Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1036 del 25 febbraio 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1036/XIV - Interpellanza: "Notizie in merito alla revoca del provvedimento di prolungamento dell'appalto per il servizio di ristorazione per pazienti e dipendenti dell'Azienda USL".

Presidente - Punto 11 all'ordine del giorno. Per l'illustrazione la parola al Consigliere Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Il 27 gennaio scorso l'Assessore Fosson, rispondendo a una nostra interpellanza riguardante il sistema delle relazioni sindacali in USL, dichiarava tra le varie cose che prorogare a favore della Vivenda S.p.A. il servizio di ristorazione per pazienti e dipendenti dell'azienda USL di ulteriori tre anni senza un appalto, riferiva in aula dicendo testualmente che "non sembrava giusto e quindi è stato modificato". Questo ho dovuto riportarlo, perché non esistendo ancora il resoconto, me lo sono tirato giù dalla mediateca.

Qualcuno ricorderà che a metà gennaio presentammo un'interpellanza con cui chiedevamo all'Assessore Fosson di verificare se la proroga fino al 2024 del servizio di ristorazione per utenti e dipendenti dell'USL fosse prassi ammessa e soprattutto se riteneva opportuno che l'USL allungasse il periodo di validità della convenzione con Vivenda per ulteriori tre anni, oltre ai sei, più eventuali tre di rinnovo; così diceva la delibera di aggiudicazione. Voglio solo far notare che gli eventuali tre anni di rinnovo, stabiliti dal capitolato d'appalto, dovrebbero essere appunto eventuali, nel senso che non sono automatici e non dovrebbero, comunque, intervenire immediatamente all'atto dell'assegnazione dell'appalto. Logica vorrebbe che una eventuale proroga oltre i sei anni iniziali dell'aggiudicazione, fosse decisa in prossimità della scadenza e non ad appena due anni dall'inizio dell'appalto, che come già abbiamo avuto modo di dire è stato aggiudicato nel 2012. Infatti, nel corso della discussione rilevavamo che non è consuetudine, a fronte tra l'altro di una rinegoziazione al ribasso delle condizioni del servizio di mensa dipendenti, raddoppiare così d'emblée i termini temporali di un appalto già concesso, con un aumento di costi a carico delle casse pubbliche nell'ordine di oltre 20 milioni di euro: questa proroga così costa 20 milioni, quasi 21 milioni di euro. Non so se ricordate, colleghi, che l'USL e Vivenda concordarono una riduzione del numero di portate e degli orari di somministrazione per i dipendenti, a fronte di una sostanzialmente irrisoria riduzione del costo pasto dipendenti e del raddoppio dei termini temporali dell'appalto, da sei anni a dodici anni.

Devo dire che mi ha fatto piacere verificare che lei, Assessore, e il Presidente in persona - l'altro giorno citava un'interlocuzione avuta anche col Presidente - vi siate attivati immediatamente a seguito della nostra segnalazione, per far ritirare la proroga incriminata - dico incriminata tra virgolette - diciamo, la proroga oggetto di quella discussione. Ciò sta a significare che l'opposizione, quando riesce a fare emergere le contraddizioni e le criticità, è capace di svolgere un lavoro utile, anche sotto il profilo della legittimità e della sostenibilità degli atti. Ciò non significa, però, che certe procedure e certi atti palesemente irregolari, si possano risolvere semplicemente ritirandoli, ed è questo un po' il senso della nostra iniziativa che, oltre a denunciare l'adozione di procedure inconsuete, vuole anche sollecitare l'adozione di provvedimenti nei confronti di chi ha predisposto gli atti di proroga. Se l'atto è stato ritirato, corretto o comunque se verrà ritirato, significa che non era giusto, come lei ha dichiarato in quest'aula, quindi qualcuno ha sbagliato, mettendo tra l'altro in imbarazzo l'USL, oltre a noi tutti amministratori pubblici che siamo quelli che stabiliamo poi i finanziamenti per l'USL. I dirigenti, peraltro, sono sottoposti a valutazione periodica attraverso apposite commissioni, la direzione strategica, tra l'altro, è soggetta a valutazioni che dovrebbero essere ancora più puntuali, visto che la nomina dei direttori è di tipo sostanzialmente fiduciario. Per quanto riguarda gli altri soggetti a qualche titolo coinvolti, responsabile del procedimento o altri, crediamo che vi siano delle responsabilità che devono essere determinate e perseguite.

Pertanto, Assessore, le chiediamo di dirci quali provvedimenti intenda adottare nei confronti di coloro che hanno prorogato ingiustamente, come ha detto lei, un appalto milionario, rischiando in tal modo di compiere un atto illegittimo, ma anche di ledere i principi della concorrenza e della trasparenza, che sono alla base di ogni gara d'appalto, soprattutto di quelle sopra soglia, perché qua parliamo di gare d'appalto di decine di milioni di euro. Poi ci interessa avere notizie dettagliate circa la revoca del provvedimento di prolungamento dei termini di appalto e cioè vorremmo capire qual è o quale sarà la forma adottata dall'USL per la revoca: se è un atto in autotutela, se sono state adottate altre formule; io non sono riuscito a trovare la delibera di revoca, magari non sono stato capace di cercarla, ma poi forse lei mi ha accennato che dev'essere ancora deliberata. Vorremmo sapere se le condizioni del servizio, a seguito della revoca, sono rimaste le stesse del capitolato originario, per numero di portate, qualità dei pasti e modalità di servizio, o se per qualche ragione vi è stata o vi sarà nella nuova delibera di revoca della proroga una modifica al disciplinare, che di fatto cambierebbe radicalmente le condizioni del servizio, facendo a nostro parere decadere l'appalto stesso e quindi imponendo una nuova gara. Grazie.

Presidente - Per la risposta la parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Grazie Presidente.

Mi permetta solo una premessa, su cui abbiamo discusso diverse volte anche in Commissione. Parliamo di un appalto di affidamento di un servizio di ristorazione, che data al 30 marzo 2012, relativo a sei anni prorogabili per ulteriori 36 mesi come previsto dall'articolo 4. Allora, nel 2012, con un precedente appalto l'Azienda, di fatto, non fu favorevole al percorso di internalizzazione. Sottolineo che l'appalto di questo tipo fu siglato nel 2012 quando il bilancio dell'USL era di 271 milioni di euro, a fronte dei 243 attuali, cioè 28 in meno, quindi ci troviamo a discutere veramente di un'altra situazione e di un altro mondo. La necessità di ridurre le spese di gestione sono evidenti, visto che abbiamo deciso - e qui c'è stata una responsabilità di tutta la Commissione - di mettere dei ticket per il pronto soccorso. Tra l'altro il nostro sistema, come ha visto, è stato sottolineato positivamente dal ministro, due o tre giorni fa. La necessità è di ridurre le spese, pur mantenendo i servizi sproporzionati secondo i parametri del patto della salute rapportati al numero degli utenti, ma è anche soprattutto quella di mantenere l'occupazione. Però l'esigenza di risparmiare e di rientrare in un bilancio che è di 243 milioni, penso che sia responsabilità di tutti.

La seconda premessa che volevo dire è che è in corso un serrato confronto tra l'azienda e Vivenda: la direzione legale di Vivenda è a Roma, quindi c'è anche una difficoltà di rapporti e di convocazione.

Per rispondere ai suoi quesiti le confermo, come le avevo riferito, che l'azienda ha proceduto a rettificare la precedente deliberazione n. 1264, rimodulando la durata contrattuale rispetto alle condizioni di partenza stabilite con l'accordo firmato il 30 marzo del 2012. Mantenendo la durata di sei anni più gli eventuali tre anni, cioè prolungando adesso di tre anni, è chiaro che questo è l'unico sistema che noi possiamo avere per risparmiare sul servizio. Tutto questo sul piano normativo per l'affidamento del servizio di ristorazione come previsto dall'articolo 4, mentre gli ulteriori tre anni che non erano previsti dal contratto sono stati rettificati mediante una deliberazione, della quale io le dò il numero adesso, perché non è ancora stata pubblicata: è la numero 227. Va da sé che la scelta di anticipare il rinnovo di tre anni è esclusivamente basata sull'interesse economico per garantirsi almeno quel risparmio, con decorrenza immediata a partire dal bilancio 2015, che è previsto dall'articolo 57 del decreto legislativo del 2006, mentre non sono previste ulteriori modifiche al contratto in essere, fermo restando che non mutano in alcun modo le disposizioni contrattuali che prevedono la possibilità, in caso di gravi e reiterate inadempienze, di risolvere il contratto in danno in qualunque momento previa idonea giustificazione.

La seconda domanda: l'azienda ha provveduto a revocare il prolungamento dell'appalto per una ragione prima di tutto di opportunità. È chiaro che l'esigenza dell'azienda era quella di ottenere un risparmio ulteriore. Nelle premesse non ho detto che ho avuto un incontro con i sindacati nel mese di dicembre del 2014, che chiedevano che il costo del pasto fosse diminuito. Attualmente il costo è pari a 6,356 euro oltre all'IVA, quindi si è ottenuto con questo prolungamento quello che chiedevano anche i sindacati. Con la rettifica operata, il risparmio attuale si attesterà in 80 mila euro all'anno. Se avessimo prolungato di ulteriori tre anni il risparmio sarebbe stato di 113 mila euro l'anno e il pasto mensa sarebbe sceso a 6,08 euro oltre l'IVA, come preventivato con la delibera di dicembre 2014.

L'azienda USL aveva privilegiato l'aspetto economico, dando un'interpretazione che non era illegittima, ma estensiva, con riguardo alle ultime disposizioni previste nella direttiva europea appalti n. 24 del 2014, direttiva che per altro non è ancora interamente recepita in Italia e da qui la rettifica determinata da un'interpretazione prudenziale, per non andare incontro a eventuali ricorsi. Ripeto la revoca è stata fatta soprattutto per una questione di opportunità, visti i rapporti con Vivenda.

La terza domanda: i primi giorni del mese di gennaio ci sono stati in effetti alcuni problemi rispetto all'introduzione di nuove pietanze. Si era deciso di fare un menu europeo, un cosiddetto menu a piatto unico, ma nell'arco di pochi giorni, proprio per il disagio e la non accettazione positiva degli utenti, la direzione aziendale ha ripristinato il menu originale per il pranzo e la cena. Fermo restando che tutto è rimasto invariato per ciò che concerne la ristorazione dei degenti rispetto alle condizioni contrattuali, sempre nell'ottica di perseguire risparmi che sono necessari garantendo però i servizi in essere, lo sconto ottenuto per la mensa dipendenti è stato possibile raggiungerlo mantenendo un menu come quello attuale attraverso, appunto, due opzioni. Con la prima il risparmio è stato ottenuto applicando l'articolo 4 del contratto, con l'opzione dei 36 mesi in più; con la seconda opzione attraverso una ragionata chiusura della mensa per la cena e per il sabato, la domenica e i festivi, in quanto la percentuale di utilizzo faceva ritenere incongruo questo servizio. Però, la direzione aziendale ha confermato che i dipendenti in servizio nella fascia serale di sabato e domenica continueranno a fruire dei pasti che verranno loro distribuiti direttamente nei luoghi di lavoro, in cui generalmente vi sono i locali con cucina in cui consumare i pasti.

A prescindere da alcune tensioni verificatesi all'inizio del mese di gennaio, l'azienda sul piano del servizio di ristorazione dei dipendenti non ha più avuto rilievi o ricevuto richieste di incontri da parte sindacale. Ricordo che la situazione della ristorazione è particolare, perché sono mantenute tre mense, una al Parini, una al Beauregard e l'altra in via Guido Rey, a cui si deve aggiungere una quarta sita nel dipartimento prevenzione di Quart. Rimane ai dipendenti ancora la possibilità di usufruire del servizio di ristorazione esterno, attraverso i locali convenzionati sia in Aosta che fuori Aosta. Le quattro mense aziendali soddisferebbero già di per sé le esigenze dei dipendenti, tranne quelli che lavorano nell'area dell'ex maternità, ma l'azienda ha mantenuto aperta l'alternativa affinché gli stessi possano consumare il pasto anche nei locali convenzionati.

Ricapitolando, si è quindi tornati per questioni di opportunità e di interpretazione prudenziale al contratto di partenza, con la delibera di rettifica, ma prolungando già da ora di tre anni previsti nell'articolo 4 il contratto, in modo da ottenere dei risparmi sia necessari all'azienda, sia per ridurre la quota a carico del dipendente, mentre ovviamente per i degenti rimane tutto uguale, mantenendone la qualità. È chiara l'esigenza di risparmiare e di rientrare nel bilancio, dopo tutti i risparmi che abbiamo fatto: siamo l'azienda che più ha ridotto il costo sui servizi, mentre ha ridotto meno sul costo del personale. È chiaro che l'opportunità di mangiare anche fuori, riduce gli introiti di Vivenda, anche perché diminuisce il numero dei pasti. Grazie.

Presidente - Per la replica la parola al Consigliere Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie della risposta. Voglio solo ribadire che il rinnovo di tre anni è eventuale, perché lei poi lo ha ribadito successivamente, ma subito parlava di prorogabile di ulteriore 36 mesi. La proroga di ulteriori 36 mesi non è una condizione che può essere disposta così, senza... è un'eventuale proroga di ulteriori tre anni. Eventuale vuole dire che la valutazione, in teoria, dovrebbe essere fatta in prossimità della scadenza e in quel caso si vede se è necessario rientrare in questa proroga e prorogare di un anno, due anni e via dicendo. Non è una cosa così automatica o oggetto di contrattazione, perché se fosse così automatica io credo che i soggetti che potevano partecipare a questa gara con un'aspettativa di nove anni, non parliamo dei dodici, ma con l'aspettativa di nove anni praticamente sicuri, avrebbero magari partecipato anche con delle condizioni al ribasso diverse. Quando parliamo di eventuale rinnovo di ulteriori tre anni, l'eventualità deve essere un qualcosa di eccezionale, altrimenti facciamo che fare una gara di nove anni tout court e a quel punto abbiamo poi anche delle certezze, sia in termini di esborso che di rapporti e di fidelizzazione con i fornitori di beni e servizi.

Ciò significa sostanzialmente che per nove anni ci dobbiamo tenere Vivenda: questa è, alla fine della fiera, la situazione, mentre magari fra quattro anni, cioè a scadenza dell'appalto, noi avremmo potuto rimettere in piedi un nuovo appalto con altre condizioni e fare delle scelte diverse. Per 80 mila euro presunti di risparmio l'anno, ci siamo vincolati a Vivenda adesso per ulteriori tre anni. Personalmente non sono d'accordo! Non sono d'accordo perché questi 80 mila euro di risparmio, tra l'altro, non sono determinati esclusivamente dalla proroga di ulteriori tre anni, ma da una riduzione - da quello che ho capito - quanto meno del servizio, cioè della erogazione dei pasti serali che non viene più assicurata. Se andiamo a guardare il risparmio in termine di personale, di dotazione, eccetera, non è che Vivenda ci ha fatto chissà quale regalo. Vivenda si è presa una proroga di ulteriori tre anni a delle condizioni che di fatto, non dico che siano gratis, ma che non mi pare siano poi così incredibilmente convenienti per l'azienda. Ripeto: ci siamo vincolati per nove anni con la medesima società, quando magari a scadenza, nel 2018 mi sembra, avremmo potuto fare anche delle scelte diverse, magari di reinternalizzazione, anche dal punto di vista della qualità o dell'offerta diversificata, proprio in considerazione anche delle questioni che lei diceva.

Non capisco, tra l'altro, qual è questo incontro serrato con Vivenda. Qua parliamo di un appalto di 3 milioni 280 mila euro, mi sembra una roba del genere, e il risparmio ipotizzato è di 80 mila euro, tra l'altro solo ed esclusivamente sulla parte dipendenti, e noi facciamo l'incontro serrato con Vivenda? A me sembra che, per 80 mila euro su 3 milioni 200 e rotti, questo incontro serrato mi sembra più un teatrino che non una necessità; magari ci costa un po' di più il tempo perso dietro a questa roba che non l'effettivo vantaggio.

Oggi prendiamo atto che è stata ripristinata la qualità dei pasti da capitolato. Vi invito a guardare bene il capitolato, perché è molto chiaro: parla di un certo tipo di carne, parla di un certo tipo di prodotti a chilometro zero, parla di un certo tipo di calibrature, di otto portate, eccetera. Siccome qualche informazione dalla commissione interna mensa io l'ho avuta, vi invito intanto a ripristinare il componente della commissione mensa, che mi risulta sia andato in pensione da poco e che quindi deve essere sostituito, e poi vi invito a fare un controllo veramente attento sulla qualità dei pasti e sul rispetto rigoroso del capitolato, perché rispetto rigoroso vuol dire che quel menu che è stato presentato in alternativa, non presenta le caratteristiche proprie del capitolato.

Concludo dicendo che voi avete dichiarato oggi che l'appalto verrà rettificato per questioni di opportunità e di prudenza. Io penso, invece, che quel tipo di appalto non si poteva fare, quel tipo di proroga di ulteriori sei anni non si poteva fare. La volta scorsa vi avevo dato anche delle indicazioni e ci sono fior di pronunciamenti che dicono che il raddoppio di un appalto, tra l'altro a condizioni diverse, determina il cambiamento radicale dell'appalto stesso. Qua non siamo nell'area della proroga ammessa e quello è un raddoppio con la creazione di un appalto completamente diverso. Sinceramente, che siano motivi di opportunità o prudenziali, io penso che vengano un po' meno queste giustificazioni e vi ammonisco a richiamare l'azienda, chi si occupa di appalti e chi coordina quel servizio, a una maggiore attenzione, perché parliamo di 20 milioni di euro e non di bruscolini. Grazie.