Oggetto del Consiglio n. 645 del 28 luglio 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 645/XIV - Interpellanza: "Problemi occupazionali per i lavoratori dell'ex SEA e Nuova Energia S.r.l.".
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha la facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
La questione che intendiamo trattare con quest'interpellanza è piuttosto complessa e di non facile lettura sia sotto l'aspetto tecnico-giuridico, sia per le ricadute di carattere economico ed occupazionale. Intanto, è bene che ci ascolta abbia alcune informazioni fondamentali ai fini della discussione, intanto di che cosa stiamo parlando? I titoli dei giornali e le agenzie li abbiamo letti tutti, ne cito alcuni: "A rischio i posti di lavoro dell'ex SEA", "A causa del mancato raggiungimento degli accordi, possibili ripercussioni a livello occupazionale", "Teleriscaldamento, SEA e Nuova Energia, occupazione a rischio per il contenzioso con Telcha", fino all'ultimo articolo comparso su un giornale locale dal titolo: "Un disegno per escludere SEA e Nuova Energia", con l'auspicio finale da parte del sindacato riassunto nel titolo - Enrico Monti per chi non lo sapesse è il Segretario della FIOM-CGIL -: "La Giunta regionale si attivi perché la vicenda abbia un epilogo positivo".
Stiamo parlando quindi di una vicenda che riguarda una realtà produttiva valdostana: la Nuova Energia S.r.l., i lavoratori attualmente assunti da questa società, per la cronaca, sono 39, di cui 25 sono interessati attualmente da una procedura di cassa integrazione ordinaria, ma soprattutto stiamo parlando di 11 lavoratori ancora in carico alla SEA S.r.l., una società che recentemente ha presentato una richiesta di concordato preventivo e dalle cui ceneri - lo dico per sintetizzare, la vicenda è molto più complessa - è nata la Nuova Energia S.r.l.. Dicevo, 11 lavoratori della SEA, che sono stati messi in cassa integrazione straordinaria dal dicembre 2013 al dicembre 2014 e che, se non si risolve il contenzioso, rischiano davvero di fare una brutta fine. Parliamo quindi di aziende valdostane, di tessuto produttivo valdostano, di lavoratori valdostani, di famiglie valdostane, perché, colleghi, quando parliamo di crisi del settore industriale, più diffusamente di crisi del lavoro, non dobbiamo dimenticarci di avere a che fare con persone in carne e ossa, con famiglie che all'improvviso si ritrovano a rischio indigenza, che non vedono prospettive per il proprio futuro, per i propri figli. È bene, colleghi, che, quando si affrontano argomenti che ad alcuni non sono molto chiari, ma che devono...sui quali oggi parliamo, si abbia ben chiaro che non parliamo solo di numeri, di astratti acronimi, che alcuni potrebbero significare poco: Telcha, SEA, CVA, ma di persone come noi, come voi, di persone appunto in carne ed ossa.
Di cosa si occupa, di cosa si sarebbe dovuta occupare questa società valdostana? Sostanzialmente di teleriscaldamento. Le strade della nostra città in questi mesi sono tutte un cantiere, vengono scavate per far passare le tubature, che a regime dovrebbero portare alle case dei cittadini aostani acqua calda. Mi dicono - non sono un tecnico, per cui mi si perdonerà l'uso di termini impropri - che si tratta di acqua per impianti di riscaldamento e ad uso civile che sarà portata alla giusta temperatura da una grossa centrale a gas metano e da un sistema che dovrebbe recuperare il calore prodotto dalle colate della Cogne Acciai Speciali, non so se si chiama pompa di calore o qualcosa del genere. Credo possa servire al dibattito dire che quest'acqua, essendo scaldata a livello centralizzato e portata direttamente in ogni abitazione attraverso questa rete di tubazioni a bassa dispersione termica, dovrebbe comportare la dismissione delle caldaie tradizionali, di cui le abitazioni sono attualmente dotate, naturalmente parlo di quelle che hanno aderito al contratto con il teleriscaldamento.
Dalle informazioni che ho raccolto, per lo più dai giornali e direttamente dai sindacati, la SEA in origine si occupava, oltre che di alcuni impianti di teleriscaldamento valdostani, di installazione e manutenzione di caldaie: quelle tradizionali, a gas, a gasolio, eccetera. Era quindi di fatto il gestore di clienti che in parte sarebbero stati dirottati dalla stessa SEA, tra l'altro, sul teleriscaldamento, SEA praticamente è stata il promotore del trasferimento di parte delle sue utenze a Telcha. Infatti, si legge che tra i vari impegni che SEA si era assunta in qualità di socio di Telcha c'era anche quello di convincere i propri clienti a passare dai sistemi tradizionali al teleriscaldamento. Insomma, SEA sarebbe stata il reclutatore delle utenze di Telcha attingendo i potenziali clienti dal proprio portafoglio. Ora, perché SEA ha ceduto le proprie utenze, che comunque le assicuravano un discreto gira d'affari, a Telcha? Perché privarsi di un portafoglio clienti così importante per darlo proprio a Telcha? Perché evidentemente gli accordi societari presupponevano che Telcha, in cambio di questo lavoro di reclutamento della clientela da parte della sua socia SEA, avrebbe ceduto una serie di lavori alla stessa SEA, impiantistici, ma anche di manutenzione nell'ambito proprio del teleriscaldamento. Infatti, inizialmente SEA era socia di Telcha al 12,5 percento assieme alla Cofely Italia S.p.A. - si tratta di un'azienda coordinata e diretta dal gruppo Cofely Gdf Suez, in sostanza Gas France per farla semplice - che deteneva il 51 percento di Telcha, assieme alla CVA, che deteneva il 24 percento e alla Fratelli Ronc, che ne deteneva il 12,5 percento. Insomma, una partnership pubblico-privata che vedeva coinvolte imprese valdostane e come socio di peso anche la nostra controllata regionale CVA, tant'è che mi risulta che il Presidente del c.d.a. di Telcha sia il dottor Trisoldi, l'attuale Presidente appunto di CVA. L'assetto societario di Telcha S.r.l. ha poi subito una modifica a gennaio di quest'anno a seguito dell'uscita di scena dei Fratelli Ronc e oggi Cofely S.p.A. ha aumentato le sue quote al 59,5 percento, CVA al 28 percento, SEA S.r.l. è rimasta al 12,5 percento, praticamente c'è stata una redistribuzione delle quote a favore di CVA e di Cofely Italia.
Ora, ho fatto questa premessa per cercare di dire che SEA S.r.l., società che, come dicevo, ad un certo punto è andata in crisi di liquidità e che proprio per quello ha richiesto al tribunale fallimentare di accedere alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale attraverso un contratto di affitto di ramo di azienda e di usufrutto di partecipazione in favore di Nuova Energia S.r.l....dicevo che ho cercato di spiegare che SEA S.r.l. e oggi Nuova Energia S.r.l. non sono lì per gentile concessione dei soci di Telcha, ma evidentemente per il know-how, in quanto società ben radicata sul territorio, quindi, se vogliamo, SEA-Nuova Energia è in Telcha in quanto reclutatore di utenze, ma anche in quanto garante nei confronti dei clienti, dei suoi clienti. Chi mai affiderebbe ad una società non radicata sul territorio se non ci fossero degli interlocutori locali già conosciuti a fare da tramite? Presumo che lo stesso si possa dire per CVA, altrimenti non mi spiegherei perché una società pubblica dovrebbe entrare in modo così consistente in un'impresa di fatto controllata da una società non valdostana, da una multinazionale con oltre 2.000 dipendenti, anzi 2.000 collaboratori solo in Italia, parlo della Cofely, e 220.000 nel mondo, parlo della Gdf Suez, che è il socio maggioritario all'interno di Telcha.
Ci spiegano i giornali che la Nuova Energia S.r.l. - che ricordo è la società che, semplificando, avrebbe preso in affitto il ramo d'impresa della decotta SEA S.r.l. - avrebbe stipulato all'atto della costituzione di Telcha accordi parasociali, che avrebbero dovuto trasferirle - mi dicono per tre anni - i patti e gli accordi in essere tra la SEA S.r.l. e gli altri soci di Telcha. Parliamo dell'assegnazione di parte dei lavori di impiantistica, del progetto di realizzazione, manutenzione e gestione del teleriscaldamento in percentuali e valori convenuti. Con ciò determinando, almeno l'intenzione doveva essere quella, il riutilizzo dei lavoratori in organico, che ricordo sono una cinquantina tra SEA S.r.l. e Nuova Energia. Per venire al nocciolo della questione, Telcha, la società che raggruppa i vari soci di cui vi ho detto: Cofely, CVA e SEA-Nuova Energia, oggi mette in discussione quei patti stipulati con SEA S.r.l. per ragioni che non vi so dire, con ciò estromettendo l'azienda valdostana da alcuni lavori e forniture che valgono svariati milioni di euro. Lavori che risulta siano stati in parte affidati ad una società non valdostana, che fa capo proprio a Cofely, infatti si tratterebbe della Cofely Contracting Italia S.r.l., parliamo di qualche...non so se 16 milioni di euro o qualcosa del genere.
Non voglio entrare nel merito della lite tra soci, so che è in corso una litis denuntiatio, cioè una procedura preventiva all'apertura di un contenzioso giudiziario vero e proprio, ma, siccome la questione riguarda il settore industriale della nostra Regione, settore che, come noto, non gode oggi di grande salute, che continua a produrre cassintegrati e purtroppo disoccupati, beh, penso che sia quanto mai opportuno che la politica se ne occupi concretamente. Non so chi ha ragione o torto in tutta questa faccenda, non conosco con precisione gli atti, ma devo dire che ho trovato piuttosto sgradevole - vengo alla conclusione - la dichiarazione tranchante di un nostro dipendente: il dottor Trisoldi, il Presidente di CVA, nonché Presidente di Telcha, che ha liquidato senza tanti preamboli questo braccio di ferro tra soci, limitandosi a dire che la Nuova Energia S.r.l. non figura tra i soci presenti in Telcha, ha detto solo quello. Prudenza avrebbe voluto, a mio parere, che il Presidente della CVA - società pubblica, anche se controllata tramite Finaosta - evitasse toni ultimativi, avesse evitato cioè di mettere una pietra tombale sulla questione, magari sarebbe stato auspicabile da parte sua, visto che parliamo di imprese valdostane che pagano le tasse in Valle d'Aosta, una parola a favore di quei 50 lavoratori che oggi vivono con ansia un momento estremamente difficile...non quello che sembra invece un triste epitaffio. Grazie.
Presidente - Grazie Consigliere Guichardaz. La parola all'Assessore Marquis.
Marquis (SA) - Grazie Presidente.
Ringrazio il collega Guichardaz per aver portato questo tema all'attenzione del Consiglio, un tema di cui avete avuto modo di informarvi attraverso i giornali. Già dall'esposizione dell'argomento, seppure sia stata fatta in modo semplificato dal collega Guichardaz, emerge la complessità, l'articolazione di questa situazione. È una situazione che, com'è stato riferito, è afferente alla realizzazione della rete del teleriscaldamento, questa società Telcha è stata costituita nel 2007 a questo scopo, allora partecipavano CVA, SEA e Fratelli Ronc con quest'intento. Fino al 2012 però la situazione si è arenata per delle difficoltà di natura finanziaria e sostanzialmente non si è riusciti a far partire l'operazione. L'operazione è decollata quando è entrata nell'azionariato Cofely, che ha portato il suo know-how e le sue capacità finanziarie per la realizzazione dell'intervento. Da allora si sono susseguiti una serie di patti parasociali, per precisione tre, che hanno disciplinato i rapporti tra gli azionisti, che erano: Cofely, CVA, Fratelli Ronc e SEA. Questi patti parasociali, sostanzialmente, disciplinavano i rapporti tra i soci nella gestione dell'azienda, e non solo, hanno anche trattato la problematica delle capitalizzazioni necessarie per realizzare l'opera. È quindi stata data la possibilità ai soci che presentavano delle difficoltà sotto il profilo finanziario di garantire la loro quota, anche di momentaneamente uscire dall'azionariato per poi poter rientrare entro un determinato lasso temporale. Da ciò quindi ne è derivato che al momento sono usciti i Fratelli Ronc, perché si sono trovati nell'impossibilità di aderire alla capitalizzazione e poi è subentrato il problema di SEA. SEA alla fine del 2013 ha fatto una richiesta di concordato preventivo con affitto d'azienda a Nuova Energia, in cui ha trasferito anche l'usufrutto delle partecipazioni nelle varie società in cui aderiva. Il problema, è che da parte di Telcha non viene riconosciuta a Nuova Energia la partecipazione nell'azionariato sociale.
Adesso, dal momento che sono affiorate queste problematiche, che poi coinvolgono dei lavoratori, perché quello che ci sta più a cuore sono i riflessi sotto il profilo occupazionale, tant'è che, com'è stato detto prima nella relazione del collega Guichardaz, Nuova Energia ha risorto dalle ceneri - mi sembra che sia questo il termine che è stato utilizzato - un'azienda che diversamente avrebbe lasciato a casa nel giro di pochi giorni 50 persone. Quell'operazione ha fatto sì che si sia potuto assumere 39 persone, mentre 11 sono state poste in cassa integrazione straordinaria sino alla fine del 2014. È del tutto evidente che, al momento della definizione dell'accordo sindacale, Nuova Energia aspirava a dei nuovi lavori e quindi ipotizzava e auspicava la possibilità di assorbire queste figure al completamento del periodo di cassa integrazione, previsto per fine 2014. Da lì è iniziata una diatriba tra le parti, una diatriba che dal momento che è affiorata è stata monitorata con attenzione, abbiamo incontrato i vertici della società Telcha, di SEA, di Nuova Energia e i sindacati, quindi abbiamo fatto il punto della situazione e posso affermare che è molto complessa. È una situazione in cui allo stato attuale, da una parte, Telcha, com'è stato indicato prima, non riconosce a Nuova Energia e a SEA il diritto di rivendicare dei lavori nella realizzazione dell'impianto e quindi di rispettare pienamente i patti parasociali e, dall'altra, ci troviamo Nuova Energia che sostiene che Telcha sta agendo in violazione dei patti parasociali. Non è facile dire chi ha ragione.
Siamo in una fase dove le parti hanno acquisito delle posizioni legali, io non posso al momento garantire che ci sarà una soluzione pacifica al problema, perché non ci sono le premesse per poter fare questo tipo di affermazione, comunque io auspico che alla fine prevalga il buon senso e che si possa addivenire ad una soluzione che possa andare nell'interesse di tutti, soprattutto anche nel poter dare lavoro sul territorio. A questo scopo volevo sottolineare che ad oggi le imprese coinvolte in questa realizzazione di Telcha sono circa trenta e sono stati sostanzialmente garantiti circa 150 posti di lavoro. È chiaro che sono lavori attinenti alla parte soprattutto di intervento sulla rete stradale, al momento, com'è stato citato prima, i lavori impiantistici non sono ancora stati assegnati alle ditte che si occuperanno delle realizzazioni sul territorio. L'aggiudicazione di queste iniziative se l'è fatta Cofely, però immagino che ci sarà poi un coinvolgimento di imprese locali per adempiere alle attività necessarie.
Quindi credo di poter garantire che continueremo a monitorare con attenzione questo dossier, chiaramente con i limiti che abbiamo nelle nostre disponibilità, non lasceremo nulla di intentato. Voglio però ricordare che, anche se nell'azionariato sociale partecipa CVA con una percentuale del 28 percento, i margini di intervento sono minimali, perché c'è anche un azionista di maggioranza che difende le proprie posizioni, le proprie prerogative. Io mi auguro comunque che si possa trovare una soluzione nell'interesse di tutti e soprattutto per quello che riverbera sotto il profilo occupazionale. Grazie.
Presidente - Grazie Assessore. Per la replica, ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha la facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Bene, non sto io a dirle se sono soddisfatto della sua risposta, credo che i lavoratori - che presumo siano i lavoratori di queste aziende che sono qua a cercare delle parole di conforto - giudicheranno loro la sua replica. Io posso dire che è vero che la questione è molto complessa, lei ce l'ha rispiegata, voglio dire è importante anche avere chiaro magari il panorama.
Qua non penso sia un problema di assetti societari, di maggioranze, di minoranze, di litis denuntiatio e grandi questioni, qua il ruolo della politica è di fare l'impossibile per cercare di salvare l'occupazione in Valle d'Aosta, per salvare le aziende valdostane, deve fare l'impossibile per non svendere il territorio valdostano e per non svendere l'impresa e l'imprenditoria valdostana alle grandi multinazionali, perché questo è quello che è stato fatto! Io allora vorrei capire che cosa serviva CVA all'interno di questa compagine, che ce ne facciamo di una CVA che sborsa soldi per fare il teleriscaldamento e sborserà grandi soldi per fare il teleriscaldamento, quando la Regione, CVA e i soci valdostani non hanno nessuna possibilità di insinuarsi all'interno di queste dinamiche! Che cosa serviamo? Perché la politica decide - visto che CVA è una partecipata ed è una controllata al 100 percento pubblica attraverso Finaosta - di infilarsi dentro una cosa del genere? Perché la politica collabora alla destrutturazione del tessuto imprenditoriale valdostano, alla distruzione del tessuto imprenditoriale valdostano? Perché la politica accetta di svendere il proprio tessuto imprenditoriale?
Qua non dimenticatevi, colleghi, che questa ditta e i lavoratori di questa ditta hanno fatto un'azione di marketing per un sacco di mesi per affidare il proprio portafoglio clienti a Telcha, e oggi che cosa succede? Succede che Telcha non riconosce a Nuova Energia, cioè a questa ditta che ha preso in affitto l'azienda...anche, se vogliamo, gli oneri e le prerogative di quest'azienda...non la riconosce in nessun modo. Che cosa dice Trisoldi? Che cosa dice il nostro dipendente Trisoldi? Il Presidente di CVA Trisoldi? "Nuova Energia S.r.l. non ha nulla a che vedere, non rientra in questo". Al posto di fare una difesa strenua, di mettersi magari vicino agli impianti, vicino ai cantieri per cercare di testimoniare la volontà da parte di CVA di mantenere in Valle d'Aosta questo tipo di aziende, che cosa fa? Sul giornale liquida, cosa dice il Signor Trisoldi? "Commento: "La società Nuova Energia S.r.l. non figura tra i soci presenti nell'attuale compagine societaria di Telcha"", questo è il Presidente di Telcha. Questa è la tutela che il Presidente di Telcha, cioè la Regione Valle d'Aosta, perché il Presidente di Telcha non parla per conto proprio, l'abbiamo visto, è un anno che parliamo e che cerchiamo di capire queste dinamiche di cosiddetta "indipendenza" delle partecipate dalla politica...parla per nome e per conto di qualcuno evidentemente, parla per nome e per conto di quella politica che l'ha messo lì.
Allora è la politica che vuole che Telcha in qualche maniera si liberi di questi lavoratori, si liberi di queste aziende locali, perché l'azienda che è arrivata e che ha preso i lavori, la Cofely Contracting, è un'azienda che non fa riferimento al tessuto locale, è un'azienda che attinge fuori dalla Valle d'Aosta, allora, questa è la realtà dei fatti. Per una volta vogliamo che la politica, al posto di fare dei grandi discorsi di impegno, così campati in aria, fumosi, tipicamente...non mi faccia dire democristiani, magari non si offende...dica una volta per tutte: "faremo l'impossibile in tutti i tavoli, ci metteremo di traverso, renderemo la vita impossibile fintanto che questi lavoratori non verranno recuperati", perché questa è la realtà! Ricordatevi che oggi il 40 percento delle quote di questa società di Telcha sono ancora in mano valdostana. Se noi ci comportiamo così e ammettiamo e concepiamo che Telcha in qualche maniera non riconosca questa partecipazione societaria di questa società, domani avremo il 28,5 percento e magari il 4 percento in più ridato a CVA com'è successo con i Fratelli Ronc, perché, quando i Fratelli Ronc hanno deciso di uscire dalla compagine, come sapete, le spoglie sono state distribuite un po' a CVA e un po' sono finite a Cofely. Bene, se questa è la fine che vogliamo far fare all'imprenditoria valdostana, beh, ve ne assumerete la responsabilità!
Presidente - Grazie Consigliere Guichardaz. Passerei al punto 19.