Oggetto del Consiglio n. 66 del 25 luglio 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 66/XIV - Interpellanza: "Attivazione, in V Commissione consiliare, di un tavolo di confronto con le parti interessate per l'esame della problematica della riduzione delle percentuali di invalidità civile".
Presidente - Per l'illustrazione, la parola alla collega Fontana.
Fontana (PD-SIN.VDA) - La problematica delle riduzioni delle percentuali di invalidità civile va a penalizzare i cittadini valdostani iscritti nelle liste speciali di avviamento al lavoro, con la perdita del lavoro o la perdita del contributo stesso, mettendo in seria difficoltà sia l'interessato, ma soprattutto le famiglie. È già una categoria di utenza disagiata, hanno percentuali di invalidità che non sono tali per avere il diritto a pensione, il paradosso è che, essendo invalidi, non trovano lavoro, da decenni iscritti nelle liste speciali di avviamento al lavoro, ma senza speranza di vedere un futuro migliore. Ritengo che le istituzioni abbiano il dovere di trovare soluzioni per dare quella dignità a cui ogni essere umano ha diritto. Chiedo all'Assessore competente per sapere se intende "attivare un tavolo di confronto in V Commissione con tutte le parti sociali, commissioni mediche, i patronati, per trovare un'immediata soluzione a questo spinoso problema". Grazie.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Fosson.
Fosson (UV) - Merci Président.
Sì, il problema esiste, non so se possiamo risolverlo, nel senso che ci sono delle invalidità non di anzianità, ma da malattia o da trauma che non sono delle invalidità permanenti, come ha detto lei bene. Uno ha un incidente o una malattia e viene dichiarato invalido, quindi, attraverso questa sua invalidità, accede a dei percorsi lavorativi più facili, però poi nella revisione, per una fortuna, risulta guarito e allora non c'è più il riconoscimento temporaneo e nascono i problemi; su questo lei ha perfettamente ragione. Per specificare un po' meglio la cosa, le tabelle di valutazione dell'invalidità sono ancora quelle del decreto ministeriale del 5 febbraio del 1992; noi abbiamo cercato in questi cinque anni passati di cambiarle, lei se lo ricorda e ne avevamo parlato anche a lungo, però si è riusciti soltanto a vedere quali patologie non stabilizzate si potevano richiamare a visita. A livello nazionale, nelle altre Regioni, le commissioni sono dell'INPS, invece noi abbiamo due commissioni regionali nominate dalla Giunta; su questo già la Giunta ha posto in essere un percorso diverso per la formazione futura di queste commissioni, con un bando e il cui percorso è da parte mia condivisibile. Le commissioni cosa fanno? Una di prima istanza verifica la patologia per apparati e dà una percentuale di invalidità, giusto o sbagliato, su un dato oggettivo, obiettivo, non su un dato sociale; non le dico che sia giusto o sbagliato, ma è così. Non solo, ma se la percentuale non risponde alle attese del paziente o il paziente ha consultato e ha delle altre valutazioni dai suoi medici di fiducia, può ricorrere addirittura ed arrivare ad una seconda commissione. Se si rientra, come lei sa meglio di me, al di sopra del 45 percento di invalidità si ha diritto a essere inserito ai sensi della legge 68 per i servizi di sostegno e collocamento mirato nel mondo del lavoro; se si arriva al 75 percento, a seconda dei redditi, eccetera, si può avere una pensione... Questa è una valutazione oggettiva, la 68 nostra prevede tutto un avviamento al lavoro di queste persone con disabilità; sulla 68 possiamo fare vari ragionamenti sulla percentuale residuale lavorativa.
Ecco, cosa succede poi? Lei ha detto: "ad un invalido gli fanno la revisione e gli tolgono la percentuale di invalidità e ciò crea dei problemi...", è vero, però ci sono delle patologie non stabilizzate, per fortuna. Su questo avevamo fatto un lavoro che in certe cose ha dato degli esiti, per esempio, il down, la trisomia 21 accertata da una commissione è una patologia stabilizzata, per cui non è giusto che ogni due anni il minore con la famiglia...e anche quando non è più ragazzo, si ripresenti ad una visita per accertare una malattia, che, se è stata accertata in modo corretto, purtroppo non può migliorare; altra cosa invece è l'ammalato oncologico, di cancro (per fortuna, oggi si guarisce) a cui viene data una percentuale di invalidità, ma dopo dieci anni non ha più nessun esito di questo, per cui non è più invalido, può lavorare come gli altri onde per cui la percentuale di questa seconda visita va al di sotto del 45 percento e viene tolto da queste categorie. Certo, a me è successo un caso qua in Valle estremamente particolare: un grave cardiopatico di 49-50 anni con un'invalidità totale arriva ad una situazione di emergenza per cui viene operato con grave rischio e guarisce, per cui si presenta ad una visita successiva e gli dicono: "ma lei è guarito, può tornare a lavorare", ed era dieci anni che aveva un'invalidità. Sono d'accordo con lei, i problemi forse possiamo risolverli con un approccio sociale diverso, ma l'invalidità viene sempre stabilita su dei parametri oggettivi, quindi il parere medico è un parere oggettivo, noi possiamo sensibilizzare le commissioni a questo, però è il medico, soprattutto adesso che va incontro a delle verifiche e quindi a delle denunce per truffa... D'altronde, queste revisioni, lo vediamo tutti, nel resto d'Italia, eccetera, quante volte sono positive perché vengono ad individuare dei falsi invalidi e togliere a questi la rendita che avevano prima.
Per quello che lei dice, sarei d'accordo se lei venisse in Commissione dell'amico Restano con un progetto, con una possibilità, ma vedo che, di fronte ad una legge nazionale che determina una percentuale di invalidità in modo oggettivo, ecco, e a fronte di una guarigione di una patologia che non dà più invalidità, secondo me, possiamo poi prevedere dei percorsi sociali, ma la regola...su queste regole vedo che le nostre possibilità di intervento sono molto poche. Grazie.
Presidente - Per la replica, la parola alla collega Fontana.
Fontana (PD-SIN.VDA) - Questa volta, Assessore, non mi trova d'accordo. Lei mi deve spiegare, non lei...ma ho chiesto quest'incontro in Commissione...faccio solo un esempio per far capire ai colleghi come si può...un invalido fa un aggravamento di invalidità, diciamo, a giugno, fa un ricorso perché ritiene che quest'invalidità che gli è stata data, mettiamo con una percentuale del 60 percento, non sia idonea, perché è un diritto di tutti i cittadini, dopo tre mesi la commissione che valuta il ricorso gliela riporta al 42, o la commissione che ha dato il 60 percento non capiva niente o quello che fa il ricorso è troppo esagerato. Nessuno di noi vuole che vengano date le pensioni facili, perché noi vogliamo che ci sia giustizia, ma non per qualche medico che ha sbagliato allora, perché io penso che non è il cittadino che sbaglia...perché, se il medico ha sbagliato, è giusto che paghi, però queste cose non devono succedere!
Un'altra cosa che voglio anche chiarire: si dice sempre che quando sei invalido e ti danno il 46 percento, ti dà diritto al lavoro...la gente la illudiamo, perché è da decenni che ci sono più di 400 invalidi iscritti al collocamento che questo lavoro non lo vedono mai. Abbiamo una legge sulle politiche del lavoro, li chiamano a fare dei corsi, non ho mai capito bene...cioè illudendo le persone che poi vengono chiamate...verificate con queste persone quale disagio noi provochiamo!
Io non voglio contestare nessuno, però ci sono delle situazioni su cui bisogna veramente ragionarci sopra, perché giustamente, come diceva lei, una persona di 60 anni, e magari gli mancano cinque anni per arrivare alla pensione, malato di cuore o malato magari con un tumore al 100 percento...perché è migliorato si ritrova senza pensione e senza lavoro...noi non abbiamo la possibilità di collocarli. Ci vanno delle valutazioni che siano veramente eque per i cittadini, è questo che contesto. Voglio dei chiarimenti per vedere qual è questa giustificazione. Io la ringrazio per l'opportunità e, siccome è un argomento molto delicato, lo chiariremo poi in V Commissione.
Presidente - Grazie collega. Io vi propongo di sospendere per una decina di minuti il Consiglio così possiamo vederci un attimo in riunione dei Capigruppo per prendere delle determinazioni in merito ai punti 50 e 51. Va bene? Siete d'accordo? I lavori sono sospesi per dieci minuti.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 12,11 alle ore 12,45.
Presidente - Possiamo riprendere i lavori. Colleghi, siamo quindi al punto 50 all'ordine del giorno.