Oggetto del Consiglio n. 1198 del 6 maggio 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1198/XIV - Interpellanza: "Problematiche relative alla risoluzione di contratti di lavoro presso la Casa da gioco di Saint-Vincent".
Presidente - Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il Consigliere Ferrero, ne ha facoltà.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Continuiamo l'analisi della situazione della Casa da gioco di Saint-Vincent, perché ci riserva sempre delle nuove scoperte man mano che andiamo avanti. In questo caso analizziamo una questione che ha coinvolto molti lavoratori della Casa da gioco. Ci sono stati dei grossi problemi nella gestione dei pensionamenti di alcuni dipendenti. Non si è capito bene che cosa sia successo, sembrerebbe che nei confronti di alcuni dipendenti si sia utilizzato un criterio e nei confronti di altri si sia utilizzato un criterio diverso. Dobbiamo quindi riuscire a capire anche in questo caso quali sono le modalità con cui certi tipi di scelte vengono fatte all'interno della Casa da gioco, dopo, attraverso un'altra interpellanza, analizzeremo e recupereremo quello che è stato il lavoro fatto nei precedenti Consigli. Il punto interrogativo è sempre chi decide, in base a che cosa decide e perché nei confronti di casi che parrebbero identici o analoghi vengono poi presi dei comportamenti diversi. Comportamenti diversi che - non bisogna dimenticarlo - non è che vengono adottati da un qualcuno che è stato messo lì o che è oberato di lavoro, abbiamo una serie di dirigenti che sono preposti a questo, che sono pagati tutti intorno ai 130-140 mila euro lordi all'anno e, di conseguenza, ci si aspetterebbe anche un minimo di competenza nello svolgimento delle mansioni. Aspettiamo come al solito le delucidazioni dell'Assessore.
Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Perron, ne ha facoltà.
Perron (UV) - Grazie Signor Presidente.
Sul punto 1: a partire dal 2010 ad oggi quattro lavoratori, coinvolti in piani di uscite per il pensionamento nel quadro delle politiche aziendali e degli accordi sindacali intercorsi, non sono risultati in possesso dei richiesti requisiti per il diritto alla pensione dopo che era già stata posta in atto la risoluzione del rapporto di lavoro sulla base delle informazioni che l'azienda aveva ricevuto.
Sul punto 2: certamente non spetta alla società, ma agli istituti previdenziali valutare la posizione contributiva del lavoratore. La società si limita ad acquisire e a trattare, per ciò che le è di competenza, le informazioni fornite direttamente dai lavoratori oppure attraverso soggetti che danno la loro assistenza. In pratica l'azienda opera sulla base delle informazioni e dei documenti che le vengono forniti. In ogni caso essa non ha né il potere e né l'interesse a svolgere delle indagini per verificare chi abbia indotto in errore il lavoratore nel valutare la propria posizione previdenziale.
Sul punto 3: per quanto riguarda le quattro persone interessate alla risoluzione del rapporto di lavoro, effettuata su una base di un'errata rappresentazione dei presupposti previdenziali, una è stata riassunta come previsto dagli accordi sindacali del 2012 e lascerà questa azienda nel 2016; una seconda è stata riassunta per gli stessi motivi nel 2013 e ha lasciato l'azienda a fine marzo di quest'anno; una terza, uscita nel 2011, non è più rientrata in azienda e ha ottenuto un risarcimento dall'ente che aveva istruito erroneamente la domanda di pensione, quindi anche qui a dimostrazione che la società non ha alcuna responsabilità in questo passaggio; l'ultima ha optato nel 2012 per una proposta aziendale di incentivo all'esodo in luogo della riassunzione prevista dai piani aziendali, una soluzione questa che è ha comportato nell'immediato un risparmio netto rispetto al costo del lavoro del dipendente, quindi conveniente anche per l'azienda, e in prospettiva la soluzione definitiva per un esubero strutturale. Nessun lavoratore quindi ha usufruito del pagamento di contributi previdenziali al di fuori del rapporto di lavoro.
Sul punto 4 si tratta di vicende nell'ambito delle quali le uniche parti lese - definiamole così, perché in qualche modo lei citava così - sono risultate essere i lavoratori coinvolti, quindi non la società, né tanto meno l'Amministrazione regionale. I criteri adottati in questo processo - che è un processo importante, lei ne converrà, di razionalizzazione iniziato nel 2009 - sono stati improntati al risparmio economico, all'equo trattamento dei lavoratori nel rispetto degli accordi sindacali sottoscritti e l'assenza di un contenzioso per l'azienda sotto questo punto di vista su questa materia ne costituisce in qualche modo la riprova... Grazie.
Presidente - Per la replica, ha chiesto la parola il Consigliere Ferrero, ne ha facoltà.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Da quanto mi risulta, ci sono ancora dei casi che sono dei casi dubbi di prepensionamento di lavoratori, in cui sono in corso dei contenziosi, quindi la situazione non è così lineare com'è stata delineata attualmente. Bisogna quindi poi inquadrare tutto nel complesso delle centinaia di lavoratori che adesso, comunque, si trovano anche in situazioni che sono tutt'altro che definite. Anche in questi casi certamente...l'Assessore mi dice che c'è stato un risparmio, sì, un risparmio, però la Casa da gioco ha comunque dovuto erogare dei fondi nei confronti di un dipendente che virtualmente era già pensionato, quindi sì, capisco la cosa, però insomma parlare di risparmio mi sembra un po' eccessivo.
Presidente - Punto 18 all'ordine del giorno.