Oggetto del Consiglio n. 1237 del 20 maggio 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1237/XIV - Interpellanza: "Iniziative per il riordino della sanità regionale territoriale".
Presidente - Per l'illustrazione, chiede la parola la Consigliera Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Premetto che non è semplice e non sarà esaustivo affrontare con un'interpellanza un tema come quello della riorganizzazione della sanità territoriale. Un tema vastissimo, di cui già abbiamo discusso sia in Consiglio regionale che in Commissione, che prevede un percorso naturalmente molto articolato e molto complesso; tuttavia abbiamo voluto presentare quest'interpellanza per fissare alcuni punti fermi rispetto a questo percorso.
È un tema complesso, lo ribadisco, che si origina da presupposti che tutti condividiamo, su cui tutti concordiamo...che si sostanziano nella necessità di rispondere in modo più adeguato ai nuovi bisogni di salute dei cittadini, rispondendo in modo equo, dando pari opportunità di cura a tutti. Opportunità di cura...che siano cure tempestive, cure meglio rispondenti alle necessità dei cittadini e questo indipendentemente dal reddito e dalla posizione geografica di ognuno. Per fare ciò concordiamo che è necessario promuovere il territorio come sede primaria di assistenza, perché più prossima al cittadino, ma anche perché è unanimemente riconosciuta la necessità di riequilibrare il rapporto ospedale/territorio, rapporto che probabilmente nella nostra regione è stato portato a dare all'ospedale una posizione preminente rispetto al territorio negli scorsi decenni. Questa situazione oggi non è più sostenibile: non lo è più dal punto di vista economico-finanziario e vi è una necessità pressante di ottimizzare la spesa, ma non lo è nemmeno dal punto di vista dell'organizzazione, perché dobbiamo ovviare al problema delle liste d'attesa, al problema degli ingorghi anche del pronto soccorso, a cui si è già cercato di dare delle risposte anche qui in Consiglio regionale con degli interventi legislativi, ma dobbiamo anche e forse soprattutto far fronte ad un aumento dei pazienti cronici, dei pazienti non autosufficienti che quindi necessitano di cure continue. È quindi necessario superare la concezione dell'ospedale come luogo privilegiato della sanità in cui si affrontano le situazioni di acuzie per andare ad integrare maggiormente i servizi sul territorio. Abbiamo già avuto modo anche in Consiglio regionale di condividere il fatto che gli indicatori della sostenibilità del nostro sistema, quali il numero degli accessi impropri al pronto soccorso, l'indice di ospedalizzazione, ma anche la durata delle degenze in ospedale, sono nella nostra regione ancora leggermente superiori rispetto a quanto è auspicabile e quindi confermano la necessità di un'inversione di tendenza che porti appunto ad una migliore integrazione fra ospedale e territorio. Siamo naturalmente ben coscienti che garantire un servizio sanitario di qualità in una regione di montagna, per di più con i numeri piccoli come i nostri sia costoso...sia più costoso! Non lo diciamo noi, lo dicono fior fior di studi che confermano, che dimostrano come ogni prestazione fornita in zone di montagna costi di più per motivi che sono evidentemente ben comprensibili: che vanno dalla densità di popolazione sul territorio, dalla complessità morfologica, dalle condizioni metereologiche al fatto che è molto più difficile fare economia di scala in un territorio come il nostro. I nuovi bisogni di salute che si sono verificati nel corso di questi ultimi decenni, che vanno dalla prevenzione alla cura delle malattie, all'invecchiamento della popolazione e quindi alla cronicizzazione delle malattie, necessitano di una continuità tra i vari livelli sanitari e quindi tra quelli che sono i tre livelli: quello dell'emergenza, quello dell'ospedale e quello del territorio e noi ci rendiamo conto che sono delle sfide complesse che è necessario raccogliere. Della riorganizzazione territoriale della nostra sanità parla diffusamente il Piano socio-sanitario 2011-2013, che è tuttora in corso di validità, ma parlano anche due documenti che ci sono stati forniti nel 2013 e nel 2014 in concomitanza con la discussione del bilancio, che sono due documenti dell'Assessore alla sanità che ribadiscono quali sono le priorità per l'anno successivo in ambito sanitario e tutti questi documenti riportano la necessità di un riordino della sanità territoriale.
Alle enunciazioni di principio devono ovviamente fare seguito delle azioni concrete e, poiché il collega Chatrian non perde occasione per ricordarci che l'Amministrazione parla per atti, la nostra iniziativa va proprio nel senso di conoscere quali sono le azioni, quali gli atti deliberativi a cui si vuole dar corso per affrontare il riordino della sanità regionale e territoriale. Abbiamo posto alcune domande puntuali per capire se in quest'azione ci si ispiri a modelli già esistenti e quali sarebbero i modelli a cui ci si ispira, quali siano gli attori coinvolti in tale riflessione e quali i tempi di stesura di un eventuale piano programmatico e, infine, quali siano le criticità individuate nell'attuale sistema e quali i punti salienti della riorganizzazione. Ci è sembrato corretto e necessario anche rendere partecipe il Consiglio regionale di queste problematiche che naturalmente riteniamo tutti molto importanti e quindi ascolteremo, Assessore, la sua risposta con molta attenzione, ben consci del fatto che non sarà possibile esaurire completamente il tema, ma comunque ci attendiamo da parte sua alcune puntualizzazioni. Grazie.
Presidente - Per la risposta, l'Assessore Fosson, ne ha la facoltà.
Fosson (UV) - Grazie Presidente.
Io penso che questa sia un'interpellanza molto opportuna e anche politicamente significativa, perché, se vogliamo condividere un percorso, bisogna proprio discutere di questa sfida. È una sfida complessa ma, dicevo, opportuna perché proprio in questi giorni sono di attualità le agitazioni sindacali dei medici di famiglia, attraverso le quali le stesse organizzazioni ribadivano l'importanza del medico di famiglia, ma soprattutto la necessità del rapporto fiduciario, mentre tra gli stessi sindacati vi è una parte che pensa di abolire il decreto Balduzzi, che stabilisce maggiori coperture del servizio di cure primarie. Certo che, di fronte ad una situazione complessa come questa, queste agitazioni bloccano tutta una riforma, che, come ho detto, non può essere fatta senza il medico di famiglia. Noi confermiamo - lo abbiamo detto tante volte - la nostra attenzione al territorio perché c'è un aumento dei malati cronici e perché c'è la necessità di diminuire i ricoveri in un territorio difficile come il nostro. Gli atti deliberativi: noi abbiamo rinnovato tutti i responsabili dell'Area Territoriale e messo lì le nostre migliori professionalità disponibili al momento e devo dire che nei distretti si è già ripresa un'attività di prevenzione e di confronto con le comunità locali e i cittadini sulle questioni sanitarie. Confermo, peraltro, l'atto deliberativo su cui stiamo lavorando, quello che ho definito "l'aggiornamento del Piano sanitario", cioè manteniamo i tempi pur avendo un periodo di pensionamenti importanti all'interno della sanità: tre dirigenti significativi nel settore sono andati in pensione e penso però che per fine giugno ci sarà un primo documento da presentare in commissione, che prevederà, tra l'altro, anche una revisione della legge n. 5 del 2000: "Norme per la riorganizzazione del servizio sanitario regionale".
"I modelli previsti": questa è una domanda interessante. Tutto si rifà a quello che è il Patto nazionale della salute dell'anno scorso, presentato ad agosto; quel patto in cui noi abbiamo ottenuto la deroga sui modelli stringenti del Balduzzi, dei rapporti ospedalieri. All'articolo 5, del Piano della salute si dice: "al fine di promuovere un modello multiprofessionale e interdisciplinare...si prevedono le UCCP e le...", cioè si prevede un modo diverso di fare la medicina territoriale; con associazionismi, mettendo i medici nelle sedi distrettuali, lavorando in modo sinergico e di squadra con tutti gli altri specialisti. L'altro nostro modello sarà quello delle case della salute. I nostri responsabili della sanità territoriale e il Direttore sanitario son stati in Toscana a visitare l'organizzazione delle case della salute, soprattutto su quella che è la medicina di iniziativa e la presa in carico. Siamo però davanti anche delle criticità importanti, perché non esiste un quadro legislativo preciso, cioè non esiste un piano nazionale approvato. Io le leggo quello che ha scritto l'altro giorno prima dello sciopero il Presidente Rossi della Toscana, che è un uomo serio, ma che è stato a lungo tempo Assessore alla sanità, responsabile degli Assessori alla sanità: "occorre un accordo a livello nazionale che permetta alla nostra Regione di riorganizzare le cure primarie, che permetta in tutte le Regioni la realizzazione di una riforma necessaria per la sopravvivenza" e quindi un vuoto normativo che non può che essere negativo, per una riforma che bisogna portare avanti con una condivisione degli attori, ecco, non si può fare questa riforma senza avere un percorso definito da norme precise.
Presidente - Prosegua Assessore.
Fosson (UV) - ...grazie, chiedo scusa.
C'è quindi in questo momento, di fronte a tutta quest'esigenza che ha ben definito lei, ai modelli che noi ci siamo previsti, un vuoto legislativo nazionale, perché i medici di famiglia sono convenzionati, non sono dipendenti. In ogni caso noi cerchiamo comunque di portare avanti la riorganizzazione creando dei modelli facilitatori, cioè invitare i medici di famiglia a cambiare il loro tipo di organizzazione, perché il medico singolo con un'ora di ambulatorio aperto non può essere una risposta a tutte le cose che diceva lei; da qui la necessità di stabilire dei modelli operativi attrattivi in cui il medico di famiglia si senta motivato a lavorare in gruppo. È un percorso non facile, c'è già qualcosa a Verrès, con un associazionismo che funziona bene, stiamo cercando di portarlo nell'altro grande distretto: a Morgex. È chiaro che, quando non tutti i medici del territorio sono d'accordo, la cosa diventa un po' difficile. I medici di medicina generale, ripeto, sono dei convenzionati, per cui non si può intervenire con norme obbligatorie, ma cerchiamo comunque di farlo. Se dal punto di vista governativo ci fosse un'approvazione di quanto vi è scritto nell'articolo 5 del Piano della salute o si arrivasse ad applicare il decreto Balduzzi, modificato magari per il nostro territorio, l'estensione del servizio di cure primarie potrebbe prevedere anche il coinvolgimento del servizio di guardia medica.
C'è chi parla di portare i convenzionati ad un rapporto di lavoro subordinato. Questo è un discorso che non possiamo affrontare noi, però certo con il dipendente il rapporto potrebbe essere diverso. Questo è il quadro attuale, che non è semplice, ma in ogni caso bisognerà cercare con quello che abbiamo di portare avanti questa riorganizzazione, che è fondamentale. Noi sul territorio possiamo sicuramente migliorare per diminuire anche questa centralità dell'ospedale, che per certi versi non regge più. Il territorio dev'essere comunque rinforzato e riorganizzato. Aggiungerei, e concludo, che in questa logica riorganizzativa anche i "localismi" giocano il loro ruolo, come ad esempio in bassa Valle, quando abbiamo avuto un Comune che era d'accordo e l'altro Comune che non lo era rispetto all'ipotesi di riorganizzare i medici con H12 nel nostro poliambulatorio. È una strada che comunque vogliamo sicuramente intraprendere; anche se non c'è nessuna normativa nazionale di riferimento.
Presidente - Grazie Assessore. Per la replica, ha chiesto la parola la Consigliera Morelli, ne ha facoltà.
Morelli (ALPE) - Merci Président.
Intanto devo dirle che mi rincresce un po' che lei citi il Presidente Rossi, che sarà anche stato un buon Assessore alla sanità, ma che abbiamo avuto modo di sentire in un suo intervento recente in televisione cosa pensa delle Regioni a statuto speciale e conseguentemente anche della gestione della sanità. Mi rendo conto che sono argomenti complessi e non è facile dare risposte puntuali, però devo dirle francamente, Assessore, che qualche risposta concreta in più me l'aspettavo. Attendiamo con ansia di vedere questa delibera di aggiornamento del Piano socio-sanitario che lei ci annuncia per il mese di giugno, però forse queste sfide vanno prese in carico con più decisione. Non dobbiamo dimenticare che i soggetti direttamente coinvolti da queste sfide sono i cittadini, in questo caso sono i cittadini più deboli, più fragili, gli ammalati, i disabili, gli anziani e quindi bisogna proseguire con molta convinzione in questo percorso. È ancora necessario colmare un fossato che esiste tra l'assistenza ospedaliera e i medici di medicina generale anche nella nostra regione.
Io mi aspettavo, Assessore, da lei una risposta un po' più...fatta di azioni concrete riguardo ad una riorganizzazione della rete di strutture sul territorio. Giustamente lei dice: "bando ai localismi"...sì, dobbiamo farci...dovete, visto che, insomma, al Governo ci siete voi...dovete farvi carico anche di decisioni che talvolta possono essere scomode, però bisogna assolutamente governare il cambiamento. È lo stesso discorso che faccio regolarmente con l'Assessore Rini per quanto riguarda la rete delle biblioteche. Bisogna prendere delle decisioni e portarle avanti. Ci vuole del coraggio, ci vuole senso di responsabilità, ma bisogna farlo, così come mi aspettavo, le confesso, qualche aggiornamento sull'informatizzazione del sistema, che è una parte importante. Le farò allora per il prossimo Consiglio un'interpellanza puntuale sull'informatizzazione del sistema per sapere a che punto è il fascicolo elettronico sanitario, perché anche quello è un punto importante della territorializzazione del nostro sistema sanitario, che permetterebbe di creare dei legami più facili tra ospedale e medici di medicina generale, perché molto spesso le informazioni sui pazienti mancano e questo è sicuramente un grosso limite...e poi anche riguardo all'assistenza domiciliare integrata dove la nostra Regione può sicuramente fare ancora di più. En tout cas la ringrazio per la risposta, naturalmente lo sapevo che non sarebbe stata esaustiva, comunque è un dibattito che è in corso e su cui dobbiamo continuamente aggiornarci. La ringrazio.
Presidente - Grazie Consigliera Morelli. Credo che possiamo concludere qui i lavori del mattino. I lavori saranno ripresi alle 15,30, a tutti buon appetito.
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La seduta termina alle ore 13.