Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 343 del 15 gennaio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 343/XIV - Interpellanza: "Redazione di nuovi piani di contenimento della specie cinghiale".

Président - Pour l'illustration, la parole au collègue Ferrero.

Ferrero (M5S) - Grazie Presidente.

Avevamo già avuto modo di affrontare la questione, alcuni mesi fa, con un intervento sempre del Movimento Cinque Stelle. Perché torniamo sulla questione? Perché, nel corso della fine dell'anno 2013, noi ci siamo presi la briga di organizzare un incontro con un esperto del contenimento della fauna selvatica, che veniva dalla Toscana, per vedere un po' quale fosse la loro esperienza in materia di cinghiali ed anche per vedere quali sono stati i risultati degli interventi che hanno adottato. E siamo rimasti abbastanza sbalorditi perché, guardando il nostro piano di contenimento, e guardando invece gli interventi che sono stati fatti in Toscana, ma non solo in Toscana - abbiamo visto anche in Liguria ed in Sardegna - ci siamo resi conto dell'improvvisazione con la quale, effettivamente, da 10 anni, si affronta il fenomeno dei cinghiali. In effetti, i risultati quali sono? I risultati sono stati quelli di incrementare a livello geometrico la popolazione degli animali sul territorio, con conseguenti danni che aumentano, ed abbiamo appreso che, in Bassa Valle, molti contadini non fanno neanche più la richiesta di indennizzo perché tanto i tempi sono lunghi, la pratica è difficoltosa, ti danno poco o niente per cui si tengono i danni e non presentano neanche più le domande! Allora c'è anche questa percezione per cui quasi quasi il fenomeno sia diminuito. Ecco, abbiamo quindi visto tanta improvvisazione ed avremmo degli spunti, dei suggerimenti. Nell'interpellanza abbiamo posto alcuni quesiti. Ci piacerebbe sentire le risposte per poi, in spirito veramente collaborativo, darvi qualche suggerimento, darlo ai vostri dirigenti che, da 10 anni, non solo non hanno ottenuto risultati, ma hanno peggiorato la situazione.

Président - Pour la réponse, la parole à l'Assesseur Testolin.

Testolin (UV) - Merci Président.

Prima di entrare nel merito delle risposte un po' più nel dettaglio, mi permetto solo di sottolineare come anch'io, su stimolo vostro, e comunque, per quello che mi compete all'interno dell'Assessorato, mi sono premurato anche di vedere delle valutazioni a livello delle regioni che voi avete citato ora. E, quindi, diciamo che i risultati sono sostanzialmente in linea con quelli che ci sono in Valle d'Aosta, perché il fenomeno, al di là di come lo si voglia presentare, è un fenomeno che non è di facilissima risoluzione. Poi, è chiaro che da un confronto possono uscire delle soluzioni che possono permettere di migliorare quello che è l'approccio soprattutto nell'interesse della collettività che deve essere salvaguardata.

Per quanto riguarda le risposte specifiche, e cioè: "se non si ritenga opportuno provvedere a censimenti, almeno biennali, al fine di avere piena conoscenza del fenomeno e conseguentemente predisporre gli interventi indispensabili", si sottolinea come, in Valle d'Aosta, la gestione della fauna selvatica è attuata secondo i disposti della legge regionale 64 del 1994 e del piano regionale faunistico venatorio. Entrambe le disposizioni recepiscono i concetti gestionali della legge quadro nazionale e le indicazioni tecniche dell'ISPRA (l'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale). Nell'ambito di una corretta gestione faunistica - come correttamente evidenziato dal Consigliere interrogante - di norma occorre conoscere le consistenze delle popolazioni di selvatici presenti su un determinato territorio, al fine di determinare i valori di densità faunistica tra cui la densità-obiettivo. Per densità-obiettivo si intende la densità di animali, cioè il numero di animali ogni 100 ettari che un determinato territorio è in grado di sostenere per garantire, da una parte, la conservazione della popolazione selvatica e, dall'altra, l'assenza di problematiche nei confronti delle altre specie animali o delle attività dell'uomo. Il raggiungimento delle densità-obiettivo, di norma, è attuato attraverso i piani di prelievo che possono essere più o meno conservativi.

Il piano regionale faunistico indica, per ogni specie di ungulato presente sul territorio regionale, le densità-obiettivo specifiche di riferimento: ad esempio, per il camoscio la densità-obiettivo è tra 6 e 10 capi ogni 100 ettari...così, a titolo esemplificativo. Per quanto riguarda il cinghiale, non è invece prevista una densità-obiettivo specifica, in quanto il criterio gestionale contenuto nel piano faunistico è il contenimento della specie con la massima riduzione, soprattutto nelle aree agricole e negli ambienti faunistici di pregio. Pertanto, non avendo la necessità di stilare piani di prelievo commisurati proporzionalmente alla consistenza degli animali sul territorio, in Valle d'Aosta non sono più svolti censimenti esaustivi della specie cinghiale. I censimenti al cinghiale, peraltro, sono di difficile attuazione pratica, richiedono uno sforzo logistico ed organizzativo particolarmente elevato e forniscono risultati molto approssimativi solo se riferiti a comprensori di ampie dimensioni (fatti che ne limitano la convenienza in rapporto ai risultati perseguibili). Alla luce di quanto sopra, in Valle d'Aosta, la definizione dei piani di prelievo venatori e dei programmi di controllo numerico della specie cinghiale prescinde dall'effettuazione di censimenti, ma fa riferimento ad altri valori, quali la valutazione dei danni e l'elaborazione dei dati degli abbattimenti che sono, peraltro, gli stessi utilizzati nelle regioni che venivano menzionate dal Consigliere Ferrero in precedenza.

Per quanto riguarda il secondo quesito: "se non si ritenga necessario, nell'ambito di piani di abbattimento, una corretta indicazione delle tipologie di abbattimento...", si sottolinea come già richiamato in precedenza il prelievo del cinghiale avviene in due momenti, in due modalità distinte e molto diverse tra loro: il periodo della caccia ed il periodo del controllo. Per quanto riguarda la caccia, i piani di abbattimento del cinghiale attuati in periodo venatorio sono elaborati dall'Ufficio per la fauna selvatica ed approvati con specifico decreto assessorile. Essi riportano l'indicazione del numero totale di animali per ogni zona definito in base alla distribuzione ed alla quantità dei danni rilevati. Trattandosi di un ungulato, sono inoltre applicati i criteri della caccia di selezione e, pertanto, i piani sono suddivisi in classi di sesso e di età. Per quanto riguarda il controllo, i piani vengono invece eseguiti in maniera mirata ed il loro obiettivo è quello di limitare i danni alle colture. In questa situazione non si stabilisce a priori quale sarà la classe o il sesso degli animali che gli operatori addetti al controllo dovranno abbattere. L'indicazione fornita agli operatori, anche nel corso degli appositi incontri formativi, è quella di risparmiare, per quanto possibile, le femmine gravide.

Per quanto riguarda il terzo quesito: "se vi sia l'intendimento di provvedere alla redazione di nuovi piani di contenimento che prevedano linee guida e di azione maggiormente efficaci, che tengano conto degli aspetti evidenziati dal punto 1) e dal punto 2) di cui sopra e all'interno dei quali sia prevista una collaborazione tra i cacciatori ed agricoltori, mediante l'individuazione di apposite forme di intervento a chiamata e di indennizzo integrativo, mediante la cessione di parte dei capi abbattuti", si sottolinea come l'indirizzo dell'Amministrazione regionale, per quanto attiene alle problematiche in oggetto, preveda già una corresponsabilizzazione del mondo venatorio anche attraverso la sua collaborazione con gli agricoltori. Il legame cacciatore-territorio, previsto dal piano regionale faunistico venatorio si dirige nell'ottica di questo aspetto ed è per questo che, ad esempio, sono stati assegnati territori ristretti alle squadre per la caccia in battuta al cinghiale. I piani di controllo sin qui attuati dall'Amministrazione regionale hanno sicuramente raggiunto l'obiettivo di contenere i danni provocati dalla specie cinghiale. Il piano di controllo attualmente in vigore ha validità ancora per tutto il 2014; le sue modalità operative sono state concordate ed approvate con l'ISPRA e non si ritiene pertanto, al momento, di inserire cambiamenti sostanziali. Si osserva solo che le modalità attualmente in vigore, seppure perfettibili, prevedono già la cessione di metà dei capi abbattuti ai cacciatori autori dei prelievi quale indennizzo forfettario per il loro intervento e di risarcimento agli agricoltori per i danni provocati dai cinghiali, pur in coscienza che siano limitati all'applicazione del de minimis.

Président - Pour la réplique, la parole au collègue Ferrero.

Ferrero (M5S) - Ovviamente, questa è una risposta in linea con quelle che sentiamo. A tutte le interpellanze e le interrogazioni, alla fine: "obiettivo raggiunto, noi abbiamo raggiunto l'obiettivo"... Ma quale obiettivo avete raggiunto? Siete andati a farvi un giro in Bassa Valle? Avete parlato con le persone? Avete sentito che danni hanno per cui non chiedono neanche più gli indennizzi? Che i censimenti non siano utili...ma questa è una teoria valdostana, anzi, direi una teoria della vostra Giunta! In qualsiasi regione fanno dei censimenti per vedere quale sia la popolazione dei cinghiali...se io ho le lumache nel giardino, prima di adottare delle misure, devo vedere quante lumache ho nel giardino! La stessa cosa è per i cinghiali! Voi andate avanti navigando a vista! Questa è una teoria che, sinceramente, sentiamo...e l'Assessorato dell'agricoltura la porta avanti! Ma andate a discutere con qualche esperto di queste cose...vi ridono dietro! Io non so veramente come si riescano a dire delle cose del genere!

Come proteggere le aree: non abbiamo avuto nessun esperimento di protezione delle aree con i recinti come fanno nelle altre regioni che, soprattutto per quanto riguarda i pascoli di alta quota, potrebbe portare, con delle spese contenute, dei risultati che sono interessanti. Il calendario venatorio è importantissimo! Sì, viene deciso con l'ISPRA, ma le direttive possono essere date direttamente dalla Regione, diciamo di comune accordo con l'ISPRA! Bisogna decidere in quali periodi bisogna cacciare, quella è una cosa essenziale. Come cacciare? Con battute che vengono effettuate con un numero di cacciatori che è esiguo, è troppo esiguo rispetto alle esigenze: non riuscite a fare delle battute di caccia che siano efficaci. Chi cacciare? Bisogna stabilire quali esemplari devono essere cacciati, perché se voi andate ad abbattere la femmina alfa del branco, senza andare nei particolari, riuscite a moltiplicare le femmine gravide nel gruppo di cinghiali che opera in un determinato territorio, e questo, a livello di danni, moltiplica i danni! Attenzione! Bisogna andare sugli esemplari giovani e non sugli esemplari vecchi che sono stanziali. Gli esemplari giovani fanno il maggior numero di danni...ma queste sono tutte cose che trovate nei testi universitari. Bisogna andarli a vedere, bisogna applicarli, perché sennò è inutile è inutile dire: "abbiamo raggiunto l'obiettivo". Ma che razza di obiettivo avete raggiunto? Ma dove state? Ma in che mondo vivete? Questa è un'altra esemplificazione del fatto che non siete a contatto con il territorio, non sapete quello che succede sul territorio! Non sapete quello che succede nei boschi della Valle d'Aosta come non sapete quello che succede nel Casinò di Saint-Vincent! È la stessa cosa! Qui ci vuole un'autocritica, non potete andare avanti così!

Noi proporremo un documento anche sulla base delle cose che ci sono state dette dal dottor Razzara che è cacciatore esperto e che da anni si occupa del settore. Questi, ovviamente, non ha puntato il dito contro nessuno perché è una persona seria, ma si è reso conto che la nostra programmazione è una programmazione che è completamente inadeguata. Poi, attenzione: bisogna coinvolgere cacciatori ed agricoltori, ma i cacciatori devono fare un lavoro e, come succede ad esempio in Toscana, la metà dei cinghiali abbattuti in un determinato territorio va dato agli agricoltori, così hanno così un parziale risarcimento dei danni che hanno avuto, perché la Regione non ti caccia un euro, i cacciatori non ti danno i cinghiali, gli altri si beccano i danni e, alla fine, che cosa succede? Bisogna stabilire delle zone; in ogni zona ci sarà un gruppo di cacciatori che interviene su chiamata quando in una zona c'è un problema, entro un tot di ore. Addirittura, in Toscana, entro 48 ore fanno un intervento: il cinghiale fa i danni, lo identificano, lo abbattono, metà dei capi viene dato all'agricoltore e metà se lo tengono i cacciatori, così sono contenti i cacciatori della zona, i cacciatori delle altre zone possono intervenire nel caso in cui l'unità di zona non possa intervenire.

Anche qui, quindi, in Valle d'Aosta, abbiamo un problema, i cacciatori ci dicono: "accidenti, noi dell'Alta Valle non possiamo andare a cacciare in Bassa Valle"...c'è tutta questa cosa. Allora, studiamo un sistema, creiamo una sinergia, creiamo un accordo tra gli agricoltori ed i cacciatori, non mettiamo sempre gli uni contro gli altri in questo sistema che dura ormai da quarant'anni e che, alla fine, abbiamo visto che risultati ha portato!

Président - Point 20 à l'ordre du jour.