Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1199 del 6 maggio 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1199/XIV - Interpellanza: "Problematiche relative all'accoglienza delle persone richiedenti asilo".

Presidente - Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha la facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Abbiamo affrontato in quest'aula il problema dei richiedenti asilo solo qualche tempo fa, non so se vi ricordate, colleghi...chiedevamo ragguaglio sui centri di accoglienza esistenti in Valle d'Aosta e in particolare rassicurazioni sul livello qualitativo del Centro gestito dalla Cooperativa Leone Rosso a Verrès. Chiedemmo di questa struttura perché allarmati da alcuni articoli comparsi sulle pagine locali de La Stampa di Asti, che riferivano di situazioni di presunto abbandono di alcuni migranti affidati dalla Prefettura di Asti proprio alla Cooperativa Leone Rosso. Oggi non vogliamo però entrare nel merito dei servizi esistenti in Valle, ma vogliamo parlare di quelli che potrebbero nascere nella nostra regione a seguito di trasferimenti di quote di migranti da parte del Ministero dell'interno. Avrete letto le dichiarazioni del Presidente della Regione, credo fatte nella sua qualità di Prefetto, che escludevano tassativamente la possibilità di ricevere ulteriori quote di richiedenti asilo, tranne uno, forse, quella è la possibilità massima, in aggiunta ai 62 già assegnati alla nostra Regione e già ospitati nei tre centri di Aosta e Verrès. Qualcuno avrà sicuramente visto il servizio del TG5 che esordiva dicendo che la scelta della Valle d'Aosta di rifiutare l'assegnazione dei migranti è ridicola e grottesca. Per sintetizzare, il servizio giudicava poco opportuno...anzi giudicava ridicolo il rifiuto da parte della Presidenza della Giunta di accogliere questi 50 richiedenti asilo per una presunta incapacità della nostra Regione di sopportarne il peso. Un dirigente regionale intercettato dal giornalista in quel servizio evidenziava che l'accoglienza dei rifugiati in Valle d'Aosta è basata su progetti di qualità che prevedono dei percorsi di integrazione e che quindi accoglierli adesso vorrebbe dire metterli in piazza e lasciarli lì.

Io non voglio discutere delle ragioni logistico-organizzative che impedirebbero alla nostra Regione di ospitare dai 50 ai 70, adesso si parla di 79 richiedenti asilo, ma pongo il problema da un punto di vista solidaristico, cioè di compartecipazione ad un'emergenza che, colleghi, sta mandando completamente in tilt il sistema dell'accoglienza a livello centrale. Lo dicevo già l'altra volta e voglio ripeterlo oggi: l'appartenenza della Valle d'Aosta allo Stato italiano, fino ad ora, ha generato una serie di innegabili vantaggi, checché ne dicano i detrattori dell'ultima ora, quelli che oggi si scoprono oltre che autonomisti anche un po' indipendentisti...dicevo, che l'appartenenza della Valle d'Aosta allo Stato italiano ha ingenerato vantaggiosi ritorni economici sia per il regime fiscale estremamente agevole che ci è concesso, sia per una serie di interventi supplementari da parte dello Stato, che hanno per lungo tempo determinato entrate maggiori rispetto a quanto pagato di tasse dai nostri concittadini: mi riferisco al riparto fiscale dei 9 e poi dei 10 decimi, ai vari trasferimenti dovuti al mancato gettito dell'IVA, ai contributi statali o europei a vari titoli riversati nelle nostre casse. La Valle d'Aosta fino ad oggi ha partecipato ad una redistribuzione delle risorse fiscali e dei trasferimenti statali estremamente favorevole, soprattutto se raffrontata alle altre Regioni italiane. Tale situazione di sostanziale vantaggio, naturalmente giustificato da una serie di ragioni storiche, linguistiche, geografiche, ma non voglio qui entrare nel merito, ci ha permesso di vivere all'interno del tanto vituperato Stato italiano con disponibilità enormi di risorse e con possibilità di creare una situazione di benessere diffuso per i nostri cittadini. Ammetto che oggi la situazione stia un po' cambiando e che la nostra Regione, come d'altronde le altre Regioni a Statuto speciale, hanno dovuto in alcuni casi mettere mano al portafoglio in misura anche maggiore rispetto alle Regioni ordinarie, ma oggettivamente la Valle d'Aosta continua a trarre vantaggio da uno status di Regione autonoma e il segno nei conti continua ad essere positivo.

Ora, ho già detto come la penso sul dovere che ciascuna Regione ha di partecipare a un'emergenza nazionale, anzi internazionale come quella dei migranti. Credo - e non ho problemi a ribadirlo - che la nostra Regione non possa sottrarsi ad un obbligo, oltre che etico, anche di legge. Accogliere una piccola quantità di richiedenti asilo può anche rappresentare una difficoltà da un punto di vista logistico, specie se non vi è il tempo di organizzarsi, ma l'appartenenza ad una comunità, ad una comunità-Stato, e qui vengo al motivo per cui ho fatto questa lunga disquisizione sul vantaggio di far parte dello Stato italiano...dicevo che l'appartenenza ad una comunità non può essere invocata, colleghi, a seconda delle convenienze. Non possiamo dirci italiani quando ci viene comodo drenare delle risorse provenienti da un riparto fiscale favorevole e da un regime di trasferimenti statali vantaggiosi e non dirci italiani o quanto meno non uguali agli altri italiani quando c'è da farsi carico di un problema che colpisce duramente il resto del Paese, sempre che si possa definire l'accoglienza di queste persone un problema. Ci tengo a precisare, tra l'altro, colleghi, visto che vedo qualcuno che continua a dissentire, a sbattere la testa, che i costi dell'accoglienza sono interamente a carico del Ministero degli interni e dell'Unione europea attraverso il fondo specifico sui migranti. Noi, colleghi, non abbiamo gli SPRAR in Valle d'Aosta, che prevedono una compartecipazione da parte degli Enti locali, che poi è una compartecipazione del 20 percento. Dicevo che i costi dell'accoglienza dei richiedenti asilo sono a totale carico dello Stato e dell'Unione europea, quindi la Valle d'Aosta ha come unico onere di organizzare la permanenza dei richiedenti asilo, con, tra l'altro, colleghi, ricadute lavorative importanti su chi si occupa professionalmente di accoglienza. L'altra volta ho spiegato che in Valle d'Aosta entrano quasi 800 mila euro l'anno per la gestione dei 62 rifugiati già attualmente ospitati nei tre centri di Aosta e di Verrès. Non è questo il luogo, colleghi, per dare patenti di buoni o cattivi, di solidali o di egoisti, voglio però ricordare che sulle coste siciliane, pugliesi, calabresi sbarcano ogni giorno migliaia, non centinaia, colleghi, migliaia...l'altro ieri sono sbarcate 3 mila persone e - ripeto - persone, che vanno a riempire strutture sempre più inadeguate, ormai oltre il limite della loro portata e che tale onere viene quasi interamente sopportato da quei territori e dai loro abitanti. Provate a sentire le interviste degli abitanti di Lampedusa e poi ditemi se non sono interviste di persone disponibili ad accogliere nei loro posti e nella loro isola queste persone.

Sono un milione e mezzo i migranti attesi solo per quest'anno e che, volenti o nolenti, dovranno essere accolti, quanto meno in attesa che venga definito il loro status. Ho già spiegato l'altra volta che è necessario ospitarli almeno fino al termine della prassi di riconoscimento dello status di rifugiati. La nostra Costituzione, colleghi, all'articolo 10, prevede espressamente la concessione d'asilo per chi fugge dai luoghi in cui vi sono guerre, in cui vi è vigente la pena di morte, in cui vi è di norma la sevizia, in cui è di norma la tortura, l'omicidio sistematico, la strage, lo stupro, il genocidio. Noi non possiamo sottrarci dal fare la nostra parte, colleghi, non possiamo non accogliere persone che hanno il diritto costituzionale di ottenere protezione e asilo dal nostro Stato. Colleghi, peraltro, non possiamo nemmeno nascondere la testa sotto la sabbia, questo lo voglio dire chiaramente, pensando che, rifiutandoci di ospitare quest'umanità sfortunata, lo Stato trovi soluzioni alternative dirottandola su Regioni meno indisponibili della nostra. La minaccia di prevedere trasferimenti coatti di quote di migranti, colleghi, è reale e presto o tardi verrà attuata dallo Stato per necessità contingenti con o senza l'approvazione del Prefetto e della nostra Regione. È necessario quindi provvedere a creare le condizioni affinché un'assegnazione coatta non ci colga impreparati, colleghi, e magari non guasterebbe se si cominciasse un'opera di sensibilizzazione, di preparazione all'inevitabile multiculturalismo, all'integrazione, condizioni che possono sicuramente diventare un problema, ma anche una risorsa se affrontate correttamente senza stratificazioni ideologiche. Grazie.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola il Presidente della Regione Rollandin.

Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.

Le valutazioni che sono state fatte a corollario di quest'interpellanza penso che meritino un minimo di approfondimento. Ora, il Presidente del Consiglio dei ministri Renzi ha chiesto d'urgenza una riunione a livello europeo, che si è tradotta in un aumento di disponibilità di fondi, ma senza passare a nessun reale contributo per quanto riguarda l'accoglienza. Ora, il fatto di verificare che l'Italia continui ad avere questi problemi è una triste realtà, a cui purtroppo l'Europa non dà il minimo spiraglio e, guarda caso, c'è lo Stretto di Gibilterra a due passi, ma in Spagna non vanno, né vanno da altre parti, vengono solo in Italia. Allora, questo è un problema che non possiamo risolvere noi, purtroppo nessuna collaborazione a livello generale esiste, quindi, al di là della giusta sottolineatura dei principi generali di accoglienza per tutti quelli che sono nella condizione che lei ha ricordato, li conosciamo anche noi, quello che voglio ricordare è che la Valle d'Aosta all'inizio ha collaborato, come continua a farlo, con tutti. Quando ci sono state ulteriori richieste, da parte mia c'è stata una sollecitazione e un invito a tutti i Comuni a dire e a sensibilizzare, a vedere se c'erano delle disponibilità, la risposta di tutti i Comuni, come sapete, è stata ad oggi negativa. Conseguentemente, siccome per accogliere ci devono essere determinati requisiti, noi abbiamo fatto sapere che ad oggi i requisiti sono negativi: questa è la situazione oggi. Il fatto quindi di chiedere: "se corrisponde al vero...esclusa l'accoglienza..." di quanto richiesto corrisponde al vero, ma per queste ragioni, non è per una mancata sensibilità, ho parlato con il Prefetto Morcone, che mi ha chiesto, io ho ribadito queste motivazioni. Non è che c'è una valutazione...un discorso di dire: "noi abbiamo avuto di più dallo Stato", queste valutazioni...poi le abbiamo fatto in altra sede non voglio riprenderle qui. Noi riteniamo che, se accoglienza deve essere, come lei ha ricordato, deve essere in situazioni di giusta accoglienza vera e non piazzati da qualche parte o, come lei ha ricordato, sono in certe regioni in situazioni assurde, perché non sanno più dove metterli.

Ora, questo problema, a nostro avviso, dovrebbe essere affrontato non solo a livello nazionale, ma ribadisco a livello europeo, perché, quando ci sono urgenze, l'Europa non c'è. C'è per dirci come dev'essere l'etichetta dell'olio d'oliva quando invece ci sono problemi grossi...su quello spendono tre convegni, tre giornate, su questo, al di là di dirci: "eh siete bravi, avete fatto una bella accoglienza", il risultato è che non c'è il minimo supporto. Ora, noi riteniamo che lì ci deve essere un'azione comune, anche le Regioni hanno fatto azione comune, voglio ricordarlo, tutte le Regioni, giustamente hanno fatto quest'azione di pressione per dire: "deve essere affrontato in modo diverso", perché non è che, continuando e moltiplicando questi numeri, automaticamente si dice: "bene, noi ripartiamo e il problema è risolto", non è così e non sarà così. Il problema quindi dev'essere affrontato seriamente e non per carenza di volontà, o perché ci siano questioni ideologiche o la Valle d'Aosta è fuori da... La Valle d'Aosta nel sistema ha sempre rispettato tutte le leggi, la Valle d'Aosta svolge il suo ruolo in modo corretto, come fanno le altre Regioni, e lo fa tempestivamente e abbiamo già risposto nell'altra interpellanza nelle dovute modalità e secondo le procedure che sono state impartite, quindi, sotto questo profilo, non abbiamo nessuna paura di rispondere in qualsiasi sede.

Per quanto riguarda poi la seconda e la terza domanda: "se non sia opportuno procedere comunque all'individuazione cautelativa di luoghi e soggetti...se vi è l'intenzione, nell'ambito dei tavoli già attivati, di studiare percorsi al fine di contribuire, anche in un'ottica solidaristica...", credo che, a fronte dei continui sbarchi e richieste che si sono succedute, l'attenzione, come ho già detto, è stata massima, anzi nello scorso mese di aprile, di concerto con il Presidente degli Enti locali, appunto, è stata fatta questa ricerca. Infine si ribadisce che non esistono tavoli attivati in questo senso perché i profughi non sono assegnati alla Regione, ma ripartiti geograficamente per ogni Prefettura dal Ministero dell'interno. L'unico tavolo operativo è infatti il tavolo di coordinamento di natura prefettizia per il superamento delle situazioni di criticità legate alla presenza temporanea in Valle d'Aosta di cittadini stranieri.

Presidente - Grazie Presidente. Per la replica, ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente per la risposta comunque sempre franca e corretta. Io penso che, così come da indiscrezioni giornalistiche, oggi compaiono due articoli: "Immigrazione: a La Spezia attesi 500 immigrati, che verranno poi redistribuiti insieme agli altri 560 in Veneto, 320 in Abruzzo. Qualcuno andrà anche in Valle d'Aosta. Secondo alcune indiscrezioni, le destinazioni dei migranti fanno parte di un piano segreto del Viminale". Lo stesso articolo, tra l'altro, dice che i Prefetti sono fondamentalmente non allineati rispetto ai Presidenti-Governatori, che hanno dichiarato la loro indisponibilità. Qua abbiamo questa commistione, che induce a trovare una coerenza quanto meno tra quello che dice il Presidente e quello che dice il Prefetto, a meno che uno non si dissoci, però quello che succede nelle altre Regioni è che probabilmente i Prefetti, consci del fatto che quest'emergenza è dilagante, non possono a questo punto chiudere le frontiere regionali, perché c'è proprio un problema legato alla capienza delle strutture presenti nelle altre regioni. Io quello che volevo dire quando ho fatto quella disquisizione sull'appartenenza allo Stato nazionale, che è un'appartenenza che a noi ha tratto...sulla quale noi abbiamo anche creato il nostro welfare, il nostro, diciamo, stato di benessere...significa onori ed oneri. Quando quindi fai parte comunque di un sistema, non si può dire: "noi non siamo in grado di sopportare" e allora sono in grado di sopportare la Puglia, la Sicilia, la Calabria, l'Emilia-Romagna? Devono essere in grado di sopportare loro il peso di queste ondate di persone che scappano dalle guerre? Qualcuno magari è uno scafista, qualcuno è un malfattore, bene, l'attesa è proprio quella del definire lo status. Esistono delle commissioni che definiscono lo status di "richiedente d'asilo" proprio per verificare se queste persone sono qua per compiere dei reati o sono qua semplicemente perché scappano da situazioni di guerra. Il problema, Presidente e Prefetto, è che qua presto o tardi, comunque, come diceva una persona che ho sentito, che opera nell'ambito: "prima o poi verranno e li lasceranno in piazza Chanoux", dopodiché sarà un nostro problema cercare di risolvere la questione dell'accoglienza. Allora, siccome esisterà probabilmente un provvedimento di assegnazione coatta di quote di migranti, a mio modesto parere, è necessario prevedere quest'emergenza, cioè cercare al momento di creare le condizioni, fermo restando - e io non mi stanco di dirlo - che l'accoglienza dei migranti, oltre ad essere un dovere quasi civico, è un dovere quasi di solidarietà essendo noi, tra l'altro, popolo di migranti, di persone che nell'arco dei secoli si sono spostate, sono andate in Francia, sono andate a lavorare altrove, ognuno di noi ha dei parenti che sono fuori dalla nostra regione, beh, noi oggi abbiamo un dovere su quote così piccole, tra l'altro, di cercare di capire come fare ad ospitarli e presto o tardi l'assegnazione sarà coatta, sarà tramite provvedimento di legge, sarà tramite un provvedimento da parte degli organismi centrali. Dobbiamo quindi cercare - chi in un'ottica solidaristica, chi la pensa invece dal punto di vista dell'emergenza - comunque di prevedere questa cosa e di trovare delle soluzioni.

Riguardo poi alla questione dell'Europa e dell'Italia, io lo capisco, Presidente, anch'io sono arrabbiato con un'Europa che non dà probabilmente...che non riconosce più di tanto l'emergenza. È vero che questi fondi del Ministero dell'interno, i famosi 35 euro al giorno, comunque provengono dall'Unione europea in buona parte, sono compartecipati rispetto a quelli del Ministero. Lo capisco anch'io poi che ci hanno mollato lì il problema: questo è un problema, ma noi facciamo parte, io credo, di quelle Regioni italiane che si devono prendere carico del problema. I Parlamentari, le istituzioni europee, eccetera, poi faranno poi i loro passi e i loro movimenti a livello europeo e cecheranno di risolvere il problema. La questione è che in Italia solo quest'anno arriveranno un milione e mezzo di persone, che in qualche modo dovranno essere sistemate. Se ci chiedono di sistemarne una settantina, siamo sicuri di non essere in grado di creare delle condizioni di emergenza, magari assicurando anche comunque un trattamento umano di queste persone? Stabilendo anche magari delle regole, gli facciamo fare dei tirocini, cerchiamo di trovare un sistema per integrarli il più possibile, attraverso magari delle iniziative, io penso che sia possibile. Penso che sia possibile e penso che sia doveroso da parte della Regione prevedere e fare la propria parte in questa situazione, che, a mio parere, è veramente un cataclisma non solo umanitario, ma è proprio anche un cataclisma di tipo operativo. Grazie.

Presidente - Grazie. Punto 19 all'ordine del giorno.