Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 65 del 25 luglio 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 65/XIV - Interpellanza: "Eventuale revoca alla società Eaux Valdôtaines di Courmayeur della subconcessione di derivazione d'acqua dal torrente Mont Fortchat in comune di Valgrisenche".

Presidente - Per l'illustrazione, la parola al collega Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente.

Quest'interpellanza prende il via, prende lo spunto da una delibera della Giunta, che è la 1015 del 7 giugno 2013, avente per oggetto la subconcessione alla società Eaux Valdôtaines della derivazione d'acqua del torrente Mont Fortchat nel comune di Valgrisenche. Ecco, il motivo principale è che...noi parliamo di questo caso puntuale, ma che però fa parte di un problema molto più ampio, che è quello delle centrali idroelettriche o dell'utilizzo a scopi idroelettrici delle acque pubbliche. Nasce per via di un'opposizione che è nata...e, tra l'altro, viene riportato anche nel testo della deliberazione stessa che vi è stata un'opposizione da parte della popolazione di Valgrisenche alla realizzazione di quest'opera...e, tra l'altro, abbiamo notizia che con una petizione firmata da un numero consistente di abitanti di Valgrisenche ci si sia opposti a questa realizzazione. Ecco, una valutazione è: è opportuno realizzare opere di questo tipo a fronte di un'opposizione pressoché totale della popolazione residente? Vorrei qui ricordare...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...beh, sono 150 firme raccolte a Valgrisenche, è un numero considerevole, insomma direi che non sono...

(nuova interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... di Valgrisenche...mi risulta di sì, dovremo vedere quando sarà depositata, faremo la verifica delle firme, comunque è un'opposizione che, tra l'altro, viene anche ricordata nella deliberazione che abbiamo citato.

L'idea qual è? È che la Regione in senso più ampio dovrebbe fare una cosa che ancora oggi non ha fatto, nel senso che continuando a dare concessioni...è vero che sono concessioni venute prima del 2010, ma si rischia di arrivare a saturazione dell'utilizzo dell'idroelettrico. Non mi risulta che la Regione Valle d'Aosta abbia ancora individuato i siti non idonei, e darebbe già una prima indicazione sulle località dove non si può dare seguito alle concessioni per fare quest'utilizzo. Manca in questo senso una pianificazione, nel senso che bisognerebbe cercare di capire qual è il numero di centraline idroelettriche che la Regione può sopportare, nel senso che facendo un discorso...cioè riprendendo un discorso che avevamo fatto nel Consiglio precedente, io non posso pensare di mettere centraline idroelettriche su ogni corso d'acqua valdostano, perché c'è un limite che non va superato, perché, al di là di quello, io faccio un impoverimento del territorio. Bisognerebbe poi tenere conto appunto di quest'opposizione, nel senso che io credo che gli introiti che derivano da questa centralina non andranno alla popolazione residente in Valgrisenche, ma andranno ai privati, se non in minima parte, ma su questo poi avrò delle risposte, perché la richiesta è anche in questo senso.

In più bisogna fare un'osservazione: questa delibera è stata fatta il 7 giugno del 2013 ed era opportuno fare questa deliberazione? Quale motivo d'urgenza c'era, in un periodo in cui la Giunta doveva fare solo iniziative di amministrazione ordinaria, di dover dare seguito a questa domanda proprio nel periodo che intercorreva tra le elezioni ed il nuovo insediamento?

Ricorderei inoltre il fatto che nel 2011 c'è stato un referendum nazionale che riconosce l'acqua come un bene collettivo, quindi non bene da indirizzare per profitti di privati, tanto più che credo sia cosa nota che queste centraline si sostengono solo su contributi pubblici, senza i quali non potrebbero avere seguito queste imprese, nel senso che, senza i famosi "certificati verdi", che danno un pagamento molto elevato a chi produce energia proveniente da fonti rinnovabili, probabilmente nessun imprenditore sano di mente inizierebbe a fare queste cose, peccato che però i certificati verdi derivino da fonti pubbliche, nel senso che sono soldi comuni. Noi quindi utilizziamo soldi comuni per far fare proventi a dei privati e non sarebbe il primo caso in cui l'Italia viene sanzionata per degli usi impropri, nel senso che, come nel caso dei rifiuti, non vorrei che poi l'utilizzo improprio di risorse destinate allo sviluppo in un'energia sicuramente molto valida venisse fatto in maniera inappropriata. Forse qui è da sovvertire l'idea che sta alla base di queste iniziative, nel senso che l'idea non dovrebbe essere quella di produrre sempre un maggior quantitativo di energia di cui poter disporre. È vero che quest'energia viene fatta senza emissione di CO2, che è molto efficiente, eccetera, eccetera, ma è il punto di vista che è sbagliato, nel senso che io non posso continuare a voler produrre sempre più energia proprio per fare profitti, o perché ha una bontà di mancata produzione di CO2, bisognerebbe invertire la cosa, io dovrei aver bisogno di sempre meno energia per mantenere sempre lo stesso benessere. Bisognerebbe quindi fare principalmente lotta agli sprechi, migliorare l'efficienza dei sistemi, solo questo sistema consentirebbe di sganciarmi - e qua si arriverebbe a discorsi molto più ampi - da quelle che noi oggi abbiamo come principali fonti energetiche, che sono le fonti fossili, e poter iniziare ad avere veramente una dipendenza da fonti rinnovabili, cosa a cui, se io non lavoro sulla riduzione degli sprechi e sull'efficienza dei macchinari, non arriverò mai; quindi o si incomincia ad avere un'idea in questa direzione, altrimenti, sì, si potranno fare centraline per un periodo limitato, salvo poi andare ad estinguerci come i dinosauri, e questo è un altro discorso. Per cui la mia idea è questa...cioè l'interpellanza chiede questo: siccome vi è questa forte opposizione da parte della popolazione, siccome, a mio parere, non è bene che l'Amministrazione lavori senza cercare un consenso ampio presso le popolazioni locali, io chiedo: è intenzione dell'Amministrazione regionale revocare questa subconcessione di acqua per utilizzo idroelettrico in attesa di fare un incontro con la popolazione e sentire le loro motivazioni?

Seconda cosa: sarebbe interessante capire, oltre a quest'iniziativa, quante altre richieste vi sono e a che punto è il loro stato di avanzamento, dove verranno collocate queste centraline e quali sono le società che hanno fatto la richiesta. Non vorrei si monopolizzassero tutte le acque della Valgrisenche per fare cinque, sei, sette centrali idroelettriche, ricordando che già le acque della Valgrisenche sono oggetto di un importante sfruttamento, salvo poi parlare anche dei lavori della diga, ma di questo parleremo più tardi. L'idea poi è quali benefici trarrà la popolazione, non solo intesi come royalties, che non sono più permesse dalla legge, ma benefici da sovracanoni o benefici da "aggiustamenti" ambientali che dovrebbero andare per agevolare la popolazione; inoltre a questo punto io chiederei di essere anche precisi rispetto al sovracanone che andrebbe alla popolazione...al Comune di Valgrisenche. Quanti sono gli introiti previsti secondo il decreto ministeriale che prevede l'incentivazione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili, i cosiddetti "certificati verdi"? Sarebbe interessante capire qual è questo rapporto tra i due introiti: quello che deriva dagli introiti dei certificati verdi e quello che va effettivamente alla popolazione di Valgrisenche. Grazie.

Président - Pour la réponse, la parole à l'Assesseur Viérin.

Viérin M. (SA) - Sì, ringrazio il collega Roscio per le premesse, perché le condivido quasi totalmente così come diciamo le speranze. Soprattutto il problema è molto più grande e l'impostazione parrebbe anche sbagliata, cioè l'obiettivo sarebbe di abbattere gli sprechi, piuttosto che andare a go-go sulle energie alternative, anche perché sappiamo perfettamente cosa succede sui pannelli solari, sull'eolico, basta andare in Toscana e quant'altro, ne abbiamo discusso anche ieri e sappiamo perfettamente quali sono gli impatti ambientali.

Io vorrei partire quindi da una piccola premessa, cioè che le concessioni e le subconcessioni si presentano come atti terminali di una regolamentazione o di una regolazione esercitata a monte, della quale il rilascio o diniego della concessione o dell'autorizzazione rappresenta un'esecuzione e poco più, perché, purtroppo, come lei ha detto, ci sono normative europee e nazionali a monte. Infatti le normative nazionali ed europee hanno definito un percorso abbastanza obbligato da percorrere, che ha visto nell'autorizzazione unica l'ultimo capitolo di questa regolamentazione...spinta io direi proprio per condividere quello che ha detto lei...del procedimento, che, come Regione, non abbiamo applicato subito, ma, purtroppo, dopo alcune, diciamo, richieste specifiche, abbiamo dovuto applicare, a seguito di richiami sulla legittimità degli atti di concessione edilizia rilasciati dai Comuni...quindi abbiamo dovuto procedere anche addirittura sul discorso dell'autorizzazione unica. Ormai le istruttorie sono multidisciplinari e considerano tutti gli aspetti di inserimento nel territorio delle opere di derivazione, l'impatto sul territorio rispetto al corso d'acqua dei prelievi idrici, il tutto avendo come punto di riferimento la legislazione in materia ambientale e gli atti di pianificazione generali, quali il piano di tutela delle acque e il piano energetico.

Con la deliberazione della Giunta regionale 1253 del 15 giugno 2012, collega, abbiamo dato un segnale molto importante, perché giustamente lei dice: "si dovrebbe fare qualcosa che non si è ancora fatto, cioè identificare i siti non idonei", noi condividiamo, ma proprio in quella delibera, per anticipare alcune domande che potevano arrivare senza sapere da chi, perché non è che si fa un ragionamento su chi potrebbe presentare una domanda, la Giunta in quell'atto del 15 giugno 2012, più di un anno fa, ha praticamente chiuso la possibilità di fare nuove domande, quindi è da un anno che non possono essere presentate nuove domande sul territorio della Valle d'Aosta, infatti il Governo regionale ha bloccato il proliferare di nuove domande di derivazione. Le valutazioni legali condotte avevano chiaramente indicato che non era possibile estendere il divieto analogo, perché abbiamo guardato anche quello, alle domande giacenti perché il livello di contenzioso sarebbe diventato eccessivo, cioè è chiaro che, se noi avessimo bloccato anche le domande già presentate, avremmo, diciamo, iniziato un percorso per rifondere parecchi danni nel prosieguo. Per le domande in giacenza, quindi, bisogna applicare le norme e le regole stabilite, nazionali ed europee, che ho riassunto poc'anzi.

Con riferimento poi - adesso entro nello specifico, collega - al primo quesito, rilevo che la revoca comporta il ritiro di un atto amministrativo, soprattutto per i motivi di pubblico interesse, ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione dell'interesse pubblico originario. La decadenza invece è un istituto previsto anche dal testo unico del 1983, che interviene quando il concessionario non rispetta alcuni adempimenti previsti dalla legge e, nel caso specifico, quelli dell'articolo 51. Ora, nel caso specifico, considerare insufficienti le ricadute sulla popolazione, che sarebbe l'unica cosa che ci permetterebbe di poter agire...o generiche affermazioni circa l'eccessivo sfruttamento delle acque, non sono ritenute dai tecnici e dai funzionari motivi sufficienti per giustificare un eventuale atto di revoca, che ci porterebbe a dover pagare i danni per il danno della mancata produzione. La legge purtroppo non prevede che i benefici per le popolazioni locali siano un fattore di valutazione della bontà o meno della deliberazione, d'altra parte l'ha citato anche lei prima, dall'altra parte lo stesso testo unico ha previsto una quota di canone a favore dei Comuni interessati dalla deliberazione, proprio a compensazione dei disagi nello sfruttamento delle acque. I motivi ambientali sono stati invece, anche su questa pratica, ampiamente affrontati in sede di istruttoria e, al momento, non sono stati portati elementi nuovi a supporto e tali da far riconsiderare la questione.

Con riferimento al secondo quesito, attualmente, oltre alla domanda della società Eaux Valdôtaines di cui stiamo parlando, sono in istruttoria, per il rilascio della subconcessione, tre domande: una del Comune di Valgrisenche per una centralina sull'acquedotto comunale di 59 kilowatt; una per un alpeggio; un'altra per 22 kilowatt. Vi è poi una domanda in fase di istruttoria al VIA, presso l'Assessorato dell'ambiente, e due sono già in concessione...già concessionate, nella fase di autorizzazione unica: una da 2.500 kilowatt e l'altra da 3.351 kilowatt.

Con riferimento al terzo quesito: gli introiti presunti, io dico sempre presunti, perché noi non possiamo fare i conti in tasca a chi, diciamo, utilizza o ritiene di poter entrare in questo mondo produttivo. Gli introiti presunti derivanti dalla derivazione richiesta dalla società Eaux Valdôtaines sono: primo, il canone annuale di subconcessione introitato dalla Regione di circa 15.300 euro; secondo, il canone annuale destinato agli enti rivieraschi di circa 3.800 euro, tale somma è ripartita poi in proporzione: il 25 percento alla Regione e il 75 percento al Comune di Valgrisenche; terzo, il sovracanone annuale destinato al BIM di circa 15.200 euro.

Per quanto concerne le eventuali opere di compensazione, ricordo, come ho fatto anche in un passaggio all'inizio, che il Comune, sul cui territorio viene realizzato l'impianto, ha giustamente la facoltà di chiedere eventuali compensazioni - e qui mi lego a quello che lei ha già accennato poc'anzi -, ma non di carattere economico, ma solo per opere di carattere ambientale, questa quindi è tutta una discussione aperta che spetta al Comune con la società che ha avuto la subconcessione...al momento del rilascio dell'autorizzazione unica per la realizzazione dell'impianto idroelettrico, ai sensi del decreto ministeriale per lo sviluppo economico 10 settembre 2010, recante: "Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili".

Con riferimento al quarto quesito, ricordo, come lei ben sa anche questo, che i calcoli dei ricavi dalla produzione sono fortemente influenzati dalla produttività dell'impianto, determinata dall'effettiva disponibilità o meno dei quantitativi di acqua, perché voi sapete che bisogna rispettare il BMW minimo di acqua prevista e che siamo di fronte ad un sistema energetico nazionale fortemente condizionato dagli incentivi alle fonti rinnovabili, anche a quelle a cui ha accennato.

Il poter infatti accedere a tali incentivi può anche dimezzare i ricavi ipotizzati e rendere del tutto antieconomico un investimento. Un calcolo comunque predisposto, ipotetico dagli uffici, del tutto quindi ipotetico e in condizioni ideali, cioè sulla massima produzione fattibile, dà, per un impianto di cui si tratta, valori di ricavo che possono andare dai 400 ai 900 mila euro all'anno. Questi dati vanno confrontati coi costi annuali di gestione, indicati in circa 168 mila euro all'anno e con la necessità di recuperare l'investimento inziale per la costruzione, che è indicato in circa 5 milioni di euro all'anno...no, scusi, 5 milioni complessivi, oltre ai canoni, chiaramente, come detto prima, e i sovracanoni di circa 35-40 mila euro all'anno. Oltre ai benefici sopraindicati, derivanti dai canoni e dai sovracanoni, bisogna anche però considerare altri benefici per la comunità derivanti dal gettito fiscale che tale produzione di energia determina, soprattutto sull'IVA e sulle imposte fiscali riguardanti la società.

Gli uffici competenti comunque, come il sottoscritto, sono comunque disponibili, dicevo, ad eventuali ulteriori informazioni e chiarimenti; se per caso la risposta non è stata totalmente esaustiva, non ci sono problemi, perché si possono avere anche dei dati forse anche più precisi che, se per caso ho tralasciato o abbiamo tralasciato con la predisposizione della risposta...li possiamo fornire tranquillamente senza nessun problema.

Président - Merci. Pour la réplique, la parole au collègue Roscio.

Roscio (ALPE) - Sì, solo un paio di appunti. Dall'esame della delibera risulta che il progetto ha subito una modifica e forse era opportuno a seguito di questa modifica riaprire le osservazioni e renderle pubbliche, che si potevano fare da parte della popolazione o di persone interessate, cosa che invece non è stata fatta.

Vorrei ritornare all'altra questione, nel senso che il fatto di aver fermato nel 2012 la proposta di fare nuove concessioni non è particolarmente soddisfacente, soprattutto perché ciò comporta di dover dare seguito a tutte quelle che erano pregresse che immagino siano molte, visto che solo nel comune di Valgrisenche ne contiamo 6 o 7...beh, io leggo una del Comune, una per un alpeggio, un'altra da 22 kilowatt, più altre 2 da 2.500 e 3.300 kilowatt, cioè si parla di 2 mega e mezzo, non è mica poco insomma!

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...sì, le altre sono più piccole, ma comunque si aggiungono a questa e alle altre che esistono già. Insomma quindi questo vorrebbe dire che tutte quelle che sono state presentate prima vengono automaticamente, secondo le disposizioni di legge, mandate avanti e lei mi dice che, come Assessore, non può fare nulla assolutamente per fermarle. Aver individuato però le zone che non potevano essere oggetto di concessione avrebbe fermato qualunque iniziativa, nel senso che, se io individuo delle zone che non sono idonee, non importa se uno fa la domanda, perché quelle è stato scritto che non sono idonee, quindi non posso dare seguito alle domande di subconcessione. Era quindi un dovere della Regione fare questo, proprio per preservare dei siti che sennò si esponevano a degli sfruttamenti in zone particolarmente delicate, e speriamo che questo non succeda.

Un'altra cosa che ci viene da dire: lei dice che il sovracanone annuo, cioè non quello che viene pagato alla Regione, è di 3.800 euro, di cui il 25 percento andrà al Comune di Valgrisenche, quindi questo vuol dire che una cifra intorno a 1.000 euro sarà riconosciuta al Comune di Valgrisenche, ma quando mi fa un conto...è vero approssimativo...e si parla di cifre con cinque zeri e ciò vuol dire che...

(nuova interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...beh, 3.800, 25 percento, che però non vanno al Comune di Valgrisenche...

(nuova interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

...vanno interamente al Comune di Valgrisenche? Comunque si parla di una certa differenza tra 15 mila e 900 mila euro, cioè 900 mila euro sono i proventi che vanno al privato e, nel migliore dei casi, 15 mila euro vanno al Comune che subisce lo sfruttamento; capite che c'è una certa disparità in questa cosa! Comunque al di là...questo è un caso puntuale, nel senso che la centralina del Mont Fortchat è un caso puntuale, forse il discorso da fare dovrebbe essere un po' più ampio su tutte le altre centrali che sono in corso di sfruttamento, proprio per evitare, come dicevo prima, che qualcosa che potenzialmente è positivo, come l'utilizzo delle fonti rinnovabili, non diventi qualcosa di negativo, come ha già citato anche l'Assessore, vedasi i casi dove il fotovoltaico o l'eolico hanno deturpato il paesaggio, ecco, quindi prendiamo esempio da quelle cose lì per non ripetere con l'idroelettrico qualcosa a casa nostra. Grazie.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Nogara per...scusi, non abbiamo ancora letto il punto...non l'avevo vista, scusi collega.

Nogara (UVP) - Merci Président.

Io volevo capire una cosa, lei Assessore ha detto che poi sarà il Comune che dovrà trattare, diciamo, con chi prende la subconcessione, ma, una volta che è presa la subconcessione delle acque, non so che margini può avere il Comune per trattare con la ditta, perché, se lei guarda tutta la normativa, una volta che c'è la subconcessione, è come fosse un bene di utilità pubblica, cioè possono fare i lavori, possono partire, possono fare tutto. Avremo modo ancora magari di parlarne, grazie.

Presidente - Grazie. Mi scuso ancora, collega. Punto 49 all'ordine del giorno.