fronte a delle variazioni di esigenze che sono dovute spesso ad una non certezza di risorse, per cui programmare in modo preciso come dovrebbe essere non è stato facile. Il bilancio nella finanziaria del 2015 prevedeva 80.000 euro per il finanziamento di questi indennizzi, che non era sufficiente; tra l'altro, mancavano 30.000 euro ancora per soddisfare le domande del 2014, per cui c'è stato comunque un lungo ragionamento. Io penso che la nostra Regione sia sempre orientata alla centralità della persona; abbia garantito una buona qualità di servizi, in particolare nell'ambito sociale, anche nell'attuale momento di congiuntura economica in cui bisogna intervenire per razionalizzare i procedimenti amministrativi. La modifica intervenuta nel 2009 che lei ha citato, frutto probabilmente di esigenze diverse, aveva incrementato la spesa di circa 70.000 euro annui. La somma annuale liquidata nell'anno precedente la modifica era solo di 37.000 euro. I cambiamenti intervenuti negli ultimi cinque anni ci obbligano appunto a ripensare anche questi tipi di indennizzi. La spesa annua sostenuta nell'ultimo biennio è stata la seguente: nell'anno 2013, 83.958 euro a fronte di 100 domande, per le quali è stato liquidato un contributo da un minimo di euro 31 a un massimo di 4.000. Nell'anno 2014 la spesa è stata di 170.000 ed è in tale frangente che si è sforato di 30.000, come dicevo, a fronte di 144 domande. Mi permetta una piccola osservazione: pare opportuno ricordare che tali indennità si configurano come aiuto alla persona, in quanto tutelano la sfera privata perché queste provvidenze non erano consequenziali ad un'attività lavorativa su cui interviene l'INAIL ma lo erano rispetto ai momenti della vita extra-lavorativa. Se uno si faceva male per sue iniziative al di fuori del lavoro, era prevista quest'integrazione: l'indennizzo era quindi legato a infortuni occorsi durante attività svolte nel tempo libero e ciò creava anche disparità tra altri lavoratori e gli artigiani, i commercianti e i coltivatori diretti. Anche i liberi professionisti erano sprovvisti di questa tutela e questo sicuramente, se mi permette, creava altrettanta disequità. Oltre il 60% della media dei periodi indennizzati, per ricovero ospedaliero, il cui impegno giornaliero è di 31,55 euro, ha durata fino a 10 giorni e la media del 26% tra gli 11 e i 30 giorni.
I periodi indennizzati per l'inabilità temporanea assoluta, il cui importo giornalieri è di 23,58 euro fino a 30 giorni superano il 60% del totale delle domande.
Ci vuole coraggio in questo momento, coraggio, ma anche un'oggettività nelle difficoltà che le ho detto prima: economiche e di programmazione. Allora, togliere è sempre difficile, ci abbiamo ragionato a lungo, soprattutto perché eravamo già in difetto rispetto all'anno scorso e non avevamo il finanziamento previsto nell'anno precedente. Abbiamo valutato tutte le altre richieste di welfare e quindi abbiamo sospeso le domande, ma non abbiamo chiaramente la possibilità come Giunta di abolire una legge. Nel prossimo Consiglio ci sarà nell'assestamento una modifica alla norma che sovvenziona le persone in attesa di trapianto, per esempio e quindi, la nostra proposta è di sospendere questo indennizzo che non era collegato all'ISEE, che creava disequità e che nessuna più altra Regione aveva.
Sulla comunicazione mi permetta un inciso, io ho sentito le categorie a livello informale, ma le prime a non sapere di questa cosa erano le stesse categorie interessate che se lei vede, non hanno fatto nessuna attività di contrasto a questa decisione di sospensione, perché la maggior parte ha dei periodi di rimborso dall'INAIL o attraverso assicurazioni private. Sul discorso della commissione, come dico, noi non possiamo eliminare una legge ma ci dovrà essere una discussione in Consiglio regionale. Ci vuole coraggio, come le dicevo quando si devono prendere delle decisioni rispetto alla diminuzione delle risorse, pensando all'equità di trattamento, all'indirizzare un welfare rispetto a quelle che sono le prerogative più generali. Rispetto alle azioni alternative secondo me, devono essere messe in campo rispetto a una visione generale. Abbiamo parlato, come dicevo, del reddito di dignità per chi rimane senza lavoro. Al prossimo Consiglio avremo tutti la possibilità di esprimerci realmente su questa legge, che ci sembrava non più adatta a rispondere alle esigenze del momento, soprattutto per gli importi in gioco e perché creava disequità e perché, alla fine, probabilmente non risolveva la situazione a nessuno, pur essendo questo - e su questo ha ragione - un periodo di crisi.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola la Consigliera Morelli, ne ha la facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Assessore, io ho ascoltato le sue spiegazioni, che sono comprensibili. Lei traccia il quadro della situazione e...insomma, riusciamo a capire, questo non vuol dire che poi condividiamo, ma capiamo qual è la situazione. La mia questione era anche un'altra: perché in qualche modo scavalcare il Consiglio quando era stato il Consiglio ad approvare una legge? Perché far anticipare l'abrogazione da una delibera di sospensione? Portiamo alla discussione l'abrogazione della legge e a quel punto è il Consiglio che decide il da farsi! Si audiscono tutte le associazioni, si fa un percorso condiviso; così come era stato condiviso il percorso di approvazione che aveva incrementato le misure a sostegno delle categorie per quanto riguarda questa legge. Il fatto che dal 2013 al 2014 ci sia stato un incremento così significativo, è raddoppiato l'importo, ci fa capire quale sia la sofferenza; probabilmente in altri tempi un'indennità di questo tipo veniva presa in considerazione in modo marginale, da poche persone. Beh, in questo momento questo tipo di indennità diventa più importante. Mi pare quindi che quanto dice lei sulla difficoltà di programmazione sia significativo, nel senso che dobbiamo porci questi problemi e se l'aiuto non sarà erogato in questo modo...però queste problematicità esistono e quindi andranno affrontate; esse andranno affrontate in modo organico, compatibilmente con quelle che sono le nostre risorse attuali, che sappiamo bene sono ben diverse rispetto a quelle del 2009 e rispetto a quelle dei decenni precedenti, però ci sembra che vadano affrontate. Grazie.
Presidente - Ha chiesto la parola in sede di replica il Consigliere Fabbri, ne ha la facoltà.
Fabbri (UVP) - Sì, grazie Presidente.
Naturalmente condivido quanto ha detto la collega Morelli, del fatto che la Commissione e il Consiglio potevano essere interpellati su questo provvedimento, ma proprio anche nell'ottica di quel ripensamento su tutto il sistema previdenziale, che dovrà essere per forza attuato a livello regionale. Proprio adesso in cui si...come lei, Signor Assessore, ricordava, stiamo affrontando questa legge sul minimo garantito. Vediamo come l'opportunità anche di eliminare questo piccolo contributo a queste categorie...dovrà essere coinvolto in questo tipo di discorso e invece è stato...io credo, naturalmente...preso un po' di imperio per una questione economica, l'aveva detto, però giustamente sarebbe stato opportuno discuterne in un'ottica più generale proprio per affrontare questo problema. Lei ha parlato anche di momenti in cui ci devono essere delle decisioni drastiche. Dovremo anche affrontare questo problema e potevamo affrontarlo a 360 gradi discutendo anche di queste cose. Grazie.
Presidente - Grazie. Punto 16 all'ordine del giorno.