Oggetto del Consiglio n. 388 del 28 gennaio 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 388/XIV - Interpellanza: "Interventi per la riammissione del CERVIM al tavolo di lavoro dell'Associazione Regioni Viticole Europee (A.R.E.V.)".
Presidente - La parola al Consigliere Grosjean...prego.
Grosjean (UVP) - Pardon, j'étais déjà sur le discours que je devais préparer... Merci Président.
Bon, c'était l'an 1977, à Saint-Vincent, au Centre des congrès de l'hôtel Billia, il y a eu, pour la première fois, la tornata dell'Accademia della vite e del vino d'Italie. Le Président de cette organisation nationale, un monsieur d'une région viticole de la plaine du sud de l'Italie déclara la mort de la viticulture de montagne. C'était fini, les viticulteurs de montagne pouvaient oublier, pouvaient abandonner...la viticulture n'avait plus aucune raison d'être. Et c'est vraiment à ce moment-là qu'on se regarda dans les yeux, les vignerons présents...je souviens très bien le chanoine Vaudan, le directeur du Centre services d'assistance technique de l'Assessorat de l'agriculture de l'époque...eh bien, 10 ans après, en 1987, est né le CERVIM, à la suite de toute une série de rencontres, de réunions, de confrontations avec toutes ces Régions européennes qui avaient les mêmes problèmes de chez nous: la viticulture en des conditions de culture très difficiles, la très forte pente, le manque d'infrastructures, le manque de connaissances et de systèmes de confrontation pour des petites entreprises qui n'avaient pas la possibilité d'avoir peut-être des ?nologues ou des professionnels comme ça se commençait à voir dans les grandes industries de plaine. Tous ces évènements nous imposaient de faire remarquer que le système politique aussi était en train de prendre un drôle de chemin, je parle surtout des règlements communautaires, la Communauté européenne, qui, de plus en plus, imposait ses directives au niveau général et il n'y avait jamais aucune attention aux agricultures, dans notre cas aux viticultures dans les régions avec des difficultés, mais nous on y croyait.
Il est né donc le CERVIM, et une loi régionale...et je vous garantis que le vignerons valdôtains peuvent être bien fiers que le CERVIM soit né en Vallée d'Aoste, ancien carrefour d'Europe, mais à ce moment c'était vraiment le carrefour de la viticulture, parce que déjà à l'époque on avait fait toute une série de réflexions. Eh bien, le fait d'avoir le CERVIM en Vallée d'Aoste a sûrement donné un élan au développement de notre secteur. Je me souviens qu'à l'époque...je parle des premiers années '70, quand j'ai commencé mon activité...c'est documenté, il y a des écris, je peux le dire, la politique de l'époque ne croyait pas à la viticulture valdôtaine, mais il y avait quelqu'un têtu... Bon, le CERVIM a fait un très grand effort dans ses presque 30 ans d'activité, a su bien travailler, a su mettre ensemble une grande quantité de régions viticoles, au niveau européen, donc Espagne, Portugal, France, Suisse, Allemagne, Autriche et sûrement une grande partie d'Italie, donc avoir un système qui représentait un grand nombre de Pays viticoles, au sein de la Communauté européenne, sûrement c'était quelque chose de très important. La visibilité des vins de montagne n'était pas tout, mais sûrement on a eu un gros revenu en Vallée d'Aoste, parce que toutes les fois qu'on parlait de vins de montagne on parlait aussi de Vallée d'Aoste. Et maintenant c'est le moment, après toute une longue activité qu'on commence à percevoir dans le règlement de la Communauté européenne, des petites notes sur ce que c'est la viticulture de montagne...donc on devrait commencer à voir quelques petits résultats.
Le problème, la motivation de cette interpellation: c'est de savoir, en ce moment, qui et quoi aujourd'hui représente le CERVIM.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Testolin; ne ha la facoltà.
Testolin (UV) - Merci Président.
Je remercie le Conseiller Grosjean pour l'interpellation et pour avoir bien voulu faire une petite histoire de ce qui a été la vie, du début jusqu'aujourd'hui, de ce qui est sans doute un organisme très important pour le Val d'Aoste et pas seulement tout court pour la viticulture, mais pour la région toute entière. En effet il a permis, dans le temps, de donner de la visibilité pas seulement au vignerons, mais bien sûr à toute une communauté qui a eu la possibilité de s'exprimer au niveau international. Je dois quand même répondre aux questions ponctuelles que vous avez posées, donc je me permettrais d'entrer un peu plus dans le spécifique.
Per la prima domanda: "quali siano i motivi che hanno causato la non riconferma del CERVIM per un ruolo così importante e strategico per lo sviluppo delle politiche viticole da parte dell'AREV, e che tale incarico sia stato assegnato ad una regione italiana, che a quanto risulta era aderente al CERVIM fino al 2012", sottolineo come, in riferimento alla premessa dell'interpellanza, va precisato che non esiste un vero e proprio tavolo dell'AREV (Assemblea delle Regioni Viticole Europee), peraltro poi identificata come associazione a cui il CERVIM partecipa. Il CERVIM, in effetti, non potrebbe iscriversi all'AREV; infatti l'assemblea è costituita da Presidenti di Regioni e membri del CEPV (Conseil Européen Professionnel du Vin). Si segnala però - come il Consigliere Grosjean sicuramente ben sa - che da novembre del 1999 i rapporti di collaborazione tra CERVIM e AREV sono disciplinati da un protocollo, che non è finora mai stato modificato e che, all'articolo 1, prevede il coordinamento di reciproche attività attraverso l'organizzazione di eventi, la valorizzazione della viticoltura di montagna, l'educazione di giovani e adulti al consumo del vino. Nel tempo il CERVIM ha risposto, nel rispetto del citato protocollo...tuttora in vigore...ha potuto dunque tutelare la viticoltura di montagna, nel rispetto del suo mandato, con l'inserimento di opportuni riferimenti nelle mozioni finali delle varie assemblee a cui ha partecipato. Al momento, quindi, non vi sono motivi per ritenere che i rapporti con l'AREV siano in alcun modo compromessi. Per quanto riguarda l'affidamento di un qualsiasi incarico ad un'altra Regione italiana, questo è un rapporto diretto tra l'AREV stessa e la nuova realtà e non ha alcun collegamento con il CERVIM. Vista la complessità dell'attuale organigramma dell'AREV, il non meglio definito dagli interpellanti "tavolo di lavoro" non aiuta comunque ad individuare l'organismo oggetto dell'interpellanza stessa.
Per venire al secondo quesito: "quale sia, inoltre, la motivazione dell'assenza del delegato del CERVIM ai lavori della Commissione OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino)", va premesso che il CERVIM ha sempre avuto con OIV ottimi rapporti nel tempo, confermati anche in occasione di eventi internazionali organizzati in Valle d'Aosta, ricordando anche che OIV ha sempre fornito il proprio patrocinio per le varie edizioni del concorso internazionale vini di montagna e i congressi internazionali della viticoltura di montagna organizzati dal CERVIM. Il CERVIM, a partire dal 2005, aveva assunto il ruolo di osservatore con il pagamento di una quota pari a 7 mila euro annui. Dovendo poi procedere, per esigenze di bilancio, a razionare tale spesa, dal 2010 si è deciso di non rinnovare l'adesione con il pagamento di questa quota come membro osservatore e di partecipare a congressi e riunioni delle commissioni OIV solo ed esclusivamente con la presentazione di relazioni. Tale rinuncia non ha comunque assolutamente compromesso i rapporti tra OIV e CERVIM, infatti la partecipazione ai Congressi OIV e alle altre riunioni dei gruppi di esperti non dipendono dallo status di osservatore e gli interventi del CERVIM nei vari processi OIV sono e saranno sempre possibili.
Terzo quesito: "quante siano ad oggi le Regioni aderenti al CERVIM"; oggi le Regioni aderenti al CERVIM, oltre alla Valle d'Aosta, sono 4, in rappresentanza di 3 diversi Stati europei. Oltre alle 5 Regioni di cui sopra, vi sono 65 altri soci appartenenti a 15 Regioni distribuite su 6 Paesi europei (questo per avere un quadro...diciamo organico della situazione). La crisi economica e finanziaria di questi ultimi anni ha imposto a molte Regioni una razionalizzazione delle spese, portandole a decidere di non rinnovare la loro adesione al CERVIM. Tali Regioni si sono comunque attivate per fare aderire al CERVIM enti territoriali minori, la cui iscrizione risulta meno onerosa.
Quarto quesito: "quali iniziative intende intraprendere il Governo regionale per recuperare immediatamente questa situazione che ci vede perdenti a livello internazionale"; mi permetto di sottolineare come la situazione non sembri presentare le criticità richiamate dagli interpellanti. Dalle informazioni assunte e dai documenti in nostro possesso, oltre che dai periodici contatti con il CERVIM, si desume come l'attività dell'ente sia dinamica, sia nelle relazioni istituzionali, sia nel confronto con le altre realtà che si occupano di viticoltura di montagna. Recente testimonianza della bontà dell'azione del CERVIM è il convegno "I paesaggi storici della viticoltura di montagna: azioni di salvaguardia e valorizzazione", tenutosi lo scorso 16 novembre, al quale ha partecipato anche il Consigliere Grosjean, che ha visto la partecipazione di relatori delle diverse Regioni italiane ed alcune importanti realtà internazionali. Allo stesso tempo esistono degli ottimi rapporti tra CERVIM e Ministero delle politiche agricole e forestali e in particolare con i funzionari delegati ai rapporti con OIV, rapporti che ci permettono, comunque, di essere attori nelle fasi di discussione delle nuove normative comunitarie che regolano il settore, ponendo la dovuta attenzione alla viticoltura eroica.
D'intesa con il CERVIM, ci si sta dunque adoperando per riallacciare e rafforzare situazioni di collaborazione con realtà vicine alla nostra (vedasi l'incontro avuto, non più tardi di una settimana fa, in occasione della biennale dei Vins de montagne, alla quale anche Grosjean ha partecipato, di Chambéry, con tra gli altri il Vicepresidente del Conseil général de Savoie). Un prossimo appuntamento è già in calendario, per la fine del mese di febbraio, con i colleghi Assessori di altre Regioni italiane che concordano con l'esigenza di porre attenzione sulle problematiche della viticoltura di montagna.
Président - Le Conseiller Grosjean a demandé la parole, pour la réplique.
Grosjean (UVP) - Bene, le risposte non sono certamente convincenti, perché a me risulta che aderenti al CERVIM sono le Regioni di categoria A, poiché l'organismo del CERVIM prevede diverse categorie di soci; i soci di categoria A sono quelli che contano, quelli politici, cioè le Regioni, e poi ci sono gli organismi, ci sono i viticulteurs, ci sono tutte le altre categorie che possono aderire a livello di associazioni o addirittura a livello privato, che fanno parte di quel numero che lei ha citato.
A mio avviso la cosa gravissima è che siamo a 4, non 5 Regioni, perché a me risulta che sono 4 le Regioni aderenti che hanno pagato: la Galizia, il Vallese, il Veneto e la Valle d'Aosta. Le Regioni viticole di montagna italiane storiche che hanno fatto parte del CERVIM non hanno più aderito, e non credo che sia semplicemente una motivazione economica, non credo, perché se si crede in un progetto, se si crede in un organismo che rappresenta a livello internazionale una realtà, sicuramente...credo sia 10 mila euro la quota per le Regioni...non è una quota che veramente può far decidere o no di partecipare a una riunione...avessero chiesto una revisione della quota...ma non hanno più aderito! Io purtroppo ho avuto delle telefonate - l'Assessore lo sa - da responsabili di altre Regioni, da fuori Valle, che mi chiedono di avere chiarezza su questa situazione.
Per quanto mi riguarda, quindi, la situazione rimane preoccupante. Nell'OIVV il CERVIM ha fatto parte sin dalla sua fondazione, sin dall'inizio, come membro osservatore. Nell'AREV chiaramente eravamo presenti come osservatori; per un periodo è stata pagata una quota...forse lì c'era una piccola difficoltà a continuare questa quota, evidentemente adesso non c'è più nessuna Regione che aderisce, la situazione diventa molto difficile...e poi che cosa vado a rappresentare se rappresento solo più che 4 Regioni? Il CERVIM è arrivato a rappresentare 17-18 Regioni viticole! In questo momento siamo a 4-5 Regioni. Le garantisco che chi mi ha contattato da fuori Valle non ha fatto accenno a...che poi parliamo della Regione Piemonte, non dobbiamo mica andare tanto lontano...non hanno fatto accenno ai 10 mila euro! I problemi sono ben altri e lei li dovrebbe sapere, quindi la prego veramente di sentire i referenti politici di queste Regioni che facevano parte della viticoltura di montagna: la Valtellina, l'Alto Adige, il Trentino, la Liguria, l'Isola d'Ischia...la Sicilia stessa ha una situazione molto critica all'interno del CERVIM!
Io credo nel CERVIM, per me il CERVIM ha fatto la differenza. Per quanto riguarda la viticoltura di montagna, la visibilità dei vini della Valle d'Aosta, una gran parte del merito va anche al CERVIM, perché comunque ha sempre parlato di viticoltura di montagna, ha sempre parlato di Valle d'Aosta, perché il riferimento era qui; il concorso, sicuramente, è la ciliegina sulla torta, ma se non c'è più la torta è una ciliegia che è avanzata sul piatto!
Presidente - Punto 17 all'ordine del giorno.