Oggetto del Consiglio n. 34 del 24 luglio 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 34/XIV - Interrogazione: "Interventi per diminuire i tempi di attesa nell'erogazione di servizi ambulatoriali".
Président - Pour la réponse, la parole à l'Assesseur Fosson.
Fosson (UV) - Merci Président.
Io la ringrazio di quest'interpellanza, perché uno dei problemi centrali della sanità, di tutte le sanità è quello di ridurre i tempi di attesa e permettere dei servizi sempre più accessibili ai cittadini. Forse una delle nostre funzioni in questo Consiglio è proprio quella di confrontarci su questo, magari anche offrendoci reciprocamente delle ipotesi di soluzione. Aggiungo che in una Valle come la nostra, con un esiguo numero di abitanti, e con alcuni servizi, mi permetta, un po' sovradimensionati, le nostre strutture devono ancora essere più accessibili a tutti, non solo ai nostri cittadini, ma eventualmente anche ai cittadini che vengono da fuori. Alla base di tutto questo c'è sempre un rapporto tra domanda e offerta e si è visto che molte volte più cresce la domanda e più deve crescere anche a dismisura l'offerta, ed è per questo fatto che si deve valutare l'inappropriatezza delle prescrizioni: il dottor Fabbri la volta scorsa accennava appunto alla medicina difensiva, che è un grosso problema. Noi in Senato avevamo cercato a lungo di discutere sulle responsabilità penali, amministrative, eccetera, per diminuire la colpa del sanitario, colpa che, per reagire o difendersi da questo, crea un mucchio di esami non sempre non dannosi al paziente, ecco. Qui poi, se guarda i dati, abbiamo un consumo, un utilizzo di tecniche molto sofisticate come tac spirale, risonanza magnetica, eccetera, forse di più che in altre regioni, ma certo che, quando lei ha la Ferrari, preferisce forse usare un po' di più la Ferrari che una 500.
Mi permetta anche di dire che questo è un tema che non si risolve in due giorni e per questo dicevo che, se uno ha delle proposte o dei consigli in merito ai tempi d'attesa, penso che la V Commissione col Presidente Restano sarà molto contenta di discutere sul tema in questione. Tra l'altro, questa è anche, mi permetta, una terra di screening, che dà una grande risposta alla gente. Noi abbiamo degli indici di partecipazione, unici in Italia, dei nostri abitanti agli screening pari al 62-65 percento per lo screening sul colon, quindi siamo ancora di più determinati a percorrere questa strada. In questi pochi giorni di lavoro, per esempio, con altri colleghi si parlava, oltre allo screening mammografico, di mettere in piedi uno screening per il tumore del polmone.
In tutto questo discorso è intervenuta l'indagine della Corte dei Conti, che comunque ha modificato la precedente organizzazione degli esami e degli screening. Che convenisse, non convenisse, ne possiamo parlare, però siamo in un momento in cui dobbiamo cambiare organizzazione, sicuramente, in attesa di un pronunciamento chiaro della Corte.
Per quelle che erano le sue domande: "se esiste...in quali settori...", ecco, c'è stato sicuramente un peggioramento dei tempi sulle mammografie, anche perché lo screening, come dicevo era, ed è molto ampio, si pensi che è stato sufficiente che un senologo si dimettesse e andasse da un'altra parte per allungare quella tipologia dei tempi d'attesa su cui però ci abbiamo già lavorato con una nuova assunzione e convenzione con altro ente. In ogni caso rimane l'importanza che l'accesso allo screening deve essere sempre filtrato e mediato dal medico di famiglia, che è anche molto importante, sul piano dell'appropriatezza.
Sul discorso che lei dice delle prenotazioni, è vero: c'è incongruenza tra dati del sito dell'ASL e le indicazioni rese dal CUP. Questo è un problema organizzativo, come anche quello di un CUP con dipendenti INVA a fronte di altri due centri di prenotazione in cui invece i dipendenti sono regionali.
Sull'altra questione che diceva lei: perché non tutti gli esami possono essere prenotati per CUP, questo è proprio legato alla natura del tipo di prestazione: ci sono certe prestazioni per cui il malato deve parlare con chi gliele consiglia, o comunque con chi eseguirà l'esame, anche perché esistono varie tipologie di esami diagnostico-strumentali che presuppongono anche tipologie di preparazioni diverse tra i pazienti, possiamo poi parlare di un CUP in cui ci siano degli specialisti, ma questa è un'altra cosa. Lei poi sa che, proprio per questi problemi di medicina difensiva, chi fa l'esame comunque fa firmare un consenso al paziente e la legge stessa stabilisce che il consenso non debba essere fatto genericamente, ma proprio con un confronto con il paziente.
Finisco dicendo che l'organizzazione dei servizi ambulatoriali e diagnostici è una sfera che studieremo, su cui faremo un approfondimento, in cui l'appropriatezza, i discorsi di base, eccetera, dovranno essere tutti verificati. Ci veniva in mente, proprio così, come vecchi progetti...anche di inserire sempre di più i medici di famiglia che sono in rete in questa possibilità di prenotazione degli esami, per esempio. Una cosa poi da discutere, per esempio in V Commissione, sarà l'opportunità, come c'è già in altre regioni, di istituire un osservatorio dei tempi di attesa, un osservatorio che non abbia solo dei partecipanti dell'azienda, ma anche della Regione e addirittura, a volte, anche degli enti di partecipazione dei cittadini. Grazie.
Président - Merci. Pour la réplique, la parole au collègue Ferrero.
Ferrero (M5S) - Grazie Presidente, grazie per la prospettata disponibilità da parte dell'Assessore.
Ovviamente però noi speriamo che questo non si risolva nel solito spot, perché, quando rileviamo che già il 6 giugno 2011 il Presidente della Regione affermava: "grazie a questo provvedimento, contiamo di accorciare i tempi di attesa e di migliorare le prescrizioni mediche che saranno più accurate"...insomma, non vorremmo che si ripetesse la solita questione che ormai va avanti da 10 anni. C'è un grosso problema di trasparenza, c'è un grosso problema di utilizzo anche di internet, dei computer, l'interazione del cittadino per quanto riguarda la prenotazione degli esami. Certo, come dice, certi esami per il tipo di esame, per la natura della prestazione necessitano un contatto diretto, però io che ho subito questo disagio personalmente per quanto riguarda la prescrizione di risonanze magnetiche, ho notato che, per dei servizi che vengono erogati dalla Regione Piemonte a Torino, semplicemente inviando via fax o posta elettronica la prescrizione specialistica si ottiene la prenotazione da parte della struttura dell'esame. Qui da noi, per quanto riguarda alcuni esami radiologici, viene rimandata ad una specie di 199, che è un servizio, tra l'altro, a pagamento, per cui tu telefoni, ti paghi la tariffa, ottieni delle indicazioni spesso che sono poi quelle di "guarda che non possiamo prenotarti, ma devi recarti direttamente in ospedale per effettuare la prenotazione"; quindi siamo comunque molto indietro da questo punto di vista, dobbiamo recuperare. Sicuramente ci sono tutta una serie di problemi, però dovete anche capire che il cittadino, quando si reca presso la struttura sanitaria e si sente rispondere che un esame può essere effettuato non prima di tre mesi e poi però rivolgendosi...con l'altra soluzione dell'intramoenia gli fanno l'esame il giorno dopo, inizia a pensare che ci siano delle strane dinamiche. Noi non vogliamo sospettare, sappiamo però che nella Regione Lazio si è scoperto che poi tutta una serie di esami avevano una specie di lista di attesa particolare, che tendeva a dirottare sulla sanità convenzionata, o sulla sanità che veniva effettuata in regime di intramoenia gli esami, ovviamente questo con aggravio dei costi per il cittadino, ma questa sembrava poi una questione secondaria. Non vogliamo pensare che ciò succeda anche in Valle d'Aosta.
Per quanto riguarda poi la questione di servizi ad alta specializzazione, lo sappiamo, questo era stato anche affermato dal Dirigente dell'USL, è logico che non possiamo permetterci di avere un reparto, ad esempio, di cardiologia di eccellenza, perché, in relazione al bacino di utenza, certi servizi verrebbero a costare troppo, questo lo capiamo bene. Dobbiamo però d'altro canto verificare la cosiddetta "mobilità passiva", che, in sostanza, è poi il numero di pazienti valdostani che si devono recare fuori Valle per ottenere certi servizi. Questa mobilità passiva ha un costo notevole per l'USL, se ne continua a parlare da diversi anni, la gente continua ad andare fuori Valle e in alcuni casi continua ad andare fuori Valle non solo perché l'esame non è fattibile in Valle, ma perché certi reparti non godono della fiducia del cittadino, quindi qui ci deve essere un intervento che dopo 10, 15 anni che se ne parla...ecco, magari sarebbe il caso di adottare qualche misura che sia effettivamente incisiva. Da questo punto di vista, noi formuleremo ben presto alcune proposte in maniera tale che si possa uscire da questa impasse, sperando che la disponibilità che è stata data a parole sia poi una disponibilità effettiva anche a livello dei fatti. Grazie.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore Fosson. Per fatto personale? Ne ha la facoltà.
Fosson (UV) - Solo una precisazione, proprio per amore al servizio in cui ho lavorato tanti anni: noi la cardiologia di eccellenza ce l'abbiamo e la vogliamo mantenere, altra cosa è la cardiochirurgia, mi permetta, ma è tutta un'altra cosa. Grazie.
Presidente - Grazie. Possiamo passare al punto 19 all'ordine del giorno.