Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1072 del 11 marzo 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1072/XIV - Interpellanza: "Individuazione di nuove fonti di finanziamento per la ristrutturazione del Palazzo Cogne di Villeneuve da adibire a sede della Comunità montana Grand Paradis".

Presidente - Per l'illustrazione, chiede la parola al Consigliere Viérin Laurent, ne ha la facoltà.

Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président.

Questa è una vicenda che è giunta alla ribalta delle cronache soprattutto a seguito dell'incontro tra i Sindaci della Comunità montana della zona della Grand Paradis con il Governo regionale. Si parte da una deliberazione della Giunta di agosto...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...non so, Presidente, chi...Assessore Baccega...solo per sapere a chi rivolgersi. Di questa delibera che avete approvato come Governo il 29 agosto del 2014, con la quale si è stabilito di revocare il finanziamento di circa 4 milioni, 3.863.000 euro, concesso a valere sui fondi FOSPI della 48 del 1995 alla Comunità montana Grand Paradis per la realizzazione del progetto concernente la ristrutturazione dell'ex Palazzo Cogne, da destinare a sede della Comunità montana. Questo programma era stato comunicato con una delibera antecedente, che finanziava...quindi tutte le procedure erano state portate avanti e le motivazioni che sono contenute nella delibera che ho citato partivano da due presupposti: uno è il mutato quadro normativo a seguito dell'idea di sopprimere le Comunità montane e la riforma che poi è entrata in vigore è quella delle Unités des Communes, è una nuova forma di assetto istituzionale per gli Enti locali, anche...tra l'altro, un finanziamento per cui era già stato liquidato un primo acconto di circa 680 mila euro. Nonostante il finanziamento concesso per l'intervento, l'anticipazione erogata già nel 2011 e malgrado le richieste da parte dell'Amministrazione regionale intese a richiamare il puntuale rispetto dei termini previsti, si decideva di non erogare più questo finanziamento, in parte appunto per il quadro normativo e in parte per altri motivi probabilmente che noi le chiediamo. Gli Enti locali hanno risposto attraverso atti, prendendo atto della soppressione effettivamente delle Comunità montane, ma adducendo come invece volontà di proseguire questo progetto il fatto che l'Unité des Communes non solo non...cioè mutava il quadro, ma di fatto continuava ad aumentare questa gestione dei servizi associati e una sinergia di collaborazione tra gli Enti territoriali, in questo caso della Comunità montana Grand Paradis, che giustificavano la volontà di proseguire con quest'investimento...al di là di questo ruolo, anche un servizio di accertamento e riscossione volontaria delle entrate tributarie, lo sportello unico, cioè altri servizi da inserire all'interno di questa struttura.

Il Consiglio dei Sindaci poi a settembre ha in qualche modo agito attraverso degli atti per confermare la volontà di dotare la costituenda Unité des Communes, che subentrerà appunto alla Comunità montana Grand Paradis, di una sede in sostituzione di quella provvisoria presso le scuole e di far fronte...a seguito delle nuove funzioni attribuite, da un punto di vista fisico, di questo luogo...e di contestare anche che fossero pervenute agli Enti locali interessati da parte dell'Amministrazione...intese a richiamare il puntuale rispetto dei tempi. Ci sono quindi discrasie tra ciò che la delibera mette come fondamento della motivazione della revoca del finanziamento e ciò che gli Enti locali dicono essere invece una procedura che continuava e non solo nella...da un punto di vista amministrativo, ma anche nei contenuti un'idea di prosieguo di quello che era un progetto. Allora, c'è stato poi anche un incontro - un incontro, da quanto abbiamo appreso dagli organi di informazione, anche un po' burrascoso - tra la Giunta, almeno una parte della Giunta abbastanza importante, cioè il Presidente e questi Sindaci, che erano in qualche modo stati così tranquillizzati, per usare un eufemismo, dicendo che questo progetto non doveva... Allora, si è proceduto alla revoca di questo finanziamento, semplicemente - visto che qui non ne abbiamo mai parlato, ma è stata una questione che non è mai stata sollevata - volevamo sapere le reali motivazioni, cioè di due cose l'una: se il Governo ha revocato il finanziamento con delle motivazioni dicendo: "benissimo, c'è un nuovo assetto, ci sono delle procedure, dei richiami sulle procedure". I Sindaci deliberano, perché sono andato a prendermi tutti gli atti, noi abbiamo costruito tutto il dossier e negli atti, con delle delibere, vengono fissate invece delle motivazioni che in qualche modo vanno nell'altra direzione, cioè smentiscono la delibera di Giunta, noi vorremmo sapere...di due cose l'una...chi dice quali sono le vere motivazioni e perché questo è stato fatto, quindi quali siano le reali motivazioni a seguito di queste obiezioni dei Sindaci e se sia intenzione dell'Amministrazione per rispetto anche degli impegni assunti...

Voi sapete e lei sa, Assessore Baccega, che ci sono stati Comuni oggetto di finanziamento FOSPI, investimenti abbastanza importanti, che hanno visto la delibera di finanziamento, dopodiché addirittura i Comuni hanno anticipato delle spese, diciamo, tecniche e poi l'Amministrazione ha detto: "benissimo, noi non finanziamo più quest'opera". Questo è un caso, ma ce ne sono stati altri e, tra l'altro, questi fondi poi sono stati ripartiti su altri Comuni, quindi non è che era una mancanza di fondi, perché una mancanza di fondi avrebbe avuto un altro impatto. In questo caso è stata una scelta politica e con delle motivazioni tecniche che ha privato un Ente che era già stato messo nelle condizioni di ricevere un finanziamento...si è detto: "benissimo, non si finanzia più per queste motivazioni e si stornano i fondi su altri Comuni".

La seconda domanda è: "se sia in qualche modo intenzione dell'Amministrazione procedere attraverso altre fonti di finanziamento", o comunque se sia allo studio una soluzione, perché noi crediamo negli Enti locali, crediamo anche che il rispetto che la Regione deve nei confronti degli Enti locali e che gli Enti locali devono nei confronti della Regione debba essere non unilaterale, ma un patto federativo come nella nostra concezione di un federalismo valdostano in cui noi crediamo, in cui ci sia un minimo di regole e di rispetto di queste regole, altrimenti diventa difficile per gli Amministratori locali governare e amministrare. In tanti in queste settimane ci hanno detto: "abbiamo difficoltà a trovare Amministratori locali", ma è chiaro che questi sono esempi che...tra l'altro, non so se sia un caso che poi il Sindaco di Villeneuve non...dagli organi di informazione abbiamo saputo che non sarà neanche più della partita nelle prossime elezioni comunali, noi non sappiamo se questo sia legato a questa vicenda che, comunque, noi riteniamo che sia stata una vicenda poco rispettosa delle Amministrazioni locali, che, a parte qualche eccezione, perché anche negli atti si legge di posizioni un po' differenziate nella stessa, nella medesima...chiamiamola ancora Comunità montana, comunque nella Grand Paradis, rispetto ad altri Comuni, però diciamo in un territorio che aveva deciso di ottemperare...di andare in una certa direzione, l'Amministrazione aveva finanziato...l'Amministrazione aveva deciso di procedere...questo non ci sembra molto rispettoso degli Enti locali, chiunque sia la persona, l'Amministratore che conduce questi Enti.

Presidente - Grazie collega Viérin. Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Baccega, ne ha la facoltà.

Baccega (SA) - Grazie Presidente.

Grazie Consigliere Viérin, quest'interpellanza ci permette di fare un po' di chiarezza rispetto ad una storia annosa che parte da lontano e mi permette anche di sottolineare che questo è stato il primo provvedimento che mi sono trovato ad affrontare al mio insediamento all'Assessorato delle opere pubbliche, anche perché la situazione era ormai da tempo delineata e tutto era pronto per essere approvato e quindi, prima di apporre la firma sul provvedimento, ho voluto approfondire e delineare quali erano stati i passaggi. Sono passaggi che intendo ripercorrere qui in Consiglio facendo brevemente la storia dei fatti. Era il dicembre 1997 quando la Regione cedeva a titolo gratuito al Comune di Villeneuve il Palazzo Cogne, il vincolo era di non alienare né a titolo oneroso, né a titolo gratuito e di non mutarne la destinazione a biblioteca e centro per attività sociali per la durata di 25 anni. Passiamo all'aprile 2001, quando il Sindaco del Comune di Villeneuve e il Presidente della Comunità montana Grand Paradis chiedono di autorizzare la cessione della proprietà alla Comunità montana e di autorizzare il cambio di destinazione da biblioteca e centro per attività sociali ad uffici pubblici, da destinare a sede della Comunità montana Grand Paradis; ma era il 2001 e i bilanci probabilmente lo consentivano. Con deliberazione del 13 maggio 2002 la Giunta autorizzava il mutamento del vincolo di destinazione e l'utilizzo del bene di proprietà comunale da parte della Comunità montana Grand Paradis a titolo di locazione, quindi non cessione, per un periodo di 30 anni con l'obbligo da parte della Comunità montana di assumersi l'onere delle spese di progettazione e di realizzazione delle opere non coperte da finanziamento FOSPI in luogo del pagamento del canone. Nel 2003, quindi dopo due anni, il Comune di Villeneuve stipula la convenzione con la Comunità montana Grand Paradis per cedere in locazione il Palazzo. La Comunità montana a partire dal 2003 approva il progetto preliminare per la ristrutturazione del Palazzo, che viene poi inserito tra i progetti FOSPI per il triennio 2011-2013 con deliberazione della Giunta regionale del giugno 2010. Ottobre 2011, il Collegio dei Sindaci approva il progetto definitivo ed esecutivo dei lavori di ristrutturazione del Palazzo Cogne. Nel dicembre 2011, la Giunta regionale approva il finanziamento di 3 milioni e 8 - che poi diventano i 4 milioni indicati da lei - e eroga un primo anticipo di 677.124 euro sulle somme destinate alla realizzazione dell'intervento. Nel gennaio 2012 viene trasmesso alla Comunità montana il provvedimento deliberativo, che indica chiaramente il termine massimo di 150 giorni, quindi fino al 4 giugno 2012, per la pubblicazione del bando per l'appalto dei lavori, ribadendo il rischio di revoca del finanziamento da parte della Regione nel caso in cui l'Ente non avesse ottemperato alle attività predisposte per la realizzazione dell'opera. Il 4 luglio 2012, quindi 30 giorni dopo il termine di 150 giorni previsto, la Comunità montana richiede formalmente la proroga dei termini di indizione della gara d'appalto, in attesa che la Regione individui il ruolo futuro della Comunità montane nella prevista riforma degli Enti locali. La Regione risponde, ottobre 2012, informando che le norme che regolano la procedura FOSPI non prevedono la possibilità di proroghe generiche per l'avvio dei lavori e invita la Comunità montana a comunicare se intende procedere con la realizzazione dei lavori o rinunciare al finanziamento. La Comunità montana, nel novembre 2012, dichiara di voler procedere ai lavori.

Nell'agosto 2014, ovviamente, la Regione, trascorsi 20 mesi da quella comunicazione della Comunità montana che dichiarava l'intento di proseguire nell'opera e dopo diversi incontri a livello politico, delibera di revocare il finanziamento concesso. Viene trasmessa alla Comunità montana la revoca del finanziamento in applicazione della delibera di Giunta 1205 n. 14, quindi vengono revocati gli impegni di spesa e viene chiesta alla Comunità montana la restituzione del primo anticipo di 677 mila che era stato già erogato, invitando la Comunità montana a versare la somma a favore della Tesoreria regionale. Ovviamente c'è stata l'opposizione da lei indicata da parte della Comunità montana alla richiesta di restituzione delle somme, perché si riteneva di poterle utilizzare per coprire integralmente le spese sostenute per la progettazione, che si dichiarava fossero di 377 mila euro, a fronte degli impegni a suo tempo rendicontati pari ad euro 325 mila. Il 16 dicembre 2014 la Regione chiede alla Comunità montana di trasmettere la rendicontazione progettuale mancante per capire che tipo di spese sono rimaste escluse dalla rendicontazione iniziale. Viene trasmessa un'ulteriore rendicontazione, ma, dall'analisi delle pezze giustificative inviate, gli uffici competenti confermano che tali spese, ai sensi della normativa FOSPI, non possono essere riconosciute ai fini del contributo progettuale, in quanto in parte trattasi di spese mai ritenute ammissibili a contributo ai sensi dell'articolo 21 della legge 48, in parte trattasi di spese sostenute successivamente alla trasmissione del progetto esecutivo e quindi oltre il termine previsto dalla legge ai fini della loro ammissibilità.

Entrando nel merito delle domande poste dall'interpellanza, alla domanda n. 1, come risulta chiaramente dalla deliberazione n. 1205, assunta il 29 agosto dalla Giunta regionale, il presupposto per la revoca del finanziamento è dato dal mancato avvio da parte della Comunità montana delle attività oggetto di finanziamento e a tale proposito ricordo che, con la deliberazione della Giunta regionale n. 3290 del 14 novembre 2008, sono state adottate le modalità di controllo da parte dell'Amministrazione regionale sulla realizzazione degli interventi finanziati dal FOSPI, questa deliberazione è poi stata modificata successivamente nel luglio 2011. Con una nota del 26 luglio 2011 il Direttore della struttura competente ha comunicato a tutti i Comuni e alle Comunità montane le modifiche introdotte alla deliberazione di cui sopra. Solo per riepilogare la tempistica, ricordo che la comunicazione di approvazione del finanziamento del progetto per cui scattavano i 150 giorni è datata 4 gennaio 2012. Gli Enti in argomento dovevano essere ben consci delle tempistiche da rispettare e delle relative conseguenze.

Seconda cosa: è mutato il contesto normativo, che imponeva di rivalutare nella situazione contingente l'opportunità del finanziamento e la necessità di ottimizzare le risorse disponibili...a tale proposito bisogna evidenziare che la legge regionale n. 6, recante: "Nuova disciplina dell'esercizio associato di funzioni e servizi comunali, soppressione delle Comunità montane", ma lo ha già evidenziato anche lei...prevede esplicitamente (articolo 14, comma 2, dello statuto) che lo statuto della nuova Unité disciplina la sede "da individuare nell'ambito di quelle esistenti nei Comuni associati". Le motivazioni pertanto erano quelle per giustificare la revoca del finanziamento per l'oggettivo ritardo, dal febbraio 2011 all'agosto 2014 contiamo tre anni, a fronte delle disposizioni che stabiliscono 150 giorni. Voglio peraltro sottolineare che, a seguito della revoca, non sono più finanziate le attività che sono state e che verranno effettuate successivamente: appalto, realizzazione, collaudo, relativamente alle quali si chiede la restituzione di spesa. Concludo Presidente...Per le progettazioni invece, attività effettivamente espletata dalla Comunità montana, si è provveduto a liquidare la somma di 260.029 euro a titolo di contributo a copertura dell'80 percento delle spese quantificate dall'ente e realmente certificate come ammissibili.

"Se sia intenzione dell'Amministrazione procedere con altre forme di finanziamento in merito": ebbene, non si può più attraverso il FOSPI com'è stato detto, però si può avviare un confronto per individuare, se ne era già parlato con la Comunità montana, eventualmente ulteriori uffici, ma al momento non ci sono forme di finanziamento che possano intervenire...relativamente ad altre destinazioni, ma non certo alla destinazione come sede delle Unités des Communes. Grazie.

Presidente - Grazie. Per la replica, ha chiesto la parola il Consigliere Viérin Laurent, ne ha facoltà.

Viérin L. (UVP) - Grazie Presidente.

Vede, Assessore, lei ha ripercorso dal punto di vista tecnico tutta questa vicenda, che effettivamente è complessa...negli atti, che sono stati da noi puntualmente ripresi, questa vicenda era effettivamente così tracciata in tutte le sue sfumature. Intanto abbiamo capito che tra l'Amministrazione regionale e una decina di Sindaci c'è stato qualche problema di comunicazione, perché se l'Amministrazione regionale dice oggi...ma dice nella delibera di agosto che non sono state rispettate le procedure dal punto di vista dei tempi e se i Sindaci scrivono in una delibera di contestare che siano pervenute a quest'Ente richieste da parte dell'Amministrazione regionale intese a richiamare il puntuale rispetto dei termini, c'è qualche problema di comunicazione per Amministratori, che, tra l'altro, sono anche funzionari regionali, che quindi spesso si interfacciano con i funzionari di altri Assessorati, nella fattispecie quello dei lavori pubblici.

Allora, ci sono due questioni: una è che c'è stato, da un punto di vista burocratico e da un punto di vista dell'iter, una lungaggine che ha provocato spreco di soldi, spreco di tempo, e questa è la burocrazia che voi dite di voler eliminare! Non lo dico a lei, Assessore, eh, lo dico a voi, in quanto siete voi che oggi siete seduti sui banchi del Governo! Ora, anche in questo caso non è un esempio di come l'Amministrazione dovrebbe risolvere i problemi dei cittadini inteso come...effettivamente, al di là delle scelte, autonomia comunale significa che i Comuni scelgono autonomamente - in questo caso più Comuni uniti in un'ex Comunità montana, oggi Unité des Communes - di destinare un certo luogo, che, fra l'altro, era stato destinato e passato dall'Amministrazione regionale al Comune, con tutta una serie di vincoli, quindi creando tutto un percorso ad imbuto e da un giorno all'altro un iter viene cancellato, lasciando a metà del guado le amministrazioni locali.

Allora, noi non entriamo nel merito dell'incomprensione che c'è stata tra l'Amministrazione regionale e i dieci Sindaci, ma noi lamentiamo in questo caso intanto che questi fondi sono stati fermi lì e derivano da un periodo in cui fondi ce n'erano e arrivano in un periodo in cui fondi, purtroppo, ce ne sono meno, quindi anche questa è una questione. Noi però crediamo che oggi questo tavolo, che, fra l'altro, è richiesto anche nelle delibere sia delle Unités des Communes che del Comune di Villeneuve, viene sollecitato e richiesto, e ormai sono passati i mesi e non ci risulta che ci siano stati tavoli tecnici o tavoli tecnico-politici instaurati...la nostra sollecitazione oggi è magari di cercare di instaurare così una possibilità di risolvere una questione che non può essere sbolognata o delegata completamente al Comune, o alla Comunità montana, o all'Unité des Communes, perché quella nasce da un trasferimento dall'Amministrazione al Comune e quindi nasce già come una sinergia tra Amministrazione regionale e Enti locali, o Ente locale interessato. È un peccato, perché la mancanza di dialogo e di confronto...poi spesso non è nei confronti di tutte le Amministrazioni, perché nei confronti di certe Amministrazioni, quando si vuole trovare la soluzione, si trova e si ha spesso un po' l'impressione che non ci sia lo stesso atteggiamento nei confronti di tutti gli Enti, però questo è a margine. Noi torneremo su questa vicenda per seguire l'evoluzione della stessa appunto, lamentando che le Amministrazioni locali, nell'autonomia e avendo partecipato ad un bando che dava loro l'illusione di avere un finanziamento, avendo sostenuto delle scelte, sostenuto delle spese e degli iter...così all'ultimo minuto si vede revocare un finanziamento che era destinato ad una specifica opera, lamentando delle questioni tecniche che vengono smentite. La questione quindi rimane in qualche modo fumosa e noi le chiediamo, Assessore, in prossimità anche del rinnovo dei Consigli comunali, quindi la prossima legislatura...nel senso che fra circa due mesi ci saranno queste elezioni e quindi sapremo anche nelle varie Unités des Communes come si delineeranno le nuove o di continuità figure amministrative...che questo dossier sia ripreso, che ci sia attenzione da parte dell'Amministrazione regionale. Grazie.

Presidente - Grazie. Passiamo al punto 23.