Oggetto del Consiglio n. 63 del 25 luglio 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 63/XIV - Interpellanza: "Stato dei lavori svolti dal "gruppo di lavoro misto" tra Regione e Comunità montana Grand Paradis in merito alla gestione del servizio di assistenza agli anziani".
Presidente - Per l'illustrazione, la parola al collega Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Cari colleghi, gentile Assessore, si tratta di una situazione, quella che porto in quest'aula, che deriva da un lavoro che, come minoranza, abbiamo cercato di fare già nella passata legislatura, che è stato quello di cercare di capire cosa stava accadendo rispetto ad un tema che ci interessava molto - che interessa molto anche la maggioranza, è sempre stato seguito con attenzione anche dall'Assessorato di sua competenza -: riguarda l'assistenza agli anziani, in particolare nella Comunità montana Grand Paradis, non perché ci interessi di più la Comunità montana Grand Paradis rispetto ad altre, ma perché in quella Comunità si erano verificate delle criticità che potevano creare delle condizioni che avrebbero avuto delle ripercussioni dal nostro punto di vista anche su altri territori. Se cioè una Comunità come quella del Grand Paradis decide, per esempio, di esternalizzare un servizio che non è mai stato esternalizzato, questa cosa può generare un processo domino per cui questa cosa si può estendere altrove.
In qualche modo intanto abbiamo cercato di chiarire un principio con il precedente Assessore...quindi stiamo cercando di capire se c'è la possibilità di lavorare poi anche con il nuovo Assessore in questa direzione...di capire se era possibile che in un territorio come la Valle d'Aosta si potessero creare delle situazioni di disomogeneità totale. Allora noi sappiamo che il Comune di Aosta ha dei suoi percorsi, ma sappiamo che Aosta è una città, eccetera, volevamo capire se su un territorio montano come quello rappresentato dalle Comunità montane, che peraltro adesso va ad una grossa riorganizzazione con la riforma degli Enti locali, ci si muoveva in un'ottica di esternalizzazione, oppure no. A tal fine avevo particolarmente gradito la risposta sul fotofinish arrivata nel febbraio 2013, quindi le famose "risposte pre-elettorali", in cui mi si rispondeva che la Regione voleva mantenere un compito di indirizzo, quindi nel rispetto dell'autonomia degli Enti locali, nel rispetto delle decisioni che spettano...giustamente su un tema così delicato si rivendicava un ruolo di indirizzo, che io assolutamente condivido, perché non ci si può muovere così su un tema così importante. E perché questa cosa ci interessava? Perché, mi consenta, Assessore, di aggiornarla, lei conosce questa realtà per aver...come Senatore...quindi è sempre stato sicuramente sul territorio quanto e più di me, però vorrei farle presente alcuni rilievi, sempre noi diciamo che la qualità dei servizi in Valle d'Aosta è una qualità dei servizi che va riconosciuta essere elevata, e figuriamoci i servizi erogati in un territorio di montagna! Ecco, però cominciano ad esserci delle cose che stridono un po' e allora, a fronte di una qualità dei servizi che sta diminuendo - e poi le spiegherò perché - qui non si riesce neanche a far fronte all'organizzazione.
Intanto è calata la qualità dei pasti erogati, e questo è già un primo problema, perché...come dire? da dove cominciamo a risparmiare? Dalla qualità dei pasti offerti ad un anziano. Mi sembra l'ultima cosa da cui dovremmo partire sul tirare la cinghia, cose anche minuscole alle volte, davvero io sono rimasto quasi scioccato alle volte, perché nell'erogazione di un pasto ad un anziano abbiamo tolto due cucchiaini di parmigiano grattugiato, prima era parmigiano, poi abbiamo deciso che neanche più doveva essere parmigiano, neanche più formaggio, niente, "te lo compri, te lo grattugi, perché noi nel pasto ti forniamo la pasta, ma non c'è più il parmigiano". Una volta addirittura lo si grattugiava il parmigiano, lo si metteva dentro un contenitore di stagnola, quasi una cosa carina, anche dal punto di vista umano bella, poi si è arrivati invece alle confezioni piccole, preconfezionate del parmigiano, poi via, non c'è più il parmigiano. Quello è un segnalatore, una volta all'anziano che diceva: "ma, io la sera se mi preparate la minestra, la mangio volentieri", si portava anche quel pasto, una ciotolina, c'era dentro la minestra, l'anziano la scaldava...sparita la ciotola della minestra...
Questi sono dei dettagli, ma poi arrivano le cose che, a mio avviso, sono gravi, io già in un'interpellanza di credo due, tre anni fa avevo contestato con forza il fatto che c'è una rotazione di queste assistenti domiciliari, per cui l'anziano non ha più il referente, gli arriva a casa una persona che lui non sa chi è, che gli entra in casa, gli apre la porta del bagno...voi immaginate che a casa vostra entri un estraneo, vi apra la porta del bagno, vada a vedere in cucina, apra tutti i cassetti...cioè ci vuole almeno un minimo di informazione! Ad alcuni di questi che arrivano sul posto di lavoro, per esempio, non vengono fornite neanche le informazioni minime necessarie su chi è l'anziano, su che famiglia ha, cioè ci dovrebbe essere un piano anche di avvicinamento, come si fa ad entrare in una casa di uno, mettersi a parlargli, non sai se questo è separato, divorziato, ha quattro figli, ha i nipoti...che dialogo c'è? Uno cioè deve sapere in casa di chi entra. Queste cose qui erano cose che una volta erano curate, per cui l'assistente domiciliare nuovo che arrivava sapeva: "vado a casa di quello lì, non gli dirò come sta sua moglie, perché gli è mancata da due settimane", cioè non so se...sono cose che alle volte noi sottovalutiamo...magari non sottovalutiamo in quest'aula, ma stanno accadendo sui territori, sono cose gravi, perché dobbiamo consentire a questi operatori che lavorano in un settore difficile, che ci mettono tanta passione, tanta volontà nel fare questo lavoro, di essere attrezzati. Allora loro arrivano, bussano alla porta e l'anziano dovrebbe aprire ad una persona che non ha mai visto, che non sa chi sia - e io tre anni fa feci già l'interpellanza -, non ha un grembiule o non ha neanche un tesserino di riconoscimento. Tutti gli anni poi regolarmente c'è la conferenza con i Carabinieri, con la Polizia, che dicono: "non aprite agli estranei, perché ci sono furti nelle case, state bene attenti", ma come l'estraneo...quella è l'assistente domiciliare! Io avevo chiesto, l'Assessore mi aveva detto: "sì, adesso provvediamo", sono passati tre anni, non c'è né il tesserino di riconoscimento, né il grembiule, io dico: fateglielo comprare! Decidete che lo comprano tutti blu, se proprio siete senza soldi che dovete pagare questi manager, questi personaggi importanti della sanità valdostana, per cui non possiamo comprare il grembiule agli assistenti domiciliari? Fateglielo comprare a loro, ma non mandate a casa di un anziano una persona che lui non è in grado di riconoscere, di individuare come quella persona lì. Questo accade anche a seguito di questa necessità anche di far ruotare il personale, una necessità che alle volte, a nostro avviso, pare un po'eccessiva.
Naturalmente, sempre in un'ottica di risparmio, dove siamo andati a risparmiare? Abbiamo fatto la mensa unica nella Grand Paradis, e quindi cosa succede? Che se prima avevamo mense più collocate sul territorio e c'era meno tempo da percorrere per le assistenti domiciliari, oggi l'assistente domiciliare parte da Introd e deve venire a Sarre a prendere il pasto e poi tornare su con la sua automobile. No? E cosa succede? "Blocchiamo i rimborsi alle assistenti domiciliari, perché si rischia...", ma come "blocchiamo i rimborsi"? Prima organizzo un servizio in funzione del fatto che devo sapere se ho il rimborso, oppure no, e come lo organizzo questo servizio? Tutto si scarica sul personale, personale che deve dotarsi di un cellulare privato e su quel cellulare privato riceve messaggi del tipo: "al mattino devi andare lì a fare questo" e se lui si reca sul suo posto di lavoro, ma poi scopre che quello non è il suo posto di lavoro quel giorno, perché gli dicono: "ma come? Non hai acceso il cellulare? Ti ho mandato il messaggio di dove dovevi andare questa mattina!"...è organizzazione del servizio questa? Non le faccio una responsabilità, cerchi di capire, Assessore, sto raccontando dei fatti che lei avrà modo di verificare, di capire se ho detto delle cose che rispondono al vero, cioè valutare, sto raccontando delle preoccupazioni, perché altrimenti non si spiegherebbe quest'interesse rispetto al gruppo di lavoro e alle domande che le ho fatto, perché sono indispensabili per capire l'importanza che può avere un gruppo di lavoro che risponda a questo.
Presidente - Per la risposta, la parola all'Assessore Fosson.
Fosson (UV) - Sì, grazie, Presidente.
Ho accettato e ascoltato molto volentieri questo racconto dei fatti che in un servizio così particolare di attenzione alla persona qualche volta si verificano. Certo, non è bello, i tempi stanno cambiando in tutto. Ci sono problemi del personale dipendente, come aveva detto lei, ma anche curare e assistere pazienti in un letto di ospedale rappresenta diverse differenze di gravità; comunque molto lo fa l'atteggiamento del medico, dell'infermiera, di come si pongono vicino al malato, e a volte non è la tecnologia che cambia i risultati. Ho comunque ascoltato volentieri la sua illustrazione, ecco, in un welfare che, come ha detto lei, era straordinario e che è a rischio a causa della crisi, il rischio è che si tagli addirittura, come diceva lei, sul parmigiano. Su questo problema generale spero che avremo tempo di lavorare.
Per rientrare sull'argomento che ha detto lei, sull'interpellanza del 20 febbraio del 2013, sui disservizi della Comunità Grand Paradis e sul metodo utilizzato del confronto, che è un metodo particolare, e che a me sembra comunque efficace, lo stesso ritengo lo si debba mantenere. Questa è la nostra posizione. E su un compito della Regione che come ha definito lei di indirizzo, la stessa Amministrazione lo vuole mantenere a maggior ragione in un momento in cui si andranno a cambiare i rapporti con gli Enti locali. La Regione continuerà ad avere anche il "garante dell'omogeneità" che non vuol dire solo picchiare i cattivi...in una Comunità montana sono state trovate delle soluzioni anche economicamente valide, che migliorano i servizi, in questo confronto ben venga limitare...chi è stato più bravo...e quindi la Regione in questo ha molto da lavorare.
Io sottolineerò anche in questo gruppo di lavoro la necessità della presenza del CELVA, perché sempre col CELVA c'era stato in questo la condivisione di rendere omogeneo il trattamento della microcomunità di Verrès rispetto a quella di Courmayeur, proprio nell'ottica, come le dicevo, di migliorare sicuramente i servizi. Sottolineando appunto la positività del raffronto, del desiderio di lavorarci e dicendo che personalmente - ma su questo è un'opinione personale - non mi sono ancora confrontato, io sono contrario all'esternalizzazione in questi servizi. I servizi di attenzione alla persona comportano nell'esternalizzazione delle difficoltà, cioè il cambiamento comunque dell'operatore, poi però le esigenze economiche sono altre. Siccome c'è tutto un discorso già aperto e non sono entrato nel problema particolare, la prima impressione è che il confronto è partito in modo efficace il 10 maggio, purtroppo adesso il dirigente è via, per cui non le so riferire con precisione. Mi limito a risponderle che è stata posta la richiesta di mettere sul tavolo dei dati oggettivi: numero degli operatori, qualifiche degli operatori, i tempi, le modalità dell'organizzazione.
Devo dire, a conferma di questa condivisione, di questo lavoro che va avanti, che ci sarà a breve un nuovo confronto in data 1° agosto proprio con gli operatori della Grand Paradis; sarà un confronto tecnico, ma le assicuro anche che ci entrerò personalmente per verificare proprio queste difficoltà, per cercare anche di risolverle, perché questo è il nostro scopo. Terrò anche conto che la Comunità Montana in questione ha utilizzato un finanziamento ulteriore, fatto questo che interessa tutta la Comunità. Come dicevo, coinvolgerò anche il CELVA e i risultati saranno chiaramente resi noti appena possibile e speriamo anche che siano dei risultati positivi. Grazie.
Président - Merci. Pour la réplique, la parole au collègue Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Assessore, non posso che rallegrarmi di alcuni punti fermi da cui partire, soprattutto mi piace molto quel concetto di una Regione garante di un'omogeneità, questa è un po'...omogeneità nella qualità dell'erogazione, che non vuol dire che poi ogni territorio non ha le sue specificità e non si gestisce in autonomia, ma quel fatto di sentirsi parte di una comunità dove a tutti è garantito l'accesso ad un servizio, soprattutto ai più deboli, come in questo caso gli anziani, che non hanno poi alle volte la capacità di denunciare certi disservizi, ma devono essere altri soggetti che parlano per loro. Ritengo importante il fatto che si voglia coinvolgere il CELVA in questo percorso e che questo percorso sia almeno cominciato. È cominciato il 10 maggio, chiaro che non possiamo pretendere oggi dei risultati, ma mi piace anche almeno l'atteggiamento dell'Assessore, contrario all'esternalizzazione, poi bisognerà vedere nel concreto questo cosa voglia dire, ma è la stessa cosa che vale per noi. Di principio siamo contrari, poi dobbiamo valutare le applicazioni possibili di queste idee, ma almeno partiamo da dei presupposti che ci consentiranno di confrontarci sulla realtà.
In questa fase era importante capire se il gruppo di lavoro c'era, e mi pare che il gruppo di lavoro ci sia e che lei voglia implementarlo sia con la sua persona, sia con il contributo del CELVA, e che le difficoltà che ho cercato di rappresentare, da quella più piccola, che è prettamente marginale, ma che segna le difficoltà che stiamo vivendo, da quelle più gravi, che sono il fatto della rotazione di questo personale, che sappiamo essere legato anche a norme contrattuali molto complesse...quindi dalla più piccola che è il cucchiaino di parmigiano, alla più grande che è la rotazione del personale... Ecco, cercare di dare un'idea che in questa situazione di difficoltà per il welfare valdostano dobbiamo fare davvero uno sforzo collettivo di metterci tutti...se ci sarà la capacità anche di ascoltare quelle che sono le istanze che noi portiamo non in termini polemici, non per dire che voi lavorate male, ma per dire...cioè questa è una realtà che vogliamo in qualche modo contribuire a cambiare.
Président - Point 47 à l'ordre du jour.