Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 360 del 16 gennaio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 360/XIV - Interpellanza: "Attività di sensibilizzazione, formazione e divulgazione della sicurezza nella pratica dello sci".

Presidente - Per l'illustrazione, la parola alla collega Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Madame.

Dalla ripresa della stagione dello sci, gli incidenti che si sono verificati sull'arco alpino sono stati numerosi e tanti anche con esiti drammatici. Credo che tutti abbiamo avuto occasione di leggere e di sentire le notizie che riguardano le vittime provocate dall'imprudenza e dalla fatalità. Nel solo periodo delle vacanze natalizie, la media è stata di più di un morto al giorno e gli incidenti hanno toccato un po' tutte le località: dalle Dolomiti bellunesi al Tirolo, dal Vallese alle Alpi piemontesi e, naturalmente, anche la nostra regione. Il 27 dicembre, a Chamois, uno sciatore di Genova è deceduto cadendo durante un fuoripista; il 28 dicembre, a Pila, due giovani snowboarder liguri venivano uccisi da una valanga durante una discesa fuoripista, vicino al Couis 1; il 29 dicembre una valanga si è staccata nella zona del Toula, paradiso dei freerider, e fortunatamente nessuno sciatore è rimasto coinvolto; non altrettanto bene è andata il 7 gennaio a cinque snowboarder di Chamonix che, invece, sono stati travolti da una valanga, sempre sul Toula, anche se la loro avventura si è risolta con un grande spavento; il 5 gennaio, un'altra valanga si è staccata in Valtournenche, nella zona del Mont Pacheron, solitamente molto frequentato dai freerider, senza fare vittime, ma impegnando comunque il Soccorso Alpino Valdostano per verificare che non ci fossero sciatori coinvolti...e la lista potrebbe continuare ancora.

Giustamente, questa serie di incidenti ha scatenato un acceso dibattito, molte reazioni, articoli critici un po' su tutti i giornali regionali e nazionali, e anche qualche polemica, in particolare sul fatto che ARVA, pala e sonda sono assolutamente necessari, ma che il solo averli con sé non scongiura il pericolo. Sui giornali vi è - l'abbiamo letto - chi sostiene che non è giusto demonizzare la pratica del fuoripista (e concordiamo), e chi, come un esperto come Renato Cresta che ha rilasciato un'intervista su La Repubblica, esperto di valanghe, autore di un compendio di nivologia, osserva che è cambiata la mentalità. In questi ultimi anni si verificano incidenti che forse un tempo non si sarebbero verificati, perché si sarebbe evitato di sciare in fuoripista con certe condizioni. Oggi, invece - Cresta lo dice proprio in modo molto chiaro - si è indotti a pensare che con questa neve, se non vado a farmi una sciata su una "big line" sono un perdente. Anche Luca Mercalli è intervenuto e, in un articolo apparso su La Stampa, ha voluto operare una distinzione tra chi è appassionato di sci alpinismo e solitamente studia il territorio, evita le zone a rischio, consulta i bollettini nivologici e, se le condizioni sono troppo incerte, sta a casa, e chi, invece, attratto da distese di neve vergine, a fianco di una pista battuta, improvvisa una discesa in neve fresca ed è quasi sempre ignaro delle condizioni della neve e dunque sottovaluta i rischi. Tutti, comunque, concordano sul fatto che i soccorsi debbano essere tempestivi, ma che a monte è necessaria un'opera attenta di informazione, di formazione e di prevenzione appropriata il più possibile capillare.

La legge 5 del 2007, quella sulla professione delle Guide valdostane, detta le disposizioni in materia di organizzazione del Soccorso Alpino Valdostano e attribuisce allo stesso funzioni di prevenzione, di promozione e di divulgazione della sicurezza in montagna, ma certamente il Soccorso alpino non è l'unico soggetto interessato. La legge che disciplina la professione dei maestri di sci parla di "deontologia professionale" e specifica, nell'articolo sulla deontologia, che sulle piste e sugli impianti di risalita il maestro di sci deve rispettare e far rispettare ai propri allievi i regolamenti sull'uso degli impianti di risalita e le normali regole di sicurezza. Abbiamo potuto leggere nei giornali che da parte dell'Associazione dei maestri di sci vi è stata una presa di posizione riguardo alla necessità di educare e di far crescere una cultura della montagna, che, a loro dire, è evidentemente ancora deficitaria. E credo che non possiamo che concordare, vista la lunga serie di incidenti, ma vi sono sicuramente anche altri soggetti.

La nostra interpellanza non vuole avere nessun intento polemico, ma vuole provare a tracciare, senza presunzione, un quadro della situazione, delle modalità già in essere di informazione agli utenti, delle attività di sensibilizzazione e prevenzione regolarmente messe in atto, da quali soggetti, se si prevede un'intensificazione di tali attività, partendo innanzitutto dalla pratica del fuoripista legato alle piste di sci, e quindi più accessibile a tutti e, conseguentemente, più rischioso.

Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Ringrazio coloro che hanno predisposto questa interpellanza, perché credo che dopo tutti quei drammi che abbiamo avuto modo di constatare, il Consiglio regionale della Valle d'Aosta è il luogo ovviamente particolarmente favorevole per dare un'evidenza delle cose che vengono fatte in Valle d'Aosta sia per lo sci alpinismo, sia per il free ride, al di là delle polemiche che sono - purtroppo - abbastanza prevedibili quando purtroppo ci sono degli eventi drammatici. Quindi credo che tanto sia stato detto in proposito e non vorrei entrare proprio in questo argomento, ma cercare di dare una risposta puntuale.

Sulla prima domanda: "se esiste una ricognizione dei tracciati fuoripista raggiungibili attraverso gli impianti di risalita", la legge regionale, la 9 del '92, disciplina l'esercizio delle aree da destinare a uso pubblico per la pratica dello sci di discesa e dello sci di fondo, con particolare riferimento all'aspetto della sicurezza, assicurandone adeguate condizioni di agibilità; quindi c'è una mappatura dei luoghi dove lo sci viene considerato sicuro, ovvero dove ci sono dei responsabili, dove ci sono delle regole, dove si può praticare lo sci in sicurezza e, qualora vi siano poi dei problemi, ci sono i responsabili che hanno delle professionalità puntuali. La pratica dello sci fuoripista ad oggi non è regolamentata e, aggiungo, anche difficilmente regolamentabile. Sussiste il divieto per lo sci fuoripista - peraltro sanzionabile - nell'ambito delle aree sciabili e attrezzate solamente quando è ipotizzabile che chi percorre un tratto di fuoripista possa cagionare un danno a terzi, ovvero: se è vero che abbiamo dei domaines skiables sicuri, il fuoripista è vietato qualora quel fuoripista possa andare a compromettere l'esercizio dello sci sicuro in pista. Pertanto non esiste una ricognizione ufficiale dei tracciati fuoripista raggiungibili attraverso gli impianti a fune, com'è invece presente per le piste classificate ai sensi della 9/92, mentre in alcuni casi sono gli stessi gestori degli impianti a fune che informano su possibili percorsi fuoripista sicuri, dove non si sono dei divieti, e là dove ci sono i divieti.

La seconda e la terza domanda, che ci consentono di dare un'informazione completa, direi che sono decisamente opportune. La Regione interviene nella formazione, informazione e divulgazione della sicurezza operando in stretta collaborazione con gli Enti e le Associazioni che operano sul territorio, quali: Fondazione Montagna Sicura, di cui è fondatrice, assieme al Soccorso Alpino Valdostano, l'Unione Guide Alpine Valdostane di Alta Montagna, il Comune di Courmayeur e, dal 2010, anche l'Azienda USL della Valle d'Aosta. Poi, sempre tra i soggetti con cui si collabora c'è l'AVIF (l'Associazione Valdostana Impianti a Fune) e l'Associazione dei Maestri di Sci, che non sono in Montagna Sicura. In particolare, Fondazione Montagna Sicura opera in qualità di centro di formazione e divulgazione sulle tematiche della sicurezza in montagna, dei rischi naturali e dell'ambiente alpino, realizzando iniziative volte a informare e formare i diversi target dei frequentatori della montagna: residenti, turisti, professionisti, atleti, studenti. Tra queste si trovano diverse iniziative di formazione, di sensibilizzazione, di informazione, di divulgazione relative alla pratica del fuoripista.

Per quanto riguarda l'informazione, oltre alle note comunicazioni del Bollettino valanghe, gestito dalla Regione, e agli avvisi quotidiani dei gestori dei comprensori sullo stato della neve e del livello di pericolo sui comprensori, è da segnalare la comunicazione di Montagna Sicura sul suo sito istituzionale e sui social network con informazioni e materiale multimediale sulla sicurezza in montagna e la realizzazione di materiale informativo specifico.

Per quanto riguarda le attività di sensibilizzazione, formazione e divulgazione della sicurezza, la Fondazione Montagna Sicura organizza, con la collaborazione dell'Associazione Valdostana Impianti a Fune, dell'Ufficio regionale valanghe, di guide alpine, pisteurs-secouristes, tecnici cinofili e diversi altri Assessorati regionali, degli atelier di educazione alla montagna destinati a studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado della Valle d'Aosta, svolti nelle diverse località sciistiche valdostane in cui vengono affrontati i temi della nivologia, dell'autosoccorso in montagna, dei comportamenti da tenere sulle piste da sci e fuoripista, dell'utilizzo dei supporti tecnici necessari, del soccorso cinofilo e altri consigli pratici sull'utilizzo di strumenti quali l'ARVA, la pala e la sonda. Sono stati sinora organizzati nove atelier nel 2011 per 306 studenti, 24 atelier nel 2012 per 827 studenti, 19 atelier nel 2013 per 800 studenti; per il 2014 sono in programma 10 atelier per le scuole primarie e 5 atelier rivolti alle scuole secondarie e sono previsti circa 800 studenti. Quindi direi una formazione molto importante, rivolta proprio ai ragazzi. Fondazione Montagna Sicura realizza, inoltre, delle giornate formative rivolte ad adulti, svolte in diverse località valdostane, con la supervisione delle guide alpine, sulla pratica del fuoripista, sulle precauzioni da prendere, sul tipo di attrezzature, sulla nivologia. Sono stati poi installati da Fondazione Montagna Sicura due campi di addestramento all'utilizzo dell'ARVA nelle aree di sci di Courmayeur. L'Associazione Valdostana Maestri di Sci promuove la sicurezza per il fuoripista attraverso la formazione dei suoi candidati a diventare maestri. È previsto, infatti, un modulo dedicato di una settimana - il modulo "Eurosecurity" - a cui si aggiunge un'ulteriore settimana sul campo per conoscere il fuoripista, la nivologia, l'utilizzo degli strumenti di autosoccorso e di assistenza. Le attività fuoripista promosse dai maestri di sci sono effettuate in sicurezza essendo tutte le scuole associate dotate di kit di sicurezza, ARVA, pala e sonda. Quindi in generale tutti gli operatori valdostani operano per divulgare le informazioni sulle modalità di fruizione in sicurezza della montagna invernale.

Ovviamente sulla quarta domanda "se si intende intensificare": come ho detto tutti questi sforzi hanno una continuità, non sono una novità dovuta alla fase acuta, al problema che abbiamo visto, è un progetto che ha una continuità, e quindi crediamo di continuare su questa strada. Ho risposto io, ma ovviamente è una risposta che ha raccolto i dati dalla Protezione civile, dagli altri Assessorati, quindi è un indirizzo generale.

Président - La parole à la collègue Morelli.

Morelli (ALPE) - Merci Madame la Presidente. Non occuperò tutto il tempo, anche per dare modo al collega Roscio, che è particolarmente sensibile all'argomento, di fare alcune considerazioni.

Grazie Assessore della risposta. Lei ha tracciato un quadro di ciò che è già messo in atto: è un argomento estremamente serio, per il quale io credo che l'attenzione non sia mai sufficiente, anche perché, se si può prevenire la morte di persone, naturalmente bisogna fare tutto il possibile. Il fatto che i giornali abbiano dato conto di un dibattito tra le guide e i maestri di sci che sottolineava qualche criticità forse di coordinamento, lascia intravedere, insomma, la possibilità che margini di miglioramento, di maggiore dialogo, di coordinazione tra tutti gli attori siano ancora possibili, e io credo che il ruolo della Regione sia proprio quello di favorire una coordinazione tra tutti gli attori coinvolti.

Riguardo al fatto della ricognizione dei tracciati fuoripista legati alle piste, giustamente lei dice: vi è la regolamentazione sulla sicurezza per quanto riguarda i tracciati istituzionalizzati dove lo sci può essere praticato in sicurezza. Probabilmente anche lì, proprio agendo con le società degli impianti di risalita, si può fare un'azione di prevenzione maggiore, aumentando forse la segnaletica che tenda ad allertare gli sciatori là dove il fuoripista è forse più...come dire? più favorito, nei punti in cui c'è maggiormente la tendenza a praticarlo; questa è una conoscenza che le società degli impianti a fune hanno, e quindi può forse essere pragmaticamente messa in atto...sempre coscienti che in montagna, di sicurezza in termini assoluti non si può parlare, si può al massimo parlare di "contenimento dei rischi" che si ottiene avvalendosi delle tecnologie e delle attrezzature moderne, formando adeguatamente, ma anche educando a ragionare. Questo noi lo stiamo facendo all'interno della nostra regione con i nostri ragazzi, con i giovani, ma forse bisogna cercare di farlo anche in tutte le occasioni possibili con chi viene dall'esterno. Comunque la ringrazio, Assessore.

Presidente - La parola, per l'integrazione di replica, al collega Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente. Grazie Assessore.

Prendo una piccola parte della sua risposta dove dice che ci sono i gestori e, laddove esistono gli impianti, informano sulla sicurezza o meno dei percorsi fuoripista. Senza entrare nel merito di questa cosa, esiste oggettivamente un problema di difficile risoluzione, perché avventurarsi in un terreno fuoripista non vuol dire fare una cosa normale come tutti i giorni, ma vuol dire andare su un terreno d'avventura e su un terreno d'avventura esistono molteplici fattori che concorrono a creare una condizione di stabilità o meno, e questi fattori sono difficilmente controllabili e prevedibili. Quando un gestore si prende la briga di dire: "il percorso si può fare" o "non si può fare", io mi chiedo a chi va imputata poi la responsabilità di quello che succede, nel senso che se un gestore informa un utente che è stato portato con un impianto, in un certo punto, e gli dice: "da lì puoi scendere perché è sicuro" e succede, ahimè, qualcosa, diventa un problema molto rilevante e di difficile soluzione. Quindi per tutto questo è importantissimo ricorrere alla prevenzione, e lei mi ha detto che alcune azioni sono state fatte.

Mi chiedo però se è opportuno che...lei ha citato più volte la Fondazione Montagna Sicura...se il ruolo di regia non sia da mettere in capo alla Regione, quindi alle strutture regionali per far crescere professionalità regionali, piuttosto che assegnare ad altri. Mi spiego: il Bollettino valanghe, che forse è una delle cose più importanti, uno strumento importantissimo per chi frequenta il terreno innevato fuoripista, deve essere in capo principalmente forse a strutture regionali che non ad altri...e che le strutture regionali coordinino tutte le Associazioni: maestri di sci, guide alpine, Fondazione Montagna Sicura, associazioni che operano a titolo di volontariato, per arrivare a cercare di avere qualcosa di più preciso.

Un'ultima cosa e poi concludo: siccome la pratica della sci fuoripista - in tutti i sensi, sia che vada dal fuoripista con gli impianti, ma anche dal fuoripista fuori degli impianti - è una pratica molto richiesta e in crescita, soprattutto per i turisti stranieri...su questa cosa qua bisogna fare una riflessione, perché è un mercato che sarà in espansione e che potrebbe portare un indotto anche a chi fa professioni turistiche, quindi su questa cosa bisognerà fare una riflessione attenta per il futuro.

Io ritengo, però...noi riteniamo, come gruppo ALPE, che sia la Regione che debba tenere la regia di questa iniziativa, e non delegare a Fondazione o ad altri. Grazie.

Presidente - Grazie. Prima di passare al punto successivo, ha chiesto la parola il collega Bertschy...prego.

Bertschy (UVP) - Merci Madame la Présidente.

Solo per chiedere una riunione dei Capigruppo, per definire quanto meno la proposta dei gruppi di opposizione per la continuazione dei lavori del Consiglio.

Presidente - Bene, quindi sospendiamo un attimo i lavori del Consiglio. È riunita la Conferenza dei Capigruppo.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 11,08 alle ore 11,15.

Rini (Presidente) - Colleghi, possiamo riprendere i nostri lavori; quindi, come convenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo, continuiamo l'esame dell'ordine del giorno.

Siamo al punto 35.