Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 652 del 28 luglio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 652/XIV - Interpellanza: "Predisposizione di un disegno di legge in materia di commercio, a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 104/2014".

Presidente - La parola al Consigliere Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Torniamo su un argomento, che è uno degli argomenti che, secondo noi, è stato più trascurato in questi anni: è la programmazione commerciale, che, di fatto, è venuta a mancare, sono rimasti dei buchi nella legislazione. La recente sentenza della Corte costituzionale ha di fatto spazzato via alcune delle norme che erano state approvate dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta e ci troviamo in una situazione che è una situazione di stallo. Situazione di stallo che però potrebbe essere, diciamo, il terreno fertile per qualche speculazione, che tanto per non fare i nomi, potrebbe riguardare qualche ex Consigliere regionale che ha i terreni in quel di Sarre, dove il Bennet aveva manifestato degli interessi, dove il gruppo Famila aveva manifestato degli interessi, allora perché non provvedere subito? Perché non mettere una pezza anche qui ad una situazione che si andrà ad aggravare sicuramente con il tempo? Non è bastata la situazione che ci troviamo ad affrontare adesso nel comune di Aosta e nei comuni limitrofi per la questione del piccolo commercio, che, oltre che ad essere in difficoltà, in alcuni punti addirittura è sparito.

Sappiamo che la percentuale di grandi strutture, di medie strutture di vendita in Valle d'Aosta è decisamente superiore a quella che c'è in altre realtà italiane e quindi questo fa soffrire ulteriormente il tessuto commerciale e il piccolo commercio valdostano. Bisogna però prendere, secondo noi, dei provvedimenti, che devono essere dei provvedimenti immediati e dei provvedimenti che siano sostenibili. Lo so, qualcuno mi verrà a dire: "c'è stata la direttiva Bolkestein di liberalizzazione del commercio, adesso dobbiamo liberalizzare, non possiamo più mettere dei limiti numerici, non possiamo più mettere questo...non possiamo più mettere quello...", ecco, buona parte di queste considerazioni sono delle emerite balle, perché "emerite balle"? Perché anche all'interno della direttiva di liberalizzazione ci sono una serie di interessi che devono andare obbligatoriamente tutelati e che possono rappresentare dei paletti all'apertura di nuovi centri commerciali e di nuove grandi strutture di vendita e faccio degli esempi: i servizi di trasporto pubblico minimi, le zone verdi e pedonali, gli spazi destinati alla sosta anche per i bambini, sistemi di riduzione dell'inquinamento acustico, di raccolta delle acque piovane, di limitazione degli imballaggi, di utilizzo delle energie alternative. Vale a dire che i paletti che prima erano dei paletti di numero, cioè io faccio tre strutture al massimo in Valle d'Aosta, adesso possono diventare dei paletti di ottimizzazione delle strutture nuove che volessero aprire e, di fatto, possono impedire la proliferazione di queste nuove strutture.

Il problema è un problema tutto politico, si vuole limitare l'apertura di nuove grandi strutture di vendita e anche delle medie e quindi dare una chance a quello che è rimasto del commercio, oppure gli si vuol dare il colpo di grazia? Ecco, questo noi stiamo cercando di capirlo. Dal punto di vista legislativo, l'intervento è possibile e, di conseguenza, perché non attuarlo? Teniamo conto che già in Francia c'è una tendenza che è iniziata e la tendenza è quella di una sparizione quasi dei centri commerciali in alcuni punti e di una rivitalizzazione di quelli che vengono chiamati "centri commerciali naturali", cioè i vecchi centri storici che si rivitalizzano, quindi c'è un qualcosa che effettivamente sta cambiando. Potremmo andare a vedere anche quello che è successo in regioni a noi non troppo lontane: in Veneto, dopo una politica dissennata di apertura di grandi strutture di vendita, si sono trovati degli scheletri dei grandi centri commerciali che adesso sono delle cattedrali nel deserto di cemento, che sono rimaste lì. Noi rischiamo fortemente di fare questa fine. Se poi le priorità sono speculazioni di carattere edilizio, allora è tutto un altro argomento, ma questo noi vorremmo capirlo e vorremmo capire qual è l'intendimento della Giunta regionale in questo momento per quanto riguarda l'aspetto normativo di competenza.

Presidente - Grazie collega. La parola all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Grazie.

Rispetto alla prima domanda, i dati degli esercizi commerciali relativi al primo semestre non sono disponibili, si può però avere quelli del secondo semestre 2013, che sono quelli più attuali che abbiamo, e si può affermare che il quadro complessivo che emerge può essere definito moderatamente apprezzabile in quanto, nonostante una crescita del numero delle medie e grandi superfici di vendita (più 27), il saldo tra aperture e cessazioni definitive degli esercizi di vicinato risulta essere ampiamente positivo (più 178). Qua c'è il dettaglio, dopodiché posso lasciarglielo. Gli esercizi di vicinato fino a 150 metri quadri erano 1.093, le medie da 151 a 1.500 57, le grandi nessuna, questi sono i dati delle chiusure. Le aperture: sempre esercizi di vicinato 1.271, le medie 83 e le grandi 1, nel settore non alimentare per concentrazioni di 2 medie esistenti.

"Quali sono i tempi previsti dal Governo regionale in ordine alla predisposizione di un disegno di legge in materia di commercio, a seguito della citata sentenza della Corte costituzionale", ho avuto modo di dirglielo questa mattina, credo che già nel mese di agosto ci sarà la presentazione quindi quando riprenderanno i lavori, le commissioni potranno subito lavorare sul disegno di legge. Non riguarderà chiaramente solo la sentenza, ma sarà una legge che andrà a disciplinare una serie di aspetti.

"Se è intendimento del Governo regionale inserire una serie di prescrizioni volte a limitare l'apertura di nuove medie e grandi strutture di vendita, riequilibrando la rete commerciale del piccolo...", quest'intenzione era già un'intenzione che il Governo ha manifestato e quindi ha già introdotto nel testo di legge - che poi la Consulta ha ritenuto incostituzionale - una serie di limitazioni. Ricordo che quel testo di legge è stato validato da tutte le associazioni dei commercianti, che hanno ritenuto che quel testo di legge fosse un testo di legge che tutelava e che dava una serie di prescrizioni. Ricordo anche che in quella sede - io non metto in dubbio la capacità del Consigliere Ferrero di fare proposte e di svolgere il suo ruolo di legislatore - che le associazioni dei commercianti avevano preso niente poco di meno che Onida come consulente, credo che Onida abbia un curriculum di tutto rispetto e aveva dato delle indicazioni che potevano in qualche modo essere raccolte. È quello che è stato fatto dall'Amministrazione regionale, dopodiché probabilmente l'emerito Presidente della Corte costituzionale non si è trovato in linea con la nuova Corte costituzionale, che ha bocciato tutte le sue proposte e così tutte le proposte che sono state fatte nel senso limitativo di tutte le altre Regioni e le altre Province, Bolzano in primis. Per carità, quindi, noi possiamo fare tutte le proposte possibili, quando arriverà il testo di legge, collega Ferrero, qualora le indicazioni che andremo ad inserire non saranno di suo gradimento, avrà la possibilità di fare tutte le proposte possibili. Rispetto a questo lavoro, noi le indicazioni le diamo, ma ci facciamo aiutare ovviamente da giuristi e da esperti, che ci danno delle indicazioni alla luce anche delle sentenze e della giurisprudenza.

Vede - io glielo dico con grande serenità -, qua il gioco di chi è pro piccolo commercio e chi è contro il piccolo commercio non vale, tutti i provvedimenti legittimi sono ben accetti e possiamo lavorare nella stessa direzione, purché ci sia qualcuno che dia delle indicazioni che sono delle indicazioni sostenibili. Ad oggi - e l'avevamo detto in tempi non sospetti - il corridoio che dobbiamo utilizzare è un corridoio molto stretto.

Altra cosa è un'attività che stiamo facendo, anche molto importante, di collaborazione coi Comuni nella redazione dei piani regolatori, che sono effettivamente gli strumenti più idonei per limitare questo fenomeno, quindi a livello di Enti locali, si può fare un'azione molto più incisiva, perché è lì che effettivamente si possono introdurre delle motivazioni che reggono, perché tutte le altre limitazioni sono considerate delle limitazioni che limitano la concorrenza e che invadono la competenza. Io quindi credo che nel mese di settembre avremo modo di lavorare su questo testo e, qualora vi saranno dei contributi importanti, saremo disponibili ad accoglierli.

Presidente - Grazie. La parola al collega Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

I contributi da parte del Movimento Cinque Stelle non mancheranno e arriveranno sicuramente. Di certo è che vedo sempre quest'atteggiamento dimesso, come se fosse quasi impossibile ostacolare quello che era l'esito della sentenza della Corte costituzionale, così non è, perché se andiamo a vedere la legislazione della Liguria e dell'Emilia Romagna, in parte del Veneto, sono state inserite delle prescrizioni che effettivamente sono le prescrizioni di cui ho fatto alcuni esempi precedentemente. In parole povere se io impongo a chi vuole aprire il centro commerciale tutta una serie di limiti compatibili, che sono quelli che la direttiva Bolkestein appunto chiama "motivi di interesse imperativo", quindi sono interessi superiori, che sono quelli della salute delle persone, sono quelli, diciamo, della tutela dell'ambiente...tranquillamente posso porre delle limitazioni.

Io ribadisco qui - ma quando sarà il momento ci faremo ovviamente avanti - che si può fare una legge che venga a tutelare il piccolo commercio. È inutile dire che noi ci schieriamo completamente a favore del piccolo commercio, proprio perché anche la tendenza sarà quella di desertificazione di alcuni centri commerciali, quindi di averne poi quattro o cinque con un territorio valdostano che a livello di territorio in piano è molto limitato. Rappresenterà poi...e possiamo già vedere alcuni di questi effetti in regione Amérique...alla fine ci troviamo questi scheletri vuoti. Noi non vogliamo che finisca così, che ci siano interessi di carattere immobiliare o altri tipi di interesse personale che vadano poi ad influire su quelle che sono le scelte dell'Amministrazione. Le possibilità di fare bene, di fare qualcosa quindi ci sono, quando vedremo il testo, sicuramente interverremo.

Presidente - Punto 26 all'ordine del giorno.