Oggetto del Consiglio n. 1100 del 25 marzo 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1100/XIV - Interpellanza: "Istituzione di un tavolo di coordinamento permanente per un confronto tra gli enti gestori dei servizi a favore dei profughi".
Presidente - Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Guichardaz.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Non ci siamo messi d'accordo con la collega Morelli, ma evidentemente l'articolo riportato sulle pagine locali de La Stampa di Asti è uscito prepotentemente dalla provincia astigiana ed è arrivato anche qui da noi altrettanto prepotentemente. Io ho letto su internet questo dossier curato dalla giornalista Laura Secci e devo dire che mi è dispiaciuto vedere che fa riferimento ad una Cooperativa valdostana: la Leone Rosso, per raccontare di situazioni direi non proprio edificanti. Non essendomi recato direttamente sul posto, poi non posso che prendere atto di quanto viene scritto nell'articolo in questione, che, per chi non l'avesse letto, è diventato quasi virale su Facebook: descrive le condizioni di vita di un gruppo di profughi pachistani ospitati in una frazione appunto della provincia di Asti e affidati alle cure della Cooperativa aostana Leone Rosso. Non è questa la sede per stigmatizzare comportamenti o atteggiamenti che dice il giornale siano stati posti in essere dalla citata Cooperativa in un'altra regione, anche per una questione di rispetto dei livelli istituzionali e delle competenze territoriali, ma riteniamo che sia questa la giusta sede per verificare se le presunte - ripeto: presunte - anomalie nella conduzione di questo centro di accoglienza ubicato nel borgo di Robella d'Asti, anomalie che vengono imputate a Leone Rosso, sono replicate anche qui in Valle d'Aosta. Infatti, come già è stato spiegato questa mattina, la Cooperativa valdostana, insieme alla Caritas Diocesana e alla Cooperativa La Sorgente, gestisce uno dei tre servizi di accoglienza profughi esistenti in Valle, per l'esattezza quello di Verres. Per chi ci ascolta stiamo parlando dei servizi di accoglienza profughi affidati dal Ministero dell'interno alle varie prefetture italiane, interamente pagati - questo è bene ribadirlo - con denaro di provenienza statale e comunitario, cioè questi 35 euro pro die stanziati per ciascun profugo accolto in Valle d'Aosta, o presunto profugo, pesano in alcun modo sulle finanze regionali. Per doverosa informazione, anche per sdrammatizzare certe idee, al singolo richiedente asilo dovrebbe essere data, come previsto dalla convenzione, una carta acquisti caricata ogni giorno con 2 ero e mezzo e utilizzabili solo ed esclusivamente nei negozi convenzionati. Questi 2 ero e mezzo al giorno quando vengono dati, è tutto ciò che finisce in tasca, se si può dire, di queste persone e questi 2 euro e mezzo sono utilizzati per l'acquisto di generi voluttuari; in teoria il cibo, i generi per l'igiene personale e il vestiario dovrebbero essere forniti dall'ente o dall'associazione che gestisce il servizio.
Brevemente cerco di spiegare qual è lo scopo di questi centri, giusto perché si faccia chiarezza intorno ad un tema generalmente poco conosciuto e di cui si parla spesso per sentito dire. Qua non stiamo parlando dei Centri di Primo Soccorso e Assistenza (i CSPA), quelli cioè in cui transitano gli immigrati che arrivano magari sui barconi, quelli di cui leggiamo le tragiche cronache ormai quotidianamente, parliamo invece di centri di accoglienza per i richiedenti asilo, cioè di quelle strutture in cui sostano appunto le persone richiedenti asilo in attesa che venga definito il loro status dalle autorità competenti. Ad ogni prefettura viene assegnata dal Ministero dell'interno una quota di profughi, le prefetture poi si occupano della loro sistemazione presso questi centri convenzionati, in attesa appunto che si definisca l'iter amministrativo che dovrà dire se si tratta o meno di persone aventi diritto all'asilo (io parlo di asilo per semplificare, anche se oggi si usano altre diciture). Come ho già cercato di spiegare, le prefetture emettono un bando e, sulla base delle offerte pervenute, assegnano l'appalto. A dire la verità, in Valle d'Aosta non è stato fatto un appalto vero e proprio per l'identificazione dei soggetti affidatari, ma una sorta di indagine conoscitiva tra gli enti pubblici e di mercato tra quelli privati e ricorre di nuovo quest'indagine di mercato a cui hanno appunto aderito, come già è stato detto stamattina, Fondazione Opere Caritas per 20 posti letto, la Cooperativa La Sorgente per 18 posti letto e la Leone Rosso per 24 posti letto. Che cosa stabilisce il disciplinare di affidamento del servizio a questi tre soggetti? Diciamo che esiste uno schema fisso uguale un po' per tutte le prefetture, che in gran sintesi prevede almeno un servizio di gestione amministrativa, uno di assistenza generica alla persona, tra cui il servizio di lavanderia, per esempio, i vari servizi di pulizia e di igiene ambientale, tra cui la pulizia giornaliera - ribadisco: "giornaliera" - e periodica dei locali e degli arredi, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, un servizio di erogazione dei pasti che deve essere svolto per sette giorni alla settimana "con somministrazione - dice il disciplinare - di colazione, pranzo e cena"; poi un servizio di fornitura beni: lenzuola, coperte, prodotti per l'igiene personale e poi la famosa erogazione di 2 euro e mezzo al giorno a testa sotto forma di buoni spendibili presso strutture convenzionate...che ne so? per l'acquisto di schede telefoniche, di snack, di giornali, di sigarette, di biglietti per il trasporto pubblico. Con questi 2 euro e mezzo che gli vengono dati queste persone devono un po' arrabattarsi, devono cercare, diciamo, di acquistare le cose che servono loro. Infine, il gestore è tenuto ad assicurare una serie di servizi che favoriscano l'integrazione, cioè servizi di assistenza linguistica e culturale, di informazione giuridico-normativa relativamente alle norme sull'immigrazione e ai diritti e doveri dell'immigrato, un servizio di sostegno psicologico, tenete conto che molte di queste persone arrivano da scenari di guerra, di abusi, di violenze e pertanto tante sono provati da un punto di vista anche psicologico, oltre che fisico, e poi il servizio sanitario, di orientamento al territorio, e via dicendo. Insomma, l'affidatario di questo delicatissimo servizio deve garantire una presenza costante presso la struttura, deve garantire una seria presa in carico di queste persone.
Per dare un'idea ai colleghi di come dovrebbero essere questi servizi, bisognerebbe leggere lo schema di capitolato d'appalto approvato con decreto ministeriale del 21 novembre 2008. Non abbiamo tempo di sviscerarlo bene, ma è interessante rilevare alcune indicazioni che danno il senso di come dovrebbe essere espletata la convenzione. Intanto è ben specificato il ruolo dei servizi di prefettura in questo schema di capitolato nell'acquisizione di informazioni da parte dei gestori dei servizi. Questi ultimi, i gestori dei servizi, cosa devono fare? Devono inviare all'Ufficio di prefettura con cadenza settimanale un rendiconto dei pasti consumati: questo è stabilito dal capitolato; devono comunicare ogni due mesi alla Prefettura un report sui servizi effettivamente erogati, quantità delle prestazioni sanitarie, una tabella riassuntiva delle prestazioni di assistenza generica alla persona, con addirittura l'indicazione, colleghi, delle ore di lavoro utilizzate per tali prestazioni, cioè non è una roba che ogni due mesi facciamo un report dicendo: "tutto bene, è andato tutto bene". In più devono indicare il numero delle presenze effettive del personale destinato ai suddetti compiti, l'analisi dei costi del personale, la qualità dei beni acquistati e via dicendo. La Prefettura, colleghi, è obbligata ad effettuare controlli periodici in loco, non solo su segnalazione, dovrebbe pianificarli e fare opportune analisi dei report inviati dai gestori per vedere se vi è rispondenza fra quanto dichiarato e la situazione reale. Tutto questo determina un giudizio complessivo sulla capacità dell'ente, o dell'impresa, o dell'associazione di gestire il servizio affidato anche al fine di un'eventuale proroga o dell'erogazione di sanzioni come previsto dallo schema di capitolato.
Non voglio prendere altro tempo, perché il tempo è poco, ma per questioni...diciamo che voglio parlare un attimo dell'interpellanza che cita il famoso articolo di cui abbiamo detto oggi, quello intitolato: "i pachistani sulla cima di Robella: "ci hanno abbandonati qui". La Cooperativa valdostana Leone Rosso: "è tutto in regola", ma in Paese monta la protesta". Questo è un po' l'articolo, non sto a riassumerlo, vi invito a leggerlo. Dicevo che l'interpellanza chiede sostanzialmente se qui in Valle d'Aosta si è accertato una situazione diversa da quella presentata su La Stampa di Asti, se cioè la Leone Rosso gestisce il servizio di accoglienza con il dovuto scrupolo secondo quanto previsto dal disciplinare della convenzione. Ricordo che la Leone Rosso qui da noi è affidataria di 24 profughi, che mi risulta essere ospitati in alcuni appartamenti di Verres, profughi per i quali la Cooperativa aostana, colleghi, percepisce dalla Prefettura circa 25 mila euro al mese, cioè 305 mila euro all'anno...metteteli tutti insieme...25 mila euro, una cifra che sicuramente permette una degna presa in carico dei nostri ospiti, ai quali dobbiamo, anche solo per un dovere di ospitalità, assicurare accoglienza, attenzione e rispetto. Grazie.
Presidente - Per la risposta, la parola al Presidente Rollandin.
Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.
Già questa mattina la collega Morelli aveva chiesto più o meno le stesse cose e in più aveva inserito quest'ultima nota, che adesso lei ha voluto riprendere, del Piemonte, di cos'è successo vicino ad Asti. Allora, correttamente lei ha detto che fino adesso la nostra giurisdizione finisce a Pont-Saint-Martin, per adesso non dobbiamo occuparci anche di Asti, non so se poi succederà che Asti si occuperà di Aosta, ma per il momento non è così. Diciamo che, per quanto è nella situazione attuale, abbiamo...come ho già risposto, io riprendo tutti i dati che ho già...ripeto: questa mattina...che lei ha già ricordato, perché lei mi chiede: "se sono state verificate le condizioni di abitabilità e idoneità d'uso delle strutture, quante persone...", allora, i cittadini stranieri richiedenti la protezione internazionale assegnati alla Valle d'Aosta nell'ambito del piano di accoglienza dei profughi sbarcati sulle coste italiane sono ospitati presso le strutture di accoglienza che lei ha ricordato, i tre riferimenti: 17 cittadini stranieri presso la struttura Piccolo Albergo di Comunità, 20 presso l'Abri Monsieur Vincent sita ad Aosta e 24, come ha detto, presso l'immobile situato a Verrès gestito dalla Cooperativa Leone Rosso
Per quanto riguarda l'idoneità delle strutture, si evidenzia che tutte risultano rispettare le caratteristiche previste dal manuale operativo per l'attuazione della gestione dei servizi di accoglienza e integrazione per i richiedenti asilo, rifugiati beneficiari di protezione umanitaria, quello che lei ha detto appunto, che non si poteva leggere tutto, ma comunque dove c'è di fatto un'elencazione di criteri che sono da applicare nelle strutture che vogliono accogliere questi profughi, redatto dal Ministero dell'interno, in ordine alla collocazione fisica delle strutture, alle caratteristiche igienico-sanitarie e alla suddivisione e alla grandezza degli spazi. In relazione al personale impiegato presso le strutture, possiamo dire che presso la struttura Piccolo Albergo di Comunità è in servizio un'unità di personale a tempo pieno che si occupa, oltre che dell'assistenza, anche del coordinamento delle attività; inoltre la struttura dispone di un custode per le ore notturne. Presso la struttura Abri Monsieur Vincent è in servizio un'unità di personale a tempo pieno presente anche nelle ore notturne, che si occupa dell'assistenza ai profughi; è inoltre prevista una figura di coordinatore delle attività, ricoperta da un volontario. Presso l'immobile di Verrès sono in servizio due unità di personale dipendente dalla cooperativa con funzioni di assistenza degli ospiti, quotidianamente presenti in struttura, reperibili H24, oltre che due coordinatori delle attività. Tutti i gestori delle strutture inoltre garantiscono in caso di necessità l'intervento di personale specializzato: mediatori culturali, psicologi, personale sanitario, eccetera. In relazione alle attività offerte alle persone ospitate, oltre al vitto e alloggio, si comunica quanto segue: l'avviso pubblico predisposto dalla struttura Affari di prefettura per l'affidamento del servizio di accoglienza prevedeva, fermi restando i servizi obbligatori previsti dalla convenzione quadro ministeriale: servizi di assistenza generica alla persona, servizi di pulizia, servizi di integrazione, la possibilità per i soggetti interessati all'affidamento di prevedere attività utili ad impegnare i soggetti ospitati, tenendo conto che per i primi sei mesi - quindi i sei mesi successivi alla richiesta di protezione internazionale - i richiedenti la protezione non possono svolgere alcuna attività lavorativa, quindi è un fatto volontario se vogliono partecipare ad alcune attività organizzate. Tutti i soggetti che hanno manifestato l'interesse all'affidamento hanno previsto la realizzazione di diverse iniziative di tal genere, in particolare sin dall'avvio dell'accoglienza, nel mese di luglio 2014, hanno posto in essere una serie di attività, tra le quali si possono citare a titolo esemplificativo: corsi di alfabetizzazione in lingua italiana tenuti presso la struttura, tutti gli ospiti sono inoltre iscritti a corsi di italiano organizzati dal centro territoriale permanente per l'educazione degli adulti, attività ludico-sportive, corsi di nuoto, iscrizione degli interessati a società sportive, in particolare di atletica leggera, alcuni ragazzi sono stati inseriti in squadre di calcio locali, coinvolgimento di alcuni ospiti in corsi di percussione, canti e balli tradizionali africani, svolgimento di tirocini formativi vari, partecipazione ad iniziative di sensibilizzazione sul tema dei migranti.
Seconda domanda: "se gli enti rispettano quanto previsto dalla convenzione stipulata con la Prefettura, con quale cadenza vengono effettuati i controlli...", la convenzione è sottoscritta con i soggetti gestori delle strutture e redatta secondo uno schema predisposto dal Ministero al fine di uniformare tutto il territorio ai servizi erogati, prevede una serie di strumenti per verificare la regolarità dei servizi prestati dalle convenzioni stesse, in particolare è previsto che la struttura organizzativa Affari di prefettura della Presidenza della Regione possa in qualsiasi momento disporre, a mezzo dei propri incaricati, verifiche dirette ad accertare l'esatto adempimento delle prestazioni previste dalla convenzione. È inoltre previsto l'invio settimanale o mensile, come lei ha ricordato, non sto a ripeterlo, dell'elenco degli ospiti alla struttura Affari di prefettura, la struttura ha tuttavia concordato con i gestori l'invio giornaliero delle presenze, quindi giornalmente vengono mandati dalle strutture, anche al fine di comunicare quotidianamente al Ministero dell'interno le stesse presenze, l'invio mensile alle strutture Affari di prefettura di una relazione sullo stato di attuazione dei servizi previsti in convenzione, nonché dei progetti presentati dai gestori delle strutture al momento della presentazione della manifestazione di interesse di affidamento dei servizi. In relazione alla possibilità di disporre controlli, sin dall'avvio del piano di accoglienza sono state interessate le reti di soggetti istituzionali presenti sul territorio: assistenti sociali, forze dell'ordine, il Comune, al fine di segnalare eventuali situazioni di non conformità...che quindi dopo che fanno questi controlli...nello svolgimento del servizio. Non è quindi stata prevista l'effettuazione di controlli con una cadenza prestabilita, ma vanno ogni tanto proprio per non immaginare che, sapendo che vanno, magari si danno da fare quel giorno. Ad oggi le reti territoriali non hanno effettuato segnalazioni di sorta in merito a situazioni di particolare allarme. Si comunica in ogni caso che è stato effettuato un sopralluogo a sorpresa presso la struttura gestita a Verrès dalla Cooperativa Leone Rosso, al quale hanno preso parte, oltre al Dirigente della struttura Affari di prefettura, il Sindaco di Verrès, un'assistente sociale e due rappresentanti della stazione dei carabinieri di Verrès. Nel corso del sopralluogo è stata verificata la regolarità della somministrazione dei servizi obbligatori previsti dalla convenzione, oltre alle situazioni igienico-sanitarie dei locali. Sono stati sentiti anche alcuni ospiti della struttura, i quali hanno confermato la regolarità dei servizi, sono stati poi eseguiti dei controlli anche per le altre due strutture con esiti ugualmente positivi.
Siamo infine stati informati che il 23 marzo scorso la Prefettura di Asti ha effettuato una visita al centro di accoglienza di Robella constatando che tutti i punti della convenzione sono rispettati e che la struttura è consona all'accoglienza. Poi ci sono altri...non voglio dire di più su Robella, perché sennò...insomma andiamo a sforare su una questione...comunque poi le darò gli articoli di stampa che hanno ripreso...in cui confermano la soddisfazione di quelli che sono gli ospiti.
"Se vi sono state segnalazioni di situazioni simili a quelle segnalate nel dossier...": la risposta è negativa, non c'è stata alcuna segnalazione nei confronti di alcuni dei soggetti gestori del servizio di accoglienza.
Per quanto riguarda la domanda: "se vi è l'intenzione di istituire un tavolo di coordinamento permanente costituito almeno dai rappresentanti degli enti gestori e della Prefettura...", un tavolo di coordinamento di natura prefettizia è già istituito: si tratta del tavolo di coordinamento regionale per il superamento di situazioni di criticità legate alla presenza temporanea in Valle di cittadini stranieri, istituito con decreto del Presidente della Regione nell'esercizio delle attribuzioni prefettizie n. 260 dell'8 luglio 2014, la cui composizione è stata prevista dal Ministero dell'interno. Il decreto istitutivo del tavolo di coordinamento prevede che, in relazione agli argomenti trattati, possono essere convocati tra gli altri anche gli enti gestori delle strutture di accoglienza, effettivamente in più occasioni i soggetti gestori hanno preso parte alle riunioni del tavolo soprattutto durante le fasi di avvio dei servizi.
Spero di aver risposto, non forse...poi le darò copia su quella che è la comunità di Asti, comunque credo che ad oggi ci sia la possibilità di dire che c'è la regolarità per tutti gli altri. Grazie.
Presidente - Per la replica, la parola al Consigliere Guichardaz.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Io di sicuro non pretendo che lei approfondisca la questione di Asti, io le ho citato l'articolo di Asti - forse, a differenza della collega Morelli, che è stata un po' più soft, io sono andato direttamente nel punto della questione - perché, siccome lo stesso servizio di accoglienza profughi viene fatto dalla Cooperativa Leone Rosso anche qui in Valle d'Aosta, la mia preoccupazione era che le cose segnalate in quest'articolo, in questo dossier fossero replicate in Valle d'Aosta. Lei ci ha confortato, ha detto che qui va tutto bene, che ci sono dei controlli costanti, mi fa piacere. Lei ha dichiarato che ci sono persone costantemente presenti in loco, che c'è un coordinamento, bene, vuol dire che i prossimi sopralluoghi senza preavviso, che spero vengano pianificati...tra l'altro, penso che non ci sia, da quello che so io, questa sovrabbondanza di personale in Prefettura da permettere dei controlli regolari. Sarebbe anche opportuno, siccome è un servizio che costa tanto...ripeto: 25 mila euro al mese non sono proprio noccioline per 24 profughi...è bene che ci sia un controllo costante e soprattutto, come ribadiva lei, non pianificato delle condizioni di queste persone. Io, Presidente, mi sono recato a Verrès, ho visto dove sono ospitati, non è proprio un albergo a quattro stelle, non so se lei c'è stato, sono delle case popolari...35 euro vuol dire mille euro al giorno, vuol dire 25 mila euro al mese, che probabilmente, se fossero spesi per fare corsi di italiano, avere un medico, avere un coordinatore, un cuoco... Non so se poi lei sa se sono loro a cucinare o se forniscono loro i pasti, a me risulta che abbiano una certa autonomia nel prepararsi da mangiare, nel farsi le pulizie. La convenzione è molto chiara: parla di somministrazione di pranzo, colazione e cena, di pulizia giornaliera e di pulizie periodiche, non vuol dire: io do la farina, o do le materie prime e poi lascio che magari qualche profugo un po' più abile a preparare da mangiare si metta lì a tirare il pane, a tirare la focaccia. Queste sono persone che arrivano dai punti di smistamento di cui noi non sappiamo assolutamente né le competenze, né le capacità, né se sono in grado di sovrintendere una cucina, di sovrintendere... I coordinatori non sono all'interno degli appartamenti dei singoli profughi ai quali viene affidato un servizio di coordinamento, diciamo: "facciamoli diventare i capi camera", no, i coordinamenti sono altre cose. Deve essere la cooperativa che in questi 25 mila euro e ribadisco: 25 mila euro al mese...ecco, in questi 25 mila euro mettono tutto il personale adatto, il personale di assistenza, cuochi e via dicendo. Io ho visto quello della Cooperativa La Sorgente, per esempio, beh, questi ragazzi vengono accolti all'interno, lei ha detto, di questa struttura...preparano da mangiare, glielo portano, la mattina partono e vanno a fare i loro corsi e le loro cose, anche perché a brevissimo queste persone verranno chiamate dalla commissione di Torino e dovrebbero essere assolutamente preparate sia da un punto di vista linguistico, sia da un punto di vista normativo per affrontare l'audizione davanti alla commissione, perché, Presidente, la differenza tra il sapersi spiegare, il saper dire, il saper raccontare la propria situazione e il non saperlo potrebbe essere che queste persone non acquisiscono lo status di rifugiati, con tutte le conseguenze del caso, cioè queste persone potrebbero diventare poi nel frattempo clandestini, quindi immigrati clandestini, persone per le quali è previsto magari un respingimento. Bisogna quindi essere il più possibile scrupolosi per metterli nella condizione e per dar loro gli strumenti per poter andare davanti a queste commissioni e spiegare bene le proprie situazioni. Queste sono persone, Presidente, che arrivano da scenari di guerra, da posti...ieri su Presa Diretta...l'altro ieri io ho visto, ho visto tutta la puntata, c'erano persone che raccontavano di aver assistito alla decapitazione e alla tortura magari di familiari, di propri cari, di amici, cioè qua non parliamo di persone che vengono a fare un viaggio di piacere in Italia: sono persone che scappano da scenari di guerra, da scenari magari di abusi, di sevizie e di violenze. Devono essere messe nella condizione di poter esercitare questo diritto e noi siamo coloro che li ospitano e quindi noi abbiamo, credo, un obbligo di accoglienza che non può essere in nessun modo, diciamo, non esplicato.
Riguardo poi al tavolo di coordinamento - e qua concludo -, lo so che esiste un tavolo di coordinamento, ma io intendevo un tavolo che mettesse i gestori insieme per pianificare magari le attività. Ad Asti, per esempio, hanno un servizio, il servizio di approfondimento linguistico, che è un servizio coordinato da più soggetti, cioè le persone vanno tutte magari in questo servizio, lo seguono nella medesima maniera, fanno lo stesso percorso, senza che ci sia l'affidamento al singolo gestore...e così è un po' la definizione di percorsi e di corsi di studio che siano poi non uniformati tra tutti quanti. Grazie.
Presidente - Punto 20 all'ordine del giorno.