Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 877 del 18 novembre 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 877/XIV - Interpellanza: "Individuazione di eventuali responsabilità nella valutazione delle domande di concessione dei benefici di integrazione al trattamento pensionistico degli ex combattenti".

Presidente - La parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Premetto subito quali sono gli obiettivi che si pone questa interpellanza che non ha soltanto carattere conoscitivo. Intanto quello di chiarire e precisare meglio che in qualche modo un operato non corretto dell'amministrazione regionale ha messo in discussione l'onorabilità dei cittadini che hanno servito il paese. E questo lo preciso anche da un punto di vista, io sono - non ho mai nascosto, l'ho scritto in tutti i miei profili - un obiettore di coscienza, mi occupo in questo caso di cittadini che hanno svolto il servizio militare perché sono cittadini come tutti gli altri, quindi non è che la mia avversione per la guerra, per le armi e la mia indisponibilità data allo Stato italiano di combattere, significa che non tutelo gli interessi anche di quelli che servono il nostro paese sia nell'ordine pubblico sia per quanto riguarda le funzioni, spero sempre di pace all'estero.

Il secondo obiettivo è evidenziare l'inadeguatezza. Una legge regionale probabilmente fatta con un buono spirito, con un ottimo principio che ho condiviso pienamente andandomi a rileggere i vecchi resoconti della legge del 2002, ma che chiaramente qualche margine di lacuna ce l'ha. E il terzo punto è chiarire come funziona, come ci si comporta di fronte a delle mancanze di dirigenti, può capitare a tutti di sbagliare, quindi non c'è da parte mia alcun intento persecutorio né sono uno di quelli che va in giro con le ghigliottine, i patiboli a tagliar teste o cose di questo tipo lungi da me, ma sicuramente per capire come ci si comporta in questi casi.

Allora, attraverso un articolo che è uscito su La Stampa e che poi credo abbia suscitato anche preoccupazioni in alcune di queste persone che si sono trovate con nomi e cognomi sui giornali, che si sono rivolti anche alla mia persona come credo si saranno rivolti al presidente, ad altri è diventata di dominio pubblico una vicenda che dal punto di vista di chi è un servitore dello Stato si presenta come molto delicata perché sembrerebbe che alcuni hanno tentato di fare i furbetti e di accaparrarsi una pensione integrativa di cui non avevano diritto. Il mio primo intento, quindi, è chiarire che questi signori, almeno quelli che ho avuto modo di verificare io, la documentazione, i furbetti non l'hanno fatto, nel senso che hanno certificato puntualmente il loro stato di servizio in modo esplicito e chiaro. Talmente esplicito e chiaro che chi gli ha erogato la pensione, se avesse letto quello che loro avevano scritto nella domanda, se avessero letto le disposizioni e le delibere di giunta che disponevano, quello, almeno un dubbio, non dico la certezza che non potevano erogare il finanziamento, ma almeno un dubbio ce lo dovevano avere. E dovevano in qualche modo chiedere ulteriori chiarimenti. Fatto sta che hanno ritenuto che queste persone che hanno presentato una regolare domanda, certificando puntualmente il vero, dicendo il vero, hanno ricevuto dall'amministrazione l'erogazione di un beneficio.

Il beneficio, come si determina da un valore complessivo nel giro di 4-5 anni di 4mila euro e di 40 euro circa al mese sono persone che non è che si sono arricchiti, c'è qualcuno che ha preso mille euro. Per queste persone, da quello che ho capito, la questione è molto di principio. Un servitore dello Stato che dice: come? Mi chiedete indietro dei soldi e questo come se avessi fatto un falso, come se avessi cercato di fare il furbetto. Questo non l'ho fatto, avete sbagliato voi nell'attribuirmi questo beneficio. Questa è, innanzitutto, una questione che ha un carattere etico più che economico, di quantità economica. Certamente mi ha fatto riflettere anche sulla natura della legge. Se noi pensiamo alla signora estremamente anziana, vedova di un combattente nella guerra che ha una pensione minima, come non immaginare di poter dare anche un minimo contributo che, fra l'altro, la Valle d'Aosta ha erogato, penso tra le prime, se non la prima in Italia, ma che è stata seguita - anche in Sardegna viene erogato un beneficio di questo tipo - anche credo in Friuli. Non siamo, quindi, di fronte a una situazione di anomalia e vorrei dire che condivido questo principio, fermo restando alcune caratteristiche che andrebbero magari riviste perché bisogna immaginare che non è il momento di dare benefici a quelli che hanno delle pensioni magari sopra i 2.500 euro al mese, forse è il caso che andiamo a verificare a chi viene erogato questo tipo di beneficio.

Fatto sta che la legge, incrociando alcune leggi nazionali che mettono dei paletti, rischia di escludere coloro che esercitano, hanno prestato il loro servizio all'interno di missioni all'ONU. Cioè, paradosso dei paradossi, se uno va a fare una missione militare senza l'ombrello dell'ONU riceve il beneficio economico, se sta sotto l'ombrello dell'ONU le missioni, anche di skipping non sono meno pericolose di missioni dove magari uno ha un compito sì di guerra ma nelle retrovie, non si sa perché ma torno a dire, probabilmente perché si incrociano leggi nazionali che hanno obiettivi diversi, che è l'obiettivo per cui la legge nazionale fa un ragionamento a parte sulle missioni ONU attiene al sistema pensionistico non c'entra niente con questo beneficio che eroghiamo noi, ma non voglio addentrarmi adesso in questa cosa.

La legge che aveva quello spirito giusto, aiutare gli ex combattenti della seconda guerra mondiale, soprattutto le persone deboli all'interno di quei tempi in cui era difficile anche dare pensioni e contribuzioni, ha poi finito adesso per erogare anche a persone che hanno fatto altri tipi di attività, che sono molto giovani, ma con questa curiosa esclusione di quelli che fanno le missioni all'ONU. Se fai una missione di pace, quindi, non ti diamo il beneficio, se vai a fare una guerra ti diamo il beneficio. Cioè mi sembra che la legge forse andrebbe un po' ripensata.

Tornando alla questione, qui è chiaro che siamo un po' di fronte al caso che avevo già portato una volta in questa sede di cui per altro non mi è ancora arrivata risposta, riguardante un problema avvenuto nella pubblica amministrazione su un provvedimento dirigenziale di una scuola che contraddice altri provvedimenti dirigenziali e che contraddice anche se stesso, per cui a un certo punto bisogna sapere qual è la norma, qual è il provvedimento dirigenziale. Anche qui, se è vero e valido il provvedimento dirigenziale che dice che questi signori non hanno diritto al beneficio, intanto per quanto mi riguarda mi attendo che l'amministrazione faccia una lettera di scuse a questi signori, almeno di quelli a cui ho visto la domanda dove c'era scritto ho fatto la missione all'ONU, proprio scritto sulla domanda, per cui si dice ci scusiamo, il nostro funzionario non ha letto tutti i passaggi della sua domanda e lei non aveva bisogno, almeno, le scuse. E altra cosa è che se un errore c'è stato, questa cosa deve emergere all'interno dell'amministrazione come un errore, non è la fine del mondo, e verrà corretto anche come errore dell'amministrazione, non come errore del cittadino che ha fatto la domanda. Perché se no, la nostra burocrazia funziona in modo strano. O abbiamo un apparato burocratico enorme e si dice il cittadino deve conoscere la legge, è lui che sbaglia a presentare le domande, quindi è tutta responsabilità sua e allora a questo punto ci mettiamo un funzionario con la terza media lì che piglia le domande e fa il lavoro, oppure se mettiamo fior di funzionari diplomati, laureati, eccetera che devono aiutare, questa è la mia idea di burocrazia. Abbiamo una burocrazia che è robusta, ma perché si mette al servizio del cittadino, allora in questo caso questa burocrazia robusta se fa degli errori di valutazione non li scarichi così come è avvenuto in questi giorni. Devo dire che è stato molto corretto chi ha fatto l'articolo, non si è lasciato andare, ma a prima vista sembrava quasi che dei cittadini volevano fregare una pensione quando questo assolutamente non è e ci tengo a ribadirlo in questa sede.

Presidente - Grazie collega. La parola all'Assessore Fosson.

Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.

Sull'argomento, non semplice, occorre cercare di fare un po' di chiarezza e ci proverò. La legge regionale numero 17 del 7 agosto 2002 integrata dalle successive leggi regionali, la 15, la 33 e la 21, riconosce ad alcune persone che già usufruiscono dei benefici della legge 336 del 1970 di un'integrazione regionale, proprio nell'ottica che condivido anch'io di aiutare quanti hanno fatto qualcosa per l'Italia in diverse circostanze. La categoria non è omogenea, comprende ex combattenti del '35-'36, ex combattenti del '40-'45, partigiani combattenti, mutilati e invalidi di guerra, mutilati e invalidi di guerra civili, reduci civili dalla deportazione o dall'internamento divenuto inabile al lavoro in seguito a lesioni o infermità contratte a causa della deportazione e internamento, vedove di guerra, profughi e orfani di guerra, di caduti per fatto di guerra, deportati perseguitati politici e razziali. Mi ricordo nella precedente legislatura in cui anche dei partigiani, che avevano residenza all'estero, avevano fatto richiesta di accedere a questo beneficio.

La disposizione regionale non stabilisce l'ambito di applicazione della norma che è determinata invece dalla legge statale. Essa infatti prevede una aggiunta a chi usufruisce già di benefici a carattere nazionale. É poi vero che la legge 1746 del '62 estende i benefici previsti dalle norme in favore dei combattenti al personale militare che per conto dell'ONU abbia prestato questi servizi in zone di intervento. Ma è altrettanto vero che un'altra legge, la 24 del '71, che detta le norme di attuazione e di integrazione della precedente legge, norme a favore dei dipendenti civili e dello stato, enti pubblici, ex combattenti sulla quale si innesta la legge regionale, stabilisce espressamente che tali disposizioni non si applicano al personale di cui alla legge 11 dicembre '62 1746. Cioè la ratio della norma risiede nel fatto che agli ex combattenti sono riconosciuti dei benefici, mentre ai combattenti tra cui i militari che hanno operato, operano per l'ONU se ne applicano degli altri e probabilmente sono più favorevoli. Fatta questa premessa, occorre ricordare il diritto-dovere della pubblica amministrazione di effettuare dei controlli in qualunque momento.

Nel caso specifico la vicenda è stata originata dalla richiesta dell'associazione valdostana mutilati e invalidi di guerra che nei primi mesi del '14, stante un rinnovo delle cariche, ha richiesto alla struttura competente un accesso agli atti per verificare i dati delle persone che beneficiavano dell'assegno integrativo in quanto giovani. In tale fase gli uffici hanno provveduto alle opportune verifiche. Sono emersi 7 casi da verificare su 1.372 pratiche e ai sensi della legge regionale è stata data comunicazione motivata dell'avvio di un procedimento di revoca mediante concessione agli interessati di 20 giorni per la presentazione di memorie scritte o documenti. Abbiamo ricevuto, ho ricevuto con i miei dirigenti questi 7 cittadini e ho espresso quello che si diceva, ho un rispetto per quello che avevano fatto e senza dubbio non c'è stata da parte nostra nessuna sottolineatura che avessero fatto i furbetti o altro e certamente nessuno di noi ha pensato di scrivere i loro nomi sui giornali. Delle 7 persone 4 hanno presentato controdeduzioni, mentre 3 hanno lasciato decorrere i termini senza nulla contro dedurre.

Dalle memorie presentate solo una conteneva elementi a parere, soprattutto della nostra avvocatura regionale, che ha consentito l'archiviazione della pratica e il ripristino dell'assegno integrativo, essendo risultato che quella missione era effettuata non per conto dell'ONU. Negli altri casi gli uffici hanno provveduto alla revoca del beneficio e richiesto la restituzione di quanto percepito, considerato che secondo le regole il decorrere dei termini per la restituzione dell'indebito è quella della prescrizione ordinaria di 10 anni. Tenuto conto che 5 delle persone coinvolte hanno proposto ricorso al TAR della Valle d'Aosta davanti al quale l'udienza sarà l'11 dicembre 2014, questa amministrazione ha provveduto a sospendere l'erogazione mensile degli assegni ma anche a sospendere la richiesta di restituzione di quanto dovuto nell'attesa del pronunciamento del giudice amministrativo. Il pronunciamento, quindi, sarà l'11 dicembre del 2014. Dopodiché condivido che sarà sicuramente necessaria una precisazione normativa, e verificheremo in un settore così complesso e diversificato se ci sono state delle responsabilità.

Presidente - La parola al collega Donzel.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Intanto prendo atto che anche l'Amministrazione regionale guarda con attenzione al ricorso al TAR e quindi ha momentaneamente bloccato il provvedimento, in forma cautelativa, e questo mi sembra un primo segnale. E prendo anche atto del fatto che lei Assessore si pone anche l'obiettivo di fare poi una verifica su come si è arrivati a questa situazione che in ogni caso, qualsiasi sia la risposta e la determinazione del TAR, determina che alcune pratiche sono state esaminate in modo comunque superficiale, e quindi bisogna che ci sia da questo punto di vista un perfezionamento di questa procedura, se proprio a detta sua in modo molto casuale l'Amministrazione viene a conoscenza di questo fatto. Devo dire per un agente esterno, non in forma di autocontrollo interno, ma un agente esterno che chiede informazioni sull'associazione degli ex combattenti, allora solo a quel punto l'Amministrazione si rende conto che a seguito di verifiche...altrimenti queste pratiche procedevano in modo abbastanza asettico. Siccome questo tipo di provvedimento è un provvedimento in qualche modo oneroso, e parliamo comunque di 500 mila euro all'anno, se non di più...200 mila euro all'anno se non di più, torno a dire che secondo me questa legge andrà rivista, magari proprio partendo da quel presupposto che dice lei, raccordandoci meglio con la norma nazionale, perché è comunque un principio che mi vede completamente favorevole, laddove si vada a sostegno di quelli che sono dei redditi deboli. É un provvedimento su cui dovremo fare una riflessione, laddove eroghiamo delle forme integrative in un momento in cui, insomma, non riusciamo neanche ad aiutare gli invalidi, che hanno delle pensioni sotto i 300 euro, e non aiutiamo neanche gli anziani che hanno pensioni da 500 euro al mese. Grazie.

Presidente - Grazie collega Donzel.

Con questa iniziativa chiudiamo i lavori della mattinata. Ricordo a tutti i colleghi che la Conferenza dei Capigruppo ha concordato di aprire i lavori alle 15 anziché alle 15,30. Quindi la riapertura alle ore 15.

La seduta termina alle ore 13,04.