Oggetto del Consiglio n. 654 del 28 luglio 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 654/XIV - Interpellanza: "Modalità di intervento per la sistemazione idraulica del torrente Maçoin nel comune di Sarre".
Presidente - La parola al collega Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Vista la giornata, visto il clima, insomma, sempre piovoso che caratterizza quest'estate, può capitare magari passando lungo un piccolo ruscello, che poi il torrente Maçoin è un ruscello, che può diventare eventualmente un torrente, raramente, di trovare magari qualcuno lungo gli argini che è lì che osserva, uno potrebbe chiedergli cosa fa lì con questo cattivo tempo. "Controllo che non vi siano magari dei problemi", e se ci sono dei problemi, che cosa fa? Scrive all'Assessorato e, quando non piove, eventualmente va a guardare se le piante crescono o non crescono, e se crescono o non crescono, che cosa fa? Scrive all'Assessorato. Sembra una storiella, una barzelletta, ma è quello che invece avviene in maniera anche piuttosto seria e preoccupante dal mio punto di vista, e non riguarda soltanto la storia di questo ruscelletto di Sarre, ma sta riguardando un po' il comportamento generale di tutti gli Assessorati, quindi è un po' una storia esemplare, in cui dei cittadini si lamentano di una mancata messa in ordine, sistemazione di un torrente, come può capitare per altri problemi, l'abbiamo visto nel sociale, l'abbiamo visto in altri settori, e decidono, stufi di sentirsi prendere in giro dalle autorità comunali, eccetera, di scrivere, scrivere delle lettere, perché vogliono che questa cosa sia in qualche modo testimoniata. Che cosa rispondono dall'Assessorato delle opere pubbliche e difesa del suolo, edilizia residenziale? "Pur rilevando la necessità di intervenire - udite, udite - si riferisce che non vi sono le condizioni di bilancio per indicare tempi e modi della sistemazione idraulica del corso d'acqua". È quello che si sente dire dappertutto: nel sociale, nell'agricoltura: "sì, avete ragione, bisogna intervenire, ma non abbiamo soldi". Che cosa fa quindi il Comune di Sarre ricevendo una lettera così? Scrive al cittadino e dice: "noi faremmo, noi vorremmo fare cose incredibili, però vedete non ci sono i soldi", quindi che cosa fa il Comune di Sarre? Sta lì, fa la sentinella, guarda e, se per caso succederà qualcosa, lo dirà all'Assessore competente...quindi questa situazione di impotenza collettiva, siamo tutti fermi, scriviamo, ci lamentiamo, si manda, non ci sono soldi, il territorio dice: "beh, che possiamo fare se non ci sono i soldi?".
Beh, io credo che a questa rassegnazione bisogna reagire anche con qualche idea. C'è qualcuno che la chiama "decrescita felice", c'è qualcun altro che in passato la chiamava "austerità", ci sono delle reazioni che bisogna provare a mettere in campo, quando magari quel denaro facile che c'era una volta, che circolava in modo forse troppo facile in Valle d'Aosta, oggi non c'è più e quindi magari bisogna riscoprire cosa facevano i nostri vecchi quando c'erano delle situazioni di questo tipo, ma non ci sono più i consorzi di miglioramento fondiario, non si può più organizzare una squadra di cittadini? Oltre a giocare allo tzan, alla rebatta per conservare le tradizioni e fare una pro loco, una festa, eccetera, non si può organizzare una corvée? Non può essere l'Amministrazione comunale che si fa conscia e carica del problema che non ci sono finanziamenti e, invece di dire: "farò il controllore, se succede qualcosa, lo dirò all'Assessore", riorganizza la società, la rimette in campo, la rimette in condizioni di dare risposte? Oppure ci sediamo tutti lì sulla riva del torrente a dire: "vediamo che succede, se succede qualcosa che non va"? Si nomineranno dei responsabili, si organizzeranno dei gruppi di lavoro, si cercherà in qualche modo di rispondere, ma non si può rispondere: "rileviamo la necessità di intervenire"! Questo si dice...non si dice: "questo cittadino...", ma è il caso di questo ruscelletto, ci sono situazioni ancora dieci volte più gravi in Valle d'Aosta, mille volte più gravi, tanti cittadini hanno scritto da tutte le parti, ma la risposta non può essere: "stiamo fermi e speriamo che ce la mandi bene il Signore". La risposta deve andare da qualche parte e non può essere giocato questo scaricabarile che si sta facendo in Valle d'Aosta: l'Assessorato competente scrive al Comune, il Comune scrive al cittadino, poi ci va di mezzo...figuriamoci quando si parlava dei grandi problemi dei trasporti, allora c'erano le famose lettere dell'Assessore Marguerettaz allo Stato, poi alla Regione Piemonte e la risposta era: "ho scritto tante lettere".
Beh, sui grandi macro problemi sappiamo che non è possibile mettere un cittadino lì, ma qui non sono dei problemi così irrisolvibili, qui serve davvero far capire ai cittadini valdostani che, a fronte di una riduzione di risorse, dobbiamo provare anche a dare delle risposte di tipo diverso e sicuramente mettere a disposizione anche competenze, ci saranno delle persone competenti, delle squadre di lavoro? L'Assessorato dei lavori pubblici, fra l'altro, ha delle squadre di lavoro per cui si possono dare indicazioni se è necessario fare un muretto a secco, se invece ci si può limitare a sistemare la scarpata, se degli alberi...abbiamo dei tecnici forestali, si può capire se la pianta va tagliata, come va tagliata, e quindi aiutare anche i cittadini, che magari non hanno più le abilità che avevano i loro predecessori, che erano tutti contadini e conoscevano magari i lavori dei campi, della terra, sapevano intervenire sul legname e quant'altro...dare le indicazioni affinché la popolazione sia in grado di gestire meglio il proprio territorio.
L'invito, che non è un rimprovero, è quello di dire: "non chiudiamoci in questa logica burocratica", proviamo a vedere se, mettendo insieme le energie della Regione, le energie dei Comuni, riusciamo a non dare risposte meramente burocratiche in cui..."qui c'è la rassegnazione totale", "non ci sono più soldi", "i valdostani stanno tutti fermi a guardare", "piove, viene giù il diluvio", "cosa succederà di noi che stiamo lì fermi", no, bisogna che la popolazione venga messa nelle condizioni di riorganizzarsi e di dare risposte ai problemi che ha, con tutte le difficoltà che sorgeranno nell'affrontare queste problematiche.
Presidente - La parola all'Assessore Baccega.
Baccega (SA) - Sì, grazie Presidente.
Ringrazio anche il Consigliere Donzel che, nella mia qualità di neo Assessore, mi ha fatto scoprire un'altra delle tante criticità che un territorio di montagna come la Valle d'Aosta ha. Mi fa piacere che nella sua presentazione dell'interpellanza abbia sottolineato che sono tante le situazioni che si possono generare. Questo è un rapporto tra privato e Amministrazione regionale, il Comune è coinvolto solo per conoscenza e giustamente il privato cittadino si è rivolto all'Assessorato tenendo conto che il torrente Maçoin aveva le problematiche e che per una lunghezza di circa 21 metri c'era bisogno di una protezione appunto del torrente, dell'arginatura, anche a protezione di un tratto di fognatura comunale; quindi il Comune dovrebbe in qualche modo farsi parte attiva. Giustamente in quella nota si ricordava che nel 2008, anno nel quale venivano avviati i lavori di ristrutturazione del fabbricato di proprietà del privato, lo stesso aveva già richiesto all'Amministrazione regionale di completare l'arginatura del torrente ricevendo appunto la risposta che l'intervento non era da considerarsi urgente. Nel frattempo il privato cittadino ha attivato i lavori di ristrutturazione dell'immobile e ha realizzato a proprie spese degli interventi sulle sponde a beneficio di quelle che sono ovviamente le problematiche del suo immobile, a tutela del suo immobile. A tale nota, appunto, il Coordinatore di dipartimento rispondeva, il 14 maggio 2014, rilevando che non si osservavano punti di erosione della sponda o altre condizioni tali da rappresentare immediate situazioni di criticità e riconoscendo che quanto realizzato in generale sulle sponde aveva trasformato le condizioni del corso d'acqua in modo che comunque si doveva intervenire per completare l'intervento. Vi è quindi una chiara ed evidente volontà da parte dell'Amministrazione regionale di intervenire.
Rispondo al quesito n. 1: "come si intende intervenire sul caso specifico", i tecnici dicono che non vi è alcuna situazione d'urgenza e che non è possibile programmare attualmente l'intervento, utile, ma non indispensabile per mancanza di risorse. Nella tutela della pubblica incolumità, non potendo disporre di risorse infinite, si lavora e si opera per priorità, quindi sono prioritarie le situazioni nelle quali sussistono gravi pericoli per la pubblica incolumità, un'evenienza che sembra esclusa per il momento in questo caso specifico.
Quanto al punto 2: "valutare la riorganizzazione di un sistema diffuso e organizzato di corvées, attraverso forme di sostegno ai consorzi di miglioramento fondiario e ai Comuni", direi che un intervento di natura volontaristica può essere efficace rispetto ad interventi di semplice manutenzione, lo fanno spesso in molti comuni, manutenzioni di taglio piante, pulizia dai rifiuti di terreni, sentieri, ma con tutta una serie di cautele, visto che si opererebbe in ambiti non facilmente agibili da tutti e con strumenti per i quali è necessaria una specifica formazione. Questi interventi andrebbero quindi ben organizzati sotto tutti i profili, ma sarebbero comunque scarsamente efficaci, conseguendo solo un risultato simbolico, al massimo di tipo educativo, oppure di immagine. In ultimo ricordo che i consorzi di miglioramento fondiario hanno estreme difficoltà ad organizzare le corvées anche solo per la manutenzione dei canali irrigui, quando invece sarebbe utile perseguire la conservazione di una tradizione antica di manutenzione collettiva dei beni comuni.
Infine concludo dicendo che quanto è proposto non è pertinente con la situazione citata nelle premesse, in questo caso specifico si tratta di realizzare opere di arginatura dove anche la sicurezza richiede un intervento specifico e fortemente tecnico. Nel caso specifico abbiamo raccomandato agli uffici un monitoraggio continuo ed efficace e, come saprete, nei prossimi mesi sarà predisposto al più presto un piano di interventi, che avrà una logica, una proiezione triennale, anche in una logica di programmazione, di pianificazione degli interventi sul territorio, rispetto alle risorse disponibili e al livello di pericolosità; vedremo di intervenire in questi 21 metri per arginare questa situazione. Questo è quanto le posso dire.
Presidente - La parola al collega Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Intanto la ringrazio, Assessore, per come, diciamo, ha trattato con serietà questo che è un singolo, piccolo episodio. Vorrei far notare che il piano regolatore che ha consentito ad un cittadino di edificare lungo questo torrente Maçoin l'ha redatto il Comune di Sarre con l'approvazione degli uffici regionali. Questo cittadino ha pagato degli oneri di urbanizzazione, dopodiché gli si dice: "aspetta e spera". L'ho già detto: non è un ragionamento...come mentalità...non sono qui a fare le marchette di un singolo cittadino, piuttosto che di un altro, per cultura il nostro gruppo parla in una logica collettiva, che riguarda la Valle d'Aosta. Allora, l'avevo anticipata dicendo: "ci sono dei tecnici in grado anche di fornire indicazione", lei risponde quello che è stato risposto più volte a questo cittadino quando ha provato ad intervenire di sua sponte sul torrente: "non toccare nulla perché quella roba lì è pericolosa, non si fa". La scelta cioè è...se in Valle d'Aosta non ci sono più soldi, noi stiamo lì fermi a guardare le piante che crescono, a guardare i ruscelli che si riempiono di detriti e rimaniamo immobili, perché ci vuole un tecnico, un esperto per andare a rimuovere quella... Io infatti ho detto che ci sono degli esperti che devono andare a fare da supporto a delle squadre, ma se noi non immaginiamo di rimobilitare una popolazione su...lei mi dice: "non so che consorzi frequenti, non fanno più la manutenzione". Beh, laddove l'acqua serve veramente, le manutenzioni sono fatte. È certo che in alcuni luoghi ci si è per tempo premuniti, ci sono interventi in cemento, sono stati fatti degli enormi interventi dall'Amministrazione regionale che hanno consentito di sistemare molti canali, però questo non può essere non guardato con una prospettiva del futuro, cosa facciamo da qui al futuro? Ogni anno cresceranno le richieste, che verranno incasellate: "tu non sei un'urgenza e vai indietro", "tu non sei un'urgenza e vai indietro". Io non credo che sia questa la risposta, bisognerà...
Mi fa piacere che almeno questo caso verrà considerato eventualmente nel piano triennale, andremo a vedere se ci sarà nel piano triennale, però, pur comprendendo che questo - l'ho detto in premessa - non attiene a quelle situazioni gravi di emergenza a cui bisogna dare pronta risposta, ripeto che però qualcosa in più le nostre amministrazioni...e guardo a lei che in questo momento ha l'onere di essere Assessore ai lavori pubblici...dovrà concertare con le amministrazioni comunali qualcosa, perché altrimenti finiremo in una sorta di immobilismo, mentre una volta alcuni cittadini potevano provare a mettere alcune pietre, una sull'altra, a fare un muretto e qualcosa, ora gli diremo: " no, non farlo perché non sei autorizzato". È quello che succede a Sarre, si dice ai cittadini: "non farlo perché non sei autorizzato", e che si fa? Stiamo fermi per quanti anni a guardare questo torrentello? Fra l'altro, ripeto, persone che hanno pagato le tasse per edificare in quel luogo e quindi a questo punto chiedono anche un servizio. Questo è il concetto secondo me, perché se un cittadino di sua sponte va in un luogo edificabile..."è una casa abusiva", no, è una casa autorizzata, quindi il Comune doveva già prospettare che, se autorizzava una casa in quel sito, doveva mettere in condizione che anche il sistema, diciamo, delle acque fosse un sistema sicuro che garantisse la proprietà di quel cittadino!
Adesso, non è che voglio fare un caso specifico, però ritengo che tanti e numerosi siano i casi che riguardano le sistemazioni idrauliche in Valle d'Aosta. Nei prossimi anni, essendo venuti meno e procedendo al rallentatore i cantieri forestali, come abbiamo sentito stamattina, che procedono pure a rilento quei pochi cantieri che ci sono, serve un'altra strategia. Torno a dire che la risposta non può essere quella burocratica, il cittadino scrive e gli rispondo: "aspetta e spera". Deve essere una risposta fattiva, concreta, costruita insieme alla comunità.
Presidente - Punto 28 all'ordine del giorno.