Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 341 del 15 gennaio 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 341/XIV - Interpellanza: "Insediamento della società Valle d'Aosta Technology nell'ex stabilimento ex Tecdis di Châtillon".

Presidente - Ha chiesto la parola, per l'illustrazione, il Vicepresidente Rosset; ne ha facoltà.

Rosset (UVP) - Grazie Presidente.

Una breve premessa: stupisce con quale interesse i Consiglieri o alcuni dei Consiglieri di maggioranza seguono questi lavori di quest'Assemblea, visto che da stamattina non superano le 11 unità...lascio a voi il...probabilmente sono argomenti che non sono così interessanti, oppure sanno già tutto, e la cosa non è delle più gratificanti in un'Assemblea...emerge questo senso di responsabilità.

Veniamo al punto all'ordine del giorno: ebbene, la montagna ha infine partorito un topolino, ma pure il topolino non ci convince! Si potrebbe chiudere così la vicenda della Tecdis, la fabbrica di Châtillon che da anni è chiusa, cadente, e che è un segno plastico dell'incapacità di reindustrializzare di questa Giunta, di questa maggioranza, ma segno anche di altri due aspetti: la totale negazione gestionale di una società come Vallée d'Aoste Structure, che potrebbe, visto il deficit accumulato, essere data in mano ad un amministratore di condominio...non perché questi siano meno capaci, ma non si fa perché, pur se in rosso, è straordinaria macchina di assunzioni. Poi ha il pregio di non pensare questa struttura, e dunque di fare quanto e solo quello che le viene detto o viene indicato.

Il caso Tecdis, l'UVP lo sollevò con dovizia di particolari già nella scorsa legislatura, è un caso di scuola, malgrado quella che noi definimmo "la scarsa affidabilità" della società proponente e dei suoi soci, l'operazione è andata avanti, e lo stesso Assessore Marquis - che avremmo pensato più cauto - ha sposato la causa. È per questo che ci fa piacere tornare sul tema, tornare sul tema dopo questa scelta, che tra l'altro contiene, nell'apposita delibera, elementi piuttosto ridicoli, come il revamping di "camere bianche" oramai inesistenti per l'incuria e il tempo trascorso dalla chiusura.

Ora non si capisce, in un periodo di crisi e di casse vuote per la Regione, quale miracolo ci si aspetti da questa azione e stupisce la porta in faccia ai tanti e seri artigiani della zona che chiedevano più spazio. Si è scelto un filone che riporta a fatti legati alla triste fine di una storia analoga, quella di Tecnogranda di Dronero, su cui i politici e i funzionari valdostani sono stati ampiamente informati, ma si è scelto di far finta di niente e andare avanti. Ciliegina sulla torta sono state le promesse, promesse fatte durante le elezioni regionali, fatte a Châtillon, nella futura e rinnovata area industriale. Sono comportamenti che mettono tristezza e che ci portano a fare una serie di riflessioni.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola l'Assessore Marquis, per la risposta da parte della Giunta; ne ha facoltà.

Marquis (SA) - Grazie Presidente.

Ringrazio i proponenti dell'interpellanza in oggetto, perché consentono di fare il punto sulla situazione relativamente a questo insediamento dell'unità immobiliare ex Tecdis di Châtillon.

Quanto alle domande che sono state poste, partirei direttamente dalla n. 2, che entra nel merito dei contenuti, per passare successivamente al primo quesito. I "contenuti della proposta": l'obiettivo da parte della società che ha avanzato la proposta di riqualificare questo stabile è quello di creare un polo di alta innovazione al servizio delle imprese nello sviluppo di progetti di ricerca e innovazione, mettendo a disposizione una struttura ad alta tecnologia e fornendo dei servizi per attività di produzione, con l'intento di facilitare lo sviluppo di un tessuto di imprese innovative altamente tecnologiche. In particolare, il polo si propone di sviluppare un modello che unisce servizi classici degli incubatori ad alta tecnologia alle "camere bianche", (di cui l'immobile è dotato per ben 4.800 metri quadrati), ai servizi legati alla finanza per l'innovazione, all'internazionalizzazione e allo sviluppo di sinergie tra startup e imprese già operanti sul mercato. È da evidenziare, da quanto ho sentito prima - e cioè che queste camere bianche sono completamente dismesse, a detta della minoranza, degli interpellanti - che le cose non stanno in questi termini, sono situazioni che hanno necessità di un intervento di ristrutturazione, ma nello stabile c'è una ricchezza di tecnologia. Non è uno stabile che può essere svuotato in prima battuta, rinunciando a questo valore intrinseco per trasformarlo in spazi da adibire a immagazzinaggio.

Voglio ricordare che una struttura come questa, di camere bianche, non esiste in Italia a livello di dimensioni, quindi ancorché questa debba essere o debba sottostare a un intervento di riqualificazione è dato dal fatto che è da parecchi anni che non vengono utilizzate. Pertanto, oltre a fornire alle imprese le strutture quali uffici e servizi generali, l'incubatore consentirà di fornire strutture ad alto contenuto tecnologico quali laboratori, officine, camere bianche e grigie, personalizzabili a seconda delle esigenze per dimensioni e performance, supportando le imprese anche nella componente finanziaria attraverso il sostegno alla ricerca delle forme di finanziamento per lo sviluppo dei progetti. L'elemento di forza di questa operazione consiste nel fatto che tutte le innovazioni e le migliorie apportate e previste nel piano di revamping - il cui importo è stimato in circa 7 milioni di euro - sono a carico del conduttore, e alla conclusione del contratto di locazione resteranno a favore di VdA Structure e quindi della Regione, che è azionista. Volevo sottolineare che revamping è un termine inglese usato per indicare interventi di ristrutturazione generale ed è attribuibile ai lavori da realizzare nella fattispecie. Ciò detto, gli interventi da realizzare sull'immobile saranno comunque soggetti ad approvazione da parte di Vallée d'Aoste Structure.

In merito alle motivazioni per cui il Governo regionale e VdA Structure sono andate avanti in questa operazione, nonostante le vostre perplessità, colleghi interpellanti, io ritengo che la pubblica amministrazione abbia il dovere di valutare e affrontare, con la dovuta prudenza, chiaramente, ma con convinzione e senza pregiudizi, ogni progetto che le viene sottoposto che abbia le potenzialità di concorrere alla crescita della competitività del nostro territorio e determinare sviluppo e occupazione. Nella fattispecie, è evidente la prudenza adoperata dalla pubblica amministrazione che ha deliberato di procedere per fasi. Fase prima: caratterizzata da un contratto di comodato gratuito, con scadenza al 30 giugno 2015, a favore di VdA Technology, con opzione a favore della medesima di una successiva locazione; fase resasi necessaria per il reperimento di potenziali clienti interessati a precontrattualizzare in maniera vincolante insediamenti per almeno l'80 percento della superficie delle camere bianche; il raggiungimento di questa percentuale di precontrattualizzazioni è stato determinato come elemento fondamentale per far sì che ci fosse garanzia per i ricavi significativi e necessari per poter completare l'operazione. A seguito dell'esito positivo della fase precedente e del rilascio di parere definitivo di Finaosta sull'operazione, si potrà addivenire alla definizione del contratto di locazione e dare inizio alla fase di riqualificazione dello stabile. Ciò premesso, il contratto di comodato tra Vallée d'Aoste Structure e Valle d'Aosta Technology è stato sottoscritto il 16 dicembre 2013. Non si tratta pertanto ancora di un definitivo contratto di affitto, bensì di una fase intermedia che potrà assumere aspetti concreti soltanto a seguito della decisione da parte della stessa società VdA Technology di esercitare l'opzione di locazione, a seguito del raggiungimento dei vincoli precontrattuali richiamati in precedenza.

La sottoscrizione del contratto di comodato segna finalmente il primo punto fermo per il destino finora incerto dello stabilimento in questione. Io credo che sia un'opportunità che vada esplorata fino in fondo da parte della pubblica amministrazione, perché questa è la strada che traccia l'Europa, è la strada che traccia lo Stato per reindustrializzare i territori, i distretti industriali. Nonostante noi non abbiamo i numeri per fare massa critica, abbiamo la necessità e il dovere di cercare di dare un senso e uno sviluppo all'industria in Valle d'Aosta. Credo quindi che sia quanto mai opportuno procedere in questa direzione, perché è solo se riusciremo a entrare in una rete di incubatori che si occupano d'innovazione, di ricerca e sviluppo, che potremo creare quelle competenze a livello industriale che potranno essere trasferite sul territorio circostante per elevare il livello tecnologico complessivo in Valle d'Aosta.

Quanto a chi sono i soci della società proponente, terzo quesito, i soci sono: il Signor Cannariato, i Signori Davide Veglia e Alessandro Mario Ferrario (quest'ultimo in qualità di Presidente e Amministratore delegato della società, è la persona che ha interloquito con Vallée d'Aoste Structure e con Finaosta per la definizione dell'insediamento). Il capitale sociale all'atto della sottoscrizione della società è stato di 10 mila euro. Quanto alle rassicurazioni e alla prudenza posta in essere dalla pubblica amministrazione, voglio sottolineare che, nelle successive fasi contrattuali, saranno previste una serie di tutele e di fidejussioni che sono normalmente utilizzate. Grazie.

Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola, per la replica, il Vicepresidente Rosset; ne ha facoltà.

Rosset (UVP) - Grazie Assessore...magari le chiederò una copia su alcuni dati che lei ha posto nella risposta.

Cosa dire? Siamo convinti che, come molte altre cose, resta la consolazione che il tempo ci darà ragione, e vorrei essere ottimista. Cerco di ragionare in modo ottimistico, ma mi faccia aggiungere un elemento su quanto lei ha esplicitato, che poi il tempo ci dirà...

Uno dei motori dell'operazione...lei ha citato, l'ingegner Alessandro Mario Ferrario...si sappia che questo ingegnere, nella "vicenda Tecnogranda", ha presentato all'assemblea della società una proposta transattiva che è stata accolta, per chiudere in modo tombale fatti e avvenimenti legati al suo ruolo di Amministratore della società. Ora non ci sembra che questo sia un atto di grande auspicio per l'operazione in corso a livello valdostano. Pongo questi dubbi, rimango e rimaniamo con i nostri dubbi, con l'auspicio che lei possa avere ragione per il futuro di questa operazione, ma la sua risposta non ci convince.

Presidente - Grazie. Punto 18 all'ordine del giorno.