Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 686 del 24 settembre 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 686/XIV - Interpellanza: "Riorganizzazione del Corso di laurea in Scienze della Formazione primaria dell'Università della Valle d'Aosta".

Presidente - Qualcuno chiede la parola? Chiede la parola il Consigliere Donzel, ne ha facoltà.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente. Mi scusi, la variazione dell'ordine del giorno mi ha colto di sorpresa.

Non è una sorpresa che ritorni su questo argomento che è stato discusso a luglio, proprio alla luce di quanto dichiarava, a luglio, l'Assessore, la dottoressa Rini, che diceva: "In conclusione, collega, - oltre a questo excursus di iniziative che l'Assessorato voleva mettere in campo appunto per rafforzare il corso di formazione per quanto riguarda l'insegnamento bi-plurilingue - oltre a questo excursus di quelle che saranno le azioni che verranno messe in campo per il prossimo anno scolastico, consci comunque delle difficoltà che lei ha sottolineato - quindi si riconosceva che le difficoltà presentate da noi, a luglio, erano fondate - che abbiamo riscontrato e di cui abbiamo cercato di farci carico e soprattutto di risolvere questa situazione all'interno dell'Università". Questo è agli atti, quindi...come dire? la situazione che noi riteniamo molto critica è la seguente: noi stiamo spendendo moltissimi soldi, importanti, in una facoltà che, secondo me, è strategica per la Valle d'Aosta.

Noi siamo una Regione autonoma che fonda la sua autonomia sul bilinguismo, sulla sua identità anche francofona. Quindi questa è una caratteristica fondamentale della nostra attività: cercare di formare gli insegnanti, in particolare quelli della scuola dell'infanzia e primaria, perché sappiamo che lì avviene quella formazione, quell'imprinting che consentirà ai nostri cittadini di essere perfettamente bi-plurilingui. È più difficile recuperare dopo, diventa un'abilità che alcuni hanno, possiedono, e altri ne hanno meno; invece è noto che tutti i popoli imparano più lingue nell'età addirittura prescolare e soprattutto nei primi anni di scuola. Così funziona nel mondo: che tantissime persone, la maggior parte degli abitanti del pianeta sono plurilingue, però queste abilità le sviluppano nei primi anni di vita; le abilità successive cominciano a diventare una cosa diciamo più ridotta per persone che hanno più tempo, più competenze, più qualità anche personali...quindi grande investimento della Regione autonoma Valle d'Aosta sul corso di formazione.

Allora, quello che ho cercato di far capire l'altra volta - lei mi ha dato una risposta e poi io sono andato a verificare una parte della risposta - è se questa impostazione che ci siamo dati è quella corretta oppure no, se stiamo investendo bene i nostri soldi oppure no. Tra le risposte che lei ha dato, riscontrando questa caratteristica...che oggi ha una valenza ulteriore, perché lei si è anche impegnata pubblicamente a rafforzare l'insegnamento bilingue e plurilingue nell'attuale scuola valdostana, impegno che lei ha preso pubblicamente, con dichiarazioni pubbliche (e penso che se l'ha preso lei l'ha preso a nome di tutto il Governo regionale), fermo restando i nostri limiti di bilancio, perché oggi ci sarà...è cominciato questa mattina, e continuerà tutto il giorno, un cahier de doléances di persone che hanno problemi di lavoro, di persone che hanno problemi con il welfare e quant'altro...quindi noi decidiamo di rafforzare questo sistema e, per farlo, abbiamo una università.

Questa università è ben congeniata? Lei sostanzialmente risponde di sì, perché lei dice: da quella scuola escono degli insegnanti che hanno il titolo di francese C1, e quindi non c'è problema, questi possono fare il lavoro di full immersion che abbiamo in mente di costruire per la scuola valdostana. Allora io le dico: vada a farsi il giro nelle università italiane, "italiane", e vada, lei che ha studiato economia o qualcosa del genere, vada a vedere cosa succede nelle Facoltà di Economia italiane, dove interi insegnamenti sono erogati in lingua inglese, cioè nelle università italiane insegnano pezzi di economia completamente in lingua inglese, e ormai, se non sei in grado di seguire le lezioni di inglese, ti dicono: "scusa vattelo a studiare e poi torna all'università e iscriviti, perché qua si insegna in inglese"!

Cosa succede in Valle d'Aosta? Gliel'ho già spiegato l'altra volta: intere lezioni sono impartite in italiano, cioè sostanzialmente il 95 percento dell'attività didattica è fatta in lingua italiana nell'università, poi si fanno dei corsi, e qui il merito di questa interpellanza. Lei aveva detto: "sì, avete ragione, ma noi compensiamo". Allora si fanno questi corsi...da una verifica che abbiamo fatto noi, questi corsi non sono per tutti, coprono solo una parte e sono dei corsi aggiuntivi, cioè non sono la sostanza dell'insegnamento! Allora, o noi...e qui non è una battaglia, guardi che non è una battaglia contro...vorrei spiegare anche alla stampa, non è un'interpellanza contro l'Assessore Rini o contro il Governo, è una cosa per cui ci interroghiamo se, in un momento di difficoltà economica, non sia il caso di ritrattare - e lo dico chiaramente - con i livelli ministeriali la strutturazione del corso, perché noi non possiamo...le dico: numeri alla mano, costa meno mandare gli studenti valdostani a laurearsi e acquisire competenze didattiche in Italia, in una facoltà tutta italiana, e poi dire: "spendiamo per un anno di full immersion in Francia e in Inghilterra e li facciamo entrare nella dinamica dell'insegnamento bi-plurilingue", perché così stiamo facendo un lavoro che spendiamo un sacco di soldi per fare le cose che fanno a Torino, Milano, Genova e poi dobbiamo spenderne altri, aggiuntivi, per una formazione. Spendiamo due volte per avere degli insegnanti che poi si scontreranno con la dura realtà dell'insegnamento bi-plurilingue, che non è una passeggiata, che è molto complesso e che tutto il mondo sta andando nella direzione full immersion...lo dico io? No, lo dice il Ministro Giannini, che quando parla di full immersion in inglese per gli scolari italiani, dice: "potrebbero anche essere introdotti insegnanti di madrelingua". Allora, noi siamo anche di madrelingua francese, però, perché questa madrelingua possa diventare tale, bisogna che uno già quando studia, studi in francese. Se studia in italiano e poi deve insegnare in francese e in inglese, scusate, questa è una cosa che non sta in piedi!

Quindi, ribadisco, la mentalità dell'università - e lo dico che mi sentano anche i grandi "professoroni" dell'università, è quella di dire: "cacciate i soldi, Regione Valle d'Aosta, che noi vi facciamo corsi a go-gò in francese, aggiuntivi". Eh no, signori miei! Questo tempo è finito, perché se qui stanno pagando i lavoratori, stanno pagando le famiglie che non arrivano a fine mese, qui qualcuno deve cominciare a fare le cose sul serio e bene in Valle d'Aosta, anche nell'insegnamento bi-plurilingue francofono! Basta ideologie, basta scontri, siamo tutti d'accordo per fare più francese e più inglese ai nostri figli, ai nostri nipoti, ma lo vogliamo fare con serietà, non con un sistema come questo. Questo è un sistema, lo ripeto, onerosissimo, onerosissimo, che rischia, per avere poi applicabilità, di costarci sempre di più. Ma sì, mandiamoli dopo 5 anni a fare ancora un corso in Inghilterra...scusa, durante i 5 anni non è possibile di fare questi insegnamenti in francese? Non troviamo degli insegnanti di madrelingua francesi che facciano questi corsi di didattica? Allora, per fare questo non bisogna fare corsi aggiuntivi. Questo è un tampone, è quello che cerco di spiegare qui, è un tampone che non copre assolutamente il nostro fabbisogno di insegnanti bi-plurilingui.

Per uscire da questo, certo, è una fatica durissima, bisogna andare al Ministero e trattare anche una nuova riorganizzazione di questo corso, ma politicamente c'è voglia solo di fare sventolare bandierine o c'è la voglia di costruire veramente un percorso di scuola bi-plurilingue valdostana che sia credibile e che dia una vera opportunità ai nostri giovani? Allora non dobbiamo inventare niente, copiamo da quelle che sono le università di riferimento in Italia, dove l'insegnamento ormai avviene nelle lingue straniere direttamente, cosa che io giudico scandalosa che qui avvenga solo in alcuni casi e per grazia ricevuta, deve essere parte integrante del corso.

Presidente - Grazie Consigliere Donzel. La parola all'Assessore Rini; prego, ne ha facoltà.

Rini (UV) - Merci Monsieur le Président et merci collègue Donzel pour porter à l'attention de cette salle ce thème.

Au sujet de cette interpellation, et pour vous fournir aussi des informations plus complètes et plus claires, j'estime nécessaire de commencer par quelques remarques préliminaires et quelques considérations. Avant tout, je crois qu'il est opportun de souligner et de rappeler que les choix relatifs à une éventuelle réorganisation du cours de Licence en Sciences de la Formation primaire, Licence magistrale de l'Université de la Vallée d'Aoste, en vue de permettre effectivement une formation bi-plurilingue de nos enseignants sont du ressort de l'Université elle-même, dans le respect naturellement de la législation en vigueur. Cela dit - après j'entrerai dans le mérite, surtout pour celle qui est l'invitation du point de vue politique - je tiens quand même à souligner l'importance de cette question, qui a déjà fait l'objet, comme vous l'avez rappelé, collègue, d'autres interpellations et ici même. Nous avions alors analysé dans les détails les adaptations mises en oeuvre en fonction de la spécificité linguistique de notre région sur laquelle il me semble inutile ici d'y revenir. Je crois que l'objet c'est un autre, c'est un autre.

Conscients de l'exigence d'assurer la formation linguistique des étudiants, l'Assessorat de l'éducation et de la culture et l'Université de la Vallée d'Aoste ont mis en oeuvre les synergies interinstitutionnelles suivantes (comme j'avais déjà dit): le cours de linguistique intégré, diverses initiatives de formation prévues pour les enseignants de notre région dans le cadre du parcours renouveau méthodologique de l'enseignement du français organisé par l'Assessorat même et la poursuite de la collaboration entre l'Université et la Surintendance des écoles pour la valorisation de l'assistance linguistique assurée par les conseillers pédagogiques de langue française. D'autres initiatives ont été mises en oeuvre de manière autonome par l'Université de la Vallée d'Aoste et je n'y reviens pas aujourd'hui parce que ce sont les mêmes qu'on a rappelées au mois de juillet.

En ce qui concerne la seconde question, je tiens à signaler que les initiatives prises par l'Assessorat de l'éducation et de la culture en vue de l'instauration d'une collaboration interinstitutionnelle fructueuse a été étendue aux étudiants du Cours de Licence en Sciences de la Formation primaire, à titre de stage de formation, ce n'est pas un cours en plus. Nous considérons que tant l'Université que l'Administration régionale ont l'intention de poursuivre le chemin entrepris à l'enseigne d'une collaboration élargie afin d'assurer au plus grand nombre d'étudiants la possibilité de suivre encore d'autres activités formatives en français. Il ne s'agit donc pas, comme je disais, d'une formation supplémentaire comme vous avez rappelé dans votre interpellation, mais bien d'un stage dans le plan 2014-2015 et en voie d'approbation par les organes compétents de l'Université. Je conclurais en soulignant que l'Université s'est dite parfaitement disposée à retoucher encore le plan d'étude du Cours de Licence en Sciences de la Formation primaire en sus des modifications dont je viens vous parler.

Concludendo, un po' per rispondere anche a quelle che sono state le altre richieste giustamente avanzate, innanzitutto, come ho già avuto modo di dire l'altra volta, condividiamo con lei la necessità di mettere mano a questo corso di formazione; quindi anche il dibattito in collaborazione tra l'Assessorato e l'Università è costante e cercheremo al più presto di arrivare ad aboutir dei risultati che siano proficui, proprio nel senso che anche lei, collega, giustamente auspicava. Se mi chiede, come mi ha chiesto l'altra volta, e giustamente ha ricordato che non sono stata abbastanza precisa nel dirle se è corretta o meno l'impostazione di questo corso, le dico che tanto è stato fatto, ma no, non siamo ancora ai risultati che anche noi auspichiamo, e che davvero ci impegneremo anche nelle direzioni e anche con i suggerimenti che lei ha portato per poterli raggiungere tutti insieme. Per quanto riguarda invece l'insegnamento plurilingue c'è un punto ad hoc e sarò più precisa in quella sede.

Président - Il y a quelqu'un? La parole au Conseiller Donzel pour la réplique.

Donzel (PD-SIN.VDA) - Intanto ringrazio l'Assessore, ma lei mi riconferma la validità di questo corso che non copre tutti gli studenti, questo stage che, ripeto, non copre neanche la metà degli studenti che sono iscritti al corso. Quindi tutto l'elenco che lei aveva fatto a luglio...io ho preso quel pezzo e se vuole poi andrò avanti, prenderò altri pezzi che lei ha elencato delle tante misure per correggere quel piano di formazione in cui io, intanto, dico non funziona già l'impostazione del piano, è sbagliata; in più, tutte le misure aggiuntive risultano - da quello che capisco io - insufficienti, costose, onerose, sono oneri aggiuntivi per la scuola.

Allora io dico: se questa è l'impostazione di attesa e quindi di continue dichiarazioni, di "faremo di più nelle scuole", ma se alla base non ci arrivano gli insegnanti, quando ci troveremo a discutere del suo famoso progetto di full immersion, ci troveremo di fronte alla casistica inevitabile di un problema di dover avere le risorse qualificate. Allora o continuiamo nella finzione di fare degli inglesi con delle persone che non hanno l'attitudine a insegnare l'inglese o altrimenti facciamo quello che si fa in tutto il resto del mondo: a insegnare una determinata disciplina deve essere una persona che quella disciplina la sa. Secondo me, molti degli insegnanti valdostani hanno questa formazione, ma sono sparsi sul territorio, sono sparsi sul territorio, non sono tutti concentrati, non è così facile costruire questi percorsi, ne abbiamo alcuni che sono ultrapreparati e potrebbero insegnare in Francia e in Inghilterra senza problemi, e ne abbiamo altri che, non per loro colpa, ma perché hanno fatto il percorso corretto che è previsto, che non hanno questa attitudine. Quindi questo è un problema oggettivo. Noi, almeno i nuovi, dobbiamo portarli tutti a un livello di formazione altissimo. Questo è il lavoro che dobbiamo fare.

Secondo me, è importante che si cominci almeno a prefigurare quella cosa che oggi veramente mi ha deluso nel suo iniziale intervento, in cui dice: "eh, ma a decidere un'evoluzione del piano è l'università"...e vabbè, allora, se anche quando il Presidente della Regione per una volta che è Presidente dell'università non gioca la carta della politica e dice: "mettetevi a lavorare", cioè qualcuno...se nessuno glielo dice questi mica lo preparano un piano nuovo! Se ne stanno lì a coltivare la loro cattedra come l'operaio che dice: "io zappo la mia zolla, se il datore di lavoro non mi dice di provare a fare un metro più in là o a fare un metro più in qua", lui dice: "io il mio lavoro lo sto facendo e anche bene"! Infatti stanno facendo molto bene il loro lavoro, ma non è quello che chiede la società valdostana a questo tipo di università! A meno che non si decida di rinunciare a tutti quei progetti di scuola, full immersion, eccetera, perché per farli altrimenti bisogna spendere denaro pubblico, cioè dobbiamo andare a fare dei reclutamenti particolari, o fare, come abbiamo fatto al Liceo classico, aggiungere all'insegnante un altro insegnante, cioè ne paghiamo due quando dovremmo averne uno! Questo modello, secondo me, è a rischio in Valle d'Aosta, non abbiamo più le risorse. Non dico che sia stato sbagliato quello che è stato fatto nel passato, è stato fatto perché c'erano determinate risorse e si potevano pagare due insegnanti in un'aula.

Oggi, per avere l'insegnamento di lingua, parlarne due, è un controsenso, quando possiamo avere dei valdostani preparati che fanno quel lavoro e non andare a cercare gente dalla Francia o dall'Inghilterra a fare un lavoro che possono fare i nostri! Però dobbiamo dar loro gli strumenti per arrivare lì; le altre università lo fanno introducendo veri e propri corsi in lingua. La Valle d'Aosta ha voglia di fare questa sfida qui? Tra l'altro abbiamo, parallela, proprio dei corsi di lingue, lingue e turismo, quindi non è che dobbiamo...stiamo anche andando come università in quella direzione, si tratta di farlo nella facoltà più importante che abbiamo dal punto di vista politico, cioè quella che serve a fare i nuovi cittadini valdostani. Questo è quello che cerchiamo di chiedere con questa interpellanza e speriamo che prima o poi qualcuno ci ascolti.