Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2856 del 6 marzo 2013 - Resoconto

OGGETTO N. 2856/XIII -Interpellanza: "Valutazioni in merito all'impugnativa governativa della legge regionale 34/2012 riguardante la professione di maestri di sci".

Président - La parole au collègue Caveri.

Caveri (UVP) - Questo è un tema che è stato evocato questa mattina anche dalla Presidente Rini, che ha ricordato come ci sia stata questa impugnativa da parte del Governo, che è l'ennesima impugnativa ed è la dimostrazione di una sorta di cimitero delle leggi regionali, che è stato caratterizzante del "Governo Monti". Ad ogni Consiglio dei ministri si può dire che non ci sia stata occasione, in particolare per le autonomie speciali, di una serie di impugnative che lasciano francamente perplessi nel merito e anche per il venir meno, direi, di un metodo collaborativo che in passato con qualunque Governo ha più o meno funzionato, cioè il fatto che, se ci fossero state delle obiezioni, in qualche maniera si trovavano degli aggiustamenti.

Questa materia è una materia importante, perché la figura del maestro di sci, così come la figura della guida alpina, assume un valore esemplare nel nostro ordinamento, perché è una delle poche professioni...se non le sole professioni che vengono citate all'articolo 2 dello Statuto speciale del 1948. Questo perché, evidentemente, i padri fondatori dell'autonomia, nella discussione che ci fu nella Costituente sul testo statutario ritennero giustamente che negli spazi legislativi che la Valle d'Aosta avrebbe avuto questo delle professioni della montagna sarebbe stato un argomento da trattare in maniera originale; che poi la concretizzazione di questo assunto del nostro Statuto sia stato irto di difficoltà lo dimostra il fatto che una delle prime leggi regionali varate da questo Consiglio Valle venne impugnata dallo Stato, proprio perché si riteneva già allora che la materia delle professioni in qualche maniera fosse qualche cosa di legato ad un quadro statale. In effetti, poi negli anni successivi la figura del maestro di sci è stata regolamentata, vorrei cogliere l'occasione qui per ricordare la prima legge quadro sui maestri di sci del 1989, che seguii personalmente con un rimpianto Umberto Parini, che, oltre ad essere un medico, un eccellente chirurgo, cui abbiamo dedicato l'ospedale di Aosta, era anche il delegato della FISI per la figura del maestro di sci, e all'epoca, pensate come le cose nel tempo evolvano e cambino, nel 1989 il problema era che alcune Regioni italiane consentivano di poter accedere alla professione di maestro di sci addirittura senza prove sulla neve, cioè c'erano delle specie di corsi professionalizzanti e poi, naturalmente, questi maestri di sci avevano la possibilità di esercitare il loro lavoro dovunque sul territorio nazionale. Quella legge quadro, che salvaguardò le autonomie speciali, ovviamente non poteva all'epoca tenere conto di un fenomeno che si sarebbe diffuso poi successivamente nel tempo e che è il fenomeno preclaro dei maestri di sci comunitari, oggi possiamo dire anche extracomunitari, vista la vicenda esplosa in Valle d'Aosta con i maestri di sci che vanno...che diventano maestri di sci albanesi e poi chiedono il riconoscimento in Italia.

Ora che cosa preoccupa di questa impugnativa? Preoccupa proprio il riferimento che viene citato nel testo dell'impugnativa, laddove si dice: "si evince che la professione di maestro di sci, ancorché temporanea, può essere esercitata da parte dei professionisti provenienti da Stati membri dell'Unione europea diversi dall'Italia, con propri clienti, solamente previo accertamento da parte della struttura regionale competente dell'idonea formazione professionale, anche sulla base dell'esperienza professionale maturata...". Insomma, si dice che questa previsione è sproporzionata, che eccede le competenze statutarie e devo dire che è abbastanza curiosa, perché, in realtà, qui sembra che si metta in discussione non tanto questi accertamenti, quanto il fatto che a svolgere gli accertamenti sia l'ufficio regionale e non l'ufficio statale, il che francamente è ridicolo dal punto di vista giuridico e lo è perché - e con questo concludo - in effetti attorno alla professione del maestro di sci e, in parallelo, sulla figura della guida alpina si è fatto tutto un lavoro rispetto alle direttive europee in materia di riconoscimento della formazione professionale. Evito di citare i numeri, si parte da una vecchia direttiva del 1989, ce n'è una poi del 1992, che è stata molto importante, poi ce n'è una del 2000, una del 2002. Qual è la sostanza di queste direttive? Che è stato consentito ai maestri di sci di fare a livello europeo degli accordi interprofessionali, cioè le associazioni riconosciute dei maestri di sci dei principali Paesi europei si sono messe intorno ad un tavolo con la Commissione europea e hanno stilato una serie di comportamenti che consentissero...tenendo conto anche degli aspetti della sicurezza della figura del maestro di sci...che appunto ci fosse da tenere conto, proprio anche per questioni di sicurezza e di conoscenza del territorio, che lo standard dovesse essere, come nel caso dei maestri di sci valdostani, uno standard elevato. Questo principio è passato e oggi non si capisce - e immagino che non lo capisca neanche la Giunta - come mai ci sia questa volontà così centralistica da parte dello Stato e la seconda questione posta è se ad un certo punto non convenga che anche attraverso le associazioni di categoria...so che è una battaglia molto molto accesa, si sta svolgendo in questo periodo anche presso i nostri "cugini" del Sud-Tirolo, che sono anch'essi preoccupati da "un'invasione", tra virgolette, di maestri di sci che non siano di qualità, di provenienza comunitaria...come dicevo, non solo...appunto chiedevo qual è la valutazione della Giunta sull'impugnativa e quali sono eventualmente anche a Bruxelles le azioni che si possono intraprendere.

Président - Merci. La parole au Président Rollandin.

Rollandin (UV) - En ce qui concerne la première question, nous considérons que ce recours introduit par le Gouvernement italien, sur indication de l'Autorité garante de la concurrence et du marché, ne soit pas fondé. Je crois que - évidemment, on n'entre pas dans le mérite de toutes les considérations sur les moniteurs de ski, qu'on partage - l'attention de la part de l'Assessorat compétent...ici je réponds plus du point de vue juridique...eh, évidemment, ce n'est pas en partageant ce qui a été dit sur le bien-fondé de nos décisions... En effet, le dit recours se borne à affirmer de façon générique que la loi régionale en question est illégitime, sans toutefois prendre en considération ni le caractère particulier de la profession en question, ni la législation de référence tant européenne qu'italienne que la loi régionale respecte pleinement.

Pour ce qui est de la législation italienne, en effet, la vérification préalable des compétences des moniteurs de ski et de snowboard est établie par le décret du Président du Conseil des ministres n° 237 du 8 novembre 2011 selon les modalités parfaitement analogues à celles que prévoit la législation valdôtaine. Il faut également souligner que la profession de moniteur de ski relève sans aucun doute des activités professionnelles ayant des retombées en matière de sécurité et de santé publique, comme déjà reconnu d'ailleurs par la Cour constitutionnelle relativement à la règlementation régionale dans son avis n° 428/2008, où la Cour relève que la dite activité est - je cite - "comunque caratterizzata da profili di pericolosità che ne impongono una regolamentazione in grado di garantire l'incolumità degli allievi e di quanti frequentano le piste di sci". Il se trouve qu'à propos de ce type d'activité professionnelle, le décret législatif n° 206 de 2007, qui transpose dans la législation italienne la directive 2005 de l'Union européenne, relative à la reconnaissance des requalifications professionnelles, prévoit expressément que le dit professionnel doit se soumettre à une vérification préalable s'il s'établit en Italie ou simplement y exercer une profession à titre temporaire. Cette vérification vise à établir si la formation de l'intéressé ne présente pas des carences substantielles susceptibles d'affecter la sécurité et la santé, comme je venais de rappeler, de ses clients. La règlementation tant communautaire que nationale autorise dans ce cas l'application de mesures compensatoires. L'on constate donc que la législation européenne et italienne prévoit, et légitimement, donc cette même vérification préalable, que le Gouvernement italien conteste aujourd'hui à la législation régionale et ce précisément en raison du fait que la profession de moniteur de ski a des implications sensibles au niveau de la profession, de la sécurité et de la santé des usagers et c'est là un élément prééminent qui justifie l'instauration de cette procédure de vérification. Voilà pourquoi nous considérons que la loi régionale n° 34/2012 est parfaitement fondée du point de vue tant de la compétence exclusive de la Région, comme le reconnaît d'ailleurs le recours introduit par le Gouvernement, que le respect des principes de l'ordre juridique de la loi qu'on a cités et soit des règlements internationaux. Je crois donc qu'avec ces présupposés c'est tout à fait normal qu'il y ait le recours de notre part.

Pour ce qui est du point 2: "quali azioni si intendano svolgere a Bruxelles...", je crois qu'évidemment on est en accord avec...par l'Assessorat on suit les évolutions avec les associations des moniteurs de ski, et cetera, mais pour l'instant j'estime que plus qu'à Bruxelles c'est intéressant et fondamental d'intervenir au niveau national, après évidemment il y aura une sensibilisation aussi dans ce sens. Je crois que là on est en train de prévoir que justement il y ait la possibilité de faire apprécier le bien-fondé de ce que nous soutenons et donc toute l'activité qui est menée pour défendre, comme le collègue disait, la profession de moniteur de ski, surtout pour l'impact qui a du point de vue de ceux qui...de son travail et de la sûreté des associés. Je crois que dans ce sens donc on fera recours et on partage le fait qu'il y ait cette intervention aux différents niveaux pour sensibiliser la législation ou, mieux, le législateur ou le Gouvernement soit italien qu'au niveau de Bruxelles. Merci.

Président - Merci. Pour la réplique, la parole au collègue Caveri.

Caveri (UVP) - Oui, merci Président.

En effet je suis satisfait par la réponse, il me paraît que les raisons que vous avez fondé...les raisons surtout juridiques nous confirment que c'est une question assez délicate pour le futur de la profession de moniteur de ski. Ce qui est vraiment très cassant c'est d'un côté le fait qu'à Rome il paraît qu'il n'y a eu aucun contact entre la Présidence du Conseil des ministres, qui devait décider sur la question législative, et les bureaux qui s'en occupent, dans le sens qu'évidemment les bureaux qui s'occupent des moniteurs de ski au niveau national savent parfaitement qu'on regarde les documents de la même façon, chez nous, donc il y a vraiment une tentative de centralisation que n'a pas de sens. Les bureaux au niveau de la Vallée d'Aoste, le bureau régional qui s'en occupe est parfaitement à même de suivre le dossier avec la même logique que les dossiers qui sont suivis à Rome et c'est peut-être une des premières fois qu'on voit que les bureaux à Rome ne se parlent pas entre eux. Il aurait été peut-être suffisant un coup de fil au bureau qui s'en occupe à Rome pour comprendre que les procédés sont exactement les mêmes en suivant en partie les règles qui nous viennent de Bruxelles.

Pour ce qui est de Bruxelles, je partage, il faudra d'un côté résister au niveau de la Cour constitutionnelle et, de l'autre côté, il faudra affirmer de plus en plus, avec l'aide des associations professionnelles, le fait que ce qui est fort dans la directive européenne, là où on parle de sécurité et de santé...et je dois dire, sans prendre trop de mérite, qu'évidemment moi j'ai suivi le dossier quand j'étais Parlementaire européen, parce que la question était grave déjà chez nous, mais, par exemple, côté français on était déjà dans une situation très grave, parce qu'il suffit de penser qu'à l'époque les groupes qui venaient des Pays du centre et de l'est de l'Europe étaient déjà accompagnés par leurs moniteurs de ski, les anglais c'est un problème que l'Assesseur Marguerettaz doit de temps en temps résoudre, il y a les groupes de l'INTERSKI qui viennent avec leurs moniteurs. On a fixé toute une série de règles qu'il faut faire respecter, parce que sinon vous comprenez que, si sur la profession de moniteur de ski va devenir l'enchère, cela signifie qu'un jour ou l'autre arriveront, je ne sais pas d'où, les moniteurs de ski sans aucune connaissance des règles en matière et je pense que de ce point de vue...évidemment je n'ai pas évoqué ici la question de l'Albanie, est une question vraiment remarquable...

J'ai vu que les juges administratifs à Rome ont posé de nouveau des questions sur la décision qui a été prise par nos bureaux, je pense que de plus en plus il faut éviter cet espèce de tourisme pour prendre une profession qu'on arrive pas à prendre ici, parce que c'est vraiment du paradoxe! Je remercie donc le Président pour sa réponse, je pense que c'est un dossier à suivre avec beaucoup d'attention, parce qu'au fond...comme a été dit plusieurs fois lors des rencontres sur le tourisme, le moniteur de ski c'est une carte de visite importante de notre région et il serait paradoxal d'avoir des gens qui ne connaissent absolument rien et ne sont pas à même, malheureusement, de faire comprendre non seulement la logique de la région, mais même les bases du ski. Merci beaucoup.

Président - Merci. Point 8 à l'ordre du jour.