Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1071 del 11 marzo 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1071/XIV - Interpellanza: "Chiarimenti in merito alla mancata attivazione, da parte dell'Università della Valle d'Aosta, del primo anno del corso di laurea magistrale di Scienze della Formazione primaria".

Presidente - Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Presidente, colgo anche l'occasione per segnalare che alcuni cittadini che seguono le dirette del Consiglio nella zona di Fénis, Saint-Marcel, eccetera, si lamentano che non si può seguire il Consiglio su Aujourd'hui Vallée, lo faccio presente all'Ufficio di Presidenza, vuol dire che ancora qualcuno si interessa di politica e vale la pena di andare a verificare se la cosa è risolta o se è un problema...

Venendo alla questione di merito, il collega Jean-Pierre è stato molto preciso e puntuale su quello che riguarda il caso in specie, che dovrebbe muovere una riflessione generale sul ruolo dell'Università, quindi lì non rientro, perché è stato molto chiaro e preciso il collega e abbiamo ascoltato le sue osservazioni, che naturalmente richiamano la necessità davvero di questa riflessione, che tutte le volte viene promessa, annunciata e poi diciamo è un appuntamento un po' mancato, invece di questo, insomma, è da anni...ricordo un nostro convegno sin dal 2008 sul tema di quale Università, sarebbe il caso di prima o poi rispondere.

L'interpellanza di cui mi sono occupato io è un po' più tecnica e specifica in merito al corso di laurea magistrale di Scienze dalla formazione. Mi rammarico che, fra l'altro, oggi sia ammalata la collega Certan, che anche si è occupata di questo tema, perché? Perché proprio durante l'ultimo mese c'è stato un grosso dibattito sull'École valdôtaine, sul futuro della scuola e dentro questo dibattito un ruolo importante era quello che riguardava la formazione degli insegnanti, il ruolo importante che ha la formazione degli insegnanti per garantire non solo un futuro generazionale alla scuola valdostana, che intanto vorrei ricordare è una scuola di qualità, che ha avuto delle eccellenze anche nella docenza, recentemente Chevalier de l'autonomie è stata proprio una figura rappresentativa: la Signora Decime, figura rappresentativa della scuola e della qualità della scuola valdostana, come a dire è una scuola che ha avuto un percorso, quindi guardare alla qualità del ricambio generazionale significa anche guardare alla qualità della scuola che noi vogliamo per il futuro. Quando si legge che l'Ateneo valdostano sospende, decide di non attivare il primo anno del corso di laurea magistrale in Scienze della Formazione primaria, un primo segnale interrogativo di capire attentamente le ragioni, che magari possono essere opportune, di una scelta così delicata...ci richiama l'attenzione. Nello specifico, però, come ricordato in un comunicato del FLC-CGIL Valle d'Aosta, ci si chiede...e anche lì, in quel caso, si denuncia la gravità del fatto che in tre anni vi sono tre piani di sviluppo diversi. Allora, capisco, come diceva lei prima in risposta al collega, che non è che si può pianificare...ventennale...e immaginare che nulla cambi. Questo no, però non si può neanche magari dire: "facciamo un piano di sviluppo dell'Università e tutti gli anni lo cambiamo". Allora non è un piano di sviluppo, qua voglio dire che è un'agenda quotidiana, è un tiriamo a campare alla giornata...la parola stessa "piano di sviluppo", adesso non vorrei ritornare alla memoria dei mitici piani che si facevano nell'Unione sovietica, ma quelli avevano minimo cinque anni, era il piano quinquennale...quindi il minimo è cinque anni. Se non si mette cinque anni, non è un piano di sviluppo, è...come dire? una decisione dell'attività del giorno dopo, si vive alla giornata. Allora, innanzitutto bisogna capire bene le ragioni di questo stop, perché, qualora le ragioni di questo stop fossero quelle che da anni io mi auspico, cioè che veramente si comincia a riflettere, in sinergia con le norme statali, su come costruire un corso di formazione di Scienza primaria, dove la lingua francese diventi la lingua veicolare ufficiale di quel corso, e ci siano come in tutte le università...poi basterebbe andare a vedere alcune università dove ormai per accedere bisogna avere l'inglese B1 per poter iscriversi al corso e gli studenti che non ce l'hanno iniziano facendo inglese, perché le lezioni sono tenute in inglese e non fanno Scienze della formazione fanno Economia e siamo in Italia. Allora, se questo è il percorso, queste sono le idee, si può anche capire, se invece è questo stop and go che non si capisce, poi si riparte, tutto come prima, eccetera, allora non ci siamo proprio per niente!

L'altra cosa su cui invece vorrei riflettere è sul fatto che queste scelte, siccome l'Assessore è membro del Consiglio di amministrazione dell'Università insieme al Presidente della Giunta, la Presidenza della Giunta presiede, ma anche l'Assessore ha un ruolo, sarebbe molto importante che passaggi che si chiamano "piani di sviluppo" siano oggetto di attenta discussione o perlomeno informativa in commissione, perché altrimenti non si capisce. La logica cioè è: è bene che ci sia un Governo, il Governo fa le scelte e va...però, siccome esistono anche delle commissioni consiliari, anziché usare sempre il meccanismo dell'ispezione, cioè dell'interpellanza, dell'interrogazione e quant'altro, le scelte strategiche dovrebbero arrivare come informativa, comunque, se non come condivisione, quello è il livello più alto, ma non attraverso "io ho deciso" e allora poi io ti devo interpellare, non è questa, a mio avviso, una procedura ottimale. Adesso quindi prima di ripartire...cioè siccome la scelta è stata ufficialmente dichiarata come una scelta temporanea, cioè il piano di sviluppo è diventato una scelta temporanea, ossia una cosa che stride proprio con la logica, sarebbe molto importante che lo sblocco di questo piano di sviluppo, cioè la risposta di cosa ci sarà domani...quella sia condivisa in modo più aperto possibile, cioè che non sia: "beh, ci siamo fermati un anno, abbiamo ridotto di dieci il numero degli aspiranti disoccupati della Valle d'Aosta", posto che su questo tema sarebbe da aprire uno scenario incredibile, perché non solo quelli che studiano in Valle d'Aosta, ma quelli che studiano in tutta Italia...non c'è più l'automatismo laurea-posto di lavoro in nessuna parte d'Europa e quindi c'è uno scenario particolare in cui andrebbe assunto come principio quello che una democrazia libera e democratica porta comunque il maggior numero possibile di cittadini ad alti livelli di istruzione, facendo in modo che ci sia il maggior nesso tra lavoro e istruzione, ma ahimè io sono di quella parte che si chiama effettivamente sinistra e pensa che comunque l'acquisizione della cultura, dell'istruzione è un bene così prezioso, così indispensabile per un cittadino che non può essere neanche strettamente legato al posto di lavoro, cioè è bene che i cittadini acquisiscano il massimo di istruzione possibile comunque, quanto più una società è libera quanto più questa ha alti livelli di istruzione. Attendo quindi, appunto, conforto dalla sua risposta in merito a quest'interpellanza.

Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Rini.

Rini (UV) - Grazie Presidente.

Innanzitutto, per quanto riguarda la prima sua richiesta sulla motivazione che non ha portato ad una condivisione preventiva in commissione, occorre in realtà tener presente che il Consiglio dell'Università è un organo nel quale la formazione delle decisioni non è effettuata in via preventiva, in quanto vi sono proposte di deliberazione che possono essere approvate o meno o, come succede spesso, modificate in itinere. Sarebbe stata quindi un'azione a dir poco inopportuna comunicare in maniera preventiva l'esito di una deliberazione che ancora doveva essere discussa. Questo ovviamente non esclude l'altro percorso: quello che già abbiamo richiamato nel corso dell'interpellanza precedente, ovvero quello che tutti auspichiamo, lei parlava...speriamo che non sia un altro appuntamento mancato, lo speriamo e lo auspichiamo davvero, quindi un percorso che sia di più ampio respiro e più generico su effettivamente qual è il futuro che vogliamo dare alla nostra Università e quindi anche nei diversi percorsi formativi, quindi questo non esclude l'altro, qua invece si parlava puntualmente di una singola decisione.

Rimane quindi ferma la disponibilità totale assoluta mia e naturalmente del Presidente Rollandin ad un confronto con la V Commissione per analizzare le scelte da operare in futuro proprio sul corso di laurea in questione. Se mi permette, uscendo un po' anche da quella che era la sua richiesta puntuale, ma giustamente lei l'ha ricordato, io condivido totalmente con lei il percorso che ha ipotizzato, ovvero sulla possibilità di sviluppo futuro di questo corso, che sia maggiormente aderente a quella che è la richiesta del nostro territorio. Ne abbiamo parlato diverse volte in quest'aula e abbiamo evidenziato credo con anche sincerità...abbiamo ammesso anche delle lacune che presentava questo corso, proprio per quanto riguarda la parte linguistica, quindi se questa pausa, che poi, come le risponderò meglio nel dettaglio alla seconda sua domanda, potrà servire...servirà a riassettare, a rimodulare, a rendere più pragmatico e pregnante questo corso rispetto a quelle che sono le reali esigenze del nostro territorio, credo che potrà essere sicuramente un fatto positivo.

Venendo di nuovo all'interpellanza, per quanto riguarda il secondo punto, occorre ricordare che il corso di laurea in Scienze della Formazione primaria è estremamente professionalizzante. Io condivido con lei quello che è il suo ragionamento, quindi sulla necessità e sull'efficacia di dare al maggior numero possibile di nostri giovani, ma non solo, la possibilità di istruirsi e di perfezionarsi, però vale la pena in questo caso ricordare che il corso in questione è in realtà invece altamente professionalizzante anche, quindi coloro che si iscrivono hanno la giusta e legittima aspirazione di andare ad insegnare e di non rimanere ahimè dei disoccupati. I dati attuali forniti dalla Sovrintendenza all'Ateneo indicano che sono iscritti nelle graduatorie regionali oltre 150 insegnanti, 93 di cui 7 con riserva per l'infanzia e 74 di cui 11 con riserva per la primaria. Tale numero rappresenta un contingente che può essere utilizzato per l'ingresso in ruolo nella scuola a fronte di eventuali cessazioni. Ad essi però occorre aggiungere il contingente attuale degli iscritti all'Università al corso di laurea in Scienze della Formazione primaria, che si laureeranno presumibilmente nei prossimi anni, 155, di cui 107 iscritti al nuovo ordinamento del corso magistrale quinquennale e 48 iscritti al vecchio ordinamento del corso quadriennale. Siamo quindi ad una cifra molto elevata: oltre le 300 unità. Oltre a ciò occorre considerare coloro che sono attualmente iscritti nelle graduatorie di istituto e che, in caso di futura selezione, concorreranno insieme ai laureati del corso di laurea in Scienze della Formazione primaria per eventuali posti a ruolo: sono 213 per la primaria e 207 per l'infanzia. Si ricorda, peraltro, che tra tali insegnanti risultano esservi anche i diplomati recentemente abilitati a seguito di quanto stabilito dal Consiglio di Stato in materia. In relazione ai numeri appena forniti le cessazioni dal servizio previste per il 2015 dovrebbero attenersi intorno alle sole 27 unità. Una scelta quindi responsabile, prudenziale, onesta nei confronti dei nostri studenti non poteva che essere una sospensione dell'attivazione del corso per il prossimo anno accademico 2015-2016. Nel corso dell'anno 2016 sarà possibile porre in essere le valutazioni finalizzate alla riattivazione o meno del corso nell'anno accademico 2016-2017.

La scelta quindi deve assolutamente ritenersi temporanea e a questo io aggiungerei la parte di riflessione che lei in maniera molto pertinente ha fatto di riadeguamento di questo corso alla nostra realtà. Senza dimenticare che, per quanto riguarda la parte di formazione, per quanto riguarda la lingua francese, ma non solo, ho colto con molto piacere il passaggio che lei ha fatto anche sulla lingua inglese...l'Università rimarrà ovviamente il punto di riferimento fondamentale. Infine, per quanto riguarda l'ultima richiesta, aprire un confronto pubblico con tutti i soggetti interessati, la richiesta di un tavolo di confronto pubblico sul corso di laurea in esame è senza dubbio una strada percorribile, tenuto conto peraltro, è giusto ricordarlo, che il confronto con il territorio è un processo che l'Ateneo ha cercato in maniera costante di porre in essere. In ogni caso sarà presto esaminata da parte dei competenti organi di Ateneo la costituzione di un apposito gruppo di lavoro finalizzato all'analisi e alla valutazione del corso in questione e alla valorizzazione della sua dimensione francofona, segnalando sin d'ora che il predetto gruppo di lavoro sarà incaricato di attivare ogni sorta di consultazione con tutte le componenti territoriali realmente interessate allo sviluppo dell'Ateneo, ovviamente in primis il mondo della scuola. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 17,19 assume la presidenza il Vicepresidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Grazie Assessore. Per la replica, chiede la parola il Consigliere Donzel, ne ha facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Gentile Assessore, seguo l'ordine delle sue risposte. Per quanto attiene alla risposta sulla questione dell'informativa preventiva, è chiaro che non c'è la pretesa che una commissione abbia titolo per intervenire su una delibera dell'Ateneo. La questione è che ci sono delle delibere che magari attengono all'acquisizione di materiale informatico, l'assunzione di un dipendente, eccetera, che non hanno...altre delibere attengono invece allo sviluppo dell'Università, al futuro che l'Università si dà. Allora, su queste delibere che, certo, immagino con scrupolo sia il Presidente che l'Assessore hanno studiato prima di trovarsele sul tavolo dell'Università per alzare la mano: "voto sì", "voto no", si può fare un ragionamento preventivo se si vuole, l'ho detto prima, che non è un obbligo, cioè non ho detto: "siete tenuti a...", quindi non ci interessano le delibere di carattere amministrativo e quant'altro, però le delibere che attengono allo sviluppo futuro dell'Università, scusi, se uno ritiene di voler fare dei percorsi che abbiano un carattere un po' diverso rispetto al modo di governare solito, possono essere oggetto di un certo interesse da parte delle commissioni competenti...ripeto: quando si parla della parola "piano di sviluppo", invece nel merito della valutazione numerica e sul fatto del corso professionalizzante...qui siamo di fronte ad un delicato passaggio, che è un po' come ha evocato benissimo il collega Guichardaz, quindi io non lo riprendo se non per questa parte specifica professionale. Che futuro avrà la nostra Università? Cioè è un'Università che dice: "vabbè, adesso per tre anni non stiamo più a fare corsi di psicologia, di...perché siamo...", faccio un esempio: non avete sospeso Psicologia con tutti gli psicologi che stanno facendo i corsi OSS, cioè mica fanno gli psicologi! Non so se ho reso...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...anche quello...benissimo, ma il ragionamento che sto facendo...beh, allora ad ulteriore rafforzamento del concetto si ferma Psicologia, si ferma Scienze della Formazione, questo per un anno, dice il Presidente...segua il mio ragionamento, questo vuol dire che noi andiamo a step and go sulla base del mercato che abbiamo in Valle d'Aosta e che sarà un mercato difficilissimo, nel frattempo però i docenti universitari sono regolarmente pagati, regolarmente stanno...giustamente questa...sto dicendo...ecco che bisogna ragionare sui termini che noi avevamo immaginato, che ricordava bene il collega, di che Università si vuole per la Valle d'Aosta. Se è quella che attrae gli studenti che da fuori vengono qui a formarsi e quindi che non è strettamente legata alla ricaduta sul nostro territorio, sennò noi rischiamo di avere dei dipendenti, diciamocelo, dei docenti universitari che va beh, nel frattempo non è che non lavora un docente universitario, fa ricerca, collabora con altre parti dell'Università, non sto dicendo che non lavorano, però sicuramente fermano una parte dell'attività didattica e quindi questo è certamente un problema.

In merito invece al ragionamento della sua rinnovata disponibilità ad aprire questo dibattito sull'Università, beh, credo che tutte le forze politiche in Consiglio siano interessate ad aspettare degli input in questa direzione, noi ci saremo con le nostre idee. Grazie.

Presidente - Grazie. Possiamo passare al punto 22 dell'ordine del giorno.