Oggetto del Consiglio n. 2843 del 20 febbraio 2013 - Resoconto
OGGETTO N. 2843/XIII - Interpellanza: "Individuazione di iniziative finalizzate ad accogliere e ospitare gli studenti universitari, in attesa della realizzazione del campus universitario".
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario per l'illustrazione, ne ha la facoltà.
Rigo (PD) - Grazie Presidente.
Se il progetto del polo universitario di Aosta è una scelta di importanza strategica, come abbiamo detto negli ultimi Consigli regionali; se per uscire dalla crisi, uno dei modi è quello di affrontare il nesso fondamentale tra il sapere e lo sviluppo; se è vero che le emergenze, "se non affrontate immediatamente, condurranno ad una crisi irreversibile", come ha scritto il 30 gennaio scorso il CUN, che è il Consiglio Universitario Nazionale, allora forse è il momento che la questione del futuro dell'Università della Valle d'Aosta diventi una questione politica di primo piano e non più solo una delle tante problematiche in capo a funzionari, dirigenti e singoli amministratori.
Il CUN - non un gruppo di facinorosi, ma l'organo che rappresenta il mondo accademico: rettori, professori, ricercatori e studenti - afferma che l'Italia è negli ultimi posti tra i Paesi OCSE per investimenti nella conoscenza. Negli ultimi 10 anni sono crollate le immatricolazioni: 50 mila studenti in meno e in soli sei anni si è ridotto del 22 percento il numero dei professori. Il precariato dilaga e i posti di dottorato di ricerca sono stati tagliati. L'Università è una cosa che è stata creata in Italia, a Bologna per la precisione, intorno alla fine dell'XI secolo; e, a quanto pare, oggi è in Italia che comincia a morire. Al suo nascere era un'associazione di studenti che stipendiavano dei giuristi per imparare da loro cosa fosse il diritto romano. Le autorità politiche elaborarono norme speciali per attirare e ospitare gli studenti, costituitisi in corporazione. Quella che nacque così dall'intreccio fra iniziativa privata e riconoscimenti pubblici - ne abbiamo parlato la volta scorsa - divenne una forza straordinaria, un agente di crescita sociale, culturale e economica. Oggi il Paese che le ha dato origine soffre di una malattia dai molti e gravi sintomi. Nel paesaggio delle 100 università si muove una popolazione studentesca delusa e le famiglie non ce la fanno più e, soprattutto, non vedono la ragione di investire, in una direzione senza sbocchi certi, i risparmi di pensioni e salari oggi taglieggiati. Il CUN parla di bilancio disastroso che impone a tutti una domanda: che cosa si intende fare per l'università italiana? Se questa è la situazione dobbiamo, a nostra volta, domandarci con quali obiettivi, con quali linee di intervento possiamo promuovere le attività della nostra università e prepararci così al meglio quando potremo disporre del campus e dello studentato nell'area della Caserma ex Testafochi.
Anche se questa legislatura si concluderà tra poche settimane non possiamo esimerci dal disegnare le strategie di intervento dei prossimi anni. Insomma, Presidente, noi dobbiamo riuscire, da una parte, a dare fiducia, a dare speranza alle famiglie e agli studenti che la laurea conquistata in Valle d'Aosta non è solo il raggiungimento di un obiettivo, ma un'opportunità per la loro occupabilità - e in questo senso, Presidente, sarebbe utile poter disporre di strumenti di monitoraggio sulle carriere degli studenti, gli abbandoni, ma anche la loro riuscita nel mondo del lavoro - e, dall'altra, a trasmettere, alle potenziali matricole, il messaggio che l'attività e i servizi offerti dal nostro piccolo ateneo sono un valore aggiunto del diritto allo studio. L'Università della Valle d'Aosta offre infatti una dimensione ottimale per lo studente: aule, laboratori, computer, supporto dei docenti e dei servizi, tasse contenute, borse di studio. Questa situazione certo favorisce le ragazze ed i ragazzi valdostani che vogliono proseguire negli studi, ed infatti molti sono coloro che frequentano corsi di laurea anche se hanno già un lavoro. Ma il futuro polo universitario non potrà essere valorizzato se ci limitassimo al bacino potenziale della Valle d'Aosta. Ed allora bisogna incrementare il numero di studenti provenienti da fuori Valle, aumentando anche la quota dei neo-immatricolati.
Ma al di là delle attività messe in campo in questi anni nei piani dedicati proprio all'orientamento e alla promozione, la campagna acquisti insomma che fa ogni università, dobbiamo contrastare almeno tre rilevanti handicap: difficoltà nei trasporti, carenza di alloggi e scarsa - almeno quella che io conosco -, inesistente promozione del protagonismo giovanile. La tematica dei trasporti la salto a piè pari non certo perché di secondaria importanza, ma perché è un argomento, diciamo così, ampiamente dibattuto. La casa e il protagonismo giovanile sono invece due temi che, se affrontati con serietà - questo non vuol dire che il trasporto non deve essere affrontato con serietà -, con convinzione e con un po' di soldi, possono diventare, a mio modo di vedere, due atouts utili per aumentare significatamente il numero delle matricole non valdostane. Per quanto conosco la realtà urbana e quella della plaine d'Aoste sono sicuro che, con un'azione concertata tra Università, Regione, Comuni e società civile, prendendo in esame anche situazioni provvisorie, in attesa dello studentato, sia possibile reperire un sufficiente numero di alloggi o di camere, che rappresenterebbero così una positiva novità per la campagna acquisti dell'ateneo per il prossimo anno accademico. E perché non presentare ai potenziali studenti anche la possibilità di - tra virgolette - "vivere la Valle d'Aosta", incoraggiandoli a sfruttare le bellezze, le risorse e le occasioni offerte dal territorio. L'Università, grazie alla sinergia dell'intera comunità, potrebbe offrire loro agevolazioni e servizi in campo culturale, artistico, turistico e sportivo, diventando così, per i giovani di tutto il mondo, occasione di crescita culturale e sociale. Non mi invento nulla, ci sono altre significative e interessanti iniziative, ahimè molte di queste sono fuori dal nostro territorio nazionale. Iscriversi all'ateneo valdostano significherebbe così entrare - mi si passi il termine - a far parte di un piccolo college esclusivo che offre ai soci - in questo caso agli studenti - agevolazioni e servizi in campo culturale, artistico, turistico e sportivo. In questa logica forse bisognerebbe, per tempo, pensare ad una fondazione, come avviene in altre parti d'Italia, o qualcosa di simile, per la gestione degli alloggi, delle borse di studio, ma anche dei servizi collegati a cui facevo riferimento. Alloggi e servizi aggiuntivi: a mio modo di vedere, due vantaggi, certo anche due costi, ma se guardiamo al futuro dell'Università e della Valle d'Aosta, possono, a mio avviso, diventare occasioni o volano di sviluppo, di quello sviluppo di cui parliamo tanto e che deciderà il futuro della nostra regione. Ecco perché, secondo noi, è importante cominciare a programmare oggi quella che sarà domani la gestione del nuovo polo universitario valdostano, se davvero ci si crede come noi ci crediamo. Grazie.
Si dà atto che dalle ore 11,56 riassume la presidenza il Presidente Emily Rini.
Presidente - Prima di dare la parola al Presidente Rollandin, chiedo solo che vengano distribuiti, in merito agli oggetti 17.1 e 19.1, un mio emendamento, della Presidenza, e un emendamento dell'Assessore Lanièce e dei componenti della V Commissione; per quanto riguarda invece l'oggetto 18, il disegno di legge 204, è pervenuta alla Presidenza la relazione del Consigliere Bieler e otto emendamenti dei gruppi PD e ALPE. Grazie.
La parola al Presidente Rollandin.
Rollandin (UV) - Le valutazioni che il collega Rigo ha fatto nell'illustrare questa interpellanza raccolgono una serie di tematiche sicuramente molto impegnative - e credo che la valutazione di base sul sistema universitario a partire dalla sua origine sia oggettivamente uno dei segni di indebolimento oggi generale di quella che è l'attenzione nei confronti di questa tematica - e sicuramente devono essere un punto di ripensamento per quello che è il nostro futuro e la proiezione del futuro. Ora, è stato detto della situazione più generale a livello nazionale, di quelle che sono le defezioni, di quelle che sono le riduzioni di iscrizione e non si è parlato dei fuori corso, non si è parlato di tutti quelli che sono studenti quasi a vita, che credo siano notoriamente molto numerosi in alcune università. Venendo alla nostra, noi possiamo dire che la nostra è un'università giovane, relativamente - è stata una scelta fatta a suo tempo, sono 10-11 anni che abbiamo questa università -, in poco tempo si è scelto anche di fare una scelta coraggiosa, cioè quella di trovare una sede di grande prestigio e soprattutto di grande proiezione per il futuro, perché il campus che vede nella Caserma ex Testafochi, che siamo riusciti in tempo a raggiungere come accordo coi militari, oggi non sarebbe già più possibile, quindi non avremmo più il sito per fare questo tipo di riconversione nella città dei giovani, quindi di avere un corpo pulsante all'interno della città, quindi come ricchezza aggiunta nei confronti di quello che succederà...e soprattutto di immaginare non solo delle aule confortevoli, ben servite, con tutti quelli che sono gli strumenti di didattica più moderni, anche uno studentato, che credo vada nella logica che lei oggi auspica di trovare delle soluzioni a tempo per aspettare lo studentato. Sicuramente quindi la formazione che lei ricorda...la formazione universitaria, che è alla base del futuro, perché ormai a livello europeo arriverà gente da tutte le parti che ha conoscenza, preparazione, che ha fatto corsi, che non si limita a quella che è la preparazione sotto casa, ma che gira, che fa degli stage, quindi gente ormai preparata che ha voglia di fare, perché oramai questo è l'unico sbocco per il futuro. Ora, detto questo, noi abbiamo sicuramente anche messo in piedi un sistema che monitorerà quello che lei ha ricordato: cosa succede degli studenti che hanno finito; proprio per capire dove vanno, abbiamo già dei ritorni...e poi sottolineando che evidentemente gli studenti della nostra università in parte sono Valdostani e in parte sono fuori Valle. Noi negli ultimi anni...nel 2009-2010 di fuori Valle erano il 21 percento, quindi 244 su 1.157, nel 2010-2011 il 25 percento: 287 su 1.140, nel 2011-2012 il 29 percento: 335 su 1.138, quindi diciamo che progressivamente c'è stato comunque un aumento. Ora, questo trend ha portato a fare tutta una serie di valutazioni, che lei ha ricordato, in particolare - adesso non sto a entrare nella logica dell'università, che abbiamo già detto - per gli alloggi, per quello che è il sistema alloggiativo, anch'io non parlo del sistema trasporti, perché è meglio...
(interruzione di un consigliere, fuori microfono)
...stendere un pietoso drap, sul discorso invece dell'alloggio è una situazione che stiamo...già dall'anno scorso abbiamo cercato di verificare se c'erano dei punti di appoggio possibili...sapendo che oggi c'è già in qualche modo un sistema che funziona di privati che mettono a disposizione camere, piccoli alloggi per gli studenti...però questo non copre naturalmente il tutto, allora stiamo vedendo di agire con gli studenti, quindi di andare un po' nella logica che lei ricordava, che sarebbe poi quella di avere in ultimo anche la possibilità di sviluppare una fondazione, che poi si occupi di tutte queste tematiche, ma nell'attesa stiamo vedendo di coinvolgere anche gli studenti per riuscire a capire se ci siano soluzioni provvisorie che possano essere attivate a sostegno di questa attività.
Condividiamo quindi questa proiezione nell'attesa dello studentato. Per quanto riguarda, diciamo, il protagonismo giovanile, come lei l'ha chiamato, che è sicuramente una bella espressione, per dire che vogliono essere attivi non solo nell'ambito di quella che è l'università, ma anche su quello che è lo sport, quella che è l'attività libera e le attività culturali. Noi abbiamo già esteso anche agli studenti quella che è la partecipazione alle agevolazioni alla Saison Culturelle, non abbiamo ancora fatto delle iniziative per quanto riguarda la parte sportiva e questo per una ragione molto semplice: come lei sa, stavamo cercando di riorganizzare l'insieme delle società in modo da avere poi un punto di riferimento unico, cioè per non fare la trattativa con ogni singola società. Cercheremo poi di avere un sistema che possa dare degli indirizzi che valgano un po' per tutta la Valle, cioè per gli studenti non è solo Pila, possono essere anche le altre: può essere Crévacol, può essere qualsiasi altro centro che noi abbiamo come stazione sciistica. Si va quindi in questa direzione, qui siamo ancora in una fase di studio, mentre sugli altri siamo in una fase più avanzata. Sicuramente l'indicazione della fondazione è un pensiero che, a mio avviso, ci può stare, nel futuro...credo che non sarà più per questa legislatura oggettivamente che si arriverà a dare questa definizione, ma sicuramente è una valutazione che è da considerare positivamente, perché renderebbe più agevole, più facile l'organizzazione col coinvolgimento diretto degli stessi in una serie di strutture, che non hanno nulla a che fare con la parte più impegnativa, diciamo, educativa, ma vanno nella direzione di essere di supporto a quella che è l'attività; quindi condividiamo questo tipo di intervento. Grazie.
Presidente - La parola al collega Rigo.
Rigo (PD) - Grazie Presidente.
Noi abbiamo riportato all'attenzione del Consiglio la tematica riguardante l'università in questa fase non per quanto riguarda l'aspetto dell'edilizia e dei progetti, ma per quanto riguarda il suo sviluppo. Lo facciamo perché, Presidente, noi crediamo nella scelta fatta alcuni anni fa, di avere voluto aprire in Valle d'Aosta una sede universitaria e crediamo nella scelta coraggiosa - sono d'accordo con lei, Presidente, "coraggiosa" - fatta nei tempi giusti, perché forse è vero, se fosse oggi, non sarebbe così facile poter aprire una trattativa con lo Stato per l'ex Caserma Testafochi. Quindi una scelta coraggiosa nell'aver individuato una sede autorevole per questa nostra università. Noi abbiamo sollevato il problema degli alloggi, perché sentiamo che c'è questa necessità, perché conosciamo i ragazzi che affittano da semplici cittadini e le loro tribolazioni, tre ragazzi sono ospitati proprio nel mio condominio. Insomma, conosco abbastanza bene le discussioni continue rispetto al tema ed è un tema difficile, delicato, perché non tutti i proprietari di alloggio vogliono ospitare dei ragazzi, immaginando chissà che cosa. Credo comunque che bisogna andare al di là di questo e, attraverso un gruppo di lavoro, studiare occasioni che, secondo me, ci sono nella città, e non solo, per poter ampliare l'offerta alloggiativa.
La seconda questione: viviamo in una società dell'immagine, dell'appartenenza e quindi pubblicizzare il fatto che il neo-immatricolato possedendo una carta dell'università, appartiene a questo college valdostano e questo college valdostano offre delle occasioni in più, in particolare lo sport può essere interessante. Può essere vincente il fatto di appartenere ad un gruppo, con una carta, con la possibilità di venire in Valle d'Aosta, un modo per entrare a far parte di un "club privilegiato", tra virgolette. Ecco, in questa società anche questi messaggi possono essere interessanti per i giovani, che attraverso internet colloquiano con tutto il mondo e potrebbero scoprire questa nostra università anche da questi piccoli servizi. Grazie.
Président - Merci. Colleghi, il punto 17.1 verrà discusso congiuntamente al punto 19.1. Passiamo quindi al punto 18 all'ordine del giorno.