Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 50 del 24 luglio 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 50/XIV - Interpellanza: "Interventi per garantire la parità di genere nella composizione dell'organo di governo regionale".

Presidente - La parola alla collega Fontana.

Fontana (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.

Il principio di democrazia e di pari opportunità tra uomini e donne nelle istituzioni rappresentative riveste un carattere di attualità. Quest'attualità riguarda sia l'attività amministrativa nazionale, dove la presenza femminile sia, pur a piccoli passi, è in aumento, sia la Valle d'Aosta, ma in questo caso in negativo, regione in cui la differenza di genere non è minimamente considerata e non solo non viene considerata, ma addirittura viene detto che sono le stesse donne a sottrarsi a tale responsabilità. I partiti che oggi compongono la maggioranza in questo Consiglio hanno riportato di non aver trovato donne disposte a svolgere funzioni amministrative di rilievo per sopperire a questa carenza. Vi proporrei di fare un appello attraverso gli organi di informazione per verificare se effettivamente sia come avete riportato, chiedete alle donne valdostane se tra loro c'è una donna che sia disposta a sacrificarsi per gestire un Assessorato.

Fortunatamente a livello nazionale si intravvede un cambiamento di rotta, la componente femminile è aumentata del 30 percento. Mi auguro che questo sia il preludio per un'inversione di rotta che porti l'Italia verso una reale trasformazione culturale. Purtroppo si assiste ancora oggi, troppo spesso, a violenze psicologiche e verbali anche nelle istituzioni verso le donne che cercano di svolgere il loro operato con passione e serietà. Non da meno è però la loro esclusione dall'assegnazione di Assessorati o la minimizzazione ad una presenza minima solo a sostegno delle tesi che si è tenuta in considerazione la parità di genere. Pari opportunità significa anche creare un contesto di accoglienza, oltre che di sostegno e di supporto...chiunque si senta discriminato e deriso...ha ingiustamente la tendenza a rifiutare qualsiasi tipo di incarico. Questa politica al maschile e dell'emarginazione deve finire!

Tutte le amministrazioni locali o nazionali che siano, compresa la nostra, dovrebbero vedere nelle donne una risorsa, un valore aggiunto, che, attraverso una diversa sensibilità, è in grado di apportare un arricchimento sensibile alle istituzioni. Mettere un numero limitato di donne per garantire la richiesta minima della parità di genere non è garantire questa parità, tutt'altro, significa solo accontentare una lecita richiesta, rispettare un obbligo, non è assolutamente una reale apertura verso un modo diverso di vedere le cose, figuriamoci poi neanche metterne una! La Valle d'Aosta ha scelto di proporre una Giunta tutta al maschile, ripeto: tutta al maschile e soprattutto ha fatto un enorme passo indietro. Non mi si venga nuovamente a dire che non ci sono donne che vogliono assumersi certe responsabilità. Nella passata legislatura avete fatto la scelta dell'Assessore tecnico per una questione di incompatibilità, questo dimostra che i mezzi per raggiungere i propri fini li avete e li conoscete molto bene. Mi domando allora perché non sia stata considerata ed attuata la stessa procedura. Credo purtroppo di sapere il perché: perché la politica proposta da questa maggioranza non è una politica in funzione dell'interesse della nostra Regione e dei valdostani, è una politica "della" e soprattutto "per" la poltrona, così intesa giustifica l'egoismo di fondo che vi ha portato a non avere nemmeno una donna in Giunta.

Immaginate la vostra vita senza donne...sarebbe impossibile, non sareste nemmeno nati, però la politica può fare benissimo a meno di loro, per questo non servono. Sono proprio le differenze e soprattutto le differenze di genere che consentono un dialogo ed una concertazione più costruttiva ed arricchente. Da un confronto alla pari possono sicuramente emergere più facilmente nuove idee, idee capaci di apportare un contributo più nobile per gestire le problematiche che quotidianamente ci chiedono di essere affrontate con diverse sensibilità. Fortunatamente ci sono Regioni che hanno una visione aperta...stavo per dire: più aperta della nostra, il più non fa per noi. Pensiamo alla Regione Lazio, la nuova Giunta è composta da quattro uomini e sei donne, alla Regione Lombardia su quattordici Assessori ci sono sette donne e sette uomini, in Friuli Venezia Giulia la Serracchiani ha varato la Giunta con otto Assessori di cui quattro donne, mentre alla Regione Campania su undici Assessori vi è solo una donna e il Consiglio di Stato ha censurato la Regione per violazione dell'articolo 46 dello Statuto, che contempla il principio di equilibrata presenza fra i generi. Ho riportato qualche esempio per farvi comprendere che, se non si è in grado di arrivarci col ragionamento, a volte copiare può essere utile.

Volevo sapere dal Presidente della Regione Valle d'Aosta, dal momento che la sentenza stabilisce espressamente una violazione dell'articolo 17 dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna: "è elettore ed eleggibile al Consiglio regionale chi è iscritto nelle liste elettorali della Regione", se non sia da ravvisarsi evidentemente una violazione dell'articolo 16 dello Statuto della Regione Autonoma Valle d'Aosta: "il Consiglio della Valle è composto di trentacinque Consiglieri, eletti a suffragio universale, uguale, diretto e segreto" in ragione del medesimo principio che postula il suffragio universale nell'elezione dei Consiglieri che il TAR considerava appunto in tal modo violato. Se intenda in qualche modo provvedere per porre rimedio a tale palese violazione delle norme che garantiscono parità di genere nelle istituzioni...violazione attestata in circostanze del tutto analoghe a quelle che si sono prodotte con la nomina della nostra Giunta regionale. Grazie per l'attenzione.

Président - Pour la réponse, la parole au Président Rollandin.

Rollandin (UV) - Sì, grazie Presidente.

Le considerazioni della collega che traggono origine da una sentenza del TAR della Sardegna e da questo con un excursus che è stato fatto sicuramente nell'ambito di quello che è il discorso della situazione di genere, cioè della presenza femminile nei vari settori...credo che, per quanto riguarda una serie di attività e anche nel lavoro, per la presenza di genere la Valle d'Aosta sia ai primi posti in assoluto. Per quanto riguarda il discorso più in generale, noi condividiamo assolutamente quelle che sono le espressioni che lei ha usato, della valorizzazione della donna non è la prima volta che ne parliamo, condividiamo meno il discorso che questa maggioranza nella scelta della Giunta abbia qualcosa contro la questione di genere, la dimostrazione è stata che comunque c'è il Presidente del Consiglio, io credo che rappresenti tutto il Consiglio...quante ne volete? È previsto solo...il Presidente del Consiglio...bastava mettere anche un Vicepresidente femmina...perché non hanno messo lei? Perché l'opposizione non ha nominato Carmela Vicepresidente? O la Certan, per carità! Io non voglio escluderla...la Morelli era già candidata alla Presidenza...

(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

...e quindi non poteva accettare quella da Vicepresidente...

(nuova interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

...ma non è divagare è rispondere puntualmente a quelle che sono...

(nuova interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

...le centralità di quella che è la rappresentanza femminile. La sentenza del TAR Sardegna che lei ha richiamato sicuramente è significativa, ma è riferita ad un contesto sostanzialmente diverso dal nostro. Leggendo la sentenza infatti appare assolutamente chiaro che le nomine della Giunta regionale sarda contestata sono avvenute in un momento in cui mancava la legge statutaria a seguito della sentenza di incostituzionalità della legge regionale 15/2007, avvenuta con sentenza della Corte costituzionale 149 del 2009; di conseguenza, il TAR Sardegna ha ritenuto che il principio di pari opportunità all'accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive di cui all'articolo 51 della Costituzione fosse di diretta applicazione a prescindere dall'esistenza dello Statuto e nella legge statutaria di uno specifico articolo in materia di pari opportunità.

Premesso che la sentenza del TAR Sardegna non è stata appellata davanti al Consiglio di Stato, quindi il principio ivi enunciato rimane fermo ad un pronunciamento di primo grado, la situazione valdostana è sostanzialmente diversa. La legge statutaria, come lei sa, noi ce l'abbiamo e vi dobbiamo dare applicazione. Per riferirci al nostro Statuto, la questione non riguarda l'articolo 16, ma l'articolo 15, che dice: "...la legge regionale, approvata con la maggioranza assoluta dei Consiglieri regionali, determina la forma di governo della Regione e, specificatamente, le modalità di elezione del Consiglio regionale, del Presidente della Regione e degli Assessori... Al fine di conseguire l'equilibrio della rappresentanza dei sessi, la medesima legge promuove - promuove - condizioni di parità per l'accesso alle consultazioni elettorali", questo dice lo Statuto ed è quello che noi abbiamo applicato. Non vedo che per quest'aspetto possano sostenersi quindi violazioni di alcun tipo e di alcun genere, considerato che la legge regionale n. 3 del 1993, come modificata dalla legge 22/2007, ha previsto che ogni genere sia rappresentato nelle liste elettorali per almeno il 20 per cento; poi, come ho già detto in altre occasioni, i gruppi hanno presentato il 20 per cento, ma alcune non sono state elette, questo è evidente, in alcuni gruppi che sono presenti qui non ci sono donne.

Vi è di più: lo Statuto sardo e quello valdostano sono simili, ma ben diversa è la rispettiva forma di governo. Gli Assessori della Giunta regionale della Sardegna sono nominati e revocati con atto del Presidente della Regione, eletti a suffragio universale e diretto, mentre, come è noto, questo Consiglio elegge il Presidente della Regione e gli Assessori come previsto dalla legge regionale 21, che nulla dispone in merito alla presenza di genere nella Giunta regionale; peraltro, sulla legge regionale 21 del 2007 non vi è stata né impugnativa del Governo, né richiesta di referendum come previsto dall'articolo 15 dello Statuto.

Credo si possa ritenere che il Consiglio regionale abbia agito in conformità delle norme vigenti di rango costituzionale che prevedono forme di promozione delle pari opportunità nell'accesso alle cariche pubbliche elettive, così come credo che in alcun modo sia mai stato posto un ostacolo alla realizzazione del principio delle pari opportunità, tanto più che lo stesso Consiglio, come dicevo, ha deciso, per quanto riguarda la Presidenza dell'Assemblea, di indicare una donna. Io credo che adesso, al di là della situazione che si è venuta a creare, obiettivamente in Valle d'Aosta nei vari settori la presenza femminile stia crescendo, ritengo quindi che l'attenzione al discorso della giusta parità sia in evoluzione, penso che sia un discorso essenzialmente culturale più che di imposizione, credo sia inutile ritornare a solo il discorso delle quote rosa o di altre discussioni che hanno già fatto oggetto di dibattito. Sotto questo profilo, quindi io capisco le affermazioni della collega Carmela, però credo che nel nostro caso non ci sia un qualcosa di non conforme a quella che è una chiara evidenza di quella che è la volontà del Consiglio.

Presidente - Grazie. Per la replica, la parola alla collega Fontana.

Fontana (PD-SIN.VDA) - Devo dire, Presidente, che la sua risposta non mi ha soddisfatto per niente, anche perché lei è molto bravo, devo darle merito che è veramente bravo, io mi ricordo l'altra legislatura quando ha voluto mettere l'Assessore tecnico ha fatto la votazione tre volte pur di ottenere quello che lei aveva in mente! Questa volta non ha lottato per niente, la donna ce l'avevate, adesso ho visto che gli avete dato l'incarico su quattro Commissioni, penso che non sia un incarico da poco, ritengo che aveva le capacità di portare avanti...

(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)

...un Assessorato e che qualche maschietto, purtroppo, doveva fare anche un passo indietro, ma le poltrone fanno bene, perché vedo che siete attaccati talmente forti che non ve ne frega niente della parità di genere! Glielo devo questo, davvero, perché in cinque anni l'ho visto lavorare e ho visto che dove vuole ottiene quello che vuole. Stavolta non c'è stato da parte di nessuno la volontà di mettere un Assessore donna. Mi rivolgo anche alla Presidente Rini: nel 2008, se si ricorda, siamo state al Forum delle donne elette, dove ha partecipato per la Valle d'Aosta, sul lavoro, sulla parità di genere, facendo anche un documento con l'impegno che si portava avanti questo...ma vedo che nemmeno lei ha avuto una parola per mettere una donna in Giunta! Sono veramente amareggiata, mi auguro che fuori veramente questa volta la stampa ci dia un po' di attenzione, perché l'altra volta ha scritto solo una riga su questo problema; comunque noi ci attiveremo adesso con i nostri legali, vedremo se c'è la possibilità di fare ricorso. Mi dispiace tanto, perché da lei mi aspettavo un pochino di più...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

...no, Presidente, questa volta c'erano troppi "appetiti", ditelo pure chiaro, le poltrone andavano date ai maschietti, sennò veniva fuori un pasticcio, perché se qualcuno di voi poteva fare come fanno le donne che si mettono lì in un angolo, perché le fate sentire sempre che non sono all'altezza...e questo non sarebbe successo...peccato perché avete perso un'occasione!

Presidente - Punto 34 all'ordine del giorno.