Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 945 del 14 gennaio 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 945/XIV - Interpellanza: "Interventi per contenere l'attacco della "processionaria del pino" sulle foreste di pino silvestre".

Presidente - Per l'illustrazione, chiede la parola il Consigliere Nogara; ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Merci Président.

Quando 15 giorni fa, come gruppo UVP, abbiamo presentato questa interpellanza, l'abbiamo fatto non perché ci siamo accorti da un momento all'altro, di colpo, che c'era questo problema, ma perché ci siamo accorti dei danni che la processionaria del pino sta provocando sul territorio della Valle d'Aosta. Come penso tutta l'aula ci può riconoscere, è dall'inizio di questa legislatura che mettiamo in guardia, in particolare l'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, sui problemi fitosanitari che stanno interessando le foreste della Valle d'Aosta.

Devo dire con soddisfazione che nell'ultima settimana, su questo argomento della processionaria del pino, c'è stato un gran levar di scudi un po' da tutte le parti, ed è proprio di questa mattina, quando ho aperto il giornale, che ho trovato questo articolo, appunto: "La larva urticante che fa strage di pini". Ecco, da una parte ci fa piacere che escano degli articoli del genere, con delle testimonianze proprio di persone che hanno capito qual è l'importanza del problema, però ci sono delle informazioni che io mi sento in obbligo di dover un po' puntualizzare. Innanzitutto, si parla di queste...chiamiamole "gatte pelose", così tutti ci capiscono, si parla solo di queste gatte pelose che sono estremamente urticanti, ma io vorrei dire qui che il fatto che siano estremamente urticanti è la cosa meno grave, perché, soprattutto se i peli di queste gatte pelose vengono respirati, provocano dei danni veramente importanti alle vie respiratorie. Qui non voglio fare dell'allarmismo e spero che su questo articolo di giornale non abbiamo proprio detto queste cose, perché qui c'è il funzionario del Servizio selvicoltura, credo, Responsabile della forestazione e sentieristica, il quale dice che è vero che questi nidi di processionaria devono essere tagliati, ma devono essere tagliati dai privati e bisogna usare dei guanti...mi fa strano, perché bisogna conoscere forse anche un po' la legge. Qui c'è una legge che dice tutto il contrario, perché innanzitutto dice che la lotta alla processionaria del pino è obbligatoria, è obbligatoria quando ci sono dei gravi danni alle foreste, ma soprattutto se ci sono degli eventuali pericoli che ci sono per le persone e per gli animali. Allora, se si dice su un giornale che basta mettersi i guanti...dico, bisogna prenderla con le pinze questa cosa, perché se voi aspirate questi...aprite anche solo un nido...se un bambino apre un nido rischia di morire! Purtroppo è così, perché bisogna poi fargli la tracheotomia poiché gli si gonfia il collo...sono estremamente urticanti, e questo succede anche per gli animali, perché non lo sanno...i cani vengono, annusano, e diversi cani sono morti per questo motivo. Io non voglio fare allarmismo, però occorre dire che bisogna fare molta attenzione! No, no, bisogna fare molta attenzione.

Poi io mi ero informato - come al solito mi informo - e ho visto che l'Assessorato ha inviato una circolare al CELVA che, a sua volta, l'ha inviata ai Comuni. Ecco, su questa circolare innanzitutto c'è scritto che il popolamento arboreo non è seriamente minacciato dalla presenza del parassita. Fare un'affermazione così, in questo periodo, mi sembra un po'...diciamo di fare del qualunquismo, perché se voi fate un giro...io l'ho fatto l'altra settimana, per non arrivare impreparato qua me lo sono fatto, e devo dire che anche per le temperature che ci sono in questo momento è una cosa folle, effettivamente, ci sono già queste larve che, tutte in processione, partono e vanno a cercare di imbozzolarsi sotto terra, sotto 15 centimetri circa di terra, lì fanno il bozzolo e poi esce la farfalla, cioè loro sentono la temperatura, pensavano di essere in primavera e incominciano tutte a partire. È chiaro che in questo momento, soprattutto per gli animali e per i bambini, sono pericolose, perché se tu vai lì, le tocchi...glielo dico: se vi viene tutto un eczema si prende anche qualcosa, un antibiotico, e passa, però bisogna fare molta attenzione a non respirare e a non andare vicino ai nidi. Questa è la raccomandazione che bisogna fare!

Poi qui, in questa circolare, leggo delle cose che, secondo me...non sono state fatte! Allora, si fa una circolare dove si dice che "sarà pubblicato entro fine anno, insieme a schede tecniche riguardanti il ciclo vitale del parassita e i metodi di lotta attuali sul sito della Regione autonoma Valle d'Aosta tra le pagine web dell'Assessorato all'agricoltura e risorse naturali". Io sono andato a prendermi tutte le pagine del web, sono andato sulla pagina principale, sono andato sul fitosanitario, sono andato...poi, tra l'altro, ho guardato a quando sono aggiornati, me lo sono segnato dappertutto, ma sono aggiornati tutti, qualcuno è aggiornato anche al giorno prima, questo è aggiornato al 29/10...ma di questo problema, che veramente è un problema, non se ne parla da nessuna parte! Si parla di cartellonistica che è stata messa o che deve essere messa, e non è stato messo niente! E, dulcis in fundo, c'è un sindaco che dice anche: "lotta che non compete all'Ente pubblico, ma ai privati proprietari dei terreni forestali". Non è assolutamente vero! Perché la legge dice appunto che è il Servizio fitosanitario che deve stabilire se ci sono effettivamente dei problemi, sia per le foreste, sia per la salute pubblica, e deve avvisare la Presidenza della Regione che deve impartire che cosa bisogna fare. Ecco, le ordinanze... Alla luce di tutto questo, mi viene poi anche da dire che si fanno queste affermazioni: che per la foresta non ci sono problemi...poi io mi vado a prendere - perché in fondo sono anche appassionato di queste cose - il deperimento del pino silvestre sull'arco alpino...qua adesso manca l'ex Assessore Isabellon che ha firmato la prefazione, ha firmato tutto, e basta leggere questo libro che è stato finanziato dall'Amministrazione regionale con la Regione Piemonte e altre associazioni, dove addirittura si erano organizzate delle aree di monitoraggio. Qui, in Valle d'Aosta, ci sono tre aree di monitoraggio e proprio in queste aree di monitoraggio c'è scritto che l'attacco della processionaria del pino di per sé non fa morire la pianta, ed è vero, però un attacco così massiccio di processionaria del pino fa sì che gli scolitidi attacchino la pianta ammalata, è ammalata perché viene tutta defogliata.

Adesso ci troviamo in una situazione che viene anche proprio difficile per le piante, il dover intervenire, perché l'unico intervento efficace è quello di tagliare i nidi della processionaria, ben attrezzati, con le maschere e tutto, e bruciarli. È l'unica cosa che funziona. Io ho sperimentato personalmente anche di sparare su questi nidi, funziona anche questo, però devi farlo in un periodo che fa freddo, molto freddo, perché i nidi si aprono un po', ammazzi le larve con i pallini e i nidi si aprono, ma è chiaro che, in una situazione del genere, sembra che scoppi una guerra perché passi tutto il giorno a sparare sulle piante! Ecco, in questa situazione, come sono le piante adesso, andare anche lì e tagliare i rami, vi assicuro che non fa certamente bene per la pianta, perché c'è così tanta processionaria che puoi effettivamente creare, sì, dei problemi di sopravvivenza alla pianta! Questo è un problema che da anni noi stiamo portando avanti.

Qui esco dal tema, ma ve lo ridico per la centesima volta: con l'ips typographus sugli abeti ci troveremo nella stessa situazione, se non interveniamo! Qui ci troviamo in questa situazione perché negli anni non si è più fatta la raccolta della processionaria. Capisco i problemi finanziari, li capisco, ma siccome la processionaria è un lepidottero che è anche abbastanza stagionale e poi va anche abbastanza dietro il tempo, può aumentare o diminuire, quando ci sono degli attacchi del genere bisogna intervenire, perché altrimenti noi, fra 2, 3, 4 anni...pensate solo che la processionaria del pino può rimanere nel bozzolo sotto terra anche 7 anni, perciò noi, tutti gli anni, abbiamo l'uscita di queste farfalle che vanno a deporre le uova sulle piante, nascono queste gatte pelose, si fanno il nido, si mangiano tutte le foglie della pianta e, di solito a fine febbraio o primi di marzo, scendono e ricominciano da capo. Qua bisogna intervenire massicciamente, perché purtroppo noi abbiamo le nostre foreste di pino silvestre nei versanti più pericolosi sotto l'aspetto idrogeologico, in Valle d'Aosta! Quello che noi spendiamo adesso per la processionaria non lo dobbiamo poi spendere dopo per fare delle barriere contro la caduta massi o altre cose! Perché, se andiamo avanti così, vi assicuro che avremo delle intere foreste di pino silvestre secche. Grazie.

Presidente - Grazie. Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Testolin; ne ha facoltà.

Testolin (UV) - Grazie Presidente.

Rispondo su un argomento tecnico, sul quale abbiamo già avuto modo di dibattere, con quelle che sono le notizie e le informazioni - molte sono già fortunatamente all'opinione pubblica - in modo che sia conosciuto effettivamente il problema, che ha assunto una gravità importante, e lo vediamo quotidianamente sul nostro territorio. Mi permetto solo, in premessa, di precisare come il decreto ministeriale citato nella premessa dell'interpellanza, quello del 17 ottobre del 1998 sulla lotta obbligatoria contro la processionaria del pino, sia stato abrogato e sostituito da un più recente decreto ministeriale del 30 ottobre 2007 (questo solo per precisione). Il nuovo decreto ministeriale riserva ai Servizi fitosanitari regionali l'autorità di imporre la lotta obbligatoria nel caso in cui la presenza dell'insetto minacci seriamente la produzione e la sopravvivenza del popolamento arboreo, situazione al momento non ravvisata in Valle d'Aosta. Questo è quello che emerge dai dati, non è che io devo dire il contrario di quello che dice lei nella sua premessa, però è giusto anche sottolineare determinati passaggi che sono frutto comunque di accurati censimenti svolti sul territorio. Questo dato è stato confermato dal Corpo forestale che effettua annualmente i previsti monitoraggi del parassita nei boschi nel territorio regionale e attribuisce invece all'autorità sanitaria competente per territorio la possibilità di disporre interventi di profilassi per prevenire giustamente i rischi che sono stati citati e che sono stati dibattuti anche all'interno del CELVA, su segnalazioni anche di responsabili dell'USL che sono stati coinvolti nella discussione.

Vista l'intensità delle manifestazioni manifestatesi nel 2014, e trattandosi comunque di un problema complesso che coinvolge più soggetti, già nello scorso autunno si sono svolti diversi incontri tra le Strutture dell'Assessorato dell'agricoltura e risorse naturali, quelle dell'Assessorato della sanità, la Struttura igiene e sanità pubblica dell'USL, il CELVA, che è già stato citato anche all'interno dell'interpellanza, con il coinvolgimento in particolare di alcuni dei comuni più interessati dagli attacchi di processionaria. Nel corso di tali incontri sono state concordate con i Comuni iniziative di divulgazione e sensibilizzazione in merito alla problematica, con la predisposizione di cartellonistica da esporre eventualmente nei territori maggiormente colpiti - proprio per dare la giusta informazione sul come atteggiarsi in caso di contatto con questi insetti e la peluria - e con la pubblicazione di una pagina web, che è stata dedicata nel sito regionale, sono state valutate le attività di monitoraggio e gli interventi da effettuarsi.

Il Corpo forestale della Valle d'Aosta ha effettuato, nel mese di novembre del 2014, attività di monitoraggio su tutto il territorio regionale, al fine di valutare la diffusione e l'intensità dell'attacco della processionaria del pino. Tale attività di indagine è stata eseguita in tutti i popolamenti forestali e nei rimboschimenti di pino silvestre e di pino nero di proprietà pubblica e privata, in collaborazione con i Comuni, e anche nelle aree verdi in particolare di scuole, asili, parchi e strutture pubbliche di proprietà delle Amministrazioni. In seguito all'analisi dei dati raccolti, risulta che la superficie totale interessata dal lepidottero è oggi pari a 2.800 ettari, pari al 29 percento delle pinete esistenti, in leggero aumento rispetto ai dati relativi all'anno precedente. Dall'elaborazione di questi dati emerge che circa 382 ettari, quindi il 14 percento dei territori infestati sono interessati da una forte diffusione di nidi di processionaria, 700 ettari circa, pari al 25 percento da un diffusione media di nidi e 1.700 ettari, vale a dire circa il 61 percento delle zone toccate, da una debole diffusione. Il monitoraggio ha, inoltre, evidenziato che i comuni maggiormente interessati dalla forte diffusione dell'insetto sono quelli di Villeneuve, Saint-Pierre, Sarre, Aosta, Nus e Champdepraz (questo per identificare le zone più soggette). Come concordato con i soggetti coinvolti, nel mese di dicembre 2014 la Struttura forestazione e sentieristica dell'Assessorato ha provveduto alla raccolta meccanica dei nidi nelle aree tra Morgex e Saint-Christophe, segnalate come prioritarie dal Corpo forestale della Valle d'Aosta. Tale raccolta è stata eseguita da terra da operai forestali, suddivisi in squadre, e in base alle condizioni operative riguardo ai nidi essenzialmente situati ad altezze tra sei e otto metri, perché evidentemente da terra non si riesce ad arrivare in molti casi sino in punta agli alberi. Ne consegue che non sempre la raccolta dei nidi da terra è completa sulla singola pianta. Pertanto, in ambito urbano, tale attività è stata integrata da una raccolta eseguita con cestello telescopico. Complessivamente con questi interventi sono stati raccolti circa 550 nidi; è stato fatto un lavoro accurato soprattutto al parco del castello Gamba di Châtillon, dove ne sono stati raccolti circa 200. L'attività di raccolta è ripresa pochi giorni fa, con interventi nelle altre zone segnalate, dando sempre priorità a quelle in ambito urbano. Contestualmente si interverrà, in funzione anche delle possibilità di intervenire e degli uomini che ci sono a disposizione, nelle aree forestali oggetto di segnalazione, procedendo in prossimità prima di tutto dei centri abitati, lungo i percorsi delle viabilità principali e minori, lungo i sentieri segnalati e concordando gli interventi da eseguirsi sia con i Comuni che con il Corpo forestale.

Nel sottolineare che il decreto di lotta obbligatoria stabilisce che gli interventi siano effettivamente a carico dei conduttori o dei proprietari delle piante, così come anche segnalato nell'articolo, si precisa come siano stati valutati, ma ritenuti difficilmente attuabili anche altri metodi di lotta, oltre alla lotta fisico-meccanica, interventi quali, ad esempio: l'uso di trappole con feromoni, da utilizzarsi nel periodo giugno-luglio, utili, sì, per il monitoraggio della comparsa degli adulti, ma poco efficaci nella lotta per la cattura massale e nella lotta per la confusione sessuale; la lotta microbiologica con l'utilizzo di prodotti a base di bacillus thuringiensis, indicata su aree estese mediante l'impiego di elicotteri, trattamento che risulta però essere molto costoso e non risolutivo del problema (i trattamenti aerei, peraltro, sono inoltre limitati dalle nuove normative sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari); l'intercettazione delle larve durante la discesa dalle piante con l'impiego di trappole collose applicate al tronco (adatta però solo su pochi esemplari ed esclusivamente in ambito evidentemente urbano); l'endoterapia applicabile solo da ditte specializzate (adatta su pochi esemplari e, anche qua, solo ed esclusivamente in ambito urbano). È stata poi anche valutata l'eliminazione delle specie arboree sensibili, in particolare il pino nero, specie utilizzata - così come già sottolineato - nei rimboschimenti prevalentemente su proprietà private, che consentirebbe una limitazione delle infestazioni, ma possibile solo per interventi progressivi e con effetti a medio-lungo termine, come si era già anche parlato informalmente rispetto a questa tematica. In riferimento a quest'ultimo punto sono ipotizzabili possibili interventi selvicolturali che portino gradualmente alla sostituzione di questa specie, con essenze di provenienza naturale, quali il pino silvestre, la roverella e, là dove possibile, latifoglie.

Come sopra evidenziato, si ribadisce pertanto che nel corso del 2015 si continuerà l'attività di monitoraggio da parte del Corpo forestale e l'attività di raccolta meccanica dei nidi, che è però evidentemente vincolata alle disponibilità finanziarie e di uomini da poter dedicare a questo tipo di intervento. Inoltre - è interessante sottolinearlo - è in atto un confronto con le strutture di altre Regioni alpine che manifestano queste stesse criticità, al fine di condividere esperienze e metodologie di intervento. A questo proposito c'è...diciamo un'interazione anche con San Michele all'Adige, dal quale si attendono indicazioni su quello che anche loro stanno predisponendo rispetto all'argomento. Saranno inoltre effettuate altre iniziative di sensibilizzazione e divulgazione relativamente a questa tematica e, a tal proposito, anticipo che verso la fine della prossima settimana sarà organizzato un incontro pubblico nel Comune di Sarre, dove potranno essere spiegate anche nel dettaglio, non solo su alcune righe di giornale - in cui, comunque, credo che l'intenzione sia sicuramente che vengano espresse per dare un'informazione più corretta e attendibile possibile - e dove potranno essere fugati anche determinati dubbi, oltre a dare le indicazioni, per quanto possibile, in merito all'atteggiamento da tenersi in caso di contatto e anche per le attività di pulizia degli alberi.

Presidente - Grazie Assessore. Per la replica, chiede la parola il Consigliere Nogara; ne ha facoltà.

Nogara (UVP) - Merci Président.

Mi sta benissimo, lei mi ha elencato tutte le problematiche che ci sono sulla processionaria del pino, che cos'è, che cosa non è, quanto si è discusso, ma le assicuro che fino adesso non è stato fatto un granché, perché, come le ho detto, magari per non dire delle stupidaggini, sono andato a cercarmi sul web, che sarebbe importante...ecco, quando è stata scritta questa lettera (perché è stata inviata ai Comuni, questa lettera), bisognava immediatamente mettere sui vari siti quello che è la processionaria, i problemi che ci sono, questo per avvisare la popolazione sugli eventuali rischi che si possono avere incontrando questo lepidottero. Come le dicevo, sono andato sul web della Regione, ma non c'è niente. Lei prima mi ha detto: "È stato messo sul web della Regione". Non c'è niente, se non l'hanno messo stamattina, perché ieri ho stampato tutto quello che c'è; sono andato sul web dei Comuni di Saint-Pierre, Quart, Villeneuve ed Aymavilles, e non c'è niente neanche qua! Non lo so, qua c'è solo...per carità, il problema è forse un po' sull'organizzazione, bisognerebbe magari dare un giro di vite per farli partire, perché la situazione è grave.

Allora, lei prima mi ha detto che siete in contatto, ma guardate che...e mi riferisco di nuovo al Consigliere Isabellon che a suo tempo era Assessore...lei, non so se poi l'ha letto, ma comunque ha fatto la prefazione di questo libro che ha per titolo: "Il deperimento del pino silvestre nelle Alpi occidentali". Guardate che se vi leggete questo libretto qua o se lo si fa leggere, non c'è bisogno di confrontarsi tanto con tanta gente, eh! C'è tutto quello che c'è da sapere su questo! È un impegno importante che è stato preso dalla Regione, c'è la Regione Piemonte, la Regione Valle d'Aosta, per fare uno studio su questo. C'è già scritto tutto qua, non è che bisogna andare tanto lontano! E per mia esperienza personale le dico che è chiaro che è importante fare tutti i metodi di lotta, bisogna fare tutto quello che possiamo fare. Capisco anche che bisogna fare quelli per cui si spende di meno, perché è un periodo che non abbiamo un granché di soldi, ma le ripeto che questa cosa bisogna farla, perché se non spendiamo i soldi adesso, li spenderemo fra pochi anni, poiché avremo i versanti a esposizione sud tutti scoperti. Lei, prima, mi ha detto di fare degli interventi selvicolturali per sostituire questa specie, ma questa specie difficilmente si sostituisce in territori come questo, è già una specie pioniera questa, e dovrebbe aiutare poi il versante a...in questo momento, tutti questi versanti dove la processionaria del pino attacca di più sono proprio i versanti più degradati, proprio per questo motivo, perciò il fatto di intervenire selvicolturalmente, sì, dove si può, è chiaro, bisogna cercare di sostituirlo, però non è così facile!

La cosa più importante...e lo dico a voi, perché siete voi che dovete decidere cosa fare e come fare...è chiaro che bisogna intervenire principalmente...perché non era mai successo che ci fosse la processionaria nei parchi, a ridosso delle case, non era mai successo. È normale e fate bene a intervenire proprio in queste zone prioritariamente, però bisogna intervenire un po' dappertutto, perché se continuiamo e continuiamo a lasciare così la situazione, non pensate che si risolva da sola! Lo dico per il minimo di esperienza che ho: bisogna usare tutto, quindi anche il fatto di andare con gli operai forestali fin dove arrivano, anche se la pianta non deve essere tutta pulita da tutto, però si fa già un gran lavoro togliendo tutti questi nidi fin dove si arriva. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere Nogara. Punto 14 all'ordine del giorno.