Oggetto del Consiglio n. 1104 del 25 marzo 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1104/XIV - Interpellanza: "Implicazioni derivanti dall'inapplicabilità della norma della legge finanziaria sulla sospensione del salario di risultato dei dirigenti".
Presidente - Per l'illustrazione, ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Torniamo per un attimo indietro nel tempo alla legge finanziaria che ha visto un confronto acceso in quest'aula e, nonostante questo confronto acceso, ho visto anche momenti in cui ci sono state delle sensibilità che hanno cominciato a confrontarsi e a trovare dei riscontri. Sicuramente il tema più delicato è quello che, a fronte della riduzione di risorse pubbliche, bisogna in qualche modo tutti concorrere a fare dei sacrifici. Allora, visto che diciamo che noi Consiglieri regionali siamo i primi esposti in questa trincea - ne parleremo magari più avanti discutendo di leggi che tagliano i compensi agli Amministratori locali -, avremmo dovuto essere quelli che in quella sede davano per primi l'esempio. Ci sono state delle proposte da parte di alcuni Consiglieri regionali che non sono andate a buon fine, ma sicuramente l'idea è quella che, partendo da noi, bisogna comunque estendere questi sacrifici ad altri pezzi dell'Amministrazione pubblica, per quanto ci riguarda, con un obiettivo ben preciso: quello di non andare ad incidere soprattutto sulle fasce più deboli, cioè quella parte di precariato, quella parte di lavoro stagionale, di lavoro a chiamata che è veramente ridotta all'osso in questo momento.
Tra le proposte che ha fatto l'Amministrazione regionale in quest'ottica di razionalizzare e ridurre i costi della spesa pubblica c'è stato il tentativo di inserire al comma 4 dell'articolo 8 la possibilità di disporre attraverso l'indizione di un tavolo di concertazione...questo è molto importante precisarlo, cioè l'Amministrazione non in modo unilaterale, ma dicendo: "chiamo ad un tavolo i sindacati e dico: insieme alle parti sociali cerco di sospendere per il 2016 l'erogazione del salario di risultato dei dirigenti del comparto unico e dell'Azienda USL"...quindi un'azione che doveva passare attraverso il tavolo della contrattazione. Dalla lettera che il Presidente della Regione ha trasmesso al Presidente del Consiglio e che è stata distribuita apprendo che la risposta è picche, che non si può fare: non si può fare però con due sfumature diverse: la prima sfumatura è che, per quanto riguarda il contratto dell'Azienda USL, si dice: "è un comparto nazionale", quindi i sindacati non possono contrattare questo compenso, mi viene però da suggerire una cosa...se questo non si può fare, quale altra soluzione si può mettere in campo? Io ne ho una: è la riduzione del numero dei dirigenti, perché se non posso ridurre gli stipendi, posso ridurre il numero dei dirigenti. Qui forse qualcuno in Valle d'Aosta non ha capito che a fare questo "giochino" abbiamo due esempi clamorosi: uno è l'esempio Casinò, "per colpa sua", "per colpa dell'altro", "è colpa di Frigerio", "e colpa di Tizio", "e colpa di Caio", non si tocca niente, si continua a vivere come se nulla fosse e qui chiuderemo la baracca se non si interverremo. Vi è poi l'altro esempio: l'esempio del Don Bosco, che ci si mette attorno ad un tavolo e si discute insieme come ridurre gli stipendi e non si licenziano le persone, si salvano i posti di lavoro. Allora, l'Amministrazione regionale, dipendenti tutti, dirigenti che dicono e ci scrivono: "tagliatevi lo stipendio Consiglieri regionali", beh, non scrivetelo a noi del PD, alla minoranza dell'ALPE, ai Cinque Stelle, che sono arrivati dopo, all'UVP, perché siamo qui con delle proposte da anni, scrivete queste lettere ai Signori della maggioranza che si decidano a tagliare lo stipendio! Noi però siamo in quest'indirizzo, però vi diciamo anche a voi dirigenti: cosa volete? La riduzione del numero delle dirigenze o facciamo un ragionamento tutti insieme per ridurre i costi dell'Amministrazione pubblica e salvare i posti di lavoro con una disoccupazione che in Valle d'Aosta ha sfondato le due cifre? Qual è il percorso che si vuole fare come comunità? Siamo 120 mila abitanti, non è che siamo la Cina o gli Stati Uniti, siamo 120 mila abitanti, ci conosciamo tutti, ci incontriamo per le strade: l'operaio, il dipendente comunale, il dirigente, siamo una famiglia, decidiamo come gestire questa famiglia, perché se io mi sento scrivere: "qui non si può fare nulla", dico: ma qual è la controproposta? Allora, in USL c'è il contratto nazionale, quindi lì o si riducono i posti o niente. Per il comparto unico si dice: "ah ma questo...", la definizione precisa e puntuale...hanno evidenziato che la materia inerente al trattamento economico è riservata alla contrattazione collettiva di comparto non essendo pertanto possibile intervenire in riduzione senza questa contrattazione di comparto. Benissimo, appunto la legge dice: "si faccia un tavolo di concertazione", questo dice la legge. In quel tavolo di concertazione si può dire: "ma no, non sospendiamolo tutto, sospendiamo il 20 percento, sospendiamo il 30, facciamo una trattativa...", cioè mettiamo in campo una trattativa di buon senso. Io stamattina ho sentito un collega che diceva che addirittura ci sono dei dirigenti che, nonostante abbiano avuto dei problemi, hanno comunque avuto i compensi, ma allora dico: ma i sindacati che ruolo hanno in questo tavolo? Neanche alle persone che hanno avuto dei problemi si può ridurre lo stipendio, cioè ci stiamo rendendo conto che la Valle d'Aosta va a fondo? Che non possiamo mantenere questo status quo, questa situazione di immobilismo assoluto, sennò a pagare saranno i più deboli? È da mesi che faccio interpellanze affinché partano questi benedetti "lavoretti" per quelli delle mostre e dei castelli, per questi disperati che riescono a lavorare sei-sette mesi all'anno...la risposta è: "non ci sono i soldi". Dall'altra parte il mondo imprenditoriale dice: "io ho bisogno di fondi per far ripartire l'attività", e anche lì ci vogliono i soldi e nessuno rinuncia ad un pezzo del suo modo di essere...della sua retribuzione.
Io quindi trovo che questo modo di porsi non possa essere accettato e allora mi chiedo: di fronte ad una situazione di questo tipo in cui l'ARSS dice: "beh, qui non si può far niente", che cosa fa l'Amministrazione regionale, che invece in legge aveva messo questo provvedimento? Se l'ha messo in legge, suppongo che abbia fatto i calcoli di quanto comporta quel risparmio e, avendo dedotto quel risparmio, abbia immaginato di collocarlo o negli investimenti per le imprese, o nel sociale, o, come sostengo da tempo, nella difesa di quei pochi posti di lavoro, perché forse questo pomeriggio affronteremo anche il tema di quei precari del settore della forestazione, gli impiegati della forestazione, e il nodo di tutti i nodi, oltre a "stabilizzazione sì", "stabilizzazione no", "si può", "non si può", è: ma ci sono i quattrini per pagarli? Questo è il punto. Allora, questa è l'interrogazione che faccio al Governo regionale e dico: quanto costa, cioè, non avendo operato quest'operazione qui, per pagare quei dirigenti del 2016 a chi si toglie? Agli anziani, ai deboli, a chi? A chi andiamo a togliere? Chi lasciamo a casa? Dei precari per poter garantire questa retribuzione? Questa è la domanda e bisognerà che prima che prima o poi qua dentro quest'aula, al di là delle nostre bagarre, si prenda una decisione in qualche direzione, perché altrimenti così facendo questa Regione non va da nessuna parte! Magari poi c'è qualcuno che vive sulle nuvole, chiede di ridiscutere i contratti, aumenti contrattuali, eccetera, mentre c'è la gente che non ha un lavoro. La priorità per il Partito Democratico è non ridurre ulteriormente gli stipendi ai più deboli che non permettono alle famiglie di arrivare a fine mese, perché poi dobbiamo integrare l'affitto, dobbiamo correre ai ripari con contributi di sostegno alle famiglie e quant'altro. Allora è inutile intervenire sugli stipendi più bassi, perché più giù di lì poi dobbiamo cercare i soldi da un'altra parte, ma, laddove ci sia la possibilità di fare un ragionamento, bisogna provare a farlo, perché altrimenti qui i conti non tornano e i numeri dei disoccupati in Valle d'Aosta vanno alle stelle.
Presidente - Grazie. Per la risposta, ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha la facoltà.
Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.
Nell'interpellanza il collega ha ripercorso quello che è avvenuto nel momento in cui c'è stata la discussione sulla finanziaria. Voglio ricordare che c'era un emendamento che non era stato accolto, perché parlava del 2015, allora si è modificato quest'emendamento che era dichiarato inammissibile, portando al 2016...ora, proprio perché era un emendamento che andava in una certa direzione, che era anche comprensibile...poi 2016, quindi diveniva accoglibile e l'abbiamo votato, il riferimento è a quello...ora, quell'emendamento non era stato oggetto di un approfondimento sulla riduzione dei costi legati all'effetto indotto sia per l'USL che per...questo solo per dire che non c'era questo calcolo.
Tenendo conto che logicamente nel bilancio che abbiamo presentato, approvato nel 2015 questa parte contrattuale, che fa parte dei premi di risultato sia per gli uni che per gli altri, tiene conto di una percentuale che è stata messa proprio in funzione di questo: retribuire chi raggiunge quegli obiettivi, questo era un po' il punto... In quel momento appunto si è detto: "se vogliamo dare un segnale..." e abbiamo votato quell'emendamento; poi, in conseguenza di quest'emendamento, noi abbiamo organizzato queste riunioni, dove abbiamo detto quali erano gli intendimenti. È emerso quello che ho raccolto nella lettera che lei ha evidenziato, per quanto riguarda l'USL, il discorso dei medici, hanno fatto presente che c'è un contratto nazionale, che quindi come tale non è soggetto ad una discussione che in qualche modo vada a toccarlo in questa fase, ecco, voglio solo dire che...lei ha detto: "ma, allora, qual è la soluzione?". La soluzione della riduzione dei dirigenti è in fase avanzata di discussione all'USL, questo...la riorganizzazione dell'USL passa anche attraverso la riduzione dei dirigenti e quindi di una serie di riorganizzazioni che vanno nella direzione auspicata, quindi questo lo si sta facendo; adesso io non so ancora dire quale sarà il risultato economico di questa fase, però è in atto. Per quanto riguarda invece la parte riferita...poi le risponderò puntualmente, ma è solo legato al ragionamento che lei ha fatto e che ha una sua logica...per quanto riguarda il discorso della predisposizione a livello regionale, anche qui la riorganizzazione come ha visto sia nel bilancio, e lì è stato quantificato il risparmio...si sta facendo con quella logica che lei ha appena ricordato, quindi su questo c'è una differenza tra USL e Regione come impostazione già in atto e come fase avanzata.
Venendo alle domande puntuali: "quali oneri aggiuntivi comporti la mancata possibilità di applicare...", allora, in primo luogo va chiarito che gli uffici non hanno espresso alcun parere legale a conforto della norma in argomento, su cui vi è stato semplicemente un parere di contabilità dal punto di vista finanziario rispetto ad una prima versione che, come le ho detto, si riferiva al 2015. In ogni caso l'impossibilità di applicare la norma in questione non comporta alcun onere aggiuntivo, in quanto la sospensione, peraltro temporanea, che era prevista in quest'emendamento della retribuzione di risultato della dirigenza del comparto unico e dell'Azienda USL sarebbe stata destinata al finanziamento di un nuovo fondo diretto ad incentivare la mobilità e il distacco del personale del comparto per l'Azienda USL e le società partecipate e controllate. Pertanto l'applicazione della norma stessa non avrebbe comportato alcuna economia di bilancio regionale, né tanto meno di spesa del personale.
Per quanto riguarda il secondo punto: "affrontare la questione della riduzione della spesa a fronte del rischio di riduzione dei tempi di assunzione o della non assunzione del personale precario...", sul discorso del personale precario...di questo ne parlo sia in funzione...credo intenda dire sia per l'USL che per la Regione. Nell'ambito dell'USL c'è stato un piano che tiene conto di quelle che sono le carenze di organico e quelle che sono quindi le esigenze di far fronte con il personale precario. Per quanto riguarda la Regione, come lei sa, lo stiamo facendo a livello di Amministrazione, noi non abbiamo...Amministrazione regionale, eh...qui precari non ce ne sono più, abbiamo dei precari legati ad attività stagionali o ad attività che comunque non sono continuative durante l'anno e che quindi tengono conto di questa situazione specifica. La Giunta quindi ha già affrontato la questione della riduzione della spesa del personale in applicazione degli altri commi dell'articolo 8 della legge finanziaria approvando il 20 febbraio scorso il piano di riduzione della dotazione organica, che a regime consentirà dal 2017 in avanti un risparmio strutturale di circa 2.300.000 euro annui. Questi risparmi, peraltro, non si traducono in possibilità occupazionali, da un lato, perché ciò sarebbe in contraddizione con la necessità di razionalizzazione degli organici e della relativa spesa a cui sono confrontate tutte le pubbliche amministrazioni; dall'altro perché vi sono precise limitazioni normative alle possibilità di assumere nuovo personale, perché, come lei ricorda, ci sono gli "scivoli" che sono previsti che possono permettere il pensionamento anticipato, però dove si dichiara l'eccedenza non è più possibile riassumere, perché è una delle condizioni perché si accetti, si certifichi - tra virgolette - "l'eccedenza", quindi questo è un po' il limite.
La tematica quindi del precariato deve sicuramente cercare delle soluzioni adesso anche a livello di quelle che sono le norme nazionali da...cioè il fatto di premiare a livello di aziende non tanto nel pubblico, ma nel privato questo credo che stia avendo i primi risultati anche in Valle da quello che ci viene detto, quindi sicuramente è un dibattito aperto, che deve essere sicuramente oggetto di un confronto vedendo un po' le singole azioni che possiamo portare avanti. Ha ricordato anche quelli che sono gli investimenti nei singoli settori, quello...si è cercato un primo passo, chiaramente credo che non basti, com'è stato detto stamattina, credo che bisognerà tornarci per vedere quali azioni e come soprattutto affidarle per rendere compatibile l'investimento con l'occupazione, perché non dimentichiamo che noi i grandi investimenti li abbiamo fatti e, com'è stato detto anche qui, i grandi investimenti, perché in alcuni casi necessari, non hanno portato proporzionalmente grande occupazione, perché sono stati comunque vinti gli appalti da ditte che sono fuori Valle, che, mentre prima sub-appaltavano, adesso non sub-appaltano nemmeno più, si portano direttamente gli operai, vengono qui, lavorano qui, gente che viene da fuori e non credo che ci sia...mentre quello che anche lei aveva ricordato in altra occasione: il discorso di arrivare a degli appalti più piccoli, cioè a dei lavori compatibili con la nostra predisposizione ad un tipo artigianale o piccole aziende, porta a dei contratti che possono essere anche attivati con cottimo fiduciario e quindi avere la possibilità di accompagnare l'investimento con l'occupazione, che non è sempre scontato. Ecco, questo credo che sia un po' l'argomento che ci troverà di nuovo fra qualche tempo a confrontarci per riuscire a trovare delle soluzioni che concordiamo devono essere trovate.
Presidente - Grazie Presidente. Per la replica, ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Vede, Presidente Rollandin, è chiaro l'imbarazzo di aver scritto e votato una norma...dico non l'imbarazzo suo, ma di tutta la maggioranza, di aver scritto e votato una norma inapplicabile e una norma in cui si cerca di dire: ma i conti sostanzialmente sono quelli che non c'era né un vantaggio, né uno svantaggio, io le dico dai conti che invece faccio io leggendo il comma 4 che lo svantaggio c'è eccome, perché, al fine di ridurre la spesa complessiva del personale e creare un fondo...però il fondo era per utilizzare e incentivare la mobilità e il distacco del personale del comparto, quindi alleggerire la macchina regionale verso l'Azienda USL e le società partecipate e controllate, quindi determinare di fatto un risparmio, perché l'USL e le partecipate sono sempre comunque la stessa... È inutile quindi che mi si dica che la norma adesso l'avete buttata lì a casaccio, no, la norma aveva un suo senso, però è risultata inapplicabile e questo è un problema perché ogni giorno ci confrontiamo con una situazione di sostanziale status quo, di immobilismo, non si riesce a smuovere una virgola, non si riesce a ridurre di 10 euro un incentivo, non si riesce a modificare nulla! Poi, utilizzando in modo restrittivo, giustamente, la parola "precario" per quanto riguarda l'Amministrazione pubblica, mi dice: "qui di precari non se ne vedono", certo li abbiamo spostati nella Società dei Servizi, però lì quelli che lei ha chiamato "stagionali" sono gli ex precari dell'Amministrazione pubblica...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
...no, ma è solo una questione linguistica, mica le muovo un rimprovero, è solo perché magari chi ci ascolta e non è abile nell'usare il linguaggio, allora non capisce..."cosa vuole dire? Precario...ma Donzel non si è espresso bene". No, mi sono espresso proprio bene, precario sintetizza tutto quel mondo che oggi è spostato di là e che ogni giorno noi sappiamo gli riduciamo di un'ora, gli riduciamo di una settimana, eh, questi qui non c'è sindacato che li difende! Questi qui non sono come i Consiglieri regionali che si autovotano lo stipendio, questi non hanno il sindacato che dice loro: "inapplicabile, intoccabile", non si può far niente come i dirigenti, questi qui ogni anno hanno un bilancio regionale che prevede una cifra e ogni anno quel bilancio dice che ci sono meno risorse e stanno a casa: questo è quello che succede. Allora bisogna in questa situazione di immobilismo che si decida da che parte si va, si decide che quelli che stanno bene stanno bene, costruiamo questa società dei pochi e chi ha avuto fortuna in passato, è salito sul treno giusto se la cava e chi è sfortunato ed è caduto o perché per un anno non ha fatto la domanda, è nato sei giorni dopo nell'anno successivo...non c'è, quello lì sta a casa. Secondo me, questa è una cosa che negli anni a venire dovremo in qualche modo rivedere, perché se la logica è quella di difendere lo status quo, io penso che la Valle d'Aosta andrà incontro a delle grossissime difficoltà e diseguaglianze, che non è l'obiettivo per cui noi sediamo in questo Consiglio regionale.
Presidente - Grazie. Punto 26 all'ordine del giorno.