Oggetto del Consiglio n. 1236 del 20 maggio 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1236/XIV - Interpellanza: "Interventi per il contenimento del randagismo e per l'introduzione di misure di compensazione per i danni arrecati agli agricoltori".
Presidente - Per l'illustrazione, chiede la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
L'argomento ritorna in Consiglio regionale dopo alcuni anni. Il tema è stato fortemente discusso nella passata legislatura, ha avuto l'attenzione e la disponibilità dell'Assessore di allora, il collega Isabellon, di incontrare la commissione competente e di cercare di capire come evolve la situazione riguardante ormai il fatto abbastanza assodato della presenza del lupo in Valle d'Aosta in rapporto con l'allevamento, in particolare quello ovicaprino - poi spiegherò meglio perché -, e anche la presenza di fenomeni di randagismo, cioè di cani che sono abbandonati e che alle volte hanno dei comportamenti molto aggressivi. È un fenomeno di cui non mi sono più occupato in Consiglio regionale semplicemente perché nell'anno passato ha coinvolto anche la mia famiglia, quindi, per evitare di venire accusati di conflitti di interesse, non ci siamo occupati di questo, ma il fenomeno continua e quindi è bene che qualcuno se ne occupi e che porti la voce di questi piccoli allevatori in Consiglio regionale.
È un fenomeno che non riguarda soltanto la Valle d'Aosta, proprio praticamente in coincidenza quasi con le vicende avvenute a Saint-Marcel si sono svolti fatti analoghi, per esempio, nella provincia di Siena in Toscana, dove il gruppo è molto diffuso, e mi hanno molto colpito le parole che i rappresentanti degli allevatori della Toscana con molta forza...qui in Valle d'Aosta, per fortuna, anche qualche associazione ha cominciato a muoversi: è il caso della CIA di Gianni Champion, in Toscana l'hanno fatto anche altre associazioni, in particolare gli allevatori, che hanno espresso con chiarezza che in queste condizioni davvero non si può lavorare, non è possibile svolgere la propria attività. In Toscana, come in Valle d'Aosta, come in Piemonte, i redditi sono bassissimi, pressoché non esistono e quindi, quando questi allevamenti sono colpiti da questi attacchi, c'è addirittura una perdita gravissima che in alcuni casi comporta la soppressione dell'azienda, viene messa a rischio l'esistenza stessa di questo tipo di azienda. Allora, nessuno ce l'ha con il lupo, anzi il lupo va protetto, difeso, tutelato, però dall'altra parte bisogna cercare di capire che cosa succede, se è utile o meno che ci siano certi tipi di allevamento oppure no e la cosa molto delicata che mi sta preoccupando in questi anni è che alle volte non c'è una chiara identificazione relativamente al fatto se il predatore sia il lupo o se il predatore sia un cane randagio. Questo è un fatto molto delicato, perché nel caso della predazione del lupo probabilmente ci sono determinate regole, determinate norme, differentemente, rispetto al cane randagio, secondo me, le preoccupazioni sono ancora superiori, perché vuol dire che ci sono fenomeni nelle nostre valli che vanno in qualche modo contrastati, intanto attraverso una più corretta informazione alle persone che hanno questi cani. Qui non parlo ovviamente del pechinese e del chihuahua, che, insomma, non si allontanano da casa e non creano nessun problema, ma ci sono delle persone che si trovano ad allevare dei cani che sono dei giganti, sono dei cani enormi e, se cominciano a diventare semi-inselvatichiti o se praticano una forma di randagismo, possono creare dei problemi. Qui non siamo neanche semplicemente a chi lascia scorrazzare un po' libero il proprio cane alla sera e poi lo vede tornare, perché in quel caso lì si accorgerà se il proprio cane è completamente sporco di sangue, se è un appassionato di animali, se alleva gli animali, dovrà interrogarsi sul perché il cane torna conciato in quelle condizioni e se non sia il caso di non lasciarlo più scorrazzare così la notte, ma siamo di fronte anche a fenomeni di vero e proprio abbandono e questo personalmente mi preoccupa molto, perché noi siamo una regione turistica in cui il lupo è un'attrattiva e quindi magari il fenomeno del lupo può interessare anche ai naturalisti e quant'altro, il cane randagio può diventare cioè un pericolo per il turista che risale un sentiero e può fare dei brutti incontri nei casi di questi cani randagi. Ci vuole quindi la massima allerta dal punto di vista della Forestale, dalle informazioni che ho - che non sono certamente quelle che ha l'Assessore e che spero vorrà fornire qui -, so che la Forestale si è molto allertata nel caso di Saint-Marcel, ha svolto...sta svolgendo delle puntuali indagini, ha cercato in qualche modo di capire di che tipo di animale si tratta...
Presidente - Chiedo un po' di silenzio per gentilezza...
Donzel (PD-SIN.VDA) - ...e quindi, da questo punto di vista, è davvero necessario capire se siamo di fronte alla presenza del lupo o se siamo di fronte a presenza di cani...
Presidente - Scusate ma c'è difficoltà a seguire l'intervento del Consigliere! Per cortesia!
Donzel (PD-SIN.VDA) - ...grazie Presidente. Stavo dicendo che è molto importante identificare la tipologia di animale. Penso che su questo, dalle informazioni che ho io, ci si sia attivati.
Vi è poi l'altro aspetto. Allora faccio un esempio: nella provincia di Firenze...la Provincia si è attivata, siccome sono molto costosi i cani pastore che fanno i cani da guardiania, per esempio, ha offerto lei i cani agli allevatori, quindi si può intervenire anche economicamente a sostegno degli allevatori. È difficile ragionare rispetto alla questione del contenimento attraverso recinzione, perché questo dipende dalla natura del gregge, ma nel caso di Saint-Marcel quello che colpisce è che qui siamo di fronte ad un piccolo gregge che viene praticamente distrutto, annientato. Allora, è vero che, dal punto di vista della percezione del pubblico, il valore di una pecora è di 200-250 euro, uno dice: "sono state abbattute, aggredite 11 pecore, cosa volete che sia, si parla di 3 o 4 mila euro di valore di animale", però per questi piccoli allevatori è veramente parte enorme del loro investimento. Se noi sottraiamo queste risorse a delle persone che hanno dei redditi bassissimi...
Presidente - Io vi chiedo una cortesia, scusate...scusi Consigliere Donzel...
Donzel (PD-SIN.VDA) - ...sì, ma mi disturba più lei, Presidente...decidetevi, io non ho problemi a parlare, l'importante è che mi si lasci parlare...allora, stavo dicendo che il danno arrecato è nell'ordine di 4.000 euro, non è un danno...è una cifra che presentata all'esterno uno dice: "cosa vuoi mai che sia successo", se uno però ha investito la sua passione, anni e anni di attività in un allevamento - stiamo parlando di un gregge di una ventina di pecore, che ha un valore complessivo inferiore a 10.000 euro - e si vede annientato completamente il suo lavoro...io credo che questa sia una cosa che merita forse di tornare a pensarci un attimo su. Qui non siamo di fronte ad animali che non sono custoditi bene, perché ci sono le recinzioni: qui siamo di fronte ad animali che, messi in un contesto contemporaneo di pascolo, cioè non può un gregge di 20 pecore consentire di avere una presenza umana, fisica, perché è troppo oneroso, non ce la fanno neanche i greggi piemontesi che hanno centinaia di pecore, per cui si dotano, per esempio, anche di asini, perché l'asino è un deterrente del lupo e quant'altro, figuriamoci noi in Valle d'Aosta con i nostri piccoli allevamenti, dove per forza l'allevatore non può essere sempre lì presente a fare custodia, ma la perdita di queste aziende, lei lo sa bene, Assessore, sta portando ad un arretramento complessivo della nostra zootecnia. È bene che si sostengano le grandi aziende ed è bene che queste aziende siano autonome e abbiano capacità di produrre, però il fatto che si continuino a perdere le piccole aziende sta creando quel fenomeno dell'abbandono di alcuni terreni che sono quelli magari meno accessibili per la coltivazione attraverso macchinari. Stiamo quindi veramente assistendo ad un fenomeno dove se quei pochi allevatori che sono rimasti e lottano per presidiare il territorio vengono lasciati un po' in beata solitudine di fronte a questi fatti, ecco, io penso che si faccia un grosso errore. In passato una delle risposte classiche è stata: "ma basta assicurarsi e l'assicurazione risponde", io sono andato a verificare anche questa cosa, il valore di un animale, come dicevo, è di 200-250 euro, quindi tu ti assicuri, se tutto va bene, hai speso dei soldi e li hai spesi come succede...ci auguriamo sempre che tutto vada bene; se tutto va male, l'assicurazione risponde fino a 120 euro di valore dell'animale e, scusate, l'assicurazione neanche ci copre. Allora, se io devo spendere più soldi di quello che guadagno nell'assicurazione per avere indietro neanche la metà del valore di questa cosa qui, che razza di consiglio è ad un piccolo allevatore: "assicurati"? L'assicurazione diventa un onere insostenibile. Da questo punto di vista, quindi, secondo me, bisogna un attimo riflettere e soprattutto qui ci vuole un'ispezione maggiore rispetto al fatto...se si tratta di lupo, è interesse della collettività avere il lupo e quindi tutta la collettività mette il suo obolo a sostegno dell'allevatore che aveva fatto le recinzioni, aveva fatto la custodia corretta del suo gregge, non dico chi abbandona le pecore che non merita assolutamente nulla, non vogliamo proteggere le persone che non fanno bene il lavoro, ma se si tratta di lupo, chi fa bene il suo lavoro deve essere risarcito in toto, perché anche risarcendolo in toto non avrà comunque ripagato tutto il lavoro di selezione di anni di passione che ha messo, ci rimette comunque. Se si tratta di cane randagio, è qui che però ci vuole un'azione più incisiva del servizio del Corpo forestale. Io ho parlato di cattura di questi animali non nel senso che bisogna abbatterli, ma nel senso che si catturano come si cattura l'animale selvatico e poi bisogna in qualche modo risalire a chi è il proprietario e queste persone devono pagare un danno, perché non è possibile che causino dei danni enormi così. A tutti fa piacere...non so... agli appassionati di cani può far piacere avere il pitbull, il molosso, il cane gigantesco, magari un danese, come potrebbe essere nel caso di Saint-Marcel. Sì, però se poi questo cane lo lasci scorrazzare e mi distrugge greggi e mi fa dei danni e mi crea un potenziale pericolo per la popolazione in località turistiche, beh, queste persone devono pagare anche delle sanzioni molto forti, perché questo non è l'amore per gli animali, non è l'amore per i cani: questo è fare un danno e creare un pericolo per la sicurezza della propria comunità. Da questo punto di vista, quindi io vorrei delle rassicurazioni nei due versanti. Grazie.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin, ne ha la facoltà.
Testolin (UV) - Grazie Presidente.
Prima di rispondere puntualmente ai due quesiti che ha posto il collega Donzel, ci tenevo a confermare tutto l'impegno da parte del Corpo forestale, l'attenzione verso questo tipo di azioni che effettivamente possono causare un problema non solo per le aziende agricole, ma in generale un po' per la popolazione che può venire coinvolta da questi fenomeni. Vi è quindi un'attenzione puntuale che un'intensificazione così come si evincerà anche da quello che si...ci saranno le risposte verso questo tipo di atteggiamento di gestione anche dei cani che sovente non sono veramente cani randagi, ma sono...quindi delle dovute attenzioni da parte dei proprietari.
Per rispondere nel dettaglio alle due domande, cioè "chiarire chi ha eseguito i controlli sui capi aggrediti, con quali modalità e con quali esiti", si segnala come i controlli siano stati eseguiti sia in data 2 giugno che in data 16 giugno dagli agenti del Corpo forestale della stazione di Nus intervenuti in entrambi i casi a seguito di segnalazione dei proprietari delle pecore oggetto di predazione a Seissogne nel comune di Saint-Marcel. A seguito a sopralluogo del 2 maggio il personale del Corpo forestale ha appurato la presenza di tre ovini morti e di uno ferito all'interno del recinto ove era custodito il gregge, oltre alla mancanza di ulteriori tre capi, di uno dei quali è stata successivamente rinvenuta la carcassa da parte dei proprietari. Lo scorso 16 maggio gli agenti del Corpo forestale sono nuovamente intervenuti constatando la presenza di un ovino morto e di uno ferito e collaborando nelle operazioni di recupero di ulteriori otto capi del gregge che risultavano inizialmente dispersi. Si sottolinea altresì il coinvolgimento del Servizio veterinario dell'Azienda USL che in data 2 maggio a seguito della segnalazione dei proprietari degli ovini...secondo quanto riportato dalle competenti strutture, i proprietari hanno però successivamente dichiarato la totale asportazione delle due carcasse rimanenti da parte dei predatori, impedendo di fatto di effettuare ulteriori accertamenti. Si segnala inoltre come gli esiti dei sopralluoghi e i verbali degli interventi siano poi stati trasmessi agli uffici della struttura Flora, fauna, caccia e pesca per le opportune determinazioni relative all'accertamento dei danni da canidi, come previsto dalla normativa.
Per quanto attiene al secondo punto: "se si intenda intervenire rispetto al contenimento del randagismo e all'introduzione di misure di compensazione per gli allevatori che subiscono i danni", occorre precisare in prima battuta come il fenomeno dei cani vaganti sul territorio regionale in linea generale non possa essere assimilato o sempre assimilato a quello del randagismo. Nella gran parte dei casi si tratta infatti di cani che solo temporaneamente eludono il controllo del proprietario e non già di animali che ne siano privi e che sono regrediti ad uno stato di vita semi-selvatico. Questo per dire che un'attenzione maggiore ci vorrà da parte di tutti gli enti e le forze preposte al controllo dei cani di...nel senso che ci sia una maggiore attenzione anche da parte dei proprietari stessi nella gestione e nella cura degli animali che dovrebbero essere, diciamo, più seguiti e meno abbandonati a sé stessi e per poi incorrere in questo tipo di problematiche. Nell'ottica di limitare tali episodi, di contenere il fenomeno del randagismo, diversi soggetti coinvolti operano congiuntamente, ognuno per quanto di propria competenza, su tutto il territorio regionale. Nel dettaglio tra gli adempimenti della Regione ci preme segnalare l'istituzione evidentemente dell'anagrafe canina regionale; la realizzazione dei programmi di prevenzione del randagismo con formazione, educazione e informazione; la responsabilità tramite il Corpo forestale della Valle d'Aosta delle attività di vigilanza, accertamento di infrazioni e catture in ambito extraurbano e a volte anche in ambito urbano in appoggio e/o in sostituzione alla Polizia municipale, quindi...anche rendendosi disponibili ad una dovuta e corretta collaborazione, il riconoscimento degli indennizzi agli operatori agricoli per i danni causati dalle predazioni. Il Servizio veterinario dell'USL della Valle d'Aosta è invece responsabile degli interventi di vigilanza, controllo e coordinamento in materia quali, ad esempio, la vigilanza su cani morsicatori; la tenuta del registro dei cani ad elevato rischio di aggressività; il coordinamento degli interventi di formazione rivolti ai proprietari dei cani, in particolare al fine del rilascio del patentino cani in collaborazione anche con altri soggetti coinvolti; lo svolgimento di controlli su chiamate in caso di aggressioni a mandrie e greggi da parte di animali vaganti, come riportato sopra in riferimento ad episodi verificatisi a Saint-Marcel; il supporto di operazioni di riconoscimento su soggetti incustoditi ritrovati presso i comuni e il supporto delle operazioni di ispezione in ambito rurale e nelle catture di animali vaganti da parte del Corpo forestale. Altre competenze sono altresì in carico ai Comuni, come, ad esempio, il controllo in ambito urbano e la gestione dell'anagrafe canina. Da quanto esposto risulta evidente che il coordinamento e il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti, non ultimi i padroni, i proprietari dei cani, sono indispensabili al fine della prevenzione del randagismo, soprattutto del contenimento di fenomeni di cani vaganti, ancora purtroppo troppo presenti all'interno delle nostre realtà comunali soprattutto rurali o marginali. A seguito delle recenti segnalazioni, al fine di meglio monitorare la situazione, è stata assolutamente intensificata l'attività di vigilanza da parte del Corpo forestale operante sul territorio anche tramite sorveglianza notturna, in costante contatto e collaborazione con i Comuni interessati e con la struttura complessa di Sanità animale della locale USL.
Relativamente all'introduzione delle misure di compensazione di cui si è fatto cenno sopra, si evidenzia come siano già attive, oltre a specifiche misure preventive, apposite misure di sostegno agli allevatori che subiscono danni da predazione. Tali misure sono normate dalla legge regionale n. 17 del 2010 e garantiscono la copertura dei danni causati da predatori, ivi compresi i cani randagi che hanno assunto comportamenti selvatici con i quali non è possibile risalire al legittimo proprietario, con l'obbligo di utilizzare la somma percepita come indennizzo per la reintegrazione dei capi perduti con capi della medesima razza con razze autoctone. A margine di queste che sono le risposte puntuali c'è una relazione che, se poi vuole, le posso fare avere in merito anche a quelle che sono state le verifiche svolte durante quest'ultimo anno, le catture che sono state effettuate dal Corpo forestale e alcuni abbattimenti che in casi del tutto eccezionali sono stati attivati da parte dello stesso Corpo forestale in caso di estrema pericolosità degli animali coinvolti. Questo a dimostrazione del fatto che l'attenzione sull'argomento è alta e che sicuramente ci si mette a disposizione soprattutto con le amministrazioni locali, che sono le più presenti sul territorio, che molte volte sono le prime ad essere interessate da questo tipo di eventi per riuscire a dare una risposta concreta al problema. Grazie.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Allora, il ragionamento è che siamo perfettamente persuasi anche noi dell'attività che svolge il Corpo forestale, nessun dubbio che ci sia un'intensa attività in atto e tutta una serie di procedure e di normative che ci sono. Resta però il fatto che noi stiamo vivendo una realtà in cui ogni singola azienda diventa estremamente preziosa per il nostro sistema di gestione del territorio. I dati che sono stati presentati nell'ultima assemblea dell'ARER sono molto significativi, cioè la maggior parte del territorio agricolo valdostano è gestito dagli allevatori, poi sta crescendo un mondo di fuori...un mondo che...stanno convergendo delle aree che storicamente erano foraggere o a pascolo in altre attività, ma è residuale. Allora se noi perdiamo l'attenzione sul mondo della zootecnia, rischiamo di creare non sbocchi nuovi all'agricoltura, ma enormi spazi di incolto e non so a che tipo di attività gioveranno, sicuramente non a quella anche paesaggistica e turistica della Valle d'Aosta. Detto questo in premessa e riconoscendo l'attività che viene svolta, io penso che, quando vengano segnalati dei casi come questo, meriterebbe che ci fosse una più intensa attività. Adesso non è per dire, ma lo stesso gregge viene colpito due volte, cioè probabilmente non si è individuato il predatore e non lo si è neutralizzato. Se mi hai colpito due volte, vuol dire che, nonostante si sia recati in quel posto...si è visto che sì, c'erano le carcasse, "va beh, questa è andata così, vediamo...", poi al secondo attacco allora poi si dice: "qui bisogna cominciare a montare una telecamera, bisogna cominciare a cercare di capire cos'è".
Torno a dire che, secondo me...come dire? fermo restando tutte le norme, fermo restando l'enorme lavoro che viene fatto, e siamo di nuovo al poco personale a disposizione, sulle norme...un vasto territorio come la Valle d'Aosta...però qui in questo caso il gregge viene colpito due volte a distanza di pochissimi giorni e noi non sappiamo ancora se l'animale in questione, il canide...il canide può voler dire tutto, cioè il cane è stato individuato, catturato? Si pensa di catturarlo? Si pensa...cioè nel caso specifico...che poi siano stati catturati tre cani nella Valpelline, due a Ollomont non c'entra niente con il caso in questione, cioè questo qui...che cosa si sta facendo? Che risposta puntuale si è data? Perché altrimenti...come dire? in quella zona, finché l'animale non è individuato, non è catturato...un animale che ha fatto delle cose così, non è il cane come dice lei...se è un cane, è tanto più grave che viene lasciato libero di tanto in tanto dal padrone...beh, benissimo, ma allora questo padrone lo individuiamo e gli diciamo: "miseria hai una belva in casa, vedi di fare un percorso con lo psicologo canino e di ricondurre quest'animale ad un comportamento normale", perché così va in giro solo con una museruola gigantesca, non so se ho reso l'idea...cioè non si può pensare di lasciar circolare un animale così perché esce solo qualche volta, qualche sera della settimana: questo è il punto e mi pare che questo punto su questa questione non si sia risolto. Io quindi spero di leggere nei prossimi giorni nei giornali che si è chiuso il caso e lo si è risolto, ma nel caso in cui non sia risolto, o in casi nuovi che si vengono a creare ci sarà da parte mia un'attenzione perché il fatto di trascurare la pericolosità di questi animali, ripeto, è una cosa che può creare grave rischio al di fuori del contesto solo zootecnico e la percezione che hanno gli allevatori è che, quando succede questa cosa qui, non c'è quella attenzione che meriterebbero in queste situazioni. Non devono essere, dal mio punto di vista, lasciati soli e così nel dubbio prima di riuscire a mettere in campo delle strategie per trovare delle soluzioni.
Presidente - Punto 16 all'ordine del giorno.