Oggetto del Consiglio n. 2867 del 6 marzo 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 2867/XIII - Disegno di legge: "Modificazioni alle leggi regionali 6 aprile 1998, n. 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta), 4 novembre 2005, n. 25 (Disciplina per l'installazione, la localizzazione e l'esercizio di stazioni radioelettriche e di strutture di radiotelecomunicazioni), e 31 luglio 2012, n. 23 (Disciplina delle attività di vigilanza su opere e costruzioni in zone sismiche)".
Presidente - Ha chiesto la parola per l'illustrazione della relazione il Consigliere Tibaldi, ne ha la facoltà.
Tibaldi (PdL) - Sì, grazie Presidente.
Il settore delle telecomunicazioni è caratterizzato da un'elevata propensione all'innovazione tecnologica in grado di creare nuovi prodotti e servizi, soddisfare sempre maggiori esigenze e incrementare la produttività delle imprese e della pubblica amministrazione, oltre a coinvolgere investimenti notevoli a tutto vantaggio del sistema Paese. In quest'ultimo decennio abbiamo assistito ad un'evoluzione tumultuosa con l'avvento del digitale terrestre per emittenti televisive e radiofoniche (di cui la nostra regione è stata un'area sperimentale), di una nuova generazione di telefonia intelligente (il 3G e, fra breve, anche il 4G, che porterà ad una riduzione dei siti trasmissivi) e di sistemi di trasmissione dati senza cablaggi (il cosiddetto "Wi-Fi") in quantità e velocità sempre crescenti.
I cambiamenti intervenuti hanno inciso anche sulla pianificazione nazionale delle frequenze e sulla regolamentazione del settore, innovata con la legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (la legge 36 del 2001), con il Codice delle comunicazioni elettroniche (il decreto legislativo 259 del 2003) e col riordino del sistema radiotelevisivo pubblico e privato (la legge 112 del 2004), con l'avvio dell'infrastrutturazione della cosiddetta "banda larga" nel biennio 2008-2010.
La Valle d'Aosta, regione montuosa e quindi di accessibilità complessa anche per le onde radioelettriche, ha assistito ad un incremento numerico di postazioni ed impianti finalizzati alla migliore e più capillare "copertura" del territorio. Si è trattato, tuttavia, di un'espansione controllata dalle autorità competenti, evitando una proliferazione selvaggia di pali, tralicci e antenne, circoscrivendone l'installazione in siti predeterminati e verificando accuratamente i limiti espositivi delle apparecchiature in potenza. Grazie ad un monumentale censimento da parte degli uffici, possediamo una puntuale conoscenza delle circa 1.100 postazioni in esercizio, dislocate nel fondovalle e nelle valli laterali, all'interno delle quali trovano ospitalità anche più sistemi di antenna e apparati di diversi operatori. La maggior parte di queste postazioni appartengono alla RAI, la concessionaria televisiva pubblica che ha installato per prima i suoi impianti nella regione; negli anni '80 e '90 si è sviluppata notevolmente l'emittenza privata, mentre ora stiamo vivendo l'era della telefonia intelligente, almeno così viene comunemente definita, e di una multimedialità sempre più interattiva. Telefono, televisione e computer sono destinati ad integrarsi e a convergere sulla medesima piattaforma tecnologica, ampliando in tal modo la gamma dei servizi disponibili.
Merita evidenziare che le Comunità montane hanno realizzato dei siti ad hoc per favorire la diffusione dei servizi televisivi, radiofonici e di telefonia anche nelle località più remote e nell'intento di contenere la moltiplicazione degli impianti. Il disegno di legge n. 220 interviene nella materia della localizzazione delle stazioni radioelettriche e delle strutture di radiocomunicazione sul territorio regionale, oggi disciplinata dalla legge di settore 25 del 2005, nonché dalla legge urbanistica 11 del 1998, materia giuridica questa che è la sintesi di un delicato equilibrio di competenze tra lo Stato, da un lato, che fissa i principi generali in materia di comunicazioni e concede l'utilizzo delle frequenze ai diversi gestori, e la Regione, dall'altro, che ha la potestà esclusiva nel governo del proprio territorio.
I principi ispiratori dell'odierno intervento legislativo sono il riordino del quadro normativo e lo snellimento degli adempimenti burocratici, in particolare le leggi 11 e 25 sono l'oggetto degli aggiornamenti posti in essere. Nel dettaglio, gli aspetti più significativi del disegno di legge 220 sono: la norma cardine che definisce i criteri per l'installazione e la localizzazione delle strutture per le radiocomunicazioni viene traslata dalla legge 11 del 1998 (con l'abrogazione dell'articolo 32) alla legge 25 del 2005 (con l'introduzione dell'articolo 6 bis), con le seguenti novità:
- la prima, l'installazione e la modifica di stazioni radioelettriche installate all'interno di siti attrezzati o postazioni già esistenti non costituisce trasformazione edilizia e urbanistica del territorio;
- la seconda, l'eventuale attività pianificatoria avente carattere di interesse generale, elaborata dal Comune di Aosta e dalle Comunità montane, di concerto con i soggetti interessati, terrà conto dei progetti di rete già approvati e sarà prevalente sulle disposizioni dei piani regolatori generali e dei regolamenti edilizi dei Comuni interessati, i quali dovranno essere successivamente adeguati alle norme di piano. Tale principio viene esteso a tutte le modifiche degli strumenti urbanistici che si renderanno necessarie in applicazione di qualsiasi legge di settore;
- la terza, la realizzazione delle nuove postazioni sarà attuata prioritariamente, e non più in esclusiva, dal Comune di Aosta e dalle Comunità montane: si tratta di una riserva che consente anche ai privati di intervenire, previa la stipulazione di una convenzione con l'ente.
Altri aspetti significativi sono quelli che riguardano le autorizzazioni all'installazione delle stazioni e delle strutture radioelettriche che avranno durata illimitata, viene eliminato infatti il limite di sei anni, che costringeva alle procedure di rinnovo gli operatori e gli uffici del Comune di Aosta e delle Comunità montane Evançon e Grand Combin. Inoltre, l'autorizzazione per l'installazione o la modifica di stazioni radioelettriche all'interno di siti attrezzati o postazioni esistenti viene completamente snellita, evitando l'ulteriore produzione e la conseguente verifica di una copiosa documentazione tecnica, già in possesso degli organi competenti, restando la sola subordinazione al parere favorevole dell'ARPA per il rispetto dei limiti di esposizione elettromagnetica, delle misure di cautela e degli obiettivi di qualità stabiliti dalla normativa statale vigente. Si abbandona poi l'ipotesi prevista nella legge 25 del 2005 di formulare da parte della Regione uno schema-tipo per le convenzioni tra proprietari dei siti e operatori del settore per evitare di interferire nella sfera contrattuale privata, la cui autonomia è ampiamente garantita dal nostro ordinamento giuridico. Ancora: ai fini dell'aggiornamento del catasto delle postazioni, i gestori continuano a comunicare le informazioni necessarie al censimento da parte degli organi a ciò preposti (la Regione, l'ARPA, il Comune di Aosta e le Comunità montane), senza però l'obbligo temporale inizialmente previsto dalla legge 25, cioè i tre mesi. Ancora: a livello urbanistico le varianti in corso d'opera vengono inserite tra i titoli abilitativi esclusi dal pagamento degli oneri e per esse è prevista la semplice comunicazione, anziché la SCIA. Il testo novellato stabilisce inoltre che il regolamento edilizio comunale contempli anche le caratteristiche del prodotto edilizio nell'ambito delle proprie disposizioni. Inoltre, viene recepito attraverso due emendamenti tecnici il regime autorizzatorio semplificato previsto dalla normativa nazionale, ovvero dalle leggi 111 del 2011 e 221 del 2012, per gli impianti di debole potenza e di ridotte dimensioni considerando tali i ponti-radio con potenza fino a 10 Watt.
Viene infine abrogato il quinto comma dell'articolo 12 della legge regionale 23 del 2012 relativo al collaudo statico e in particolare al certificato di rispondenza dell'opera alle norme tecniche di costruzione antisismica. Questa abrogazione consegue alla decisione della Regione di non costituirsi in giudizio innanzi alla Corte costituzionale in seguito all'impugnazione della disposizione citata da parte del Governo per profili di contrasto con l'articolo 117, terzo comma, della Costituzione e con il decreto del Presidente della Repubblica 380/2001.
Il disegno di legge 220 è stato apprezzato da tutti gli operatori del settore, che hanno condiviso l'esigenza di semplificare il procedimento autorizzativo e di sgravare gli enti e i gestori da oneri amministrativi non più indispensabili. Da essi giunge anche la richiesta di istituire un tavolo tecnico Regione-operatori per un confronto costante sull'applicazione e sull'aggiornamento della normativa di settore, nell'ottica di coniugare gli obiettivi di sviluppo e di ammodernamento con quelli di salvaguardia del territorio. Vi ringrazio per l'attenzione nell'ascoltare questa relazione che è stata redatta congiuntamente al collega Lattanzi.
Presidente - Scusate il problema tecnico. Riprendiamo i lavori. Siamo in discussione generale. Ha chiesto la parola la Consigliera Carmela Fontana, ne ha la facoltà.
Fontana (PD) - Grazie Presidente.
Il disegno di legge regionale 220 introduce delle modifiche di tipo essenzialmente tecnico ad alcune leggi vigenti in materia di urbanistica, di stazioni radioelettriche e strutture di radiotelecomunicazioni e di zone sismiche. Alcune di queste modifiche si rendono necessarie al fine di chiarire dei problemi applicativi, mentre altre sono opportune per un corretto coordinamento interno dei testi di legge in conseguenza delle modifiche subite. È confermato che le strutture per le radiotelecomunicazioni devono essere localizzate in maniera tale da non incidere negativamente sull'incolumità fisica e sulla salute delle persone, né su siti, beni e aree di interesse naturalistico-paesaggistico, storico o archeologico, o su aree naturali protette. È prevista inoltre la facoltà di predisporre piani di interesse generale al fine di razionalizzare la presenza e la proliferazione delle strutture per radiotelecomunicazioni, la loro riorganizzazione e l'eventuale smantellamento in un determinato ambito territoriale. Altre modifiche sono finalizzate a semplificare il procedimento di autorizzazione previsto dalla legge e a sgravare gli enti e i gestori da obblighi amministrativi non più coerenti con le esigenze attuali di semplificazione.
Un'ultima modifica introdotta in commissione prevede l'abrogazione di una disposizione della legge regionale sulle zone sismiche, al fine di venire incontro alle osservazioni del Governo in materia di evitare così un giudizio di incostituzionalità sulla legge stessa. Siamo dell'avviso che le modifiche apportate tengono conto della necessità di garantire il controllo del settore e la salvaguardia dell'ambiente, anche in risposta alla maggiore sensibilità della popolazione riguardo ai problemi creati dalle nuove tecnologie relative alle radiotelecomunicazioni. Per tali motivi il Partito Democratico annuncia il suo voto favorevole al disegno di legge in esame, in considerazione anche del fatto che le Commissioni consiliari II e III hanno dimostrato attenzione alle richieste, in particolare a quelle pervenute dal CPEL volte ad un miglioramento del testo, accogliendo numerosi emendamenti e pervenendo alla stesura di un testo di commissione. Grazie.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (ALPE) - Sì, grazie Presidente.
Abbiamo seguito attentamente col collega Cerise nelle Commissioni II e III questo disegno di legge, abbiamo chiesto oltretutto dei documenti aggiuntivi proprio per avere lo stato dell'arte sia pubblico che privato in Valle d'Aosta per quanto riguarda le varie installazioni. Riteniamo valide queste modifiche, riteniamo valide le modifiche emendate in commissione soprattutto che vanno a chiarire nel dettaglio delle specifiche...diciamo in una zona che era rimasta ancora nella zona grigia.
Quattro considerazioni per focalizzare, a nostro avviso, i punti di forza già citati anche dal relatore collega Tibaldi: la prima innanzitutto quella di mettere nero su bianco una vera semplificazione, io penso che sia la sintesi di questo disegno di legge; la seconda invece dal punto di vista autorizzativo quella di eliminare il limite dei sei anni, che costringeva comunque a rinnovare procedure, costi, operatori del settore nei vari uffici comunali, Comunità montane e Amministrazione regionale; terza, non di secondo piano, il fatto di modificare...di installare all'interno dei siti attrezzati o postazioni già esistenti, che non costituisce più la trasformazione edilizia, io penso che questo sia l'altro punto forte e poi quarta, sempre importante dal punto di vista urbanistico, quella delle varianti in corso d'opera che vengono inserite tra i titoli abilitativi esclusi dal pagamento degli oneri.
Penso che queste quattro modifiche siano modifiche a nostro avviso, più importanti, vanno nella direzione da noi auspicata, però partendo da un principio importante: dovevamo comunque fare il punto della situazione e avere tutti i dettagli sul tavolo per poter legiferare, modificare e a quel punto semplificare. Voteremo quindi questo disegno di legge in aula. Grazie.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Caveri, ne ha facoltà.
Caveri (UVP) - Poche e brevi considerazioni per concordare sulla validità di questa modifica che ci viene proposta a fronte di una legislazione particolarmente complessa dal punto di vista delle procedure, dal punto di vista delle autorizzazioni. È chiaro che in controluce il tema che affrontiamo oggi è un tema mica da ridere, perché, in realtà, l'evoluzione delle nuove tecnologie negli anni a venire ci obbligherà non solo ad un approccio tecnologico e urbanistico rispetto alle nuove tecnologie, ma anche a delle scelte. Nei giorni scorsi abbiamo sentito di questa decisione del Governo regionale di puntare moltissimo sulle fibre ottiche, non si capisce bene come questo sia sposabile con gli accordi che sono stati fatti col 4G e col 5G con alcune aziende di telefonia, le due cose attualmente sono...come dire? due realtà concorrenziali, che cosa correrà poi sulla fibra ottica anche questo resta un mistero. Cosa si farà dell'ultimo miglio? Qualcuno potrebbe dire: "ma cosa c'entra questo con i sistemi di cui parliamo quest'oggi?", perché tutto tende a modificarsi nel tempo e noi dobbiamo dotarci nel settore delle nuove tecnologie non solo...come dire? di una normativa che in qualche maniera si leghi a problemi di tipo urbanistico, ma proprio delle scelte tecnologiche che diventeranno assolutamente fondamentali, perché il digital divide, il divario culturale o, come si dice in francese, è più bella la definizione, perché fracture...cioè quella specie di faglia che può percorrere la società valdostana sia per una mancanza della tecnologia, ma anche per una mancanza di alfabetizzazione alle nuove tecnologie e anche una mancanza di contenuti che in qualche maniera rendano facile l'accesso a queste nuove tecnologie. Quando eravamo ragazzi, lo dico al relatore, le tecnologie erano tutte separate, la radio era la radio, in questi giorni viene spento l'onde medie di Gerdaz, è la fine di una tecnologia, che era la tecnologia con cui tutti siamo cresciuti, la televisione era la televisione, internet ovviamente non c'era, c'era ancora la posta, la posta cartacea. Oggi...tutto si riunirà in poche precise tecnologie e quindi gli aspetti infrastrutturali devono essere conseguenti ad una visione generale sui cambiamenti tecnologici, che devono incidere in profondità su una realtà piccola come la Valle d'Aosta.
Mi spiace che in questo momento non ci sia il Senatore Lanièce, perché effettivamente questa è una questione molto importante anche nei rapporti con il Governo a Roma. La Valle d'Aosta si prefigura da sempre come un'area test, dove si potrebbero fare delle sperimentazioni importanti e significative e questa legge di semplificazione è in qualche maniera conseguente ad una consapevolezza, cioè che non si può pensare che in settori come questi si mettano dei lacci e lacciuoli che rendano agli operatori difficile la vita.
Presidente - Grazie.
Siamo sempre in discussione generale. C'è qualche altro collega che intende prendere la parola? Intanto ricordo che il disegno di legge ha avuto parere favorevole a maggioranza sul nuovo testo elaborato dalle Commissioni II e III, parere favorevole a maggioranza. Non vi sono altri colleghi che intendono prendere la parola? Se non vi sono altri colleghi, dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto la parola l'Assessore Zublena, ne ha la facoltà.
Zublena (UV) - Grazie Presidente.
Volevo innanzitutto ringraziare i relatori perché nella loro relazione, in modo molto sintetico ma chiarissimo, hanno rilevato gli aspetti caratterizzanti più importanti di questa modifica; modifica che evidentemente si è rilevata opportuna per quanto evidenziato da tutti coloro che sono intervenuti, cioè una difficoltà nell'affrontare le procedure autorizzative, pesanti, complesse, molto molto onerose. Modifiche che oggi si rendono possibili a seguito di anni di applicazione in cui è maturata la conoscenza e si è acquisita una padronanza nel settore delle telecomunicazioni. Questo, infatti, è testimoniato anche, come ha sottolineato il collega Chatrian, dall'aver potuto avere a disposizione tutta una serie di documentazioni che illustrano il quadro complessivo del settore. Naturalmente le modifiche si rendono oggi possibili perché, grazie a questa conoscenza, non pregiudicano assolutamente quegli obiettivi che ha voluto sottolineare la collega Fontana, che ringrazio, cioè di tutela della salute, di attenzione alla compatibilità ambientale-paesaggistica, in modo che ci sia un ordinato sviluppo di tutte le infrastrutture.
La prima legge, appunto, del 2000, quindi 13 anni di applicazione, aveva già avuto nel 2005 una prima modifica, una disciplina di un settore che è in fortissima evoluzione, il collega Caveri ha voluto sottolineare come sia giusto porre attenzione ad un'innovazione tecnologica che va seguita passo passo, in modo da poter adeguare via via la disciplina. Recentemente poi è entrato appunto in funzione il digitale terrestre di cui siamo stati prima zona di efficace, tra l'altro, sperimentazione; questo ha comportato un riassetto complessivo delle telecomunicazioni. Le modifiche apportate che avete già illustrato hanno voluto anche tenere conto poi di osservazioni pervenute dagli enti locali, che ci sono state formalizzate dal CPEL e condividiamo che il settore, proprio per le ragioni espresse, debba essere opportunamente e continuamente monitorato con quegli stessi strumenti così efficaci che sono già funzionanti, ma anche attraverso dei tavoli di concertazione e di confronto con tutti i soggetti coinvolti, con gli operatori, in modo da poter aggiornare adeguatamente la norma, la disciplina, proprio per tener conto delle future evoluzioni e di tutte le istanze, ma tenendo fermi quelli che sono i pilastri cardine della norma, cioè tutela dell'ambiente, tutela della salute e compatibilità con il paesaggio. Ringrazio quindi per il lavoro molto efficace delle due commissioni e ringrazio soprattutto i gruppi che intendono approvare la norma. Grazie.
Presidente - Grazie. Se non ci sono altri interventi, passiamo all'esame dell'elaborato: il nuovo testo predisposto dalle Commissioni consiliari permanenti II e III.
Articolo 1. C'è qualcuno che intende prendere la parola? Mettiamo in votazione l'articolo 1. Siete invitati a votare. Dichiaro aperta la votazione. Tutti quanti avete votato? Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti: 34
Votanti: 34
Favorevoli: 34
Il Consiglio approva.
Articolo 2: stesso risultato. Articolo 3: stesso risultato. Articolo 4: stesso risultato. Articolo 5: stesso risultato. Articolo 6: stesso risultato. Articolo 7: stesso risultato. Articolo 8: stesso risultato. Articolo 9: stesso risultato. Articolo 10: stesso risultato. Articolo 11: stesso risultato. Articolo 12: stesso risultato. Articolo 13: stesso risultato. Articolo 14: stesso risultato. Articolo 15: stesso risultato. Articolo 16: stesso risultato. Articolo 17: stesso risultato. Articolo 18: stesso risultato.
Metto in votazione il disegno di legge nel suo complesso, siete invitati a votare. Dichiaro aperta la votazione. No, non c'è nessun emendamento...il testo...io non ho nessun emendamento qua...
(interruzione di alcuni consiglieri, fuori microfono)
...mi spiace non c'è nessun emendamento qua, quindi metto in votazione il disegno di legge nel suo complesso. Siete invitati a votare. Dichiaro aperta la votazione. Tutti quanti avete votato? Dichiaro chiusa la votazione.
Presenti: 33
Votanti: 33
Favorevoli: 33
Il Consiglio approva.
Punto 17.1 all'ordine del giorno.