Oggetto del Consiglio n. 904 del 10 dicembre 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 904/XIV - Inizio della discussione generale congiunta sulle relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e sui disegni di legge n. 43 (Legge finanziaria per gli anni 2015/2017) e n. 44 (Bilancio di previsione per il triennio 2015/2017).
Presidente - Apriamo con la discussione generale congiunta con la relazione della Corte dei Conti della legge finanziaria e della legge di bilancio, quindi per la discussione generale c'è qualcuno che chiede la parola? La parola alla collega Fontana.
Fontana (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Oggi si discutono i disegni di legge n. 43 e n. 44 relativi rispettivamente alla legge finanziaria e al bilancio di previsione della Regione autonoma Valle d'Aosta per il triennio 2015/2017. Abbiamo ascoltato con molta attenzione la relazione dell'Assessore al bilancio Ego Perron. Dai dati si intravede un altro triennio di sacrifici per i cittadini, la previsione di spesa per il prossimo triennio è di 974 milioni di euro: 103 milioni di euro in meno rispetto al miliardo e 77 milioni del 2014, riduzione significativa dovuta all'applicazione del Patto di stabilità, ma soprattutto conseguenza dell'accordo firmato nel 2010 sul federalismo fiscale, inoltre non aiutano i continui trasferimenti richiesti dal Governo centrale. La crisi economica in atto e i tagli del Governo non possono comunque divenire un pretesto per un taglio lineare in tutti i settori strategici della nostra regione: welfare, assistenza, istruzione, sanità, lavoro, settori indispensabili in uno stato di diritto e strumenti preziosi per poter comunque gestire l'attuale crisi economica che non sembra giunta al termine, anzi, per certi aspetti, si può dire che siamo proprio nell'occhio del ciclone.
Il lavoro, motore trainante della ripresa economica e del benessere sociale, sembra ormai essere divenuto un bene di lusso per pochi, di certo con questa manovra finanziaria le cose non miglioreranno. Il lavoro deve essere garantito a tutti, solo così sarà possibile un chiaro rilancio economico che consentirà alle famiglie di poter guardare al futuro con più serenità. Nonostante le aperture del Presidente della Regione, dell'Assessore alle finanze ad eventuali correzioni dell'ultima ora, temiamo fortemente che l'impostazione generale della legge finanziaria non cambierà nella seduta del Consiglio regionale. Sono fermamente convinta che la crisi deve essere affrontata e gestita collegialmente: questa è l'unica arma di vittoria di cui disponiamo. È indispensabile un confronto costruttivo per avere più sguardi a confronto e più idee su come gestire le ridotte risorse a disposizione.
Mi sembra di essere ancora una volta di fronte al solito sistema di fare politica: un sistema cieco e sordo che non accetta il confronto nonostante le scarse idee messe in campo. Inoltre, come d'abitudine, invece che proporre una gestione oculata e proficua delle ridotte finanze a disposizione, siete focalizzati sul discolpare il vostro fallimentare operato attribuendo la colpa di tale disastro ad altri. Ci rendiamo conto che 103 milioni di euro in meno sono tanti? Domandiamoci quale grandiosa gestione ci ha portato a queste condizioni. Oggi si discute il bilancio di previsione del prossimo triennio economico, ma non dovrebbe essere solo questo, bisognerebbe approvare un bilancio triennale all'interno di un progetto più ampio: un progetto lungimirante che consideri le conseguenze almeno per i prossimi sei anni. Se non si fa questo passaggio e si ragiona esclusivamente di bilancio in bilancio, non andremo da nessuna parte e non si edificherà nessun progetto degno di questo nome. Non potremo avere per il futuro nessuna politica che dia risultati significativi e tangibili, quello che proponete è un bilancio di incertezze e senza prospettive future. Bisogna prima di tutto partire da una corretta razionalizzazione delle risorse economiche a disposizione, puntando soprattutto a valorizzare le ricchezze territoriali di cui disponiamo. Il nostro territorio per le sue peculiarità storiche-ambientali è il primo punto da valorizzare per poter ridare la Valle d'Aosta ai valdostani, sfidando la crisi con strumenti e risorse di qualità. Noi oggi, purtroppo, questo non lo possiamo fare: non lo possiamo fare perché non siamo nemmeno in condizioni di fare arrivare i turisti nella nostra regione. Di cosa ci potete parlare ora se sino ad oggi avete fatto di tutto per isolare la Valle d'Aosta dal resto del mondo? Da dove partiamo? Dal turismo? Con l'estrema efficienza delle vie di trasporto su rotaia? O meglio su gomma, con l'autostrada più cara d'Italia? O ancora per via aerea? Dall'agricoltura regionale in ginocchio e con i fondi dimezzati, la quale senza contributi è incapace di sopravvivere? O ancor meglio dall'industria, fiore all'occhiello della nostra regione? Come possiamo gestire le poche risorse a disposizione con queste premesse? State attuando una politica di tamponamento, una politica di rianimazione, mentre qui serve una politica vera, una politica reale in cui la progettualità e la concretezza si possono pensare e verificare senza aspettare che qualcosa accada. Cerchiamo di essere noi gli artefici della ripresa nazionale regionale, non affidiamoci agli oracoli come da tempo state facendo. Partiamo da una politica di prevenzione e progettazione.
Come possiamo continuare a spremere i contribuenti valdostani per garantire il minimo necessario se non c'è futuro? Tasse, tasse e ancora tasse. Chiediamo sempre più tasse ai sempre meno occupati per dare sempre meno servizi, proprio una bella prospettiva! Cominciamo da ora a progettare insieme la possibilità e le risorse che la Valle d'Aosta è in grado di mettere in campo e dimostriamo ai cittadini che c'è una progettualità lungimirante che li considera nel lungo periodo e non solo nel triennio economico al bilancio regionale. Diamo loro una risposta di fiducia alla loro quotidiana incertezza, così come si sono trovate le risorse per dare opportunità di lavoro a circa 200 forestali, che sembrava essere un'impresa impossibile, oggi insieme possiamo affrontare questa crisi con più efficacia. Non bisogna solo pensare a pagare il conto, ma anche ad investire per raccogliere i frutti in un futuro non troppo lontano. Oggi dobbiamo proporre soluzioni adeguate e arginare e gestire al meglio le nuove povertà, non disquisire di possibili aiuti dell'Europa e di manovrine sterili senza efficacia. Non trascuriamo il fatto che è sempre maggiore il numero delle famiglie che si rivolge ai centri di prima accoglienza o al Banco alimentare, piuttosto che al microcredito per sopravvivere. Vogliamo parlare dei pensionati, dei lavoratori che non riescono ad arrivare alla fine del mese? Questo Governo regionale al loro sostegno riduce oggi i buoni del riscaldamento e li elimina poi dall'agenda politica. Bella risposta. Soprattutto per una regione di montagna in cui l'inverno dura diversi mesi all'anno.
Apprezzo la volontà della maggioranza di prestare attenzione alla proposta di legge del reddito minimo garantito, che darà risposte efficaci per affrontare con più strumenti questa crisi epocale, anche se ritengo che da sola non sia sufficiente. Fate chiarezza sulle risorse disponibili in gestione speciale a Finaosta o a CVA, come già chiesto in passato. Questi soldi potrebbero essere indirizzati ai suddetti cittadini. Si tagliano risorse ai patronati che danno servizi indispensabili per i cittadini e li sostengono nel complesso iter burocratico per conoscere al meglio i loro diritti. Si effettuano inoltre tagli all'infanzia, settore importante da tutti apprezzato per la qualità proposta.
Avete sempre ribadito che questi servizi erano il fiore all'occhiello della nostra regione. Con questi tagli si smantellano anni di lavoro e di esperienza, col rischio di perdite di posti di lavoro. Si riduce drasticamente il sistema integrato dei servizi a favore delle persone con disabilità, proponete addirittura tagli sulle barriere architettoniche, penalizzando ulteriormente la mobilità e la dignità delle persone con problemi di deambulazione come disabili e anziani. Dobbiamo impegnarci a garantire servizi efficienti e che facciano comprendere ai cittadini che abbiamo effettivamente in carico le loro problematiche dando risposte tempestive ed efficaci. Come possiamo pensare di difendere la nostra autonomia speciale se non contiamo su servizi da sempre considerati eccellenti come strutture per l'infanzia, microcomunità per anziani e non siamo capaci di garantire collegamenti ferroviari o di superare le barriere architettoniche. Basterebbe anche solo copiare quanto fanno Regioni meno speciali della nostra.
Come gruppo del Partito Democratico Sinistra VdA, presenteremo degli emendamenti che vanno nella direzione di migliorare questa legge finanziaria 2015/2017 affinché ci sia una reale progettualità politica ed un futuro per i valdostani. Senza una tale progettualità, difficilmente si potranno dare risposte efficaci e reali prospettive di crescita. A nuovi problemi servono nuove soluzioni e la capacità di guardare in prospettiva con la speranza di rendere ai cittadini una Regione di cui essere fieri. Grazie.
Presidente - Grazie collega Fontana.
Altri che chiedono la parola? Non vedo prenotazioni...colleghi, per cortesia... Sollecito di nuovo la richiesta di intervento, il gruppo PD ha già fatto un intervento, chiederei agli altri gruppi. Chi rompe il ghiaccio? L'ha già rotto la Fontana, quindi la ringrazio collega Fontana. Non è che mi fate chiudere la discussione generale? Non ci sono interventi...si vede che è stato tutto chiaro...faccio ancora un ultimo appello, altrimenti veramente mi sembra che...allora il gruppo PD ha già fatto un intervento, vorrei chiedere, per cortesia, agli altri gruppi di procedere ad una richiesta di intervento, altrimenti siamo fermi coi lavori.
La parola al collega Roscio. La ringrazio collega Segretario.
Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.
Buongiorno colleghi. Ieri abbiamo ascoltato tre relazioni: la relazione del collega La Torre, quella dell'Assessore Perron e quella del Presidente Rollandin; dovendo sintetizzare questi tre interventi con degli aggettivi: la prima si potrebbe definire come provocatoria, la seconda come descrittiva e la terza come filosofica. Dall'analisi delle relazioni...ma, per certi aspetti, i contenuti sono condivisibili quando si legge nella parte conclusiva del Presidente della Commissione La Torre che bisogna razionalizzare l'amministrazione pubblica, bisogna tagliare gli sprechi, anche quelli della politica, migliorare l'efficienza, eliminare la burocrazia, investire sul territorio e sull'ambiente e non vado a ripetermi...come possiamo non essere d'accordo su questi argomenti?
Certamente vengono però fuori alcune perplessità, nel senso che, solo per fare un esempio, quando si dice che il territorio e l'ambiente sono un'importante risorsa e poi si va a vedere nel bilancio quello che viene allocato per l'ambiente, si vede che l'Assessorato è un Assessorato in declino con veramente pochissimi finanziamenti e poche risorse da poter sviluppare e fare un'attività che diciamo nelle premesse è più che condivisibile, ma poi non trova una reale attuazione, nel senso che, se io non do gambe mettendoci poi le risorse, diventa poi impossibile...si rimane sulla parte dei principi e non si dà attuazione.
Rimangono perplessità perché, quando si parla di difficoltà oggettive e di una situazione quasi critica, viene da ricordare che la crisi non è di ieri, è una crisi che viene da lontano. Nella relazione dell'Assessore Perron si dice che la crisi viene dal 2008 e qualche perplessità su chi aveva degli incarichi allora e che governava dalla nostra parte non può che esserci e ci si chiede se chi ha causato questa situazione, diciamo parte di questa situazione può anche esserne la cura. Al di là di questa situazione, permettetemi una piccola provocazione: ma se quest'invito a dover trovare una nuova formula politica...com'è stato detto, se oggi i numeri in Consiglio regionale fossero gli stessi della precedente legislatura, sarebbe esattamente uguale l'invito, oppure si farebbe esattamente come si è fatto in passato?
Un'altra considerazione è questa: oggi noi qui discutiamo di legge finanziaria, di bilancio, l'impressione però è che si stia già pensando ad altro. Come spesso succede nel merito, la politica è già più avanti, il bilancio è già quasi accantonato e si pensa al futuro. La politica è un po' come una belva che insaziabile sta già spolpando la sua preda, ma già pensa alla prossima e quindi si ritrovano un po'...come dire? si parla poco del merito delle questioni. Noi del gruppo ALPE abbiamo provato ad esaminare la legge finanziaria, il bilancio. Ovviamente non condividiamo le scelte che sono state fatte e per questo abbiamo predisposto degli emendamenti che vanno nella direzione di cercare di dare un contributo che noi riteniamo migliorativo rispetto a questo bilancio, cercando di portare delle idee, ovviamente senza avere la pretesa di avere la soluzione a tutti i problemi, proviamo a cercare di dare un contributo per dare delle risposte alla collettività valdostana.
Ieri abbiamo sentito parlare il Presidente di elezioni in qualche modo, ha detto che se non si trova un modo per andare avanti, se non si trova una condivisione allargata sui temi, l'unica alternativa sono le elezioni. Beh, se dovessi ragionare in maniera impulsiva e di primo acchito mi verrebbe da dire subito! Come dire? se uno si sofferma a fare un ragionamento...e che ci sarebbe la garanzia di trovare quella solidità e quel governo...e come si chiede dovrebbe essere legittimato a governare dai numeri e dal sostegno dei cittadini... Ecco, su questo rimane un dubbio, cioè noi fossimo nel migliore dei mondi possibili probabilmente questo sarebbe anche auspicabile, però bisogna prendere atto della realtà, non è che sempre le cose vanno come uno vorrebbe. Bisogna tenere conto che il momento di crisi, il contesto è quello che è e quindi si rischierebbe di replicare una situazione che è già di per sé adesso è grave e si potrebbe solo che peggiorarla.
Ieri si è sentito parlare di cercare di discutere sui temi, ecco, su questi temi, poi che sono quelli dei costi della democrazia, che sono - è stato ricordato -: il problema dell'ambiente, quello dei trasporti, quello delle politiche del lavoro...credo che su questi temi il gruppo ALPE sia da sempre presente, ha sempre portato il contributo e come pensare di non essere anche adesso volenterosi di portare un contributo, di discutere, di cercare delle soluzioni con chi vorrà trovarle? Noi del gruppo ALPE su questo siamo pronti e credo che i colleghi che erano prima di me in Consiglio nella passata legislatura abbiano tentato già allora di provare ad incidere su delle scelte che noi riteniamo importanti. Diversamente sarebbe un po' come pensare di lasciare un malato senza alcuna cura sperando che guarisca da solo e dire: "va beh, se è morto, vuol dire che era destino, non ce la poteva fare". Ecco, io lascerei poi ad altri colleghi...non voglio essere troppo lungo.
Sul bilancio noi presenteremo gli emendamenti, cercheremo di discutere, di illustrarli, sperando che la condivisione che è stata già espressa e già auspicata dalla maggioranza di governo trovi veramente compimento nel cercare di discutere sui temi...e magari votare anche emendamenti che possono essere ragionevoli e migliorativi di questo bilancio. Ecco questo è l'auspicio, per il resto diamo come sempre la nostra disponibilità a lavorare sui temi cercando di portare dei miglioramenti e delle risposte per tutta la collettività. Grazie.
Presidente - Grazie Roscio. Altri? Siamo sempre in discussione generale. Direi qualcuno della maggioranza anche per fare un po' di alternanza. La parola al collega Borrello.
Borrello (SA) - Buongiorno a tutti, salve.
Oggi ci apprestiamo a discutere un documento che è importante, fondamentale per quanto riguarda l'organizzazione della gestione amministrativa e contabile della nostra regione sia per quanto riguarda il 2015, sia per quanto riguarda lo sviluppo nel triennio. Prima di entrare nel merito del documento e successivamente di fare un'analisi di carattere politico, vorrei fare alcune considerazioni generali che mi riguardano personalmente, ma che penso che riguardino tutti coloro che hanno alle spalle un pregresso di responsabilità amministrativa. Io nella mia breve carriera politica per fortuna, ho avuto l'onore di poter rappresentare dei ruoli anche assessorili e ho dovuto gestire tutta una serie di problematiche legate al bilancio a partire dal 2010. È stato perciò un onore, come Assessore della Giunta di Aosta, ricoprire questo ruolo, che è stato sicuramente un ruolo che mi ha formato dal punto di vista prettamente contabile ed amministrativo.
Ho fatto quest'introduzione perché ho sentito parlare e ho acquisito dati di quella che è l'applicazione della crisi rispetto al contesto del sistema valdostano...ed è partita dal 2009. La mia esperienza amministrativa mi ha portato solo a gestire momenti di crisi, che, anno dopo anno, si sono accentuati con delle influenze esterne che hanno aggravato quello che era l'impatto dei bilanci all'epoca della mia esperienza assessorile presso il Comune di Aosta, degli Enti locali e in questo momento, seppur con un altro ruolo, all'interno del contesto regionale, e questo è un dato concreto, è un dato oggettivo che noi dobbiamo porre all'attenzione del dibattito, ovvero l'influenza dei dati esterni nell'affrontare delle tematiche che qualcuno nella relazione di ieri giustamente ha definito "un progetto prettamente contabile". È questa un'analisi opportuna, perché quello che noi stiamo affrontando è un momento di crisi che si manifesta anche nei numeri: basti pensare ai tagli per quanto riguarda l'aspetto degli investimenti all'interno del bilancio regionale. Se è vero che noi oggi presentiamo un atto importante, l'atto fondamentale di un'amministrazione pubblica, è altrettanto vero che siamo in un contesto estremamente difficile, se non addirittura in un contesto critico. Abbiamo cercato con il senso di responsabilità che si riconosce a coloro che devono in prima linea affrontare le tematiche, quindi il Governo, la maggioranza...abbiamo cercato, dicevo, di trovare tutti gli elementi e gli strumenti che esistono per cercare di affrontare questo momento particolarmente difficile, al fine di cercare di trovare quelle risorse che sono sicuramente necessarie per cercare di garantire il sistema Valle d'Aosta.
Quali sono gli aspetti che abbiamo cercato di mettere in evidenza...cercando di portare l'attenzione su atti amministrativi...e quali le peculiarità della nostra azione amministrativa? Abbiamo cercato di trovare delle risorse a livello europeo per andare a sopperire a quelle che sono le mancanze di derivazione nazionale dei fondi che sono necessari per garantire la stabilità di questo bilancio e, parallelamente, si è cercato anche di attivare tutta quella serie di percorsi per poter andare ad usufruire di quegli investimenti all'interno della BEI (la Banca Europea degli Investimenti), appunto, in modo tale da garantire quella liquidità necessaria alle casse regionali.
Un'analisi più generale che dobbiamo fare in questo momento è proprio legata alla mancanza, alla non chiusura, alla non approvazione del Patto di stabilità: questo è un elemento che crea ancora maggiore incertezza nell'analisi contabile del documento che stiamo analizzando. Bisogna riconoscere che all'interno di questo bilancio non sono stati individuati, non sono stati caricati nei capitoli quelli che sono i fondi europei e i fondi statali che verranno successivamente utilizzati nel momento in cui ci saranno le procedure di attuazione a livello europeo per quanto riguarda l'applicazione di questi documenti, di questi fondi che, come vi ricordate, abbiamo già approvato a livello di programmazione all'interno di quest'aula consiliare.
Risulta evidente come dai dati che abbiamo evidenziato il bilancio di previsione 2015 contenga delle difficoltà per quanto attiene alle spese di investimento, spese su cui inevitabilmente incide in maniera significativa la riduzione delle risorse disponibili a seguito delle manovre approvate dallo Stato. Ogni anno ci troviamo qui a discutere di quelli che sono i percorsi che noi abbiamo dovuto produrre nei rapporti con lo Stato centrale e che fin qui non hanno prodotto delle soluzioni positive. Questa è una situazione di disagio che ogni anno manifestiamo e che ogni anno portiamo all'attenzione di quest'aula, perché è forse l'elemento principale sul quale noi dobbiamo soffermare la nostra attenzione. Nella predisposizione di questo bilancio abbiamo cercato di seguire delle linee che sono le seguenti: abbiamo cercato di evitare il più possibile dei tagli di tipo orizzontale, provando ad andare a modellare le esigenze rispetto alle sensibilità di ogni singolo Assessorato al fine di garantire la qualità dei servizi che fino ad oggi sono stati garantiti all'interno del sistema Valle d'Aosta; seppure in un momento di crisi, abbiamo cercato di mantenere gli interventi a favore delle famiglie e delle categorie sociali più deboli, seppur con una rimodulazione dei requisiti, una rimodulazione che ovviamente, contestualizzata nel momento di crisi che stiamo vivendo, era necessaria. Abbiamo mantenuto - e l'Assessore lo ha anticipato, con tutta l'onestà intellettuale che gli riconosco - tutte le misure anticrisi anche per quanto riguarda la sospensione delle rate di mutuo a tasso agevolato, ovviamente con una proiezione temporale che deve essere analizzata in virtù della crisi che stiamo vivendo; inoltre - cosa che è importante per quanto riguarda la ripresa economica del tessuto industriale della Valle d'Aosta - abbiamo mantenuto i contributi in conto interesse alle aziende per tramite dei Confidi.
Già ieri nella relazione del collega La Torre sono stati evidenziati altri aspetti positivi e qualificanti di questo bilancio e - ripeto -, sempre in un contesto di estrema difficoltà, si introduce il contenimento dei trasferimenti a fondazioni e ad enti dipendenti dalla Regione, si garantiscono quegli interventi che sono già stati programmati e, sempre per quanto concerne il discorso legato al sostegno del tessuto imprenditoriale ed economico, si garantisce ancora una volta l'utilizzo dei fondi di rotazione per gli investimenti.
Un ultimo aspetto che voglio sottolineare è che anche per quest'anno vengono garantiti gli interventi per l'accesso al credito sociale ed il contributo alla locazione a sostegno dell'emergenza abitativa.
Riprendendo quanto già detto nella relazione dell'Assessore Perron all'interno delle commissioni consiliari, si è cercato di lavorare e si è ragionato su quattro linee di indirizzo che sono...e le ripeto, l'ho già detto nella mia nota introduttiva: l'utilizzo al massimo dei fondi comunitari - ricordo in particolare i 65 milioni riferiti al FES e i 52 milioni riferiti al Fondo Sociale Europeo -, una buona amministrazione deve cercare di andare ad attuare nella maniera più semplice e cercare di rendere fruibili questi fondi comunitari in modo tale che, seppur in un momento di crisi, la buona amministrazione porti al compimento di una sburocratizzazione per quanto riguarda l'utilizzo e la fruizione sul territorio valdostano di questi fondi europei, che sono sicuramente importanti per quanto riguarda il sostegno di alcuni settori che sono strategici per la Valle d'Aosta.
Come ho già detto, relativamente alla crisi economica, abbiamo cercato di mantenere il sostegno agli investimenti, abbiamo prorogato il pacchetto anticrisi, abbiamo dato ancora una volta facoltà di sospensione dei mutui regionali. Inoltre, in virtù anche di quella collaborazione che da più parti è stata richiamata ed è stata riconosciuta proprio all'interno del percorso di approfondimento della legge finanziaria all'interno della commissione consiliare, previa disponibilità manifestata dall'Assessore e dal Presidente della Regione, sono state accolte anche alcune iniziative che sono sicuramente lodevoli e che voglio citare, quindi questo è il frutto di una condivisione e di una convergenza di intelligenze che ha portato sicuramente ad un risultato positivo. Nel dettaglio si tratta dell'istituzione di un fondo per il contrasto all'esclusione sociale dei senza reddito: è stata una proposta scaturita all'interno della commissione consiliare che è stata accolta ed inserita all'interno di questo bilancio.
Un altro aspetto nato in seno della commissione consiliare è inerente all'occupazione per il tramite di interventi di settore. Nello specifico mi riferisco all'inserimento all'interno di questo bilancio dei fondi necessari per andare a garantire l'attivazione dei piani straordinari per i cantieri forestali per le opere stradali: questo è un altro segno importante di recepimento di alcune sensibilità all'interno dei lavori della commissione.
Quarto ed ultimo aspetto è quello che forse è anche il più importante dal punto di vista amministrativo-contabile, ma che ha delle ripercussioni sicuramente dal punto di vista politico e consta nel ragionamento legato al contenimento della spesa in modo tale da poter andare a reperire quei fondi che sono necessari per andare a partecipare, per la quota parte riconosciuta alla Regione Autonoma Valle d'Aosta, al risanamento della finanza pubblica. Questo bilancio risente pesantemente di questo fattore, perché nel triennio 2015-2017 si è dovuto inevitabilmente tenere conto degli effetti normativi delle manovre statali di risanamento della spesa pubblica che determinano una spesa di contenimento notevole per quanto riguarda le casse della Regione Autonoma Valle d'Aosta. In questo bilancio noi adottiamo un incremento del contributo da versare allo Stato di 24 milioni in più rispetto al 2014 per cercare di andare a minimizzare quest'impatto legato alla quota di partecipazione al risanamento della spesa pubblica. Si è previsto di accantonare 14 milioni nella legge finanziaria del 2014 e 10 milioni sono previsti nella legge di stabilità del 2015. Questo - ci tengo a sottolinearlo - è un atteggiamento prudenziale che quest'Amministrazione pone in essere per andare ad attivare un accantonamento nei confronti dello Stato di una cifra che è, ahimè, di 220 milioni di euro. Credo sia dimostrabile da tutti quanti e che sia anche percepibile anche da quest'Assemblea che il sacrificio che le Regioni fanno, in questo caso la Valle d'Aosta, risulta essere eccessivo rispetto a quello che è il peso specifico all'interno del contesto nazionale. Oltre a questo, dobbiamo anche ricordare un altro elemento che incide sulla disponibilità dei denari all'interno delle casse del bilancio, ovvero un ulteriore incremento legato alla regionalizzazione dei servizi ferroviari, che produce un ulteriore taglio pari a 23 milioni di euro. Il bilancio del 2015 avrà quindi un taglio, rispetto al precedente, che è quantificabile in 103 milioni di euro.
Questa piccola analisi contabile è necessaria perché, ovviamente, se si parte da un macrodato che è la sottrazione di disponibilità finanziarie di 103 milioni di euro, tutti i settori, tutti gli Assessorati, tutti i capitoli presenti all'interno di questo bilancio avranno necessariamente un segno negativo. Voglio ricordare che nell'arco di questi cinque esercizi finanziari quelli che sono stati contraddistinti dalla crisi ogni anno si è sperato, c'era l'auspicio che fosse l'ultimo del percorso di decrescita della curva gaussiana. Siamo invece ancora qui, un'altra volta, a dover constatare il fatto che abbiamo un ulteriore segno negativo nelle disponibilità delle casse regionali. Solo per quantificare, negli ultimi cinque esercizi finanziari il taglio è superiore ai 650 milioni di euro e qual è stata la sfida di quest'Amministrazione? Cercare di mantenere il più possibile la qualità dei servizi inalterata con una dimostrabile minore quantità di denari disponibili.
Dal nostro punto di vista, sottolineiamo la difficoltà nel mantenere i rapporti con lo Stato. Questi rapporti li possiamo distinguere come un elemento sicuramente negativo, perché non ci dà la certezza della programmazione, lo diceva ieri il Presidente che ha centrato quella che è, effettivamente, la difficoltà: la mancanza della possibilità di andare a programmare quelle che sono le attività all'interno del bilancio regionale.
Vorrei però rimarcare - e mi accingo a concludere - ancora una volta quelli che sono alcuni aspetti positivi e poi lascerò spazio al dibattito, questa è stata una valutazione di carattere generale: nonostante il momento di difficoltà, si è cercato di garantire e di mantenere, seppur con delle rimodulazioni, quelle che sono le attenzioni a favore delle famiglie e delle categorie sociali più deboli.
Ci tengo a sottolineare che questo è un bilancio interamente prodotto con risorse proprie e che non sono stati previsti nuovi indebitamenti e ultimo fattore che tengo a sottolineare è il fatto che, pur muovendoci in un contesto di difficoltà economica acclamata, in un contesto di difficoltà nei rapporti con lo Stato, quest'anno non sono stati previsti né interventi, né manovre per andare ad alimentare le aliquote sui tributi regionali. Questi sono i dati qualificanti di questo bilancio.
Faccio ora un'ultima considerazione più di carattere politico: ho sentito nelle relazioni di ieri - che condivido -, ho percepito nei primi interventi all'interno di quest'aula alcune considerazioni rispetto alla tipologia di questo bilancio, alle caratteristiche di questo bilancio. C'è chi ha detto che questo è un bilancio difensivo e di transizione, c'è chi ha detto che è un bilancio ponte, che è un bilancio che può essere definito spartano, che può essere definito prospettico: io dico che, secondo me, questo è un bilancio responsabile, che prende in considerazione quelle che sono le realtà oggettive delle economie presenti in questo momento, che prende in considerazione quelli che sono tutti gli impatti legati a fattori esterni: la crisi economica, piuttosto che i rapporti con Roma, piuttosto che tutta una serie di fattori che incidono negativamente in questo momento particolare, ma che, come abbiamo detto, è un bilancio - e lo abbiamo dimostrato anche con i fatti - che vuole recepire anche quelle che sono le possibili migliorie. Attendiamo quindi quelli che potrebbero essere i vostri emendamenti per analizzarli in maniera seria, per cercare di andare, qualora ce ne fosse la possibilità dal punto di vista politico ed economico, di apportare alcune modifiche nel momento in cui queste possono essere condivise con la maggioranza.
Presidente - Grazie. Ulteriori richieste di intervento? Chiederei a qualcuno delle forze di opposizione...colleghi? Vi ricordo che abbiamo avuto gli interventi di PD-Sinistra valdostana, dell'ALPE e della Stella Alpina. Chiederei adesso se gli altri gruppi possono fare un loro primo intervento. Collega Bertschy? Grazie, collega, la parola al collega Bertschy.
Bertschy (UVP) - Il collega Cognetta non pareva intenzionato ad intervenire e quindi l'ho anticipato... Grazie Presidente.
Il bilancio che ci apprestiamo a discutere e che conclude la fase preparatoria nelle commissioni e il dibattito che è avvenuto...è un bilancio che nei contenuti abbiamo già avuto modo di evidenziare dove riteniamo che possa e debba essere migliorato. Quello che ci pare opportuno sottolineare questa mattina rispetto alla fase di discussione del bilancio dell'anno scorso è il dato politico che ieri sia il collega La Torre nella sua relazione di presentazione, sia soprattutto il Presidente...l'Assessore Perron nella sua relazione ha evidenziato soprattutto la parte tecnica del bilancio, mentre la parte politica l'abbiamo potuta cogliere dai due interventi che l'hanno preceduto e concluso. Ieri definitivamente - e credo che sia un dato che forse anche la Stella Alpina deve cogliere con la definitiva attenzione - il Presidente ha annunciato la conclusione di un progetto politico che ha provato a resistere con i numeri che aveva a disposizione in questi 18 mesi, però in maniera direi intelligente, con del buon senso, oggi è un progetto che viene definitivamente annunciato alla sua conclusione. Questo lo ritengo un aspetto positivo perché nell'aver annunciato un dialogo qualche mese fa, poi ripreso nell'ultimo mese...ecco, forse qualcuno non aveva ancora capito che questo dialogo avveniva perché le condizioni politiche per portare avanti un programma di maggioranza non erano più quelle di partenza e qualcuno ha ancora fatto finta di sedersi ai tavoli di discussione convinto che di dialogo se ne potesse fare per allungare il brodo, la minestra, adesso si potrebbe anche utilizzare qualche altro termine...ma di andare avanti. A noi invece ha fatto piacere - e lo dico con estrema soddisfazione - che la politica non si nasconda dietro quei paraventi che allungano il brodo, ma che soprattutto mantengono le poltrone degli Assessori, dei Presidenti, ma anche dei Consiglieri regionali. La concretezza nel dire: "questo dialogo porti a qualche cosa o porta alle elezioni" quindi ci trova assolutamente d'accordo, poi con qualche distinguo che avremo modo di esplicitare meglio ed è normale che sia così. È normale che sia così perché non viviamo la Valle d'Aosta del 2008, non abbiamo il miliardo e 700 milioni di euro, non abbiamo le condizioni politiche di allora, c'è un'instabilità qui, c'è un'instabilità a livello nazionale, ci sono continui cambiamenti e quindi non ci si può a questo punto nascondere. Tuttavia, il primo dato che a noi piace fare rilevare è il fatto che, dopo 18 mesi, si sia frenato un programma di maggioranza nel quale, evidentemente, noi non credevamo proprio perché eravamo seduti dall'altra parte...non credevamo che potesse dare soddisfazione ai valdostani e non credevamo potesse dare le risposte a questo momento di crisi.
Il fatto quindi di trovarci oggi a poter trattare se non proprio dallo stesso punto di partenza, ma quanto meno con la stessa possibilità politica di portare il nostro contributo la troviamo una fase positiva, nuova e inaspettata: inaspettata perché credo che nessuno si trovasse nella condizione nel luglio del 2013 di pensare che questo sarebbe potuto avvenire e, soprattutto, in così breve tempo. La democrazia che oggi viene rappresentata qui all'interno...il voto che c'è stato per portare questa democrazia non ci mette nella condizione di dire che ognuno di noi ha più ragione degli altri: questa legislatura - lo diciamo sin dall'inizio - ha numeri che si equivalgono e, se si equivalgono i numeri, bisogna provare a creare delle condizioni di dialogo e di confronto migliori, quello che sta succedendo oggi è quello che ci aspettavamo. Non siamo qua per dire: "abbiamo più ragione degli altri" o "abbiamo meno ragione degli altri", oppure: "abbiamo le idee migliori o abbiamo le soluzioni al problema", quello che volevamo dire all'inizio è che con questi rapporti di forza, i metodi, il confronto, il sistema di porsi doveva essere diverso e oggi ci sono queste condizioni, quindi, visto che abbiamo lavorato per questo, non possiamo che essere soddisfatti, altrimenti avremmo detto delle parole al vento.
La soddisfazione però deve portarci ad essere costruttivi e propositivi: costruttivi e propositivi perché riteniamo che non si possano esclusivamente annunciare delle cose e poi fare finta che dietro a queste cose non ci sia la possibilità di fare dei passi in avanti. Il passato vogliamo lasciarlo per un momento alle spalle, il passato è quello che ha generato, per quanto ci riguarda, delle scelte di vita anche a livello personale, delle scelte politiche, delle esperienze che probabilmente sarebbe bello che tutti potessero fare, perché arricchisce anche il proprio bagaglio personale provare a fare attività politica attraverso ruoli e posizioni diverse, però questo non fa abbandonare le idee per le quali si fanno le battaglie politiche, i principi per i quali ci si espone a livello di immagine anche in politica. Noi quindi troviamo oggi in questa fase le condizioni per cui anche l'UVP possa portare, se ce l'ha, quella forza che ha annunciato e quella speranza che anche ha creato almeno nel proprio elettorato, se ce l'ha, la possa portare in una fase completamente nuova come quella che ci stiamo apprestando a vivere.
Per noi il cambiamento è quello che abbiamo sempre detto: il cambiamento del metodo, il cambiamento politico-organizzativo, il cambiamento nella definizione degli obiettivi che, ripeto, non vogliamo dire che dovranno essere i nostri, però abbiamo piacere a dire che i nostri siano al centro del tavolo, che possano essere discussi e, se buoni, portati avanti e altrimenti oggetto di sintesi o di arresto, perché ce ne sono altri di migliori dei nostri. Il cambiamento però passa anche attraverso i fatti, il cambiamento non passa per le parole: il cambiamento sono le azioni concrete che si fanno, perché le cose che si dicono poi rimangono semplicemente dette, invece noi vogliamo che il cambiamento passi attraverso i fatti e sui fatti ci confronteremo nel corso del bilancio riguardo a temi politicamente nel prossimo periodo.
Il primo fatto concreto il nostro movimento lo ha annunciato negli scorsi giorni e consiste nel fatto che sull'autonomia l'UVP, pur riconoscendo, oppure non disconoscendo le battaglie che ha fatto fino ad ora riguardo un accordo che riteniamo un po' l'origine del problema economico che la Valle d'Aosta si è trovata a vivere in questo periodo...pur non disconoscendo le cose che abbiamo detto in quest'aula, non siamo più disponibili ad accettare che lo Stato ci tratti come l'ultimo zimbello d'Italia, siamo la Regione più piccola: "on est vraiment les petits...on est dans un petit coin de l'Italie et ce n'est pas possible qu'on est encore dans l'attente de définir le Pacte de stabilité." Non è possibile che ci troviamo a discutere un bilancio che è di importanza capitale per la nostra comunità e qualcuno ci debba ancora dire che cosa succederà il giorno dopo.
Allora, non vogliamo che si confonda una difesa della Valle d'Aosta - che non è una battaglia contro lo Stato, è una difesa della nostra comunità - con le logiche interne e le idee politiche che ognuno di noi ha riguardo ad atti amministrativi o ad atti che sono stati fatti. Il nostro movimento ha lanciato un'idea che speriamo possa essere l'idea giusta - se ce ne saranno di migliori, che emergano -, però dobbiamo difendere la nostra Regione, dobbiamo ritrovare la forza e l'energia per difenderla politicamente e per trasmettere una serenità che deve essere trasversale nella comunità valdostana, perché non se ne può più! Non se ne può più! Dopo quell'accordo ci sono state una serie di forti azioni sul nostro bilancio che ci hanno portato oggi ad avere risorse veramente limitate. Allora, non abbiamo paura a denunciare quest'aspetto e a fare una battaglia comune perché la Valle d'Aosta possa ritrovare una maggiore compattezza riguardo a questi fatti. Inoltre, non abbiamo neanche paura di dire che, secondo noi, con le risorse di oggi e con la decrescita che c'è stata bisogna impostare un bilancio differente: bisogna che l'autonomia del 2014 riparta dalle risorse che ha, immaginando che non possa partire dall'impianto che aveva e questo è trasversale: l'impianto è amministrativo, politico, culturale, è nel metodo di fare, nel metodo di stare in politica, nelle cose che abbiamo detto, nelle tante battaglie che abbiamo fatto.
L'equità che ci deve essere verso i nostri cittadini ha risorse limitate e ha possibilità limitate per tutti, però, appunto, non vogliamo che questo venga confuso con: "non dire queste cose e poi non voglio difendere la Valle d'Aosta". L'UVP vuole difendere la Valle d'Aosta e la vuole difendere soprattutto perché siamo in una situazione veramente di grande difficoltà. La fase costituente, che speriamo possa raccogliere il consenso da parte delle forze politiche, alcuni hanno già annunciato l'interesse, altri, magari ancora un po' presi da battaglie ancora più forti di quelle che abbiamo annunciato noi...la battaglia sull'indipendenza è sicuramente un qualcosa che può suscitare interesse...ma, se ci limitiamo in questo momento a trovare tutti la forza di difendere la nostra autonomia, credo che faremmo già un bel risultato e poi avremo ancora modo di differenziare le nostre posizioni. Su questo perciò ci aspettiamo di vedere se c'è la volontà...una volta mossa la politica, creata l'azione politica e forse anche differenziata la posizione dal Consiglio regionale, che è una posizione che deriva dalle elezioni, ma la politica si può ritrovare anche attraverso altre forme, vediamo se finalmente c'è la voglia di lavorare su temi, non avendo paura di guardare al passato, ma allo stesso tempo avendo la voglia di guardare veramente al futuro.
L'altra azione concreta...questa l'UVP l'ha fatta e la farà qui all'interno. Dicevo in premessa che sicuramente questo bilancio nasce con condizioni differenti da quelle di prima. Il tempo di lavoro c'è stato, sul metodo abbiamo ancora dubbi, ma immagino anche che ognuno provi a raccogliere le sensibilità degli altri e poi cercheremo di capire come arrivare a soluzioni migliori. Noi, quando parliamo di costruire un bilancio, immaginiamo che possano esserci condizioni non dal mese di ottobre con i gruppi di opposizione, ma prima perché tanto una serie di dati ci sono, tutta una serie di lavori si possono fare attraverso le commissioni...non fa nulla, il bilancio di quest'anno è comunque nato sotto altre basi. Politicamente c'è stata l'attenzione di ascoltare alcune proposte...la collega Fontana parlava dei cantieri forestali e queste sono battaglie che i gruppi di opposizione hanno fatto insieme qui l'anno scorso e il fatto di ritrovare e ridare serenità ad una serie di lavoratori già con l'approvazione del bilancio non potrà che giovare a queste famiglie e a queste persone. Bene quindi, questo è un risultato politico di condivisione, ma c'è una serie di elementi che nel bilancio noi intendiamo assolutamente portare alla vostra attenzione e lo faremo attraverso gli emendamenti, ma soprattutto attraverso il confronto, perché non credo che tutto potrà trovare una soluzione nella fase di discussione del bilancio.
Il primo grande obiettivo che deriva però dalla fase di emergenza è il fatto che dobbiamo trovare, a nostro avviso, delle risorse per provare a dare risposta a tutto il comparto edile e all'indotto che viene collegato, al settore viene collegato, perché la crisi è forte: questo non deve essere tanto il segnale che poi continuerà così, però riteniamo che, in un momento come questo, una situazione di estrema criticità che vive la nostra piccola impresa vada ascoltata. Credo che vadano cercate soluzioni, se possibile, quanto meno nel breve periodo per cercare comunque di governare un sistema che dovrà cambiare, perché quelle risorse non ci sono più, quell'impianto di lavori pubblici non esiste più, anche le nostre imprese dovranno poco alla volta convertire, nel limite del possibile, il loro lavoro, però c'è bisogno di mettere del denaro affinché si possa in qualche maniera trovare delle soluzioni e siamo d'accordo...sul passaggio del Presidente ieri...i grandi appalti non sempre sono stati una risposta all'economia locale, anzi in certe occasioni sono stati anche un danno e un problema. Oggi noi non parliamo di grandi appalti, ma stiamo parlando...anche perché tutti annunciamo le grandi opere, ma ormai c'è solo più una grande opera: si sta parlando dell'ospedale. Il cantiere dell'università è stato assegnato, la funivia del Monte Bianco sta terminando, tant'è vero che la vedremo a Capodanno in RAI e quindi si parla di ospedale. La scelta dell'ospedale deriva da un referendum che non vogliamo rimettere in discussione: noi oggi stiamo rimettendo in discussione l'utilizzo di quei denari in un momento particolare e critico della nostra economia. Faremo una proposta - fra l'altro, condivisa con altri gruppi - per provare a vedere se c'è la possibilità, attraverso queste risorse, di dare una risposta ad un problema particolare.
Ci sono poi altri obiettivi...obiettivi sociali e saranno poi i colleghi che descriveranno meglio tutta una serie di azioni e altri aspetti...obiettivi sulla democrazia, sulla politica, obiettivi sulla qualità delle cose che andremo a fare in agricoltura, nel turismo, obiettivi che renderemo concreti appunto attraverso le nostre proposte qui e le nostre proposte future, perché - ripeto - il bilancio non è che una fase di discussione. Abbiamo chiesto un Consiglio straordinario, che avverrà a gennaio, sui trasporti, che riteniamo...l'elemento oggi di difficoltà sui trasporti...e avremo delle cose ancora da dire. Certo che le azioni concrete passano per le azioni politiche e passano anche per le decisioni che prenderemo.
Ieri la relazione del collega La Torre, ripeto, e le cose che abbiamo sentito in aula fanno presupporre che, attraverso il confronto in aula, si possano trovare delle soluzioni alle proposte che faremo come gruppo UVP, che faranno gli altri gruppi di opposizione o quanto meno ci sarà la possibilità di trovare un confronto. Se dalle parole passeremo ai fatti e se quindi questi confronti troveranno delle soluzioni nel bilancio di oggi e nelle proposte attraverso degli ordini del giorno che impegneranno il Governo domani, bene, potremo dire che finalmente questa fase che è stata annunciata ha trovato il suo compimento...ed il dialogo ha trovato delle soluzioni che non potranno che essere, appunto, la sintesi delle varie proposte che sono qui all'interno, altrimenti ciò che annunciava ieri il Presidente...le elezioni non possono che essere non un obiettivo, ma un dovere per chi in politica, come in qualsiasi altra attività di lavoro, non riesce, attraverso il suo lavoro, a dare delle risposte per le quali viene sostenuto, chiamato e anche indennizzato nel nostro caso, ma le elezioni non devono diventare uno spauracchio e neanche un obiettivo, perché vorrebbe dire aver fatto fallire la nostra capacità di dare delle risposte attraverso il nostro ruolo. Le elezioni che quindi noi abbiamo annunciato per tempo - addirittura nell'altra crisi - non spaventano in termini di forza politica e di eletti per quello che ci riguarda. Esse però sarebbero la dimostrazione che questi 35 Consiglieri hanno abdicato alla loro capacità di trovare, attraverso le loro idee, le risposte alla crisi che stiamo vivendo.
Raccogliamo quindi questa sfida che è stata lanciata ieri in maniera molto positiva, perché vediamo dietro a queste parole la voglia di trovare delle soluzioni, rilevando il fatto che, appunto, così non si può governare e così non si può continuare in questa legislatura. Speriamo...e porteremo, come gruppo UVP, il nostro contributo a questo tipo di atteggiamento che è stato annunciato per questo bilancio e soprattutto cercheremo, come gruppo UVP, di dare una svolta a questa legislatura, che non deve essere ricordata come qualcosa di inconcludente, o come qualcosa...che non ha saputo in una fase storica della nostra regione dare dimostrazione che in Valle d'Aosta si può fare politica e si può fare politica seriamente. Noi quindi ci saremo su tutta questa serie di premesse, ci saremo con i nostri obiettivi e vedremo alla fine della conclusione del dibattito sul bilancio quanto di quanto annunciato troverà compimento e soluzione. Grazie.
Presidente - Grazie collega Bertschy. Altri Consiglieri? La parola al collega Follien.
Follien (UV) - Merci Président.
Credo doveroso intervenire per dare il mio contributo alla discussione nell'analisi di questo bilancio di previsione 2015-2017. Questo è un bilancio che affronta e risente di un momento di grande criticità, di grande difficoltà - ce lo siamo detti tante volte - dal punto di vista macroeconomico, in Europa oramai la recessione ha toccato in parte Paesi anche solidi come la Germania, in un contesto nazionale in cui le rigide regole del Patto di stabilità e l'assenza cronica di riforme che sono attese in Italia da decenni soprattutto dal punto di vista economico vedono una situazione di disoccupazione in crescita, in particolare quella giovanile...e un sistema italiano di welfare e di pubblica amministrazione che non tiene più dal punto di vista strutturale. La crisi economica di questi anni ha portato al susseguirsi in Italia di Governi tecnici e non che hanno prodotto solamente politiche di tagli e leggi di stabilità con l'introduzione di tasse e di imposte sempre più onerose. Dal "Governo Monti" in poi lo Stato ha individuato un solo responsabile di quella che era la situazione del debito pubblico e dell'inefficienza, cioè gli Enti locali, in particolare le Regioni, ma, in particolare, le Regioni autonome. A queste Regioni e soprattutto alle speciali del nord - la Sicilia, in particolare, forse è stato un capitolo a parte - è stato chiesto un contributo al risanamento della finanza pubblica sproporzionato e iniquo, con una continua violazione, come nel nostro caso, delle prerogative e delle tutele del nostro Statuto speciale, come se avere gestito per decenni le risorse finanziarie provenienti dalle nostre tasse, in un modo che reputo efficace e produttivo, creando un welfare di qualità e non solo, sia stato un immeritato privilegio, come se non fosse un dato di fatto che in questa regione, attraverso l'autonomia finanziaria, noi gestiamo ciò che altrove è gestito molto spesso male dallo Stato.
Credo che queste considerazioni non servano a crearsi degli alibi o per darsi delle giustificazioni, alcuni dati su questo bilancio sono oggettivi, come quello di dirci che il bilancio in soli cinque esercizi si è dimezzato, scendendo sotto la soglia del miliardo di euro per la prima volta. Non ripeterò le cifre ascoltate ieri e esposte bene dall'Assessore Perron in modo esaustivo. Dal documento si metteva in evidenza come il 90 percento del bilancio consista nella copertura di spese obbligatorie ed un 10 percento rimanga per gli investimenti, circa 100 milioni. Quest'atto del bilancio ha comunque tra i suoi impegni continuato a sostenere finanziariamente le misure anticrisi. Tante volte ci siamo detti di continuare a fare uno sforzo con la scelta di prorogare la sospensione delle rate dei mutui, con la revisione di alcune misure e l'introduzione di un fondo per il contrasto all'esclusione sociale, misure importanti in un momento come quello attuale, misure che credo che per intensità non trovino confronto in altre realtà regionali e il tutto è stato fatto senza aver aumentato la pressione fiscale.
Altra iniziativa importante - e qualcuno lo ricordava già prima - è stata quella delle misure per il sostegno dell'occupazione in diversi settori, come i fondi per i piani straordinari dei cantieri forestali e delle opere stradali. In alcuni settori da sempre strategici in Valle d'Aosta ci sono stati sicuramente dei risparmi e delle razionalizzazioni, ma non credo che ci siano stati dei tagli verticali. In settori come l'agricoltura e l'istruzione si è cercato, come nel caso dell'agricoltura, di continuare, nel limite del possibile, a sostenere il settore, che ha subito razionalizzazioni e risparmi, ma vi è ancora una parte di risorse regionali del PSR e c'è un sostegno alle misure di promozione ai nostri prodotti agricoli e delle nostre eccellenze. Si è cercato nel settore istruzione e cultura, pur con una contrazione di risorse, di garantire un settore che è sempre stato un'eccellenza: il nostro sistema scolastico e di offrire anche per il futuro, nuove idee: penso all'arricchimento che ci sarà dal Progetto École VdA e di continuare a sostenere un'offerta culturale di qualità che sia anche in grado di sviluppare delle sinergie con il nostro settore turistico, settore strategico in questo momento di crisi economica.
La crisi economica che ha colpito la nostra regione ha anche determinato una riduzione - dobbiamo dircelo - dei fondi disponibili per le politiche sociali, da sempre una voce importante del nostro bilancio. Non possiamo dire di essere contenti di questo perché sappiamo che la crisi ha aumentato la povertà e il disagio sociale, anche in una realtà come la nostra che era fino a qualche anno fa un'isola felice. Tuttavia, se l'importo della diminuzione dei fondi è elevato (7 milioni di euro), questa riduzione sarà comunque minore di quella cifra, perché, come gli altri anni, il Fondo Sociale Nazionale ha riconosciuto somme alla Valle soprattutto per la serietà e la validità dei suoi progetti.
Partendo dalla constatazione dolorosa delle minori risorse, dobbiamo però cercare di spendere meglio, ovvero di aiutare chi ne ha più bisogno e chiedergli, quando è possibile, qualcosa in cambio: credo che questa sia la logica alla base dell'elaborazione della legge che stiamo preparando sul microcredito in commissione, un piccolo esempio di questo tipo di impostazione. Sui due grandi capitoli dei servizi sociali per gli anziani e l'infanzia si è agito in questa logica, sulla realtà delle microcomunità si è costruito un nuovo modello che rivede strutturalmente l'organizzazione. È stato definito e approvato il costo ottimale giornaliero per ospite in struttura, si è così potuto determinare quali strutture, soprattutto quelle per i piccoli numeri di ospiti, non potevano più essere gestite. L'accorpamento di strutture vicine presenta infatti una riduzione dei costi di gestione, ma anche una maggiore qualità dei servizi. L'accorpamento comincerà - lo sapete - con la chiusura della struttura di Torgnon e il suo confluire in quella di Antey, ma questi passaggi avverranno senza riduzione di personale.
Per quanto riguarda il campo delle politiche sociali, quello delle sociali e della prima infanzia, è da tempo che si parla di rivedere un modello che è un'eccellenza, ma che è molto costoso: 1.200 euro circa per bambino nei nidi italiani. L'emergenza economica ha quindi solo velocizzato una modifica del nostro sistema, una modifica su cui si rifletteva da tempo, su cui credo la classe politica precedente riflettesse da tempo. Si è proposto come percorso...e si sono condivise con il gruppo di lavoro del CELVA e con la V Commissione di cui faccio parte queste modifiche. Si è allargata intanto l'offerta dei servizi, ampliandola anche ai bimbi di 6 mesi, si è lavorato per aumentare la flessibilità dell'offerta alla presenza anche solo per tre giorni alla settimana, chiudendo i nidi tre settimane all'anno, cercando di variare il periodo a seconda delle necessità e dell'ubicazione dei nidi e di aprire un'offerta turistica recettiva per i nidi situati in località turistiche. Il rapporto tra assistenti e bimbi su cui si è discusso e che aveva generato anche tanta polemica sui mezzi di informazione è cambiato a seconda dell'età: 1 a 5 da 6 a 9 mesi, 1 a 6 da 9 a 24 com'è già ora, 1 a 8 tra 24 e 36 mesi, in Toscana e in Emilia Romagna il rapporto è da 1 a 10 e parliamo di due Regioni che sono all'avanguardia nel welfare.
Si è continuato a mantenere un'attenzione tutta particolare alla disabilità, altro settore in cui siamo un'eccellenza e in cui abbiamo standard elevati. Una delle poche voci che non ha visto una contrazione è il finanziamento al centro di Ollignan, che sta diventando sempre di più un luogo idoneo ad occupare e ad utilizzare le risorse di chi in partenza ne ha meno, ma su tutte queste politiche sociali, sul mondo del sociale incombe comunque l'impatto del nuovo ISEE nazionale, che cancellerà i nostri ISEE e che darà molto più peso ed incidenza a quella che è la proprietà privata: questo è un tema che credo affronteremo e approfondiremo anche in commissione, il Presidente Restano si è preso l'impegno di approfondire questo tema. Credo che la discussione, come su altri temi, sarà molto produttiva, perché ci dobbiamo anche sicuramente porre l'idea di come lavorare su questo ISEE, perché indubbiamente in questo momento chi ha anche una minima proprietà privata viene fortemente penalizzato e quindi credo che colui che ha una piccola proprietà non siano i ricchi da penalizzare o a cui chiedere di più, ma che ci sia forse un ragionamento che dobbiamo fare per cercare di dare delle risposte.
En conclusion je crois que, pour tous les élus du Conseil - et, en effet, dans les premières interventions on l'a aperçu -, la première des priorités est encore la défense a 360 degrés de notre autonomie, mais je crois que nous nous devons interroger sérieusement - nous les élus et même les forces politiques - sur le significat futur de ce modèle qui, avec des points faibles, nous a quand même permis de vivre un après-guerre de bien-être et de liberté, il nous a permis de nous sentir fièrement un peuple. Pour nous, les autonomistes, l'autonomie a toujours signifié responsabilité et prise de conscience et avec la même responsabilité nous avons affronté ce moment de criticité, un moment de transition, de changement, de "pont" l'a défini le Président Rollandin hier dans son intervention. Nous devons retrouver la force d'arriver à des solutions efficaces qui soient - c'est mon humble avis - le plus possible partagées, in primis sur la question de l'emploi pour les jeunes et dans tous les domaines, pour arriver à des réponses encore plus fortes, nous devons chercher les points et les thèmes qui nous unissent et non pas ceux qui nous divisent: avec les divisions nous ne construisons rien. Les ressources financières passées ne seront plus disponibles - le disait même le collègue Bertschy auparavant -, mais je suis convaincu que nous avons les instruments, les idées et les énergies pour dépasser ce moment et pour suivre un modèle futur de développement de notre Région. Merci.
Presidente - Grazie collega Follien. Altri colleghi che chiedono la parola? Non vedo colleghi che si siano prenotati...la parola al collega Fabbri.
Fabbri (UVP) - Merci Monsieur le Président.
Gentili colleghi, siamo riuniti per esaminare uno degli atti legislativi più importanti per la vita economica e sociale della nostra comunità per l'anno 2015 e seguenti. Purtroppo dobbiamo constatare che anche questo bilancio conferma la gravità della situazione economica e di conseguenza sociale che si è creata negli ultimi anni. Le cause, è stato detto, sono in parte riconducibili a condizioni generali nazionali ed europee, sistema in cui siamo pienamente integrati nel bene e nel male, ma anche direi all'improvvido accordo del 2010 sul federalismo fiscale, che, com'è stato più volte detto, non ha avuto la lungimiranza di tutelarci dall'esosità dello Stato, esosità che ci sta impoverendo con richieste sempre maggiori sino ad arrivare agli oltre 220 milioni del 2015. Una situazione che è resa ancora più grave dall'incertezza generata dal limbo in cui ci costringe un Patto di stabilità mai definito completamente e che non ci dà la certezza di quanto realmente si può disporre in questo bilancio scheletrico; una situazione che subiamo ormai da anni e che non ci permette di avere una programmazione chiara e sostenibile nel futuro, cosa di cui avremmo particolarmente bisogno. Se si vuole infatti iniziare a costruire un nuovo modello di società in cui crescita e benessere si fondano non più sulla ricchezza generata dalla distribuzione di denaro pubblico, che è una merce ormai in via di estinzione, o sull'occupazione assistita nell'Amministrazione, oppure in spazi collaterali che la cattiva politica si costruisce, bisogna stimolare la produzione di ricchezza generata dal lavoro d'impresa, dalle professioni e dall'artigianato, dal commercio e dalla cultura, cioè da tutto quello che una società viva e vitale riesce a produrre.
Se si vuole avere una prospettiva di crescita economica e sociale, bisogna avere chiarezza su quelle che saranno le disponibilità del futuro, in modo da riuscire ad individuare risorse da investire: questo è quello che avviene in qualsiasi impresa, del resto, per avere certezza di investimento, bisogna sapere quelle che sono le disponibilità. Bisogna inoltre far capire ai nostri concittadini qual è la reale situazione, non più mentire, non più costruire dei castelli che non possono essere mantenuti. È un compito difficile, ma per l'Union Valdôtaine Progressiste la strada da seguire è questa. La politica deve farsi carico di questa difesa dell'autonomia, di un'autonomia soprattutto economica senza la quale non possiamo dirci autonomisti. Non possiamo più permetterci di disperdere risorse in capitoli di spese improduttive, parcellizzare in mille piccoli rivoli le risorse che abbiamo, oppure impegnarle in grandi opere - è stato detto che ormai ne rimane solo più una - che concentrano però imponenti somme, che il più delle volte vanno a finire ad imprese non valdostane, con tutte le conseguenze negative che ne derivano, come lo stesso Presidente ieri ha ammesso. Le conseguenze negative sono soprattutto sul gettito fiscale, che è la nostra unica entrata ormai. È un dovere improcrastinabile cambiare l'ottica con cui si affrontano le leggi finanziarie e ahimè non è quello che questa legge di bilancio ci propone, non si intravvede nulla di quello che non sia un tamponare una situazione che sta franando.
Ci siamo spesso sentiti dire, anche dal Presidente, che il mondo sta cambiando e che nulla sarà come prima; vorremmo ora sentirci dire dal Presidente e dal suo Governo come pensano di programmare questo cambiamento, che tipo di sviluppo e di società ci propongono, anche se ieri abbiamo avuto la piacevole sorpresa di essere coinvolti finalmente in questo tipo di prospettiva che ci aspetta nel futuro. Abbiamo comunque cercato tra le disposizioni della legge sul bilancio, ma non se ne trova traccia. Volendo essere indulgenti, potremmo al massimo definirlo conservativo, in attesa che si compia l'agonia della nostra comunità valdostana e che, come novelli ramoneurs, i nostri giovani e i nostri lavoratori siano obbligati ad andare a cercare lavoro altrove. Ognuno di noi deve però assumersi la propria responsabilità, nessuno, fintanto che è stata sostenibile, ha rifiutato quest'economia, questa società basata sul contributo, è ora di cambiare modello e ripartire.
Noi dell'Union Valdôtaine Progressiste, insieme agli amici dell'opposizione, cercheremo con i nostri emendamenti di dare una scossa alla società valdostana, cercando nuove risorse, discutendo quelli che sono i costi della struttura della democrazia in generale e della politica, rinviando a quando sarà possibile quelle grandi opere, che, come si diceva prima, non producono sviluppo, per impegnare invece queste risorse in interventi minori affidati magari a piccoli interventi, magari affidati a cottimo, che possano coinvolgere una più ampia platea di piccole imprese e ciò per aumentare il gettito fiscale con un'azione pro attiva, poiché è facile prevedere che il bilancio del 2015 sarà problematico sia per le entrate provenienti dal reddito, sia per quelle provenienti dall'IRAP e di queste azioni ci accorgeremo poi come gli 80 euro e anche l'accollamento dell'IRAP sarà una diminuzione...porterà anche questo una diminuzione di gettito per noi.
Per quanto riguarda poi un'annotazione, che giustamente il Presidente ci faceva notare ieri, e cioè che il credito esiste, ma non viene erogato, perché non c'è richiesta, è vero tutto questo, ma è altrettanto vero che purtroppo è talmente difficile arrivare al sistema di credito dai piccoli imprenditori, che, se non aiutiamo queste piccole imprese, non riusciremo mai a sbloccarlo. Cercheremo anche di rimpinguare quelli che sono i capitoli della spesa nel sociale, soprattutto nei minimi...è un progetto cioè di sviluppo, un'iniezione di fiducia, sapendo che abbiamo tutte le forze e le potenzialità per farcela. Passare dalla parola ai fatti è certamente difficile, ma è e deve essere possibile.
Quando esamineremo nel dettaglio il bilancio, avremo modo di mettere a nudo le criticità nei vari settori e come siano stati falcidiati nel 2015 e negli anni successivi. Vogliamo fare ora alcune considerazioni sull'impianto generale del bilancio. Innanzitutto poniamo l'attenzione sullo svuotamento della legge 48, cioè sulle casse dei Comuni, sui cui trasferimenti è stata accollata la quasi totalità delle spese socio-assistenziali e quel poco che ne resta nel governo del territorio...ciò che rimane viene quasi azzerato poi dalla rapina che lo Stato addossa ai Comuni. La soluzione proposta dal Governo è: "arrangiatevi", e sembra che questo sia bastato a soddisfarli comunque. È pesantemente colpito il diritto allo studio e in genere tutto quello che ruota intorno al mondo della cultura. Diritti sociali, politiche sociali e familiari: diminuzione del 10 per cento, sanità: meno 7 percento. I nostri dirigenti saranno costretti a fare i salti mortali per far quadrare i conti. Nel costituendo fondo sociale, nato con la condivisibile intenzione di razionalizzare il settore, 9 milioni sono per il bon chauffage, bonus energia e il prossimo reddito di cittadinanza. Sarà difficilissimo, credo, far quadrare i conti se non si rimpinguerà in qualche modo. Ci saranno nuovi ticket sanitari che dreneranno dalle tasche dei valdostani circa 2 milioni di euro, a quanto ci viene detto; servizi socio-sanitari a misura del nuovo incombente ISEE, come ci ha ricordato prima il collega Follien. Le faccio molti auguri, Assessore Fosson, perché sarà una gestione non facile, sarà un compito difficile, che spero vorrà condividere, come del resto ha già fatto anche in parte finora. La riorganizzazione e la revisione dei servizi sociali è certamente una cosa necessaria, trattandosi però di un patrimonio di tutta la comunità, mi auguro che questo lo faremo insieme.
Un ultimo passaggio sulla grande importanza che giustamente viene data al contributo che proverrà dai fondi europei nelle varie "definizioni" da attuarsi nel prossimo settennio. Questo sarà un settore in cui tutti dovranno cercare di dare il loro meglio: amministratori, uffici, imprese, lavoratori, politici, ognuno nel loro campo. A tutt'oggi non sappiamo ancora nulla se non le grandi linee su cui si attueranno tali progetti. A questo proposito vorrei qui sollecitare il settore pubblico ad impegnarsi in tutti i modi affinché sia data la massima pubblicità delle opportunità che si offrono con tali finanziamenti e di cercare di sburocratizzare al massimo le procedure, ben sapendo che la genesi delle difficoltà burocratiche sta altrove, ma nei nostri uffici mi augurerei che queste difficoltà non vengano ancora più sviluppate. Ciò non ci esime dal provarci per sollecitare l'intraprendenza dei nostri cittadini e delle loro imprese, così che questi fondi finalmente generino qualcosa che non si esaurisca quando i fondi finiscono, anzi a questo proposito sarebbe molto interessante sapere quali risultati tangibili hanno portato i lavori del settennio che si sta concludendo in questi giorni. Sarebbe veramente opportuno fare questa disamina in quanto ci potremmo rendere conto quali sono e come sono stati impiegati questi fondi e cosa hanno generato.
Concludo con una riflessione su quanto ci è stato detto ieri nella relazione degli attori principali di questo bilancio. Come non si può condividere l'analisi e l'invito del Consigliere La Torre, soprattutto nel passaggio in difesa dell'autonomia, invitandolo però ad estendere quest'azione al di là dei movimenti e della politica, coinvolgendo cioè tutti i valdostani, che forse si sono un po' assopiti sull'argomento credendo che tali diritti, soprattutto economici, fossero intoccabili, fossero eterni, mentre, come ammette di aver ultimamente scoperto anche l'Assessore Perron, si scopre la fragilità della nostra autonomia, ma questo è stato detto già dal mio collega, a questo proposito come c'è in atto un'azione di rifondazione, di ristudio, di affrontare questi problemi a cui tutti coloro che tengono all'autonomia sono invitati a partecipare.
L'atteggiamento poi ottimistico che sempre il nostro collega La Torre auspica non deve però essere un atteggiamento di un ottimismo di facciata, ma piuttosto un atteggiamento ottimistico e realistico nello stesso tempo.
Presidente Rollandin, ieri nell'illustrarci la sua finanziaria spartana, attendista, non programmatica, come lei stesso ci ha detto, e che qualcuno ha detto anche contabile, dando un aspetto positivo a questo tipo di aggettivo, dovuto in buona parte a quella legge sul federalismo fiscale che doveva essere...le sue parole sono: "un patto tombale" e che rischia veramente di diventarlo un patto tombale, ma per la Valle d'Aosta. Ci ha detto che è un argomento aperto, che recepirà, dicevo, la finanziaria, un documento aperto che recepirà negli emendamenti le istanze che vengono da più parti.
Bene, siamo in attesa, vedremo in questi giorni se passeremo finalmente dalle parole ai fatti, se finalmente, condividendo gli emendamenti proposti, si potrà intravvedere il cammino che lei ieri ci ha invitato ad intraprendere o se rimarrà invece semplicemente un flatus vocis, un'immagine...pur sapendo che nessuno è depositario della verità, potremo così intraprendere un cammino insieme. Grazie.
Si dà atto che dalle ore 10,38 assume la presidenza il Vicepresidente Follien.
Follien (Président) - Merci Conseiller Fabbri. La parole au Conseiller Lanièce.
Lanièce (SA) - Il bilancio che stiamo esaminando, come già quello dell'anno scorso, nasce in un quadro di grave crisi economica, che desta forte preoccupazione per la decrescita in atto e suscita timore per i risvolti finanziari ed occupazionali che implica. Le scelte nazionali di risanamento attraverso tagli cospicui alle risorse con il contenimento forzato della spesa pubblica creano disorientamento nel Paese Italia e diffondono un clima di pessimismo sul futuro. Questo documento finanziario risente infatti del forte ridimensionamento delle disponibilità economiche. Se nel recente passato avevamo ancora potuto contare su risorse che consentivano di far fronte alle esigenze della nostra comunità, oggi ci troviamo sempre più a dover centellinare le residue disponibilità. Quello in esame non è quindi un bilancio frutto di nostre scelte, ma è conseguente ai provvedimenti che lo Stato ha imposto ad Enti locali e Regioni, vanificando linee politiche e scelte che le Autonomie avevano costruito con fatica nel corso di anni.
Particolarmente significativo poi si è rivelato l'accanimento nei confronti delle Regioni a Statuto speciale come la nostra. I forti tagli subiti hanno generato un gravissimo impatto sui vari settori, in particolare nel fondamentale comparto degli investimenti. Roma continua a dimenticare che le competenze in carico alla Valle d'Aosta comprendono oneri che in altre realtà sono assunti dallo Stato (la Sanità, gli stipendi degli insegnanti, dei forestali, dei vigili del fuoco...). Finanziare il bilancio rappresenta dunque una situazione condizionata dalle politiche dello Stato che con il Patto di stabilità, la spending review e il "salva-Italia" hanno minato e continuano a minare pesantemente l'autonomia finanziaria della Valle d'Aosta. Posto che l'assioma Statuto speciale uguale identità valdostana, uguale autonomia finanziaria sia veritiero, ne consegue che l'azione dello Stato di incidere senza intese sulla nostra autonomia finanziaria, gestionale e amministrativa rappresenta un attacco indiretto alla nostra identità e quindi automaticamente un'azione diretta contro il nostro Statuto speciale. Il bilancio quindi è stato predisposto in un quadro di assoluto rigore economico e finanziario, cercando ove possibile di intervenire in modo equilibrato, conservando alcune misure anticrisi, e difendendo le persone più disagiate.
Vorrei sottolineare, come hanno già fatto altri colleghi, che siamo passati da 1.629 milioni disponibili nel 2009 a 1.077 milioni nel 2014 e ai 973 milioni per il 2015 di cui 872 milioni per le spese correnti e 101 milioni per gli investimenti. Sicuramente non era intenzione di questa maggioranza tagliare i contributi o ridurre le spese di settori fondamentali per il territorio e per la nostra gente. Ma abbiamo il dovere della consapevolezza: presentare oggi un bilancio secondo quanto imposto dallo Stato equivale a superare schemi consolidati, richiedendo all'Esecutivo di indicare precise ed ineludibili priorità. Il bilancio che oggi presentiamo è pertanto un bilancio che richiede forti sacrifici e di questo ne siamo, seppur amareggiati, consapevoli, anche se tale provvedimento è stato però redatto con responsabilità, non aumentando le tasse, con un pareggio di bilancio ottenuto interamente con risorse disponibili, cercando di dare continuità alle politiche fin qui attuate e riconfermando le risorse per alcune misure anticrisi per imprese e famiglie.
È comunque un bilancio responsabile e realistico, che, nella limitatezza delle risorse, fornisce delle risposte concrete. La sanità e il welfare, da sempre fiore all'occhiello delle nostre scelte politiche, continuano a rappresentare la spesa principale del bilancio, anche se la scure della crisi economica si è abbattuta anche su tutti i servizi sociali della Valle d'Aosta, imponendo la necessità di cambiare il welfare in un momento in cui, aumentando la povertà e con essa anche il disagio sociale, si sarebbe dovuto avere più risorse. Tenuto conto che i contributi a fondo perduto non sono più possibili, ecco che allora gli aiuti alle fasce deboli e alle persone in difficoltà devono essere rimodulati e quindi concessi con più attenzione andando a scoprire e a privilegiare in primis chi ne ha più bisogno. È prevista nella legge finanziaria la costituzione di un fondo regionale per il sostegno all'inclusione sociale, per i senza reddito, da più parti sollecitato. Viene mantenuto il microcredito, di cui si sta predisponendo la nuova legge, normativa che prevede, tra l'altro, un aiuto economico restituito con ore lavorative. È una norma che può dare anche vantaggi sociali importanti: utilizzare questi lavoratori temporanei per attività di pubblica utilità rappresenta sicuramente una novità importante ed è anche una modalità per responsabilizzare maggiormente coloro che, in difficoltà, ricevono un indispensabile aiuto economico.
Nel campo dell'istruzione è stata data priorità alla salvaguardia del sistema scolastico nel suo complesso, settore che, rispetto agli altri, vede una riduzione molto marginale, che si attesta intorno all'1 percento. In particolare sono state mantenute invariate le quotazioni organiche perequative, quelle cioè che consentono alle istituzioni scolastiche di programmare e realizzare la propria offerta formativa. Questa scelta sta a significare l'importanza che questa maggioranza rivolge al diritto allo studio quale strumento di crescita e di formazione dei nostri giovani e quindi del futuro della nostra comunità. Inoltre è da sottolineare l'attenzione che l'Assessorato sta rivolgendo, come ha già detto il collega Follien, attraverso l'iniziativa École VdA nei confronti del plurilinguismo come arma vincente per formare i giovani, profondamente radicati nella nostra cultura, ma con lo sguardo rivolto al mondo.
Per quanto riguarda invece la parte culturale, settore che da sempre comprende maggiori spese cosiddette "comprimibili", la razionalizzazione è stata più importante, ma, malgrado ciò, le risorse mantenute consentiranno di poter attuare le attività più importanti e strategiche.
Nel campo delle attività produttive l'esiguità delle risorse dovrà essere affrontata con i fondi della programmazione europea 2014-2020. I fondi strutturali per la crescita dell'occupazione rappresentano in questo momento di ridotte disponibilità finanziarie, l'opportunità da sfruttare al meglio per il rilancio del comparto produttivo secondario. In particolare si sosterrà la ricerca e lo sviluppo che è condizione sine qua non per introdurre innovazioni nel comparto, innovazione di processo, e di prodotto, che possono contribuire significativamente a dare competitività alle imprese in chiave locale e che sono fondamentali per affrontare mercati di sbocco dei prodotti internazionali.
In riferimento alle politiche del lavoro, si evidenzia che gli indicatori rivelano una situazione in peggioramento nonostante i livelli siano sensibilmente i migliori rispetto a quelli nazionali. La riduzione delle disponibilità finanziarie della Regione ha imposto anche in questo settore un importante lavoro legato all'efficientamento dell'allocazione delle risorse, risorse che provengono da trasferimenti dello Stato, dal piano giovani, dalla garanzia giovani, dal FSE e solo marginalmente dal bilancio regionale. Con il 2015 ci si prefigge di dare avvio alla programmazione europea con interventi utili ad incrementare l'occupabilità delle persone oggi escluse dal mondo del lavoro. Particolare attenzione sarà posta al target giovani attraverso gli strumenti del piano giovani e garanzia giovani che contengono un quadro organico di iniziative volte a favorire il percorso formativo e la transizione dal sistema dell'istruzione a quello del lavoro.
Nell'ambito dell'Assessorato delle opere pubbliche la casa rimane una priorità. Per quanto riguarda il fondo regionale per le politiche abitative, il bilancio prevede circa 2 milioni e mezzo di euro a valere sulla finanza locale. Tali risorse, a cui si dovranno aggiungere le risorse statali erogate per finanziare il fondo per il sostegno alla locazione, seppur con una riduzione rispetto al passato, saranno impiegate per continuare a sostenere le famiglie economicamente più in difficoltà. In particolare l'intervento principale riguarderà il contributo per il sostegno alla locazione dei nuclei familiari che affittano una casa nel settore privato, seguito dal sostegno erogato ai Comuni per fronteggiare i sempre maggiori casi di emergenza abitativa. Sempre nel settore della casa poi prosegue il cospicuo intervento nel settore edilizio per favorire l'accesso alla prima abitazione e il recupero delle abitazioni site in centro storico attraverso l'impiego del fondo di rotazione, istituito presso la Finaosta, che permette ogni anno di erogare circa 350-400 mutui a tasso agevolato a favore di famiglie valdostane. Dal punto di vista organizzativo, poi dal gennaio 2015 sarà completato il lavoro di aggiornamento e approvazione delle disposizioni attuative previste dalla legge sulla casa. Inoltre si sta lavorando per poter razionalizzare la gestione dei casi di emergenza abitativa mediante una gestione diretta dell'Amministrazione regionale e l'istituzione di un finanziamento agevolato a valere sul fondo unico di rotazione per le politiche abitative, sostitutivo del contributo per il tetto in lose non più finanziato dall'ottobre 2013.
In generale i fondi europei, i fondi di rotazione e gli interventi attraverso la gestione speciale di Finaosta rimangono importanti e fondamentali nel garantire in tutti gli Assessorati, in particolare quelli del turismo e dell'agricoltura, le risorse necessarie per operare. È ovvio che però siamo consci della necessità di razionalizzare l'amministrazione pubblica tagliando sprechi, intervenendo di nuovo sui costi della politica, rivedendo le leggi di spesa e agevolazioni, considerando il reddito come elemento discriminante per l'accesso ai contributi. Ovviamente non dobbiamo trascurare in quest'ottica i servizi fondamentali alla persona, i giovani, il sistema produttivo, le politiche del lavoro, investire in tali settori è essenziale per garantire lo sviluppo ecosostenibile della nostra comunità.
L'anno scorso durante il dibattito era emersa tra le forze politiche la necessità di riflettere per creare occasioni di dialogo e non di contrapposizione nella difesa dell'autonomia. Oggi credo più che mai opportuno che tutti coloro che siedono in quest'aula capiscano l'importanza di lottare uniti per difendere l'identità valdostana, lo Statuto speciale e gli interessi legittimi della Valle d'Aosta fortemente messi in dubbio dalle politiche nazionali degli ultimi anni. Solo un fronte comune può dare al Governo nazionale e alla nostra gente un forte segnale politico di azione concreta, che va al di là delle semplici parole. Lottiamo dunque insieme per difendere il nostro particolarismo e ottenere il rispetto e le risorse necessarie per garantire un futuro alla nostra comunità, solo dopo discutiamo su come ripartire le risorse finanziarie rese disponibili. Dobbiamo analizzare la nostra capacità di autogoverno e l'autonomia, oggi messe in dubbio, chiederci se reggono ancora nel contesto attuale, se siano in grado di competere sul mercato in questa situazione occupazionale, se il nostro welfare sappia rispondere ad anziani, giovani, famiglie e a chi non ha lavoro. E dobbiamo impegnarci ad affrontare le mutazioni in atto e a ripensare alla riorganizzazione della società, definendo un quadro di medio e lungo periodo, che metta al centro della nostra realtà territorio, autonomia, lavoro, famiglia, nuovo welfare, rivendicando però sia a Roma che a Bruxelles quella specificità che la Costituzione e le leggi vigenti ci riconoscono, in modo da aprire nuovi spazi di negoziazione, secondo una logica di federalismo cooperativo e solidale, che garantisca i diritti civili e sociali in un quadro che leghi autonomia e equilibrio, responsabilità e solidarietà.
Alla luce dell'attuale momento critico, dobbiamo però verificare la tenuta del nostro sistema, definendo nuovi modelli di sviluppo dell'apparato produttivo, stimolando l'offerta esterna, rendendo attrattivo il territorio per nuovi investimenti, sviluppando l'occupazione e creando un welfare più attento alle nuove povertà, alla persona e alla famiglia. Aprire tavoli di confronto fra tutti gli attori della società civile, come richiestoci durante le audizioni della II Commissione consiliare, diventa indispensabile per progettare interventi regionali condivisi e per adeguare un sistema produttivo, oggi fragile, non in grado di competere e di interagire al meglio con il mercato. La nostra economia deve fare sistema: infatti solo un'economia che faccia sistema saprà affrontare le sfide che abbiamo di fronte. Ormai singole aziende o comparti da soli non possono più competere, ma solo facendo sistema potremo assicurare sviluppo sostenibile al territorio e beneficiare di positive ricadute sulle condizioni di vita e di lavoro. La nostra collocazione transfrontaliera può far nascere un progetto di coesione reale tra Paesi confinanti, favorendo gli scambi economici, sociali, culturali e politici attraverso sinergie tra collettività contigue, senza limitarci alle realizzazioni istituzionali di pochi attori. La macroregione alpina ne è un esempio: ha l'obiettivo di promuovere il legame fra salvaguardia della biodiversità dell'ecosistema alpino e una green economy basata sul patrimonio naturale, culturale e socio-economico della montagna, promuovendo una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva.
Il lavoro e la definizione del nuovo welfare rimangono comunque l'emergenza primaria da affrontare. Ad un ciclo di vita basato sulla tradizionale previsione scuola-lavoro-pensione si sono sostituiti la divaricazione dei percorsi di vita personali e professionali, l'invecchiamento della popolazione e la scarsa natalità. La quota di popolazione over 65 cresce costantemente: presto sarà la demografia più che l'economia a cambiare la società, determinando fenomeni di emarginazione, disagio e povertà che coinvolgeranno fasce di popolazione diverse dal passato. Anziani non autosufficienti, bambini e giovani inoccupati già ora rappresentano un problema sociale e il nostro welfare, pur tra i migliori d'Italia, rischia di non reggere a tali emergenze né sul piano quantitativo, né su quello qualitativo. Di fronte a questi grandi cambiamenti, la domanda di servizi è inesorabilmente destinata ad aumentare non solo con problemi di sostenibilità finanziaria, ma per la drammatica insostenibilità sociale di giovani dal futuro lavorativo e previdenziale incerto, di anziani a rischio di non autosufficienza e di povertà, di donne in oggettiva difficoltà tra l'esperienza della natalità e il lavoro, mettendo così in difficoltà la famiglia, vera spina dorsale della società, che invece va difesa, tutelata, sostenuta con le risorse quale soggetto sociale attivo. In effetti, in questo quadro di difficoltà economiche reputo importante sostenere la famiglia. Dobbiamo intraprendere un percorso di fiscalità nuova e appropriata a chi ha avuto il coraggio di fare dei figli. L'ISEE non è più sufficiente a garantire e proteggere un reddito familiare, mentre il quoziente familiare e il fattore famiglia sembrano meccanismi più appropriati per difendere questa risorsa così importante che è la famiglia. Potremo intraprendere delle sperimentazioni su questa nuova fiscalità, ricordandoci che il sostegno a tale realtà è l'unico meccanismo che possa affrontare la grave situazione del calo demografico ora presente anche in Valle. Nella recente Conferenza sulla famiglia, svoltasi il mese scorso a Saint-Vincent, è emersa l'importanza di un protagonismo delle famiglie, anche grazie al confronto e al dialogo con l'associazionismo familiare sempre più necessario nella nostra società. Se la famiglia comincerà di nuovo, associandosi in varie realtà, a programmare e a decidere il suo futuro, sicuramente porterà soluzioni e innovazioni importanti in tutta la nostra società.
Avviandomi alla conclusione, vorrei sottolineare che, per governare adeguatamente alcune evidenti emergenze, è necessario tener conto ancora di alcuni aspetti. Lo stato sociale va infatti riformato secondo prospettive diverse da quella dei tagli alla spesa. La gestione pubblica del welfare non basterà ad affrontare l'emergenza se non verrà integrata con la diffusione della mutualità solidale, del ruolo della famiglia, dell'immigrazione vista come risorsa soprattutto in alcuni settori produttivi. Si pone quindi l'esigenza di rimodellare i riferimenti culturali, riorganizzare il sistema degli affetti e pensare alla gestione di percorsi di vita, lavoro, tempo libero, secondo un'attenta conciliazione, rivedendo urbanistica, funzionalità dei trasporti, sistema di prevenzione dell'emarginazione. Il tasso di occupazione si sta sempre più abbassando, soprattutto tra i giovani e tra coloro che hanno perso l'impiego a pochi anni dalla pensione. Il mercato del lavoro è caratterizzato da una flessibilità spesso insostenibile sul piano sociale. Tale realtà si imporrà per molti anziani, fortunatamente longevi, con pochi giovani dalle aspettative di reddito scarso e con prospettive di lavoro incerte. Questo fenomeno epocale deve interrogare la politica.
I temi della crescita e dell'equità sociale si legano nella questione redistributiva. Quanta evasione si annida ancora nel nostro Paese comprimendo verso il basso il reddito degli italiani? Ricchezza occulta e povertà palese sembrano essere condizione ineludibile. È indispensabile quindi mettere in atto una vera lotta all'evasione fiscale, dare centralità tributaria alla famiglia e perseguire il federalismo fiscale come valore fondante della proposta politica. Il fisco infatti è un'insostituibile leva per incidere su sviluppo e redistribuzione del reddito, ma bisogna far emergere la reale capacità tributaria dei cittadini e lo stesso federalismo fiscale non può aggravare la pressione complessiva, ma rappresentare invece un'opportunità di autogoverno per le comunità locali. Infine è necessaria l'introduzione di un quoziente specifico che, intervenendo sull'ISEE, tenga finalmente conto dei carichi familiari.
Ecco alcune riflessioni su cui lavorare. A noi per primi, rappresentanti della comunità, spetta rimboccarci le maniche, cercando di individuare al più presto soluzioni ai vari problemi, adottando un atteggiamento il più responsabile possibile. In questo primo scorcio di legislatura non abbiamo dato sicuramente un buon esempio ai valdostani. Lo voglio sottolineare io che, purtroppo, sono uno dei 27 indagati per le spese dei gruppi consiliari. Approfitto anzi di questa pubblica occasione per chiedere umilmente scusa a tutti i valdostani per aver contribuito, mio malgrado, a scrivere una pagina non certo positiva della politica valdostana e ciò ovviamente al di là del fatto che sono certo che tutti gli indagati sapranno dimostrare nel corso dei tre gradi di giudizio la loro buona fede e la loro estraneità ai fatti loro ascritti, anche se quest'auspicio non mi impedisce personalmente di sentirmi fortemente a disagio per questa vicenda. A tal proposito, non appena riceverò la richiesta di rinvio a giudizio, sarà mia premura mettere a disposizione della maggioranza e dell'intero Consiglio il mio incarico di componente dell'Ufficio di Presidenza.
Ritornando al documento oggi in esame, vorrei concludere sottolineando come questo bilancio resta ancora ostaggio della mancanza di intese con lo Stato e dell'applicazione iniqua del Patto di stabilità e delle varie manovre che gravano in modo forte sulla nostra capacità di spesa, impedendoci di fatto di poter programmare il progetto che vorremmo per il futuro della nostra Regione, in modo da soddisfare le giuste aspettative dei valdostani. Nell'attesa non possiamo che consapevolmente prendere atto che ci troviamo di fronte ad un cambiamento epocale, che deve comportare necessariamente una modifica della visione, delle scelte e dei metodi da adottare per poter ridisegnare un nuovo sistema Valle d'Aosta che, attraverso l'individuazione di priorità, permetta alla nostra comunità ora e alle future generazioni poi di poter dignitosamente vivere e prosperare nella nostra amata petite patrie.
Président - Merci. La parola al Consigliere Chatrian.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.
È sempre un momento importante la discussione del bilancio per il prossimo anno e la legge finanziaria. Il bilancio annuale di previsione è il documento fondamentale per la gestione di qualsiasi ente pubblico e comunque diventa strategico, se quest'ente è una Regione a Statuto speciale come la nostra, titolare di numerose e pesanti competenze come la nostra. Ecco, il bilancio che si traccia nella fase di costruzione del documento contabile si esplicita nella seconda e definitiva...la fase forse più difficile...la funzione programmatica. Eccoci ora a soli quattro anni da quell'accordo fatto con lo Stato e a sei anni dall'inizio della bolla dei mutui americani, che scatenò l'inferno sui mercati. Il nostro bilancio ha subito - è stato detto da diversi colleghi - un ridimensionamento nella disponibilità di spesa di quasi il 40 percento in questi quattro anni. Al di là di questo, il mio intervento oggi non entrerà nel singolo dettaglio delle singole funzioni già dette, già esplicitate da altri colleghi, prima dal collega Roscio, questa mattina, e ieri dall'Assessore alle finanze Ego Perron, quando per la prima volta, dopo diversi anni, abbiamo sentito dagli interventi dei colleghi del Governo che questo modello Valle d'Aosta deve essere ridisegnato, che questo modello deve essere ristrutturato e che è finito un mondo; ma, al di là di queste considerazioni, che possono trovarci d'accordo, vorrei soffermarmi esclusivamente su un'affermazione che ieri pomeriggio il Presidente Rollandin ha fatto in quest'aula e che noi, gruppo ALPE, accogliamo favorevolmente. Bilancio-ponte, non programmatico, ma prospettico, realistico, vorrei però soffermarmi sull'ultimo passaggio che il Presidente ieri ha fatto, che è quello di un bilancio aperto. Bene, è la prima volta che discutiamo in questi anni...a nostro avviso, ripeto, è il momento più importante di un'Amministrazione, dove si mette sul tavolo comunque nero su bianco le disponibilità, le possibilità e si decide dove allocarle, dove non allocarle, dove fare degli interventi decisi, forti o dove purtroppo ridurre drasticamente le poste in gioco. Mi soffermerei quindi su questo.
Vorrei condividere altre due affermazioni che ieri l'Assessore delegato alle finanze ha fatto: "non vi sono più le risorse per sostenere il sistema come lo conoscevamo e dal quale eravamo abituati, è quindi necessario immaginarne un altro e, per fare ciò, bisogna sapere da dove si vuole partire e con quale visione d'insieme". L'altro annuncio, riflessione fatta sempre dal collega Perron: molto si è detto in questo periodo di dibattito sul fatto che i tagli del bilancio non abbiano sufficientemente inciso sui costi della macchina pubblica regionale e comunali...i costi della politica...e in generale che la sfida della sburocratizzazione sembri ancora solo un proclama, cui non rispondono azioni concrete.
Due riflessioni: la prima quella del Presidente, più politico, quindi per la prima volta, dopo diversi anni, il gruppo ALPE - ripeto - accoglie positivamente..."questo bilancio è aperto", queste sono le parole del Presidente Rollandin: aperto vuol dire che possiamo entrare nel merito ed eventualmente modificarlo...
Io dividerei in tre volets questa legge finanziaria e questo bilancio 2015-2017: il primo, modificare subito una parte di impianto, cose che si possono approvare a seguito di emendamenti, il nostro gruppo farà degli emendamenti, come altri gruppi...ci siamo raccordati, quindi certe cose potremmo farle subito in questi tre giorni di lavoro, io penso, se c'è apertura. Tutto non si potrà fare oggi, saremmo non corretti verso di voi, verso quest'aula e verso chi ci ascolta, perché non è in tre giorni che si può cambiare, ridisegnare, ristrutturare un intero modello.
Il secondo volet quindi sarà quello dell'impegno di natura politica. Noi proporremo degli ordini del giorno per indirizzare per un periodo breve, a breve termine comunque politiche o indirizzi dal punto di vista politico, quindi il secondo volet è quello dell'impegno di natura politica.
Il terzo, che forse è quello più difficile, probabilmente gli investimenti o l'investimento più importante per il prossimo quinquennio o per il prossimo decennio, ma che comunque in questi tre giorni dovrà essere discusso...faccio solo una parentesi: certi emendamenti che presenteremo questo pomeriggio saranno a costo zero - e ne discuteremo in quest'aula -, altri emendamenti saranno emendamenti di principio, che andranno a dare delle risposte mirate e concrete su delle piccole poste in bilancio...e il terzo invece è che dobbiamo dirci le cose come stanno, non avendo avuto la possibilità di disimpegnare soprattutto le risorse allocate nel...io lo chiamo nel mutuo acceso dall'Amministrazione regionale nel dicembre 2010, dove poi sono state allocate diverse opere, non avendo potuto disimpegnare...cosa vuol dire disimpegnare? Andare a togliere quegli impegni fatti dall'Amministrazione regionale per opere che non sono ancora partite, dove magari l'appalto non è ancora stato fatto e dislocarle su altre priorità...perché, a nostro avviso, in questo momento ci sono dei settori: il primo, è stato detto da tutti...penso anche da ieri pomeriggio...occupazione e sviluppo, a nostro avviso, in questo momento è la priorità del nostro modello. Senza quel disimpegno, al di là degli emendamenti che presenteremo, non potremmo incidere o comunque portare dei correttivi impattanti per condizionare, a nostro avviso, le priorità per un 2015-2020. Ci tenevo a fare questo passaggio, perché, avessimo avuto la possibilità di disimpegnare all'interno di quel mutuo a saldo invariato, cioè mantenendo i 371 milioni di euro, probabilmente le proposte che avremmo fatto in quest'aula, ripeto, sul discorso occupazionale e sul discorso sviluppo sarebbero state superiori.
Al di là di questo, dal punto di vista politico, Presidente, ieri lei ha fatto un altro passaggio per quanto riguarda tre temi, tre dossier che stiamo affrontando nei vari gruppi di lavoro. Vorremmo conoscere anche su questi tre temi: Casinò, partecipate e trasporti, indubbiamente quali sono le proposte non solo della maggioranza, ma, visto e considerato che l'ampia convergenza affermata ieri sui grandi temi vuol dire comunque trovare delle sintesi, trovare delle soluzioni, perché mai come in questo momento, a nostro avviso, le idee e le soluzioni con meno risorse e meno soldi possono fare la differenza...su questi temi noi ci siamo, il gruppo ALPE c'è. Vorrei però fare degli esempi: Casa da gioco; io, come membro del gruppo ALPE, ho partecipato ai primi incontri con l'Assessore Perron e l'Amministratore unico...riteniamo non sufficiente che la proposta ad oggi fattaci sia principalmente legata solo alla riduzione del costo del personale, noi riteniamo che due manager ben retribuiti, ben pagati e di lungo corso e incontrati nel gruppo di lavoro per chiedere loro quali saranno le azioni che metteranno in campo per i prossimi sei mesi o un anno per aggredire un mercato in difficoltà, il gioco che è in difficoltà e tutto...la risposta sia quella: "del probabilmente faremo più gare"...
Presidente Rollandin, riteniamo che se ci deve essere dialogo e apertura...a mio avviso, dovremmo declinare bene il termine di dialogo e apertura sui singoli dossier per poter comunque trovare delle soluzioni alternative. Stessa considerazione per quanto riguarda le partecipate, c'è una proposta di legge che è stata confezionata, non è ancora stata affinata. Noi riteniamo che su quella legge la base di tutto - a nostro avviso indubbiamente, poi porteremo le nostre proposte - sia comunque che questo Consiglio sia il detentore per dare gli indirizzi, i macroindirizzi per le società partecipate.
Terzo volet: il dossier trasporti, che probabilmente non sarà affrontato totalmente in questi tre giorni, abbiamo deciso di affrontare il tema trasporti nel prossimo...probabilmente nella prima quindicina del mese di gennaio, però come possiamo non affrontare questo tema? Penso che sia di dominio di tutti, dobbiamo trovare delle soluzioni, dobbiamo raccordarci con lo Stato e dobbiamo soprattutto iniziare un percorso, si diceva prima condiviso, ma, a nostro avviso, che deve essere prioritario. Un discreto lavoro è stato fatto, lo si diceva ieri, si è trovata una sintesi nel mese di luglio sulla legge...il primo step per quanto riguarda la riforma degli Enti locali sta dando i suoi primi frutti...a nostro avviso, è un primo tassello e, oltre a questo tassello, come avevamo già affrontato questo tema nel mese di luglio, dovremmo mettere sul tavolo probabilmente la revisione della 48 e l'altro tema che stiamo affrontando, come gruppi di lavoro, è il tema della legge elettorale per quanto riguarda i Comuni.
Per quanto riguarda questo bilancio, le non certezze...penso che questa sia la sfida dei prossimi mesi, il fatto che in un momento di difficoltà, in un momento dove le risorse sono calate in maniera drastica...se non riusciamo ad avere delle certezze per poter ristrutturare e riprogrammare il nostro modello...penso che sia la sfida dal punto di vista autonomistico nei rapporti con lo Stato. Avere queste certezze - è stato detto da più parti - in questo momento è difficilissimo, noi riteniamo che dobbiamo fare fronte comune e batterci per avere comunque delle certezze economiche e finanziarie rispetto allo Stato. Per fare questo, però, dobbiamo presentarci, a nostro avviso, con le carte in regola. Carte in regola vuol dire che dobbiamo revisionare il nostro modello, vuol dire che non dobbiamo più permetterci degli sprechi o dei doppioni e dobbiamo comunque nei confronti dello Stato far vedere che noi siamo più bravi degli altri. Per fare questo, però, dobbiamo, a nostro avviso, modificare e partendo da subito su questo bilancio, su questa finanziaria le proposte che vengono inserite all'interno di questa proposta, su quali temi? Allora, la prima...mi sembra di aver recepito ieri pomeriggio in un passaggio del Presidente, da più parti sollevato anche dal nostro gruppo in questi anni...dobbiamo rivedere la macchina amministrativa regionale.
Abbiamo cercato di documentarci anche su cosa stanno facendo le altre Province autonome, le altre Regioni autonome e anche le altre Regioni a statuto ordinario. Nessuno ha la ricetta perfetta, probabilmente soprattutto le Regioni a statuto ordinario...speciale, sono nelle nostre stesse condizioni, che devono trovare delle idee e dei metodi...come posso dire? cioè accompagnare comunque la macchina amministrativa pubblica ad asciugarla. Asciugarla vuol dire trovare delle soluzioni se ci sono eccedenze, mi sembra che ieri il Presidente abbia fatto un passaggio. Ci sono eccedenze nel nostro sistema pubblico, quindi troviamo delle soluzioni per...io dico un termine...credo sia corretto dire asciugare quella che è la nostra macchina amministrativa. Altre Province a statuto speciale hanno messo in campo solo delle idee per adesso a livello di patto generazionale, quindi accompagnare le persone che magari hanno oltre i sessant'anni...sono delle prime idee dal punto di vista politico che non sono state ancora approvate dal punto di vista amministrativo, altrimenti degli "scivoli" comunque per poter accompagnare le persone che hanno oltre i sessant'anni alla pensione e creare delle condizioni eventualmente per nuove assunzioni, dare la possibilità di assunzione a ragazzi e ragazze giovani.
Detto questo, però non possiamo soffermarci solo al discorso di eccedenza o trovare delle soluzioni a degli "scivoli", dobbiamo probabilmente anche nel comparto pubblico chiedere un sacrificio a chi in questo momento ha di più. Mettiamo sul tavolo quindi le figure apicali, sfide che altre Regioni stanno facendo con grossa difficoltà: ci risulta che la Provincia di Trento e la Regione Toscana stiano mettendo ancora solo delle idee, non sono state approvate delle norme, su questo noi cercheremo di presentare un ordine del giorno aperto, perché, a nostro avviso, questo tema deve essere affrontato, le soluzioni devono essere trovate, perché il mondo non è più come un tempo, è finita un'era e quindi certe soluzioni, a nostro avviso, vanno trovate.
Sempre ieri, prendendo spunto dall'intervento del Presidente Rollandin, per quanto riguarda...perché altrimenti forse non ci capiamo o abbiamo magari delle differenze di veduta, di visione per il domani. Dicevo, le agevolazioni IRAP per il 2015: sì, quest'impianto prevede le agevolazioni IRAP anche per il 2015 - è stato detto dal Presidente - a decorrere..."...per i soggetti passivi che incrementano di almeno il 2,5 percento le unità nette di lavoro in forza con contratto a tempo indeterminato in uno dei tre periodi di imposta successivi a quello...", ci sono, diciamo, delle agevolazioni. Cercheremo di produrre un ordine del giorno anche su questo per mettere in moto la politica: mettere in moto la politica vuol dire andare a vedere non cosa stanno facendo le altre Regioni, ma quali potrebbero essere idee nuove per poter agevolare ulteriormente, per quanto riguarda l'IRAP, una detrazione o l'esenzione per quanto riguarda, ad esempio, l'aliquota ordinaria, per quanto riguarda l'associazione di promozione sociale, per quanto riguarda la deduzione per nuove assunzioni, la stabilizzazione nei rapporti di lavoro, per quanto riguarda le aziende pubbliche di servizi alla persona, per quanto riguarda le nuove iniziative produttive, altrimenti, come, ad esempio, in questo momento sta mettendo in campo per il 2015 la Provincia di Bolzano, esenzioni di cinque anni per le nuove iniziative produttive intraprese a decorrere dal periodo di imposta successiva a quella in corso dal 31 dicembre 2011, l'agevolazione è totale. Noi ad oggi non possiamo mettere in campo questa detrazione, quest'esenzione, noi diciamo: come idea proviamo affinché la politica decide...io dico la politica in senso di prenderci questa competenza come Regione autonoma Valle d'Aosta a livello di norma di attuazione e quindi creare comunque delle agevolazioni e delle esenzioni per l'imprenditoria locale a seguito di assunzioni a tempo determinato e a tempo indeterminato.
L'altro volet - tema da affrontare in questi tre giorni, ma che non potremmo...sicuramente se non disimpegnando delle risorse già allocate...è sicuramente forse la sfida più difficile per il prossimo triennio - riguarda il lavoro e l'occupazione. Allora, su questo tema, che penso sia un tema complesso, non semplice, con delle variabili molto importanti, riteniamo - non so se la maggioranza condivide questa nostra riflessione - che non possiamo delegare tutto esclusivamente ai due programmi europei 2014-2020, cioè l'FSE (il Fondo Sociale Europeo) e il FESR, perché diciamo questo? Diciamo che in questa finanziaria si sono prorogate di un anno le politiche del lavoro, al 2015, poche risorse sono state allocate, è stato spiegato da tutti, i fondi comunitari non sono ancora inseriti in questo bilancio, ma per il 2015...dove abbiamo comunque una disoccupazione galoppante, dove abbiamo comunque delle criticità che dobbiamo affrontare, che nessuno ha la ricetta magica...riteniamo misero, troppo poco lo sforzo di inserire 1 milione di euro per i LUS nella finanza locale e mezzo milione di euro nelle politiche del lavoro per il 2015, oltretutto già impegnate. Su questo io farei una riflessione, noi faremo una riflessione come gruppo ALPE, mai come in questo momento probabilmente dobbiamo giocare la partita anche nostra - "nostra" come Regione -, con risorse nostre, aspettando come dicevo prima e non solo aspettando i due programmi comunitari. Su questo vorrei aprire solo una parentesi e chiederei al Presidente eventualmente poi di replicare questo pomeriggio o domani. Da informazioni che abbiamo, dalle prime informazioni che ci arrivano dalla Comunità europea per quanto riguarda questi due programmi, ci risulta che i margini di manovra sono limitatissimi: "limitatissimi" vuol dire che sull'impianto che è stato confezionato, diciamo così, sugli assi approvati da questo Consiglio i margini di manovra sono molto molto lievi, che cosa vuol dire? Che non possiamo farci un abito su misura, ma praticamente...cioè per le nostre esigenze, per i nostri fabbisogni, per le nostre realtà...ma sono comunque schemi abbastanza standard, dove i margini di manovra dal punto di vista politico, quindi i criteri, la pianificazione e le scelte, sono molto limitati.
L'altro quesito che porrei al Governo sempre su questo tema è questo: ci risulta - e vorremmo avere una risposta in questi giorni - che probabilmente perderemo qualche soldo, qualche risorsa per quanto riguarda i progetti 2007-2014, rischiamo di perdere qualcosetta, di disimpegnare qualche soldo che è stato impegnato, ma che non siamo stati capaci a spendere per mille ragioni...poche centinaia di migliaia di euro, magari nel piano di sviluppo rurale...comunque chiediamo...e se invece non sarà così, gradiremmo sapere nel merito se non rischiamo di perdere nessun soldo sulla programmazione 2007-2014.
Negli emendamenti che andremo a proporre faremo una proposta anche sui costi della democrazia, non possiamo presentare emendamenti o ordini del giorno per andare ad asciugare la macchina amministrativa, per andare a creare delle condizioni sul lavoro e occupazione, o che cosa, per andare comunque ad inserire tetti, limiti di spesa alle partecipate, alle controllate se non facciamo anche noi la nostra parte. Noi riteniamo una proposta...non so come utilizzare il termine...giusta in questo momento, ma non possiamo chiedere agli altri se noi in questo momento facciamo poco o, peggio ancora, niente.
Altre due considerazioni: come dicevo prima, non si può fare tutto in questi tre giorni, è un inizio, gradiremmo...e lo vedremo subito da domani mattina probabilmente se ci saranno dei segnali da parte della maggioranza, se dalle parole passeremo ai fatti, presenteremo anche delle modifiche, come dicevo prima, non a costo zero, che potrebbero liberare subito delle risorse. Facciamo due esempi: il primo esempio per quanto riguarda le due società che sono state costituite nel 2009, una doveva occuparsi della nuova università e la seconda doveva occuparsi dell'ampliamento dell'ospedale. Visto che il mondo è cambiato e anche il nostro modello è completamente cambiato e non esiste più quel modello, ci piacerebbe fare un confronto vero sul fatto che forse è arrivato il momento, magari non dovevamo neanche metterle in atto, ma è il momento di mettere in liquidazione le due società in house che si occupano di questi due ampliamenti o di queste due ristrutturazioni. Sono società che ad oggi costano più di 1 milione di euro al bilancio regionale: noi abbiamo dirigenti all'interno dei Lavori pubblici, abbiamo persone capaci, persone che hanno comunque una professionalità e che possono fare tranquillamente quel mestiere e dare delle risposte puntuali a questi due cantieri.
L'altra riflessione che riteniamo importante dopo tutto il percorso che è stato fatto in III Commissione...oltretutto ringrazio il Presidente e tutti i colleghi, perché alla fine abbiamo tutti insieme trovato delle soluzioni per dare delle risposte più importanti al comparto, un comparto in grossa difficoltà. Noi faremmo anche delle valutazioni se è il caso, se, a nostro avviso, ha senso di mettere in liquidazione anche l'Agenzia AREA e a quel punto conferire, trovare una nuova collocazione totale per tutti i dipendenti che ad oggi sono all'interno dell'agenzia e fare un po' di economia di scala e un po' di risparmio.
Altra proposta che andremo a fare probabilmente con un ordine del giorno, perché non si può modificare un impianto legislativo buttando un emendamento che dice: "andiamo in questa direzione"...riteniamo, come gruppo ALPE, che la prima industria della Valle d'Aosta, a seguito anche di tantissimi investimenti fatti dal 1980 - e forse anche prima - nella nostra Regione, sia il turismo. Detto questo, riteniamo che non si possa ad oggi ancora promuovere la nostra Regione con quattro-cinque Assessorati che si occupano di promozione, non è possibile oggi che altre strutture esterne o partecipate si occupino di promozione: riteniamo che una struttura debba fare promozione vera, far conoscere le nostre bellezze, far conoscere tutte le cose che abbiamo fatto in questi anni...e soprattutto occorre essere più performanti per aggredire un mercato dove mi sembra che questa nostra Valle d'Aosta abbia investito tanto in questo momento. In questo momento quindi non riteniamo che si debba gaspiller altri soldi suddividendo in cinque, sei, sette strutture che si occupano di promozione e di marketing. Ripeto: non andremo a presentare un emendamento per questo, ma andremo invece a presentare un ordine del giorno che vada, a nostro avviso, in questa direzione e gradiremmo conoscere, sapere le vostre riflessioni per migliorare quella che è la promozione marketing della nostra Regione.
Una riflessione che invece gradiremmo dal punto di vista politico, non so se la condividete...è cambiato un mondo, abbiamo meno risorse, abbiamo meno margini di manovra, ci chiediamo...noi ce lo siamo già chiesti, probabilmente otto Assessorati più il Presidente della Regione forse sono troppi...quattro Assessorati che non hanno non solo portafoglio, ma non hanno neanche margini di manovra così come sono strutturati...sarebbe un bel segnale se da subito o nei prossimi mesi riuscissimo ad "asciugare" un po' la Giunta e quindi a risparmiare un po' di soldi da allocare subito in altri settori visto e considerato che a livello di bilancio - per chi forse ha un attimo di conoscenza di com'è strutturato un bilancio regionale - diversi Assessorati ad oggi probabilmente, a nostro avviso toglieremmo il "probabilmente", non hanno più senso di esistere. Delle riflessioni, delle proposte...noi ci siamo chiesti questo ieri sera come gruppo ALPE...abbiamo presentato una proposta agli elettori valdostani a maggio 2013 con i gruppi PD e Union Valdôtaine Progressiste, con un programma che declinava la Valle d'Aosta che avremmo gradito, le azioni che avremmo cercato di inserire per modificare, per incidere e per poter migliorare senza tanta presunzione il sistema Valle d'Aosta. L'esito delle urne ci ha posto all'opposizione e abbiamo fatto il nostro dovere, a mio avviso, di controllori: abbiamo denunciato le storture, abbiamo cercato di studiare i dossier, abbiamo cercato di prepararci per affrontare le questioni in quest'aula, ma ci piace parecchio soprattutto la terza parte, che è quella della proposta, che è quella comunque di portare sul tavolo delle soluzioni, delle idee senza progenitura, perché a noi non interessa: ci interessa soprattutto che la Valle d'Aosta del futuro sia accompagnata da una politica nuova, a nostro avviso, e sia accompagnata da metodi nuovi e soprattutto da tanta trasparenza. Dico questo perché? Perché noi siamo stati eletti anche per risolvere le criticità, quindi aspettiamo in questi tre giorni...a seguito dell'apertura che il Presidente Rollandin oggi, ieri sera ci ha fatto...aspettiamo nel merito, nei fatti se ci sono le condizioni per poter lavorare, modificare e ristrutturare, come diceva il collega Perron, questa finanziaria, questo bilancio da subito per quello che si può e per quello soprattutto che si vuole, perché non possiamo riempirci la bocca di confronto, di dialogo se poi non si scrivono nero su bianco le prime modifiche, invece, per quanto riguarda gli ordini del giorno, se c'è la volontà dal punto di vista politico di mettere subito gambe alle proposte che in questi tre giorni faremo nero su bianco...con le nostre proposte... Grazie.
Presidente - Grazie Consigliere Chatrian. Qualcun altro? Colleghi, vi invito a prenotarvi per una migliore organizzazione dei lavori, se c'è qualcuno che desidera intervenire...la parole au Vice-président Rosset.
Rosset (UVP) - Merci Président. Bonjour collègues.
Bene, in un periodo straordinario quale quello attuale, caratterizzato dal perdurare della crisi economica, dalla diminuzione delle risorse pubbliche e da profondi cambiamenti socio-economici, il bilancio della Regione dovrebbe essere lo strumento per definire progetti, interventi e indirizzi innovativi, in grado non solo di attenuare o contrastare l'impatto della congiuntura sfavorevole, ma attivare in particolare nei confronti dell'occupazione e delle attività produttive...ma anche di favorire il superamento. Questo vuol dire che al periodo straordinario dovrebbe corrispondere un bilancio straordinario in termini di progettualità, proposte e scelte e non un bilancio di rassegnazione, tagli indiscriminati e privo di progettualità. Mi sono allora chiesto, come Amministratore, come valdostano, quali sono le considerazioni che debbo fare per essere utile alla collettività nell'esame del bilancio, della finanziaria per valutare e pianificare il nostro futuro e su quale base ho cercato di fare alcune riflessioni prevalentemente politiche, questo sapendo che avremo poi tempo per discutere l'impostazione dei diversi settori nella giornata di domani e dopodomani. Il contesto europeo e italiano in cui operiamo è lo scenario vasto da cui non si può prescindere. L'Unione europea continua a vivere una crisi d'identità, ma non si può negare che piano piano stia crescendo la consapevolezza che tagli e austerità sono una strada che non ha assicurato una ripartenza dell'economia. Il quadro più generale resta sconfortante, la Presidenza del Consiglio europeo pareva essere per l'Italia una grande occasione per affermare le proprie ragioni contro "i falchi del rigore", ma le speranze sono cadute presto e l'Italia, malgrado molta propaganda, resta un sorvegliato speciale. Le uniche azioni concrete per il rilancio dell'economia a livello europeo vengono dalla coraggiosa azione di responsabilità di Mario Draghi alla BCE.
Sul versante europeo attendiamo anche di capire in concreto l'uso dei fondi comunitari in Valle d'Aosta, che spesso ormai vengono sbandierati come se fossero il pozzo di San Patrizio, cui attingere all'infinito, ma sappiamo che non sempre è così. In Italia la situazione è nota, il centralismo finanziario-politico connota tutta la legislazione, compreso il Patto di stabilità. Roma decide e incide sui nostri bilanci e dei nostri Comuni, non siamo fuori dalla crisi e gli slogan tanto urlati creano quella stanchezza che alimenta l'astensionismo alle elezioni e quelle paure che paralizzano i consumi. La ripartenza che inciderebbe anche sul nostro riparto fiscale non arriva e ormai la sfiducia avvelena ogni impresa piccola o grande che sia. La disoccupazione è un dato italiano e valdostano che ci deve terrorizzare, i giovani sono ormai disperati e dire loro: "fate qualunque lavoro" è un modo anche in Valle per nascondere le molte incapacità di reagire alla crisi, lo riconosce anche l'Assessore nel suo intervento: la disoccupazione è in drammatico aumento.
Ebbene, in questo contesto nazionale si evidenzia sempre l'esistenza di figli e figliastri, mentre per altri simili a noi, Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia, spuntano accordi paralleli con lo Stato, noi restiamo senza reazioni reali e in situazione ormai di evidente disuguaglianza. Cresce anche da noi il rischio ormai evidente in Italia dell'antipolitica, un'antipolitica che finisce purtroppo e per sbaglio per non distinguere le responsabilità degli uni e degli altri. È una crisi che non è solo economica e sociale, ma anche di sfiducia nelle istituzioni, quindi è urgente ricostruire una cultura dei valori. Bisogna avere la consapevolezza che si tratta anche di un cambiamento culturale, ribadisco: dobbiamo avere la consapevolezza che si tratta anche di un cambiamento culturale che coinvolge tutte le istituzioni e l'intera società e che richiede a tutte le componenti della società civile una partecipazione responsabile agli sforzi che la Valle d'Aosta sta affrontando per riprendere il sentiero della crescita. Per fare questo, dobbiamo salvaguardare e rafforzare l'autonomia finanziaria della Valle d'Aosta, che richiede innanzitutto la rigorosa e decisa difesa dell'assetto statutario, contrastando con gli opportuni strumenti le manovre nazionali adottate in violazione...ribadisco: adottate in violazione alle prerogative statutarie.
Non dobbiamo accettare passivamente le posizioni del mondo della finanza e le manovre del Governo centrale, in nome peraltro di una pretesa efficienza mal definita. A tal proposito voglio ricordare un passaggio del collega La Torre l'anno scorso nella finanziaria: "l'assioma Statuto speciale uguale identità valdostana uguale autonomia finanziaria è una realtà e si traduce in un attacco indiretto alla nostra identità e quindi, per conseguenza, in un'azione diretta contro lo Statuto speciale... Difendere la nostra autonomia speciale diventa perciò il primo obiettivo della nostra azione politica...non si può accettare nessuna ingerenza endogena che limiti le sue prerogative, le sue scelte autonomiste... Allora si prenda atto - continuava - che è in opera un cambiamento epocale e che occorre cambiare marcia, metodi, ristrutturando il sistema Valle d'Aosta attraverso una condivisione degli obiettivi e del modo di conseguirli attraverso una consapevolezza popolare che rimetta in moto l'orgoglio valdostano...e ridia energia alla nostra cultura autonomista...". Ci poneva una domanda: "per quanto tempo ancora possiamo reggere una politica centralista dello Stato a danno della nostra Regione?" Questa è la domanda che mi pongo e su cui vorrei riflettere con voi nell'analisi del bilancio. Vorrei capire se questa riflessione è stata fatta da tutti, una riflessione quanto mai attuale anche oggi. Tutto questo coincide, purtroppo, con un periodo di profonda antipolitica, che investe noi stessi e le istituzioni che rappresentiamo. È sotto gli occhi di tutti il dato delle recenti elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, l'astensionismo che si è registrato, anche se considerato secondario dal Presidente del Consiglio Renzi - affermazione quanto mai azzardata in una democrazia e che lascia alquanto perplessi -, non può non far riflettere profondamente: questo è un malessere profondo, che richiede una pronta ed efficace risposta da parte della politica e delle istituzioni, cioè da parte nostra. La Valle d'Aosta infatti non fa certo eccezione, una situazione quindi da non sottovalutare, ma da affrontare con coraggio attraverso comportamenti nel rispetto dell'etica e della legalità, non sono più ammessi i menefreghismi e l'incapacità di dare risposte.
Ho accolto con soddisfazione e con attenzione l'analisi del collega Lanièce, l'analisi critica e responsabile del collega Lanièce, vorrei che tutti e 35 facessero lo stesso ragionamento. Temo che la "malattia" sia grave e non risolvibile con logiche di espiazione fatte di continuo ridimensionamento dello status degli eletti, perché il pozzo è davvero senza fondo, in crisi e la crisi è la democrazia rappresentativa, anche per questo mi permetto un'osservazione: il contrarsi delle risorse a disposizione della comunità implica un confronto vero e partecipato su come allocare le risorse e su dove operare le economie: questo va fatto per definire una manovra forte e stringente di razionalizzazione e qualificazione della spesa pubblica, incentrata su un processo di modernizzazione del sistema pubblico regionale. Un sistema di modernizzazione auspicato anche dal Presidente Rollandin nella sua relazione di ieri, in grado di sopportare una trasformazione complessiva degli enti pubblici e dei rapporti delle amministrazioni con i cittadini e le imprese.
Ha ragione anche il collega La Torre: le decisioni politiche, soprattutto quelle del bilancio, vanno considerate rispetto alla loro capacità di inclusione della collettività; ha ragione, ribadisco: i cittadini non possono essere considerati sudditi. Ebbene, per la prima volta flebili voci di critica sono venute dalle associazioni di categoria...come si dice? delle parti sociali, probabilmente la misura è colma anche nei loro iscritti. L'economia non corre affatto e non solo non cammina o sta ferma, ma addirittura l'economia arretra, lo abbiamo sentito anche attraverso le audizioni e gli incontri con le imprese: mi riferisco a Confindustria, per cui mi viene chiesto di farsi venire idee che con poche risorse possano ottenere risultati importanti. È inutile che ce lo nascondiamo: le risorse sono poche per tutti e quindi bisogna trovare soluzioni per ottimizzarle al meglio. Su questo punto da parte delle imprese sicuramente ci sono due fattori importanti: il primo che, avendo poche risorse e dovendole destinare ad alcuni settori e campi, è molto importante il coinvolgimento. Se siamo tutti convinti che il modo migliore di spendere le poche risorse sia quello di destinarle ad alcuni ambiti, è meglio che la condivisione...che la convinzione sia condivisa, altrimenti rischiamo di sprecare le risorse, in questo periodo non possiamo assolutamente permettercelo.
Altro punto importante per le aziende è quello della certezza della rapidità e della sburocratizzazione. Sarebbe opportuno che un Assessorato possa anche attivarsi alla sburocratizzazione, ma veniamo alla manovra finanziaria: anche una legge finanziaria prende l'aria grigia e mesta di una crisi. Questa crisi finisce per essere adoperata come alibi per un mondo vecchio, che non sa reagire e proporre cose nuove. Si vivacchia appunto in un vuoto di azioni e contatti politici con Roma e Bruxelles, mentre bisognerebbe attivarsi come non mai: incontri, condizioni, azioni concrete e decise, linee di programmazione che individuino i settori più a rischio e da tutelare. Noi riteniamo che ci siano tante cose che non vanno, l'abbiamo detto in tempo utile e con una logica di dialogo.
Al di là del metodo, siamo di fronte ad una diminuzione delle risorse, questo ormai è il nodo da sciogliere, che mostra come la partita del federalismo fiscale e del rinnovato riparto fiscale sia stata negativa per la nostra Valle, anche per questioni non disinnescate come la riserva erariale, che fa sì che fondi che ci spettano restino allo Stato; lo stesso vale per il Patto di stabilità, che è ormai un po' l'appiglio generale a cui attaccarsi, nessuno nega che il Patto di stabilità sia un'operazione che strangola le nostre finanze, ma nessuna azione è stata fatta per negoziare strade diverse, quindi è un bilancio dai presupposti un po' fragili. Il bilancio della Regione inoltre, nel momento in cui si chiedono pesanti sacrifici alla comunità valdostana, dovrebbe prioritariamente prevedere una riduzione delle spese, in primis l'apparato amministrativo pubblico, delle società controllate e partecipate e dei costi della democrazia. Operata questa spending review regionale sulla base delle risorse disponibili a livello di sistema, si dovrebbe poi, indicando chiaramente le priorità: istruzione e cultura, sanità e politiche sociali, operare quelle scelte che, salvaguardando l'identità e la peculiarità, siano in grado di promuovere lo sviluppo socio-economico della Valle. I dati di bilancio evidenziano invece che il saldo corrente continua pericolosamente a ridursi e che, al netto degli oneri per il risanamento della finanza pubblica, l'incidenza delle spese correnti aumenta e si attesta all'89 percento, mentre la quota destinata agli investimenti si riduce al 10,44 percento. È sembrato importante tagliare senza un'idea di insieme per abbattere i costi, "poi sarà quel che sarà"... Allora si taglia la sanità - non è un segnale di gestione della cosa pubblica quando si va ad intaccare il sistema socio-assistenziale -; si azzera quasi l'agricoltura, che da sempre è stata una delle voci che hanno sostenuto l'economia così fragile della nostra regione, e qui si è superato per anni...e adesso gli agricoltori accusano il colpo, abituati ad un sistema di sovvenzioni e contributi, adesso non ottengono più questo sostegno.
Vedo in prospettiva due questioni: la prima è quella del sistema delle autonomie locali, questo è un tema che mi sta a cuore, credo che su questo si debba essere fra di noi molto chiari, perché credo che in futuro, pur nel limite del possibile, perché so che dobbiamo risparmiare...ma com'è stato fatto dal 1993 in poi, ci debba essere una capacità di inventiva, pur nella rapidità dei tempi, che ci consenta di avere un sistema democratico che si rifaccia a quello spirito federalista in cui crediamo. Non potremmo lamentarci con Roma di un cattivo comportamento se i Comuni valdostani...se assumessimo noi degli atteggiamenti simili a quelli del centralismo e credo che ci siano qui energie di tutti gli ambiti, compresi i molti che vengono dal mondo delle autonomie locali, che potranno aiutare il Governo regionale, in un rapporto franco fra Esecutivo e Consiglio, a trovare delle soluzioni ragionevoli. Non dimentichiamo l'importanza del sistema delle autonomie locali, se crolla quello, crolla tutto il sistema Valle d'Aosta. Le risorse che la legge 48 destina agli Enti locali vengono impropriamente e d'impero utilizzate dalla Regione per finanziare le più svariate iniziative, mettendo così in grave difficoltà gli stessi Enti locali nell'espletamento delle loro funzioni istituzionali e nell'erogazione dei servizi, compromettendone sia la qualità che gli equilibri di bilancio, a meno che non si faccia ricorso all'inasprimento della leva fiscale. Con l'azzeramento dei fondi FOSPI sono state poi annullate le loro capacità di investimento e, di conseguenza, qualsiasi possibilità di promuovere lo sviluppo del proprio territorio. I trasferimenti vincolati in misura ormai preponderante (70 percento dell'ammontare) e il ricordato azzeramento del FOSPI hanno di fatto stravolto in misura surrettizia e annullato la citata legge 48.
L'altra questione riguarda lo Statuto di autonomia. Fino a quando non avremo sancito nell'articolo 116 dello Statuto il principio dell'intesa, sarà molto difficile abbandonare, come una navicella nel mare procelloso della politica italiana, un nuovo testo di Statuto. Credo, sulla base dei lavori che sono stati fatti a partire dagli anni '90, che una revisione per essere pronti in qualsiasi momento ad affrontare dei cambiamenti sia necessaria. Il nostro Statuto è una creatura meravigliosa, è come un messaggio infilato nel 1948 dai padri dell'autonomia e dai costituenti dentro una bottiglia e ogni tanto scopriamo in questo Statuto che è cangiante nella logica dell'autonomia dinamica. Qualcosa di nuovo e di importante che arriva come un messaggio dal nostro passato per essere vissuto nel presente. Lo ricordava anche il collega Follien nel suo intervento dell'anno scorso: "il y a la volonté de la part de l'État de miner notre autonomie statutaire, en cherchant quand même d'amoindrir notre autonomie, notre spécificité. Les Régions à Statut spécial sont considérées des anomalies et des situations de privilège, un cadre que je ne partage pas et qui ne correspond absolument pas à la réalité". Insomma, la stagione delle riforme è partita male e, più che andare avanti, si sta andando indietro. Il regionalismo rischia grosso e il nostro a difesa dell'ordinamento valdostano dev'essere un atteggiamento offensivo e non difensivo, a protezione semmai per lo sviluppo delle nostre prerogative, la pur apprezzabile clausola della salvaguardia rischia di essere uno specchietto per le allodole, di questo dobbiamo avere consapevolezza, è dunque bene reagire, sapendo che la specialità è fatta di diritti, ma anche di doveri, insomma la cornice entro cui definire gli interventi specifici.
Allora non conoscendo né il punto di arrivo, né l'indicativo tragitto stabilito, dico la mia su alcune questioni che conosco meglio, cercando di dare un contributo alla discussione consiliare. Non posso non fare due considerazioni sul mondo agricolo e sulle scelte fatte in questi ultimi anni. Qui si certifica, ma non è cosa nuova, il declino dell'agricoltura valdostana e della sua zootecnia, la riduzione degli stanziamenti che c'erano nel 2010 è un fenomeno assolutamente devastante e noi continuiamo intanto a creare e mantenere matrioske burocratiche. Quelli che dovrebbero essere strumenti per dare slancio diventano strutture dove la spesa corrente oggi è superiore alla spesa di investimento, cioè spendono più soldi per mantenere le loro strutture di quanto non investano per il loro mandato.
Il capitolo trasporti: il capitolo trasporti è ormai definitivamente terreno di politica rinunciataria...trasporto aereo, ulteriore depressione del trasporto pubblico ferroviario, su gomma. Non si può più parlare di settore di mobilità, ma di immobilità. La ferrovia è agonizzante, il trasporto su gomma non garantisce una continuità di collegamenti con il resto del mondo, per non parlare dell'autostrada, ormai è un pianto, e questo dovrebbe essere il carrefour dell'Europa, tanto sbandierato per anni, una Regione chiusa in sé stessa, ma soprattutto inavvicinabile per gli altri che dovrebbero costituire fonte per il turismo. Ci stanno salvando le nostre montagne, ma temo che non saranno sufficienti per il futuro. Sarebbe importante evidenziare almeno un progetto di prospettiva, come dichiarava anche ieri il Presidente Rollandin nel suo intervento, per gli anni a venire, in grado di rilanciare il sistema Valle d'Aosta, quale sarebbe sicuramente un progetto di accessibilità della Valle, declinato in tutti i suoi molteplici aspetti.
Credo che questo sia il momento e il luogo adatto per fare qualche riflessione anche sulle controllate e sulle partecipate. Occorrerà...è vero, c'è in atto un processo, un nuovo disegno di legge, un ragionamento ad ampio raggio su queste società della Regione, analizzando costi e benefici e traendone adeguate conseguenze. Cito come esempio anche il discorso dell'INVA, due delibere: la n. 2738 del 2010 e una del 2011, quelle che davano adito alle fibre ottiche. Mi chiedo allora se si possa trovare l'applicazione, evitando...portando avanti quel discorso di smart city, evitando quel discorso che tutti i Comuni stanno attivando con le videosorveglianze, poi vedendo i risultati che abbiamo oggigiorno, evitiamo questa sovrapposizione.
Vorrei fare anche alcune considerazioni su un settore che è di vitale importanza per la nostra Regione: il turismo, quello che dovrebbe essere il motore della nostra economia e per il quale la materia prima è costituita dal nostro patrimonio ambientale e storico. Nel 2014 è ancora una sfida per la Valle d'Aosta, il turismo è un settore che richiede un costante lavoro di pubblicità e promozione, oltre che di infrastrutture moderne ed efficienti e che vede sensibilmente ridotti i fondi a disposizione. Per questa ragione sarebbe auspicabile che, invece di procedere separatamente, gli Assessorati turismo, agricoltura, cultura, artigianato facessero un grande sforzo di unione delle risorse e programmassero finalmente la pubblicità dell'immagine della nostra Regione in modo coordinato. Ribadisco: in modo coordinato, senza sovrapposizioni e sprechi, intensificando l'azione promozionale all'estero della Regione. Molto spesso invece si ha la sensazione che il target principale mirato e oggetto della maggior parte dell'azione promozionale siano i valdostani, più che i turisti: dai concerti alle fiere, alle manifestazioni nei castelli. È sicuramente meritevole voler far crescere il livello dei valdostani anche per quanto concerne il tempo libero, ma gli investimenti promozionali nel turismo dovrebbero porsi obiettivi economici, non esclusivamente clientelari e quindi andare a toccare principalmente i potenziali turisti che portano ricchezza nella nostra regione. Un altro fattore che può incidere è senz'altro quello dell'accoglienza, ospitalità e professionalità.
Avviandomi alla conclusione, in Valle d'Aosta un giovane su cinque non ha lavoro, il tanto decantato modello, che solo fino a pochi anni fa era portato ad esempio di solidità e buona amministrazione, sta mostrando i suoi limiti. Il numero di imprese è in calo, aumenta la precarizzazione degli avviamenti, la disoccupazione schizza in maniera esponenziale. In un momento di grave difficoltà e preoccupazione è ancora più insopportabile che non si adottino metodi di assunzione trasparenti, al di sopra di ogni sospetto, dalle partecipate in giù, non sarebbe male, anzi auspicabile, che assunzioni a tempo o consulenze finissero per essere affidate ai giovani laureati, a persone di provate capacità, dare attenzione alla meritocrazia e non ad ex dipendenti regionali, ex politici, tutti quelli che si possono sistemare. Questo è il sistema che dev'essere scardinato per ridare credibilità ai nostri giovani, ai cittadini che ormai hanno perso la speranza di vivere in un ambiente trasparente in cui regna la meritocrazia, e inevitabilmente se ne andranno da altre parti a cogliere le opportunità che qui, se non cambieranno le cose, saranno riservate a pochi, senza possibilità di crescere e migliorare.
Anche per quanto riguarda gli appalti, non è il momento di interpretare a piacimento il codice dei contratti, il dinamismo e gli stimoli possono arrivare alle imprese dal territorio, ma non ci devono essere scorciatoie per nessuno o discriminazioni di alcun genere.
Di fronte alla più grave crisi che la Valle d'Aosta sta vivendo dal dopoguerra, non possiamo commettere l'errore di credere che i tagli e il rigore del bilancio, gli interventi istituzionali decisi quasi senza partecipazione e coinvolgimento possano tirarci fuori dalle difficoltà in cui ci troviamo. È il momento invece della politica e se è vero che il problema sta innanzitutto nella crisi della politica, è a questa che spetta recuperare la propria dignità, dimostrare la propria capacità progettuale, nobilitare l'interesse e la partecipazione, l'augurio del Presidente ieri...le proposte mi auguro che abbiano corso. Noi ci auguriamo che anche questa manovra finanziaria del Governo Rollandin, come peraltro le ultime, che è fatta di lacrime e sangue per i cittadini e famiglie, segni la fine di un metodo di governare ormai insostenibile. Non possiamo più aspettare la ripresa, il nuovo mantra che scarica al destino le sorti della nostra comunità come un modo di ragionare attendista, come se in fondo, sfiancata l'autonomia speciale, non resti che guardare ad un miracolo per risorgere, ma in politica ci possono essere i giochi di prestigio, ma non i miracoli. Il quadro europeo resta incerto, quello italiano fosco e noi con l'autonomia, che dovremmo mostrare maggior efficacia, siamo in una specie di palude. Il dato è politico e non solo finanziario e l'impressione è che l'opinione pubblica, per quanto distratta, cominci sempre più a capire e la pazienza sia esaurita per sfinimento e sfiducia. Presidente, mi rivolgo a lei, si renda conto che così non si può andare avanti.
Concludo con l'auspicio del collega La Torre: è arrivato il momento di guardare al futuro, comunicare fiducia ai giovani, alla popolazione e di agire per costruire un nuovo sistema Valle d'Aosta sostenendolo con un nuovo progetto politico. Grazie.
Président - Merci Vice-président Rosset. Quelqu'un d'autre? La parola al Consigliere Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.
Questo, a nostro avviso, non è un bilancio, questa è una ghigliottina con una cesta sotto nella quale cadono una alla volta le teste dei cittadini, degli imprenditori e degli agricoltori, ma alla fine si parla di sacrifici condivisi, vediamo che i privilegiati e i politici sono sempre salvi; un bilancio, secondo noi, scandaloso, vergognoso, impresentabile, tanto più che la vecchia filastrocca di Roma che taglia i fondi funziona magari con una certa parte dell'elettorato, ma non funziona più con la maggior parte dell'elettorato. Abbiamo capito che, oltre ai tagli dei fondi, ci sono delle responsabilità politiche precise sui fondi che negli anni scorsi, nei decenni scorsi sono stati spesi. Non abbiamo sentito una parola di autocritica da parte di nessun rappresentante della maggioranza regionale, ma guardate che i soldi che sono stati gettati per l'operazione aeroporto, i soldi che sono stati buttati in quella schifezza che si chiama Parco archeologico di Saint-Martin - monumento all'idiozia della politica, che rimarrà anche per le future generazioni -, quelli sono frutto di scelte politiche: si parla di milioni, ma direi tranquillamente centinaia di milioni di euro che sono stati sprecati e buttati e che potevano in questo momento essere una specie di polmone per i soldi che mancavano...nessuno ha detto nulla, nessuno si è sbagliato, nessuna autocritica.
Un bilancio in cui non si vedono...proprio non ci sono i tagli ai fondi della politica - ma ne parleremo più avanti -, in cui non ci sono i tagli ai privilegi e ai privilegiati delle società partecipate. Io ho partecipato a quel gruppo di lavoro per il Casinò e mi sono reso conto che un mio pari livello, cioè un dipendente del Casinò, dello stesso livello di un dipendente regionale, si prende il doppio per 14 mensilità, e noi cosa facciamo? Provvederemo? Vedremo? Stiamo studiando? Ma stiamo aspettando che cosa? Un bilancio che, quando va a toccare i 7 milioni di euro per le spese sociali, è già un bilancio fallito dall'inizio, perché quei fondi si potevano reperire tranquillamente e vi faremo vedere anche successivamente...perché abbiamo degli emendamenti, vi daremo alcuni esempi: alcuni esempi solo perché questo bilancio sarebbe da prendere...non da modificare, ma da gettare nel cestino e bisognerebbe fare un nuovo bilancio. Questo è il bilancio...è il vostro bilancio, è il bilancio dell'immobilismo, è il bilancio del sistema che non sa rinnovarsi, è un bilancio che andava bene 10-20 anni fa, certo, quando c'erano soldi in più, ma è un bilancio che non ha nulla di quel cambiamento che viene tanto evocato. È un bilancio semplicemente della conservazione, non ci sono idee neanche nei vostri interventi, siete una Giunta alla ricerca di un autore, una maggioranza che sta cercando la bussola che ha perso; chiedete agli altri delle indicazioni, in che direzione bisogna andare, ma siete voi che governate, Signori miei! Certo, l'opposizione può dare un contributo, ma se vi siete assunti una responsabilità di governo, allora siate all'altezza di questa responsabilità di governo! Non sempre a chiedere consigli e suggerimenti! Con questa tiritera periodica delle elezioni...sempre questa minaccia delle elezioni, che poi non riesco a capire verso a capire verso chi sia diretta, probabilmente lo sapete voi. Le elezioni...ma volete le elezioni? Facciamo le elezioni, non ci sono problemi, invece di parlarne, che qualcuno della maggioranza venga giù con un foglio, ci metto la firma anch'io, andiamo alle elezioni, ma smettiamola di fare questi discorsi vuoti, basta!
Secondo noi, è l'ora di affrontare veramente i problemi, che questo bilancio ovviamente non affronta sicuramente. Nessun risparmio della macchina regionale, nessuna idea su come andare a ridurre tanti piccoli sprechi; nelle interpellanze, nelle interrogazioni fatte dal Movimento Cinque Stelle, ma anche dagli altri colleghi della minoranza gli esempi sono decine, ma direi a questo punto centinaia e nelle centinaia di esempi vengono fuori i milioni di euro che potrebbero essere investiti o potrebbero andare a tamponare laddove sono stati fatti i tagli. Gli interventi sono stati ovviamente tutti di carattere politico e poco di carattere contabile e finanziario, di bilancio e allora finisco anch'io...purtroppo l'unica voce dignitosa che si è alzata dai banchi di questo Consiglio è quella del collega Lanièce, che, pur non condannato, ha ritenuto di dover dare un segnale dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la politica regionale e nazionale, l'unica voce è stata la sua! Diversamente qui c'è stato il silenzio assoluto, un silenzio imbarazzato, un silenzio complice, che veramente fa cadere sul Consiglio una specie di nebbia che lo rende ancora più incomprensibile per i cittadini valdostani. È ovvio che tra le responsabilità dei tagli non devono essere taciute quelle del Governo regionale, che a Roma non ha avuto la forza, non ha avuto l'autorevolezza, non ha avuto la capacità che invece hanno avuto altre Regioni a Statuto speciale di far valere i propri diritti. Ecco che allora i tagli non vengono così dal cielo come una punizione divina, i tagli sono anche il frutto di un'incapacità a trattare, a negoziare, che ormai appare evidente e che pone anche un'ipoteca sul futuro per quello che sarà il prosieguo, perché qui ci sono voci di sforamenti del Patto di stabilità, probabilmente questo sarà un altro bilancio farlocco, perché dovremo andare ancora a richiedere dei tagli, perché dal Governo ci chiederanno altri soldi e quindi noi qui siamo sostanzialmente a discutere del nulla, di un documento che, anche da un punto di vista contabile, non è veritiero, stiamo esaminando delle poste del bilancio che non sono poi quelle effettive, magari già tra 20 giorni tutto sarà cambiato e allora, certo, non ci sottrarremo con gli emendamenti a dare un nostro contributo ad un documento che però è irricevibile. Il suggerimento è quello di fare in fretta, di finire alla veloce questo teatrino triste di fronte ai valdostani, approvate questo bilancio e andiamo avanti, ma che non si parli di cambiamento, che non si parli sempre di sacrifici a carico dei cittadini, perché ormai qui la cosa è chiara: l'unico che si salva in quest'occasione è il sistema, i sacrifici li fate pagare sempre agli altri!
Si dà atto che dalle ore 12 assume la presidenza il Vicepresidente Rosset.
Rosset (Presidente) - Altri? Colleghi, vi chiederei per gentilezza di prenotare. Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha la facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Cosa si può dire di questo disegno di legge finanziaria? Beh, si può dire che appare come un puro e semplice esercizio contabile o, come lo ha definito il collega La Torre, uno strumento contabile che si pone come unico obiettivo la quadratura dei numeri. A leggerlo questo strumento contabile sembra proprio un provvedimento senza prospettive, senza una visione né di breve, né di lungo termine, un bilancio...e riprendo di nuovo le parole del collega La Torre: "difensivo e di transizione". In buona sostanza, un bilancio stanco e senz'anima. Qualcuno potrà dire che non è compito della legge finanziaria, di questa legge finanziaria indicare la strada o dare una prospettiva, che una norma di questo tipo può anche limitarsi a definire le poste di bilancio, le attribuzioni dei finanziamenti a questo o a quel capitolo. Beh, noi pensiamo invece che, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, la legge finanziaria dovrebbe strutturarsi quasi come un programma...non un programma elettorale, ma un programma operativo e anche un programma politico, un programma di intenti, di prospettiva appunto.
Noi del PD-Sinistra VdA non condividiamo l'espressa idea - espressa tanto dal relatore, quanto dal Presidente Rollandin - che il 2015 sia un anno di transizione, che debba cioè consumarsi nell'attesa che si ridefinisca il principio dell'intesa, in attesa che si faccia chiarezza sul Patto di stabilità, in attesa che avvenga il miracolo della ripresa e della ripresina. Noi del PD-Sinistra VdA non condividiamo quest'impostazione, perché pensiamo che proprio nei periodi di crisi e di incertezza si debba reagire attraverso provvedimenti strutturali, attraverso una reale politica di rilancio degli investimenti e del lavoro, invece siamo in presenza del niente dal punto di vista programmatico, l'avete praticamente detto voi. Siamo di fronte ad un copia-incolla al ribasso della finanziaria del 2014, ad un disegno di legge senza nerbo, senza coraggio, come d'altronde senza coraggio è stata ed è tuttora l'azione di questo Governo regionale, di questa maggioranza: una mancanza di coraggio e di prospettiva che può passare inosservata quando tutto va bene, quando ci sono risorse a perdere, ma che non può essere perdonata quando la crisi, la più terribile crisi dal dopoguerra ad oggi, a detta di tutti gli analisti, morde e morde anche forte. È una crisi, colleghi, che non si è manifestata inaspettatamente nell'ultimo periodo, da quest'anno o dall'anno scorso, ma che ci perseguita...che perseguita tutti indistintamente da svariati anni.
La nostra Regione, anche in virtù della sua autonomia, del tanto declamato autogoverno, avrebbe dovuto maturare negli anni in cui vi erano grosse disponibilità economiche una capacità di investimento razionale e soprattutto ottimale delle risorse, una capacità di decidere secondo una vision, come si dice oggi, di lungo termine.
Una Regione che si è orgogliosamente autogovernata per decenni dovrebbe essere un esempio di buone pratiche, dovrebbe essere l'emblema della maturità civica e politica della propria classe dirigente. Una Regione che da decenni reclama la propria autonomia soprattutto dovrebbe aver sviluppato un'eccezionale capacità di reazione alle avversità, osserviamo invece un'incapacità totale di agire, anzi di reagire, un'incapacità davvero imbarazzante che si tramuta in una perdita di orgoglio, che si manifesta con la costante lamentazione contro i fattori esterni, contro le cosiddette "cause esogene" e le reazioni che abbiamo ascoltato ieri sembrano dischi rotti che ripetono tutti le stesse cose: "è colpa della crisi", "di Roma cattivona", "dell'Europa dei burocrati", lamentazioni a cui peraltro, colleghi, non seguono mai prese di posizione forti e soprattutto motivate a tutela delle nostre prerogative né da parte di questa maggioranza - se ancora esiste una maggioranza, io non l'ho capito -, né tanto meno da parte dei nostri Parlamentari, che continuano ad essere non pervenuti sulla scena, tranne quando votano come soldatini obbedienti a favore del "Governo Renzi": quello che poi fuori aula contestano, contestate, magari con le manifestazioni in piazza e le bandierine ad ogni piè sospinto, ma anche lamentazioni cui non seguono vere azioni di contrasto contro le cause profonde della crisi. Non si può solo accusare l'Europa, l'Italia, il mondo intero di questa drammatica situazione in cui stiamo precipitando inesorabilmente e d'altronde, quando non si sanno che pesci pigliare, è comodo creare un nemico esterno: la cattiva e irriconoscente Italia, l'eurocrazia dei burocrati, il Governo nemico dell'autonomia. Dicevo che non si possono solo accusare i fattori esterni, è necessaria una profonda autocritica - lo diceva il collega Ferrero -, che rilegga il passato, direi anche il presente, in una luce diversa, che ammetta errori, sottovalutazioni, opportunismi, che ammetta, ad esempio, che determinati investimenti, determinati progetti, se non per motivi clientelari o addirittura autocelebrativi, siano stati fatti così, magari per soddisfare l'ego di qualche capo e capetto, progetti del tutto autoreferenziali, che non hanno il sostegno di una vera e propria visione di ciò che dovrebbe essere la nostra Regione, il nostro sistema Valle d'Aosta anche in prospettiva lo dico.
Ammettere che ci si è sbagliati e anche semplicemente che non è più tempo di scialare tanto per scialare sarebbe già un buon passo avanti nella consapevolezza che le cose sono cambiate, forse irreversibilmente, ma, a guardare questo disegno di legge, sembrerebbe di cogliere da una parte una rassegnazione agli eventi, che tanto, come avete detto ieri, non dipendono da noi, è sempre colpa degli altri, dall'altra l'incoscienza di chi non vuole prendere atto che i tempi sono cambiati e che è fallita una politica tutta arrotolata sulle proprie esigenze, sui propri interessi elettorali e clientelari, leggiamo di provvedimenti praticamente ad personam davvero imbarazzanti. Vediamo blindature di finanziamenti, se non incrementi di finanziamenti che non hanno altra ragione che di conservare un pezzettino di elettorato, casomai tornasse utile ad andare ad elezioni anticipate, quelle che avete minacciato ieri in maniera quasi subliminale...una qualche clientela e, dall'altra parte, invece, vediamo tagli drammatici, inspiegabili in settori che per loro natura dovrebbero essere anticiclici: le politiche sociali, la sanità, le politiche del lavoro, che dovrebbero essere rifinanziati con ancora più risorse considerato il momento drammatico di bisogno della società, la condizione disperata di molti nostri concittadini.
La legge finanziaria è forse la rappresentazione più evidente di quest'incapacità di uscire dalle secche del clientelismo, del piccolo cabotaggio, è la rappresentazione dell'azione estemporanea: quella che ha caratterizzato d'altronde la gestione di questo Governo e di questa maggioranza. È evidente che non siamo stati capaci, anzi che non siete stati capaci, è forse il momento di dire di chi sono le responsabilità di questo disastro, non siete stati capaci di dare una direzione a questa Regione. Diciamolo che, se oggi siamo qua a discutere di una finanziaria tutta in difesa, di una finanziaria da retrovia, di una finanziaria peggio ancora di quella dell'anno scorso, e tutti pensavamo l'anno scorso di aver toccato il fondo...beh, questa è peggio, è perché negli anni non avete saputo dare una direzione, individuare le priorità, siete stati come quei bambini capricciosi che hanno voluto tutto e subito, che non hanno saputo porsi dei limiti, che non sono riusciti a guardare più in là del proprio giardino. Lo vogliamo dire una volta per tutte che si è mal amministrata la montagna di soldi che sono arrivati finora? Dalle tasche dei nostri cittadini, da quel riparto fiscale che a volte dimenticate... dallo Stato, lo Stato cattivone, dall'Europa, questa brutta Europa cattiva. Colleghi, potrebbe essere anche una forma di catarsi liberatoria dirselo, dirsi che la nostra Regione è stata male amministrata, forse perché c'erano tanti, troppi soldi da spendere. Lo vogliamo dire che voi oggi più che mai date l'impressione di aver buttato via un patrimonio di risorse e - perché no? - anche di progetti e di prospettive. Oggi fate venire ai cittadini il sospetto di avere investito dove non era necessario, di aver speso soldi inutilmente, altrimenti perché ridurre l'agricoltura da un giorno all'altro all'ombra di ciò che era. Le risorse, colleghi, sono passate da 50 milioni di euro nel 2012 agli 8 milioni e mezzo del 2015: cinque volte di meno. Perché decimare i finanziamenti per la tutela dell'ambiente? Per i rischi naturali, per l'assetto idrogeologico, per la conservazione e la tutela del nostro patrimonio forestale e faunistico. Il capitolo governo del territorio è passato da 101 milioni di euro nel 2010 a 23 e rotti milioni di euro nel 2015: quattro volte di meno. Colleghi della maggioranza, con questo provvedimento dimostrate o di aver speso male in passato o - ed è molto peggio, ed è molto più preoccupante - di sottovalutare la situazione di fragilità del nostro territorio e della nostra economia. Presidente Rollandin, non ci venga a dire, per favore, che l'agricoltura ha già avuto abbastanza e che oggi gli agricoltori devono cominciare a mettere a frutto ciò che è stato dato loro in passato. Non è così, Presidente, che si insegna la sobrietà, l'uso consapevole e responsabile delle risorse. Non è da un giorno all'altro, senza nessun preavviso, senza alcun percorso o proposte alternative, che si risolvono le necessità di un intero settore economico e che si mette al riparo il territorio. Non è così e lei lo sa bene, Presidente Rollandin, ma non sa più come fare a giustificare, e allora mette le mani avanti, non gli inevitabili tagli di bilancio, ma i rivoli di spesa che ancora vi ostinate a non voler ridurre, che ancora vi fanno comodo e allora, Presidente, lei è abile a richiamare alla condivisione delle responsabilità, minacciando magari le elezioni anticipate e sapendo bene che su qualcuno è un'argomentazione che fa leva, eccome se fa leva quella delle elezioni anticipate! Ho visto ieri delle faccette che si sono improvvisamente sbiancate.
Lei, Presidente, e anche il Signor relatore, il collega La Torre, vi dichiarate soddisfatti per il lavoro condiviso che si sta facendo sul Casinò, sulle partecipate, vi dichiarate soddisfatti perché sapete di aver creato condizioni di insostenibilità del sistema, con i clientelismi, con le promesse puntualmente rinnovate in campagna elettorale. Per quello che ci riguarda, noi del PD-Sinistra VdA non siamo disposti ad assumerci la responsabilità delle vostre colpe, non siamo disposti a condividere scelte che solo voi dovete assumervi, magari dopo aver fatto un opportuno mea culpa e un'analisi sul perché avete portato la situazione a questo punto. Sul Casinò abbiamo voluto sin da subito essere chiari: noi non condividiamo alcun percorso se non c'è una prospettiva di rilancio e soprattutto se voi non vi assumete la responsabilità di mandare a casa chi ha fallito. Senza un'elaborazione vera e concreta delle vostre colpe, delle vostre responsabilità, rischiamo di fare una legge di bilancio che cerca di tamponare maldestramente le falle, sapendo che queste prima o poi ci manderanno a picco.
E vogliamo dirlo, colleghi, che non abbiamo saputo cogliere il pungolo della crisi, l'abbiamo subita e oggi ne prendiamo semplicemente atto, decretandola con un documento che mette in colonna i più e i meno, scopiazzando dalla legge finanziaria dell'anno scorso, riprendendone sostanzialmente la struttura, ma con molte meno risorse: questa è la copia sbiadita della legge finanziaria dell'anno scorso, né più né meno!
Per quello che ci riguarda, e parlo per noi del PD-Sinistra VdA, credendo di cogliere anche le sensibilità dei colleghi della maggioranza...della minoranza, scusate il lapsus, abbiamo cercato di dare il nostro contributo di idee, di proporre la nostra visione in quest'anno e mezzo di legislatura. Crediamo di non aver fatto solo un'opposizione sterile, di retroguardia, tanto per delimitare il nostro ruolo, il nostro campo d'azione. Noi da subito ci siamo proposti come alternativi, come alternativa, cercando di non demolire, ma di fare proposte concrete, costruttive, nello spirito di chi vuole dare il proprio contributo e anche questa volta non ci siamo limitati a presentare qualche emendamento di facciata, giusto per affermare la nostra esistenza, ma pensiamo di aver costruito dei percorsi che vadano nella direzione del tanto auspicato cambiamento di marcia, con la consapevolezza che è passata un'era e davanti abbiamo sfide importanti da affrontare. Noi vogliamo dire la nostra, perché siamo convinti di avere qualcosa da dire, soprattutto di avere delle idee per il rilancio della nostra Regione. Illustreremo il nostro programma di cambiamento, non dei semplici emendamenti, e speriamo che ci sia una convergenza per il bene della nostra Regione e dei nostri concittadini al di là di ogni ammiccamento, prove di cogestione e consociativismi vari, che francamente non ci appartengono e non ci interessano. Grazie.
Presidente - Grazie collega Guichardaz. Credo che, prima di lasciare la parola, dopo quest'intervento, possiamo chiudere i lavori della mattinata. O c'è ancora qualcuno che si prenota? Ricordo nel contempo che alle 13 scade l'orario per la presentazione degli emendamenti. Ha chiesto la parola la collega Certan, ne ha la facoltà.
Certan (ALPE) - Merci Monsieur le Président.
Bonjour à tous, bonjour chers collègues, bien humblement je voudrais porter ma contribution à ce débat, commencé hier sur cet important argument et sur cet important document surtout. Un document budgétaire qui est important pour deux aspects: le premier parce qu'il définit les ressources à disposition de notre Région et de nos communautés; deuxième aspect, parce qu'il devrait avoir en soi l'idée de projet et d'avenir pour nous tous, mais il serait utile qu'on y retrouve aussi ce qui n'a pas fonctionné. Le premier aspect nous l'affronterons demain dans les détails quand nous analyserons les amendements. Sur le deuxième aspect, celui de l'idée d'avenir, nous n'y en trouvons pas trop et nous y trouvons non plus l'analyse de ce qui n'a pas fonctionné. À part quelques petits passages, on nous a dit que ce budget c'est un budget-pont, un budget qui porte...un budget de passage entre un côté et l'autre. Il faudrait bien avoir clair si nous avons tous l'idée de ce qui a fonctionné et de ce qui n'a pas fonctionné, dans un côté, et où nous voulons aller dans l'autre côté.
Je vous avoue que hier soir, quand je suis arrivée à la maison, après ce début de Conseil et les premières interventions, me sont revenues à l'esprit des expressions employées par ma grand-mère: "si li prèdze...prèdze prèdze é f é vin-ìn pión sensa bèire", c'était une expression que ma grand-mère employait quand...una persona parlava parlava da far ubriacare senza bere. Io credo che le parole abbiano un valore e abbiano un senso e che, se si vuole che siano ancora ascoltate e ritenute credibili, bisogna mettere in pratica ciò che si dice. La stesura di un bilancio è il momento ideale, ottimale per mettere in pratica le proposte, metterle nero su bianco, come dice il collega Chatrian. Io direi che il momento del bilancio è proprio il momento per mettere anche in campo le proposte di cambiamento di cui ci riempie spesso la bocca durante l'anno e poi a dicembre si volatilizzano e non se ne vede più nessuna traccia se non in parole...in belle parole.
Io ho apprezzato molto gli interventi di ieri e li ho condivisi in alcune loro parti; l'intervento del relatore è stato politico, tecnico quello dell'Assessore, realistico quello del Presidente, un mix perfetto di primo acchito, discorsi che vanno via lisci come l'olio e non possono che essere condivisi, che meritano approfondimenti, meritano di essere analizzati e di essere comunque condivisi, ma che non possono essere presi così tout court senza contestualizzarli, perché altrimenti veramente faremmo, per usare un'altra espressione della nonna, "vère blan pe ner" ai cittadini: vedere bianco per nero. A mio avviso, sarebbe ipocrita pensare che, quando la barca affonda, sia sufficiente lanciare un piccolo grido, un piccolo messaggio alla condivisione, all'aiuto, al sostegno reciproco, di legittimazione reciproca, car la maison brûle...mettere sul piatto nuovi discorsi, nuovi progetti politici per pensare di risolvere i problemi. Come non essere d'accordo, pensandolo da tempo e avendolo ripetuto tante volte, che "il bilancio dev'essere il progetto di una comunità e non un mero strumento contabile e un discorso affaristico", per riprendere le parole del relatore. Come non apprezzare l'enorme sforzo progettuale e politico di visione del relatore, che, facendo tesoro della sua grande esperienza nel rinnovarsi, passando attraverso la Costituzione italiana e lo Statuto, ci prona, ci ha pronato ieri affinché la politica cambi metodo nella sostanza e nella forma. Ma come fare a credere a queste parole e far credere ai cittadini che siano veritiere e non ingannevoli quando alla prima occasione per dimostrare che la politica dai metodi nuovi nella sostanza e nella forma si è...si voleva sostenere...alla prima occasione per dare esempio veramente di voler cambiare...si è creata l'ennesima società partecipata anche per l'EXPO, e ci si è catapultati dentro a "tita poueunte", a capofitto.
E come fare a credere all'onestà intellettuale di chi ci richiama all'obbligo di restituire un domani di prosperità ai giovani, che stanno subendo maggiormente gli effetti della crisi quando si sono create società partecipate ad hoc che assorbono grandi risorse, che potrebbero essere destinate ai giovani...dicevo, sono state create società ad hoc per illustri pensionati dai capelli bianchi, sicuramente autorevoli e principali interlocutori e consiglieri di questi. La crisi politica nasce anche da mancati esempi...belle parole, ma mancati esempi. Come fare a non chiedersi chi ha ridotto in questi termini la nostra Regione e la nostra economia? Forse la comunità? Forse i cittadini? O forse i movimenti e i gruppi di minoranza che non sono mai stati concernés e che sono stati spesso derisi, ma che ora sono chiamati, per salvare il salvabile, a cambiare i presupposti negativi, altrimenti "qualunque progetto, per quanto valido, sarà sempre bollato di inadeguatezza e di insufficienza cronica, dove tutti hanno ragione e tutti hanno torto", così ha detto ieri il collega La Torre. Ecco, di chi è la colpa? È necessario trovare chi è il colpevole? No, non credo. Per una questione di onestà intellettuale, però è necessario capire dove si è sbagliato, altrimenti non si potranno mai porre dei rimedi.
Da parte nostra, del gruppo ALPE, in questi anni c'è sempre stata la massima disponibilità a condividere con i colleghi che lo ritenessero opportuno dei progetti e delle idee innovative ed è vero che ultimamente molti nostri punti del programma sono stati citati e rilanciati anche da altre forze politiche, da altri Consiglieri, aspetto che, a mio avviso, di per sé ha già molti...ha già un alto valore. Come in una buona famiglia, c'è chi ha le idee, chi le sa capitalizzare, chi le sa mettere in pratica...e il risultato ultimo è quello importante. È il lavoro corale per raggiungere l'obiettivo finale quello che farà crescere la comunità, da parte nostra quindi ci sarà sempre questa disponibilità.
Ho colto con molto interesse l'invito - credo che fosse del collega Bertschy - a non abdicare senza capacità e colgo con attenzione anche il segnale di apertura che ieri - spero in modo molto onesto e non piégeux, e non da trappola - è stato mandato dalla maggioranza, però, quando citavo all'inizio dell'intervento l'espressione di confusione che ho avuto ieri sera e che devo dire molti cittadini mi hanno riportato nel chiedermi: "ma che cosa sta succedendo?"...beh, è legato al fatto che, al di là dei buoni propositi e delle buone intenzioni anche di apertura, al di là del taglio ottimistico - e non è un gioco di parole - che si vuole far uscire: il bilancio aperto, il bilancio in stand-by, il bilancio in attesa delle riforme, non abbiamo avuto così nettamente il riscontro di questa chiara volontà di disponibilità nelle audizioni, tant'è che anche molte associazioni di categoria, i sindacati e tutti gli intervenuti nelle varie audizioni sul bilancio hanno riportato un forte disagio di ingessature e di chiusura di questo bilancio. Noi quindi a dire il vero l'abbiamo già in modo diverso enunciato che non troviamo grandi innovazioni neppure nella filosofia, nell'idea che può aver guidato la sua stesura; non vediamo nessuna inversione di rotta per non andare a cozzare contro gli scogli, nessuna nuova idea. Alla base di ogni discussione dei documenti finanziari c'è spesso - dicevamo, l'hanno già detto alcuni colleghi - la ricerca dei colpevoli, la caccia alle streghe a cui addossare colpe e alibi: a volte è l'Europa, a volte è lo Stato, che indubbiamente ha contribuito in alcune parti, ma potranno essere loro gli unici responsabili? O forse un'altra analisi più approfondita va fatta e la dobbiamo fare in quest'aula? Credo che, per trovare e individuare prospettive per l'avvenire, dobbiamo essere capaci di andare innanzitutto al di là della politica dei tagli, al di là del discorso del debito pubblico, al di là del discorso della crisi e, proprio partendo dalla crisi, cercare invece di trovare noi delle soluzioni.
Condivido con chi ha detto che bisogna vedere e trovare nuovi modelli di società a cui ispirarsi, ma anche aspirare direi culturalmente a nuovi modelli di società che non siano legati al clientelismo, all'assistenzialismo, allo spreco. Per andare "al di là", non ci sono, a mio avviso, troppe soluzioni, ce ne sono solo due: ridurre gli sprechi e gli eccessi e poi fare scelte chiare, scelte che finora in Valle d'Aosta non abbiamo avuto mai la necessità di fare, ci siamo trovati sempre ad impiegare fondi, risorse un po' di qua, un po' di là..."tchica sitte, tchica si lé" (traduzione letterale dal patois: "un po' a questo, un po' a quello"). A mio avviso, più che un nuovo progetto politico, c'è bisogno oggi di un nuovo progetto al servizio della comunità...e 35 persone tutte al servizio della comunità, con scelte chiare e trasparenti di dove andare nel futuro, riuscirebbero a cambiare rotta e ad uscire dalla crisi. Questo documento che esaminiamo ha avuto invece tagli lineari, non ha fatto scelte...direi scelte chiare e lungimiranti, soprattutto scelte per il futuro. Si è tagliato, ma si è lasciato lo stesso qualcosa a tutti, scontentando di fatto tutti. In molti articoli di legge abbiamo trovato la parola "proroga", come si fa in un bilancio triennale, un bilancio-ponte, non programmatico, ma prospettico di una Regione che si dice responsabile e con le carte in regola, in un momento clou di una congiuntura economica e sociale con la più alta percentuale di disoccupazione giovanile, a scrivere sul documento finanziario alla voce "Politiche del lavoro": "si proroga fino al 31 dicembre 2015"? Un documento che è già datato, perché è del 2012 ed era triennale, che dovrebbe essere, direi, quasi aggiornato ogni sei mesi, in tempo reale quasi, soprattutto in questo momento di grave difficoltà...e in commissione avevamo chiesto di aggiornare sino al mese di giugno...come si fa a non avere alcuna idea da mettere in campo e scrivere: "proroga"? Certo, si proroga perché si è deciso di non mettere risorse, è evidente.
Per quanto riguarda la scuola, sono convinta che la nostra scuola valdostana abbia degli atouts e dei punti di forza, ma non credo che possiamo accontentarci di piccole gratificazioni, soprattutto se consideriamo quante e quali risorse sono state investite in questi anni in questo settore. Nessun'altra Regione ha utilizzato così tante risorse per l'istruzione, eppure abbiamo il più alto tasso di abbandono scolastico e disoccupazione, che non può lasciarci indifferenti e soprattutto non può lasciarci senza un'analisi approfondita o cercando alibi. Mi auguro che le dichiarazioni dell'Assessore di questo periodo di rivedere, ad esempio, les adaptations per i vari ordini di scuola, l'istruzione intesa come buona scuola, diventi veramente un impegno e venga portato avanti di concerto con tutti. Cosa dire delle scuole professionali e della formazione professionale? Che potrebbe essere il ponte veramente tra il mondo del lavoro e della scuola, la nostra Regione ha competenza primaria in questo. In Valle d'Aosta abbiamo degli esempi eccellenti, anche qualificanti, di scuole paritarie, ma non sono scuole che possono esaurire ed esaudire tutte le richieste, soprattutto non possono accogliere tutti i giovani che lo desiderano. Perché non intervenire? Perché finalmente non esercitare questa competenza primaria che lo Statuto ci legittima a fare? Senza dimenticare che questo settore delle scuole professionali, se programmato e affrontato con una sinergia e, diciamo, in modo profondo, potrebbe essere il settore che rilancia anche l'agricoltura, quell'agricoltura che pare ormai essere dimenticata da questo Governo regionale...quasi non se ne vede più traccia!
Un altro aspetto sul quale mi soffermerò sono i trasporti e le grandi opere, in particolare la ferrovia, riteniamo che sia un altro di quegli argomenti clou. Ne parleremo, avremo un Consiglio straordinario nel mese di gennaio, ma, per riprendere anche alcuni passaggi che sono stati già fatti in aula, non è detto che a priori una grande opera voglia dire successo, ma non vuol neppure dire che non vada bene a priori. Se un'opera è necessaria, va programmata e deve avere la priorità. A nostro avviso, la ferrovia è un'opera che dev'essere fatta, dev'essere perseguita: la sua realizzazione dev'essere perseguita poiché credo che sarà l'unico modo per avere ancora un futuro e un contatto con il resto del mondo per non rischiare l'isolamento. Da parte nostra, da parte di ALPE - lo avete sentito anche nelle parole del Capogruppo Chatrian e dei colleghi che mi hanno preceduto - c'è e ci sarà la massima disponibilità a costruire una prospettiva per l'avvenire dei giovani, non ci sarà invece nessuna disponibilità ad ingannare i cittadini con finti nuovi assemblaggi allargati, legittimati dalle grida di "al lupo al lupo!", che servono a cambiare solo le carte in tavola e, rispondendo a logiche spartitorie, porteranno sempre i soliti noti ad autolegittimarsi e ad autoconfermarsi ai posti di potere. Avremo in questi giorni la verifica per vedere se veramente questo bilancio aperto sarà aperto a tutti e sarà in qualche modo l'occasione per una condivisione, altrimenti ben vengano le elezioni: quello spauracchio delle elezioni che ieri in modo molto sottile il Presidente ha fatto "passare" tra le fila dei suoi, per noi non sono e saranno un problema...dare la possibilità di esprimersi ai cittadini è uno degli obiettivi principali, è forse il primo obiettivo che dovrebbe avere un movimento politico, quindi non saremo sicuramente noi ad essere preoccupati dalle elezioni.
Non posso non sottolineare neanche la pratica e realistica conclusione - direi una conclusione lapalissiana - del Presidente Rollandin, che ha detto che questo è un bilancio coerente con la sua funzione essenziale, è quello che può essere e "non ha l'ambizione di essere ciò che non può essere". "Oui, Monsieur De Lapalisse avant de mourir était encore en vie...", en effet...e credo che questa sia una sintesi.
Come ALPE invece auspichiamo di riuscire ad intervenire prima che sia troppo tardi e di portare cura al bilancio...a questo bilancio malaticcio. Riteniamo che solo il coinvolgimento di tutti i cittadini, oltre che di tutte le forze politiche, possa assicurare la riuscita, poiché è necessario che avvenga un cambio culturale e di mentalità, lo dicevo prima, e che anche i cittadini abbiano il dovere di interessarsi e di essere promotori di cambiamento e non accettare passivamente quanto avviene. Hanno il dovere di non accettare più e di rifiutare certe pratiche clientelari che abbiamo visto hanno dilaniato il Paese ed è sotto i nostri occhi l'amara considerazione che, quando c'è chi corrompe, c'è anche chi si lascia corrompere ed è questa logica che dobbiamo, a nostro avviso, interrompere e cambiare.
Accogliendo quindi l'apertura che ci è parso di capire ieri nelle parole del Presidente, presenteremo i nostri emendamenti che, a nostro avviso, se valutati insieme e accolti, potranno ridare una bella spina dorsale alla nostra autonomia e alla nostra Regione.
Presidente - Grazie Consigliera Certan.
Ricordo ai gruppi la scadenza alle 13 per la presentazione degli emendamenti. Nel frattempo ci sono altre richieste di intervento? Non ci sono altri interventi? Allora, in attesa che vengano depositati gli ultimi emendamenti...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...è possibile...no, l'inizio, poi dopo prosegue, mica viene troncato l'intervento, ci mancherebbe!
(nuova interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...a questo punto, se non ci sono richieste, la seduta mattutina viene sospesa e ci rivediamo alle 15,30. Mi raccomando gli emendamenti alle ore 13. ALPE, UVP, ci sono emendamenti? Movimento Cinque Stelle?
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La seduta termina alle ore 12,49.