Oggetto del Consiglio n. 1097 del 25 marzo 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1097/XIV - Interpellanza: "Iniziative per evitare la propagazione della flavescenza dorata".
Presidente - Per l'illustrazione chiede la parola il Consigliere Grosjean; ne ha facoltà.
Grosjean (UVP) - Merci Président. Mi sembra abbastanza assurdo dover venire in Consiglio a parlare di queste cose...dovrebbero essere dei problemi tecnici, che si risolvono con i tecnici, ma purtroppo, visto che non arrivano le risposte, ahimè, proviamo a parlarne qui.
Siamo ormai alla vigilia della messa a dimora delle barbatelle, a giorni inizia la fase di impianto dei vigneti, e sappiamo benissimo - me l'aveva confermato lei, Assessore - che abbiamo cinque zone focolaio in Valle d'Aosta. L'unica risposta che ho avuto dagli uffici è: "imporremo i trattamenti obbligatori". È previsto dalla legge, è normale, ma sappiamo benissimo che in Piemonte, come nel resto d'Italia, il trattamento, ahimè, non ha risolto i problemi (di questo ne abbiamo già discusso diverse volte). L'unica cosa di cui siamo certi, mi hanno detto gli uffici, è che verranno definite le cinque zone all'interno delle quali saranno fatti i trattamenti obbligatori. Peccato, però, che queste zone sono nel raggio di un chilometro e le ultime informazioni ci dicono che questo insetto, lo Scaphoideus, si sposta di tre chilometri e mezzo al giorno, quindi il trattamento su un chilometro lascia il tempo che trova. Sappiamo benissimo com'è la situazione dei nostri vigneti, in gran parte gestita da hobbisti, sovente neanche troppo professionisti, perché coltivano l'uva per uso familiare, quindi non seguono le indicazioni che vengono date magari dalle cooperative o dai produttori che vinificano, e quindi il rischio di infezioni è molto alto, anche perché abbiamo comunque tutta una serie di vigneti incolti, nei quali probabilmente non vedremo mai delle piante infette, ma potremo avere tanti portatori sani di questa malattia.
Allora io mi chiedo se avete percepito a livello di Assessorato il reale rischio al quale la viticoltura sta andando incontro. Stanno venendo fuori dei risultati, da alcune prove che hanno fatto in Piemonte, alcune anche casuali, e qui mi sento ancora dire: "dovremo fare la sperimentazione"...beh, la sperimentazione vuol dire che prima dobbiamo aspettare di avere i vigneti infetti e poi dopo potremo fare la sperimentazione, non possiamo farla finché abbiamo i vigneti indenni, questo è chiaro! Ma se aspettiamo ad avere i vigneti infetti, ahimè, la nostra viticoltura avrà ben presto finito di poter esistere. Quindi io mi chiedo se veramente c'è la volontà di fare qualcosa, perché ai viticoltori non è stata fatta nessuna comunicazione su eventuali possibilità di...non possiamo certificare la garanzia, ma almeno avere delle reali possibilità di evitare questa malattia, con l'intervento di tecniche che vanno fatte, però, al momento dell'impianto. Non possiamo aspettare l'anno prossimo, non possiamo aspettare due anni per avere la certezza dei risultati; di convegni ne sono stati fatti, in Piemonte si stanno muovendo, e qui non arriva nessuna comunicazione! Purtroppo anche i trattamenti non sono una cosa...dover tornare ad usare i pesticidi...ci sono anche aziende biologiche, e quindi il problema si sta complicando. Aspetto pertanto di avere sue comunicazioni e poi mi riservo di replicare.
Presidente - Grazie Consigliere Grosjean. Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin, per la risposta; ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Grazie Presidente. È un argomento già affrontato in quest'aula, ed effettivamente è un argomento molto tecnico sul quale ci si confronta evidentemente anche tramite le indicazioni degli uffici.
Per dare una risposta puntuale, evidenziamo, come peraltro già fatto con l'interpellanza del 19 novembre scorso, che la flavescenza dorata della vite è una fitopatia da quarantena, oggetto di lotta obbligatoria. La normativa vigente prevede l'applicazione della lotta al vettore Scaphoideus titanus, un insetto che con le sue punte trasmette la fitopatia da una pianta all'altra. Dal momento che non esistono prodotti attualmente riconosciuti dal mondo scientifico in grado di curare e prevenire la malattia, le viti sintomatiche nelle zone focolaio devono essere estirpate e distrutte, come già evidenziato dal collega e come già riferito nella scorsa interpellanza. Il primo ritrovamento in Valle d'Aosta è avvenuto nell'estate del 2006; prima di allora, la Regione era interamente zona indenne. Le zone interessate dai cinque focolai nel 2007 ricadenti nei comuni di Arvier, Chambave, Jovençan, Saint-Pierre e Sarre, e l'area di Aymavilles, in cui si è sviluppato un focolaio nel 2012, sono tornate ad essere zone indenni, in quanto per almeno due anni non sono più state trovate piante malate e questo dimostra, per certi versi, che le azioni intraprese dall'Assessorato nel tempo hanno sortito un effetto positivo, purtroppo contrariamente a quanto da voi segnalato relativamente alla Regione Piemonte, e segnalato non solo da voi, perché è di conoscenza comune che questo fenomeno sta imperversando in Piemonte.
Al momento attuale in Valle d'Aosta sono presenti due focolai, di cui uno più esteso, che si trova tra i comuni di Gressan e Charvensod, come già accennato nello scorso intervento, mentre l'altro interessa i comuni di Issogne e Verrès. Il ritrovamento avvenuto nei mesi scorsi (quindi nell'autunno del 2014) di ulteriori piante sintomatiche nei comuni di Gressan, Charvensod, Saint-Christophe ed Arnad ha portato all'estirpo immediato, in seguito alle analisi di conferma di tali piante, e ha indotto la Struttura competente in materia fitosanitaria dell'Assessorato a disporre un provvedimento dirigenziale che istituisce due nuove zone di focolaio, appunto a Saint-Christophe e ad Arnad, ed estende per precauzione il focolaio di Gressan e Charvensod. Tale provvedimento stabilisce le misure di contenimento da adottare sui suddetti focolai, che consistono nella lotta obbligatoria al vettore secondo le indicazioni impartite dall'Ufficio servizi sanitari, e l'obbligo di estirpo di ogni pianta sintomatica, anche in mancanza di analisi di conferma all'interno delle zone focolaio. Al fine di consentire ai viticoltori di attrezzarsi in tempo utile per gli interventi contro il vettore, entro la prossima settimana sarà data informazione, tramite apposita lettera di comunicazione, a tutti i conduttori e a tutti i proprietari di viti ricadenti nelle zone focolaio, riguardo alla precisa estensione della zona focolaio e alle particelle catastali interessate. La comunicazione conterrà anche una nota tecnica illustrata con le informazioni necessarie al riconoscimento dei sintomi della fitopatia (proprio perché, come diceva il collega, probabilmente non tutti sono dei professionisti) che servirà al riconoscimento del vettore e alle misure obbligatorie da adottare, e verrà trasmessa anche alle Cooperative viticole e all'Associazione piccoli produttori, così come peraltro già fatto nel 2012 per la zona focolaio di Gressan-Jovençan. Le informazioni in merito alle zone focolaio saranno inoltre inserite nell'apposita sezione del sito Internet istituzionale, in modo che possano essere accessibili in qualsiasi momento.
Vista l'azione di monitoraggio svolta sistematicamente sul territorio dai tecnici del Servizio fitosanitario e i risultati raggiunti, testimoniati dal contenimento della malattia attraverso l'applicazione delle specifiche norme di legge, si ritiene di proseguire con la condotta procedurale finora adottata, pur continuando a mantenere alta l'attenzione valutando puntualmente tutte le informazioni relative a questo tipo di tematica. Si sottolinea anche come i tecnici del Settore fitosanitario dell'Assessorato, in stretto contatto con l'Institut agricole régional, prestino costante attenzione alle ricerche e alle prove che avvengono con l'uso di consorzi microbici, micorizzazioni ed uso di altri prodotti, frutto della ricerca e dell'esperienza di qualificati centri di ricerca e produzione. A tal proposito si evidenzia inoltre come l'Institut agricole régional si sia da sempre attivato per ospitare presentazioni di prodotti innovativi, avendo cura di invitare tutti i tecnici e gli operatori del settore, ultimo dei quali quello presentato nell'ottobre scorso nello stesso centro dell'Institut, al quale hanno partecipato comunque molti operatori del settore.
Infine, in relazione alle non meglio specificate informazioni che giungono dal vicino Piemonte, e a seguito di ordinari contatti intercorsi tra le Strutture dell'Assessorato con i colleghi degli altri Servizi fitosanitari regionali ed in particolare con quello della Regione Piemonte, appunto, mi permetto di segnalare come le prove comparative, iniziate nel 2012 in 20 comuni della Provincia di Asti allo scopo di verificare le proprietà preventive nei confronti della flavescenza dorata di alcuni formulati applicati al momento dell'impianto dei vigneti, non abbiano ancora fornito un riscontro positivo nella lotta alla flavescenza dorata, in quanto la presenza di piante con sintomi sia gravi, sia medi, sia lievi, nei vigneti trattati non è risultata significativamente differente da quella nei campi testimone. Si ricorda peraltro a tal proposito che l'efficacia dei formulati non è scientificamente provata, e soprattutto che l'Amministrazione regionale non può indurre l'uso di formulati facendo una pubblicità impropria, evidenziando, come peraltro sicuramente il collega Grosjean sa, essendo un esperto del settore...negli avvisi fitosanitari rilasciati dall'Assessorato non è ad oggi addirittura più consentito indicare i nomi commerciali dei prodotti da utilizzare, ma soltanto il nome del principio attivo, proprio per evitare la pubblicizzazione e favorire un prodotto piuttosto che un altro sul mercato.
Colgo comunque l'occasione per segnalare che proprio in questi giorni (domani, per la precisione) i nostri tecnici parteciperanno per un ulteriore aggiornamento ad un forum scientifico organizzato dal settore fitosanitario proprio in Piemonte, e dedicato alla flavescenza dorata, che rappresenterà un importante e utile momento di confronto in merito al problema. Tutto ciò, per concludere, ribadendo l'attenzione che c'è e continuerà ad esserci anche in merito alla ricerca di soluzioni alternative e complementari a quanto previsto dalla normativa. Evidentemente, questo, come altri problemi che interessano la vite, sui quali ci si è anche già confrontati, sia personalmente che all'interno di competenze più scientifiche, non sono probabilmente di risoluzione immediata, ma fanno parte di un percorso, un percorso al quale io personalmente, ma soprattutto gli uffici sono attenti e sollecitati ad esserlo, per verificare se ci siano delle reali possibilità di poter incidere. Al di là di questo, l'attenzione non può che essere concentrata sulle normative e sugli approcci che comunque nel tempo hanno permesso di limitare questo tipo di infestazione sul nostro territorio.
Presidente - Grazie Assessore. Chiederei per cortesia all'aula un po' di silenzio, perché non si riesce a seguire con attenzione ciò che il relatore espone.
Per la replica ha chiesto la parola il Consigliere Grosjean; ne ha facoltà.
Grosjean (UVP) - La ringrazio, Assessore, ma lei mi ha appena detto che abbiamo avuto dei grossi risultati seguendo il protocollo nella prima zona dove abbiamo avuto un attacco di flavescenza. Peccato, però, che la flavescenza si è allargata su tutta la Valle, quindi vede che il trattamento non è che sia la soluzione pratica... È vero che le istituzioni non hanno ancora certificato e non hanno ancora dato delle risultanze su una tecnica piuttosto che un'altra, ma in Piemonte, se si parla con i viticoltori e non con le organizzazioni...diciamo di ricerca, qualcosa si sta muovendo. Sono state messe a punto delle macchine, e dei risultati ci sono! Ci sono delle aziende che hanno usato determinati prodotti, non le possiamo citare, chiaramente, perché non possiamo fare pubblicità, ma con determinate tecniche i risultati ci sono, ci sono dei vigneti che risultano indenni! Attenzione, non è che avevano utilizzato questi prodotti per la flavescenza, perché non lo sapevano, è una conseguenza! Allora io dico: piuttosto che niente, meglio piuttosto!
A questa gente bisogna quindi dare una comunicazione chiara...se poi l'Ufficio fitopatologico non può, se poi l'Assessorato non può...le ha citate lei, le organizzazioni, le associazioni dei produttori...facciamo passare le informazioni tra i produttori! Altrimenti, Assessore, non mi rimane che chiederle l'elenco dei viticoltori che hanno fatto domanda di impianto quest'anno, la lettera gliela manderò io, ma le comunicazioni gliele faremo avere! Perché, come dicevo prima, è meglio prendersi qualche rischio di possibilità di evitare l'infezione, che dover aspettare i risultati della sperimentazione, è da 40 anni che la flavescenza gira nel mondo viticolo, quindi la sperimentazione purtroppo, gestita con la lotta al vettore, credo sia finita, cioè non abbiamo altre soluzioni. Bisogna valutare altre prospettive e altre possibilità; si stanno aprendo delle piccole finestrelle, piuttosto che niente a questi viticoltori che devono fare l'impianto diamo queste informazioni, che vadano a vedere in Piemonte! Se vuole le do l'indirizzo, nome e cognome delle aziende che usano questi prodotti e che in questo momento, dopo 7 o 8 anni di impianto, non hanno problemi. Però non possiamo rischiare e dire: "la lotta ha funzionato"...non ha funzionato, perché ormai la flavescenza si diffonde in tutta la Valle fra un po'!
Presidente - Grazie Consigliere Grosjean. Credo che possiamo affrontare ancora un punto all'ordine del giorno. Come annunciato precedentemente, potremmo fare il punto 25, per poi riprendere nel pomeriggio le interpellanze rinviate. Punto 25.