Oggetto del Consiglio n. 642 del 28 luglio 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 642/XIV - Interpellanza: "Problematiche relative alla pratica del narghilè presso locali pubblici".
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha la facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Credo che non ci sia tanto da precisare in più rispetto a ciò che è già scritto nell'interpellanza, per chi non l'avesse letta, chiediamo: se siano stati effettuati controlli sui locali in cui si fuma il narghilè da parte delle strutture pubbliche, se vi è l'intenzione di promuovere campagne informative sui rischi connessi a questa pratica, se esistono obblighi autorizzativi a carico dei locali pubblici che forniscono i narghilè e tutti gli annessi, comprese le miscele da fumo.
Forse più che spiegare le ragioni e il contenuto dell'interpellanza, giova di più contestualizzarla ai fini del dibattito. La pratica del narghilè, cioè della cosiddetta "pipa ad acqua", la si potrebbe definire un rito collettivo, un rito che viene praticato in compagnia e in luoghi a ciò dedicati, anche perché la faccenda richiede un armamentario piuttosto ingombrante. Per chi non li avesse mai visti, i narghilè sono degli aggeggi muniti di un piccolo braciere, di un contenitore di acqua fredda, utilizzati per produrre fumo che viene inalato mediante tubi alla cui sommità è applicato un bocchino. Non è quindi una cosa che si sbriga per strada, ma richiede di essere seduti e di un appoggio ben saldo, di un tavolo per capirci. Ora, questa pratica sta prendendo piede anche qui da noi, soprattutto tra i giovani e i giovanissimi proprio per la sua valenza sociale, se così la si può definire. Infatti è facile vedere gruppi di ragazzi e anche di ragazzini, cari colleghi, seduti intorno ad un tavolo di uno di questi locali che fumano, si dice che pipano, in compagnia, discorrendo amabilmente, magari bevendo un tè orientale, ma più facilmente un drink, una birra, un super alcolico. Quando dico: "pipano", intendo dire il passarsi tra loro, come succede in un rito, un tubo flessibile - credo sia di gomma, non so di che materiale - in cui è applicato un bocchino e a turno il farsi un'aspirata.
Premetto che non voglio fare né del proibizionismo, né del moralismo e tanto meno voglio fare commedia - vedo che qualcuno ridacchia quando si parla di bocchino e di altre questioni...poi su questo dirò qualcosa al termine dell'esposizione, sulla questione della commedia -, non è l'obiettivo di quest'iniziativa. Semplicemente mi interessa avere dei dati per capire se vi è la consapevolezza da parte delle istituzioni dell'entità del fenomeno, se vi è la dovuta attenzione da parte degli organismi preposti al controllo e se esistono i controlli agli organismi preposti al controllo e - perché no? - magari dare anche un po' di rilievo mediatico e magari informativo - e magari anche un po' più serio di quello che è stato dato fino ad ora - ad un fenomeno in espansione di cui si sa poco e si parla molto poco. Dicevo, attenzione da parte degli organismi preposti al controllo, che dovrebbe intanto partire dall'analisi del materiale usato per produrre il fumo - in genere si tratta di miscele per lo più a base di tabacco, melassa e aromi - e delle eventuali conseguenze di carattere igienico-sanitario che questa pratica - dicono autorevoli studi - comporta. Sì, perché il fumo prodotto da queste pipe ad acqua, checché ne dicano i propugnatori del narghilè, pare non sia esente da conseguenze anche serie sul fisico e sulla psiche, soprattutto dei più giovani. Intanto l'inalazione del fumo può provocare assuefazione e pare, in alcuni casi, anche alterazione dello stato di attenzione. Si dice che una pipata di narghilè corrisponda all'effetto di cento sigarette, è uno studio recente dell'Istituto superiore di sanità.
L'uso promiscuo di questo bocchino che vi fa tanto ridere poi potrebbe essere fonte di patologie quali l'herpes, la tubercolosi e l'epatite, non lo dico io, ma autorevoli studi scientifici. Infine non sono da sottovalutare i pericoli connessi alla combustione della miscela che anche nel caso dei cosiddetti "prodotti tobacco-free", produce comunque sostanze pericolose per la salute, come il monossido di carbonio, l'ossido nitrico, le aldeidi volatili, il catrame e gli idrocarburi aromatici policiclici. Quest'informazione, tra l'altro, è certificata da un interessante studio dell'Università di Uppsala e da un recentissimo studio dell'Università di Beirut del maggio 2012, che vi invito a leggere, poi vi sono anche degli studi dell'Università di Ferrara, che si trovano tutti su internet. Ricerche che segnalano anche un rischio di policitemia secondaria: il pericoloso aumento di globuli rossi dovuto alla produzione di monossido di carbonio, aumento che può determinare - mi sono documentato, poi io non sono un medico, l'Assessore Fosson magari confuterà questa mia dichiarazione - il rischio di trombosi a carico dell'aumentata viscosità del sangue. Il monossido di carbonio da narghilè, tra l'altro, pare che stia provocando, cari colleghi, casi di avvelenamento tra adolescenti anche in Italia. Sulla questione l'Assessore Fosson ne sa sicuramente più di me e magari potrà dirci qualcosa.
Penso sia dovere delle istituzioni di vigilare su quelle che a ragione possono essere classificate come delle mode passeggere, ma sulle quali vi è...vedere i colleghi come ridacchiano...una certa indulgenza sociale, se non addirittura una tacita benevolenza, forse determinata dalla convinzione che il narghilè crei aggregazione, spirito di gruppo e che faccia meno danni della sigaretta o addirittura che non sia per nulla dannoso. Colleghi, non è la prima volta che ci si accorge a posteriori, cioè a danni ormai avvenuti, che determinate mode, determinate pratiche, che poi diventano pratiche ricorrenti, sono irreversibilmente dannose per la salute e per la società. È dovere delle istituzioni indagare secondo il principio di precauzione fenomeni che ragionevolmente possono avere rischi intrinsechi soprattutto per la salute dei nostri figli.
Faccio ancora una piccola annotazione a margine, che può sembrare di costume, che può sembrare una sorta di polemica, ma non lo è, un'annotazione che mi preme fare per riportare il tema su un binario di corretta informazione. Quest'iniziativa mi ha fatto guadagnare un'agognatissima hit parade in discesa su Gazzetta Matin. Non so se vi ricordate, è lo stesso giornale che fece lo scoop sulle foto nude della figlia diciottenne di un noto politico valdostano all'epoca un filo ribelle. Come già disse il collega Chatrian, una volta che anche lui si guadagnò questa medaglia, non mi ricordo per quale motivo, mi sembra per il Casinò o per chissà che cosa...significa che sono...che siamo, la collega Fontana ed io, sulla buona strada e quindi che l'iniziativa ha colpito nel centro, ha toccato qualche nervo scoperto, ha destato un interesse inaspettato, che francamente neanch'io mi aspettavo. Perché tutta quest'attenzione verso un argomento che la stessa Gazzetta Matin minimizza, anzi, diciamo, ridicolizza, tanto da liquidare l'argomento con una battutina sulla mia prossima interpellanza sulla coppa dell'amicizia nei ristoranti e nei rifugi? Non si sa. Rilevo, cari colleghi, che la similitudine su coppa dell'amicizia e narghilè è stata fatta su un altro settimanale locale due giorni fa, settimanale che quanto meno si è preoccupato di sentire le ragioni degli interpellanti e la similitudine con la coppa dell'amicizia e il fatto che con il narghilè si scambia questo famoso bocchino è stata detta da una persona molto vicina all'Union Valdôtaine, anzi talmente vicina da essere stata candidata tra le file del Mouvement e che nel 2013 ha gareggiato alle primarie per le elezioni regionali con candidati del calibro niente di meno del Senatore Fosson, dell'Assessore Rini e del Consigliere Follien. Questo Signore, guarda caso, è titolare di un locale che fa affari - dice lui - da quattro anni con il narghilè. Riporto questa notizia, che può apparire una notiziola di gossip, in quanto quest'autorevole Signore...e quindi è un Signore che è conosciuto e che dice queste cose sul giornale...
Presidente - Chiedo, per cortesia, un po' di silenzio in aula. Grazie.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - ...oggi ci viene a raccontare sul giornale dall'alto della sua esperienza di venditore di fumo che i controlli non sono necessari. Lo dice questo Signore, evidentemente molto più informato di noi, che la pipa ad acqua unisce e raggruppa le persone, che le miscele utilizzate per produrre il fumo sono fondamentalmente innocue, tranne poi specificare, sempre sul giornale, che sono vendute in tabaccheria e sono pure vietate ai minorenni, quindi che si metta un po' d'accordo con sé stesso!
La cosa singolare di questa hit parade è che questo Signore che vende fumo ai suoi clienti, maggiorenni e minorenni, mi risulta che si trova specularmente in salita, esattamente dirimpetto alla mia hit parade in ribasso per le sue meritorie prese di posizione contro la violenza in Israele e in Palestina, riassunte nello slogan: "Giù le mani dai bambini, non vanno toccati in nessun caso"...appunto!
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Fosson, ne ha facoltà.
Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.
La sua interpellanza cercherò di affrontarla con serietà come tutti gli argomenti che possono incidere sulla salute. Fossi in lei non mi preoccuperei molto, è successo già a tutti di avere delle hit parade in salita o in discesa. Come ha detto, è sicuramente una nuova pratica, che non è ancora stata indagata in modo corretto; sono andato a documentarmi perché non la conoscevo molto. È un uso diverso del tabacco che nella nostra legislatura, per ora, è assimilato al fumo di sigarette e sigari, e gli studi sono molto pochi. Fa meno male? Questo è il problema, il punto interrogativo. Lei parlava di policitemia, probabilmente la policitemia è una conseguenza di tutte le insufficienze respiratorie e delle intossicazioni, per cui ad una minore possibilità di scambio di ossigeno il nostro corpo reagisce aumentando il numero dei globuli rossi. L'Istituto superiore di sanità, come lei sa, non si è ancora espresso su questo e per questo non è ancora entrato in studi e quindi nella normale prevenzione. Non conoscevo questa diffusione, è chiaro che si apre un capitolo nuovo. L'attuale legislazione prevede soltanto sull'argomento un decreto del Presidente del Consiglio del 23 dicembre del 2003 dal titolo: "Norme per la tutela della salute dei non fumatori" e quindi, allegata a questo, una norma per cui si stabiliscono i requisiti tecnici per i locali per i fumatori, ma è una cosa che conoscete.
Alle sua domanda: "se sono stati effettuati dalle strutture controlli...", sì, però sono stati controlli generali che l'USL fa in materia igienico-sanitaria, cioè si controllano i locali, si controllano le apparecchiature se funzionano o no, si controlla appunto se ci sono delle sale per fumatori, se ci sono, come prevede la legge, dei cartelli, delle indicazioni ben precise di divieto di fumo, eccetera.
"Se esistono delle campagne di prevenzione", conseguentemente a quello che le ho detto, non risultano conferme specifiche...almeno non mi risultano, tanto più - e l'ha scritto - che a questo tipo di fumare in modo diverso, affluiscono soprattutto i fumatori, cioè già chi fumava si avvicina a questa pratica per continuare a fumare, quindi la prevenzione è verso qualcuno che cerca di smettere, e non riesce a smettere. Noi abbiamo dei percorsi di implementazione della prevenzione a sostegno del cambiamento di stili di vita, come ad esempio il progetto "Mamme libere dal fumo", che è un progetto di prevenzione e di controllo su chi fuma, a cui questo tipo di fumo viene completamente assimilato dalla legislatura nazionale. È anche vero che ci sono forme nuove di fumo, a cui il Ministero ha dedicato un'attenzione particolare: pensiamo alle sigarette elettroniche e agli studi che sono stati fatti e sul pericolo delle stesse.
Terzo quesito: "se esistono percorsi autorizzativi...", no, la conseguenza è quello che ho detto prima, non esistono percorsi specifici previsti da una normativa nazionale se non quelli del fumo e quelli per i fumatori, anche perché il narghilè è uno strumento, e non è un prodotto, quindi bisogna anche avere un'attenzione per vedere che cosa brucia dentro l'acqua, perché, se non c'è tabacco, se ci sono altre sostanze, chiaramente il percorso è completamente diverso e il rischio è completamente diverso. Sulle possibilità di patologie c'è il fattore del calore. I bocchini sono assimilabili a quelli della pipa, la pipa, tra l'altro, col calore sulle labbra può dare anche degli epiteliomi, dei tumori, quindi l'oggetto caldo sulle labbra può dare sicuramente delle patologie. Il fatto che si fumi con lo stesso bocchino. Io penso che in tutti i percorsi igienico-sanitari che vengono fatti adesso, da come ci si lava le mani, eccetera, ci sia un fatto culturale importante, cioè stimolare chi si avvicina a queste pratiche a conoscere che esistono e sono necessarie delle norme igienico-sanitarie. A me farebbe un pochino senso fumare dal bocchino dove ha fumato uno che non conosco, ma è l'educazione del singolo che deve far sì che uno capisca che da questo può anche discendere una trasmissione chiaramente di germi che chi ha fumato prima ha depositato su questo bocchino. L'educazione del singolo quindi mi sembra che sia molto importante per affrontare tutti questi percorsi igienici e che le pratiche comunitarie, come ha detto lei, possono prevedere.
Qual è l'organo deputato al controllo? Sono i soggetti deputati a far rispettare la legge sul fumo nei locali pubblici e quindi gli incaricati della vigilanza, dell'accertamento delle infrazioni, come la polizia locale.
Concludo dicendo che sono d'accordo anch'io che bisognerà intanto studiare e capire l'argomento, vedere i contorni, vedere che cosa si fuma, eccetera, verificando che, come mi dite, è una pratica che si sta diffondendo, e prevedere sicuramente dei controlli specifici. Le assicuro comunque che l'argomento verrà affrontato con serietà.
Presidente - Grazie Assessore. Per la replica, ha chiesto la parola il Consigliere Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie.
Leggo su Twitter che alcune persone si stupiscono di quest'interpellanza, io ho voluto precisare che non voglio fare né il Giovanardi della situazione, non voglio assolutamente fare della morale su quest'aspetto, tant'è che l'ho messa sull'aspetto igienico-sanitario. Le richieste che ho fatto riguardo a questa specifica situazione sono delle richieste che vanno nella direzione sia di capire se esistono dei controlli, siccome esistono dei controlli e delle azioni contro il tabagismo, in questo caso si aggiunge, al di là di quest'aspetto...visto che parliamo, tra l'altro, di miscele di cui nessuno sa nulla, perché il tabacco è comunque una sostanza che viene controllata, fa parte anche quella di un circuito...perché fa malissimo, tutto quello che si vuole, però fa parte comunque di un circuito molto ben vigilato. Tutte queste poltiglie - che contengono tabacco in alcuni casi, ma che in altri casi non contengono tabacco, sono tobacco-free addirittura - sono poltiglie che si possono comprare su internet, che si comprano dai tabacchini, che si possono comprare direttamente da produttori indiani e via dicendo, di cui non si sa assolutamente nulla circa il contenuto.
Questa situazione che, voglio dire, è un po' in itinere, è all'inizio e di cui non si sa nulla è una situazione che, per esempio, in un'ASL evidentemente più sensibile della nostra: parlo dell'ASL di Caserta, Dipartimento di dipendenza e centro antifumo, viene affrontata con gran serietà, con un'esplicitazione delle fonti e degli studi che attestano quelle cose che io brevemente in dieci minuti ho cercato di dire, cioè che questa pratica, che è una pratica fatta generalmente in gruppo, ha dei rischi, che sono dei rischi al di là del voglio dire del problema del tabacco o meno, della nicotina presente e della possibilità di assuefazione, sono dei veri e propri rischi igienico-sanitari. Le ASL, secondo me, quindi, attraverso i propri dipartimenti di prevenzione, dovrebbero essere attente nel vigilare non solo eventualmente se la cappa tira, se è pulito dietro la friggitrice, ma dovrebbero vigilare anche su queste situazioni.
Un'altra questione è una questione che evidentemente ai giornalisti dà un po' fastidio...il fatto che i giornali diano voce e spazio a titolari che giustamente si fanno i propri interessi, come fossero degli scienziati, tant'è che io oggi ho portato dei dati, ho chiesto all'Assessore Fosson conferma...dicono che questo tipo di pratica è una pratica aggregativa, che non fa assolutamente male, che anzi è, voglio dire, una cosa come può essere la pratica della coppa dell'amicizia, cioè si tende a minimizzare ad ironizzare in maniera, secondo me, anche piuttosto discutibile, una pratica che invece oggi viene fatta per lo più da giovani e giovanissimi, perché personalmente, quando passo di fronte a certi locali, non vedo né il dottor Fosson, né componenti della Giunta che vanno lì, probabilmente quel luogo lì è un luogo più frequentato da giovani e giovanissimi che vanno lì e che fanno evidentemente questo tipo di pratica, sostanzialmente.
La questione poi dell'educazione del singolo, eccetera, questo è un problema di gruppo, cioè questo tipo di pratica è una pratica fatta in gruppo ed è evidente che subentrano delle dinamiche che conosciamo tutti, che non possono essere in nessun modo controllate. La cosa che io chiedo attraverso quest'interpellanza, di cui mi faccio in qualche modo così capofila, è che, rispetto a questa tematica, ci sia un controllo da parte dell'ASL, così come avviene in altre realtà italiane, e che si dia la giusta informazione attraverso le campagne di informazione, che sappiamo, tra l'altro, sono anche finanziate direttamente con i soldi posti a bilancio dalla Regione...che si dia la dovuta informazione, soprattutto che magari ci si faccia anche un po' capofila di una ricerca sugli eventuali e possibili effetti negativi che questo tipo di pratica può avere. Grazie.
Presidente - Grazie Consigliere Guichardaz. Passiamo al punto 16.