Oggetto del Consiglio n. 2882 del 27 marzo 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 2882/XIII - Interpellanza: "Situazione della presenza in Valle d'Aosta dei migranti della cosiddetta "emergenza Nord-Africa"".
Président - La parole au Conseiller Rigo.
Rigo (PD) - Grazie Presidente.
Sono ormai trascorsi due anni dall'arrivo in Valle d'Aosta dei primi profughi libici. Nei mesi successivi ne seguirono altri e, se non ricordo male, 34 furono poi i giovani ospitati nella nostra regione sulla base del piano per la gestione dell'accoglienza dei migranti provenienti dal Nord-Africa. Il piano era stato predisposto dal Dipartimento nazionale della Protezione civile, su mandato della Conferenza unificata, in attuazione dell'accordo tra Stato, Regioni ed Enti locali del 6 aprile 2011. L'esecuzione del piano, a livello regionale, è stata attribuita alla Protezione civile, che definì le modalità di accoglienza in alcune strutture sul territorio. La gestione commissariale è cessata il 31 dicembre 2012 perché il ministero competente ha stabilito che, con l'anno nuovo, finiva l'emergenza del Nord-Africa, concedendo però una proroga del piano per favorire il reintegro dei migranti. La questione è diventata così di competenza delle singole prefetture fino al 1° marzo scorso. A ciascuno di loro è stata concessa la somma di 500 euro e un permesso di soggiorno umanitario.
In Valle d'Aosta "la Regione ha ritenuto opportuno - leggiamo da un comunicato stampa della Presidenza della Regione dell'11 dicembre 2012 - informare i migranti ospiti in Valle, facendo presente che dal 1° gennaio 2013, essi potranno comunque beneficiare di un eventuale contributo ai sensi dell'articolo 13 (Inclusione sociale) della legge regionale n. 23 del 2010, finalizzato a sostenerli in un progetto di autonomizzazione valutando con loro le possibili misure di sostegno individuali che rientrano nella normale azione di supporto alle persone svantaggiate", chiuse le virgolette. Proprio in relazione a questa nota abbiamo sentito la necessità di interpellare la Presidenza della Regione per sapere qual è oggi la reale situazione delle persone richiedenti asilo della cosiddetta "emergenza Nord-Africa".
Per quanto a mia conoscenza provo a ricostruire velocemente il quadro regionale. I quattro ragazzi che erano stati sistemati in un comune della plaine d'Aoste hanno ottenuto la residenza e questo permette loro di poter accedere ai programmi assistenziali relativi all'emergenza abitativa e all'inserimento nelle liste dei lavoratori disagiati. In attesa di trovare lavoro e casa, i ragazzi stanno utilizzando i 500 euro messi a disposizione dal ministero ma anticipati - credo per il momento dalla Regione - per pagare affitto e cibo. La situazione è più complicata per quelli ospitati in Bassa Valle, o che erano fino a poco tempo fa ospitati in Bassa Valle, che, non avendo ottenuto la residenza, sono dovuti ritornare ad Aosta presso una struttura di proprietà di una cooperativa sociale. Anche qui si tratta di quattro ragazzi che sono in attesa di formalizzare la residenza, perché non hanno ancora ricevuto il permesso di soggiorno di protezione umanitaria, prima ricordato, rilasciato dal ministero. Un altro ragazzo è ospite presso la Caritas, perché sta studiando per ottenere la licenza media, mentre un altro, ospitato in un comune della Bassa Valle, ha trovato aiuto presso una famiglia solidale. Insomma, tutto pare ancora incerto e le ipotesi finora messe in campo non danno sicurezza per il domani.
La fotografia della realtà valdostana può rappresentare in parte, in minima parte, la gestione, certo più difficile, italiana dell'emergenza Nord-Africa che, in molti casi, si è trasformata in un "parcheggio assistenziale". Don Fredo Olivero, Direttore della Pastorale migranti del Piemonte l'ha raffigurata con un'espressione molto forte: "queste persone sono diventate dei "tossicodipendenti dell'assistenza", si sono abituate a ricevere un pasto e un letto senza muovere un dito. Sono prive di un progetto per il futuro". Parole scomode che richiamano tutti alle proprie responsabilità, pronunciate da chi certo non è in odore di razzismo. Nell'interpellanza chiediamo quindi a lei, Presidente, di farsi carico, di dare ordine a queste situazioni a macchia di leopardo, situazioni che ho cercato di rappresentare, ma non so se ancora questa è attualmente l'attualità.
Non sono tanti, per fortuna, i migranti ospiti in Valle d'Aosta, le chiediamo perciò di attivare tutti gli attori istituzionali, associativi, economici per disegnare insieme un percorso, questa volta sì, di vera integrazione. Anche se la situazione per tanti valdostani - lo abbiamo sentito più volte - economicamente non è certo più facile di quella di questi ragazzi, ma, come regione che ha vissuto nel passato l'esperienza triste e sofferta dell'emigrazione, dobbiamo un impegno per questi ragazzi che hanno vissuto vicende drammatiche e per questo le chiediamo, Presidente, di farsi promotore del coordinamento di interventi capaci di superare l'assistenzialismo per un vero progetto di vita. Grazie.
Président - Merci. La parole au Président.
Rollandin (UV) - Grazie, ringrazio il collega Rigo per aver voluto illustrare soprattutto le motivazioni di questa richiesta di chiarimento, che credo vadano nella logica di saper interpretare nel modo giusto il rapporto con questa realtà, che a poco a poco si sta un po' abbandonando o, meglio, si dice che è superata, quando invece il fenomeno non è superato per nulla! È superato nel senso che a livello centrale si delega alla periferia e non se ne vuole più occupare. In questo modo è superato come problema per loro, ma non per quella che è la sostanza.
Venendo alle domande che sono state poste, con una breve premessa...come ha ricordato, il 31 dicembre 2012 è cessato lo stato di emergenza umanitaria dichiarato nel febbraio 2011 a seguito dell'eccezionale afflusso in Italia dei cittadini extracomunitari provenienti dal Nord-Africa e, di conseguenza, è terminata la gestione emergenziale affidata al Dipartimento nazionale della Protezione civile e si è rientrati nel regime ordinario dell'attività di assistenza ai cittadini extracomunitari. Per quanto riguarda la Valle d'Aosta, lo stato emergenziale è stato gestito dalla Protezione civile, come lei ha ricordato, e in tale ambito sono stati accolti complessivamente 56 emigranti. Al 31 dicembre 2012 i cittadini stranieri ancora presenti erano 20, ospitati in diverse strutture di accoglienza dislocate sul territorio. Per la gestione della cosiddetta "exit strategy", in attuazione anche delle linee di indirizzo dettate dal Ministero dell'interno - semmai, se lo ritiene, le darò poi una copia -, è stato costituito un tavolo di coordinamento regionale per il superamento dell'emergenza umanitaria, coordinato dal Dirigente della struttura Affari di prefettura e del quale fanno parte: il Questore di Aosta, il Capo della Protezione civile regionale, un rappresentante del Consiglio permanente degli enti locali e rappresentanti delle strutture regionali competenti in materia di politiche sociali, politiche del lavoro e della formazione. Tra le misure garantite dal Ministero dell'interno la citata exit strategy prevedeva la prosecuzione dell'ospitalità per 60 giorni a partire dal 1° gennaio 2013, termine quindi scaduto il 2 marzo, e a tal fine la struttura Affari di prefettura ha provveduto a rinegoziare con le strutture già ospitanti i migranti le condizioni economiche per il servizio di ospitalità di vitto e alloggio.
Per quanto riguarda quindi la prima domanda: "qual è oggi la reale situazione...", nel corso del periodo dei 60 giorni stabiliti dal Ministero dell'interno per la prosecuzione dell'ospitalità, 2 dei 20 cittadini stranieri ospitati nelle strutture di accoglienza sono volontariamente usciti dal programma, rendendosi irreperibili. Gli altri 18 sono rimasti in ospitalità sino al 2 marzo scorso, alla scadenza del termine tutti i 18 stranieri erano ancora presenti, secondo disposizioni del ministero, hanno ricevuto quello che lei ricordava: i 500 euro per la sussistenza. Per quanto concerne l'esito della richiesta di asilo, la Commissione territoriale ha definito tutte le pratiche di richiesta di protezione internazionale e ha concesso a 4 cittadini lo status di protezione sussidiaria della durata di tre anni, mentre nei restanti casi ha bocciato la richiesta di protezione, a costoro il Questore di Aosta ha comunque concesso un permesso di soggiorno per motivi umanitari della durata di un anno, mentre per quei 4 era di tre anni. In 2 casi il permesso di soggiorno è ancora in fase di rinnovo, ma la Questura ha informato che è imminente comunque il rilascio. Dopo il 2 marzo 4 cittadini stranieri hanno lasciato volontariamente il territorio della regione, sono quindi 14 al momento i cittadini stranieri ancora presenti in Valle d'Aosta, di questi due hanno già trovato un'occupazione e un terzo sta per essere assunto, costoro hanno pertanto i requisiti per richiedere la conversione del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Due ragazzi si sono regolarmente iscritti ad un corso di studi e possono pertanto presentare domanda di conversione del permesso di soggiorno per i motivi di studio, i restanti sono tutti in cerca di un'occupazione, al momento alcuni sono coinvolti in attività di volontariato in un'ottica di integrazione, questo credo sia anche da sottolineare: che abbiano dato la loro disponibilità per questo aspetto. Quasi tutti stanno frequentando corsi di apprendimento dell'italiano.
Per quanto riguarda la seconda domanda: "quali le azioni già..."
Presidente - Colleghi, scusate!
Rollandin (UV) - ...per quanto riguarda la seconda domanda, quindi, oltre alle azioni che abbiamo ricordato, corsi di apprendimento linguistico sono previsti corsi di orientamento al lavoro, collaboratori, dal mese di novembre 2012 e già questi sono stati attivati in vista della chiusura dell'emergenza, i cittadini stranieri sono stati presi in carico da assistenti sociali al fine di elaborare con ognuno un percorso di uscita dall'emergenza, sviluppando un progetto di sostegno.
Per quanto riguarda la situazione abitativa, tutti coloro che hanno il permesso di soggiorno hanno potuto richiedere la residenza, pre-requisito per poter fare istanza di emergenza abitativa. Dopo il 2 marzo alcuni profughi sono rimasti nelle strutture che già li ospitavano concordandone con i gestori le condizioni economiche, altri hanno affittato un alloggio che condividono. I due profughi che ancora sono in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno potranno a loro volta richiedere la residenza nel comune appena ricevuto il titolo di soggiorno.
Ultima domanda: "se si intenda chiamare ad un'azione comune tutti quegli attori direttamente o indirettamente che potrebbero essere coinvolti", con la costituzione del tavolo di coordinamento regionale, che ho appena ricordato, con le forze dell'ordine e gli interessati, del quale fa parte anche il Consiglio permanente degli enti locali - al quale, in relazione agli argomenti trattati, possono essere invitati a partecipare anche le associazioni territoriali operanti nel settore dell'immigrazione -, si ritiene di aver compiuto un importante passo nel senso indicato dalla domanda e dalla sua spiegazione. I cittadini stranieri che dopo il 2 marzo scorso hanno deciso di restare sul territorio sono seguiti quindi dalle assistenti sociali con le quali, come ho ricordato, hanno concordato un progetto di sostegno...ci sono ancora alcuni casi da seguire, però ritengo che la situazione sia tutta sotto controllo nel modo che lei auspicava proprio per intervenire tempestivamente a sostegno di queste iniziative. Grazie.
Président - Merci. Pour la réplique, la parole au collègue Rigo.
Rigo (PD) - Grazie Presidente per le informazioni date e avrei piacere di avere copia della relazione. In merito alla considerazione fatta da lei nella premessa alla risposta, bisogna ricordare che ancora una volta il Governo centrale non ha svolto il compito assegnato: quello di indirizzo e di coordinamento, lasciando agli Enti locali, alle comunità sul territorio il compito di gestire un'emergenza, che invece doveva far capo direttamente al ministero. Mi si passi l'espressione: se n'è un po' lavato le mani scaricandosi la coscienza dando a tutti questo riconoscimento di 500 euro e chiudendo gli occhi su come la soluzione poteva concludersi. Sicuramente la situazione della Valle d'Aosta non è simile a quella di altre regioni, al vicino Piemonte per esempio, dove questa emergenza implica problemi anche di sicurezza. Sono centinaia le persone presenti nel vicino Piemonte, i centri sono stati chiusi e quindi la difficoltà di gestione non è paragonabile con la situazione valdostana.
La relazione puntuale ha dato conto di come si è attivata l'Amministrazione regionale, ne prendo atto con soddisfazione, vorrei però precisare una cosa, Presidente: noi molte volte parliamo di sussidiarietà, perché non proviamo anche noi a vedere come le comunità territoriali possono rispondere a questi casi emergenziali? Non è possibile cioè che solo l'Ente pubblico debba essere coordinatore e promotore di iniziative. Gli enti economici, piccoli o grandi che siano, gli enti assistenziali, gli enti caritatevoli, le associazioni, perché non chiamarli anche loro ad un compito di gestione di un'emergenza, che comunque riguarda tutti, non riguarda solo le istituzioni? Io credo che forse questa è la strada da percorrere: attraverso gli uffici della Prefettura capire quali associazioni sono più sensibili e capaci di collaborare con le istituzioni; per dare una mano, anche solo per cercare in qualche maniera di integrare maggiormente questi ragazzi facendoli partecipi alle loro attività: per questo chiedevo un tavolo di confronto. Il tavolo esiste, bene, cerchiamo di coinvolgere maggiormente le forze che possono in Valle d'Aosta lavorare al fianco delle istituzioni. Grazie.
Président - Point 22 à l'ordre du jour.