Oggetto del Consiglio n. 2880 del 27 marzo 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 2880/XIII - Interrogazione e interpellanza: "Motivazioni della chiusura della comunità per disabili di Donnas e interventi per garantire i cittadini valdostani bisognosi di cure e assistenza".
Presidente - Ha chiesto la parola la Consigliera Carmela Fontana per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Fontana (PD) - Grazie Presidente.
Giovedì 28 febbraio ha chiuso la comunità per disabili psichici di Donnas: un servizio che fu aperto nel 1998, circa 25 anni fa, grazie ad un gruppo di operatori che, dopo un corso di formazione organizzato dalla Cooperativa Antica Zecca e tenuto da psicologi, psichiatri, operatori sociali, apriva a Plan Félinaz, in convenzione con l'Assessorato regionale della sanità, una comunità con cinque posti letto, che era la prima comunità riabilitativa residenziale che arrivava in Valle d'Aosta, accoglieva persone dimesse dal Dipartimento psichiatrico dell'ospedale regionale e da altre strutture di fuori Valle. Nel 2005, essendosi resi disponibili altri locali di proprietà dell'Azienda USL a Donnas, la comunità fu trasferita presso il poliambulatorio del distretto 4 non senza disagi per l'utenza e per gli operatori.
Preoccupata per i sempre più pesanti tagli al sistema sanitario regionale e più in generale alle politiche di protezione sociale per i cittadini valdostani, in particolare nei confronti dei soggetti più deboli e bisognosi, volevamo conoscere: "le motivazioni alla base della chiusura, a partire dal 28 febbraio scorso, della comunità per disabili e come si intenda provvedere da oggi in poi all'assistenza dei disabili nella nostra regione; quali siano gli intendimenti della Regione e dell'Azienda USL circa le strutture e i servizi attualmente erogati ai cittadini valdostani e, in particolare, se siano previste a breve chiusure o ridimensionamenti di altri servizi erogati dall'Azienda sanitaria regionale". Grazie.
Presidente - Grazie. Ha chiesto la parola il Presidente Rollandin per la risposta, ne ha facoltà.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
Per quanto riguarda le motivazioni della chiusura della comunità per disabili psichici di Donnas, essa è avvenuta per motivi strettamente amministrativi e comporta momentaneamente una lieve riduzione dell'offerta di servizi di otto posti. Gli utenti di Donnas hanno trovato risposta al loro fabbisogno presso altre strutture regolarmente accreditate ed ubicate nell'ambito della nostra regione. Nello specifico, sulla base degli accordi intercorsi con l'USL a far data dal 1° gennaio 2013, il Consorzio Trait d'Union avrebbe dovuto mettere a disposizione una struttura socio-sanitaria nel distretto n. 4 in sostituzione della comunità che si trovava presso i locali del poliambulatorio di proprietà dell'azienda e gestita dal consorzio. Il consorzio, interpellato a più riprese fin dal mese di marzo del 2012 al fine di conoscere lo stato dell'arte circa l'iter dell'accreditamento della struttura, solo il 21 novembre 2012 comunicava di non essere in grado di perfezionare la realizzazione di una struttura residenziale destinata a comunità terapeutica. A questo punto l'azienda non ha potuto far altro che prorogare il servizio fino al 28 febbraio 2013 e cioè per il tempo necessario al trasferimento degli utenti presso le strutture ubicate in Valle.
Ciò premesso, per quanto riguarda il quadro generale in questo settore, si fa presente che in ambito regionale operano diverse strutture di copertura del fabbisogno, sono presenti: due comunità terapeutiche per complessivi 40 posti autorizzati a Sarre e a Châtillon; due centri diurni per complessivi 40 posti autorizzati a Aosta e Saint-Vincent; due gruppi-appartamenti: uno ad Aosta e l'altro a Pontey, su cui tornerò, per complessivi 18 posti autorizzati; tre comunità alloggio per complessivi 16 posti autorizzati a Sarre, Châtillon e Charvensod. Inoltre, è attiva a Brusson anche la struttura polivalente denominata "La Casa per la salute della mente", i cui posti autorizzati sono suddivisi nel seguente modo: 18 posti per la cura dei disturbi di comportamento alimentare, in particolare anoressici; 2 nuclei di 10 posti ciascuno per la comunità protetta per la salute mentale; 1 nucleo di 13 posti per la cura dei disturbi psicogeni; un nucleo di 26 posti destinato alla salute mentale e alle dipendenze patologiche, chimiche e non chimiche, di cui 18 per la lungodegenza residenziale a bassa soglia di accesso. Infine, è funzionante il Servizio di educazione territoriale psichiatrica, che ad oggi porta 25 pazienti.
Per quanto riguarda quindi il quesito che viene posto: cosa si fa per il futuro, l'Amministrazione e l'azienda stanno considerando la ridefinizione dei fabbisogni, pur mantenendosi in termini di numero complessivo di posti residenziali in linea con quanto previsto con la delibera del 5 agosto 2011: "Rideterminazione del fabbisogno di strutture socio-sanitarie residenziali...per malati con disturbi psichiatrici nell'ambito della salute mentale, di cui alla legge 5...", diventeranno più snelli e soprattutto maggiormente differenziati rispetto ai bisogni che in quest'area sono in continuo aumento. Finisco per dire che la soluzione-ponte, mentre si chiude quest'anello che ho detto, sarà di utilizzare la struttura-alloggi di Pontey, che sono stati autorizzati, ma che dovevano avere il parere da parte dell'USL, che è arrivato due giorni fa e quindi stanno facendo le pratiche per mettere anche questi posti a disposizione, pertanto dovrebbe essere risolto a breve. Questa comunque è la cronistoria, che forse lei conosceva già, però il futuro dà questa possibilità di dare risposte per tutti.
Presidente - Grazie, ha chiesto la parola per la replica la Consigliera Fontana, ne ha facoltà.
Fontana (PD) - Ho ascoltato con molta attenzione tutte le risposte che mi ha dato il Presidente, comunque rimango abbastanza dispiaciuta, anche perché ogni volta che abbiamo dei servizi...adesso lei mi ha spiegato quali erano le motivazioni, ne prendo atto, prendo atto anche che si sta provvedendo con la struttura di Pontey, però io mi chiedo: abbiamo dei servizi che funzionano, esperienze di persone che hanno lavorato 25 anni in questa struttura, un supporto alle famiglie...perché sappiamo tutti che queste malattie non sono malattie da sottovalutare e ne hanno bisogno non solo i malati, ma soprattutto le famiglie e quindi sembrava che veramente si dava un servizio eccezionale. Tra l'altro, io voglio ringraziare queste persone per l'impegno che ci mettono per aiutare veramente le famiglie, cioè andiamo avanti sempre a dire: "dobbiamo risparmiare" e mettiamo sempre al secondo...
(interruzione del Presidente Rollandin, fuori microfono)
...non ho capito, scusi...
(nuova interruzione del Presidente Rollandin, fuori microfono)
...ho capito il problema qual è, però quello che mi dispiace è che si va sempre a guardare tutti gli altri problemi e si mette sempre in secondo piano poi la persona. Non sto facendo una colpa a lei di questo: sto dicendo che, prima di chiudere delle strutture, si poteva fare più attenzione, magari risolvere prima queste problematiche, perché è inutile che mettiamo in campo dei servizi che funzionano, poi arriviamo ad un certo punto e buttiamo all'aria tutto il lavoro fatto in questi anni; comunque speriamo di risolvere, io ci metterò una maggiore attenzione a questo problema per vedere se si risolve e se no vedremo in qualche altro modo come fare. Grazie.
Presidente - Grazie. Qualcun altro vuole intervenire? La parola al collega Caveri, ne ha facoltà.
Caveri (UVP) - Abbiamo presentato anche noi un'interrogazione sul punto. Prendiamo atto delle dichiarazioni fatte dal Presidente, concordo con la collega Fontana rispetto alla particolarità della patologia o delle patologie. Il Presidente ha opportunamente ricordato ed elencato delle patologie che una volta non c'erano...forse c'erano, ma non ne avevamo piena consapevolezza. È chiaro che l'abitudine o la tranquillità di luoghi conosciuti per molti di questi malati non è un elemento banale. Giustamente il Presidente ha premesso che non è stata una scelta politica, ma dal carattere amministrativo, quindi, se ci sono le autorizzazioni, ci sono, se non ci sono, non ci sono. È però vero che, mentre per noi - ammesso che siamo persone normali, non afflitte da patologie di questo genere - un eventuale spostamento da Donnas a Pontey può essere un elemento di banalità, per chi magari da molti anni è abituato ad un "tran tran" rassicurante...e chiunque abbia avuto a che fare con persone con problemi di tipo mentale sa perfettamente che il radicamento non è una cosa da banalizzare...però prendiamo atto di una volontà dell'Amministrazione di superare questo problema.
Si dà atto che dalle ore 10,41 riassume la presidenza il Presidente Emily Rini.
Presidente - Grazie. Colleghi, è davvero con grande piacere che do il benvenuto in tribuna ai giovani israeliani e palestinesi che stanno vivendo insieme ai loro coetanei valdostani un'esperienza di incontro e di dialogo nell'ambito del progetto didattico "Voci di pace" organizzato dal Movimento internazionale della riconciliazione, dalle ACLI di Aosta, dal CSV con il sostegno del Consiglio regionale, dell'Assessorato regionale dell'istruzione e cultura, dal Comune di Aosta e dall'Università della Valle d'Aosta. A nome mio personale e di tutta l'Assemblea regionale, vi ringrazio per la vostra presenza, per aver accettato l'invito ad assistere ai nostri lavori. Mi auguro che l'esperienza che state vivendo sia proficua e che siate riusciti a creare quel giusto clima di amicizia e di confronto tra idee e culture diverse. Che l'entusiasmo di queste giornate possa essere contagioso per voi, per le vostre comunità, per la pace e per la convivenza civile.
Possiamo passare alla discussione del punto 19 all'ordine del giorno.