Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 420 del 12 febbraio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 420/XIV - Interpellanza: "Interventi per un migliore utilizzo dei servizi di Pronto Soccorso dell'Ospedale Parini di Aosta".

Presidente - Ha chiesto la parola, per l'illustrazione, il collega Fabbri; ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - Grazie Signor Presidente. Grazie Signor Assessore dell'attenzione.

Ritorniamo ancora una volta sul problema che è così importante per i cittadini Valdostani relativo all'utilizzo del Pronto Soccorso dell'Ospedale e anche del Pronto Soccorso Pediatrico, quest'ultimo particolarmente incandescente visto la difficile situazione dell'assistenza pediatrica territoriale e delle pesanti ripercussioni che ha sulle famiglie valdostane.

Vorrei ricordare, per inciso, che i bimbi e le loro famiglie residenti nei comuni compresi tra Saint-Christophe e Châtillon non hanno un pediatra di zona e quindi devono fare svariati chilometri per avere questa assistenza pediatrica. Ci riserviamo, comunque, in futuro di intervenire sul problema per vedere di risolverlo in qualche modo. Ciò che preme adesso è conoscere, se è possibile, la situazione del numero di accessi al Pronto Soccorso nel 2013 e se c'è già il dato aggregato per raffrontarlo con quello degli anni precedenti. Al di là di questo aspetto un po' numerico e quindi un po' arido, quello che vorremmo iniziasse con questa nostra interrogazione è anche una discussione più ampia, da riprendere magari in Commissione, su come si intende risolvere il problema dell'eccessivo, purtroppo a volte improprio, utilizzo del Pronto Soccorso. Che sia eccessivo lo confermano i dati che ho in possesso, in base alla bassa percentuale di ricovero in seguito all'accesso al Pronto Soccorso. A dimostrazione della faciloneria con cui si sceglie questa struttura di urgenza e non solo da parte dei pazienti. Più volte si è parlato di come con un maggiore utilizzo della medicina territoriale si potrebbe aggirare questo fenomeno e come tra l'altro potrebbe essere migliorato con un migliore utilizzo dell'informatica che ormai è diffusa sul territorio regionale e che fa da interfaccia tra le strutture centrali e quelle periferiche del nostro sistema sanitario.

Questo potrebbe certamente fare risparmiare del tempo prezioso, anche in considerazione dei tempi di attesa che ci sono: per esempio i pazienti potrebbero essere informati subito sullo stato di avanzamento nell'attesa della visita in modo da evitare estenuanti attese. Ora, le chiediamo se finalmente qualcosa si sta muovendo, se vengono o no ipotizzate in tal senso delle azioni, se la medicina territoriale venga in qualche modo potenziata anche con il coinvolgimento dei medici di base, per evitare di intasare il Pronto Soccorso. Parleremo più avanti del fenomeno della medicina difensiva che è un altro aspetto importante e che non deve prevalere nella logica di scaricare responsabilità sull'Ospedale. In ultimo, in attesa di quanto sopraddetto, per evitare i disagi agli utenti che si rivolgono al Pronto Soccorso e sono costretti, come dicevo prima, a estenuanti attese senza avere notizie su quando potranno avere la sospirata visita, sarebbe il caso di avvisare il paziente sul presunto tempo di attesa. Questo non è altro che un piccolo suggerimento. Sicuramente chi opera nel settore avrà delle idee ben più efficaci. Nel frattempo vorremmo che fossero alleviati i pazienti in qualche modo. Grazie dell'attenzione.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola l'Assessore Fosson, per la risposta da parte del Governo; ne ha facoltà.

Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.

La ringrazio per questa interpellanza perché queste sono le iniziative che ci permettono di parlare un po' della progettualità.

Purtroppo negli ultimi tempi passiamo sempre le giornate a vedere dove tagliare, dove accorpare, e la parte più bella di questo lavoro, che è proprio la progettualità, alcune volte non riesce a occupare la nostra giornata. Come lei ha detto correttamente gli accessi al Pronto Soccorso sono un problema nazionale, che impone probabilmente delle scelte radicali del nostro sistema di assistenza, l'organizzazione dei medici di famiglia, per esempio, come diceva lei che non sono dei dipendenti ma dei convenzionati.

Per non dilungarci, in questo caso abbiamo anche i dati del 2013, perché è solo un reparto. Nel 2010 gli accessi sono stati 51.489; nel 2011 sono stati 53.051 cioè più 3 percento; nel 2012 sono stati 53.919 e nel 2013, 54.341. Quindi dal 2012 al 2013 sono aumentati solo dello 0,8 percento, però sono aumentati. L'andamento mensile degli accessi conferma negli anni dei sensibili picchi. Quando arriva un Ministro come anni fa, con un braccio lussato, e non c'era nessuno in sala di attesa, glielo abbiamo potuto ridurre in 5 minuti. Ci sono dei periodi, invece, come questo invernale, in cui, soprattutto in certe ore, c'è moltissima gente.

Nello stesso periodo 2010-2013 il tasso di ricovero dal Pronto Soccorso è stato del 16,9 percento, del 16 percento (2011), del 17 percento (2012) e del 17 percento nel 2013, comprensivo anche di un servizio come quello dell'osservazione breve e intensiva, vale a dire che nel nuovo Pronto Soccorso ci sono dei letti di degenza in cui c'è la possibilità di tenere un paziente in osservazione con una flebo per mezza giornata, o per una giornata.

La distribuzione per codici e colore nel Pronto Soccorso da triage mostra un notevole calo dei codici bianchi scesi dal 28.058 del 2010 al 26.000 del 2011 cioè meno 4,9 percento fino a stabilizzarsi nel 2012 su 25000 codici bianchi. Questo cosa significa? Che gli accessi inappropriati stanno diminuendo, però aumentano gli accessi diciamo un pochino più complessi. Il dato significativo è che i tempi di attesa per la presa in carico da parte del Pronto Soccorso nell'Ospedale di Aosta sono probabilmente tra i più brevi d'Italia, nel senso che la media è solo di 45 minuti e lei avrà visto che negli altri posti sicuramente la media è più alta. L'idea di informare il paziente sulla sua lista, ha ragione, potrebbe essere una cosa intelligente, però qualche volta, come lei sa, si ha un codice giallo, un codice bianco, poi arriva un codice rosso che altera questi dati. Cosa fare, perché questo sicuramente dimostra una non risposta del territorio: se tanta gente così va in Pronto Soccorso, a parte i codici rossi, se uno va perché ha un bisogno di salute o ha un bisogno di esami, sicuramente qualche cosa non funziona. Non funziona come vorremmo noi: potrebbero essere anche le liste di attesa troppo lunghe per gli esami, e anche una comodità per chi va in Pronto Soccorso e ha un problema di un dolore toracico, il Pronto Soccorso fa l'emocromo, fa la lastra e la risposta è sempre anche più completa. Cosa fare allora? Una via non percorribile che non abbiamo mai pensato di percorrere... Alcune Regioni, anche dell'alta Italia, hanno alzato il ticket in modo significativo, se mi permette glielo dico, noi facciamo pagare 25 euro soltanto...ci sono molte esenzioni, pari al 54 percento, e i bambini che non pagano. In Liguria costa 25 euro più un ticket specialistico per eventuali prestazione per cui se uno va in Pronto Soccorso e gli fanno degli esami come dicevamo prima, li paga. Cosa succede a Bolzano? A Bolzano pagano sempre 50 euro per casi non urgenti più una tariffa per ogni prestazione specialistica fino a un massimo di 100 euro. Hanno cioè alzato il ticket per scoraggiare l'arrivo in Pronto Soccorso e l'effettuazione di prestazioni, che non mi sembra corretto perché comunque se uno va in Pronto Soccorso e si sottopone ad attese, come ha detto lei vuol dire che ha un bisogno di salute.

Il Pronto Soccorso è stato rinforzato strutturalmente in un modo significativo. Se si va in Pronto Soccorso si vede che il triage è molto ampio, è uno dei reparti, diciamo, che è migliorato di più, c'è l'osservazione, c'è sempre il medico, sempre il chirurgo che nessuno vuole togliere, c'è addirittura in certi periodi il rianimatore, il sabato e la domenica. Si è pensato anche, come lei sa, a un soccorso ortopedico distaccato da questo, gestito da personale ortopedico per cui adesso tutti i pazienti ortopedici non intasano più il Pronto Soccorso, ma vanno addirittura in un'altra sede di Pronto Soccorso. Poi il Pronto Soccorso pediatrico, tranne i pazienti gravissimi, il paziente viene portato al Beauregard.

Lei ha fatto una parentesi, purtroppo quel pediatra che doveva prendere servizio e che noi abbiamo incoraggiato ampiamente ha fatto due calcoli e ha detto che non gli conveniva.

C'è una grossa possibilità su questo, finalmente, che il Ministro Lorenzin ha annunciato tante volte ma doveva essere presentato in questo mese, e cioè il nuovo patto per la salute, che dovrebbe permettere una cosa, e cioè che lo specializzando in pediatria possa entrare in servizio anche se non ha ancora acquisito la specialità. Questo porterebbe sul mercato la possibilità di utilizzare dei pediatri in più. Per quel che è la progettualità, secondo me - le ho già risposto in un'altra interpellanza - è riorganizzare la medicina di base, facendo delle sedi di H12-H24 anche se il nostro è un territorio un pochino più complesso, ma almeno si potrebbe pensare di fare due o tre sedi. Perché non l'abbiamo ancora fatto? Ho incontrato diverse volte i medici di famiglia che come lei sa sono dei convenzionati e in questo momento sono sotto il rinnovo della convenzione con scioperi vari. Il decreto Balduzzi che prevedeva comunque un accorpamento di medicina territoriale in aggregazione, non ha previsto dal punto vista economico e organizzativo come si svolga tale servizio. E questo è il progetto del nostro lavoro, cioè riorganizzare la medicina sul territorio in modo da fare almeno due grossi centri in fondo Valle e in alta Valle di 12 e 24 ore, utilizzando la grande esperienza dei medici di famiglia che quando sono utilizzati nelle RSA, per esempio, sono stati portati a fare dei turni e hanno risposto molto positivamente.

Altre progettualità che metto lì: dalla Lombardia è molto attraente questo progetto dei Creg...siccome i malati che arrivano soprattutto in Pronto Soccorso sono anziani, sono malati cronici, se nei vari distretti organizziamo delle équipe, anche l'infermiera di villaggio può andare a vedere settimanalmente o mensilmente questi malati cronici a domicilio e può intervenire in modo preventivo. Anche questa è una grande possibilità. Lei lo accennava: la tele-medicina è una cosa che ho trovato e che avevamo stimolato all'inizio, per esempio nelle grosse microcomunità come il "Festaz" può creare un raccordo rapido con una centrale dell'Ospedale e impedire certi ricoveri o comunque certi invii in Pronto Soccorso. La tele-medicina ha delle grandissime possibilità, nei pazienti N3, e N4 e parliamo anche della Casa della Salute che sorgerà a Châtillon, perché abbiamo vinto un progetto con l'allora Ministro Turco, abbiamo quasi un milione di euro da spendere per fare una specie di poli ambulatorio di aggregazione medica di questo tipo.

Del discorso, di cui avevamo parlato l'altra volta, quando ci riorganizzeremo per rivedere i quesiti della 265 ripenseremo alle microcomunità in cui ci siano degli N3 PLUS così che ci sia il medico anche di notte. Il Pronto Soccorso e i problemi dei super accessi devono essere risolti con un maggior e miglior funzionamento del territorio su cui ci stiamo lavorando.

Sul fatto di parlarne in Commissione abbiamo in programmazione diverse cose da sottoporre. Ho chiesto al Presidente Restano di fare addirittura delle riunioni straordinarie in commissione per presentare a tutti voi la rete oncologica e i registri, dobbiamo rivedere la 265, e molto volentieri vengo a parlare dei progetti di riorganizzazione della Sanità e secondo me è più il desiderio di rivederci in commissione di quanto sia la disponibilità stessa della Commissione. Per tanti impegni reciproci. Chiederò ancora al Presidente Restano di fare eventualmente delle riunioni straordinarie per poter discutere di tutte queste cose insieme.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il collega Fabbri, per la replica; ne ha facoltà.

Fabbri (UVP) - Grazie della sua risposta Assessore, certo...i dati che fornirà. Noi tutti siamo convinti che la territorializzazione della medicina, dell'assistenza medica sia uno degli atout, delle armi per riuscire a risolvere i problemi di questi accessi impropri, di quest'assalto al pronto soccorso, anche se lei mi dice che tutto sommato le cose si stanno ridimensionando. Se non altro si sono limitate a certi numeri.

I suggerimenti che anche noi come gruppo stavamo proponendo per risolvere questo problema andavano proprio in questo senso. Insistere sull'utilizzo dei medici di base, i quali ahimè, lo sa meglio di me, anch'io conosco la situazione, per il lavoro che facevo, sono oberati di burocratismi, quindi bisognerebbe sollevarli da una parte per poterli poi invitare a lavorare sul territorio, in un modo più efficace. È il caso della Casa della salute, che sta prendendo piede anche in altre realtà regionali ed è un grosso sollievo a questo tipo di problema. Utilizzare anche degli orari più ampi, sui poliambulatori, in modo da facilitare l'accesso dei pazienti a questi servizi. Un altro suggerimento che mi sembra di potere dare riguardo alla difficoltà di reperire pediatri sul territorio...io adesso non so se sindacalmente si possa fare o cosa, ma utilizzare magari un pediatra sul territorio qualche volta durante la settimana, in modo da poter portare anche sul territorio queste risposte... Un'altra cosa è quella di responsabilizzare gli utenti nell'utilizzo corretto del pronto soccorso, per far capire che è una cosa molto importante e che non si può certo rivolgersi al Pronto soccorso per una sciocchezza. Comunque mi fa piacere che ci siano, oltre a come diceva lei i problemi di ristrutturazione, in negativo, della nostra sanità, già dei pensieri di ristrutturazione della nostra sanità, perché sicuramente i tagli non devono, l'abbiamo detto più volte, incidere sulla qualità e uno dei modi è proprio quello di utilizzare meglio e di ristrutturare questa nostra sanità, che già ha delle notevoli qualità.

Presidente - Grazie. Punto 17 all'ordine del giorno.