Oggetto del Consiglio n. 503 del 26 marzo 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 503/XIV - Interpellanza: "Realizzazione di un polo viti-enologico presso il Castello di Aymavilles".
Président - Pour l'illustration, la parole au collègue Grosjean.
Grosjean (UVP) - Merci Madame la Présidente.
Assessore, quest'interpellanza arriva in un momento molto particolare, poi le spiegherò anche il perché, ma innanzitutto sono a chiederle notizie su quest'opera incompiuta. Negli anni '90 si parlava di enoteca regionale, se ne parlava anche perché in tutte le altre regioni d'Italia il circuito delle enoteche regionali ha avuto e ha tutt'ora un'importanza fondamentale per il settore. Credo che l'aver scelto all'epoca il polo, diciamo, del Castello di Aymavilles, con l'adiacente cascina sia stata una scelta importante anche dal punto di vista di immagine, dal punto di vista strategico, da punto di vista turistico, se vogliamo. Abbiamo visto andare avanti i lavori con una certa celerità, ma purtroppo, come sovente succede, finita l'opera, finito di spendere i soldi per il restauro, tutto si è fermato e ancora una volta non vediamo la continuità del progetto, tutto fermo. Vede, Assessore, non fu lei sicuramente ad abolire il Comitato viticolo, che aveva portato e che ha rilanciato la viticoltura e l'enologia in Valle d'Aosta, ma nel 2003 c'era un Assessore del suo stesso partito all'agricoltura, il quale prese questa decisione dichiarando: "costituisco un comitato tecnico dell'Assessorato che seguirà tutte le problematiche del settore"; che fine ha fatto questo comitato tecnico che avrebbe dovuto seguire il settore? La differenza fondamentale è che prima c'era un Comitato dei viticoltori, il Presidente era un viticoltore, adesso il Comitato è tecnico ed è dell'Assessorato, quindi prima era il Presidente del Comitato che organizzava le riunioni e convocava le assemblee. Adesso i viticoltori stanno aspettando che qualcuno...i viticoltori non possono convocare un comitato tecnico dell'Assessorato, sarà qualcun altro che lo deve fare. È altrettanto vero che noi viticoltori abbiamo dovuto rilanciare...ricreando nel 2013, rimettendo in piedi la Vival, che fondamentalmente sostituisce quello che era il Comitato viticolo. Vival che sta lavorando intensamente, il suo Presidente si sta dando un mucchio da fare, anche perché sono cambiate tante cose: per esempio, per la partecipazione al Vinitaly, non avessimo avuto quest'associazione, molto probabilmente non avremmo potuto usufruire dei fondi comunitari.
Le chiedo, visto che una parte della struttura è già occupata, com'era da programma, cioè il CERVIM era una di quelle strutture che avrebbe trovato spazio all'interno della cascina e, giustamente, due o tre anni fa la sede del CERVIM è stata spostata presso la cascina, ma la parte principale del fabbricato, ahimè, rimane desolatamente vuota. Adesso mi viene un dubbio: non è che l'obiettivo è magari chiudere anche il CERVIM? Io le avevo fatto un'interpellanza un po' di tempo fa, poi mi sto rendendo conto che non dovevo interpellare lei, perché lei con il CERVIM ha poco a che fare. Abbiamo visto in questi ultimi giorni...e qui mi spiace che non ci sia il Presidente, perché avrei voluto veramente ringraziarlo per le scelte che ha fatto - condivise, credo, dalla Giunta, perché è una delibera - la nomina dei nuovi rappresentanti della Valle d'Aosta all'interno del CERVIM...i viticoltori sono stati cancellati. Il CERVIM, un ente che stava prendendo piede in Valle d'Aosta, sta crollando, è finita. Le altre Regioni non condividono le nostre scelte e il CERVIM rimarrà solo, la Valle d'Aosta rimarrà sola purtroppo. Abbiamo il regolamento 1308 che sta per entrare in funzione...non so se lo sa, Assessore, quello sui nuovi diritti dell'impianto, anzi quello che sostituisce l'attuale regolamento sui diritti all'impianto, la liberalizzazione degli impianti. Sa qual è la superficie che potremmo ripiantare dal 2016 in avanti in Valle d'Aosta? Abbiamo chiuso. Se non si fa qualcosa, abbiamo chiuso. Queste sono attività che il CERVIM, l'enoteca e il sistema doveva discutere. L'1 per cento, due ettari e mezzo l'anno di nuovi vigneti potremmo fare. Adesso ne facciamo 10, quindi abbiamo chiuso anche lì.
Cosa vuole però, la volontà non c'è, non c'è la voglia di rilanciare questo settore. Per carità, niente di personale contro chi è stato nominato al posto dei rappresentanti dei viticoltori, ma all'interno del CERVIM delle altre Regioni sono funzionari di Regione, per non dire dirigenti, gente che ha anche la possibilità di dare delle risposte. Noi avremmo un bravissimo sommelier...che, per carità, tanto di cappello, fanno un grande mestiere, ma il loro mestiere è quello di arrivare dopo una volta che il vino è in bottiglia; il CERVIM si occupa non di enologia, ma si occupa di viticoltura, quindi il problema è la viticoltura. Sappiamo però benissimo - glielo dico...ma glielo riporterà lei... - che al Presidente della viticoltura non gliene frega niente, probabilmente non ci sono abbastanza spicci che girano nel settore.
Mi dispiace Assessore, lo so che lei voleva fare altre scelte, perché io lo so che lei voleva fare altre scelte, che avrei condiviso con grande piacere, ma il suo ruolo è quello di dire: "Signor sì", o "comandi" e quindi non so più cosa dire...torniamo all'argomento dell'interpellanza e mi dica qualcosa sull'enoteca.
Président - Pour la réponse, la parole à l'Assesseur Testolin.
Testolin (UV) - Grazie Presidente.
Consigliere Grosjean, come al solito, diciamo, è abbastanza colorito nelle sue presentazioni e poi si allarga su campi che sono anche un po' fuori da quello che è il contesto dell'interpellanza, per cui io mi limiterò a rispondere esclusivamente a quella che è l'interpellanza, senza entrare nel merito delle altre argomentazioni che sono state presentate, perché altrimenti facciamo anche un po' di confusione anche all'interno di quella che è una richiesta che è arrivata, alla quale bisogna dare una risposta.
In merito all'interpellanza, credo che la risposta ai tre quesiti che sono stati posti, cioè "qual è la situazione ad oggi" relativamente alle strutture, diciamo, presenti ad Aymavilles; "quali sono le intenzioni riguardo agli obiettivi citati in premessa" e "quali sono le giustificazioni al fatto che i locali ristrutturati..." risultino ancora inutilizzati. Credo che meriti una risposta complessiva, che permetta di inquadrare correttamente la situazione e che chiarisca nel limite del possibile anche le dinamiche dell'evoluzione della ristrutturazione dei locali in questione, che non sono prettamente, diciamo, argomento dell'Assessorato dell'agricoltura, ma che evidentemente viene chiamato in causa in merito al discorso dell'enoteca.
Mi permetto dunque di tracciare una breve cronistoria degli eventi. Prima tra tutti, partirei, diciamo, dalla delibera del progetto esecutivo dei lavori di recupero del castello del 2000, su proposta dell'allora Assessore Ennio Pastoret. In secondo luogo il termine di questi lavori che è avvenuto nel 2006 con il totale recupero funzionale, con l'esecuzione del collaudo, appunto, nel 2006 e che traccia un momento importante di questa ristrutturazione. In seguito, nel 2007, su proposta dell'Assessore, allora Laurent Viérin, fu deliberato di affidare a Finaosta uno studio per...diciamo che tendesse a quantificare lo spazio funzionale necessario per fornire un equilibrio economico, per ottenere un equilibrio economico all'interno della valorizzazione e dell'utilizzazione della struttura e di verificare la sostenibilità economica delle attività inserite in essa e ipotizzare forme di gestione delle attività ritenute rispondenti alle esigenze del sito. Lo studio è stato effettuato con riferimento alla destinazione indicata nel progetto concessionato e, in particolare, prevedeva all'interno della "Grandze", al piano seminterrato, appunto, un'enoteca regionale con cantine e spazi di servizio, al piano terra un bar e un bookshop, al primo piano un ristorante e nel sottotetto una sala conferenze, mentre nell'edificio delle scuderie erano previsti, nel piano seminterrato, appunto, i locali del CERVIM, così come sono stati allocati recentemente, al piano terra la biglietteria del castello, al primo piano i locali per i custodi.
In merito allo studio di Finaosta, si preme evidenziare quanto segue: l'incarico era stato affidato per la redazione di uno studio di fattibilità economica per la gestione dei rustici del castello, con lo scopo di ipotizzare forme di gestione delle attività di cui sopra. La delibera di Giunta, peraltro citata, prevedeva espressamente che le destinazioni del fabbricato denominato "Grandze" venissero esternate, quindi date, diciamo, in gestione esterna. Da un punto di vista dell'utilizzo, le analisi hanno portato alle seguenti valutazioni: la destinazione del primo piano a ristorante, considerate le rilevanti dimensioni degli spazi disponibili e gli elevati costi fissi di gestione, sarebbe contro bilanciabile solo con il conseguimento di livelli di fatturato considerevoli; relativamente all'enoteca, invece, lo studio, pur riconoscendo la possibilità di qualificare l'edificio come attrattore turistico, indipendente dal castello, ha stabilito come l'elevato ammontare dei costi fissi comporterebbe un forte sforzo promozionale di controllo di gestione, che renderebbe poco appetibile l'iniziativa. Lo studio evidenzia poi come nel 2007, appunto, Vival, già citata dal Consigliere Grosjean, si era espressa a favore di un generico impegno nell'eventuale gestione dell'enoteca regionale, a nome dei produttori di vino valdostani, ma da allora in avanti non si sono poi più avute delle proposte da parte di viticoltori o perché in attesa di nuove indicazioni, o perché magari hanno ritenuto poco prioritario l'argomento, o per altre motivazioni.
Nel 2009 Buonitalia S.p.A., una società partecipata dal Ministero delle politiche agricole, ha presentato una proposta di gestione di un'enoteca regionale rispondente a requisiti specifici, che è stata sottoposta alla Commissione tecnica consultiva in materia di viticoltura. La Commissione tecnica si è dimostrata scettica verso questo tipo di proposta per l'entità del finanziamento previsto, che peraltro prevedeva un contributo a fondo perso di circa il 40 percento rispetto alla spesa sostenuta, che doveva indicativamente attestarsi intorno ai 500.000 euro. A seguito di questo scarso interesse, l'Amministrazione regionale aveva risposto in via interlocutoria a Buonitalia, la quale a sua volta non ha poi più fornito alcun riscontro.
Dalla fase finale del recupero dei fabbricati ad oggi, non essendo addivenuti ad un'esternalizzazione della gestione complessiva della struttura, la stessa è stata utilizzata poi nel tempo da parte della Regione, dal Comune di Aymavilles e da altri enti ed associazioni per conferenze, corsi di formazione, esposizioni, premiazioni ed altri eventi. A questo punto quello che preme capire, e sicuramente da verificare, è se il settore viticolo valdostano sente la necessità di costituire un'enoteca regionale e se sia disposto ad investire in questo tipo di progetto. Alla luce di quanto risposto, sottolineo, come a fronte di una situazione di sostanziale stallo, che, come esplicitato, parte da lontano, ad oggi l'impegno dell'Assessorato sarà sicuramente quello di interfacciarsi, come già parzialmente si è cercato di fare, sia con Vival, ma anche con l'Assessorato dell'istruzione e cultura, che è titolare della struttura, con il Comune di Aymavilles e con le altre associazioni legate al mondo del vino, oltre chiaramente a tutti i produttori del comune e dei comuni limitrofi, che rappresentano circa il 50 percento della produzione totale viticola valdostana, al fine di condividere un percorso di valutazione per un'eventuale utilizzo del sito in oggetto, che possa portare ad una valorizzazione complessiva del settore vinicolo valdostano, unitamente ad un utilizzo razionale di tutte le strutture.
L'inserimento del CERVIM nei locali ad esso destinati nella struttura delle scuderie già dal 2010 e la previsione in fase di restauro del castello di destinare degli spazi nel seminterrato dello stesso, come un sito per un percorso libero in cui sviluppare il tema del vino, collegato al castello e al territorio, sono sicuramente degli elementi che devono portarci a credere in una valorizzazione di quello che è il sito di Aymavilles come un sito vitivinicolo importante. L'impegno credo che però dovrà essere reciproco: e dell'amministrazione pubblica, e degli enti pubblici, ma anche dei privati, con un'unità di intenti che dovrà finalizzarsi in una volontà di investimento, anche soprattutto da parte di coloro che vorranno credere in questo tipo di progettualità.
La situazione economica attuale impone un'attenta valutazione degli investimenti e una particolare attenzione e cautela nella creazione di nuovi soggetti, per cui credo che dovremmo pensare, piuttosto che a far nascere qualcosa di nuovo, a far nascere qualcosa dalla razionalizzazione e dalla fusione di istituzioni già presenti sul territorio con associazioni di viticoltori, che già operano in quest'ambito e che hanno voglia di crescere e di trasformare la loro operatività. Solo tramite una gestione compartecipata potremmo dunque pensare, magari assieme anche agli Enti locali che vorranno aderire al progetto e sicuramente assieme alla Regione, di organizzare in maniera funzionale un polo vinicolo non solo sede di un'enoteca regionale, ma veramente attore e promotore di un turismo del vino, in grado di promuovere il territorio e i suoi operatori in maniera adeguata. La strada da percorrere dovrà essere dunque tracciata da una pluralità di attori, che dovranno condividere gli obiettivi attesi e le scelte da attuarsi per arrivare agli stessi. Credo quindi che solo da un confronto complessivo fra tutti quelli che sono interessati in modo serio si potrà far rinascere delle strutture che aspettano solo di essere utilizzate, da una parte, ma far rinascere anche un movimento del vino nel quale personalmente io credo.
Président - Pour la réplique, la parole au collègue Grosjean.
Grosjean (UVP) - Grazie Assessore soprattutto per l'ultima affermazione. Ha fatto un grande excursus su tutto quello che è successo, in modo più o meno condivisibile. Manca la concretezza, cioè tante parole...l'Assessorato del turismo, l'Assessorato dell'agricoltura, l'Assessorato della cultura, qui sono un po' tutti. La cascina penso che era ed è competenza dell'Assessorato, almeno così come era all'inizio. Sicuramente da parte dei viticoltori ci potrà essere un po' di condivisione. Bisogna però ricordarsi le batoste che sono state date sul settore. Abbiamo visto i tagli al sistema Route des vins, quando, un programma definito e già avviato è stato completamente cassato e quindi ha tolto ogni speranza di poter andare avanti in questo settore. Se quindi ci sarà la volontà di riprendere, io sono sicuro che il settore viticolo è pronto a rispondere e sicuramente qualcosa si potrà fare, però bisogna concretizzare, anche qui bisogna rilanciare il confronto tra quello che è l'Assessorato e quello che è il mondo viticolo, coinvolgendo sempre di più tutte le organizzazioni, Route des vins per prima, anche se adesso rientra, o tentiamo di farla rientrare nella Vival, perché comunque era già un percorso tracciato, un percorso fatto e quindi, veramente, noi sentiamo l'esigenza di avere un punto di riferimento, ma, come le dicevo prima, se non riusciamo neanche ad avere i dati della produzione, ho poca speranza, ho poca fiducia sulle sue risposte. Spero veramente che l'ultima battuta sia quella giusta. Grazie.
Presidente - Punto 11 all'ordine del giorno.