Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 690 del 24 settembre 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 690/XIV - Interpellanza: "Eventuale costituzione di un gruppo di lavoro per l'esame della problematica della valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale".

Presidente - La parola al Consigliere Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

L'interpellanza che ci accingiamo a discutere riprende un tema più volte affrontato in questa sede: quello della valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà pubblica. Già nell'altra consigliatura è stato più volte discusso dai colleghi e, per quanto ci riguarda, non so se ricordate...la discussione sulla vecchia Centrale Laitière e l'interpellanza fatta a gennaio sulla destinazione d'uso del 3° piano dell'ex Maternità. Perché parlo di un piano di valorizzazione e non di un piano vendite, di un piano di dismissioni tout court? Beh, perché sono convinto che l'alienazione di una proprietà immobiliare pubblica sia veramente l'extrema ratio.

La convinzione, mia naturalmente (poi non so se alcuni altri colleghi la condividono) che sia meglio valorizzare il patrimonio immobiliare piuttosto che venderlo (con le dovute eccezioni, naturalmente), deriva dal fatto che, se debitamente conservato, un immobile pubblico possa essere utilizzato a favore dei cittadini, con ciò mantenendo la proprietà pubblica e quindi il controllo sulla sua destinazione d'uso. Naturalmente, quando parliamo di "valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico" ci riferiamo a proprietà che rivestono un qualche interesse collettivo. E a chi spetta la decisione se valorizzare o alienare? Dovrebbe spettare agli amministratori, anche ai politici, ma naturalmente dopo un'attenta e reale analisi dei bisogni, delle necessità e delle esigenze della comunità. Cerco di essere più preciso, sperando che si comprenda lo spirito che anima questa interpellanza.

Un conto è vendere, alienare, dismettere una proprietà pubblica che sta lì a fare la muffa, che si sta degradando, magari irreversibilmente, che per la sua collocazione, per le sue condizioni rappresenta un costo puro per la pubblica amministrazione (in questo caso parliamo della Regione), una proprietà che non può essere utilizzata a beneficio della collettività...non so, faccio l'esempio di un immobile senza alcun pregio architettonico, non destinabile in nessun modo a struttura di interesse pubblico, non impiegabile nell'ambito di un progetto di valorizzazione diffusa...che so, un magazzino, un appartamento o un terreno isolati che non possono essere utilizzati per la loro collocazione e dimensione nell'ambito di progetti di edilizia residenziale pubblica ad esempio, o ad uso ufficio come infrastruttura. In questo caso non ha senso che la pubblica amministrazione lo mantenga nel suo patrimonio, in quanto è semplicemente un costo, è un bene improduttivo che, in prospettiva, non può in nessun modo essere valorizzato a beneficio della comunità. Si tenga conto poi che, in questo momento, di risorse da investire in manutenzione e migliorie ce ne sono proprio pochine e quelle che ci sono vanno utilizzate centellinandole solamente laddove ce ne sia un effettivo bisogno.

Diverso è il caso di proprietà di pregio, collocate in zone strategicamente interessanti, che potrebbero essere impiegate ad uso pubblico o anche solo che abbia senso mantenerle di proprietà pubblica, così da indirizzarne l'uso, magari per rilanciare una località turistica, un quartiere, per dare una spinta anche economica a un particolare territorio, per creare una "vocazione", se si può dire così. Faccio un paio di esempi, tanto per far capire a chi ascolta cosa intendo quando dico "vocazione".

Il palazzo dove attualmente trova sede il CRAL Cogne, noto come "Palazzo Cogne", è sicuramente un palazzo di pregio, è ubicato in una zona interessante da un punto di vista commerciale, ma anche amministrativo, è costruito in una zona molto ben servita dai mezzi pubblici, appena sotto si fermano gli autobus, è a due passi dal centro, ma ha una buona dotazione di parcheggi e, molti di questi, anche liberi; ha cioè tutte le caratteristiche per essere un atout per la città, ma soprattutto per il quartiere. Beh, sono andato a dargli un'occhiata e devo dire che mi è spiaciuto vedere in che condizioni versa questo "bellissimo palazzo": intanto la parte esterna dà un'idea di degrado che neppure i quartieri della più anonima periferia...sporca, maltenuta, tra l'altro è una zona di passaggio pubblico, ma al contempo è una proprietà privata, quindi non si sa bene a chi tocca la pulizia; il vecchio negozio di Canonico è tristemente chiuso, anzi è sbarrato, credo almeno da una ventina d'anni, le persiane sono tutte impolverate e arrugginite; da qualche tempo è stata aperta a fianco del portone dell'Ufficio mostre un negozio gestito da commercianti (credo siano cinesi), che occupa parte dell'area esterna con i suoi prodotti. Il palazzo, poi, è occupato parzialmente da alcune associazioni: quella dei Cronometristi, l'AUSER, i Combattenti e reduci della Valle d'Aosta, il Gruppo Lavoratori Anziani della Cogne, l'Associazione dei Partigiani (l'ANPI), l'Associazione Nazionale dei Mutilati e Invalidi Civili, e via discorrendo. La cosa comica, anzi, tragicomica, è che queste associazioni generalmente di anziani e di invalidi sono state trasferite dal 4° piano al 1° piano rialzato, forse perché il 4° piano è diventato inagibile, ma l'ascensore non funziona! Ho chiesto e mi dicono che è ormai fermo da diversi anni perché non più idoneo all'uso, ma non si può toccare perché pare che sia il primo ascensore della città di Aosta ancora esistente. Immaginatevi i reduci di guerra, i vecchi partigiani, i mutilati o gli invalidi come possono fare per recarsi presso le sedi delle loro associazioni! Un mezzo piano è occupato dagli uffici della Prefettura, un altro mezzo dagli uffici delle Attività espositive (non so se dell'edilizia scolastica), e poi uno o due piani sono completamente abbandonati, sono disabitati. L'ascensore e la scalinata sono sbarrati per manutenzione straordinaria con pannelli di compensato, e quindi non è mi è stato possibile accedervi, neanche scavalcandoli.

Ora, mi sono chiesto chi fosse il proprietario di questo "bellissimo palazzo" (ovviamente è una domanda retorica), così colpevolmente maltenuto. È facile immaginare cosa ho scoperto, e cioè che è roba nostra, è della Regione, cioè dei cittadini (per la cronaca, questo palazzo è iscritto a bilancio per un valore di oltre 6 milioni di euro). Ho quindi provato a chiedere se ci fosse un progetto di recupero, giusto per rilanciare il quartiere e il palazzo, visto che quella zona non la si può proprio considerare, soprattutto la sera tarda, il "Parioli" della città di Aosta...provate a passare da quelle parti la sera, dopo le 11 e mezza-mezzanotte, e poi mi dite! Beh, pare che non ci sia nulla all'orizzonte, i commercianti cinesi, tanto per fare un esempio, pare abbiano presentato agli uffici una sorta di manifestazione di interesse per il locale che oggi occupano con il loro market; dopodiché è stata fatta un'asta, ovviamente estemporanea, quindi mirata solo a quel locale, e se lo sono aggiudicati proprio loro, quelli che hanno fatto la manifestazione.

Ho chiesto a un funzionario dell'ufficio che si occupa del patrimonio se si può visitare il locale un tempo adibito a boutique, occupato dalla boutique Canonico. Mi incuriosiva capire come mai da decenni è inutilizzato e soprattutto in che condizioni si trova, visto che è sbarrato da quando ho memoria. Il funzionario mi ha scoraggiato dicendomi che è pericolante, che versa in condizioni di totale inagibilità, cioè è praticamente inaccessibile. Ora, mi sarebbe piaciuto dargli un'occhiata, magari con qualche tecnico esperto in recuperi, per capire se fosse possibile prevedere un complessivo progetto di valorizzazione di quel locale, anzi di tutto lo stabile, per capire se vi siano le condizioni per rilanciarlo e, con lui, il quartiere. Che so? Si potrebbe pensare a un concorso di idee, a un project financing, a una qualche forma di partenariato pubblico-privato...oggi ci sono le leggi che lo consentono: il pubblico mette lo stabile, il privato le risorse, insieme si concorda come impiegarlo, come valorizzarlo, quanto spazio destinare al pubblico, quanto al privato, per quanti anni...le formule sono tante.

Oggi quella è una struttura che non rende nulla, probabilmente è in perdita, pur valendo 6 milioni di euro. Crea degrado, non porta nessun particolare contributo al quartiere - e dico meno male che c'è il Circolo Ricreativo, il CRAL Cogne, che almeno porta un po' di gente, si occupa di implementare delle attività culturali e ricreative - e la Regione continua ad affittare locali in giro per la città, a mettere uffici, assessorati, distaccamenti...qualcuno mi potrà dire che al piano strade è stato trasferito l'Ufficio immigrati...beh, ditemi voi se questa è una struttura dignitosa...

(il Consigliere Guichardaz mostra all'aula alcune stampe fotografiche digitali)

...questo è l'Ufficio immigrati, è la vetrina dell'Ufficio immigrati.

Un altro esempio sono i locali del 3° piano dell'ex Maternità (ne abbiamo già parlato), più di 1.500 metri quadrati di locali sani, salubri, abbandonati da decenni, dagli anni '90, un costo solo e unicamente un costo. Possibile che nessuno abbia pensato di fare questo benedetto concorso di idee per recuperare questi spazi? Non si può pensare di mettere lì, per esempio una RSA, di farci un Centro Alzheimer nella zona più bassa, visto che un tempo c'era la Geriatria, se non si vuole entrare in competizione coi servizi esistenti? Sono comunque sempre oltre 1.000 metri quadrati calpestabili, in una zona pregevole, che potrebbero essere impiegati per uffici e usi abitativi.

E l'ex Centrale Laitière...sto concludendo...possibile che non si possa pensare di recuperare quell'edificio in qualche modo? È da più di 10 anni che rinviamo una decisione e le altre migliaia di metri quadrati di superfici calpestabili, i terreni, gli alpeggi. Beh, per concludere, credo che sia assolutamente necessaria e non più prorogabile l'istituzione di un organismo interassessorile, coordinato, che si occupi del patrimonio immobiliare, che non debba aspettare gli umori dell'Assessore di turno, che abbia il potere di decidere un indirizzo e di perseguire in tempi rapidi l'obiettivo di valorizzare e razionalizzare il nostro patrimonio nell'esclusivo interesse della comunità. Grazie.

Presidente - La parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Merci Président.

Per certi aspetti non posso che condividere con il collega Guichardaz le preoccupazioni che ha espresso in merito alla necessità, all'importanza di fare, se possibile congiuntamente, delle valutazioni che vadano nella direzione di cercare di valorizzare al meglio il buon uso di tutto il patrimonio immobiliare che, in qualche modo, la Regione si trova a dover gestire, essendone proprietaria. Mi ritrovo anche nello spirito con il quale ha presentato questa iniziativa, cioè la filosofia con la quale lei ragiona nell'approcciarsi a questo argomento e non posso obiettivamente che condividerla. Lo dico perché ovviamente i processi di valorizzazione del patrimonio pubblico sono diventati fondamentali (questo lo riconosce anche lei), soprattutto a seguito della crisi economica che ha colpito l'economia, sia a livello locale, sia a livello nazionale e sovranazionale, quindi credo che l'Ente pubblico non possa che immaginare di avere un nuovo modo di porsi, anche rispetto al passato, circa il tema in oggetto.

Dal nostro punto di vista, quindi, stiamo facendo molti ragionamenti, sia all'interno del Governo regionale, sia con gli uffici competenti, sulla necessità, sull'opportunità, sull'importanza di elaborare delle politiche, di determinare degli indirizzi in questa direzione. La Regione ha iniziato ad avviare dei percorsi che mirano a valorizzare gli immobili pubblici, quindi, correttamente come lei diceva, non approcciandoci soltanto con un'ottica di dismissione, ma ragionando anche con un'ottica di valorizzazione, per quanto possibile, prescindendo da caso a caso, sugli immobili di proprietà. Faccio un esempio: sugli immobili siti a Cogne vicini al villaggio minatori. Ecco, su questo, solo per informazione, a breve verrà pubblicato il bando per la concessione e la valorizzazione di questi fabbricati, e in questo modo il ragionamento che si è fatto, quindi con un'ottica anche diversa rispetto al passato, è che la Regione, pur mantenendo la proprietà di questi immobili, ha l'obiettivo di coinvolgere i privati nel recupero funzionale e nella successiva gestione di questi beni. Quindi, è un indirizzo nuovo, rispetto al passato, sul quale stiamo cercando di fare dei ragionamenti.

L'interesse della Regione (e quindi anche del Governo) sull'argomento valorizzazione è ovviamente massimo, confermato anche dal fatto, e di questo informerò i colleghi, sarà organizzato un incontro pubblico su questo tema, nel prossimo autunno, dove vorremmo che fosse aperto il più possibile ad Amministratori locali, ma anche a operatori del settore economico, operatori del settore edilizio, proprio per condividere, da una parte, informazioni, e dall'altra le idee, le proposte, gli approcci, quindi dei percorsi contrattuali anche utili a perseguire l'obiettivo: valorizzare il patrimonio pubblico del quale disponiamo. Certo, la politica di valorizzazione, quindi l'uso in generale del patrimonio, implica anche la necessità di adeguare la nostra macchina organizzativa della Regione, perché a volte magari immaginando dei percorsi di un certo tipo sono necessarie competenze professionali anche diverse...lei parlava appunto di concorsi di idee, posso anche condividere...diverse e qualificate per predisporre, ma soprattutto per gestire questi percorsi, per gestire questo argomento e, in questo senso, con le risorse delle quali disponiamo stiamo cercando di lavorare.

Anni fa era stato presentato, voglio dirlo, noi non c'eravamo, un piano di dismissioni; su questo la Giunta sta lavorando, non con l'ottica, come lei correttamente diceva, di dismettere e di vendere, ma di fare una ricognizione completa su quelle che sono le proprietà, il loro stato attuativo, la loro possibilità e quindi di fare dei ragionamenti in tal senso. Quindi il piano delle vendite permetterà, da una parte, per gli immobili che si immagina di vendere e di dismettere di bandire le aste pubbliche, ma, al tempo stesso, di permettere al Consiglio regionale, e perché no? attraverso la sua commissione, di fare delle valutazioni, di fare dei ragionamenti. Da questo punto di vista io do la disponibilità ad approfondire questo tema nella commissione competente per coinvolgere tutti i colleghi Consiglieri che avessero su questo tema dei suggerimenti, delle opinioni, delle idee...da parte del Governo regionale certamente sono ben accetti.

L'attenzione della Giunta sulla tematica in oggetto è quindi massima. Io ritengo, senza creare a mio modo di vedere un gruppo di lavoro specificamente dedicato al fine di evitare un appesantimento delle procedure, sia opportuno e importante intensificare la collaborazione con la commissione competente. Bene ha fatto il collega, e lo ringrazio, a porre questa interpellanza. Ribadisco che per arrivare a questo percorso di valorizzazione, quindi di presentazione anche di tutti gli aspetti positivi che ha l'enorme patrimonio immobiliare, siamo disponibili a un confronto approfondito in commissione, e ribadisco l'interesse e l'attenzione massima che il Governo regionale ha per questa tematica che si trova, come lei citava, a dover gestire.

Presidente - La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente, e grazie naturalmente all'Assessore per la disponibilità.

È nostro interesse sollevare sempre l'attenzione su tematiche che oggi non possono più essere rinviate o sottovalutate. Noi leggiamo l'entità del patrimonio regionale sui documenti allegati al bilancio, ci rendiamo conto di avere un patrimonio...non dico inestimabile, ma di grandissimo valore, è importante che questo venga utilizzato per il bene della comunità, per il bene della collettività, che sia messo a reddito e che sia...diciamo reimpiegato e quindi riportato alle funzioni originarie o ad altre funzioni. Sono quindi soddisfatto che ci sia, comunque, un accoglimento riguardo alla nostra richiesta.

Io continuo ad essere però convinto - e non l'abbiamo proposto a caso - che si istituisca un gruppo di lavoro, che può essere anche un gruppo di lavoro, come dicevo prima, "inter-assessorile"...perché? Perché su questa materia io ho provato, preparandomi l'interpellanza, a sentire i vari funzionari...su questa materia intervengono competenze e, diciamo, interessi di più Assessorati: l'Assessorato del bilancio e patrimonio; l'Assessorato dell'istruzione per quanto riguarda dei beni, i beni per esempio che sono soggetti a vincoli, e quindi la Sovrintendenza; l'Assessorato all'agricoltura, perché abbiamo anche dei beni che riguardano il patrimonio agricolo, quindi dei terreni, degli alpeggi, e via dicendo. Quindi è una necessità, questa, che secondo me non può più essere sottovalutata. E lo dico anche perché, all'interno addirittura degli stessi Assessorati, a volte ci sono degli scollamenti interpretativi o degli scollamenti che portano magari un ufficio rispetto all'altro ad interpretare diversamente o ad assumere delle posizioni diverse in merito magari al medesimo bene o in merito alla medesima problematica. Questo oggi non è più possibile farlo, occorre che la "macchina organizzativa", così come lei Assessore l'ha definita, funzioni, sia cioè oliata e sia eventualmente anche ridefinita nelle sue funzioni e nelle sue competenze. Quindi io credo che questo aspetto qua non vada non considerato, non vada cioè sottovalutata la necessità di creare un coordinamento tra Assessorati che si occupi di un piano di valorizzazione, anche in vista del piano di dismissione...non so se l'ultimo risale al 2010 o qualcosa del genere, ma se si va a vedere quel piano di dismissione, vi potrete rendere conto quanti di questi beni non sono stati alienati, ci sono dei beni che sono stati a mio parere strasopravvalutati e che non si riescono a vendere, dei beni che sono stati messi sul mercato con dei vincoli pazzeschi, che ovviamente nessun privato ha intenzione di sobbarcarsi, perché non sono, in nessun modo...diciamo convertibili, non sono in nessun modo utilizzabili.

E poi io credo che vada anche rivista la consistenza patrimoniale, cioè noi abbiamo dei beni, faccio il caso della Centrale Laitière, che è valutata, nei nostri documenti, 2.800.000 euro...mi sembra una cifra del genere, quando l'altra volta ha valutato la vecchia Centrale...2 milioni e 8, 2 milioni e 7, adesso non mi ricordo, ce l'ho qua, aspetti che glielo dico, così...no, ha ragione, 2.048.000...quando l'altro giorno abbiamo fatto una discussione sulla possibilità, o addirittura l'opportunità di abbattere e di utilizzare il terreno...diciamo che è una contabilizzazione che non ha nessun senso da un punto di vista proprio di valore reale del bene. Quindi anche quest'aspetto va riparametrato, le perizie devono essere delle perizie reali, devono essere delle perizie indipendenti, perché noi abbiamo anche la necessità di capire qual è la consistenza reale del nostro patrimonio. Ci sono poi degli stabili, degli edifici, dei terreni che sono addirittura sottovalutati, perché adesso...non so se è la villa Lagnafietta, tanto per fare un esempio, qualcuno mi dice che era stata messa all'asta a 600.000 euro o qualcosa del genere, e poi vado a vedere quanto è valorizzata e mi sembra che parliamo di 71.000 euro...adesso non ho i dati qua, comunque che sono assolutamente scollegati rispetto ai valori effettivi.

Ecco, l'invito è di rimettere mano a questi aspetti e, diciamo, di ridare davvero dignità al nostro patrimonio, cercando di valorizzarlo il più possibile. Grazie.

Presidente - Grazie Consigliere. Punto 15 all'ordine del giorno.