Oggetto del Consiglio n. 1261 del 10 giugno 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1261/XIV - Interpellanza: "Chiarimenti in merito alle nuove disposizioni attuative dell'emergenza abitativa".
Presidente - Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Già la parola "emergenza" dovrebbe fare riflettere. Quando si parla di emergenza, si parla di provvedimenti che dovrebbero essere attuati in tempi brevi perché ci sono situazioni che lo richiedono. Sappiamo che è in corso di revisione la normativa che riguarda l'emergenza abitativa e che farebbe passare una parte delle attività svolte attualmente dai Comuni in capo alla Regione e questo dal punto di vista della gestione è sicuramente positivo, perché? Perché da parte dei vari Comuni e per carenza di personale, e per carenza di impegno, e per altri tipi di carenza abbiamo avuto delle situazioni a macchia di leopardo sul territorio: alcuni Comuni erano virtuosi, altri Comuni erano più impacciati nel gestire l'emergenza abitativa. Tra i Comuni più impacciati ovviamente risulta il Comune capoluogo che è il Comune di Aosta, il quale ha una buona mole di domande già accolte di emergenza abitativa, ma quando il possibile fruitore, l'inquilino si presenta con un proprietario - perché poi la casa devi andartela a cercare anche te e devi arrivare in Comune con il proprietario disponibile ad affittartela - vengono messe in campo una serie di problematiche non meglio definite, fatto sta che c'è gente che, pur avendo a disposizione il proprietario che gli affitta la casa e che rientrerebbe nell'emergenza abitativa, da 3 a 4 mesi è lì che continua a fare la spola dal Comune di Aosta alla Regione, poi la Regione ovviamente dice: "no, ma è una questione di competenza del Comune". Allora, questa è una situazione effettivamente molto grave perché in una situazione di emergenza qui c'è qualcuno che gioca allo scaricabarile e sicuramente la Regione con quest'atto normativo riprende in mano una parte del gioco, d'altro canto bisogna capire che ai Comuni va sottratta anche completamente la gestione delle domande, perché? Perché i Comuni hanno dimostrato, il Comune capoluogo in primis, di non essere in grado neanche di effettuare la gestione delle domande, senza poi entrare in strane dinamiche preelettorali che...insomma, sulle quali sorvoliamo perché è meglio sorvolare, per cui noi cerchiamo di capire qual è la situazione di queste domande perché la Regione finora ha fornito ai Comuni i fondi per far fronte all'emergenza abitativa, però non può lavarsi poi le mani della situazione effettiva, perché se il Comune non provvede e se tutto rimane lì, allora c'è una legge regionale che, per un soggetto pubblico che è fermo, immobile, non viene attuata e qui c'è gente che è in mezzo alla strada, deve ricorrere all'ospitalità dei parenti, degli amici o dei familiari, è comunque in grave difficoltà. Chiediamo quindi all'Assessore lumi su questa situazione, che è una situazione che ho potuto verificare personalmente e quindi non è che porto delle voci o che ci metto il condizionale. La situazione è questa.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Mauro Baccega.
Baccega (SA) - Grazie Presidente.
Credo che l'interpellanza ci permetta di fare chiarezza rispetto ad un percorso che si è avviato e che ci porterà dal 1° luglio a dover gestire l'emergenza abitativa per tutti i comuni della Valle d'Aosta. Il cambio di rotta (proprio rispetto a questi comportamenti tenuti finora per l'emergenza abitativa) nasce soprattutto dal crescente numero di persone che si rivolgevano e che si rivolgono ai Comuni per presentare istanza di emergenza abitativa in quanto si trovano in situazioni di sfratto, o di finita locazione, o casi di separazione che stanno generando un numero piuttosto pesante di situazioni di emergenza abitativa. Inoltre si riscontravano, come lei diceva, dei comportamenti differenti tra i Comuni nell'interpretare le norme e nel metterle in pratica. Talvolta poi si riscontrava la disponibilità di alloggi in un comune, comune che non aveva casi/domande di emergenza abitativa...mentre magari il comune limitrofo aveva situazioni di emergenza abitativa che potevano essere sicuramente soddisfatte, ma ancora di più: i costi lievitavano pesantemente, la crescita del fenomeno portava evidentemente all'esigenza di ottimizzare i costi e dare migliori e più efficaci risposte. Infine era necessario costruire un percorso di monitoraggio nei casi di emergenza abitativa perché a volte abbiamo riscontrato che i furbetti ci sono anche in quell'ambito e il controllo andava anche nella direzione per ribassare i costi di gestione degli alloggi reperiti dal mercato privato, perché talvolta le richieste erano piuttosto esose.
Tutto questo ha fatto sì che si sia avviato l'anno scorso, nel luglio 2014, un percorso tra le strutture regionali Famiglia e politiche giovanili e Edilizia residenziale pubblica, un percorso che ha visto la convocazione, appunto nel luglio 2014, della Consulta della casa, alla quale si davano le informazioni su quelli che erano gli obiettivi che si volevano perseguire nel percorso e che ha visto il coinvolgimento in più riunioni delle assistenti sociali di sportello, delle assistenti sociali dei Comuni e c'è stata la creazione di sottogruppi che andavano a studiare il fenomeno e approfondire le tematiche del disagio abitativo in Valle d'Aosta. In due occasioni, nell'ottobre e nel novembre 2014, abbiamo incontrato i sindaci interessati all'emergenza abitativa e condiviso con loro, attraverso il CELVA, le modifiche alle disposizioni attuative della delibera n. 1582 del 2013, che regolava, appunto, l'emergenza abitativa. A seguito dell'approvazione del piano operativo la Giunta ha approvato la nuova proposta di delibera che è stata sottoposta all'esame del CPEL e l'8 maggio la Giunta regionale ha approvato le nuove disposizioni attuative, quindi il percorso si era definito. Un provvedimento fortemente condiviso da tutti che non lascia spazio ad interpretazioni e che vedrà dal 1° luglio, appunto, l'ufficio ERP della Regione occuparsi delle situazioni di emergenza abitativa. È ovvio che fino a quella data tutti i Comuni devono e dovevano continuare a gestire i casi di emergenza abitativa in toto, anche con proroghe contrattuali nelle quali subentrerà la Regione successivamente.
Per rispondere ai quesiti: "quante sono le domande già assentite relative ad emergenza abitativa giacenti presso il Comune capoluogo": all'Ufficio regionale che gestisce le graduatorie dei nuclei familiari riconosciuti in emergenza abitativa ad oggi risultano presenti nella graduatoria del Comune di Aosta 276 nuclei, 133 negli altri comuni (come informazione). Se per "domande assentite giacenti" si intende conoscere quanti di questi nuclei sono ancora in attesa di assegnazione di un alloggio, il Comune di Aosta ci ha comunicato che ad oggi sono 63.
Quesito n. 2: "se sono state impartite da parte dell'Amministrazione delle disposizioni ai Comuni valdostani ed in particolare al Comune capoluogo in ordine alla sospensione dell'istruttoria delle domande di emergenza abitativa già accolte": assolutamente no, nessuna disposizione è stata impartita ai Comuni valdostani in ordine a qualsiasi tipo di sospensione delle procedure di emergenza abitativa, che, in quanto tale, necessita, appunto, di solleciti adempimenti, di accelerare i percorsi e quindi di andare a dire con gli uffici comunali preposti che emergenza abitativa significa emergenza abitativa. In particolare, al Comune di Aosta, che in più occasioni alla fine dell'estate 2014 ha lamentato la scarsa disponibilità di risorse economiche per accedere alla stipula di nuovi contratti di locazione, l'Amministrazione regionale ha anticipato 100.000 euro in data 17 settembre e proprio il mese scorso abbiamo scritto al Comune di Aosta impegnandoci a subentrare anticipatamente nei loro contratti di locazione per consentire lo svincolo di risorse da destinare con sollecitudine alla stipula dei contratti in sospeso. Va sottolineato che il costo ai Comuni è l'80 percento dell'80 percento del costo effettivo del canone; il 20 percento lo paga l'assegnatario e l'80 percento lo paga la Regione, di quell'80 percento noi riconosciamo ai Comuni la cifra.
"Se, nelle more dell'attuazione della nuova normativa con il passaggio alla Regione delle competenze, il Comune abbia facoltà di bloccare l'istruttoria delle domande di emergenza abitativa già accolte, anche in presenza di segnalazione da parte degli aventi diritto...": le nuove disposizioni attuative approvate con la delibera dell'8 maggio, di cui ho anticipato nella premessa il percorso, sono state condivise con tutti i soggetti interessati e non è prevista assolutamente nessuna interruzione delle procedure per l'emergenza abitativa, che, come ho già detto, necessita sempre di solleciti adempimenti da parte degli uffici.
"Se il competente Assessore non ritenga opportuno inviare una circolare volta a chiarire le procedure e le attribuzioni in questa fase transitoria, al fine di evitare gravi disservizi e malintesi...": non c'è nessuna fase transitoria, il percorso è immediato, cioè il 1° luglio scade, ma anche il 30 giugno il Comune può fare un contratto, noi subentriamo ad ottobre con quel contratto, accollandoci poi i costi successivi. Non c'è quindi una fase transitoria e i Comuni possono e devono continuare a stipulare i contratti fino alla fine del mese di giugno e la Regione subentrerà entro la fine dell'anno. Abbiamo avuto confronti con ARER, APS, Comune di Aosta, Consorzio permanente degli Enti locali, servizi sociali e in più occasioni su questo tema, chi ha avuto dubbi ci ha telefonato. Il Comune di Aosta ci ha scritto e, come detto, abbiamo risposto invitando il Comune di Aosta - leggo testualmente -: "a procedere con estrema sollecitudine alla stipula dei nuovi contratti in sospeso da alcuni mesi, con particolare riferimento alle situazioni di prima accoglienza in scadenza dei termini".
Concludo dicendo che la Commissione regionale di edilizia residenziale pubblica che esamina le pratiche di emergenza abitativa si riunisce mediamente due volte al mese e quindi quella è un'altra occasione nella quale sono presenti i Comuni, sono presenti tutti coloro che sono coinvolti nella tematica e sistematicamente da gennaio ad oggi abbiamo sempre ribadito e sottolineato questo percorso che andava nella direzione. Concludo dicendo che la gestione delle domande, secondo la nuova norma, può anche essere attribuita allo sportello sociale, quindi gli utenti, anziché rivolgersi all'Ufficio casa del Comune, possono tranquillamente rivolgersi allo sportello sociale che recepisce la domanda e immediatamente dopo la relazione sociale la domanda viene inoltrata alla Commissione, che ne determina l'accoglienza o meno. Spero di essere stato esaustivo. Grazie.
Presidente - Per la replica, la parola al Consigliere Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Ringrazio l'Assessore che ha risposto puntualmente e quindi ha fatto veramente chiarezza sulla questione. Non c'è una fase transitoria, le domande fino a quando non saranno accolte dalla Regione dovranno essere accolte dal Comune e le domande giacenti presso il Comune devono essere istruite nel momento in cui c'è un proprietario disponibile a locare o comunque affittare i locali alla persona che è in emergenza. Questo è fondamentale perché purtroppo è mancata da parte del Comune di Aosta una comunicazione trasparente alle persone che sono state fatte andare avanti e indietro diverse volte e gli è stato impedita la possibilità di effettuare poi la stipula del contratto, anche perché il proprietario non sta lì dei mesi ad aspettare, magari lo trovi e trascorso un mese ha affittato a qualcun altro, oppure inizia a sospettare che ci sia qualche cosa che non va. Tra molti proprietari adesso c'è la convinzione che: "ma c'è questa fase transitoria, se qualcuno viene, diciamo, ricompreso nella fase transitoria, ci rimetto, non vengo pagato", cosa che l'Assessore ha detto bene non è vera. A questo punto io personalmente mi recherò con chi ha avuto dei problemi allo sportello del Comune di Aosta, gentilmente faremo anche riferimento a quanto ha detto lei, Assessore, in quest'aula, se perdureranno gli atteggiamenti così dilatori, beh, a questo punto ognuno si assumerà le proprie responsabilità, noi vorremo una risposta scritta e qualcuno dovrà rispondere per omissione d'atti d'ufficio, perché a questo punto, effettivamente, dopo anche questi chiarimenti, non ci può essere più alcun dubbio. Grazie Assessore.
Président - Point 10 à l'ordre du jour.