Oggetto del Consiglio n. 1057 del 11 marzo 2015 - Resoconto
OGGETTO N. 1057/XIV - Interrogazione: "Azioni intraprese per una concreta attuazione delle posizioni espresse dall'Assemblea consiliare in merito alla riforma del Titolo V della Costituzione".
Presidente - Siamo al punto 7. La parola al Presidente della Regione.
Rollandin (UV) - Merci Président.
La résolution approuvée par le Conseil régional au cours de sa séance du 24 octobre dernier, a été transmise au Président du Conseil des Ministres le 11 novembre 2014, afin de faire part des préoccupations du Conseil régional à la perspective d'une réforme constitutionnelle marquant un changement de direction si net, par rapport à l'évolution de l'État dans un sens fédéral qu'elle peut aller jusqu'à remettre en discussion la structure régionaliste de la République italienne. Cette résolution a aussi été envoyée, ce jour même, au Président de la Conférence des Régions et des Provinces autonomes, ainsi qu'aux Présidents des Régions à Statut spécial.
En outre, le 19 novembre dernier nous avons également transmis au Député Marguerettaz une liste d'amendements au projet de loi constitutionnel qui a déjà été approuvé par le Sénat, qui a été examiné par la Chambre et qui sera examiné de nouveau dans la dernière lecture au Sénat. Comme le soulignait la résolution en question, nous avons notamment porté à l'attention du Député un amendement visant à insérer le principe de l'accord pour les modifications du Statut du nouvel article 116 de la Constitution et non pas, comme cela est prévu actuellement, par des dispositions transitoires.
Presidente - Grazie Presidente. La parola al collega Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
Sin dall'inizio, sin dagli annunci all'uscita dal "Nazareno" di Berlusconi e Renzi, vale a dire fine 2012-inizio 2013, abbiamo sottolineato la preoccupazione per le criticità di questa riforma, in particolare per quello che riguarda il Titolo V. Non stiamo qui a ripetere la discussione già fatta in occasione del Consiglio straordinario, già in quell'occasione abbiamo detto il nostro parere, la nostra posizione sull'argomento.
Rimane una preoccupazione di fondo per l'evoluzione dell'assetto dello Stato che rischia di vedere riaffermata un'impostazione anacronistica, di Stato centralizzato, non in grado di rispondere alle necessità della modernità. È una riforma che non aumenta oltretutto gli spazi di partecipazione e di democrazia. Come dicevo, più volte abbiamo portato in questo Consiglio tale argomento, che ha avuto come suo momento più importante il Consiglio straordinario dell'autunno scorso e che faceva seguito ad una mozione che avevo presentato ai primi di settembre.
Oggi, o per meglio dire ieri, la "riforma Boschi" ha ottenuto anche il voto in prima lettura alla Camera approvato con 357 sì, 125 no e 7 astenuti, tra cui il Deputato della Valle d'Aosta. Ci sembrava anche giusto per affrontare e fare il punto della questione riguardo alla risoluzione approvata nell'autunno scorso. Il risultato? Non c'è stato risultato all'iniziativa. Difficile ottenere il contrario, certo, ma si doveva fare di più, ci ha illustrato praticamente un rapporto epistolare, è stata comunicata la risoluzione a tutti quelli a cui bisognava comunicarla, ma evidentemente non è sufficiente. Già il tenore della risoluzione approvata all'unanimità da questo Consiglio era piuttosto debole, ma l'azione istituzionale seguita lo è stata ancora di più. Non bastano le kermesse tipo la Costituente autonomista (i cui obiettivi, peraltro, erano chiaramente altri) o fantomatici "Comitati 26 Febbraio", il cui nome più appropriato sarebbe stato forse in questo caso "29 febbraio"...ci vuole un'azione ben diversa, un'azione istituzionale più incisiva, che deve creare e coinvolgere l'intero sistema autonomistico, in primis le Speciali, ma non solo.
Le Regioni speciali non dovrebbero soltanto difendere i propri status, ma promuovere una cultura autonomista che coinvolga anche le Regioni ordinarie e difenda le ragioni e l'esperienza del regionalismo. La fine del Patto del Nazareno, da questo punto di vista, potrebbe aprire qualche prospettiva. Sappiamo che il Governo in questa occasione si è blindato al passaggio alla Camera, come anticipato anche dai Parlamentari in audizione. Anche l'emendamento riguardo l'intesa cui faceva cenno, non ha avuto successo, non è neanche stato presentato. In ragione delle critiche e delle considerazioni fatte da questo Consiglio, oltre che dai Parlamentari, ci aspettavamo un voto contrario in Parlamento, invece c'è stata l'astensione. È già un passo avanti, ma quando non si è d'accordo, di solito si vota contro. Non esiste il vincolo di mandato, fortunatamente, e l'Onorevole Marguerettaz è libero di esprimersi come vuole, com'è libero di sedersi dove vuole, cioè di appartenere al gruppo parlamentare che preferisce. Ma da cittadino valdostano, anche se non l'ho votato, non posso non provare un certo imbarazzo e fastidio nel pensare che il Deputato della Valle d'Aosta fa parte del gruppo del partito di Matteo Salvini, il fascio-leghista Salvini, un partito ormai apertamente di estrema destra, che si accompagna con il Front National della Le Pen, con CasaPound, con sovranità, eccetera, eccetera...tutto il repertorio della destra neo-fascista e post-fascista, un partito xenofobo e tra i più antieuropeisti in circolazione.
Per quanto si possa dire, l'autonomismo valdostano ha poco a che fare con i saluti romani, i cultori della sovranità, gli antieuropeisti, atteggiamenti e teorie che da federalista ho sempre rifiutato e respinto. Se fossi l'Onorevole Marguerettaz uscirei al più presto da questo gruppo parlamentare, prima che sia troppo tardi; ci guadagnerebbe in credibilità anche la Valle d'Aosta. Grazie.
Presidente - Grazie. Punto 8 all'ordine del giorno.