Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 651 del 28 luglio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 651/XIV - Interpellanza: "Intendimenti in merito al futuro utilizzo della struttura dell'ex Centrale laitière di Aosta".

Presidente - La parola al collega Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

In questo Consiglio regionale in altre legislature si è già avuto modo di discutere del tema di cui si occupa quest'interpellanza firmata congiuntamente da UVP, ALPE, PD-Sinistra VdA e Movimento Cinque Stelle - l'abbiamo sottoscritta uno per gruppo proprio per testimoniare l'interesse diffuso per questa tipologia di iniziative -, l'argomento è la destinazione d'uso, o forse sarebbe meglio dire: il destino della struttura dell'ex Centrale laitière. Parliamo, per chi non avesse chiara l'ubicazione, di quel grosso stabile che si può intravedere passando da via Piccolo San Bernardo in prossimità del distributore dell'AGIP e del deposito di carburanti, quello della Depo-Dora, è in via Piccolo San Bernardo 22. Uno stabile che fino ad una quindicina-una ventina di anni fa veniva impiegato come sede della Centrale laitière e poi mai più riutilizzato in seguito al trasferimento della stessa nella nuova sede di Gressan. Per un periodo, tra l'altro, quella sede fu usata anche come magazzino, mi sembra, della Croce Rossa, almeno si legge sulla facciata: "Croce Rossa Italiana".

Su quella struttura e su quell'area si sono immaginate destinazioni d'uso le più diverse, si è parlato di demolire tutta la struttura per recuperare un'area importante sotto il profilo sia dell'ampiezza che della sua ubicazione, è un luogo anche strategico da un punto di vista urbanistico, si è ragionato di utilizzarla come sede distaccata dell'Università della Valle d'Aosta, addirittura era stata ceduta all'università e, da quello che mi risulta, l'università poi l'ha nuovamente ridata alla Regione e in ultimo all'Institut agricole. Tra l'altro, la struttura è proprio posizionata dirimpetto a Montfleury, quindi in una zona anche strategica dal punto di vista delle collocazioni delle strutture. Insomma, negli anni sono state tante le idee, ma nessuna di queste ha trovato una degna e concreta realizzazione.

Qualche tempo fa, come gruppo PD-Sinistra VdA, avevamo fatto un'interpellanza per chiedere notizie su un'altra proprietà della Regione: mi riferisco ai locali posti all'ultimo piano dell'ex Maternità - all'epoca forse mi rispose l'ex Assessore Marco Viérin - con l'obiettivo di riportare all'attenzione dei cittadini e dei media il problema delle strutture di proprietà pubblica inutilizzate, strutture che nel tempo perdono valore anche a causa dell'abbandono, che, come si sa, accelera il degrado, producendo danni irreversibili, cioè queste strutture dopo qualche anno non si possono più riutilizzare. Strutture che, se non adeguatamente valorizzate, diventano semplicemente dei costi, dei debiti, strutture che, tra l'altro, deprivano di risorse importanti altri settori fondamentali che ne avrebbero un gran bisogno, parliamo tutti i giorni di tagli alla sanità, tagli alle politiche sociali, tagli all'industria, all'istruzione, all'agricoltura.

Sono ancora passato un paio di giorni fa a fare delle foto e devo dire che non fa bene vedere una struttura lasciata invecchiare così, senza prospettive, abbandonata a sé stessa. Certo è un problema non solo di questo particolare stabile, sono molti gli stabili di proprietà pubblica in stand-by, in attesa magari di finanziamenti adeguati o anche solo di un'idea progettuale; poi non è neanche detto che non si possa pensare, così come era stato ipotizzato qualche tempo fa, alla demolizione di questa struttura e al recupero di quell'importante area. Beh, forse partendo proprio da quelle strutture più strategiche per la loro collocazione si può pensare ad un piano di recupero complessivo di valorizzazione del bene pubblico, che renda nuovamente produttive le nostre numerose proprietà, soprattutto oggi che la crisi morde e che ogni denaro speso male o non speso è uno sfregio a chi ne ha veramente bisogno. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola all'Assessore Perron.

Perron (UV) - Grazie Presidente.

Ringrazio per quest'iniziativa che ci permette un attimo di fare il punto. Con riferimento alla richiesta che ha formulato, vorrei segnalare che ad oggi, perlomeno all'Assessorato finanze, non risultano progetti futuri di riqualificazione, di ristrutturazione e riutilizzo degli stabili dell'ex Centrale laitière. Lo ha evocato lei, collega Guichardaz: nel tempo tante idee, tanti progetti e mai un'idea ha preso piede. Voglio ricordare che negli anni scorsi l'Amministrazione regionale aveva - giustamente lei lo ha detto - ipotizzato di delocalizzare lì, in quest'area la nuova sede dell'Institut agricole. Nel 2007, esattamente a luglio, si era anche affidato il servizio di redazione di uno studio di fattibilità. I costi ipotizzati da questo studio erano molto alti: erano stimati all'epoca in 24.500.000 euro, ai quali bisognava aggiungere l'IVA, e la realizzazione di quest'intervento era inoltre subordinata all'acquisizione delle aree limitrofe, quelle che lei citava poc'anzi, collega, quelle cioè occupate dalla società Depo-Dora, che giustamente si occupa e commercializza prodotti petroliferi. In questi anni quindi cosa si è fatto? Beh, in questi anni su questo progetto si è fatta un'attenta analisi anche con i responsabili dell'Institut agricole e si è deciso di non operare più tale scelta, quindi la scelta di delocalizzare lì l'Institut agricole è definitivamente abbandonata. Innanzitutto le mutate condizioni del Paese e anche della Regione hanno imposto e impongono una riduzione di grandi spese di investimento, di quelle che a volte vengono definite grandi opere.

Secondo aspetto: c'era stata l'urgenza da parte dell'Institut agricole di disporre di nuovi spazi da destinare ad aule, che non erano assolutamente compatibili coi tempi di realizzazione della nuova sede, per la quale si sarebbe reso necessario procedere alla bonifica dell'area. L'avvenuta ristrutturazione dell'edificio ex cantina e quindi il suo collegamento con l'edificio principale, che è sede dell'Institut agricole, hanno poi già permesso di recuperare nuovi spazi da destinare alle attività scolastiche, dando qui in qualche modo una risposta soddisfacente al bisogno di aule scolastiche, che al tempo veniva evidenziato con quel progetto. In conseguenza di tutto ciò, quindi, le somme inizialmente destinate alla nuova sede dell'Institut sono state ridotte, con deliberazione 1018 del 2013, dalla Giunta regionale in 1.750.000: per l'esecuzione di interventi per la parziale ristrutturazione dell'attuale sede dell'Institut. Attualmente è in corso l'affidamento per l'esecuzione delle indagini e delle analisi necessarie alla caratterizzazione dei terreni dell'ex Centrale laitière, costo stimato per quest'operazione: circa 90 mila euro. I risultati verranno successivamente trasmessi ai competenti uffici dell'Assessorato del territorio e dell'ambiente per gli adempimenti di competenza, quindi anche eventuali interventi di bonifica.

Circa il futuro, certamente - lei lo ha detto - l'area dell'ex Centrale laitière rappresenta per la Regione un immobile dalle significative potenzialità, questo senz'altro è vero: potenzialità logistiche, potenzialità edificatorie, pur sempre limitate - voglio sottolinearlo - alle destinazioni urbanistiche che sono previste dal piano regolatore del Comune di Aosta. Infatti, lo stesso immobile si configura come certamente un polo di valenza strategica, lei stesso lo evidenziava in considerazione della sua ubicazione: la relativa vicinanza al centro storico di Aosta, l'estensione è grande: sono più di 8 mila metri quadrati, la sua accessibilità: c'è un ingresso da via Piccolo San Bernardo molto agevole, che si trova quindi alle porte della città di Aosta. Come ho detto, risulta quindi non più utilmente perseguibile l'ipotesi di delocalizzare in tale area la nuova sede dell'Institut. È intenzione quindi di quest'Amministrazione, una volta in possesso delle risultanze delle indagini - ne accennavo poc'anzi - per la caratterizzazione del sito, condurre insieme col Comune di Aosta delle operazioni, delle valutazioni necessarie all'individuazione dei possibili interventi di riconversione dell'area, che siano compatibili con le modifiche attuabili rispetto alle prescrizioni urbanistiche vigenti e parametrati alle effettive esigenze istituzionali dell'Amministrazione. Voglio ricordare, infatti, che l'immobile è inserito ad oggi in zona BC02 del piano regolatore vigente del Comune di Aosta, ma ad oggi è vincolata all'insediamento di strutture scolastiche dell'obbligo, quindi tale procedura...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...dell'obbligo, quindi l'ipotesi di qualsiasi intervento con finalità pubblica diversa dalla struttura scolastica di cui sopra si può attuare, ma deve avvenire attraverso una modifica...urbanistica, cosa che andava fatta, ovviamente, anche per fare - il collega Chatrian lo ricorda - eventualmente anche la sede dell'Antitrust e nel rispetto, altro aspetto, ovviamente nel caso di ragionamenti nuovi degli indici di zona.

Nel complesso quindi sono aperte delle ipotesi, sono aperte le idee, non esistono attualmente delle destinazioni definitive su questi immobili, la riconversione prevista potrebbe - anche lei lo citava...uso il condizionale - avvenire attraverso la totale demolizione del fabbricato, lasciando quindi impregiudicate le possibilità di sfruttamento del sito, oppure inserire - ragionamento sul quale torneremo in quest'aula - in un piano di dismissioni future, eventualmente valutando anche investitori potenzialmente interessati ad acquisire questa struttura. Grazie.

Presidente - Grazie Assessore. Per la replica, la parola al Consigliere Guichardaz.

Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Sì, brevemente, poi lascio la parola al collega Chatrian.

Beh, l'importante di queste iniziative è comunque, diciamo, riproporre delle tematiche che a volte rimangono un po' in ombra. Quella è una struttura a detta di molti di nessun pregio particolare...magari lo potrà confermare Chatrian, che nella sua vita civile faceva o fa l'architetto...quindi è una struttura che, voglio dire, non penso rivesta delle difficoltà di tipo...diciamo vincoli particolari. La cosa che vorrei ribadire - l'ho già detto in premessa - è che è importante oggi fare un piano complessivo di recupero delle strutture e delle aree pubbliche, perché non possiamo assolutamente più permetterci - la Regione, le istituzioni - di avere delle strutture, delle proprietà che non rendono, ma che anzi sono dei costi, com'è un costo, per esempio, l'ultimo piano dell'ex Maternità. Adesso abbiamo un nuovo Assessore, solleciterei nuovamente una presa di attenzione e di interesse verso questi oltre 1.000 metri quadrati, diciamo, di spazi che potrebbero essere utilizzati. Grazie.

Presidente - Grazie collega. La parola al collega Chatrian, direi, per quattro minuti, così ha il tempo di illustrare bene le sue sensazioni.

Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.

Il collega Guichardaz ha ben illustrato l'iniziativa e nella replica, diciamo, ha sintetizzato molto bene qual era lo spirito di questa nostra iniziativa. In questi ultimi 20 anni su questi 8 mila metri quadri, su questa zona penso siano stati fatti diversi progetti preliminari o definitivi, per ultimo citava l'Assessore Perron la delocalizzazione dell'Institut agricole, poi non andata a buon fine per ragioni di natura economica e per l'impossibilità di poter intervenire ed ampliare l'area e comunque le nostre finanze ad oggi non ce lo permettono. Al di là di questo, l'obiettivo di quest'iniziativa era...il secondo quesito, la seconda domanda...l'invito al Governo regionale, a lei come nuovo Assessore è quello di fare di nuovo lo stato dell'arte, il punto della situazione per quanto riguarda le numerose proprietà che abbiamo dislocate sul territorio. Allora, probabilmente, a maggior ragione, dobbiamo, io dico: dobbiamo, come Consiglio regionale, decidere se ci sono le condizioni per valorizzarlo internamente, destinandolo a soluzioni come pubblico...altrimenti tanto vale, dato che a questo punto diventano dei costi per la collettività tutta, prendere delle decisioni importanti; com'è stato fatto un decennio fa, l'Amministrazione nel 2004 ha fatto delle scelte, giuste o sbagliate che siano dal punto di vista politico, si è fatto un ragionamento anche di costi e benefici, il pubblico dopo decenni di acquisti sul territorio...dal 1991 in avanti, da quando c'è stato il riparto fiscale, aveva acquistato diverse proprietà, per ovvie ragioni, giuste o sbagliate che siano, ma era il momento di fare il punto della situazione e certi acquisti dovevano essere alienati per forza, altrimenti diventavano un costo per l'Amministrazione pubblica e per tutta la collettività.

Visto e considerato che le nostre finanze sono comunque calate in quest'ultimo periodo, penso che se si può fare...nel mese di settembre-ottobre una situazione generale sulle proprietà non utilizzate, che magari non hanno più senso di essere mantenute all'interno dell'amministrazione pubblica, inserirle nel piano dismissioni e creare certe condizioni...Questa però penso sia un'area non di pregio dal punto di vista architettonico, ma interessante dal punto di vista dell'ubicazione: valutiamo se dal punto di vista pubblico, dal punto di vista della collettività, ci sono delle condizioni per creare invece una destinazione che sia comunque...che possa aiutare, da una parte, la collettività e, dall'altra, comunque dare delle risposte puntuali, magari insieme al privato, non solo come pubblico, magari cercando di trovare delle soluzioni che vadano in una certa direzione, reperendo anche dei capitali privati, perché, come dicevamo prima, la situazione è questa e quindi probabilmente dobbiamo mettere in campo delle idee nuove per valorizzare al meglio il patrimonio esistente. Grazie.

Presidente - Grazie collega. Punto 25 all'ordine del giorno.