Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1046 del 25 febbraio 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1046/XIV - Interpellanza: "Notizie in merito agli indirizzi di politica residenziale pubblica regionale".

Presidente - La parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Assessore.

Ritorno su questa questione - che aveva già posto con chiarezza la collega - per avere delle ulteriori delucidazioni. Non è che voglio prenderla molto alla lontana, ma voglio tornare un po' indietro, soprattutto a ragionare sulla percezione che i cittadini hanno di una legge e su come poi questa venga applicata.

Se noi torniamo indietro nel tempo, sappiamo che, a ridosso di elezioni, la legge viene approvata...faccio un esempio per dare l'idea del tono con cui venne presentata la legge, era una legge in cui si diceva: "basta le case agli immigrati, mettiamo il tetto di 8 anni per poter avere la casa". Si sapeva benissimo - l'aveva segnalato già per tempo la collega Fontana - che era inapplicabile quella norma, usata per il tempo che serviva in campagna elettorale...poi, ovviamente, la norma venne cassata, ma ormai si erano incassati i voti e...dopo si corregge la norma e si ritorna a ripristinare il buonsenso e il diritto.

Se io vado a vedere per esempio un volantino suo in campagna elettorale, Assessore...se lo ricorderà, perché c'è la sua foto, Mauro Baccega, per la campagna elettorale delle regionali, eh, lei mette un ritaglio dove dice che l'Amministrazione comunale di Aosta rinuncia ad esercitare il diritto di prelazione per le vendite degli alloggi; l'Amministrazione dice: "rinuncia ad esercitare il diritto di prelazione". In realtà non è che l'Amministrazione rinuncia ad esercitare, l'Amministrazione fa una valutazione tecnica di convenienza o meno e, successivamente alla valutazione tecnica, perché ho acquisito qui il dettaglio di alcune domande...cioè o lei era uno che sapeva già come andavano a finire le cose o mette un'informazione che non è proprio esatta! Ho le deliberazioni della Giunta comunale di Aosta, non una, più di una, dove si vede tutto il calcolo che viene effettuato dall'Amministrazione e, a seguito della valutazione costi e benefici, si delibera di non esercitare il diritto...ma è una valutazione tecnica, non è che il Comune così non esercita il diritto di prelazione! I cittadini leggono, abitano nel comune di Aosta, alcuni abitano in case di proprietà comunale, altri abitano in case di proprietà regionale, cioè che sono gestite dall'Ente ARER...ovviamente non hanno il tempo di acquisire le delibere come il Consigliere regionale, di vedere che cosa succede, come viene fatto questo calcolo. Io qui non entro nel merito, se il calcolo è corretto o non corretto, se gli Amministratori...io do per scontato che quel calcolo è perfetto e quindi al Comune non conviene.

Sta di fatto che il suo collega Marco Viérin, invece, sempre nella stessa campagna elettorale, ma su un altro foglio, scriveva che c'era la possibilità di estinguere anticipatamente il diritto di prelazione dopo 10 anni, anche per gli alloggi acquistati dai cittadini dopo il '95, cioè con il versamento di una somma per ogni anno mancante alla scadenza del diritto di prelazione. Però, sostanzialmente, fa passare un concetto, e cioè: "cittadini andate sereni, dopo 10 anni fate la domanda e si interrompe il diritto", si può in qualche modo sciogliere il diritto di prelazione che, invece, è fermo a 30 anni. È chiaro che i cittadini fanno la domanda e si trovano una sorpresa, perché mentre le valutazioni del Comune di Aosta sono valutazioni che dicono: "ma quanto è brutto l'alloggio che hai, non vale niente, ma a me costa tantissimo metterlo a posto" e quindi ti estinguo il diritto di prelazione e tu ti ritrovi proprietario dell'alloggio, le valutazioni dell'ARER sono completamente diverse, cioè addirittura per estinguere il diritto di prelazione ti chiedono un valore in euro superiore al valore iniziale pagato al momento dell'acquisto dell'alloggio. È chiaro che magari per noi tecnici, abituati a fare calcoli sofisticati di economia abitativa edilizia legati al mercato, questa cosa può anche apparire abbastanza normale, cioè uno non paga niente e l'altro paga il doppio! Per il cittadino è difficile da capire, per il cittadino è molto difficile da capire questa cosa qui.

Com'è possibile che un diritto di estinzione di proprietà della casa può essere superiore al valore iniziale pagato sull'alloggio? È una cosa che stride un po' con la logica matematica, magari funziona nella logica abitativa dell'ARER, ma con la matematica stride parecchio, perché o questi alloggi sono stati messi, così, sul mercato, a dei prezzi irrisori, troppo bassi, e quindi c'è un errore a monte, oppure c'è qualcosa che non va in questa immensa rivalutazione che viene fatta dall'ARER rispetto al Comune di Aosta! Certo è che qui, come lei o altri che avevano questi dati in mano...ebbè, mica non li ha usati in campagna elettorale! Chi non aveva questi dati in mano, come faceva a dire che il Comune di Aosta non faceva pagare niente mentre l'ARER sì? Allora, è una vicenda che dal punto di vista dei numeri non torna, e quindi crea un'insoddisfazione nei cittadini, che intanto si vedono di fronte a dei problemi oggettivi già posti dalla collega Fontana. Faccio un esempio. Il problema oggettivo è: io faccio la domanda per estinguere il diritto di prelazione, questa domanda ha un valore tecnico di un anno; se io poi non riesco a vendere l'alloggio devo ripresentare la domanda, ma non ho neanche la certezza che a quel punto non cambi idea l'ARER, cioè l'ARER di colpo potrebbe dire: "no, mi interessa quell'alloggio e non ti lascio estinguere il diritto di prelazione"...non so se rendo l'idea...non esistono, non è normato questo passaggio, cioè se io tecnicamente metto un alloggio sul mercato e non riesco a venderlo? Non può essere...questa situazione è una situazione di impasse per farle un esempio.

Molto più grave è la situazione poi reale che vivono le persone, perché ci sono delle persone che vorrebbero poter estinguere il diritto di prelazione per delle ragioni che, umanamente...io spero che lei, che ha seguito bene anche quel settore, possa capire...cioè una persona che dopo anni dice: "io, prima di morire, vorrei essere proprietario del mio alloggio"...siccome sono 30 anni, o campo fino a 90 anni o sennò rischio che non sarò neanche mai proprietario di questo alloggio! Allora qualcuno potrebbe dire: "ma io non lo voglio vendere, voglio semplicemente dire che questa è casa mia"...è una cosa strana in Italia? No, perché lo sappiamo che nel nostro Paese la proprietà della casa è qualcosa di diverso da quello che avviene negli Stati Uniti, da quello che avviene in Gran Bretagna, la proprietà della casa è qualcosa di molto significativo. Questa cosa qui non si può fare, non si può fare! C'è della gente che vive anche l'esperienza di dire: "lascerò un pasticcio ai miei eredi" e ovviamente uno dice: "ma che pasticcio lasci? è un alloggio di casa popolare"...sì, ma c'è gente che ha investito una vita per avere quell'alloggetto di casa popolare e lei lo sa bene, le conosce queste famiglie, quindi non sto parlando ad una persona che è distante da quel mondo. Allora, la gente che ci ha messo la vita lì dentro e dice: "io rischio che lascio un mare di problemi ai miei eredi"...è una situazione che non funziona.

Io capisco tutte le preoccupazioni che ci sono onde evitare atteggiamenti speculativi rispetto a quella che è l'edilizia popolare e la necessità di reperire fondi per rilanciare questo settore, però le rinnovo l'invito della collega Fontana a dire: "forse qualche ritocco questa legge lo può avere, perché, così com'è, crea delle situazioni di sperequazione e di confusione tra i cittadini che abitano nello stesso comune di Aosta, che sono inaccettabili".

Si dà atto che dalle ore 16 assume la presidenza il Vicepresidente Follien.

Follien (Presidente) - Per la risposta, la parola all'Assessore Baccega.

Baccega (SA) - Grazie Presidente. Consigliere Donzel, ringrazio anche lei, perché così finalmente, anche su questo punto, cercheremo di fare maggior chiarezza possibile.

Lei ricorda che in passato ci fu un dibattito a distanza e in questo dibattito si interfacciò anche Federconsumatori, dove la legge 6, parliamo della legge 6, aveva dato indicazioni ben precise sull'esercizio del diritto di prelazione, cioè aveva praticamente bloccato ogni situazione di rivendita se non il riacquisto da parte dell'Ente proprietario. Ora, evidentemente, il Comune di Aosta si era preoccupato di questo fatto, perché al Comune di Aosta abbiamo una situazione completamente differente rispetto alle proprietà degli alloggi ARER, che hanno una vita più breve, sono stati costruiti negli anni '70-'80 e quindi hanno una qualità di costruzione che è completamente differente dagli alloggi...le Giacchetti, le Filippini, le Stura, le Fresia Alte, tutti alloggi realizzati negli anni '20-'25-'30! Ecco che era necessario che il Comune assumesse all'epoca una sorta di valutazione attenta se andare ad esercitare il diritto di prelazione, e quindi riacquistare degli alloggi che avrebbero avuto una diseconomia per l'Amministrazione comunale, oppure adottare un provvedimento - quello che lei ha citato - che individuava quattro parametri in cui era sufficiente avere uno solo di questi parametri per evitare di riacquistare l'alloggio...anche perché le risorse non erano così tanto disponibili nei piani operativi.

Il Comune di Aosta adottò un atteggiamento diverso semplicemente perché avrebbe fatto un danno a sé stesso nel riacquisto degli alloggi, mentre dava disponibilità ai proprietari alla rivendita degli alloggi, e questo fu fatto in un periodo ben preciso: nel 2011, nel 2012 e nel 2013. Ho qui i dati delle rinunce al diritto di prelazione, che praticamente sono stati: sei nel 2011, otto nel 2012 e tre nel 2013. Dopodiché entrò in campo la legge 3, che dava maggiore chiarezza rispetto all'esercizio del diritto di prelazione, e che cosa dice la legge 3? Che da zero a dieci anni non si può rivendere l'alloggio se non in casi particolari, e cioè quando all'interno del nucleo familiare succede qualcosa di molto grave per cui non si riesce più a proseguire nel pagamento del mutuo. Dal 10° al 30° anno entra in campo il diritto di prelazione dove l'utente deve chiedere all'Ente (Comune o ARER, in questo caso) se nel caso di rivendita può esercitare il diritto di prelazione attraverso il versamento di una quota che viene quantificata, al 30° anno...va a cessare completamente il diritto di prelazione, e quindi dopo il 30° anno, non si versa più niente. Quindi in questo caso anche il problema degli eredi non sussiste, perché gli eredi che hanno il tempo di aspettare non dovranno versare nulla, perché al 30° anno cessa di esistere il diritto di prelazione per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Io credo quindi che sia errato dire che questi assegnatari che poi hanno acquistato gli alloggi non si sentano proprietari, sono proprietari perché hanno fatto un rogito notarile e hanno l'imposizione di diritto di prelazione nella misura in cui rivendono, perché quella misura è stata quantificata attraverso alloggi ERP che sono stati venduti a prezzi più vantaggiosi rispetto al prezzo e al valore di mercato. Ecco perché c'è stata differenziazione in quella prima fase, ed è una differenziazione che si è evidenziata soprattutto con la legge 6. Dico che bene ha fatto l'Amministrazione comunale a ragionare in quei termini, perché altrimenti non avrebbe avuto i soldi per ricomprare quegli alloggi e liberarli sul mercato, anche perché sono alloggi che, liberati sul mercato, hanno poi generato tutta una serie di interventi di ristrutturazione, di rimessa a punto, di rimessa a norma e hanno determinato che, laddove i piani di vendita hanno in questo caso funzionato, gli stessi proprietari avevano maggiore riguardo anche delle case.

Faccio un altro passaggio e concludo. È in fase di attuazione un percorso che porterà gli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune di Aosta (adesso gestiti dall'APS) direttamente all'ARER e allora sono quasi certo che si cercherà - e qui andremo a fare un eventuale approfondimento - di individuare una strategia che consenta di avere una uniformità di comportamenti. Dopo quelle date che le ho detto, 2014 e 2015, il Comune di Aosta non ha più fatto delibere che andavano nella direzione di non esercitare il diritto di prelazione, perché non c'è stato più nessuno che ne ha fatto richiesta. Per quanto riguarda l'ARER, invece, questa nell'ultimo periodo ha incassato 129 mila euro, avendo concesso ai proprietari, attraverso gli incassi del diritto di prelazione, di rivendere sul mercato privato. Credo che l'approfondimento si possa fare tranquillamente, senza problemi, però credo che ci sarà questa uniformità di comportamenti perché ci sarà un unico gestore, anche se dovremo andare a valutare - e questa è la cosa importante - che il patrimonio del Comune di Aosta è un patrimonio obsoleto che ha bisogno di interventi pesantissimi; ecco perché il Comune di Aosta ha messo in vendita quel numero così importante di alloggi, perché non ci sono i soldi per ristrutturarli, e invece l'ARER ha degli alloggi che sono più attuali e che hanno più mercato. Grazie.

Presidente - Per la replica, la parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Capisco che la materia è complessa ed è anche un piacere confrontarsi con chi è particolarmente competente nell'ambito, ma le dico che le perplessità crescono ogni volta che interveniamo su tale questione, e le spiego perché. Praticamente il ragionamento che fa lei è questo: se un Ente non ha le risorse economiche, gli conviene regalare gli alloggi, ed è quello che ha fatto il Comune di Aosta che dice: "se io rivendico il diritto di prelazione, non avendo soldi, come faccio a mettere a posto questi alloggi? ...allora che se li tengano". Se invece un Ente - e in questo caso lei ragiona in termini di Regione - ha un potenziale economico maggiore, può anche dire: "siccome io ragiono sulla necessità di garantire a tutti il diritto alla casa, io esercito il diritto di prelazione". Ma si rende conto che è evidente proprio dalle sue considerazioni la disparità di trattamento, al di là del valore intrinseco della casa? In un caso si è deliberatamente costruito - e l'ha messo lei - il procedimento amministrativo, lecito, legale quanto vuole, ma che porta ad una determinazione unica: tu non metti un euro per estinguere il tuo diritto di prelazione; nell'altro caso si costruisce un meccanismo in cui il diritto di prelazione, costruito a posteriori rispetto al momento in cui è stato costruito il valore iniziale dell'alloggio, porta ad essere calcolato in un valore superiore a quello che fu pagato all'inizio per avere l'alloggio. Lei capisce che è una cosa che...diciamo che tutti quelli che non sono interessati ad un alloggio di case popolari neanche si mettono lì a pensarci, ma per chi è interessato non può trovare congruenza!

Adesso apprendo con piacere che lei dice: "vabbè, passate le elezioni, gabbato...facciamo poi una cosa un po' più omogenea, mettiamo insieme le case del Comune di Aosta, bisogna trattare tutti almeno con lo stesso criterio". Siccome noi siamo sempre a sostegno del principio di equità, mi fa molto piacere che si vada nella direzione di trattare tutti allo stesso modo, però qui è evidente che c'è stato qualcuno che ha avuto una corsia preferenziale e qualcun altro no!

Quello che chiediamo noi, invece, oltre a questo lavoro di omogeneizzazione, che condivido pienamente, perché non può essere che in una stessa città le persone che si trovano in piazza Chanoux si parlino e si dica: "a me il Comune ha appena estinto il diritto di prelazione; io, invece, che sono all'ARER, devo pagare una cifra incredibile", no? Quindi nella stessa città è un po' difficile tra cittadini capirsi ed intendersi. Oltre a questo aspetto di omogeneizzare, spero che ci darà la possibilità di ripresentare alcune modifiche rispetto a questo percorso, che noi riteniamo sia costruito in modo non sufficientemente corretto ed equilibrato. Sostanzialmente bisogna fare in modo che il prezzo in entrata, a fronte anche dell'accesso a mutui regionali e quant'altro, sia un prezzo che non sia esageratamente basso come fu quello che è stato messo in campo, tale da avere un effetto diverso, che non sia quello di un'enorme cifra da pagare per ottenere il diritto di estinzione del diritto di prelazione, perché anche qui, secondo me, va chiarito.

Due: bisogna assolutamente reintervenire sul principio che non soltanto chi vuole vendere può fare questo percorso, ma le faccio...lei ha detto: "ma gli eredi che problemi hanno"? Lei conosce bene la situazione, non può rispondermi "gli eredi che problema hanno"! Hanno il problema che con questa procedura sono obbligati ad affittare una casa, cioè a mettersi a fare un'attività che, magari, non è quella di cui sono competenti, e a pagare il costo di avere la seconda casa quando magari la vorrebbero rescindere! Quindi è una cosa un po' più complicata di come viene descritta per dire: "ma ti tieni la casa lì"...oggi nessuno si tiene più una casa lì, paga le tasse sulla seconda casa, quindi non c'è nessun interesse a tenersi una casa lì, se non si è...come dire? attivi nel mercato degli affitti e quant'altro.

La situazione, quindi, secondo noi, merita ancora di essere guardata con uno sguardo diverso, pur apprezzando molto quello che lei ha detto, di cercare di omogeneizzare la situazione tra Comune e Regione.

Presidente - Punto 22 all'ordine del giorno.