Oggetto del Consiglio n. 2857 del 6 marzo 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 2857/XIII - Interpellanza: "Definizione del piano regionale della sicurezza stradale".
Président - La parole au collègue Rigo.
Rigo (PD) - Grazie Presidente.
Il traffico, la sicurezza e i trasporti sono un po' come il tempo, quello atmosferico. Se ne parla sempre non solo perché è un problema che riguarda tutti, proprio tutti, perché mai risolto, per cui tutti al bar, in salotto, facendo la fila o aspettando il treno si cimentano nel trovare la soluzione. Un argomento di conversazione, alcune volte accesa, che invecchia ma rimane sempre attuale. Così come i progetti, i piani, idee, strade, parcheggi: pensiamo solo a quello pluripiano dell'area Cogne F8, il primo accordo è del 1997, 15 anni fa. Invecchiano nello stesso momento in cui vengono pensati per una ragione banale e apparentemente ineluttabile: i tempi dell'Amministrazione non coincidono con i tempi della società che cambia in continuazione e in modo molto veloce. Di certo, per una vera pianificazione della mobilità e della sua sicurezza, sarà necessario un profondo mutamento culturale collettivo, ma, affinché almeno si avvii è indispensabile che la politica voglia e sappia fare delle scelte. E, a proposito di scelte, con l'interpellanza vogliamo conoscere i motivi per i quali la Regione non si è ancora dotata del piano regionale della sicurezza stradale.
Il piano - lo ricordo a chi ci ascolta - costituisce lo strumento attraverso il quale la Regione intende mettere a sistema tutte le azioni che formano la politica della sicurezza stradale e che devono vedere impegnati gli enti locali e tutti i soggetti, a partire dalla scuola, che, a vario titolo, intervengono nell'ambito regionale. Un quadro sistematico delle azioni e una proiezione delle stesse sul medio e lungo periodo sono infatti requisiti indispensabili per garantire l'efficienza necessaria al conseguimento degli ambiziosi traguardi fissati dall'Unione europea. Il processo di formazione del piano regionale della sicurezza stradale è stato avviato dal Consiglio regionale con l'approvazione, il 24 febbraio 2010, della legge regionale 2 marzo 2010, n. 7: "Disposizioni in materia di motorizzazione civile, di sicurezza stradale e di mobilità" e, in particolare, dell'articolo 3, che recita: "Il piano regionale della sicurezza stradale è approvato dal Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale, d'intesa con il Consiglio permanente degli enti locali...". Ma, subito dopo l'avvio, il percorso si è fatto accidentato, tant'è vero che le risposte dell'Assessore Marguerettaz alle nostre domande di informazione sono state di volta in volta sempre dilazionatorie, spostando di sei mesi in sei mesi la data di presentazione del piano. Devo riconoscere però che l'Assessore lo ha sempre fatto con naturalezza; come se il continuo spostare in avanti i tempi prospettati la volta precedente fosse una normale formalità di cui lui non era responsabile, ma solo portavoce.
Prima di scrivere l'interpellanza e leggendo i resoconti consiliari ho voluto riprendere in mano la legge regionale perché, ad un certo punto, ho pensato: vai a vedere che i tempi per la presentazione del piano sono dettati dalla legge stessa? Tre anni? Il riferimento temporale che ricordavo è però riferito alla durata del piano stesso. Cioè ogni tre anni il Consiglio regionale è chiamato ad approvare un nuovo documento che può essere aggiornato annualmente dalla Giunta regionale, previa illustrazione alla commissione consiliare. Bene, marzo 2010-marzo 2013 la Giunta regionale non è riuscita ancora a presentare il piano, figuriamoci i tempi necessari per realizzarlo! Perché questi tempi? Perché per la politica o, meglio, per il Governo regionale la questione della mobilità, della sua sicurezza non era un tema rilevante e quindi non era una scadenza da mettere in agenda? Ed invece le politiche regionali per la sicurezza stradale, la rilevanza degli obiettivi e la complessità del tema, suggerisce di andare oltre la definizione di pur prioritari interventi puntuali - per intenderci quelli inseriti nella deliberazione della Giunta regionale richiamata nelle premesse all'interpellanza - avviando invece un'attività di progettazione, programmazione su grandi temi che sono trasversali alle politiche territoriali: penso ai trasporti, alla mobilità e alla logistica, alle infrastrutture, alla sanità e alla scuola, al commercio e all'ambiente.
Non è dovuto al caso se oggi la Provincia di Bolzano, il suo capoluogo in particolare, un po' più grosso della nostra plaine, è una delle città europee più virtuose nel modo di muoversi: è il risultato di innumerevoli studi, dibattiti, progetti, che hanno preceduto l'attuazione delle misure via via adottate. A Bolzano, dati 2010, il 29,5% si muove a piedi, il 29% in bicicletta, il 27,2% in auto. Un ottimo risultato, perché nel 1993 ancora il 40% si muoveva in macchina e solo il 15% in bicicletta. Bolzano, non nella pianura padana! Bolzano nel gennaio 2010 ha approvato il piano della sicurezza stradale contestualmente, udite, al piano della mobilità 2020, all'interno del quale è allegato il piano della mobilità ciclistica. Le linee guida volte ad aumentare la mobilità ciclabile indicano l'obiettivo di elevare la percentuale degli spostamenti in sicurezza, in bicicletta, ad una media annua del 34,4%. Ciò significa prevedere che quasi 1/3 degli spostamenti degli abitanti verrebbe effettuato in bici, quindi all'incirca 120 mila spostamenti giornalieri rispetto ai 59 mila del 2002: dati ricavati da internet, dal sito ufficiale della Provincia di Bolzano. E Bolzano, lo sapete bene, la sua geografia fisica, il clima alpino non sono certo elementi facilitanti, eppure il cartello alle porte della città recita: "Benvenuti a Bolzano città della bicicletta".
Se il piano è quindi lo strumento per mettere a sistema tutte le azioni che governano le politiche della sicurezza stradale non capisco la ratio con cui è stata approvata la deliberazione della Giunta regionale n. 532 del 16 marzo 2012. Cosa vuol dire "Individuazione degli interventi da inserire nel piano regionale della sicurezza stradale ai sensi delle leggi regionali 54/1998 e 7/2010"? Il piano deve essere approvato dal Consiglio regionale punto e basta! Non può la Giunta approvare interventi specifici in assenza del piano anche se i progetti tengono conto dei parametri indicati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Non può un documento della Giunta regionale indicare regole e caratteristiche del piano regionale della sicurezza stradale se queste non sono fatte proprie dal Consiglio regionale.
In conclusione vorrei sapere dall'Assessore Marguerettaz le ragioni per le quali non è stata ancora assegnata alla commissione consiliare competente la proposta del piano regionale della sicurezza stradale e con quale competenza la Giunta regionale ha approvato la deliberazione relativa all'individuazione degli interventi da inserire nel piano.
Président - La parole à l'Assesseur Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Grazie Presidente.
Potremmo disquisire, sicuramente ci sono tante cose che lei ha detto che sono condivisibili, ora mi permetto di dire che Bolzano non è Aosta, ma non tanto come efficienza, ma proprio come territorio, non è esattamente così, nel senso che Bolzano è una città che ha totalmente delle caratteristiche diverse...
(interruzione di un consigliere, fuori microfono)
...il tessuto è totalmente diverso e la mobilità interna è totalmente diversa, ma come è diversa quella di Trento. Ora, al di là dell'aspetto filosofico, tutti i piani e tutte le programmazioni ovviamente sono finalizzati realizzare degli interventi. Ora, quella delibera è una delibera dove alla fine erano state individuate, previa una concertazione con tutti gli enti locali, i seguenti interventi che lei avrà avuto modo di vedere: uno è specifico, perché riguarda la sicurezza stradale, ne abbiamo parlato tante volte, ne ha parlato il collega Viérin, ne ha parlato la sua collega Fontana, cioè la passerella sulla statale 26 nella zona dell'Università, Cinelandia e relativo parcheggio. È vero che noi andiamo ad inserirci in una situazione di revisione complessiva, quella della statale di competenza dell'ANAS, ma nel frattempo dicevamo di fare almeno quella, perché partiamo da Aosta, arriviamo a Quart, non c'è un punto di attraversamento su tutta la statale. Quindi se l'obiettivo era fare delle cose concrete per la sicurezza stradale, al di là di aspetti sicuramente nobili di interesse generale, quello era ed è stato condiviso dal CELVA; la pista ciclabile a cui lei tiene molto nell'area Montfleury, Pont-Suaz, lungo il fiume Dora, nel senso il collegamento...e il raccordo della pista ciclabile e il sottopasso stradale della statale 26 a Sarre in località Les Iles, La Remise e Arensod.
Ricordiamo che questo piano è un piano che ci serve per avere dei finanziamenti statali, quindi, al di là dell'aspetto di programmazione, è un aspetto concreto ed ecco perché - arriviamo al nocciolo - non siamo ancora andati avanti: perché dopo quel passaggio, quella delibera abbiamo avuto diverse interlocuzioni telefoniche, via mail, per iscritto con il MIT, ma la situazione generale dei vari ministeri non ci dava delle risposte, anche perché volevamo approvare un piano che poi non ci desse dei problemi per avere i finanziamenti. Solo in ultimo, solo dopo sollecitazioni telefoniche, è stato concordato di fare a meno della valutazione richiesta e di procedere quindi alla presentazione del piano. Abbiamo avuto l'okay, quindi, ecco che noi a questo punto siamo nella condizione di poter predisporre, cioè di poter presentare quello che è il lavoro fatto fino ad oggi, che lei peraltro conosce e possiamo portarlo nella commissione consiliare competente affinché ci siano tutte le valutazioni generali.
Torno a dire che l'obiettivo finale è quello di ottenere dei finanziamenti per poter fare e poter realizzare le opere, perché tutto il resto è un argomento che ci trova assolutamente tutti allineati, cioè chi di noi è favorevole al traffico? Chi di noi è favorevole all'insicurezza? Siamo tutti d'accordo, il problema è riuscire poi a trovare delle risorse per riuscire a fare delle cose concrete.
Président - Pour la réplique, la parole au collègue Rigo.
Rigo (PD) - Assessore, io sono d'accordo con lei che possiamo disquisire su tante cose, a me invece piacerebbe discutere, confrontarmi su temi particolarmente delicati qual è quello della mobilità. Io credo che il piano debba comprendere anche opere, debba comprendere finanziamenti, ma il piano, lo dice la parola stessa, vuol dire anche pianificazione, programmazione degli interventi sulla base di un'idea, che abbiamo, che dobbiamo esplicitare come Consiglio regionale su questa tematica. Io ho detto, nel mio intervento, che non discuto gli interventi, li ho chiamati puntuali, concreti, corretti, ma è un'altra cosa: io parlavo di competenza e non di scelta dei progetti; comunque prendo atto della risposta dell'Assessore Marguerettaz, delle informazioni date, lo ringrazio delle precisazioni che ha voluto fornire a me e al Consiglio.
Devo dire, come da Regolamento, che non mi ritengo per niente soddisfatto della risposta, ma avremo modo di riprendere a breve, a brevissimo il tema oggetto di questa interpellanza.
Président - Point 9 à l'ordre du jour.