Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1137 del 8 aprile 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1137/XIV - Interpellanza: "Modalità e tempistica per il riutilizzo dei beni confiscati in Valle d'Aosta alla famiglia Nirta".

Presidente - Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il Consigliere Bertin, ne ha la facoltà.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Una sentenza ha definitivamente confiscato alla famiglia Nirta alcuni beni situati in Valle d'Aosta, si tratta del primo caso di confisca nella nostra regione. In effetti, la Cassazione recentemente ha reso definitiva la confisca di alcuni beni situati in Valle d'Aosta alla famiglia Nirta. Il sequestro e in seguito la confisca concernono un valore complessivo piuttosto importante stimabile in milioni, si pensi che solo in depositi bancari in Svizzera sono stati confiscati circa 950 mila euro, che vanno ad aggiungersi agli immobili in Valle d'Aosta, a Quart, a Charvensod, ad Aosta: ad Aosta in questo caso un magazzino, tra l'altro, acquistato con un mutuo regionale in seguito estinto. Anche altri immobili sono stati confiscati a Bovalino in provincia di Reggio Calabria. Anche gli immobili sono stimati con cifre significative, poco inferiori al milione complessivamente. Il nucleo familiare in questione dichiarava però al fisco redditi di poche migliaia di euro, praticamente una situazione da soglia della povertà. Questa maxi confisca, di cui dicevamo, si inseriva, si inserisce in un'operazione dei carabinieri contro il traffico internazionale di stupefacenti gestito dalla 'ndrangheta. Nel giugno del 2009 nel corso di quest'operazione antidroga vennero arrestati i fratelli Donato e Giuseppe Nirta, il primo domiciliato in Colombia e il secondo abitante e residente a Quart, i nipoti Franco e Roberto Di Donato tutti residenti in Valle d'Aosta. Il provvedimento era scaturito dalle indagini avviate nel 2007 nei confronti di quella che si riteneva - e forse si ritiene ancora - una diramazione della Cosca Nirta in Valle d'Aosta, una cosca coinvolta nella famosa "Faida di San Luca" nella Locride, così riportava l'ANSA di quel periodo. Secondo quanto indagato dai carabinieri, la droga proveniva dalla Colombia, arrivava in Italia tramite la Spagna e l'Olanda, non era però...come dire? orientata al mercato valdostano bensì evidentemente, viste le dimensioni, un mercato più ampio: quello del nord Italia. I fratelli Nirta in particolare avevano dei precedenti specifici in questo settore ed erano tenuti sotto controllo da diverso tempo dai carabinieri in quanto avevano delle frequentazioni malavitose di spicco: delle famiglie pericolose della 'ndrangheta calabrese. Insomma, erano tenuti sotto controllo perché vicini alla 'ndrangheta e dediti al traffico di droga internazionale. Tutti e quattro saranno poi condannati nel 2010 e tuttora diversi di questi sono ancora in carcere, tutti condannati per traffico internazionale di stupefacenti, ma non per associazione mafiosa, anche se vi è tutto...mi pare ovvio che trafficare grandi quantità di droga dalla Colombia senza avere una qualche copertura dalla 'ndrangheta è piuttosto improbabile, anche se teoricamente possibile.

Come dicevamo, questo è il primo caso di confisca di beni in Valle d'Aosta. Nel 2010 con la legge n. 11: "Politiche ed iniziative regionali per la promozione della legalità e della sicurezza", in particolare con l'articolo 9 di questa legge, si andava a prevedere degli interventi di sostegno per un riutilizzo dei beni confiscati e degli interventi finanziari di sostegno ad un recupero di questi beni ad un uso sociale. Purtroppo eravamo stati previdenti e lungimiranti...in questo caso all'epoca non c'erano ancora beni confiscati e purtroppo recentemente abbiamo visto che sono stati confiscati dei beni anche in Valle d'Aosta. Considerata l'importanza e il valore simbolico rappresentato da un rapido riutilizzo a scopo sociale di tali beni, ci chiedevamo quali potevano essere i tempi previsti per il loro riutilizzo e se erano state prese iniziative dal Governo regionale in tal senso. Grazie.

Presidente - Per la risposta, ha chiesto la parola il Presidente della Regione Rollandin, ne ha la facoltà.

Rollandin (UV) - Oui, merci Président.

Je remercie le collègue qui a voulu rappeler aussi ce qui a été fait pendant les années pour des cas analogues; à ce moment la loi prévoyait justement qu'on puisse intervenir, étant donné qu'il n'y avait pas des cas échéants, on avait imaginé d'intervenir pour d'autres situations au Piémont, comme on a fait et justifié au niveau du Conseil.

Pour ce qui est des deux questions posées par le collègue, la première est: "se e con quali tempi si ritiene possibile un riutilizzo dei beni confiscati alla famiglia Nirta", le Tribunal d'Aoste nous a transmis la semaine dernière, conformément aux compétences préfectorales attribuées à notre Région, la mesure définitive de confiscation qui, aux termes de l'article 45 del decreto 159 du 2011, Code de loi antimafia, doit être communiquée, entre autres, au Préfet territorialement compétent, en fonction de l'endroit où se situent les biens confisqués. Pour ce qui est de l'utilisation desdits biens, il revient all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata de décider de la destination des biens confisqués. D'ordinaire, elle dispose d'un délai de 90 jours pour adopter l'acte y afférent, délai qui peut être prolongé d'autres 90 jours en cas d'opérations complexes ou si les biens sont en communion à d'autres sujets. Par ailleurs, vu que lesdits biens ont été confisqués dans le cadre du délit d'association finalisé au trafic illégal de stupéfiants, la lettre d) du troisième alinéa de l'article 48 du décret législatif n° 159 de 2011 prévoit expressivement que ces biens soient transférés au patrimoine des Communes où ils sont situés, à savoir, dans ce cas précis, Aosta, Charvensod, Quart. Lesdites Communes peuvent alors soit les administrer directement, soit - ce qui est préférable - les confier, à titre gratuit éventuellement, à des associations ou communautés de réhabilitation de toxicomanes œuvrant sur le territoire. J'ai voulu spécifier ce cas car cela justement sera de compétence des Communes et non pas de la Région, comme il était avant de cette modification de loi.

Pour ce qui est de la deuxième question: "se sono già state prese iniziative in tal senso e gli intendimenti del Governo regionale in merito", comme j'ai dit, la destination des biens confisqués ne relève donc pas au Gouvernement régional, qui n'est pas compétent en la matière et il ne saurait prendre aucune initiative dans ce domaine. Ce n'est qu'après l'adoption de la mesure portant la destination des biens aux Communes concernées que le Gouvernement régional pourra, éventuellement, intervenir afin de soutenir les projets relatifs à la réutilisation des biens confisqués, conformément aux dispositions de l'article 5 de la loi régionale n° 11. Il y aura alors la possibilité d'intervenir pour examiner ensemble quels sont les projets concernant les biens qui ont été confisqués. Merci.

Président - Pour la réplique, la parole au Conseiller Bertin.

Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.

Grazie per le precisazioni in merito a questa questione. Come diceva anche lei, questo è il primo caso di confisca in Valle d'Aosta, è un fatto comunque non trascurabile, insomma, significa che anche la nostra Regione, purtroppo, è coinvolta da questioni di questo genere riguardanti il traffico internazionale di droga e...comunque indirettamente ad organizzazioni criminali di stampo mafioso...indirettamente in questo caso. Come dicevo, è importante anche per il valore simbolico che può rappresentare un rapido riutilizzo di questi beni, meglio se a scopo sociale. Abbiamo, tra l'altro, anche approvato una legge per sostenere un riutilizzo in questo senso, comunque in ogni caso la cosa principale è che rapidamente questi beni tornino alla comunità, ai Comuni in questo caso, per un utilizzo...come dire? pubblico di questi beni: i beni sottratti a dei malavitosi che si sono arricchiti col traffico internazionale di droga in questo caso. Questo è molto importante, a mio avviso, che la comunità si riappropri di questi beni appartenenti a questi trafficanti di droga. Questo, come dicevo, è anche un segnale dei tempi che non può essere sottovalutato, sono preoccupanti queste presenze in Valle d'Aosta di famiglie comunque direttamente o indirettamente legate alla 'ndrangheta, tra l'altro, delle famiglie estremamente pericolose ed importanti come quella dei Nirta, la parte calabrese della famiglia...

Sarà anche l'occasione per utilizzare quella legge che abbiamo approvato all'unanimità nella scorsa legislatura, come dicevo in precedenza, siamo purtroppo stati previdenti in questo caso e oggi almeno utilizzeremo questa legge dandole il più possibile sostegno al fatto che vengano riutilizzati a scopo sociale appunto dandoli a delle associazioni o a chi sul territorio si occupa di promozione sociale, per dare anche un segnale e un valore simbolico...che ha questo riutilizzo di beni confiscati alla malavita. Come ho detto, prima lo facciamo meglio è. So che la Regione Piemonte in questo senso si è mossa, però in Piemonte evidentemente i casi erano superiori, andando a sottoscrivere un protocollo con l'Agenzia statale in questione. Magari potremo utilizzare anche questa via per accelerare i tempi, seguendo un po' quanto fatto dalla Regione Piemonte, che ha credo recentemente sottoscritto o sta per sottoscrivere una convenzione con l'Agenzia che gestisce questi beni. Grazie per la risposta.

Presidente - Punto 18 all'ordine del giorno.