Oggetto del Consiglio n. 718 del 25 settembre 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 718/XIV - Approvazione del piano pluriennale 2014-2018, per lo sviluppo del sistema informativo regionale, di cui alla legge regionale 12 luglio 1996, n. 16 - Linee guida per l'Agenda digitale in Valle d'Aosta.
Presidente - La parola al Presidente della Regione Rollandin, ne ha la facoltà.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
L'esposizione di questo piano fa riferimento sostanzialmente alla legge 16 del 1996, che è alla base della programmazione pluriennale e che si riferisce a questa tematica. Il piano che si presenta, 2014/2018, rappresenta la sintesi tra la visione politica regionale, gli indirizzi nazionali europei che sono stati emanati, lo stato dell'arte delle tecnologie informatiche delle comunicazioni e si inserisce in qualche modo nel più ampio scenario che vede le varie strategie a livello europeo e la Digital Agenda che è sia europea che italiana. Il piano illustra le azioni che saranno intraprese nell'ambito dell'agenda digitale in Valle d'Aosta, definite sulla base delle analisi del contesto e dei risultati del precedente periodo di programmazione e ricondotte alle priorità strategiche condivise dalle Regioni italiane e approvate nell'ambito della Conferenza delle Regioni e delle Province del 24 luglio 2013.
Come si articola il piano? Si articola in diversi punti e sostanzialmente tiene come base il contesto socioeconomico, normativo, organizzativo e in qualche modo l'elencazione, o meglio, la validazione dei principali risultati conseguiti nel periodo 2010/2013; indica le linee di intervento della programmazione 2014/2018, articolando il tutto in sei priorità strategiche condivise dalle Regioni italiane nel documento che ho appena ricordato e che sono: infrastrutturazione digitale, cittadinanza digitale, competizione ed inclusione digitale, crescita digitale, intelligenza diffusa nelle città e salute digitale. Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, l'impegno del piano 2014/2018 è di 94 milioni di euro, di cui 53 milioni per spesa corrente e 41 milioni per spese di investimento. Le fonti di finanziamento sono oggi riconducibili ai fondi regionali destinati alle strutture e a quelli destinati alla finanza locale, i fondi europei e nazionali a finalità strutturale. Relativamente alle disponibilità dei fondi regionali, il bilancio di previsione 2014/2016 ha destinato alle strutture in ambito ICT l'importo complessivo di 57 milioni, di cui 31 milioni per spese correnti e 26 milioni per spese di investimento. Nel predetto importo delle spese correnti rientrano circa 3 milioni e mezzo per interventi correnti di finanza locale, con vincolo di destinazione nel settore dei servizi generali e dello sviluppo economico, mentre l'importo delle spese per l'investimento comprende 1 milione e 700 mila, sempre in finanza locale. Le annualità 2014/2016 e 2017 comprendono altresì gli importi per la realizzazione del piano di sviluppo regionale di reti di nuova generazione: il documento è già stato approvato con deliberazione di Giunta nel 2009, rispettivamente con 3 milioni di euro per il 2014, 5 milioni e 600 mila per il 2016 e 3 milioni per 2017. Per gli anni 2017/2018 il fabbisogno finanziario è stato stimato in linea con le precedenti annualità: 19 milioni 800 mila per il 2017 e 16 milioni 800 mila per il 2018.
Qual è lo stato di attuazione del piano del 2014 a oggi, al 25 settembre? I principali interventi realizzati o in corso di realizzazione sono articolati seguendo le sei priorità che ho appena enunciato, che sono il riferimento anche per la prossima programmazione nel 2014/2020. Per quanto riguarda l'infrastrutturazione digitale, quindi reti a banda larga e ultra larga, data center, l'infrastruttura dati, il nuovo paradigma Cloud, i processi di consolidamento e razionalizzazione infrastruttura, l'infrastrutturazione sul territorio tramite fibra ottica e punti di accesso Wi-Fi per la creazione della rete regionale di nuova generazione nell'ambito di VdA Board Business (dove siamo molto avanti, come abbiamo già detto e come sapete, per i chilometri di fibra posata), la realizzazione e gestione di una rete di trasporto del segnale in tecnica digitale per la ritrasmissione dei canali televisivi esteri, l'adeguamento della gestione e manutenzione delle postazioni per la radiotelecomunicazione, che si stanno ultimando, la gestione sul territorio regionale di tratti di fibra ottica di proprietà di altri soggetti in uso all'amministrazione regionale, i servizi di connettività tramite sistema pubblico con IP e la gestione dell'infrastruttura strategica. L'impegno è nel totale di 5 milioni di euro.
Per quanto riguarda la Cittadinanza digitale, questo si riferisce: all'avvio delle attività concernenti i servizi di conservazione digitale a norma, presso il polo archivistico regionale e sulla base dell'esperienza dell'Emilia Romagna, all'approvazione delle linee guide regionali concernente la disciplina dell'open data, all'avvio delle analisi per l'adeguamento del sistema contabile secondo il decreto 118 del 2011, al potenziamento dei servizi del Data Wake House regionale, con particolare riferimento alla predisposizione e alla divulgazione del servizio del sistema statistico regionale, alla realizzazione dei servizi atti a garantire il sistema telematico fra i sistemi regionali e la Ragioneria generale dello Stato, allo sviluppo del potenziamento del Sistema Informativo Lavoro, il SIL, e messa in linea dei nuovi servizi.
Per quanto riguarda le competenze e l'inclusione digitale, il focus è sulla precondizione rappresentata dalle competenze digitali dei cittadini-impresa, lo sviluppo in rete della didattica nelle scuole di formazione e la capacità dei soggetti pubblici di ridefinire le modalità di approccio e relazione con partenariati e comunità locali nella logica Open Government. Quindi la gestione è prevista con un'evoluzione dei supporti e dei siti portali dell'Amministrazione regionale e di tutte le altre. Per quanto riguarda la criticità digitale, il superamento del famoso digital divide: l'economia della conoscenza, la creatività e lo sviluppo di un ecosistema favorevole alle start up, l'erogazione dei servizi di aggiornamento evoluzione del sistema dello sportello unico, la definizione del percorso evolutivo (di conseguenza dei sistemi SISPREG e SISPOR a supporto della nuova programmazione: sono i sistemi di controllo previsti per i finanziamenti), il proseguimento della collaborazione interregionale sulle attività di manutenzione e sviluppo del sistema Sigma Ter, finalizzato alla fruizione dei dati catastali. L'impegno è di quasi un milione di euro.
Poi, intelligenza diffusa nella città e aree interne, che si riferisce ai progetti Smart City and Communities: il sostegno del Social Innovation ai servizi per l'infomobilità e la qualità della vita (questo significa la messa in linea dei sistemi di mediateca regionale), il mantenimento e lo sviluppo del sistema informativo bibliotecario in tecnologia open source (quindi quello di cui in parte si parlava anche in questi giorni), la prosecuzione della realizzazione del sistema di infomobilità con l'attivazione dei punti di rilevamento del traffico sulle strade regionali nei Comuni di Pont-Saint-Martin, Verrès, Châtillon, Aymavilles e Villeneuve, il mantenimento dei sistemi di prenotazione e acquisto biglietti per la fruizione delle visite dei castelli e delle mostre. Quindi si va nella direzione più volte auspicata anche in quest'aula, cioè di trovare un meccanismo più celere, più efficace e soprattutto che dia la possibilità di avere riscontri delle visite, quindi delle ricadute delle operazioni relative all'utilizzo di queste strutture.
Per quanto riguarda la salute digitale, il focus è sulla precondizione rappresentata dal fascicolo sanitario elettronico. Con l'Assessore Fosson si sta seguendo questo tema molto delicato che è riferito a un piano nazionale partito da tanto tempo, ma che è abbastanza difficile nella sua concezione e nel suo adeguamento: si tratta di mantenere e adeguare gli applicativi del sistema informativo sanitario sull'anagrafe assistiti-mobilità, il discorso interregionale, il discorso dei farmaci - quindi, la possibilità di avere tutta una serie di economie e soprattutto di avere la contezza di quello che succede all'interno delle singole strutture - e il proseguimento della progettazione del fascicolo sanitario elettronico da parte dell'azienda USL, con circa 900 mila euro. Ci sono, poi, le spese di funzionamento per garantire la manutenzione, i servizi di supporto, i servizi dell'applicativo, la gestione e la manutenzione delle varie risorse delle tecnologie applicate. Nell'insieme l'impegno di spesa è pari a circa 8 milioni di euro.
Queste, a grandi linee, sono le articolazioni in cui ci ritroviamo per quanto riguarda questo piano. Il piano in sé, poi, sviluppa una serie di tematiche che sono sicuramente importanti, come quella dell'analisi del contesto regionale, cioè di come e dove siamo arrivati, di quello che è il contesto organizzativo, ma nel contesto regionale la strategia in qualche modo dice che sarà attuato nei singoli settori un turismo di qualità, motore di sviluppo, una rete di imprese innovative, un'agricoltura d'eccellenza custodia del territorio e una formazione dei giovani e degli adulti. In particolare per le aziende si fa giustamente riferimento alla situazione in cui oggi siamo: quello che viene visto come un punto di attesa, proprio per lo sviluppo di queste tecnologie che possano permettere di essere adeguatamente in grado di collegarsi con il sistema che oggi fa rete, al di là delle varie innovazioni in corso. Proprio sotto questo profilo c'è un'esigenza di aumentare la quota delle imprese valdostane che utilizza i servizi bancari e finanziari tramite internet, che oggi è ancora molto modesto, da una parte per le difficoltà tecnologiche, dall'altra per un adeguamento che è ancora lento. Si rileva, poi, la propensione a ricercare informazioni sui mercati tramite la rete, che è quello a cui tutti tendono e che oggi, per le ragioni che ho appena detto, è ancora molto deficitario. Questi sono alcuni degli aspetti che potranno essere migliorati con il nuovo piano 2014/2020.
Ecco, io ho sintetizzato, ma credo che l'allegato spieghi nella sostanza le varie puntualizzazioni che questo piano declinerà nell'ambito del programma che andrà visto e attuato negli anni a venire, appunto dal 2014 al 2020. Grazie.
Presidente - Per la discussione del punto 41 ci sono richieste di intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Gerandin nella facoltà.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
Presidente, lei è stato molto competente, direi molto convincente nell'illustrazione, per cui non possiamo che condividere la necessità di sviluppare il sistema informativo regionale e quelle che sono le prospettive. Lei ha parlato di analisi del contesto regionale, di sviluppo di tecnologie, di sviluppo di rete: è veramente il nostro futuro, per cui non possiamo non condividere questo importante percorso.
Nello stesso tempo lei nell'illustrazione ha forse omesso una parte importante di questo piano - parlo delle pagine trenta e trentuno - quella dei meccanismi di affidamento in house e di controllo analogo. È un passo molto importante, perché noi riteniamo che - d'altronde, lo scrivete voi in questo passaggio - le modalità di affidamento e di controllo siano cose importanti.
Breve premessa. A noi dispiace che questo piano 2014/2018 venga approvato a fine 2014. Per cui il primo elemento di incongruità o, quanto meno, di fatto poco coerente, è il fatto che un piano del genere andava quanto meno approvato molto prima. Nel passaggio del discorso sull'in house, passaggio che io ci terrei veramente a leggere, perché sono solo le ultime righe di pagina trentuno, si dice - almeno, così è scritto - sull'aspetto della rendicontazione: "Negli ultimi anni tali aspetti si sono maggiormente chiariti, in modo uniforme, nei manuali di gestione dei diversi programmi cofinanziati dai fondi strutturali (FESR, ecc.) e le relative modalità sono state applicate nei rapporti contrattuali tra le strutture dell'Amministrazione e le società partecipate regionali". Poi si dice, leggo precisamente quello che è scritto nel piano: "Tali meccanismi si discostano dalle logiche contrattuali normalmente applicate con la società partecipata IN.VA., basate su tariffe giornaliere per figura professionale, approvate dalla Giunta regionale". Mi riferisco chiaramente alla delibera di Giunta regionale 303 del 5 febbraio 2010, perché è quella di riferimento in questo momento. Dice anche: "...sarebbe pertanto opportuno uniformare tali meccanismi valutando gli impatti dell'applicazione delle regole utilizzate nell'ambito di progetti cofinanziati comunitari. L'applicazione uniforme di tale modalità non rappresenta soltanto una modifica di metodo, seppur importante, ma rivoluziona i rapporti tra Regione e IN.VA., in quanto può consentire: di esercitare il cosiddetto controllo analogo, non solamente attraverso le modalità prescritte all'articolo 31 della legge regionale n. 8 del 2013...", che sono molto sintetiche, perché ti obbligano solo a alcuni passaggi riferiti ai bilanci, e "di meglio coniugare gli obiettivi strategici di investimento e di sviluppo richiesti...". Poi c'è la parte relativa agli obblighi gestionali di efficienza, economicità dei servizi erogati, "di semplificare il processo di valutazione delle proposte tecnico/economiche..." e ultimo passaggio che io ritengo assolutamente importante, "di agevolare IN.VA. nel processo di allocazione delle proprie risorse".
Ora, perché dico questo? Perché con questo ritardo nell'applicazione a oggi noi abbiamo visto una sequela infinita di deliberazioni di Giunta e di provvedimenti dirigenziali che affidavano per il 2014 ad IN.VA., in attesa dell'approvazione del piano, con le modalità di compenso a giornata! L'esatto contrario di quello che si scrive sul piano! Ma è così, è assolutamente così! Se vuole le faccio l'elenco, ma non voglio, perché fanno tutti riferimento alla delibera 303, dove l'unico riferimento è il costo giornaliero. Ora io dico: se si vuole approvare un piano con questi indirizzi - bontà vuole che parliamo di una delibera di Giunta del 2010 -, se c'era la volontà di voltar pagina, era sufficiente modificare la 303. Questo sarebbe stato un segnale importante da parte nostra, nel senso che avremmo evitato di scrivere delle linee guide o quant'altro che poi sono in antitesi totale coi provvedimenti. Ora io chiedo: c'è la volontà di rivedere questi provvedimenti? C'è la volontà già per il 2014 di tener fede a quanto previsto nel piano, vale a dire rendicontazioni ad ore e non a giornata? Primo quesito.
Secondo quesito. Lei ha parlato di impegni finanziari relativi anche alla copertura 2014. A noi risulta che nei provvedimenti che sono stati adottati sino ad oggi c'è garantita la copertura finanziaria per il primo semestre. Il secondo semestre come pensiamo di chiuderlo? Anche perché, sulla base di queste comunicazioni IN.VA. scrive alla Regione: "tutto ciò premesso, IN.VA., qualora non ricevesse con congruo anticipo la comunicazione di rifinanziamento della convenzione anche per il secondo semestre, si troverà costretta all'emissione di una fattura aggiuntiva a saldo delle prestazioni erogate nel primo semestre per un importo pari al 20 percento del valore della convenzione stipulata, ciò al fine di garantire l'equilibrio costi e ricavi della convenzione". Noi viviamo in questo momento in cui è la società in house a dettare le regole all'Amministrazione.
Ci sono altri passaggi assolutamente interessanti per capire che c'è questo buio, legato agli affidamenti e alle rendicontazioni. A seguito di osservazioni fatte su una proposta economica di IN.VA., nella quale chi ha valutato la congruità economica scriveva a IN.VA.: scusa, ma devi rivedere l'importo. Beh, IN.VA. comunicava subito di non essere disposta a rivedere l'importo da fatturare. Dopo un incontro veniva rimodificata la proposta tecnico-economica, mantenendo gli stessi servizi, mantenendo lo stesso monte giornate, ma dicendo che, eccezionalmente per il solo 2014, si accetta di cambiare l'importo relativo alla manutenzione ordinaria a canone da 511 mila euro a 488 mila, riaffermando nel contempo che il valore inizialmente previsto non potrà subire riduzioni nel 2015. Per cui siamo di fronte a un soggetto che dice: scusa, va bene, ma gli importi e gli affidamenti li decido io! Non solo: ti dico già che nel 2015 questo sarà quanto mi pagherai!
Presidente, noi siamo veramente qui a denunciare che non c'è coerenza tra quanto si scrive e quelli che poi sono i comportamenti effettivi, gli atti, le delibere. Non si può venirci a chiedere di votare un provvedimento del genere, quando poi sappiamo già a priori che non c'è un comportamento coerente. Non solo: è un comportamento totalmente contrario a quello che dovrebbe essere il rapporto tra un'Amministrazione pubblica e una società in house. Io non so se, quando fate queste rendicontazioni al Fondo Europeo, dite che il rapporto è di sudditanza, come succede in questo caso con la partecipata. Ma attenzione: fate il male anche della partecipata, anche della società in house! Perché non gli date certezze, perché non ha un riferimento certo! La legate a contrattazioni che - con tutto il rispetto - sembrano più legate a quelle che erano le nostre vecchie fiere di vecchia memoria, che non a un rapporto tra pubblica amministrazione e società in house. Ora, sinceramente, questo ci impedisce di votare un provvedimento che noi abbiamo condiviso nei principi, nei valori, negli obiettivi, ma non possiamo - non possiamo! - votare un documento del genere, in cui si dice tutto e il contrario di tutto.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Donzel, ne ha la facoltà.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
L'impostazione di questi documenti, come ahimè avviene in maniera un po' troppo spesso rituale, è quella di dover assolvere a compiti burocratici. Naturalmente all'interno di questi compiti burocratici tutta la parte che riguarda i principi e che è dettata anche da una normativa europea, nazionale e a un modo di procedere ormai riconosciuto universalmente, non può che trovare ampio consenso: promuovere e sostenere lo sviluppo della società dell'informazione, favorire il processo di innovazione organizzativa, sviluppare, modernizzare, diffondere gli strumenti. Tutte queste cose sono naturalmente affermazioni di principio che non possono che trovare il più ampio consenso. È invece nella parte cosiddetta applicativa concreta che bisogna spostare la nostra riflessione.
Intanto, una questione che avevo posto già da tempo anche in Commissione, nonostante io non faccia parte della Commissione competente, è lo scostamento fortissimo che c'è all'interno di una cifra molto importante: parliamo di un piano da 150 milioni, quindi un piano dai numeri pesantissimi. Se noi andiamo a vedere, lo scostamento lo troviamo subito sul fatto che la spesa corrente è nettamente superiore alla spesa per investimenti. Già questo è un dato su cui io, in vista dell'approvazione del piano, non soltanto quest'anno e in questa sede, ho chiesto di avere maggiori chiarimenti, perché mettere oggi a disposizione delle risorse così importanti e vedere che comunque e sempre il meccanismo della spesa corrente prevale e prevarica su quello della spesa per investimento, è una cosa che mi lascia molto perplesso. Naturalmente esistono poi delle spese correnti che sono finalizzate a far funzionare spese di investimento, quindi non voglio banalizzare la cosa. Però è evidente che ci sono degli anni nel programma in cui praticamente la spesa per investimento è un po' come una macchina che devo continuare a mantenere e, invece, lo sforzo maggiore dovrebbe essere nel salto di qualità.
Presidente, naturalmente questo piano è redatto da persone preparate, da tecnici e quant'altro, e lei ovviamente fa parte di questa equipe, sovraintende politicamente la stesura, per cui capisco che certe affermazioni probabilmente non le appartengono come stile, perché mi sembra un po' troppo roboante dire: questa Valle d'Aosta in cui ha saputo svolgere un ruolo di pioniere; l'azione pubblica in favore della disposizione di dispositivi digitali e dell'alfabetizzazione informatica è stata un'azione prorompente. Vorrei, invece, affidarmi un po' al suo senso pratico e farle capire cosa succede in questa Valle d'Aosta in cui, dalla sera alla mattina, delle famiglie si sentono dire: ah, ma ormai noi non scriviamo più i voti dei vostri alunni su un quaderno, su un pezzo di carta, ve li dovete andare a leggere sul computer a casa! Dalla sera alla mattina e ci sono famiglie che non hanno neanche il computer a casa.
Io vorrei che questa estensione, questi programmi fossero veri, fossero reali, fossero calati nella nostra realtà. Certo, le scuole valdostane si stanno digitalizzando, c'è un percorso che va in una certa direzione, ma magari qualcuna per la distrazione di una segreteria o di un dirigente rimane bloccata per una settimana, per cui si segnano le assenze sulla mano, in attesa che si riesca a trovare la soluzione; ma questo fa parte di un percorso, non è questo il punto. È come lo stiamo affrontando e se lo caliamo veramente nella realtà!
Altro esempio fondamentale che qui è contenuto e che a me interessa molto: la questione dello sviluppo economico e quindi del turismo. Il piano chiaramente calibra anche su questa voce fondamentale per noi, il programma di digitalizzazione. Quello che sta emergendo dai primi dati, poi ovviamente io non ho a disposizione gli uffici che ha l'Assessorato al turismo, è che un pezzo di turismo che ha sofferto molto in Valle d'Aosta è proprio quello delle famiglie, che magari affittavano un appartamento, affittavano una casa: è lì che si sta svuotando, ma proprio perché è lì che non siamo in grado di connetterci. Non sono gli alberghi che non sono collegati con i booking.com, ma è proprio il turismo casalingo, quella cosa che però costituiva un volano della nostra economia, è lì che c'è questo scarto. Oggi qualcuno ha detto che è meglio mangiare che leggere: io dico che, se non si sa leggere, diventa difficile mangiare! L'informatica è oggi lo strumento che noi forniamo alle nostre famiglie per lavorare, per poter mangiare, perché nessuno dà più il mangiare dall'alto. Bisogna avere lo strumento: se una volta era la zappa, oggi può essere un computer e su questo secondo me va fatta una riflessione forte, in Valle d'Aosta, di come fornire questi strumenti. Mi interessa molto l'aspetto, per esempio, dell'informatica nel mondo agricolo, nel mondo rurale, perché ormai - da tempo io lo dico - parliamo di imprese, e quindi sempre di più bisogna andare in quella direzione.
Di certo non voteremo contro questo provvedimento e ci asterremo, ma una delle ragioni che mi hanno portato alla riflessione con il gruppo su questo punto, è quest'enorme sforzo che l'Amministrazione fa di evolversi, perché poi significa anche dare tempestivamente servizi ai cittadini. Arriviamo persino, ne ha parlato Lei, a servizi sanitari erogati attraverso il sistema informatico, quindi cose importanti in cui, in questa evoluzione, non mi è chiaro come si riorganizza la macchina regionale, come cambia la macchina regionale di fronte a imponenti investimenti per informatizzare, per dare risposte più energiche, più puntuali. Intendiamoci, questo non è il vecchio pensiero del "se metto un computer tolgo un uomo": se metto un computer, magari ne metto anche due di persone, ma è chiaro che l'attività che faceva prima il dipendente regionale è diversa, cambia completamente. Vorrei quindi che mi fosse rappresentata meglio, non avendone avuto in questo momento contezza, come si riorganizza tutto l'apparato regionale in funzione di una capacità di erogare servizi, senza avere magari più un front office come c'era prima, ma avendo magari bisogno di un nuovo tipo di front office. Come si ripensa la macchina burocratica, di fronte a principi che tutti, ripeto, possiamo assolutamente condividere? La necessità di una Regione che si informatizza di più, vuol dire che è una Regione che è più capace di produrre, ma è nella fase della traduzione concreta che io in questi anni ho visto degli intoppi enormi: ho visto delle cose che vanno avanti, lasciando magari indietro chi è più in difficoltà.
Quando si parla di alfabetizzazione, noi vediamo che le nuove generazioni sono già dentro questo mondo molto di più di quanto non lo siamo noi, ma mi fa specie che una Regione che è stata così attenta negli anni a fornire tutti gli strumenti... Abbiamo pagato e paghiamo ai nostri ragazzi la gomma, il temperino, l'astuccio; interveniamo economicamente a sostenere le famiglie ed è giusto farlo. Io trovo che bisogna affrontare meglio la questione dell'informatica nelle scuole, che naturalmente purtroppo è tra i settori che evolvono a una velocità incredibile. Una volta, quando vidi inaugurare in una scuola la piccola aula informatica, costruita quasi dalla buona volontà degli insegnanti (mi ricordo che quello fu un episodio incredibile), c'erano quattro ragazzi intorno a un computer per ogni classe, poiché non avevamo il numero sufficiente. Adesso abbiamo le aule di informatica, però siamo passati di colpo al fatto che ogni alunno ha già un tablet, ha già... Quindi è anche un campo dove è difficile investire, perché gli investimenti sono scavalcati nel tempo.
Ripeto: bisogna che su queste cose ci sia la massima attenzione, perché qualcuno non rimanga indietro. Quando si coinvolge l'alunno a scuola, lui sì ce la fa, ma non si tiene conto che nel retroterra culturale ci possono essere famiglie che magari non sono in grado di usare determinati strumenti: forse chi immagina di usarli deve avere quell'attimo di attenzione verso queste persone. L'abbiamo detto più volte anche per i servizi erogati agli anziani: ai tempi in cui lavoravo nel sindacato, lo sforzo era di fare una formazione agli anziani, anche attraverso le strutture sindacali, perché potessero utilizzare questi sistemi tecnologici, non dando sempre tutto per scontato, perché non tutti hanno il nipote o il familiare a casa che ti aiuta. Quindi, se da parte nostra c'è una prospettiva positiva per l'enorme sforzo economico che si fa nella direzione del sistema informativo regionale, rimangono perplessità sull'applicazione concreta e sul calare poi nella concreta realtà queste cose, che si fanno anche leggere facilmente, ma che hanno poi la caratteristica tipica dei nostri bilanci, cioè con una parte corrente gigantesca e poi la parte per investimenti che è sempre quella che deve affannarsi dietro. Dobbiamo proprio anche un po' ripensare e applicare meglio queste risorse enormi che abbiamo a disposizione.
Presidente - Siamo sempre in discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Chatrian, ne ha la facoltà.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Qualche considerazione. Devo dire che purtroppo questo piano pluriennale 2014-2018, dal punto di vista politico, ha avuto un bruttissimo percorso, perché abbiamo audito il Presidente Rollandin il 17 febbraio di quest'anno e ci ha presentato dal punto di vista generale le macro linee, le macro strategie. Poi la II Commissione ha iniziato il suo percorso interno, per avere tutte le informazioni, soprattutto per entrare nel merito di questo piano strategico. I miei colleghi mi hanno anticipato: un piano strategico che ha meno risorse ed è inutile continuare a ribadire questo concetto. L'obiettivo in primis di questo piano strategico era ed è quello di trovare delle soluzioni con meno risorse, per dare delle risposte puntuali a un modello Valle d'Aosta. Qualche settimana dopo abbiamo audito come Commissione chi si occupa all'interno dell'Amministrazione di questo dossier, il segretario generale Malfa coi suoi collaboratori.
Faccio qualche passo indietro. C'è stata una scelta, anche dal punto di vista politico, di azzerare un dipartimento all'interno dell'Amministrazione regionale: è stata una scelta. Dico questo perché il Segretario generale ha fatto il 10 di marzo un passaggio, a mio avviso importante, che vorrei riprendere: "per chiosare, non stiamo più destinando fondi a software che gestiscono procedimenti di erogazione che ormai non sono più finanziati - questo la dice lunga: non abbiamo più certe risorse - ma stiamo destinando fondi per modernizzare la Pubblica Amministrazione regionale, al fine di renderla rispondente alle innovazioni enormi che vengono dal livello nazionale ed europeo"; questo è un macro obiettivo che tutti possiamo, penso, condividere. Poi c'è un passaggio in più, a mio avviso importante: "per il periodo 2014-2015-2016, troverete in questo momento soltanto le risorse regionali - dal punto di vista economico - e non ancora quelle europee e nazionali, perché non abbiamo ancora avuto quei soldi e continuiamo a presentare la richiesta di finanziamento, e confidiamo che sarà approvata subito". Questo ce lo diceva il Segretario generale dell'Amministrazione regionale il 10 di marzo: questo piano dev'essere approvato subito, perché dobbiamo essere rapidi a fare le richieste.
Mi sembra che i due colleghi che mi hanno preceduto hanno già denunciato il fatto che la maggioranza - mi scusi Presidente - quanto meno in Commissione, ha dormito sonni tranquilli su questo dossier! Talmente tranquilli che una volta in Commissione, se non ci fosse stata la minoranza, saltava persino una riunione. E siamo andati oltre, colleghi, perché nel momento in cui il Presidente La Torre ha voluto approvare questo documento importante, a nostro avviso, non abbiamo neanche terminato i lavori della Commissione, nel senso che la commissione si era organizzata per sentire i colossi che utilizzano hardware, software, maestranze e non solo delle nostre società partecipate e che non hanno mai fatto nessuna richiesta alla nostra società IN.VA. per conoscere lo stato dell'arte; ci sembrava naturale avere delle informazioni per poter affrontare oggi in aula in maniera, io dico, dignitosa questo dossier. Come dire, La Torre ci ha presentato questo documento dicendoci: ascoltate, non possiamo dare corso e gambe alle richieste che avete fatto, che oltretutto avevamo tutti condiviso in Commissione, ma dobbiamo portare questo documento in aula, quindi noi responsabili di maggioranza dobbiamo votarlo, perché altrimenti i tempi sono troppo lunghi. Quindi, tutta una serie di informazioni che noi volevamo conoscere, sapere nel merito, non abbiamo potuto averle. Le ricordo, Presidente Rollandin, che si tratta d'informazioni che oltretutto la II Commissione, a nome del Presidente, ha richiesto a diverse società partecipate e diverse società non ci hanno neanche risposto. Non si sono neanche degnati di risponderci, per dire quanto meno: noi con la società IN.VA. non abbiamo nessun tipo di collegamento, la società IN.VA. non ha mai chiesto nessun tipo di preventivo o di collaborazione a questa società.
Non è possibile che un piano di questa portata rimanga in Commissione consiliare sette mesi! Penso che non si possa, dal punto di vista politico, aspettare così tanto ed essere così superficiali. Ma al di là di quello, sempre a marzo siamo riusciti quantomeno ad audire i vertici della nostra società partecipata principale, IN.VA. Il presidente Rusci, nel relazionarci per la prima volta le loro valutazioni su questo piano, il 17 marzo ci disse questo: "il progetto regionale è ambizioso e sfidante, soprattutto in un momento finanziariamente difficile. Ci vedrà come soggetto portante del comitato strategico per l'attuazione dell'agenda digitale in Valle d'Aosta. Mi preme dire, però, che il piano è stato redatto esclusivamente dall'Amministrazione regionale e ci ha visti coinvolti in una fase solo di lettura... - questa è la nostra società partecipata in house che in Valle d'Aosta si occupa praticamente esclusivamente di informatica - ...anche da parte nostra una serie di suggerimenti, soprattutto di carattere tecnico, che mi sembra che siano stati recepiti. Certo speravamo in un pluriennale più ricco, da un punto di vista economico. La nostra visione che è più aziendalistica ci fa evidenziare che le cifre qui esposte sono, a nostro avviso, un po' sottostimate - questo il presidente della società - specialmente sul lato investimenti -sembra di riprendere l'intervento di altri colleghi -, perché a minori investimenti del piano corrispondono minori possibilità di lavoro per noi"; ovviamente parlava a nome della società IN.VA. Per chi non la conosce, è una società che comunque ha 239 dipendenti a tempo indeterminato e che quindi o si cerca lavoro o trova delle soluzioni alternative oppure c'è qualcuno che le dà copertura, altrimenti immagino - come la prossima settimana discuteremo del bilancio della Casa da gioco in perdita pesante - che fra qualche mese discuteremo sulle perdite di questa società. Poi sempre il presidente ci dice, sollecitato da noi Consiglieri di opposizione: "debbo dire che ce lo stiamo cercando un po' il lavoro. Abbiamo aperto un canale importante con le partecipate CVA e Casinò, con anche il serio obiettivo di mantenere il lavoro in Valle, facendo sistema e senza dimenticare i dieci decimi". Ottima, come idea, ottima! Tanto è vero che la nostra Commissione non ha neanche avuto l'onore e la possibilità di discutere con il Signor Frigerio, in quanto amministratore unico, con i vertici di CVA, perché non si sono presentati, e con tutti quelli degli impianti a fune e non solo. Questo per dire come si affrontano dossier di tale importanza, Presidente Rollandin, nelle sedi delle Commissioni. Non essendo al Governo, noi non sappiamo come voi avete affrontato e come avete redatto nel merito questo piano pluriennale 2014-2018.
Altre riflessioni. "Tuttavia la previsione budgettaria per il 2014 - è sempre il presidente di IN.VA. - sbilancia comunque di 1 milione 100 mila euro, e questo nonostante non si spenda un euro in più di quello che serve, vedasi per esempio la voce incarichi e consulenze. In conclusione, ci permettiamo di chiedere alle forze politiche sostegno affinché la spesa informatica sia orientata prioritariamente su IN.VA. e sulle 239 risorse, quindi più lavoro e più lavoro che resti in Valle". Considerazioni che si possono in parte condividere, in parte no. Noi abbiamo fatto delle domande puntuali ai dirigenti di IN.VA., perché se c'è una società in house e ci sono delle società partecipate e controllate che hanno bisogno di collaborazione su questi argomenti, la domanda, io penso, normale per un amministratore è: c'è stata una indicazione? C'è stato almeno un suggerimento? Le nostre società possono chiedere quanto meno i preventivi alla società IN.VA., per poter utilizzare, come dice il direttore Zanella, il know-how della nostra società? E vi leggo qualche riflessione che ci ha fatto il dottor Zanella: "in realtà ho cominciato già quattro anni fa ad andare a trovare i due soggetti, prima richiamati, della società CVA e Casinò, ponendomi nella stessa maniera in cui ci stiamo ponendo oggi, però non ho poi raccolto quello che speravo. - cioè non c'è trippa! Nel senso che IN.VA. non doveva o non poteva lavorare con CVA e con la Casa da gioco - Poi ho raccolto quello che speravo... - cioè, il nostro coinvolgimento - La stessa cosa la feci a suo tempo nelle società Finaosta, quando però il mondo delle società degli impianti a fune era un mondo ancora distribuito... oggi col raggruppamento, forse perché è più facile - perché queste erano domande puntuali, che noi avevamo fatto al dottor Zanella - ma in realtà è ancora un po' soffocato. - parlando di IN.VA.. - Il principale asset della società - secondo me questo passaggio è importante - è il capitale umano, cioè è un'azienda che fa servizi e ha il suo know-how nella persona. Se io prendo il bilancio, la situazione patrimoniale di IN.VA. avrò delle licenze, dell'hardware, ma l'asset principale è il capitale umano che teniamo costantemente aggiornato, per cui spendiamo parecchi soldi nella formazione, perché ci crediamo".
Ecco, questi sono dei contributi all'aula e ai colleghi. Noi pensiamo che forse sia il momento che ci si parli, ci si confronti e che anche i vertici di queste aziende - tra pochi mesi discuteremo probabilmente delle perdite di esercizio di queste aziende - possano quantomeno mettere a disposizione il proprio know-how innanzitutto per le altre società partecipate: potrebbe essere una piccola proposta; queste sono dichiarazioni della dirigenza di IN.VA., non del sottoscritto o di altri.
Un altro passaggio a mio avviso di rilievo, cito sempre il direttore: "provo ad affievolire la cosa, perché sembrerebbe che non ci vogliano. Dico sempre che i nostri clienti - dice il dottor Zanella - ci devono scegliere consapevolmente, non perché siamo una in house. Soltanto quando un cliente ti sceglie consapevolmente ti rimane fedele il più a lungo possibile: hai fatto un buon mestiere". Ottima come considerazione, ma magari se si creano anche dei canali per poter partecipare a delle procedure negoziate o a delle gare, io penso che alla fine creiamo le condizioni: uno per mantenere una società in house; due per mantenere i posti di lavoro; tre, se il know-how è veramente interessante e valorizzato, valorizziamolo tutti insieme e cerchiamo di rispondere.
Ho fatto queste piccole considerazioni, perché l'impianto e l'architettura il confezionamento del piano pluriennale 2014-2018 si possono nel suo insieme condividere, ma nel merito ci sembra che ci sia una superficialità totale, che non ci sia una strategia di fondo, che non ci sia quanto meno la voglia di utilizzare al meglio tutto quello che abbiamo e soprattutto, come dicevo prima, la società in house che si occupa principalmente di questo dossier. Io penso che un po' di responsabilità anche dal punto di vista politico ci sia e quanto meno ci sia la possibilità di partire da subito, dal mese di ottobre, creando questa filiera, queste condizioni che a oggi non ci sono.
Faccio un altro esempio, anche se le perdite di esercizio sono sempre più alte: Vallée d'Aoste Structure. Ma vi sembra normale che Vallée d'Aoste Structure non chieda neanche dei preventivi per quanto riguarda il know-how della nostra società IN.VA. e delle proposte che può fare la nostra società in house, dato che si occupa del patrimonio immobiliare, che si occupa comunque di gestione? Non lo so, vi sembra normale? Vi sembra normale che la Casa da gioco non chieda un preventivo ad IN.VA.? Vi sembra normale che CVA - ieri ne abbiamo parlato diverse volte in quest'aula - dia quasi nulla? Nulla, nulla alla nostra società IN.VA.! E il presidente di questa società che voi avete nominato viene a dirci: cari ragazzi, cari politici, pensate anche un po' a noi, perché probabilmente vi porteremo conti in rosso nel giro di pochi mesi. E ci mettete otto mesi per arrivare in aula a discutere di questo piano triennale, senza avere, collega La Torre, neanche le minime informazioni per poter discutere. Noi chiediamo quanto meno la possibilità di poter avere quelle pari informazioni per poter affrontare un documento di tale importanza, di tale impatto. Ma penso che di fondo ci sia veramente non so se una volontà, non so se è voluto, se c'è dell'incapacità, se c'è della non strategia o se, invece, c'è solo superficialità. Penso che sia compito nostro, invece, creare delle condizioni per utilizzare al meglio la nostra società in house. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Cognetta, ne ha la facoltà.
Cognetta (M5S) - Grazie, Presidente.
Anche noi come Movimento Cinque Stelle annunciamo l'astensione su questo provvedimento. Si è parlato tantissimo in Commissione, abbiamo cominciando a parlarne a febbraio di quest'anno, quindi è stato un iter piuttosto lungo, che si è interrotto per questioni che conosciamo, ma non solo per quello. Io personalmente mi sento molto coinvolto rispetto a questo argomento, perché come sapete ho un'esperienza pluridecennale nel settore.
Quello che ho evidenziato, al di là della questione economica che già hanno giustamente illustrato i miei colleghi, è la carenza da un punto di vista di servizio al cittadino. Quasi tutte le azioni che ci sono qui dentro sono rivolte esclusivamente a noi stessi, alla nostra amministrazione e non permettono di fatto uno sviluppo reale delle tecnologie sul territorio, che dovrebbero essere poi la spina dorsale per lo sviluppo di qualsiasi territorio, oggi come oggi. Noi - quando dico noi, intendo noi come amministrazione - da quello che ho capito, abbiamo spostato su questo piano cose che avremmo dovuto fare direttamente come amministrazione. Abbiamo utilizzato dei fondi europei: ben vengano, però dovrebbero essere sviluppo, non dovrebbero essere semplicemente ottimizzazione dei servizi interni all'amministrazione.
Ho fatto delle domande precise a chi è venuto in Commissione. Ricordo che ho fatto un esempio specifico rispetto alla prenotazione degli alberghi che avviene sul nostro sito, se conoscevano il programma di gestione che viene fatto sul turismo. Mi ha detto che loro hanno le competenze per farlo, ma non viene fatto da loro, e questo è un esempio banale. Ho fatto altre richieste rispetto al programma di gestione dei fondi comunitari SISFOR, che è fatto da loro e che ha un costo che è quattro volte rispetto a quello che ha in Piemonte: noi abbiamo speso circa 1 milione e 200 mila euro, in Piemonte hanno speso circa 300 mila euro. Mi sono state date risposte politiche, mi è stato detto che sono state scelte fatte in passato, scelte che non ci competevano, scelte che abbiamo ereditato, va beh!
Abbiamo ereditato 250 dipendenti o 239, quanti sono, abbiamo ereditato questa situazione: va bene, non importa! Però, se non ci diamo una mossa e una sveglia, se non cominciamo a mettere mano effettivamente all'interno dei problemi tecnici e soprattutto sull'informatica! Voglio dire: non toccare l'informatica oggi è tagliarsi le gambe completamente per qualsiasi sviluppo futuro. Non serve mantenere i posti di lavoro e basta, non serve spendere per fare il data center centrale di tutti quanti i server della Regione, se poi questo non si traduce in qualcosa verso il cittadino. Va beh, abbiamo risolto il problema tecnico nostro e chi se ne frega, detto fra di noi, perché spendiamo 80 milioni di euro, mica spendiamo due soldi! Questa soluzione ricorda molto, scusi il paragone, ma ricorda molto la questione dei bimodali: si cerca una soluzione che è una toppa, per cercare di mantenere in piedi una certa funzione tecnica, oppure semplicemente per mantenere in piedi un carrozzone e poi, però, il vero problema non lo si affronta, quindi tra un po' ci ritroveremo sempre nella stessa situazione.
Avere un'infrastruttura digitale funzionante, avere dei servizi al cittadino attivi, crea sviluppo, crea economia! Io ve lo devo raccontare? Gli esempi in giro in Italia, ma soprattutto fuori, ce ne sono quanti ne vogliamo. Il fatto che si faccia VdA Broadbusiness va bene, però diciamoci la verità: VdA Broadbusiness è un problema tecnico che sopperisce sostanzialmente ad una mancanza territoriale; non avendo una rete ad alta velocità distribuita, l'abbiamo dovuta fare con il Fondo europeo e poi farla gestire, diciamo così, in appalto da qualcuno che speriamo, bontà sua, ce la faccia gestire in maniera corretta. La posa dei cavi in fibra ottica (mi viene l'esempio di TELCHA), perché non l'abbiamo concordata insieme alla posa delle tubazioni in città? Poteva essere una cosa semplice, gestibile! Oppure tra un po' rifacciamo gli scavi e rimettiamo giù il filo, tanto per divertirci ancora un po'? Vi racconto solo degli esempi banali e non voglio entrare nel tecnico, perché mi rendo conto che l'argomento può essere ostico per qualcuno.
Questo documento risolve i problemi economici di IN.VA., nel senso che paga le spese correnti per qualche tempo, ma non risolve e non dà sviluppo per la Valle d'Aosta, se non in piccolissima parte. È stato addirittura detto da parte di uno dei dirigenti, non ricordo esattamente il nome, che loro fanno delle azioni, ma manca la comunicazione verso il cittadino delle azioni che vengono fatte, cioè: noi facciamo delle cose, però poi i cittadini non lo sanno. Allora è come non farle! Tecnicamente se tu fai una cosa, ma poi non viene utilizzata, fai prima a non farla! Questo è un altro degli aspetti negativi di questo piano e soprattutto non c'è interazione. Noi dovremmo sviluppare finalmente un po' d'interazione, un po' di collegamento tra chi c'è fuori e chi è qui che deve lavorare. Io vedo gli strumenti che abbiamo come Consiglio regionale: abbiamo la posta elettronica; va beh, meno male! Spendiamo una valanga di soldi rispetto allo strumento, ma abbiamo solo la posta elettronica e nient'altro!
Noi, come ho detto, ci asterremo per questioni anche politiche e questo piano andava sicuramente fatto... Grazie.
Presidente - Grazie. Ci sono altre richieste di intervento? Chiudo la discussione. La parola al Presidente Rollandin per la replica.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
Credo che gli interventi dei colleghi siano stati sicuramente puntuali e molto pertinenti nei confronti di un piano che, devo ammettere, arriva sicuramente in ritardo: si è iniziato, come è stato ricordato, a febbraio e siamo a fine settembre, questo per una serie di ragioni che conosciamo. Però, credo che nel merito sia giusto dare alcune risposte a quelle che sono state delle osservazioni puntuali.
Io non vorrei che la lettura fosse che questo piano è funzionale allo sviluppo o al mantenimento di IN.VA. Questo piano è funzionale a dare delle risposte sulle sei tematiche che sono state ricordate, che non sono solo per l'Amministrazione regionale! Queste tematiche riguardano le imprese, riguardano tutti i settori, riguardano i cittadini e riguardano anche le amministrazioni.
Nell'infrastrutturazione digitale, sicuramente c'è anche quello che il collega Cognetta correttamente ricordava. C'è stato qui uno sforzo per cercare di avere un'infrastrutturazione, che già fruisce di fondi europei. È stato riconosciuto: la Valle d'Aosta è una delle poche regioni che ha avuto questo fondo prima ancora di questo piano, per arrivare ad avere un'infrastrutturazione su cui poi avere la possibilità di far viaggiare, con una velocità che sia confacente, tutte le informazioni e tutte le esigenze dei vari settori. Il settore turistico: ci sentiamo dire che non riusciamo ad essere connessi nelle singole zone, che uno dei deficit è legato a questo campo, che tanta gente si lamenta di questo; per dare queste risposte è necessaria sicuramente un'infrastrutturazione!
Devo dire che con correttezza i colleghi hanno tutti riconosciuto che il piano fissa degli obiettivi condivisibili. Il problema è che a oggi ci sono sicuramente delle deficienze che devono essere, in qualche modo, corrette, che devono essere riviste. Il collega Gerandin, all'inizio, ha fatto presente un aspetto che è riferito al rapporto tra IN.VA. e la Regione: sicuramente questo va corretto e possiamo rivedere il discorso ore o giornata. Nella sostanza dovrebbe esserci un rapporto, perché la giornata voleva dire un tot di ore, ma se questo può essere rivisto io non ho problemi a ragionare su questa tematica, in modo da evitare che ci sia un'idea di sudditanza del committente rispetto all'IN.VA., la quale, essendo società in house, lavora sostanzialmente per la Regione e per gli enti che in esso si riconoscono.
Vorrei dire che forse non si è sufficientemente fatto attenzione a cosa è una società in house. La società in house lavora per chi è socio, ma le partecipate non sono soci di IN.VA., quindi se vogliono entrare - lo dico perché è uno dei rapporti che noi abbiamo cercato di far passare adesso - il passo è proprio quello di entrare nella società.
Io vorrei che qualcuno di voi andasse a rileggere le discussioni su IN.VA. fatte in quest'aula, nelle quali si diceva che non deve essere una società pubblica che va a togliere il fiato, a togliere il respiro a tutte le altre iniziative private che ci sono; non l'ho detto io questo, ma è stato detto in quest'aula, poi andate a rivedere i verbali. Qui diciamo - e io condivido - che le partecipate possono e diciamo anche dovrebbero, ma nella loro autonomia, perché uno nella sua autonomia può dire: scusami, questo prodotto so che l'hanno già fatto lì e io invece di fare riferimento a IN.VA. vado direttamente e chiedo ad un altro. Quello che diceva Chatrian è giusto: chiedo anche a IN.VA., ma per chiedere devo aderire. Oggi quel passaggio non c'è e l'abbiamo detto alle due che sono citate (Casinò e...), le quali possono chiaramente far parte e prendere, come hanno fatto i Comuni, un'azione! Ecco, questo è auspicabile. Noi, quindi, condividiamo questo passaggio e faremo il possibile perché ci sia un'azione in tal senso, che aiuti a dare la possibilità di avere con IN.VA. questo rapporto in quanto società in house. Però, quello che volevo dire è che non è automatico, perché sennò...
(voci fuori microfono)
...sì, possiamo dire che questa operazione noi possiamo suggerirla, ma nella loro autonomia le varie società possono aderire o no. Faccio l'esempio della CVA: aveva ereditato tutti i sistemi dall'Enel e non poteva immediatamente dire io rivoluziono tutto! Progressivamente sta cercando di rendersi autonoma e aveva già collaborato per la puntualizzazione dei sistemi che potevano essere adottati. Credo che in questo senso, con la logica della gradualità, ci può essere anche questo passaggio che noi auspichiamo, quindi su questo siamo sicuramente in linea.
Per quanto riguarda le altre osservazioni che sono state fatte, il collega Cognetta diceva giustamente che avere un data center centrale può essere un'ottima idea, ma non è nella logica del piano di risolvere questi problemi. Quella è un'organizzazione che può essere utile, ma non dà una risposta al cittadino, come lei diceva. Però, lo voglio risottolineare e a lei sicuramente non è sfuggito, c'è ad esempio il problema della salute digitale che va nella logica di dare risposte al cittadino, così come la cittadinanza digitale e l'inclusione digitale vanno nella logica di non escludere nessuno. Su questo, il collega Donzel ha fatto le sue osservazioni dicendo di tener conto che non ci sono solo i giovani, i quali hanno già quasi naturalmente una predisposizione al mondo digitale, ma ci sono anche le persone di una certa età che molte volte si trovano spaesate, tant'è che, su suggerimento anche della collega Carmela Fontana, sono stati attivati con successo dei corsi per le persone anziane sull'uso del computer, che tra l'altro si sono dimostrati molto positivi, con una grande partecipazione e con dei risultati eccezionali. Questo sicuramente la dice lunga sul fatto che comunque c'è ancora un digital divide! C'è più nelle persone di una certa età che non tra i giovani, che ci lavorano normalmente, tant'è che le università si stanno tutte mettendo in rete. Noi abbiamo l'esempio di Verrès, che è l'università in rete con il Politecnico di Torino e funziona benissimo: c'è un tutor e lavorano con questo sistema che solo pochi anni fa era impensabile, mentre oggi è realtà.
Nella sostanza, diciamo che le osservazioni sono sicuramente importanti e noi ne terremo conto nell'ambito di quello che è stato detto, ma non vorrei che riducessimo il piano a un aspetto. È corretto quello che è stato detto e noi ne abbiamo preso nota: vedremo come correggere una serie di posizioni che possono essere anche riviste, perché migliorative nei confronti di rapporti che giustamente devono essere chiariti, per non dare l'idea di avere delle situazioni non compatibili con la logica delle cose. Io credo che nell'insieme, con tutte le difficoltà che abbiamo avuto e con la tempistica sicuramente sbagliata, perché arriviamo tardi, però il piano credo che spieghi alcuni concetti che sicuramente sono percorribili.
Un'ultima cosa sugli investimenti. Sicuramente la parte investimenti è inferiore a quella della gestione, anche perché nell'ambito del discorso gestione c'è tutta la parte di preparazione, soprattutto per alcune categorie; la chiamiamo gestione, ma è la formazione, l'apprendimento e tutto quello che viene fatto per rendere fruibili i sistemi che poi vengono messi in atto. Non dimentichiamo che la formazione, oggi, non viene ancora vista come un investimento, mentre lo sforzo che si sta facendo a livello nazionale è per un riconoscimento europeo, in modo che venga escluso tra l'altro dal patto di stabilità, perché la formazione è un investimento! Dove la inserisci la formazione, se non come un investimento per il futuro delle nuove generazioni? Credo che questo documento possa essere una base di partenza per uno sviluppo che sicuramente anche negli anni potrà essere rivisto, perché questo è un piano pluriennale, ma nell'anno possiamo poi vedere anche dei correttivi, in modo tale da ragionare in termini attuativi, in modo tale che sia coerente con quello che è emerso oggi da questo dibattito. Grazie.
Presidente - Grazie Presidente. Vi sono richieste per dichiarazione di voto? Il Consigliere Gerandin ha chiesto la parola, ne ha la facoltà.
Gerandin (UVP) - Merci Président.
La ringrazio, Presidente, perché le nostre osservazioni sono state viste come possibilità, eventualmente di correggere, se errori c'erano. Apprezziamo la possibilità di correggere negli anni, eventualmente, questo piano pluriennale, se ci sarà la necessità di modificare qualcosa.
Due aspetti, ancora, a cui lei non ha risposto. Lei ha detto che questo non è un piano funzionale ad IN.VA. Sono d'accordo che non è un piano funzionale ad IN.VA.: su questo siamo assolutamente d'accordo. Non penso che sia neanche stato strutturato per risolvere i problemi economici di IN.VA. Gliene do atto, però lei non ha risposto ad una domanda precisa che le ho fatto: che garanzie ci sono, affinché ci siano i trasferimenti ad IN.VA., per il secondo semestre? Perché su questo si gioca il futuro di IN.VA.! Noi non abbiamo nulla contro IN.VA. - ci mancherebbe! - noi siamo ben felici che IN.VA. cresca e siamo ben felici che IN.VA. sia di riferimento per quello che riguarda il discorso informatico, tecnologico e chi ne ha più ne metta, del sistema valdostano, però le note di IN.VA. vanno in questo senso. In questo momento a me non risulta che ci siano state garanzie ad IN.VA. per il trasferimento del secondo semestre.
Dico questo perché siamo preoccupati. Noi lo sappiamo e lei lo sa, Presidente, che IN.VA. ha chiuso, già l'anno scorso, con un deficit di bilancio. Sappiamo che le società in house, le società pubbliche, dopo tre esercizi in negativo, vanno messe in liquidazione. Non vorremmo che, magari, con questi ritardi... non vorremo neanche che poi alla fine ci fossero degli artifizi per farli figurare in attivo, magari scrivendo - ne parleremo, magari, nel prossimo Consiglio - artifizi contabili su risorse o su crediti di imposta, per riuscire a diminuire il deficit di bilancio.
Ciò detto, la preoccupazione è proprio questa: noi vorremmo che ci sia serenità da parte dei dirigenti che si trovano a gestire queste risorse e che devono fare gli affidamenti. Vorremmo che ci sia serenità da parte della società IN.VA., ma soprattutto dei suoi dipendenti, in modo che non venga messo in discussione il futuro di IN.VA. Grazie.
Presidente - Grazie collega Gerandin.
Ci sono altri interventi per dichiarazioni di voto? Chiede la parola il Presidente della Regione, prego.
Rollandin (UV) - Grazie.
Chiedo scusa al collega Gerandin, mi ero concentrato più sulle parti relative al piano. Su quello del semestre abbiamo già preso contatti e a breve sbloccheremo la parte sostanziale anche del secondo semestre.
Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha la facoltà.
Chatrian (ALPE) - Grazie Presidente.
Abbiamo ascoltato attentamente le riflessioni del Presidente Rollandin e se ci sono dei contributi da portare, come avete potuto notare, il nostro gruppo c'è. Penso che, per quanto riguarda la possibilità che le nostre società, le grandi società partecipate, possano comunque collaborare, entrando come socio a far parte di l'IN.VA., sappiamo perfettamente che è un discorso di volontà, fatto in autonomia, dalle società, ma l'auspicio, di tutto il Consiglio, penso sia quello. Quello che dicevo prima è che, forse, per quanto riguarda proprio una visione strategica generale, queste possibilità non possiamo più permetterci di non metterle in campo. Al di là di tutto, le sinergie e le strategie devono essere messe in campo subito, perché altrimenti risolvi il problema da una parte, ma lo crei dall'altra, e mi sembrano semplicistici certi passaggi che ho sentito oggi in aula. Allora, o abbiamo voglia di trovare delle soluzioni alternative, perché è semplice chiudere una parte, ma poi magari il problema si apre dal punto di vista della disoccupazione e non solo. Quindi, facciamo attenzione e cerchiamo di mettere in campo una filiera, una strategia che possa dare delle risposte puntuali e, soprattutto, valorizzare e far crescere il personale che noi abbiamo. Grazie.
Presidente - Altri interventi? Non ci sono altri interventi. Mettiamo in votazione il punto 41. Si, preciso che la votazione è comprensiva dell'emendamento della II Commissione, che modifica la tabella di pagina 64. La votazione è aperta. Chiudo la votazione.
Esito della votazione:
Presenti: 34
Votanti: 18
Favorevoli :18
Astenuti: 16. Si sono astenuti i Consiglieri Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Cognetta, Donzel, Fabbri, Ferrero, Fontana, Gerandin, Grosjean, Guichardaz, Morelli, Nogara, Roscio, Rosset.
Con 18 voti è approvato.
Direi, vista l'ora e avendo ancora qualche minuto a disposizione, anziché iniziare con il punto 41.1, di proporvi la discussione del punto 44.