Oggetto del Consiglio n. 35 del 24 luglio 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 35/XIV - Interrogazione: "Situazione del Servizio prevenzione e protezione dell'Azienda USL della Valle d'Aosta".
Président - La parole à l'Assesseur Fosson.
Fosson (UV) - Sì, grazie Presidente.
È un po' una continuazione di quello che ci siamo detti sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. È un'interrogazione, mi si permetta, un po' particolare, forse più sindacale, ma comunque ben volentieri rispondo per quello che posso rispondere e so. Dico "particolare" perché parte dal Testo unico della sicurezza n. 81 del 2008 - che, mi si permetta di dire, fu, tra parentesi, "una bellissima pagina di storia parlamentare", perché, si ebbe l'occasione di ritrovarsi a pochi giorni dalle elezioni per approvare questo decreto sulla sicurezza del lavoro e tutti i Parlamentari aderirono e fu comunque votato a larga maggioranza. Ricordo anche che il Testo unico in alcune parti non è ancora compiuto purtroppo. Dicevo, ho fatto parte per tre anni della Commissione di inchiesta sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e ricordo che la nostra Regione, anche per un nostro intervento, fu una delle Regioni visitate dalla Commissione di inchiesta come unica Regione a Statuto speciale e ci fu un incontro della stessa Commissione con i sindacati, i lavoratori e le istituzioni regionali.
Per quanto riguarda l'aspetto dell'organico c'è un fatto interno alla nostra azienda, in cui il Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione ha cambiato sede, si è dimesso da questa funzione. Non so giustificare e determinare il perché, dico che dovranno essere attivate tutte le procedure corrette perché stiamo parlando di un servizio di estrema importanza. In tal senso noi, come Assessorato, abbiamo già scritto una lettera all'Azienda sanitaria chiedendo spiegazioni, chiedendo come questo possa essere risolto in tempi brevi. Grazie.
Président - Merci. Pour la réplique, la parole au collègue Guichardaz.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Beh, io mi aspettavo una risposta più tecnica, siccome mi sono sforzato di fare un'interrogazione circostanziata, sarebbe stato bello avere dei dati un po' più precisi. Riguardo al tema dell'interrogazione, vorrei solo spiegare brevemente di che cosa si tratta, perché non è così banale. Quando si parla di Servizio di prevenzione e protezione, si parla di quel servizio interno nelle aziende sanitarie, quindi costituito obbligatoriamente da personale interno e questo dice già del valore di stabilità che si vuole dare a questo servizio; servizio che si deve occupare di che cosa? Non solo di consulenze al datore di lavoro estemporanee, ma si deve occupare di valutazione dei rischi, individuazione dei fattori di rischi, elaborazione delle misure preventive e protettive, quindi i cosiddetti "ausili", deve elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali, deve proporre i programmi di formazione, cioè non propriamente delle attività che può fare un consulentino che viene preso da fuori... a gettone, che viene chiamato per dare dei consigli. Qua si tratta di fare i piani di valutazione dei rischi, cioè di fare quelle procedure che l'organo di vigilanza richiede obbligatoriamente alle ditte e alle aziende pena sanzioni. Beh, noi abbiamo un'azienda che ha 2.800 lavoratori, comprensivi di lavoratori precari e assunti con convenzione, che attualmente ha semplicemente un Responsabile del Servizio di Protezione, che addirittura, vengo a sapere adesso, è dimissionario.
E questo non è un tema di esclusiva pertinenza sindacale! Peraltro ricordo all'Assessore Fosson, che ci ha raccontato di aver vissuto questa bellissima pagina legislativa del decreto 81, che il Servizio di prevenzione e protezione era già previsto dal decreto 626 del 1994, tanto che un documento che si segnala come "linea guida"(è la versione definitiva del 1996 delle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano e degli istituti centrali), quindi un po' il testo di riferimento agli esordi del decreto legislativo 626 del 1994 nell'individuare un organico-tipo, che cosa dice? Che per un ospedale delle dimensioni di 1.000 posti letto sarebbe come minimo necessario un ingegnere, un chimico laureato esperto in igiene industriale, due periti per l'igiene industriale, due periti per la sicurezza, due assistenti sanitari e un'unità amministrativa. Noi qua abbiamo un chimico dimissionario che si occupa della sicurezza di tutti i lavoratori dell'USL e, siccome in Valle d'Aosta l'Unità sanitaria locale ha competenza su tutto il territorio, beh, credo che si sia un po' sottovalutato l'aspetto della sicurezza. Se poi pretendiamo che i nostri ispettori vadano in giro per la Valle a rimbrottare le industrie, gli alimentari, i ristoranti, perché non hanno i piani di sicurezza o non si sono sbattuti abbastanza, beh, io credo che questa cosa qua sia quanto meno da rilevare. Penso e spero che quest'interpellanza possa servire a rimettere al centro dell'attenzione il problema della sicurezza, che vi assicuro non ha nulla a che vedere col Dipartimento di sicurezza (non confondiamo i piani) perché non è un'interrogazione che va sulla scia della precedente. In questo caso si tratta di sicurezza dei lavoratori che operano tutti i giorni in condizioni critiche, lavoratori che lavorano nelle sale operatorie, che si muovono in macchina, che lavorano nelle centrali termiche, che fanno funzioni che sono difficilmente rilevabili in altre aziende pubbliche. Grazie.
Presidente - Il punto 20, come da accordi, quindi verrà discusso congiuntamente al punto 5 all'ordine del giorno.